Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 24 ottobre 2013

Dichiarazione del Comitato internazionale di collegamento ebraico-cattolico. Note critiche

Campari & De Maistre pubblica l'articolo che riporto di seguito, grata per la segnalazione, che ci mette al corrente dell'evolversi della situazione sul fronte del Dialogo ebraico-cristiano. È stato prodotto nei giorni scorsi un Documento riportato dall'Osservatore Romano leggibile qui.
La questione è da seguire con attenzione, perché contiene risvolti che influiscono e influiranno sempre più pesantemente non soltanto in ambito ecclesiale, ma investono anche la cultura, la società e la politica. Essa richiede la nostra attenzione perché non passino sulle nostre teste decisioni che stanno prendendo direzioni divergenti persino da alcune discusse e discutibili linee conciliari. Concordo con le considerazioni dell'Autore.
Inserisco, in fondo, i link ai testi presenti sul blog, frutto di una riflessione in itinere, che completa e integra il quadro e mi riservo di esprimere ulteriori approfondimenti al riguardo dopo una lettura più meditata del documento.

Sull’Osservatore Romano del 19 ottobre 2013, a pagina 6, è stata pubblicata integralmente la Dichiarazione congiunta del “foro ufficiale per il dialogo permanente tra la Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo della Santa Sede e il Comitato ebraico per le consultazioni interreligiose”. La Dichiarazione, che si aggiunge a molti altri documenti dello stesso tenore, è stata redatta all’interno del ventiduesimo incontro del Comitato ebraico-cattolico, svoltosi a Madrid dal 13 al 16 ottobre 2013 e “ospitato dalla Conferenza episcopale spagnola e dalla Federazione delle comunità ebraiche in Spagna”. L’incontro ha avuto due presidenti, il cardinal Kurt Koch, prefetto per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, per la parte cattolica, e la signora Betty Ehrenberg, per la parte ebraica. Come si vede non si tratta di incontri fra privati delle due religioni, ma di rappresentanti, specie da parte cattolica, investiti della più alta autorità. Se si trattasse di incontri tra fedeli delle due diverse religioni, la cosa sarebbe forse da tralasciare, ma essendo implicata l’autorità morale della Chiesa, non è possibile far finta di nulla e volgere lo sguardo da un’altra parte. Il fedele cattolico maturo deve possedere quel senso critico che gli permetta di valutare dell’opportunità e della coerenza di iniziative pastorali in sé né indiscutibili, né indiscusse. Se le autorità ecclesiastiche volessero impedirci queste valutazioni critiche, esse ci starebbero richiedendo un’obbedienza cieca, che proprio dal Concilio in poi viene vista come sbagliata, inutile e infantile. Lo stesso Codice di Diritto canonico (1983) autorizza il fedele a porre delle questioni ai propri pastori, cercando di capire meglio il senso di alcune iniziative e contribuendo così al chiarimento e alla migliore comprensione della vita della Chiesa. Il canone 212 § 3 recita: “In rapporto alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi, e il rispetto verso i Pastori”.

Lo scopo di questi incontri interreligiosi sarebbe quello di favorire il dialogo e la conoscenza reciproca, ma spesso e volentieri, da parte cattolica, si dimenticano elementi importanti del Magistero della Chiesa, o si passano sotto silenzio per favorire una “carità” che rischia di contrapporsi alla non meno importante “verità”. Tutta la presente Dichiarazione, a cui rimandiamo il lettore volenteroso, è segnata da queste ambigue dimenticanze, e quando si citano delle “pezze d’appoggio” per fondare il dialogo e il confronto, come qui si fa con la Dichiarazione conciliare Nostra aetate (1965), lo si fa in modo parziale e incompleto.

Vediamo qualche esempio significativo. Si dice per esempio in apertura del testo: “Gli ebrei e i cristiani condividono l’eredità della testimonianza biblica del rapporto di Dio con la famiglia umana nella storia. Le nostre Scritture danno testimonianza del fatto che sia gli individui, sia il popolo nel suo insieme, sono chiamati, ricevono un insegnamento, vengono guidati dalla Divina Provvidenza”. [Questo principio è ricavato da un documento della Santa Sede: Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia Cristiana, 2001] Ma fino a che punto gli ebrei e i cristiani condividono la testimonianza biblica? Qui, in mancanza di precisazioni necessarie, sembrerebbe che la condivisione sia pressoché totale. Eppure, sappiamo che non è così. Già l’Antico Testamento come lo conosciamo attraverso il Canone biblico definito a Trento è molto diverso dal “Canone ebraico” dei libri ispirati. Gli ebrei odierni, anche se forse c’è qualche discordanza tra scuola e scuola (il che complica ulteriormente il discorso) dell’AT cattolico rifiutano i seguenti libri: Tobia, Giuditta, Sapienza, Qoelet, Baruch, i due libri dei Maccabei, e alcuni brani dei libri di Ester e Daniele. Queste differenze materiali non sono di poco conto. Ma ovviamente la cosa più grave è il rifiuto intero, a volte accompagnato da disprezzo, del Nuovo Testamento.  Secondo il Concilio però, “La Parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede (cf. Rm 1,16), si presenta e manifesta la sua forza eminente negli scritti del Nuovo Testamento” (Dei Verbum, 17). Inoltre, “A nessuno sfugge [ma forse ci sono eccezioni…] che tra tutte le Scritture, anche del Nuovo Testamento, i Vangeli meritatamente eccellono” (DV, 18). Se dunque gli ebrei mancano di ciò che è più eccellente nelle Scritture, come si fa a dire che “ebrei e cristiani condividono l’eredità della testimonianza biblica”? Ma c’è di più. Secondo sempre la DV la Tradizione cristiana, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa “sono tra loro talmente connessi e congiunti da non potere indipendentemente sussistere” (DV 10). Gli ebrei che hanno una versione parziale dell’AT, che mancano interamente del NT, la parte più eccellente dell’intera Bibbia, e che rigettano sia la Tradizione che il Magistero ecclesiastico, avrebbero comunque “l’eredità biblica”? Ma allora basterebbe possedere un testo della Bibbia a casa per avere questa “eredità”? Insomma, compro una Bibbia e ne ricevo lo spirito? A ben vedere, su questa comune eredità biblica la Dichiarazione del comitato ebraico-cattolico è evidentemente contraria alla Costituzione dogmatica Dei Verbum.

Purtroppo ci sono altri punti in cui la Dichiarazione non riflette l’insegnamento ufficiale della Chiesa. Infatti si afferma poco dopo che l’istituzione del Comitato ebraico-cattolico “è tra i frutti più importanti della Nostra aetate”. “Il dibattito aperto in spirito di fiducia e rispetto reciproco ha caratterizzato il nostro incontro a Madrid e prosegue i passi avanti compiuti nell’insegnamento e nell’attuazione dei principi enunciati in quella fondamentale dichiarazione [cioè la NA]”. Ma così non è, almeno non del tutto. La NA infatti contiene alcuni elementi dottrinali taciuti sia in questa Dichiarazione, dunque non si può dire che queste riunioni ebraico-cattoliche siano conformi all’insegnamento e ai principi “di quella fondamentale dichiarazione”. Ne cito solo 3, ma sono elementi decisivi dal punto di vista cattolico. La NA dedica l’intero n. 4 al rapporto tra cristiani ed ebrei e ricorda, dopo aver usato parole di grande apertura e rispetto verso l’ebraismo, che: 1. “La Chiesa è il nuovo popolo di Dio”, e non ci sono dunque altri popoli di Dio oltre alla Chiesa; 2. “le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo”, e la Bibbia sul punto non inganna, né insegna l’antisemitismo, ma la verità; 3. “Il dovere della Chiesa […] di annunciare la croce di Cristo come segno dell’amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia”, dovere verso tutti gli uomini, nessuno escluso. Omettendo questi tre punti dottrinalmente rilevanti, il dialogo ebraico-cattolico viene falsato da una teologia buonista, difforme però dalla lettera e dallo spirito del Magistero della Chiesa.

La Dichiarazione poi dopo aver ripetuto, in modo vago, l’esistenza di un “legato spirituale comune”, afferma che “come cattolici ed ebrei cerchiamo di edificare un mondo in cui i diritti umani [?] vengano riconosciuti e rispettati”. Ma il Magistero della Chiesa afferma, per esempio nell’enciclica del beato Giovanni Paolo II Evangelium vitae, che certi presunti diritti sono in realtà dei delitti, come è il caso dell’aborto e dell’eutanasia, e per estensione del divorzio e dello pseudo-matrimonio omosessuale. Cosa ne pensano gli ebrei circa questi diritti-delitti? A noi risulta che la comunità ebraica francese, tra l’altro una delle più numerose d’Europa, abbia fatto pressioni inaudite per sospendere il Gran Rabbino di Francia, colpevole di aver scritto un (ottimo) saggio contro le nozze gay. E allora, quali diritti umani vogliamo difendere assieme? E lo chiedo anzitutto al cardinal Koch, a cui una volta ho avuto la ventura di parlare di persona… Si rischia di essere nel vago quando si dice, sembrerebbe per accontentare il mainstream mondano-ecclesiale, che “ci impegniamo a rafforzare la nostra collaborazione nella ricerca di una distribuzione delle risorse sempre più giusta ed equa, affinché tutti possano beneficiare dei progressi nella scienza, nella medicina, nell’educazione e nello sviluppo economico”. Belle parole che rischiano di significare poco.

Si afferma che “i delegati hanno esaminato l’attuale aumento dell’antisemitismo, il crescente fenomeno della persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo”, etc. Discutibile il paragone tra l’antisemitismo, ufficialmente combattuto dalle nostre società, e l’anticristianesimo che ogni giorno fa morti in Oriente e colpisce la Chiesa e i cattolici in Occidente. I libri delle scuole non attaccano di certo gli ebrei, ma la Chiesa e ciò in ogni modo (nei libri di storia, di scienze, di letteratura, etc.). Ma nessuno se ne lamenta… Dopo aver deplorato l’antisemitismo in vari passaggi, si aggiunge, quasi per non creare una abnorme dissimmetria, che “allo stesso modo, qualsiasi espressione di anticristianesimo è altrettanto inaccettabile”. Ma qui il discorso davvero non torna. Tutta una cultura laica e laicista da mezzo secolo si batte, almeno a parole, contro l’antisemitismo perfino inventando nuovi delitti quali il revisionismo storico e il negazionismo [ne parliamo qui]; infiniti sono i programmi, i musei, i forum, i libri sulla Shoa e sullo sterminio degli ebrei. Ma i medesimi soggetti che lottano o dicono di lottare contro l’antisemitismo sono in gran parte protagonisti della cultura anti-cristiana odierna: come si può dire “allo stesso modo”? Chi è che condanna l’anti-cristianesimo d’Occidente, nuova religione laica imposta dall’alto agli studenti, ai fruitori di giornali e di mass media? Né le società occidentali, che non hanno mai varato alcuna norma in materia, né a quanto ne sappia io le alte istanze dell’ebraismo. Se la Chiesa, a partire da Pio XI (vari discorsi del Papa e l’enciclica Mit brennender Sorge) dichiara l’incompatibilità tra fede cristiana e antisemitismo (inteso come odio degli ebrei), ancora si attende una presa di posizione simile da parte dei nostri fratelli maggiori. Papa Francesco dice: il cristiano non può essere antisemita. Quale Gran Rabbino ha detto che l’ebreo non può essere anticristiano? Se abbiamo cattiva memoria preghiamo il lettore di scusarci e di correggerci…

La conclusione è nel senso del buonismo poco impegnativo: “Concordiamo di cooperare per migliorare la vita di quanti sono ai margini della società, i poveri, i malati, i rifugiati, le vittime del traffico umano, e di proteggere il creato di Dio dai pericoli presentati dai cambiamenti climatici”. Belle parole, certo… Ma il Concilio diceva di più e meglio asserendo, quasi ad ogni pagina: “E’ necessario che tutti si convertano a Cristo, conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa” (Ad gentes, 7) e ricordando inoltre, con vera carità, che “questa unica vera religione crediamo che sussista nella Chiesa cattolica e apostolica” (Dignitatis humanae, 1). Ma l’eredità del Concilio è usata nella misura dell’utilità del momento, altrimenti è taciuta e occultata.

37 commenti:

Raoul de Gerrx ha detto...

39 « Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo !
40 Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio ; questo, Abramo non l'ha fatto.
41 Voi fate le opere del padre vostro. »
Gli risposero : « Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio ! ».
42 Disse loro Gesù : « Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo ; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
43 Perché non comprendete il mio linguaggio ? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,
44 voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.
45 A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.
46 Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete ?
47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio : per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio. »
48 Gli risposero i Giudei : « Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio ? » (San Giovanni, 8, 39-48).

Il serait intéressant de savoir ce que le cardinal Koch pense de ce passage du Nouveau Testament.

Notamment de ces mots : « Noi non siamo nati da prostituzione »…
Et de cette réplique de Jésus : « voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro »…

Ce serait vraiment très, très intéressant.

Agnese ha detto...

Ottimo e grazie d'aver riportato questo importante articolo sul vostro blog.

Personalmente l'ho visto visitando il sito di Riscossa Cristiana, leggendo i commenti mi ha colpito quello del prof. Piero vassallo, il quale ha detto che non solo siamo di fronte ad un continuo calamento di braghe ma le hanno pure gettate.

Praticamente la chiesa è rimasta in mutande.(nota mia)

Inquietante la nuova " teologia" postconciliare:

" Non si è cristiani se si è antisemiti."

Una frase alluccinante se pensiamo che ad essere semiti sono i popoli che occupano l'Asia Meridionale e Orientale, parte dell'Arabia, quindi anche i cinesi, la Siria e l'Iraq, la Palestina e ovviamente la Giordania e il Sud dell'attuale Turchia.

Altrettanto grave inquietante, la decisione di cancellare dai libri tutto ciò che sa di "antisemitismo".

Antisemitismo di che? Cio' significa che se io esprimo dubbi peplessità e critiche (non condanne ma critiche) verso la religione ebraico talmudica divento anrisemita?

Spero ci rendiamo conto, quale sia l'idiozia che ci propina quaesta nuova chiesa postconciliare e documenti come quelli riportato dall' osservatore romano nella dichiarazione congiunta.

In poche parole cancellare la storia.

Bisogna intendere bene i passaggi della divisione della terra, altrimenti si rischia di credere che ai semiti appartengano solo i seguaci della religione ebraica talmudica.

Inoltre se la chiesa postconciliare ritiene di ammaestrare l'orbe a partire da queste lacune e cancellazione di una parte di storia dell'umanità, significa che si stanno facendo beffe di noi tutti.

Interessante una frase del pessimo Voltaire, che ritengo azzeccata e in linea con quanto sta succedendo:

<--->

" Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare. "

<--->

A buon intenditor poche parole....

Se a questo si aggiunge quanto detto da Pacifici, in risposta ai fatti esecrabili successi ad Albano, mi sento allarmata di non poco:

“Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Priebke – ha detto – purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio.

E non permetteremo che lo diventi”.

Pacifici ricorda inoltre al legale che la “battaglia” contro la tumulazione sul suolo italiano dell’ex Ss “é stata condotta dall’Italia intera, dalle autorità civili e religiose, dai sindaci di Roma e di Albano“.

“Le regole del gioco le stabiliamo noi che abbiamo fondato la democrazia in questo Paese”, [...]

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/20/sepoltura-priebke-lavvocato-abbiamo-vinto-sulle-prevaricazioni-della-comunita-ebraica/750029/

(link ripreso da una commentatrice su)

http://www.riscossacristiana.it/funerali-di-erich-priebke-intervista-don-pierpaolo-petrucci-di-marco-bongi/

Concludo:

Anche a me NON risulta che a civilizzare e costruire l'Italia sin dalle sue lontani origini siano stati gli appartenenti della religione ebraico talmudica. Questi hanno messo radici tempo dopo.

Guai a permettere che si falsifichi la storia...chi non conosce il proprio passato, NON POTRA' AFFRONTARE IL FUTURO E I SUOI PERICOLI.

Raoul de Gerrx ha detto...


Il convient de refuser le CHANTAGE À L'ANTISÉMITISME orchestré en toute circonstance et à tout propos par tout ce que le monde juif compte d'organisations internationales et de moyens de propagande — et ils sont nombreux !

L'Église n'a JAMAIS été antisémite.
Par contre, elle a TOUJOURS été antijudaïste (contre le judaïsme talmudique). Elle n'a jamais accepté, elle n'acceptera jamais, les affirmations calomnieuses contenues dans le Talmud concernant Jésus, Marie, Joseph, les Apôtres, les Chrétiens, etc.

Dans le Talmud, et aussi dans ce "concenté de Talmud" que sont les Toledot Yeshu…

L'antisémitisme n'a d'ailleurs pas attendu l'apparition du christianisme pour se manifester. Il existait déjà dans le monde romain, dans le monde grec, dans le monde égyptien, dans le monde assyrien, etc.

On pourrait ajouter : comme il existe encore aujourd'hui dans le monde palestinien.

Pour quelle raison, cet antisémitisme ? Les Juifs feraient bien de s'interroger là-dessus.



Anonimo ha detto...

Mais ils ont presque toutes les banques du monde entier et ils sont très puissants du point de vue économique,ça va sans dire...

Luisa ha detto...

Mi scuso presso mic se approffitto del suo blog per passare un messaggio a DANTE PASTORELLI che ha scritto un commento da Colafemmina in cui si rivolgeva anche a me, ho postato la mia reazione due volte e due volte il mio commento non ha passato la moderazione, una volta poteva essere un eventuale mio sbaglio, la seconda mostra una evidente volontà di Colafemmina di censurare il mio messaggio per Dante.
Sono diventata persona non grata sul suo nuovo blog, chi va e legge saprà giudicare se quel che ho scritto lo meritava, comunque se quello è il nuovo corso del blog Fides et forma, complimenti al suo autore per il rispetto non solo delle opinioni altrui ma della persona che le esprime.

Caro Dante, sperando che tu mi legga, o che qualcuno che ti conosce ti trasmetta il mio commento, ecco che cosa ti ho scritto e che è stato censurato:

"A te devo delle scuse se non sono intervenuta, su altri lidi, per dirti che condividevo la tua reazione a certe espressioni totalmente irrispettose usate nei confronti del Papa, osservavo in silenzio venire quel che temevo, e che poi si è verificato, e cioè la tua partenza da quel luogo e dunque il dover rinunciare ai tuoi apporti che da anni tanto mi portano, non posso che rispettare la tua scelta, anche se spero in un tuo ripensamento, perchè la tua esperienza e competenza, le tue grandi conoscenze unite a quelle di Maria, espresse con la forza e anche la passione che vi dà la vostra Fede, e in modi diversi perchè diverse sono le persone, sono un arricchimento per un blog di cui conosci, e non da oggi, la serietà e la Fede di chi lo gestisce.
Se non è troppo domandarti, caro Dante, preferirei, se desideri dirmi qualcosa, che tu lo facessi su Chiesa e postconcilio, qui scrivono persone che(altrove) hanno insultato in modo pesante mic e il suo blog, se non vuoi farlo, ricevi comunque qui l`espressione della mia profonda stima, simpatia e riconoscenza.

Turiferario ha detto...

A Raoul de Gerrx: il cardinale Koch direbbe sicuramente che quel passo evangelico riflette solo l'opinione di una parte della Chiesa delle origini nell'ambito di una polemica con le istituzioni ebraiche, e non è mai stato in realtà pronunciato da Cristo. So bene che in questo modo si può virtualmente espungere qualunque passo evangelico, ma questo è il metodo corrente con i passi "scomodi".

Luisa ha detto...

Per essere più precisi se Colafemmina ha affermato che qui ci trastulliamo i riccioli, altri blogger, che ora lo complimentano dopo averlo criticato, hanno insultato mic sul loro blog in modo pesante e con quella meschina malevolenza e volgarità che non ci sono sconosciute, non volevo offrire loro l`occasione di scaricare un pò del loro livore.
Per questo ho domandato a Dante, se lo desiderava, di reagire qui.
Personalmente essere persona non grata sul nuovo Fides et forma non mi tocca affatto, quel che dovevo dire l`ho detto, talvolta certe strade si separano...

PS: scusami mic per l`OT.

rosa ha detto...

una delegazione el Centro Simon Wiesenthal ricevuta oggi in Vaticano.
Non voglio scrivere qui cio' che so di Wiesenthal. Mi limito ad osservare che loro si, e magari una del Coetus SP a Roma nel prossimo fine settimana magari no.
Rosa

Anonimo ha detto...

Purtroppo, e lo dico con rammarico, su molti blog imperano maleducazione, livore, cattiveria nei confronti di tutti, papi, movimenti, bloggers, postanti, una cosa che fa male a leggersi e in primis è quanto di più lontano possa essere dal cristianesimo e dagli insegnamenti di Cristo, se ci azzanniamo tra di noi, non porterà lontano, non diamo sempre la colpa agli altri, mettiamoci anche le nostre, che forse sono maggiori....quello che mi fa personalmente più male sono le invettive, quando non maledizioni vere e proprie, nei confronti dei papi che non sono come noi avremmo voluto che fossero, lo trovo molto brutto e devo dire che non appartenendo a nessuna corrente, a volte mi chiedo se davvero ne valesse la pena tornare in un luogo da cui mi ero allontanato per seri motivi personali, forse un po' più di carità e rispetto non guasterebbero; a Mic stima e solidarietà,purtroppo non è l'unico bersaglio di frange di estremisti, talebani e provocatori.Grazie per lo spazio.GR2

Sandro Pasquino ha detto...

Vorrei richiamarvi a questo video circa il trucco dell'antisemitismo

http://www.youtube.com/watch?v=qHZi_9oUNhM

Giano ha detto...

Scusi Luisa, tuttavia ritengo doveroso precisare, che Pastorelli ha abbracciato in toto il nuovo corso di Colafemmina e lo ha pure ribadito su Mil.

Le accuse verso questo blog, restano infondate in quanto se fosse vero ciò che dice, non crede che Mic se ne sarebbe accorta?

La moderazione non è facile e insistere sul disprezzo per chi scrive in anonimato lo trovo grottesco e non rispettoso verso il prossimo.


Personalmente, non mi interessa chi sia Pastorelli cosa faccia nella vita dove abiti.

I ragionamenti, i dubbi e le perplessità e ovviamente le critiche costruttive, non hanno bisogno ne' di nome nè di cognome.

Tutto questo non ha senso, sembra che siamo passati da uno stato di diritto ad uno stato di polizia..

Per quel che mi riguarda, le posso dire che io sono stato oggetto di sgradevoli e ingiustificati attacchi da parte sua, senza aver mai offeso il papa, ma solo per aver auspicato un nuovo corso ai FFI, dopo la tremenda vicenda di cui sono stati oggetto.

Anonimo ha detto...

il nuovo Colafemmina ha sorpreso anche me.. e devo dire che avrei scritto più o meno le stesse osservazioni di luisa (ho letto i suoi primi commenti).
Soprattutto Colafemmina avrebbe dovuto fare una AUTO-critica visti i SUOI post del precedente blog (specialmente dall'elezione di Francesco in poi) e non una critica quasi "ex cattedra" ai "tradizionalisti" (anche perché non è che tutti i "tradizionalisti" siano uguali..io per esempio non faccio parte di nessuna comunità compresa la fsspx..mi ritengo un semplice fedele praticante).
Premesso che esiste anche un tradizionalismo becero e deleterio, quello della polemica fine a se stessa e del rifiuto sempre e comunque e spesso senza conoscere, le perplessità su Papa Francesco per ora ci sono tutte.
Molte critiche, quelle intelligenti, le ritengo una preghiera a non incamminarsi in strade pericolose per la Chiesa (di cui noi come fedeli facciamo parte)...bisogna sempre guardare al cuore, alla buona fede delle persone... e tante nel tradizionalismo la hanno, i loro intenti sono retti.
Non condivido nemmeno l'invito di Dante a firmarsi con nome e cognome, io non metto la mia mail nei blog (di questi tempi poi) e spesso non mi firmo, non per vigliaccheria ma perché se inserisco per esempio una enciclica che c'entra la mia firma? mi sembra un apparire inutile. Vediamo le evoluzioni del blog di Francesco C., per ora il nuovo corso, compreso l'obbligo di iscrizione per commentare, non mi piace.
I dubbi su Papa Francesco? soprattutto uno: sembra fare un passo avanti e tre indietro, non ho più le certezze che avevo con Benedetto (e spero sempre di essere in errore, ma non sono un ipocrita).
Noto che alcune perplessità le suscitava anche quando era Cardinale:
"..Mio caro Papa Francesco, è vero, questo fu il card. Bergoglio che ho conosciuto da vicino. Un giorno intento a chiacchierare animatamente con il vescovo Duarte Aguer sulla difesa della vita e della liturgia e lo stesso giorno, a cena, a chiacchierare sempre animatamente con Mons. Ysern e Mons. Rosa Chavez sulle comunità di base e i terribili ostacoli che rappresentano “gli insegnamenti dogmatici” della Chiesa. Un giorno amico del card. Card. Cipriani e del Card. Rodriguez Maradiaga a parlare di etica aziendale e contro le ideologie del New Age e poco dopo amico di Casaldáliga e Boff a parlare di lotta di classe e della “ricchezza” che le tecniche orientali (!) potrebbero donare alla Chiesa..."
Lettera a Papa Francesco
Lucrecia Rego de Planas
http://it.gloria.tv/?media=514959
m

Anonimo ha detto...

la tua reazione a certe espressioni totalmente irrispettose usate nei confronti del Papa

Quelle "espressioni totalmente irrispettose" erano una battuta, fose un po' forte che io ho visto sommersa nel mare magnum del commenti, anche di livello, che l'hanno seguita e che appartengono anche a chi l'ha fatta.
Dunque un dato estemporaneo è stato sottolineato con puntigliosa insistenza e il mio sottolineare il puntiglio è stato persino l'occasione per uscire dal blog nonché per esprimersi su altre agorà come se questo blog fosse la sentina delle "espressioni irriguardose" o dei "lamenti" e non avesse anche ben altri contenuti.

Beh, qui lo dico e poi chiudo. Sono stufa di queste bambinate e non ci perdo un tempo che è prezioso per ben altro.

Li ignoro, non sprezzantemente come loro, semplicemente un po' affardellata ma serena. E vado avanti, puntando lo sguardo e il cuore su ciò che davvero conta.

Anonimo ha detto...

Per tornare in argomento:

il cardinale Koch direbbe sicuramente che quel passo evangelico riflette solo l'opinione di una parte della Chiesa delle origini nell'ambito di una polemica con le istituzioni ebraiche, e non è mai stato in realtà pronunciato da Cristo. So bene che in questo modo si può virtualmente espungere qualunque passo evangelico, ma questo è il metodo corrente con i passi "scomodi".

Si è persino voluto sottilizzare (per avallare l'espressione di Giovanni Paolo II a Magonza) sull'Alleanza di Abramo e quella di Mosè. Copio e incollo qui la nota di un mio scritto in cui ne parlo:
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7. Si è addirittura voluto cavillare su questo termine Testamento, nel senso che il Patto o il Testamento stipulato da Dio con Mosè (1330 a. C.) sarebbe transitorio e non eterno, mentre l’Alleanza stipulata con Abramo (1900 a. C.) sarebbe permanente ed eterna. Poiché berìt, reso con Alleanza in latino, significa solo volontà divina e non comporta la corrispondenza umana, Dio ha mantenuto l’Alleanza con Israele, anche se questo è stato infedele. Perciò l’Antica Alleanza con Abramo sussiste ancora, non è mai cessata, e dunque gli ebrei, come discendenti di Abramo sarebbero ancora titolari di quell'Alleanza irrevocabile. In più, se San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi «pone in netta antitesi l’Alleanza instaurata da Cristo e quella di Mosè», le cose vanno diversamente tra Abramo e Cristo. Infatti, «nel nono capitolo della lettera ai Romani» San Paolo utilizza non più il termine Patto o Testamento, ma Alleanza al plurale e «l’Antico Testamento conosce tre alleanze: il sabato, l’arcobaleno, la circoncisione».
[Ho sintetizzato nei suoi termini essenziali la sottile disquisizione fatta da Joseph Ratzinger: “Molte religioni un’unica Alleanza”, Ed. San Paolo, 2007].

E tuttavia, Ebrei 13,20 parla dell'Alleanza eterna. A prescindere dal fatto che l'appartenenza a Cristo non è più secondo la carne ma teologale (Gv Prologo, 12-14), i Padri affermavano che Abramo «fu giustificato perché ha creduto nel Cristo venturo».

Del resto la spiegazione è data in maniera limpida nel brano del Vangelo, dove Gesù stesso dice espressamente: «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò», (Gv, 8, 56) suggellando perfino il discorso con l'affermazione «Prima che Abramo fosse, Io sono". (Gv 8,58) ed è superfluo sottolineare la valenza dirompente di quell'«Io sono»!
Dunque, se l'Alleanza Nuova ed Eterna è in Cristo che è Dio, a che pro star lì a tirar fuori sottigliezze di tipo rabbinico?

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Poi, se vogliamo far diventare un passo 'scomodo' quello che afferma la divinità del Signore, forse non possiamo neppur più chiamarci cristiani... Vogliamo forse lasciarci riassimilare, come ventilava Benamozegh?

Ma in questo modo, oltre a tradire il Signore, non faremmo altro che la fine dei 'noachidi'.

Anonimo ha detto...

Non so se i responsabili cattolici come il Card. Koch si rendono ben conto che pocchi cattolici le seguono nel loro dialogo cogli ebrei ma che l'esperienza e il pensiero e' del tutto ostile agli ebrei e la loro visione del mondo o fanno finta di non saperlo. O i responsabili cattolici come il Card. Koch e' anche lui vittima del sindromo di Nuremberg o fanno finta di non vedere che la maggioranza dei cattolici e' ostile agli ebrei e il loro pensiero.

Di piu nessuno ci parla dell'anticristianesimo degli ebrei ma solo ci gavano dell'antisemitismo dei cattolici. STRANO NO !

Quando i cattolici saprano cosa pensano gli ebrei di loro, rimarano male e capirano meglio la storia loro in Europa e sopratutto capirano la tragedia dei Palestinesi destinati tutti a sparire dallo Stato d'Israel che esproria loro la terra dove vivono
da generazione.

Guardando al destino dei Palestinesi, si puo capire ben chiaramente quale la visione degli ebrei verso i non-ebrei e se non ne siete sicuri, andate solo a leggere cosa publicava il New Jersuralme Post riguardo a quello che declarava il grand rabbion d'Israel (deceduto da poco) riguardo ai non-ebrei. Secondo quella massima autorita religiosa ebrai d'Israel, i non-ebrei non erano altro che degli animali che come tale si dovevano trattare. Basta leggere gli articoli in inglese del New Jerusalem Post se non mi credete.

Dunque il dialogo cogli ebrei non e'niente di piu che l'effetto della sindroma di Nuremberg della Chiesa cattolica romana.

Vita est Militia !

Anonimo ha detto...

Guardando al destino dei Palestinesi, si puo capire ben chiaramente quale la visione degli ebrei verso i non-ebrei e se non ne siete sicuri, andate solo a leggere cosa publicava il New Jersuralme Post riguardo a quello che declarava il grand rabbion d'Israel (deceduto da poco) riguardo ai non-ebrei.

Non confondiamo l'ebraismo con il sionismo.
Certo il discorso è lungo e complesso e non si può sviluppare qui.
Cerchiamo di custodire la nostra fede e la nostra dignità umana.
Vedere anche uomini di Chiesa "proni" non ci fa bene...
Resistiamo e andiamo avanti affidandoci al Signore.

Anonimo ha detto...

Dalla "sindrome di Norimberga" si deve guarire tutti, sia loro che tutti coloro che tengono sotto scacco con questo ricatto morale.

Il dramma della shoah è stato innegabile. Esso è immenso e deprecabilissimo.
Tuttavia non è un dogma di fede e non ne sono responsabili i cristiani ma un'ideologia deviata.
E neppure devono esistere morti da vendicare o vittime di serie A e vittime di serie B, perché purtroppo la storia ne è piena.

F.C. ha detto...

Se continuerete a fare i panzer non andrete da nessuna parte. E questo è un enorme limite culturale oltre che spirituale.

Anonimo ha detto...

Socci lettera al foglio /logos ecc):
http://www.antoniosocci.com/2013/10/lettera-al-foglio-di-giuliano-ferrara-il-diritto-e-il-dovere-del-logos-la-fede-e-una-festa-della-ragione-lerrore-di-quelli-che-attaccano-il-pa/

Anonimo ha detto...

F.C.
potrebbe chiarirci cosa intende per "fare i panzer"?
Nell'immagine di un panzer io vedo qualcosa di chiuso, di arroccato e forse anche di aggressivo.
Noi qui stiamo semplicemente cercando di mostrare quel che conosciamo della Verità, che non ha bisogno di difensori, ma di testimoni, perché chi la incontra insieme a sue contraffazioni, sia messo in grado di riconoscerla e di accoglierla. Se vuole.

Se questo significa "fare i panzer" io non ho capito nulla del cristianesimo.
O forse lei. Chissà?

Giano ha detto...

@ F.C.

mi domando quale autorità lei ha per dire che questo blog e i suoi commentatori hanno limiti culturali e spirituali, forse che lei legge i cuori e le intenzioni al posto di Dio?

Le sue sono accuse isteriche ed infantili, giacchè le critiche intelligenti e le perplessità odierne non sono affatto prive di fondamento.

Poi me lo si lasci dire, tutti questi neotradizionalisti che ora vanno all'attacco dei "vecchi tradizionalisti" accusandoli di essere malevoli, tristi, panzer, senza fede, senza carità duri di cuore e quant'altro, ma vi siete mai guardati allo specchio?

Vi siete mai chiesti, se prima di voi ad aprire la porte non ci fossero stati quei brutti cattivi tradizionalisti voi ora ci sareste?

Quindi neotradizionalisti del nuovo corso, non date lezioni di bon ton a quei che per decenni si son sporcati mani e piedi anche alzando la voce.

Io sono un neo tradizionalista nel senso che da pochi anni conosco la Tradizione, ma so che per questo devo riconoscenza SOLO a coloro che per primi hanno lottato, non certo AI neotradizionalisti che ora si assurgono il diritto di sputare addosso agli altri, li ritengo pseudo e opportunisti.

Luisa ha detto...

" Se continuerete a fare i panzer non andrete da nessuna parte. E questo è un enorme limite culturale oltre che spirituale."

Scrive F.C...
Panzer? Sa che cos`è un panzer F.C...?
Penso di sì, dunque invece di scrivere cavolate, F.C., che senza dubbio di limiti spirituali e culturali non ne ha, potrebbe cominciare col motivare la sua affermazione.
Sta diventando in fondo spassoso osservare questi censori che stanno spuntando come funghi, si son scoperti una nuova vocazione e missione, per compierla c`è un passaggio obbligato : tentare di screditare le poche voci che ancora non sono state silenziate, si copiano fra di loro, danno il loro contributo a chi vuole imporre un pensiero unico, una sola musica, , lo fanno come possono, c`è chi ha a sua disposizione mezzi importanti per farlo, altri arrivano qui come dei panzer dicendo ad un "voi" , dunque a "noi" di esserlo, sentenziano anche su limiti blablabla, roba molto banale, nemmeno offensiva, solo ridicola.

Andrea ha detto...

Mic, cosa pensi dell'articolo di Socci?

Raoul de Gerrx ha detto...


Le Dr. Hajo Meyer, 89 ans, est un Juif hollandais qui a passé dix mois au camp d’Auschwitz, à la fin de la Seconde Guerre mondiale. “Combattant de l'ombre”, Meyer 
fut arrêté pour “sabotage”, tout comme Simon Wiesenthal.

Hostile au sionisme, favorable aux Palestiniens, le Dr. Hajo Meyer est depuis longtemps traité d’« antisémite » par les Juifs eux-mêmes.
Il leur répond avec humour : « Avant, un antisémite était quelqu'un 
qui détestait les Juifs pour quelque raison que ce soit ; mais, de nos jours, un antisémite est tout simplement quelqu’un que les Juifs détestent ; il suffit que vous ne leur plaisiez pas. »

De fait, si un survivant juif d’Auschwitz est maintenant un « antisémite », c’est que le terme a perdu toute signification ; traiter quelqu’un d’« antisémite » n'est plus qu'une banale insulte, un moyen de diffamation vide de sens.

(Cf. http://en.wikipedia.org/wiki/Hajo_Meyer.)

Amicus ha detto...

F.C., se continuerai a fare il gonzo non andrai da nessuna parte. E questo è un enorme limite culturale oltre che spirituale.

Raoul de Gerrx ha detto...


A-t-on le droit de rire un peu, sur “Chiesa e post concilio”, même à propos d’un sujet aussi grave que l’antisémitisme ? Oui, je suppose.

Eh bien ! voici une très bonne “histoire juive” que racontait récemment, sur son blog “Boulevard Voltaire”, le journaliste Dominique Jamet, ancien président de la Bibliothèque de France :

« […] il me revient en mémoire une très vieille histoire juive. Elle date d’avant la Seconde Guerre mondiale, à une époque où les juifs, comme les Belges avec les histoires belges, étaient les premiers à inventer des blagues juives et à en rire.
Donc, c’est l’histoire de Jacob qui, après un bref déplacement à Paris, a pris le train de nuit pour rentrer chez lui, à Vienne. Au petit matin, les contrôleurs passent de wagon en wagon pour avertir les voyageurs qu’ils arriveront bientôt dans la capitale autrichienne.
Jacob s’aperçoit alors qu’il a bêtement laissé à l’hôtel sa trousse de toilette et, avisant son vis-à-vis de compartiment avec qui il a sympathisé, il lui demande poliment s’il pourrait lui emprunter rasoir, blaireau et savon, de façon à être présentable.
« Mais naturellement », répond cet homme affable.
Rasé de frais, Jacob regagne son compartiment. Mais il n’est pas pleinement satisfait.
« Pardonnez-moi, dit-il à son voisin de voyage, mais oserais-je vous demander encore un service ? Accepteriez-vous de me prêter une brosse ou un peigne ? Vous comprenez, je suis parti sans rien. »
Imperceptiblement agacé, l’homme accède à sa demande.
De retour, et après s’être répandu en remerciements, Jacob s’adresse de nouveau à son dépanneur. « J’abuse peut-être, mais je n’ai pas de quoi me laver les dents. Oserais-je… ?
 »
« Ah non, l’interrompt l’autre, je vous ai prêté mon rasoir, je vous ai prêté mon peigne, je ne vous prêterai pas ma brosse à dents. C’est personnel, vous comprenez ? — C’est bon, dit Jacob, excusez-moi », et la fin du trajet s’effectue dans le silence.
Sur le quai de la gare, parents et amis attendent Jacob. Saluts, accolades, cris de joie.
« Eh bien Jacob, lui demande-t-on, as-tu fait bon voyage ?
- Oui, tout s’est bien passé, si ce n’est que je suis tombé sur un antisémite ! »

(http://www.bvoltaire.fr/dominiquejamet/droit-de-reponse-merci-pour-les-lecons-de-journalisme,33980)

Anonimo ha detto...

Mic, cosa pensi dell'articolo di Socci?

L'ho appena scritto di getto e pubblicato.

schmenz ha detto...

Worth reading:

http://www.theeye-witness.blogspot.com/2013/10/jean-madiran-romes-other-secret-accord.html

Raoul de Gerrx ha detto...


Effectivement, il y a eu, en vue du concile, en 1963, un accord secret passé avec les juifs, analogue à celui passé avec les communistes, et qui s’est traduit par l’arrêt de toute opposition au judaïsme rabbinique (ou talmudique).
Renversement total de près de 2000 ans d’histoire !
Voir Jean Madiran, “L’accord secret de Rome avec les responsables juifs”, in Itinéraires, vol. III, 1990.

Anonimo ha detto...

Leggo da Una Vox:

Jean Madiran, il noto scrittore cattolico francese, spiega succintamente la novità delle parole di Giovanni Paolo: “Abbiamo due nuove idee”, scrive Madiran, l'idea che Ebrei e Cattolici venerino “lo stesso Dio” e un appello agli Ebrei e ai cattolici per lavorare “in stretta collaborazione, due idee che sembrano derivare dalla logica del Concilio … anche se il testo del Concilio non si è spinto a parlare di esse così chiaramente ” [13].

Sotto il pontificato di Giovanni Paolo, il nuovo atteggiamento della Chiesa post-conciliare nei confronti degli Ebrei si è reso ancora più esplicito nel maggio 1985, col documento della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l'Ebraismo: “Circa una corretta presentazione degli Ebrei e dell’Ebraismo nella Predicazione e nella Catechesi della Chiesa cattolica”. Questo documento vaticano fu approvato da Giovanni Paolo II, che “lo ratificò in quanto in linea col suo pensiero” [14].

Il testo vaticano afferma:

Attenti allo stesso Dio che ha parlato, legati alla stessa parola, noi dobbiamo testimoniare una stessa memoria e una comune speranza in Colui che è il maestro della storia. Bisogna anche che ci assumiamo la nostra responsabilità per preparare il mondo alla venuta del Messia, lavorando insieme per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti della persona umana e delle nazioni, per la riconciliazione sociale e internazionale. A questo siamo spinti, Ebrei e cristiani, dal precetto dell’amore per il prossimo, da una speranza comune del Regno di Dio e dalla grande eredità dei profeti. Trasmessa al più presto dalla catechesi, una tale concezione educherà in maniera concreta i giovani cristiani a dei rapporti di cooperazione con gli Ebrei, ben al di là del semplice dialogo (cap. II, n. 11) [15].

Così, in questo documento del 1985, il Vaticano - con il cardinale Joseph Ratzinger a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede – invitava ufficialmente i cattolici a cooperare con gli Ebrei per preparare la venuta del Messia.

Ancora, Madiran nota:

Questa idea, totalmente estranea al cattolicesimo, corrisponde ad una concezione tradizionale della teologia ebraica, nella sua visione del ruolo delle “religioni derivate dall’ebraismo”. Un’indicazione ufficiale di essa si ritrova nella dichiarazione fatta dal Gran Rabbinato di Francia il 16 aprile 1973, nella quale si ricorda “l’insegnamento dei più grandi teologi ebrei, per i quali la missione della religione derivata dall’ebraismo [che per loro sarebbe il cattolicesimo] è quella di preparare l’umanità per l’avvento dell’era messianica annunciata dalla Bibbia”.
Nelle sue direttive del maggio 1985, Roma ha così assegnato al cattolicesimo il posto e il ruolo assegnatole dalla teologia ebraica [16].
[...]
L’orientamento completamente nuovo nei confronti degli Ebrei è una componente inevitabile del “magistero post-conciliare”, compresa l’istanza vaticana avanzata ai cattolici e agli ebrei “per preparare il mondo alla venuta del Messia, lavorando insieme per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti della persona umana e delle nazioni, per la riconciliazione sociale e internazionale”

Inoltre, secondo lo stesso documento vaticano del 1985, questa istanza dovrebbe essere “trasmessa al più presto dalla catechesi”, al fine di educare “in maniera concreta i giovani cristiani a dei rapporti di cooperazione con gli Ebrei, ben al di là del semplice dialogo”.

Anonimo ha detto...

Il teologo tomista Edward Hanahoe parlava di debolezza intrinseca nei teologi ecumenici. Nel 1962, afferma che gli scritti di teologi ecumenici spesso soffrono di "silenzio significativo" su punti fondamentali della dottrina cattolica che interferiscono con i loro disegni ecumenici.
Lo riscontriamo nelle dichiarazioni di Benedetto XVI, coerenti con ciò che è implicito nei nuovi insegnamenti del Concilio Vaticano II, e che Giovanni Paolo II ha esplicitato, promuovendo il documento vaticano del 1985 sugli ebrei.
Ciò è in linea anche con l'esito di un poco noto incontro segreto tra ebrei e Vaticano in cui gli ebrei hanno chiesto di essere "completamente riabilitato" e "considerati come fratelli, partner di pari dignità", anche se continuano a rifiutare Cristo. Come risultato di questo incontro, dice lo scrittore ebreo Lazare Landau, "il Concilio ha accolto i nostri desideri."

Ciò che è accaduto e continua ad accadere non è che il risultato nel "nuovo corso", la cui evoluzione ho già spiegato nella nota 7. sopra riportata da uno dei documenti citati in fondo all'articolo.

Dante Pastorelli ha detto...
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Dante Pastorelli ha detto...
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Flavio B. ha detto...

"Ho l'idea che questi argomenti..... non vanno piu' di moda.... anche perche' e ben visibile che ci sono due Chiese!"

Japhet ha detto...

"Ho l'idea che questi argomenti..... non vanno piu' di moda.... anche perche' e ben visibile che ci sono due Chiese!"


Chi non avesse ancora le idee chiare, può leggersi
Joseph Ratzinger, "La Chiesa Israele e le religioni nel mondo", Ed. San Paolo, 2000

rocco ha detto...

"A Raoul de Gerrx: il cardinale Koch direbbe sicuramente che quel passo evangelico riflette solo l'opinione di una parte della Chiesa delle origini nell'ambito di una polemica con le istituzioni ebraiche, e non è mai stato in realtà pronunciato da Cristo. So bene che in questo modo si può virtualmente espungere qualunque passo evangelico, ma questo è il metodo corrente con i passi "scomodi"."

ciao turiferario,
in atri termini ora sono gli stessi sacerdoti che mettono in discussione l'autenticita' delle parole di Cristo nei vangeli?

rosa ha detto...

ovvio che con un polacco prima, eud un tedesco dopo, i fratelli maggiori sono andati a nozze per influenzarli ( per non dire ricattarli) eortare atermine qunato inizato con GXXIII e sospeso con Paolo VI. del resto la maggior parte dei libri, film, documentari vari sulla shoah NON e' comprsa tra il 50ed il 70, qunado cioe' eranoan cora in vita molti protagonisti e vittime dei fatti, ma tra il 70 ed oggi. Come mai ? leggete Finkelstein ed il suo L' industria dell' olocausto.
Rosa