Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 4 ottobre 2013

Langone: «fuoco amico» che non esce dal coro.


Visto che Camillo Langone ci legge e ci cita, su Il Foglio di ieri, intanto gli rispondo da qui.
Egli parte con una diagnosi sulle cause remote dell'attuale crisi che non fa una piega, per poi giungere a conclusioni realisticamente non condivisibili, perché chiudono gli occhi su parole e atti di questo papa, talmente inequivocabili da non permettere giudizi edulcorati o una visione frutto di fate morgane inesistenti. Langone non coglie, infatti, quel che a noi sembra un inarrestabile motus in fine velocior del processo innescato da quelle stesse cause remote. [testo leggibile qui]

Non si tratta di una Sposa che non piace più tanto. Purtroppo è accaduto che, alla Sposa, sia stata imbrattata, se non tolta, la sua veste nuziale, l'Unica che ha, e che ha ricevuto dal suo Sposo divino.
So che sono parole forti. Ma la Fede, quella non all'acqua di rose o messa all'occhiello come un'etichetta, non conosce parole attenuate, banalizzate, edulcorate. E nemmeno mi pare giusto esser bollati da un ormai trito « profeti di sventura » se si dicono le cose come sono.

Attribuire a Bergoglio la funzione di « ultima chiamata per il purgatorio per un mondo senza Cristo » mi pare un tantino semplicistico, per poi condurci in una carrellata di recenti suggestioni tratte da letture e riflessioni 'sapienziali', che tuttavia ci allontanano dall'autentico Focus del problema.

Quanto al linguaggio bergogliano e alla sua presunta funzione, lo stesso San Paolo ai Corinzi parla di «latte», come di cibo più delicato per i principianti e di «cibo solido» per chi è più maturo nella Fede. Ma non possiamo più ignorare che stiamo assistendo alla somministrazione di latte adulterato. È un cristianesimo in pillole - dispensato attraverso slogan che 'sparano' verità monche e mai approfondite - che svia e disorienta. Il tutto favorito da una impropria ed esasperata pastorale mediatica nella quale il munus docendi di un pastore - che si improvvisa comunicatore a livelli di marketing o di campagna pubblicitaria per nulla consoni all'alta funzione di cui è investito -, viene sostituito dall'informazione spesso approssimativa dei giornalisti. Con l'aggravante che questa attinge ad una sorgente inquinata e dunque già portatrice di inquinamento: vedi i contenuti delle interviste, ed altri, confutati argomentando secondo il Magistero perenne e dunque non liquidabili con un generico « dove andremo a finire », da spicciolo dissenso, che non è certo il nostro.

Un esempio per tutti, ma ormai non si contano. Sorvolo sulla coscienza e sulle molte sconcertanti affermazioni della nota intervista a Scalfari per soffermarmi solo sul cuore della nostra Fede. Come si fa a parlare di « gesuitismo camaleontico » rispetto ad un'affermazione come:
«Cristo si è incarnato per infondere negli uomini il sentimento della fratellanza...»
Dunque, detto da un papa, non per redimerli, da una Croce, dalla schiavitù del peccato originale, ri-generandoli nella Risurrezione, unica ragione che rende possibile ogni autentica fratellanza, che non è quella di conio umanitaristico che emerge da tutti i suoi discorsi!

Precisiamo una volta per tutte - ma questo non tanto per Langone quanto per i lettori de Il Foglio e di altri media similari - che essere fedeli alla Tradizione non significa essere chiusi alle novità o essere ancorati alla chiesa pre-conciliare. Non esiste la chiesa pre e quella post conciliare: esiste la Chiesa punto. Essa è corpo mistico di Cristo e dunque anche Popolo di Dio in cammino. E noi non rifiutiamo il concilio. Semplicemente non lo vediamo come un nuovo superdogma e ci limitiamo a metterne in discussione alcuni punti controversi. Su questo vorremmo si potesse instaurare un fruttuoso dialogo con i nostri pastori, che sembrano aborrire l'« odore delle pecore » che amano la Tradizione, sia pur se esse non sono affette da chiusure né da deformazioni ideologiche. Vogliamo dunque parlarne? È questo che ci ostiniamo a chiedere, continuando ad essere silenziati. Noi non apparteniamo ad un altro gregge, così come non facciamo parte di nessuna lobby, ché non ci riguarda!
«Tradizione non è un nostalgismo di tempi passati, ma è fedeltà nel presente» vale anche per noi che non siamo nostalgici e neppure esteti esibizionisti, aspetti che non ci appartengono. Del passato noi non rinneghiamo i fondamenti, che non sono strutture da abbattere (e spesso con esse confusi), ma pilastri, da tener ben saldi nel presente per trasmetterli al futuro, affinché l'edificio non crolli. Una Chiesa che disprezza la Tradizione - che è la sua vita e giovinezza perenne - e l'ha sostituita col divenire storicistico, che chiesa è?

Ovvio che la Tradizione si invera in ogni generazione: la soggettività consiste in questo e consente all'Eterno, di cui la Tradizione è portatrice, di entrare nel tempo e nella storia. Non si può pretendere che Cristo, che « è lo stesso ieri oggi e sempre », cambi a seconda delle mode del tempo, come di fatto sta avvenendo.

Respingiamo dunque con sdegno e vigore ogni tipo di accusa da qualunque parte provenga. Mi riferisco anche ai reiterati strali provenienti dalla stampa di regime, che ha innescato una insostenibile pastorale mediatica, che mette nelle fauci dei lupi le nostre cose più sacre e consente ai porci di calpestare le nostre perle più belle. E non mi riferisco certo alla morale (o peggio al moralismo), perché la Chiesa, annunciando il Vangelo di Cristo, non predica una morale: il cristianesimo non è una morale ma ha una morale che discende dalla Verità di cui Essa è testimone e sacramento.

Nec plus ultra alla pastorale del disprezzo. E dunque diciamo basta al disprezzo, anche quando proviene da chi in fondo non fa che un'operazione di fuoco amico, come Langone.
Maria Guarini

72 commenti:

Unknown ha detto...

Langone dice:
"Temo che Papa Francesco sia per il mondo senza Cristo l'ultima chiamata per il Purgatorio.."

Che vorrebbe dire? Forse che - poichè il mondo moderno non accoglie il Vangelo di Gesù Cristo - DIO avrebbe abbassato l'asticella per permettere a tutti di salvarsi comunque, grazie al più comodo e meno impegnativo "Vangelo di Bergoglio" (che poi in fin dei conti non è altro che il vecchio "Vangelo di Lutero"...), tutto misericordia e niente opere di giustizia?

Se fosse così, allora - secondo Langone - DIO verrebbe meno alle sue promesse:
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno." (Lc 21,33)

Eh sì, per Langone il "Vangelo di Bergoglio" si sta dimostrando un ottimo prodotto di marketing, la pubblicità e la vendita (attraverso i media) vanno a gonfie vele, lo comprano anche gli atei e coloro che della Chiesa se ne sono sempre infischiati... perchè disprezzarlo? Perchè voi irriducibili e testardi tradizionalisti volete rovinare tutto? Perchè vi intestardite a voler rimanere cattolici? Perchè vi affannate a voler entrare per la "porta stretta" del Paradiso?
E' così bello seguire la "strada larga" del "pifferaio magico" Bergoglio, che ci conduce senza sforzi in Purgatorio...!!!
Chi si accontenta, gode!

A parte che - secondo la testimonianza di molti mistici - tra le fiamme purificatrici del Purgatorio non si sta certo bene...

Inoltre, viene da pensare che chi punta al Paradiso, in genere - a meno che non si tratti di un vero santo - non riesce a risparmiarsi un po' di Purgatorio....
Ecco che chi abbassa l'asticella e nella vita si accontenta di puntare al Purgatorio, è a serio rischio di finire tra le fiamme sì, ma tra quelle eterne dell'Inferno!

Angelo ha detto...

Langone è un esteta, intelligente ma sempre esteta. Non riesco a leggere la lettera: vedo solo che all'incipit egli dice: "Mi avete stufato". A Roma diremmo che fa due fatiche...
Da uno che ha scritto un catalogo delle messe, cosa aspettarsi? La sinistra è irricevibile, la destra a volte peggiore.

Anonimo ha detto...

Sign. mic, cosa pretende, che il Papa parli di redenzione ad un non credente? Come fa a parlare di redenzione se non crede? Ragion per cui passa a parlare di fratellanza, un tema più "laico" e comprensibile anche per un non credente. E inoltre, il Papa ha parlato del peccato in diverse occasioni nei suoi discorsi, quindi il problema non si pone. Il resto del suo commento (il riferimento al Concilio e alla Tradizione) non lo condivido perchè assume un punto di vista diverso dal mio. Infatti, penso che la Chiesa oggi è radicata nella Tradizione; perciò non esistono persone fedeli alla tradizione più di altre. E' sacrosanto che il Concilio non è un superdogma, ma non è questo il punto. Ad maiora

Anonimo ha detto...

Credo che Langone non abbia capito nulla di questo blog e dei fedeli tradizionali (non -isti) che lo frequentano.

Parlo per me. Sono cattolico, fedele alla tradizione della Chiesa, che misteriosamente è arrivata intatta a noi fino ad oggi. Essere un cattolico tradizionale significa accogliere tutta la Chiesa nella sua totalità. Fedeli al Papa e all'ultimo concilio, anche se questi ultimi in alcuni casi si esprimono contraddicendo la tradizione precedente. Mi sembra chiaro che non si può essere cattolici senza essere in comunione con il Romano Pontefice, quindi io sarò sempre fedele al Papa anche se esso dichiarerà pubblicamente delle eresie. Un Papa infatti è espressione massima dello Spirito Santo, il quale guida sempre la Sua Chiesa nel bene e nel male. Come un Papa santo può essere voluto da Dio, anche un Papa eretico o peccatore pubblico può essere ugualmente voluto da Dio, in quest'ultimo caso per provare e testare la fede delle anime. Alcuni Papi Dio li dona, altri li infligge, in entrambi i casi sempre dal Cielo sono mandati e sempre alla Trinità dobbiamo essere fedeli ed in ciò che essa esprime sulla terra.
Felice colpa, quella che permise la venuta di Gesù Cristo per la salvezza del mondo!
Felice il Papa "apostata", che permise ai fedeli di mantenere salda la loro fede nella tempesta e di rafforzarla!
In ogni caso, a scanso di equivoci, W il Papa!

Micus

Amici cari ha detto...

Il dottor Langone, Costanza Miriano ed altri, se:
a)da un lato, dimostrano come i conservatori sono i nemici dei Tradizionalisti (e circa la buona fede di queste due figure, metterei la mano sul fuoco);
b) si dovrebbe spiegare loro che "Non prevarrano" significa che perderenno la guerra, ma non che non vinceranno qualche battaglia;
c)purtroppo non hanno tutti i torti. Se il VdRoma legittimo è quello, è quello. E' una punizione per i nostri peccati? CERTAMENTE. Dopo di che, qualche problema sulla sua legittimità, è umano porselo. Se loro si rifiutano di porselo, ripeto: purtroppo non possono dire ciò che dicono.

Marco P. ha detto...

Ma secondo Langone, quel bel discorsetto del Papa circa ciascuno che ha una sua visione del Bene e la deve perseguire così il mondo andrà meglio, è un dettaglio ?
Ed in che modo questo discorso sarebbe un appiglio, l'ultimo o uno degli ultimi, ad un mondo senza Cristo ? A me sembra un appiglio che se ti ci aggrappi vien giù tutto, te compreso.

Anonimo ha detto...

Sembra strana, la sua forma di critica..che non arriva al essere ragionevile, soltanto un'espressione di sentimento personale...

Sembra strano che tanti anonimi con opinioni estremi hanno fatto commenti nella settima ricente, per essere citati da Langone...forse egli li ha fatto per avere quache cosa da criticare...

Romano

Raoul de Gerrx ha detto...

« E´ vero che Bergoglio ce la mette tutta per rendersi opinabile e il suo chiacchericcio con vecchi giornalisti vanitosi ha qualcosa di degradante » (Camillo Langone).

Fortes paroles ! Mais alors, pourquoi s'étonner que cette "qualcosa di degradante" provoque, chez les âmes bien nées et dans les consciences bien formées, un sentiment immédiat de rejet et, même, de répulsion ?

Ou serait-ce que, désormais, comme disait Faust, « tout vaut tout, et tout ce qui arrive est indifférent » ?

Luisa ha detto...

È straordinario questo articolo di Longone, in effetti i cattolici tradizionali che bacchetta, e che lo hanno stufato(poverino...), hanno ragione su tutto ma gira e rigira finiscono per avere un solo ma massimo torto quello di dire le loro ragioni, di non tacerle.
Insomma avete ragione ma state zitti.

Angelo ha detto...

Sign. mic, cosa pretende, che il Papa parli di redenzione ad un non credente? Come fa a parlare di redenzione se non crede? Ragion per cui passa a parlare di fratellanza, un tema più "laico" e comprensibile anche per un non credente.

Ci mancava solo questa idiozia. Guardi che fratellanza non è l'equivalente laico di redenzione. La fratellanza è orizzontale, la redenzione è verticale. E poi, questi discorsi il papa (?) li fa anche davanti ai "credenti", che infatti non ci credono neppure loro.

E inoltre, il Papa ha parlato del peccato in diverse occasioni nei suoi discorsi, quindi il problema non si pone.

Complimenti, lei ha vinto il mongolino d'oro.

Passiamo ad un'altra anima bella:

Fedeli al Papa e all'ultimo concilio, anche se questi ultimi in alcuni casi si esprimono contraddicendo la tradizione precedente.

Il suo discorso significa: fedeli anche a un papa ed ad un concilio che errano, quindi non a Cristo. Bravo: Lei crede nel papa, ma non a Cristo.

Mi sembra chiaro che non si può essere cattolici senza essere in comunione con il Romano Pontefice.

Ma uno che dice eresie in continuazione è in comunione con la Chiesa? Si faccia questa domanda.


quindi io sarò sempre fedele al Papa anche se esso dichiarerà pubblicamente delle eresie.

Glielo dico con affetto (qui a Roma siamo un po' diretti): Lei è matto.

Come un Papa santo può essere voluto da Dio, anche un Papa eretico o peccatore pubblico può essere ugualmente voluto da Dio, in quest'ultimo caso per provare e testare la fede delle anime.

Questa non l'avevo mai sentita. Chi gliel'ha detta, Enzo Bianchi? Padre Livio? Brosio di ritorno da Medjugorie?

Alcuni Papi Dio li dona, altri li infligge, in entrambi i casi sempre dal Cielo sono mandati e sempre alla Trinità dobbiamo essere fedeli ed in ciò che essa esprime sulla terra.
Felice colpa, quella che permise la venuta di Gesù Cristo per la salvezza del mondo!
Felice il Papa "apostata", che permise ai fedeli di mantenere salda la loro fede nella tempesta e di rafforzarla!
In ogni caso, a scanso di equivoci, W il Papa!

Confermo la diagnosi: si curi.

Anonimo ha detto...

A me pare un aricolo pieno di nonsense e banalità,io non essendo tradizionalista,non mi sento chiamato in causa,quindi con equidistanza mi chiedo come si possa esere così pressapochisti e scrivere tante insulsaggini,poi,per favore,finiamola una volta per tutte con l'intervento dall'alto all'ultimo conclave,il gabbiano posizionato minacciosamente sul comignolo ha fatto desistere la colomba dello Spirito Santo dall'avvicinarsi;un tempo Langone aveva una certa dose di ironia,ora non più,peccato,non fa mai male non prendersi troppo sul serio.Lupus et agnus.

Marco P. ha detto...

Scusa Micus,
ma io se il papa pubblicamente proclamasse eresie non posso essere in comunione con lui, altrimenti mi assocerei alla sua eresia. Sarei con il papa pregando per lui (come del resto si fa in ogni S. Messa).

E poi Dio non può volere un papa eretico o pubblico peccatore, al più lo può tollerare per un bene maggiore, secondo un disegno che a noi al momento non appare per nulla chiaro, ma che è volto a dar maggior gloria a Dio.

Josh ha detto...

A me sembra invece che l'articolo di Langone non abbia nè capo nè coda, e sottoscrivo la risposta di Maria Guarini.
Non solo perchè mi sta simpatica e mi ospita, ma perchè è risposta nel merito.

Aggiungo che l'art. di Langone, anche se cita il blog, si guarda bene poi dal rispondere o definire davvero le questioni poste nelle ultime settimane o mesi.

L'ironia a lui come risposta sta già nel "una Sposa che non piace più tanto"

Pensi che il papa stesso ha invece detto -tra le tante- che la Chiesa non è più Sposa ma è Vedova.

Da queste affermazioni mi terrei ben alla larga, non per formalismo, ma per rispetto allo Sposo che è Risorto e Vivente.

Roberto ha detto...

"Mi sembra chiaro che non si può essere cattolici senza essere in comunione con il Romano Pontefice, quindi io sarò sempre fedele al Papa anche se esso dichiarerà pubblicamente delle eresie."

Per fortuna che S. Atanasio non la pensava come te, perché, altrimenti, saremmo tutti Ariani adesso.

Roberto

Anonimo ha detto...

E poi Dio non può volere un papa eretico o pubblico peccatore, al più lo può tollerare per un bene maggiore, secondo un disegno che a noi al momento non appare per nulla chiaro, ma che è volto a dar maggior gloria a Dio.

E ciò anche mettendo alla prova e purificando la nostra fede... Credo che sia quello che intendeva Micus

Josh ha detto...

I fondamenti di fede da 0 al 1962 sono appunto basilari.

Leggiamo S.Paolo in 1 Corinzi 3,10
"Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra.

Ma ciascuno stia attento come costruisce. 11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo."

Appunto...ognuno stia attento a come, rispetto al Fondamento,
vi costruisce sopra.

E allora che Gesù sia venuto solo per portare fratellanza, che ognuno debba seguire la sua propria idea di bene.....

Vedo che invece chi è legato solo alla chiesa del postConcilio e l'ha dogmatizzata,
ignorando, se fosse possibile, o relativizzando i quasi 2000 anni precedenti....il problema lo manifesta chi è capitato in questa specie di insolita cesura spaziotemporale, non i custodi dei fondamenti.

Anche in base al passo paolino: si può sostituire il cardine della Tradizione col divenire, con la "rivoluzione permanente" dei pensieri che la modernità e l'etica sconvolta della contemporaneità ci chiede?

E' il Vangelo che giudica noi stessi, e anche la modernità con le sue teorie,
o è la modernità che giudica il Vangelo?
Fuori della Chiesa senz'altro è la modernità che seziona il Vangelo e di norma lo getta alle ortiche,
ma può accadere questo con plauso anche dentro la Chiesa stessa?

Josh ha detto...

Come l'uomo buono secondo il Vangelo in S.Matteo 12,35
"dal buon tesoro del suo cuore trae sempre cose buone"
così dalla stessa radice santa e consacrata, la Tradizione ha nuove cose buone per leggere e vivere le nuove sfide che si presentano a ogni generazione.

Dà e può dare cose nuove ogni volta, davanti a situazioni agitate e mutate dalla contingenza, ma trae la sua linfa dal Fondamento che è Eterno, immutabile,
perchè Gesù Cristo rimane lo stesso ieri oggi e sempre e non cambia.

Anonimo ha detto...

Se Dio permette il male, lo fa solo ed esclusivamente perché da esso nasca un bene maggiore, perché Dio è il Bene supremo. Non si può essere cattolici senza Papa, anche in situazioni estreme.

Micus

Anonimo ha detto...

Ma lasciate stare Langone, e lasciate anche che Papa Francesco segua la sua parabola. Da un Papa nuovo tutti si aspettano qualcosa di nuovo, lui è stato abile ad amplificare con qualche gesto e qualche uscita "controcorrente" queste attese, ma cosa succederà quando apparirà che la Chiesa rimane quella che è stata negli ultimi decenni, che anche Papa Francesco non è in grado di operare una palingenesi con la bacchetta magica, al massimo può spostare qualche monsignore e ribattezzare qualche dicastero? Succederà che tutti si stuferanno di Papa Francesco e non lo staranno più ad ascoltare a bocca aperta, mass media in primis, che sono i più volubili. Già oggi si è visto, in molti si aspettavano l'annuncio della "spogliazione", la Chiesa che dona tutte le sue sostanze ai poveri, c'erano mille giornalisti a seguire l'evento, e poi che cosa ha detto? Che la Chiesa deve spogliarsi della mondanità, cioè niente, un'ovvietà. Papa Francesco sarà un fallimento, il fallimento del modernismo di cui è la fase suprema, sotto gli occhi del mondo.

Anonimo ha detto...

Figure come quella di Bergoglio secondo me si adattano alla figura di una spada che separa la verità dall'errore, alla coscienza di ognuno, con l'aiuto di Dio, sta l'onere e l'onore di capire da che parte sta la verità e dove l'errore.

Micus

Luisa ha detto...

E ridai con questo "tu" dato al Papa dal vescovo( non conosco il suo nome), ma voi sembra normale? Finiti i Padre Santo, Santità,anche questo simbolizza l`abbassamento della dignità, unicità e sacralità del Papato, sei uno di noi, sei come noi, allora il "tu" ci sta tutto.
Ha appena detto papa Bergoglio:

"Un parroco non può condurre la parrocchia senza i consigli pastorali, questo è fondamentale, insiste!"
Venga qui in Svizzera per vedere il potere di quei consigli pastorali, vada in Francia e vedrà la clericalizzazione dei laici, il parroco diventa solo un funzionario per i Sacramenti.

Amicus ha detto...

A proposito dei dubbi di Andrea Tornielli sul suo blog circa l'esattezza di Scalfari nel riportare le parole dell'intervista: finora 'Francesco' non ha corretto alcunché, eppure il clamore mediatico è stato enorme in tutto il mondo, e non posso pensare che non ne sia al corrente.
E allora perché non chiede lui stesso direttamente a 'Francesco' lumi in proposito? Magari con un'intervista, non credo che gliela rifiuterebbe...

Luisa ha detto...

Dare del "tu" al Papa cancella la distanza, accentua la vicinanza, mette l`accento sull`orizzontalità, sarà anche papa Bergoglio ad averlo domandato ma se trovo quel "tu" dato al Papa fuori luogo e irrispettoso, sono una cattolica da museo e, se lo dico, contribuirò a stufare il buon Langone?
Scusatemi se mi soffermo su quello che è senza dubbio un dettaglio ma un dettaglio che mi sembra sintomatico e rivelatore.

Anonimo ha detto...

Scusatemi se mi soffermo su quello che è senza dubbio un dettaglio ma un dettaglio che mi sembra sintomatico e rivelatore.

E' un "dettaglio" solo apparentemente insignificante, che una fedele messicana, che ha scritto una lettera aperta al papa, sottolineava come sua caratteristica già da arcivescovo, secondo quanto da lei stesa sperimentato in un simposio internazionale.
Beh, lei aveva rifiutato di dargli del tu, come da lui sollecitata a fare, proprio per il senso di rispetto che sentiva non tanto nei confronti della persona quanto dell'alta funzione.
Ora la funzione di Papa mi sembra ancor più meritevole di rispetto, pur in un clima di comunionale confidenza...

In fondo non è che banalizzazione che poi si traduce in dissacrazione nella sfera del culto e di grave desistenza dall'Autorità, che è un dovere oltre che un servizio, e va esercitata in tutta la sua pienezza.

Molto grave, a questo proposito è la conferma dei venti di crescente collegialità da parte di Padre Lombardi, a conclusione degli incontri col "consiglio della corona"... Vi rimando a questi articoli

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/che-ne-del-primato-di-pietro.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/09/papato-e-sinodalita-eo-conciliarita_21.html

rosa ha detto...

si aspettavano gli annunci...rai1 trasmetteva ogni 20 min in diretta da assisi, neanche il giorno del conclave...il papa non fara' mai annunci clamorosi, ma semplicemente - ed ipocritamente - modifichera' le cose pian piano e opla', quando ce ne accorgeremo, saran gia' in atto ed operanti, v. quel che e' successo con il C8. Quindi non saranno aboliti il Monsignor, l'Eccelenza reverendissima, l' eminenza vostra o sua Santita' , ma si fara' dare del tu, e dara' del tu, e tutti aseguire, perche' chi sgarra sara' punito. e tutti felici e contenti e tutti si sentiranno uguali, come se un cretino diventasse intelligente solo perche' puo' dare del tu a questo.
cara MIc, continua cosi e fregatene di Longone. longone chi, poi ?
rosa

Anonimo ha detto...

cara MIc, continua cosi e fregatene di Longone. longone chi, poi ?

Il discorso non riguarda me o questo blog, cara Rosa, ma la Tradizione così disprezzata proprio in fondo perché non conosciuta e sempre più de-formata nelle applicazioni attuali....

Marco P ha detto...

Luisa,
quello che tu dici non è un dettaglio, riporto dal catechismo tridentino, n. 151:

"..come spiega sant'Agostino, il segno, oltre alla cosa che offre ai sensi ci fa anche prendere cognizione di un'altra cosa; come dall'orma impressa nel suolo subito ne deduciamo il passaggio di qualcuno, che ha lasciato appunto quest'impronta (Dottr. Crisi. 2,1)."

Quindi togliere, eliminare il segno (in questo caso si elimina la forma di rispetto per la figura cui ci si rivolge, rispetto che invece è connaturale al volersi ad essa rivolgere perché ha un ufficio così importante per il bene di tutti, sostituendola con il moderno "tu", che rende tutti uguali, ed è quindi frutto del 1789), significa togliere anche ciò che il segno vuol significare e rendere sensibile (cioè che attraverso i sensi si può cogliere).
Quindi cogli nel segno, secondo me, quando dici che ciò è sintomatico.

rosa ha detto...

anni fa dissi ad una delle infermiere dell' unita' coronarica presso cui lavoravo, molto brava e simpatica, di darmi pure del tu, visto che ormai eran quasi 10 anni che lavoravamo insieme. lei mi rispose di no, per rispetto dei nostri reciproci ruoli, e perche' se mai avessi dovuto rimproverarla, la confidenza creata dal tu, avrebbe reso per me piu' difficile muovere il rimprovero, e per lei l' accettarlo. - stia tranquilla - concluse - lo sappiamo che lei non e ' una " che se la tira", e a me e agli altri lei va benissimo com' e' -
rosa

rosa ha detto...

Mic, se la Tradizione vien da Dio, e non dagli uomini, capisci cos' intendo, non potra' mai essere veramente disprezzata, deformata o messa da parte. anche l' arte moderna va per la maggiore, ma e' piu' bello il davide di Michelangelo o il Dito di cattelan, che spero prima o poi qualche ragazzotto ubriaco tiri giu' ?
pax mediatica everywhere, tutti tengono famiglia, in tempo di crisi i giornali si vendono ancora meno, e allora, dagli all' untore - o untrice in questo caso. E tamto per rimanere con manzoni, della cui opera farei un bignamino ed invierei al papa per rinfrescarsi dottrina e storia della chiesa, almeno in italia, non sara' longone a sbancar roma !
rosa

rosa ha detto...

a proposito di Tradizone e tempi moderni, vi segnalo su le salon beige la storia dell' abbe surfista in quel di bayonne
rosa

Anonimo ha detto...

Quella di Langone sembra essere una concezione provvidenzial-carismatica del papato. Roba da vecchi ciellini.

Anonimo ha detto...

Mic, se la Tradizione vien da Dio, e non dagli uomini, capisci cos' intendo, non potra' mai essere veramente disprezzata, deformata o messa da parte.

Sappiamo, de fide, che è questo ciò che alla fine accadrà della Rivelazione Apostolica e dei suoi fondamentali.

Ma, nel frattempo, non ci sottraiamo al nostro impegno, senza assillo o attese irrealistiche, ma sempre col meglio che possiamo...

Josh ha detto...

Mic, Marco P., Luisa...:sul "tu"

S.Agostino, citato dal catechismo tridentino,

"... il segno, oltre alla cosa che offre ai sensi ci fa anche prendere cognizione di un'altra cosa"

Era anche persuaso a ragione che "nomina sunt consequentia rerum".

Era un'epoca fondativa, la sua, di onestà concettuale e verbale, in cui sempre la res corrispondeva ai signa.

Onestà concettuale in cui il sacro si spiegava con il sacro.
Non si giocava col linguaggio, dal momento che si aveva sotto gli occhi la pregnanza della Parola divina rispetto all'umana.
Epoca in cui i decreti divini non erano messi in discussione.

Oggi noi arriviamo dopo secoli di destrutturazione di forme e contenuti. Questo poteva accadere al mondo di fuori, non anche alla Chiesa.
Ma anche lì abbiamo assistito a chiavi di lettura in cui il sacro lo si prova a spiegare con categorie umane, prese anche dalle scienze, dalla sociologia, dalle cosiddette scienze umane in cui albergano poi le ideologie.
E presto la res non corrisponde più ai signa, almeno nel dibattito umano.

Viviamo cioè in epoca postmoderna, in crisi sia contenutistica (la res in sè e per sè) che formale (i signa che la indicano).

Dal 1789 hanno svuotato la sostanza e anche la forma.

Si può magari incappare talvolta in una sorta di epoca/fasi di interregno in cui rimane lo scheletro del simbolo, ma ciò che è grave è che è stato svuotato nella sua sostanza
nel cuore degli uomini.

Il linguaggio come forma, per come è stato utilizzato, ha delle responsabilità in questo processo, anche riferito alla maggior parte dei valori stabiliti o rivelati.

Josh ha detto...

@Rosa

su arte moderna e contemporanea il citato 1789 ha i suoi perchè.

Di seguito si esamina una fase più recente e ci sono anche potentati distruttori di forma all'opera...chiaro che quando lo scopo non è più nobilitare e rappresentare il sacro, ogni non forma è possibile

http://www.lacrimae-rerum.it/documents/Berensonelalungafarsaartemoderna_000.pdf

Anonimo ha detto...

Qui aumentano gli oggetti museali mi ci metto pure io,coraggio,dare del tu agli insegnanti ha ridotto la scuola italiana ad essere quella che è,una fabbrica di ignoranti dotati di inutili titoli di studio(?);oggi passando davanti ad una chiesa ho visto un enorme striscione appeso alla porta con su la foto di PF e la scritta in cubitali,diamoci del tu...ricordo che il card.Ratzinger , a GP2 che lo sollecitava a dargli del tu,vista la decennale amicizia,rispose 'Non potrei mai,lei è il papa, un mio superiore cui devo rispetto ed obbedienza'meditiamoci.P.S.Io dò del lei a tutti,in primis a chi è più anziano e più in alto,ma io ho frequentato scuole tedesche,dove era tassativo,nostalgia d'antan.GR2

Josh ha detto...

caro GR2, come è vero.
Da tempo, oltre al tu agli insegnanti, c'è anche il potere dei vari Collegi che gli si oppone: gli stessi insegnanti sono stritolati dal Collegio dei genitori che hanno spesso un'opinione impositiva anche su come e cosa insegnare,
Programmi di Stato ovviamente, condizionati da "più bella del mondo" (la Costituzione, che non è nata neutra, affatto), Legge Mancino, diktat Europeisti-sinistrati, e ovviamente il Direttore di Circolo Didattico, che è quel che prima era il Preside.

La metamorfosi della Structura, ovvero la collegialità impositiva contro il Magistero Docente, insieme al "tu" è operativo in ogni settore...ed è concausa dei comuni risultati.

Luisa ha detto...

Lo aveva detto sua sorella Elena: mio fratello cambierà la Chiesa ma progressivamente, senza colpi di scena, e in effetti lo farà, se Dio gli darà il tempo, ma lo farà con pennellate, in modo pragmatico, astuto, papa Bergoglio è un uomo di potere e sa come usarlo, non teme di essere demagogico e populista, oggi è al posto del massimo potere nella Chiesa, non c`è più nessuno che possa mettergli un limite, con frasi che sono banali ma che la gente ama ascoltare e che subito strappano il loro applauso, con il suo modo di porsi semplice e anche trasandato, crea quel clima di complicità e di vicinanza così tanto esaltato, ma si sbaglia di grosso chi crede che con questo intenda ascoltare tutti e mettere dell`acqua nel suo vino, chi pensa che con umiltà saprà mettere un freno alla sua voglia di realizzare quel che secondo lui ancora non è stato fatto come voluto dal CVII, papa Bergoglio sa dove vuole andare, non si sbagliano coloro che parlano di chiesa di Francesco, perchè è una chiesa a sua immagine e somiglianza che sta "edificando".

Anonimo ha detto...

E' la crisi dell'autorità erede del '68, anche perché si confonde autorevolezza con autoritarismo.
Guardate il mite, ma nel complesso saldo Ratzinger come ancora teneva la struttura. Il 'tenero' Bergoglio, invece come è tirannicamente destrutturante.

Filippo ha detto...

http://www.repubblica.it/esteri/2013/09/29/news/ratzinger-67512389/

Non mi sembra molto verosimile che Ratzinger fosse favorevole alle "cardinalesse", però...


Anonimo ha detto...

Leggo dal link segnalato
""...
Implicito il riferimento al cardinalato nel ragionamento di Francesco, stando anche ad alcune indiscrezioni avanzate dal quotidiano spagnolo El Pais mai smentite dalle autorità vaticane. Una idea, comunque, ben radicata nella Compagnia di Gesù, dove il primo ad avanzarla esplicitamente fu nel 1994 monsignor Ernest Kombo, vescovo del Congo e gesuita come Bergoglio. Un altro autorevole gesuita, il cardinale Carlo Maria Martini, la rilanciò nel Sinodo dei vescovi del 1997 proponendo la reintroduzione delle diaconesse come era già avvenuto agli albori del cristianesimo, il primo indispensabile gradino per l'accesso al cardinalato. Ora la "pratica" è in mano al gesuita Bergoglio che, non è azzardato immaginarlo, potrebbe usufruire di una positiva spinta alla istituzione del cardinalato femminile proprio da Benedetto XVI, magari uniti dalla comune ammirazione per Madre Teresa di Calcutta, la prima donna cardinale in pectore.""

Bieca strumentalizzazione di Madre Teresa e di una battuta di Ratzinger (o forse di Giovanni Paolo II).

Quello delle donne cardinale non mi sembra il problema più grosso che si debba affrontare in questa crisi nella Chiesa.
Teoricamente, visto che dal sacro collegio cardinalizio non erano esclusi i laici (prima però del nuovo codice di diritto canonico che esige il sacerdozio) forse teologicamente il problema non si porrebbe. Sempre che non se ne servano per "aprire le porte" al sacerdozio femminile; ma non ne vedo il nesso...

Comunque non ritengo la questione interessante e su questo non vale neppur la pena perder tempo.
Ci sono questioni ben più sostanziali in ballo...

Anonimo ha detto...

Quando parlava ufficialmente,lo silenziavano,adesso che non parla,ritirato com'è, tirano fuori frasi inverosimili che avrebbe(condizionale d'obbligo)pronunciato chissà dove e chissà quando.....è proprio vero,Ratzinger è ingombrante, anche quando non si vede...o tempora,o mores.Passante per caso2

Anonimo ha detto...

Come dicevo in un paio di thread fa, Langone mi sembra diventato fatalista. Anche non condividendo le sue considerazioni non sarei così severo nei suoi confronti. Al cospetto dell'Apocalisse essere fatalisti è il meno.
Tra l'altro nella stessa pagina del Foglio c'era una cortese lettera del card. Versaldi a Ferrara dove il Cardinale sosteneva l'ortodossia delle posizioni, rifiutando altre interpretazioni, di Bergoglio. Secondo il Card. Versaldi non si discosta affatto dal tracciato della Chiesa di sempre. Seguiva replica insolitamente velenosa di un Ferrara per nulla convinto.
Miles

PS: nella lettera di Versaldi, per sostenere la tesi, era citata la famosa frase di Gesù in cui dice all'adultera "Neanch'io ti condanno; va, d'ora in poi non peccare più". Ecco: nei discorsi di Bergoglio manca sempre il "d'ora in poi non peccare più" perchè in quei discorsi non ha mai riconosciuto l'esistenza del peccato.

Anonimo ha detto...

Come dicevo in un paio di thread fa, Langone mi sembra diventato fatalista. Anche non condividendo le sue considerazioni non sarei così severo nei suoi confronti. Al cospetto dell'Apocalisse essere fatalisti è il meno.

Forse, caro Micus, un cristiano non può essere fatalista, perché confida comunque nella Provvidenza anche quando si trova al buio...
Non che sia facile. Penso anche a certe situazioni di vita concrete; ma, nel Signore e nella sua e nostra Madre, diventa possibile.

Piuttosto ricordiamoci che siamo nel mese del S. Rosario.
Cercherò di mettere un articolo.

Poi, non mi pare di essere stata severa. Ferma sì, nel voler disambiguare la Tradizione da ogni falsa visuale (a partire da quella del papa!) e forse era ora di farlo in un'Agorà più vasta nella quale si dice di tutto e di più sui tradizionalisti.
Ricordavo quel giornalista che pochi giorni fa parlò addirittura di lobbies tradizionaliste (oltre al danno anche la beffa), quando è proprio da certe lobbies che stiamo subendo tante vessazioni...

Anonimo ha detto...

Al cospetto dell'Apocalisse essere fatalisti è il meno.

Riflettendo meglio, capisco lo stato d'animo e il senso di questa affermazione. Quando una realtà ci sovrasta, subentra quella forma di 'fatalismo' che non è tanto resa, quanto abbandono...
Dico bene, Micus?

Anonimo ha detto...

Ho letto lo replica di Ferrara al card. Versaldi.
Dire che è stato tagliente è poco. Ma almeno parla da persona intelligente e libera e usa la ragione non solo il sentimentalismo, che non è nemmeno sentimento...

Luisa ha detto...

Specialmente per Langone stufato dai tradizionalisti ecco un articolo di un giornalista al di sopra di ogni sospetto di Tradizionalismo, sperando che bazzichi un pò di francese, si tratta di Jean Mercier di "La Vie":

http://www.lavie.fr/sso/blogs/post.php?id_post=2938&id_blog=71

Estraggo un passaggio, dove relata quel che gli ha detto un sacerdote francese incontrato a Roma che esprime perplessità per quelle parole in libertà del Papa che non sono Magistero ma che,riprese dai media, finiscono per assumerne le vesti, parla anche del disgio di P. Lombardi che ha constatato personalmente.

Dice il sacerdote:

"Ha ragione(il papa) di relativizzare un pò la verità a profitto della Misericordia(!?).
Il problema è che quella "casuistica" è resa pubblica e che riveste lo statuto di parola ufficiale della Chiesa attraverso i media, mentre è e avrebbe dovuto restare fra Scalfari e il papa, come la parola che si scambia nel confessionale."


Mercier aggiunge:

"Certi osservatori sottolineano che il papa, che è molto politico(=strategico), sa benissimo quel che fa con il suo piano media apparentemente erratico, a rischio di creare turbamento-scompiglio presso alcuni delle sue truppe.
La moltiplicazione delle interviste e altre telefonate corrisponderebbe a una fortissima volontà del papa di assicurarsi un grande capitale di fiducia e simpatia presso la stampa profana italiana prima di realmente passare all`attacco per fare le grandi pulizie :...è questione che il papa colpisca molto forte a livello della Curia
( ha già cominciato) tagliando delle teste senza fare sentimenti e smantellare la lobby gay en passant ( e Ricca....) che sembra molto nocivo a motivo delle minaccie di ricatto che possono far crollare il sistema. Gli avversari all`interno di queste grandi pulizie potrebbero scatenarsi attraverso rivelazioni di scandali, in modo di destabilizzare la sua impresa.
Per far questo, il papa ha bisogno di un forte appoggio mediatico per limitare i danni e di una forte Francescomania per riuscire la sua operazione"mani pulite".


Continua ma metto in francese:

" C'est ce qui expliquerait que ce jésuite fasse sa casuistique au grand jour, et non pas dans le secret d'un parloir, quitte à décontenancer les cathos classiques. Ceux-ci au fond, n'auraient guère de soucis à se faire, parce que le pape n'a guère l'intention de mener une politique ultra progressiste, et, même si sa rhétorique le laisse imaginer, il sera très fidèle à Benoît XVI sur le fond des choses. Qui vivra verra."

Che papa Bergoglio sia fedele a Benedetto XVI è tutto da dimostrare, ha già allontanato il card. Piacenza, e sulla Liturgia, che penso non sia ancora diventata una bazzecola senza importanza, non si può parlare di continuità.

Raoul de Gerrx ha detto...

« Non si sbagliano coloro che parlano di chiesa di Francesco, perchè è una chiesa a sua immagine e somiglianza che sta "edificando" » (Luisa).

Bergoglio rime avec "orgoglio", ne jamais oublier ça.

Anonimo ha detto...

Già Mic, abbandono a quel che deve essere, tanto non si può fare niente.
Confesso di aver accarezzato questo pensiero... il Papa è il vicario di Cristo in terra...se è lui a cambiare tutto chi siamo noi per pensare il contrario...
Miles

Luisa ha detto...

Ancora un`altra voce fuori dal coro...tutto salvo tradizionalista:

http://fr.toknok.com/2013/10/04/le-pape-francois-en-fait-il-trop/

Anonimo ha detto...

A chi ha detto che il Papa non parla di peccato:
"Questo è il Vangelo, la Buona Notizia: l’amore di Dio ha vinto! Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati ed è risorto. Con Lui noi possiamo lottare contro il male e vincerlo ogni giorno. Ci crediamo o no? [I giovani rispondono: Sì!] Ma questo ‘sì’ deve andare nella vita! Se io credo che Gesù ha vinto il male e mi salva, devo seguire Gesù, devo andare sulla strada di Gesù per tutta la vita". (discorso ai giovani ad Assisi oggi)

Anonimo ha detto...

Già Mic, abbandono a quel che deve essere, tanto non si può fare niente.
Confesso di aver accarezzato questo pensiero... il Papa è il vicario di Cristo in terra...se è lui a cambiare tutto chi siamo noi per pensare il contrario...


Non in questo senso, Miles (è un controsenso che lo scriva un Miles...)

Il Papa è il Vicario di Cristo in terra ed è vero; ma ci troviamo di fronte un Papa che sta "invertendo" troppe cose.
E, allora, se lui cambia ciò che non ha il potere di cambiare, non possiamo non dobbiamo e non vogliamo seguire lui, ma Cristo Signore.

Poiché un papa non può fare ciò che vuole, ma la sua autorità incontra - oltre ai limiti riferiti alla costituzione essenziale della Chiesa, alla legge divina e al diritto naturale - i limiti dogmatici che lo vincolano alla rivelazione e alla testimonianza autorevole codificata in maniera autoritativa dai Papi in precedenza: è questa l'unica testimonianza autorevole che la Chiesa può dare di se stessa. Altrimenti siamo nell'arbitrio, che sfocia nell'anomia, non coniugabili con la divina costituzione della Chiesa.

L'ho già scritto e lo ripeto qui...

Amicus ha detto...

E' già la seconda volta che leggo di "cardinali laici", e vorrei precisare che non sono mai esistiti . In tutti i casi si trattava di cardinali chierici tonsurati, che avevano ricevuto gli Ordini minori.
Ma ai neomodernisti non importa un tubo di tutto questo, hanno già fatto tabula rasa di gran parte della dottrina della Chiesa: figuriamoci se una cosa come questa li fermerebbe.
Comunque il 'Vescovo di Roma' Francesco ha già detto a Scalfari che nella prossima intervista parlerà della promozione del ruolo delle donne nella Chiesa.
Già vedo all'orizzonte la nuova 'Chiesa di Francesco' con cardinalesse in miniporpora e tacchi a spillo...

Anonimo ha detto...

Comunque il 'Vescovo di Roma' Francesco ha già detto a Scalfari che nella prossima intervista parlerà della promozione del ruolo delle donne nella Chiesa.

Bisogna vedere che tipo di ruolo. Un conto è affidare ruoli amministrativi o di consulenza e supporto in ambiti adeguati... Se invece parla del cardinalato deve ripristinare anche il diaconato femminile, come chiedeva Martini. Beh,
i sovvertimenti sono già molti. Non meraviglierebbe anche questo, che vedevo come un problema secondario invece non lo è affatto.
Che il Signore ci aiuti...

Anonimo ha detto...

A chi ha detto che il Papa non parla di peccato:

Anonimo,
le rispondo con una battuta che ha già fatto qualcun altro.
Per una cosa buona che dice devo applaudire?

Silente ha detto...

Camillo Langone è così bravo, e simpatico, che gli si perdona molto (ma, ovviamente, non tutto).

Torniamo al Regnante Pontefice. Sono già state evidenziate qui le ambiguità dottrinarie, se non gli errori, delle sue estemporanee e talvolta pittoresche e picaresche esternazioni. Tuttavia, tra gli altri, meritano di essere sottolineati, ancora una volta, alcuni aspetti particolarmente critici del suo pensiero:

1) il prevalere, assoluto e incondizionato, dell'esperienza e del sentimento sulla ragione e la dottrina rivelata. E' una forma particolare, accattivate e insidiosa di soggettivismo, ben denunciata da una concezione individualistica di "coscienza" che è lontanissima da quella tomistica, ben ancorata, invece, alla legge naturale iscritta in ciascuno di noi. Questo sentimentalismo soggettivistico non può non scivolare nella a-valorialità, nell'indifferentismo, nel relativismo con un necessario esito nella a-moralità ("chi sono io per giudicare?");

2) una visione antigerarchica e orizzontale della Chiesa e del mondo. E' un'eresia antica, negatrice dei provvidenziali e anticipatori apporti greco-romani nella Cristianità, della metafisica e del diritto, un'eresia appiattita su un "profetico" e desertico (e desertificante) semitismo. Una visione che nega l'Imperium, che è il kathecon, perché nega il kosmos, che è ordine e, in quanto tale, gerarchico.

3) l'antiestetica, cioè l'assenza della capacità di percepire il Bello in sé e come valore. Il Bello è contemporaneamente attributo dell'Essere (con il Buono e il Vero) e iscritto nella natura umana. Che tale assenza sia dovuta alla cultura (o alla sua assenza) o alla natura (il che rappresenterebbe una patologia), non so dire. Ma certe esternazioni papali, quali il disprezzo per una bella liturgia, il pauperismo esasperato ed esibito, l'assenza di decoro (decus e decor significano anche "dignità") nelle sue relazioni col mondo (per essere più espliciti: le sue esternazioni giornalistiche sono un esempio di decoro riguardo ruolo che ricopre?) sono, purtroppo, significative.

Il panorama è sconfortante. Tuttavia teniamoci lontano da ogni millenarismo apocalittico. Testimoniamo qui e ora. Lottiamo qui e ora. Scrive Tolkien: "Non tocca a noi padroneggiare le maree di questo mondo, ma fare tutto ciò che ci è possibile per la salvezza dell'epoca in cui viviamo"



Silente ha detto...

Scrive Mic:
"Poiché un papa non può fare ciò che vuole, ma la sua autorità incontra - oltre ai limiti riferiti alla costituzione essenziale della Chiesa, alla legge divina e al diritto naturale - i limiti dogmatici che lo vincolano alla rivelazione e alla testimonianza autorevole codificata in maniera autoritativa dai Papi in precedenza: è questa l'unica testimonianza autorevole che la Chiesa può dare di se stessa. Altrimenti siamo nell'arbitrio, che sfocia nell'anomia, non coniugabili con la divina costituzione della Chiesa."
Perfetto. Nulla da aggiungere, nulla da togliere. E' l'essenza della nostra posizione riguardo all'attuale "Vescovo di Roma", come suole definirsi.
Grazie.

hpoirot ha detto...

"Temo che Papa Francesco sia per il mondo senza Cristo l'ultima chiamata per il Purgatorio..." dice il Camillo.

direi piuttosto che questo papa che rinnega Cristo é un Purgatorio per il mondo (soprattutto cattolico)

Anonimo ha detto...

Anonimo 04 ottobre 2013 20:52 (su Papa e peccato):

Ma qual'è il Male e il Bene se ha appena detto a Scalfari che sopra ogni cosa decide la coscienza. Cioè ha detto che non esiste Verità oggettiva nè Bene oggettivo, nè Male oggettivo. Quindi una volta detto questo, quale Male è stato vinto sulla Croce? Per quali peccati è morto Gesù?
Miles

Luisa ha detto...

Le voci fuori dal coro cominciano a farsi sentire, anche in Italia, e sono più di una e non sono tutte di quei tradizionalisti che stancano così tanto Langone:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/04/la-matita-blu-del-professor-fornero/

Anonimo ha detto...

per Anonimo 20:52

Tipico atteggiamento dei modernisti : affermare verità di fede contornate da altrettante deviazioni ed errori. Nulla di nuovo sotto il sole. JDSM

hpoirot ha detto...

mi chiedo dove mai potrà andare a messa questo Camillo...

Se ce l'ha con la SPX gli ricordo che da 40 anni tutti cercano di ridurla ai minimi termini:

* si é fatta spolpare da messe con indulti, encicliche sistema-tutto, sgambetti curiali, fantasiose ermeneutiche, vergognosi voltafaccia, promesse galeotte il tutto nell'ostracismo più diretto...

* ha avuto contro fior di papi, eminenti cardinali, teologi incravattati, sanpetrini sinistrorsi... più recentemente tanti di questi camilli , conservatori cavalcoliani, ratzingeriani incodizionati per finire in bellezza oggi con Francesco...

* dice messe in ex-tessiture, banali appartamenti del centro, scantinati di periferia, ex-magazzini di frutta, hangar, hall di hotel, case di privati...

che venga il camillo da questa parte della barricata e vedrà che quelli che "non gli piacciono" hanno ragioni da vendere perché hanno portato fardelli che hanno a volte esautiro la loro (umanissima) pazienza...

Anonimo ha detto...

Il panorama è sconfortante. Tuttavia teniamoci lontano da ogni millenarismo apocalittico. Testimoniamo qui e ora. Lottiamo qui e ora. Scrive Tolkien: "Non tocca a noi padroneggiare le maree di questo mondo, ma fare tutto ciò che ci è possibile per la salvezza dell'epoca in cui viviamo"

Qui e ora, con semplicità e con fiducia nel Signore.

Anonimo ha detto...

Anonimo di 04 ottobre 2013 20:52,

Purtroppo questa espressione fatto oggi, è perfettamente accetabile anche per un Pelegiano...perche non è la credenza in peccato o non in peccato che fa un Pelegiano, è la negazione della necessità di Cristo e della sua grazia per salvare l'uomo nel suo stato presente...

Nota che non ha detto niente sul questo argomento, ma solamente ha detto che l'Amore ha vinto sulla croce...un espressione di sentimento privo di qualsiasi affermazione obbligante di verità Cattolica...

Anche un ebreo può dire la stessa cosa, pensando che la uccisone o sterminazione di Gesù è un bene per umanità...!

Anonimo ha detto...

Io non mi sento affatto un tradizionalista, amo questo Papa, il suo stile rivoluzionario e attento alla gente. Questo può far riscoprire il vero senso del Cristianesimo a molti. Tuttavia, c'è qualcosa che non quadra nelle interviste concesse: il dubbio che è stato generato su alcune questioni di primaria importanza. Sebbene non si tratti di Magistero ordinario, rimane tuttavia un documento scritto che viene diffuso ai mass media mondiali e che, come tale, fa tendenza. Si vuole dialogare con la modernità, e quindi si dialoga con uno dei più autorevoli giornali anticlericali? Benissimo: si faccia un colloquio privato e basta. A quel punto ci si potrà concedere qualche libertà in più con l'interlocutore. Ma un'intervista, Santo Cielo, è pubblica e non ci si può permettere di insinuare il dubbio che si è detto qualcosa in contrasto con i predecessori. Non solo: il Papa ha detto di non aver mai votato a destra! Che bisogno c'era di dire una cosa del genere, ampiamente strumentalizzata da quel giornale? C'è bisogno forse di ricordare che dittature di sinistra, comuniste, esistono tuttora nel mondo e sono incredibilmente sanguinarie? Perché associare l'autoritarismo con la destra? Ecco, sono aspetti che occorre risolvere se si vuole conservare la dignità del papato. Qui non c'entra niente l'essere tradizionali, tradizionalisti o progressisti. E' una questione di buon senso.
Zag

Anonimo ha detto...

Per l'ultimo anonimo devo precisare che la frase segnalata è corretta e non riesco a vederci quel che sottolinea. Purtroppo ci consola relativamente di fronte a parole e atti gravi e sconcertanti, che credo facciano non facciano il bene di tante anime.

Anonimo ha detto...

Per Zag,
troppo superficiale cavarsela col buon senso, quando ci sono non pochi contenuti più che sconcertanti.

hpoirot ha detto...

Un Sposa che sbanda non piaceva neanche ai S.Roberto Bellarmino? Langone farà un'articolo anche su di lui?

“ Come è lecito resistere al Pontefice che attacca il corpo, così anche è lecito resistergli se attacca le anime o distrugge l'ordine civile o, sopratutto, se tenta di distruggere la Chiesa.
Dico che è lecito resistergli attraverso il non fare ciò che ordina e l'impedire l'esecuzione della sua volontà.

Non è lecito, tuttavia, giudicarlo [sottoporlo a processo], punirlo, o deporlo, perché questi sono atti propri di un superiore. ”

“De Romano Pontifice. II.29.” - San Roberto Bellarmino, Dottore della Chiesa.

anche il "bravo Camillo Langone" (che sembra saperla cosi' lunga) é ... Dottore della Chiesa?

Luisa ha detto...

La continua fiumana di parole in libertà di papa Bergoglio suscita domande e reazioni presso i cattolici con una coscienza rettamente formata, certe sue parole non possono lasciarli indifferenti tanto si discostano da ciò che è stato loro insegnato, partendo da qui le reazioni prendono diversi aspetti,
c`è chi sta zitto, il loro silenzio, in particolare quello dei Pastori è sintomatico,
c`è chi si sforza di dare a quelle parole papali un`interpretazione che le fa rientrare nella più rigida ortodossia, in fondo fanno dire al Papa quel che non ha detto e che avrebbe dovuto dire,
c`è chi al contrario esalta il Papa per la sua libertà, per quel soffio di libertà che ci svincola dalla rigidità dottrinale per far prevalere la Misericordia,
c`è chi, imbarazzato, insinua il dubbio...il Papa no può aver detto quelle parole,
e c`è chi papale papale chiama le cose con il loro nome e non teme di dire il proprio sconcerto senza giri di parole, senza ipocrisia, mette il dito sui rischi generati da quelle parole in libertà e le inquietudini che suscitano.
Tante sono le reazioni, chi continua a pretendere che a reagire sono solo i Tradizionalisti, i "nostalgici di Ratzinger"( ha detto anche di peggio il buon T., si sbaglia di grosso o è solo i malafede.

Luisa ha detto...

"Il fine e i mezzi" ( Roberto de Mattei)

http://www.corrispondenzaromana.it/il-fine-e-i-mezzi/

Anonimo ha detto...

"Chi sono io per giudicare un pelagiano?"
Papa Francesco

Quanto ci piacerebbe se lo dicesse.

Micus

hpoirot ha detto...

Il re é nudo, che certa gente voglia vederlo o meno.

A me sembra che il problema enorme che la Chiesa ha oggi si chiama BERGOGLIO, e non la noia moschina che certi tradizionalisti provocano al signor Langoni...

Anonimo ha detto...

Langone è un esteta annoiato che gioca a fare il cattivo, come gran parte dell'entourage de Il Foglio.
Ecclesialmente ragiona da vecchio ciellino, lanciandoci le stesse accuse che lanciò don Giussani e mons. Lefebvre dopo la scomunica. E' il frutto di una concezione carismatica del papato.
Psicologicamente mi ricorda i ragazzini che tirano i sassi dai cavalcavia.