Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 11 ottobre 2013

Sulla nuova prassi conciliarista. Ormai impera; chi può fermarla?

L'uso nel titolo del termine conciliarista, che designa l'eresia secondo cui il concilio è più importante del Papa, è voluto.

Nel suo articolo di oggi [qui il testo in pdf] sul "Foglio", evidente "antidoto" a quello di Mattia Rossi pubblicato nella stessa pagina e da noi già ripreso qui con titolo nostro, Massimo Introvigne usa come clava quello che è divenuto il nuovo mantra degli "allineati": quei neo-cattolici che, nella odierna situazione magmatica e piena di confusione, fanno i pesci in barile, stando ben attenti a non contraddire nessuno per rimanere nel carrozzone dei potenti di turno e, così facendo, non solo tradiscono la Verità, ma ingannano i semplici dal pulpito della loro autorevolezza mediatica. Sono quelli che Gnocchi&Palmaro hanno efficacemente definito, sul Foglio di mercoledì scorso, “normalisti”, ovvero coloro secondo cui nulla è cambiato a prescindere da ogni evidenza contraria.
Eccone i punti chiave:
“Il disagio non va però confuso con il rifiuto del Magistero ordinario, che invece porta verso lo scisma”

“Il cardinale Ratzinger e il cardinale Scheffczyk replicarono affermando […] che non si può essere cattolici accettando solo i rarissimi pronunciamenti infallibili dei pontefici: per stare nella chiesa occorre camminare con i Papi e farsi guidare dal loro Magistero quotidiano. Fuori da questo cammino stretto c’è la strada larga che porta allo scisma”

“E’ possibile che Papa Francesco avvii ulteriori riforme nella chiesa, che il cattolico fedele dovrà accogliere con docilità e insieme cercare di leggere non contro gli insegnamenti dei precedenti pontefici ma tenendo conto di essi”.

“Costruire la continuità come rifiuto della riforma, o dichiarare di voler seguire il Papa solo nei suoi pronunciamenti infallibili – un paio al secolo -, confinando tutto il resto in una sfera del “fallibile” che potrebbe essere ignorata, porta invece, magari insensibilmente, allo scisma”.
Innanzitutto riesce difficile digerire questa versione del termine scisma usato con troppa disinvoltura, dal momento che di fatto stiamo assistendo ad un vero e proprio rinnegamento della Tradizione perenne, che è l'unico metro su cui misurare atteggiamenti più o meno scismatici.

Ricordo di averlo già detto; ma repetita iuvant, per lo meno lo spero. Siamo a un deja vu di conio ormai stantio. Il problema è che della cosiddetta "riforma nella continuità", su cui si fondano le affermazioni di Introvigne, c'è solo la reiterata proclamazione, e non la chiara individuazione e dimostrazione, che potrebbe venire solo da parte di un Papa che oggi sta andando in direzione esattamente opposta. Per contro, ci sono fondati motivi per individuare punti certi di 'rottura', già motivati e documentati ma liquidati con le affermazioni apodittiche che anche qui stiamo registrando. È questo il grande dramma, è questa la ragione della crisi che viviamo nella Chiesa del nostro tempo, dai più neppure riconosciuta per ignoranza, per cecità spirituale o per mala fede. "I capisaldi del Vaticano II", indiscusso e indiscutibile, sono diventati il nuovo credo del "popolo di Dio" che facciamo sempre più fatica ad identificare con "il corpo mistico di Cristo".

Ma può esserci vera carità senza verità? Può esserci vera carità, se non c'è la conferma anche nella verità, che può vedere come autentica unità solo quella creata dal Signore in chi "rimane" in Lui e non ne rinnega gli insegnamenti custoditi dalla sua Chiesa? L'autentica unità, cioè la comunione, non può coincidere con l'unità fittizia messa in campo dal volontarismo umano, "guardando a ciò che unisce" mentre ciò che divide continua a generare fratture tuttora non risolte.
Il serio rischio in cui la Chiesa si sta inoltrando è quello di cadere in una prassi ateoretica in cui l'agire precede il conoscere, la sensazione e l'esperienza precede e sostituisce il ragionamento e l'assimilazione, con conseguenze di destabilizzazione facilmente intuibili. Lo confermano gli insegnamenti "in pillole", lanciati come frecce acuminate, che colpiscono il sentimento ma non nutrono la ragione e, mancando dei necessari approfondimenti, risultano monchi e quindi passibili di interpretazioni plurime e perciò foriere di confusione e strumentalizzazione. Lo confermano anche le decisioni senza motivazione, evidenti segnali di anomia che sfocia nell'arbitrio. Due esempi per tutti:
  • il provvedimento che vieta la celebrazione del VO ai Francescani dell'Immacolata, violando un diritto sancito da una norma vincolante per la Chiesa universale, troppo disinvoltamente contraddetta;
  • la decisione di Friburgo sulla pastorale dei divorziati-risposati, senza repliche da parte vaticana; il che sembra rientrare nell'alveo del nuovo corso "collegiale" che responsabilizza in prima persona i vescovi.
Non mi dilungo sulle conseguenze, i cui prodromi sono già visibili e che dovremo esaminare e prendere in seria considerazione. Concludo con una citazione di Dietrich von Hildebrand - autore su cui ci soffermeremo tra breve - che sembra scritta oggi:
La vittoria di Cristo in ogni dominio della vita è il fine reale della Religione. Tuttavia la seppelliamo insieme con una vita cristiana, quando tentiamo di superare la sterilità della religione legalistica voltandoci dallo spirito di Cristo verso il “saeculum”, sostituendo il sacro fuoco di Cristo con un entusiasmo secolare, dimenticando la vitalità soprannaturale dei Santi, ed abbracciando le preoccupazioni nervose, frenetiche, profane del mondo moderno.

20 commenti:

Marco83 ha detto...

"Adulteri, nescitis quia amicitia hujus mundi inimica est Dei? Quicumque ergo voluerit amicus esse seculi hujus, inimicus Dei constituitur."

"Adulteri, non sapete voi che l'amicizia di questo mondo è inimicizia con Dio? Chiunque pertanto vorrà essere amico di questo mondo, vien costituito nemico di Dio.

(dalla LETTERA DI GIACOMO APOSTOLO, Cap.IV, v.4)

Conciliarismo = Dialogo con il mondo anteposto alla Verità rivelata = Antropocentrismo = Negazione di Dio...

Anonimo ha detto...

Magister nell'ultimo articolo dice che Papa Francesco ha bloccato l'indagine della CDF sugli abusi liturgici durante le Messe Neocatecumenali che ora possono quindi celebrare come credono senza temere interventi da parte del Vaticano

Anonimo ha detto...

Nuovo articolo "contra Bergoglium" di Rino Camilleri
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/gregge-dottrina-si-rischia-perdere-entrambi-957158.html

Mic, non potresti essere la promotrice di un database che raccolga tutti questi articoli che altrimenti si perdono nell'oceano dell'informazione?

Micus

Anonimo ha detto...

Vedi, caro Micus,
più che di articoli "contra Bergoglium", bisognerebbe far tesoro di affermazioni in difesa della Verità.
Un contenitore di questo genere si può sempre organizzare

Anonimo ha detto...

C'è una contraddizione flagrante nel discorso di Introvigne. Abbiamo un Papa che "delega", che nomina commissioni per prendere le decisioni importanti, che lascia spazio alle chiese locali, che non si intromette, che vuole il governo collegiale della Chiesa ecc., ma poi secondo Introvigne con lo stesso Papa bisogna essere allineati sull'attenti, chi non lo è diviene addirittura scismatico, e tutto ciò che il Papa dice (=magistero ordinario) è legge indiscutibile. Il bianco può essere contemporaneamente nero? Se è il Papa che ci deve guidare giorno per giorno con il suo magistero che sostenta il fedele e lo preserva dallo scisma, perché mai introdurre un governo collegiale che di fatto indebolisce questa guida? Si gradirebbe insomma un pizzico di logica nelle argomentazioni, ma pare essere diventata anche quella facoltativa.

Angelo ha detto...

Echi di tango
primordiale
mi ricordavano le radici
nella terra d'argento,
e le prosaiche giornate
e i vacui discorsi
di lana
caprina a Santa Marta,
nella bettola vaticana,
donde si sparavano
quattro cavolate,
e le folle ipnotizzate
senza posa mi adoravano.
Rimanevano
solo i tradizionisti
da convertire,
per riverire
il nuovo domma portato
agli eccessi dell'informale:
per questo fui eletto io,
gesuitico finto
tonto
di terra australe,
ovvero per vomitar bazzecole
dalle mie fauci senza arte
nè parte,
ed eterodirigere
le masse incredule
nel caos come legge
sentimentale.
Il settimo sigillo non è
un film di Bergman, ma la prova
che sono un filibustiere,
un impiegato del catasto
eletto,
forse,
al trono più alto;
e delle insegne mi son liberato
per incatenare alla retorica
del banale
il volgo errabondo,
per le strade sgangherate
della capitale
e dell'universo mondo.

rosa ha detto...

se si segue la logica, caro anonimo delle ore 18.28, e si fa lavorare la ragione, critica si anche in senso kantiano, si vedono tante e tali contraddizioni nel cosiddetto magistero quotidiano, che uno rischia d' ammattire. Che c' azzecca, per dirla alla Di Pietro, icio' che si dice a Scalfari con cio' che si dice alla Civilta' cattolica con quello che si afferma ad Assisi ?
e poi non e' vero che i papi precedenti si esprimessero cosi' raramente. I dogmi venivano affermati raramente, ma tra encicliche. motus proprii, lettere apostoliche ed altri discorsi, di magistero ordinario ce n' era a iosa.
Il problema con Bergoglio e' che non si capisce mai cosa voglia dire e, a mia memoria, questo non e' mai successo, non dico fino a Pio xii, ma anche fino a Woytila e Rtazinger, un polacco ed un tedesco.
Rosa

raffaello ha detto...

Non so se Massimo Introvigne faccia il finto tonto in cattiva fede (spero di no), ma molto tempo fa su MiL (quando ancora MiL era MiL) gli fu specificato come, secondo l'attuale codice di diritto canonico, i gradi magisteriali non sono due come vorrebbe far furbescamente credere, ma tre. Ossia: 1) Magistero Straordinario Infallibile (quello che lui e i suoi compari conservatoristi/ conciliaristi/contuisti/normalisti dicono che viene esercitato troppo raramente); 2) Magistero Ordinario Infallibile (che per semplificare direi che è il famoso "quod semper, ubique, et ab omnibus creditum est,e che viene esercitato quando il papa e i vescovi in comunione insegnano una dottrina come definitiva; esempi: le encicliche tipo la humanae vitae, la dichiarazione sul sacerdozio femminile, la evangelium vitae ecc. ecc.) e 3) il magistero semplicemente Autentico, al quale si devo "ossequio di intelletto e volontà, ma non adesione di fede come invece ai primi due (cfr.CJC canoni 79, 750 751, 752). Ora, le "novità" "magisteriali" del concilio Vat.II e, ancora più a ragione del post concilio, per ammissione di Paolo VI (discorso del 7 dicembre 1965, ripreso nel gennaio 1966) non superano il terzo grado magisteriale. Quindi possono essere prudentemente "criticate" senza per questo essere ritenuti "non in comunione". Ora la FSSPX e il cosiddetto tradizionalismo in generale, non mettono in discussione, né il magistero infallibile straordinario, né quello ordinario (quest'ultimo profuso abbondantemente sia nel concilio che dopo), ma semplicemente le "novità" espresse dal magistero semplicemente autentico. Ne mancano autorevoli voci, come quelle di mons Gherardini o di Enrico Maria Radaelli, che chiedono di sottoporre al "fuoco del dogma" tali "novità" insegnate dal magistero semplicemente autentico. Ma Introvigne e i suoi compari (tipo don Cantoni) non vogliono inspiegabilmente ascoltare questo discorso, e si mettono ad agitare lo spauracchio dello scisma. Che se ci sarà (e preghiamo il buon Dio che preservi la FSSPX da questa sciagurata ipotesi) la responsabilità principale, a mio parere, non andrà ricercata fra i modernisti e neppure fra i poveri sedevacantisti (ininfluenti, perché infinitesimali), ma su questi conservatoristi/cociliaristi/continuisti/normalisti, per la cui subdola opera a tutti i livelli, sono falliti i recenti colloqui fra la santa sede e la fraternità.

Anonimo ha detto...

Davvero singolare questo articolo. Per anni cattolici, sacerdoti e laici, hanno fatto pubbliche dichiarazioni a favore di aborto, divorzio ecc. oppure negando l'esistenza di Paradiso, Inferno ecc. mettendo contemporaneamente in dubbio l'autorità del Papa e nessuno ha mai parlato di scisma, e nemmeno ha redarguito i soggetti in questione. Anzi.
Ora, per qualche educatissima, civilissima e documentata critica si menano randellate a suon di scisma. A quando i campi di concentramento per gli oppositori? tanto a quanto vedo gli zelanti kapo' non mancano...
E comunque se questa è la Nuova Religione ben venga lo scisma.
Miles

Anonimo ha detto...

Speranze e dubbi sul New Deal di Bergoglio
http://www.campariedemaistre.com/2013/10/speranze-e-dubbi-sul-new-deal-di.html?m=1

Micus

Felice ha detto...

Non dobbiamo fare l'errore di credere che il magistero del Papa sia solo quello infallibile, che come giustamente si dice è rarissimo. Il magistero, cioè quelle parole del Papa (o del collegio dei vescovi uniti a lui) che sono in grado di obbligare le coscienze, si distingue in ordinario e straordinario. Quello straordinario obbliga il cattolico a credere a ciò che viene espresso. Quello ordinario (molto più comune, si pensi per esempio ad una enciclica, ad una esortazione apostolica, o anche ai documenti del Concilio Vaticano II che non impegnano l'infallibilità) deve essere accolto con ossequio della volontà e della ragione, non è cioè richiesto un atto di fede, in sostanza ci si può ragionare, e anche esprimere rispettosamente il proprio disaccordo. Ogni altra affermazione del Papa può e deve essere liberamente valutata dal fedele, vale solo come spunto per la riflessione personale.

Anonimo ha detto...

Grazie, Raffaello, concordo!

E grazie anche agli altri.

don gianluigi ha detto...

Ma, allora, seguendo il ragionamento di Introvigne che «per stare nella chiesa occorre camminare con i Papi e farsi guidare dal loro Magistero quotidiano. Fuori da questo cammino stretto c’è la strada larga che porta allo scisma” il card. Martini - che Dio l'abbia in gloria - era sicuramente uno scismatico, poiché contraddiceva puntualmente il magistero di Benedetto XVI e dei suoi predeccessori.

Silente ha detto...

Peccato. Peccato veramente per Introvigne, intellettuale non privo di capacità di ricerca e di elaborazione. Purtroppo il suo percorso involutivo si intreccia e si sovrappone, emblematicamente, a quello del sodalizio di cui è autorevole esponente, Alleanza Cattolica. Questa, nata tradizionalista e culturalmente di destra e controrivoluzionaria, autrice di belle e coraggiose battaglie politiche e civili, è oggi immiserita su posizioni moderate, anzi moderatissime, centriste e papolatriche "a prescindere", dimentica della Tradizione, dimentica delle lezioni di Plinio Correa de Oliveira, dimentica delle testimonianze di suoi esponenti, come l'indimenticabile Marco Tangheroni o Agostino Sanfratello, che ne avevano segnato, intellettualmente ma ancor di più esistenzialmente, i suoi passi.
Corruptio optimi pesssima.

Anonimo ha detto...

Osservatore dice,

la nuova dottrina di Introvigne porta a eresia, perchè se era così nel pontificato di Giovanni XXII, il Francese che negava che i Santi vano direttamente al Cielo, il suo successore che condanava quel errore come eresia, sarebbe scismatico durante il pontificato di G22! e quindi non capace di farsi papa...

nella cita di Susa dove non c'e dio oltre che il rè, la dottrina di Introvigne è l'orthodossia di quelli che vogliono i favori del tirannide...

tramviere-cattolico ha detto...

Caro Silente. io sono di Alleanza Cattolica e ti posso assicurare che i testi di Plinio Correa de Oliveira non sono affatto dimenticati. Rivoluzione e Controrivoluzione rimane il testo base nelle riunioni formative. Per me se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Su alcune tue osservazioni comunque concordo abbastanza. Non tutti credo, perché non lo so, la pensano allo stesso modo in AC. C'è pudore a parlarne perché è una sofferenza questa situazione.. Almeno per me

Anonimo ha detto...

Caro Tramviere cattolico,
personalmente, dopo essermi documentata su fonti brasiliane, diffido molto del pensatore che citi, che mi pare sviluppi un pensiero gnostico. A prescindere dal culto della personalità che si può instaurare in contesti nei quali campeggia una figura carismatica di quel tipo, starei molto in guardia dal non lasciarmi condurre da certi orientamenti, all'apparenza affascinanti ma subdolamente, alla lunga, svianti.
Non dico sia il tuo caso, perché non conosco il tuo livello di coinvolgimento. Ti invito però fraternamente a fare attenzione.

Marco P. ha detto...

Cara mic,
sarebbe interessante, quando hai tempo, un approfondimento in merito a quanto dici in risposta a Tramviere cattolico circa il pensiero gnosticheggiante di Plinio Correa de Oliveira.
Per quanto riguarda Alleanza Cattolica, non la conosco direttamente ma attraverso suoi componenti e da quanto dicono e da scritti come quello di Introvigne che ne è figura di spicco, emerge, mi pare, quanto descritto da Silente qua sopra.

tramviere-cattolico ha detto...

Cara Mic, ti garantisco che se avessi avuto il sentore di qualche cosa che non va mai mi sarei avvicinato ad AC e avrei letto quei testi. Ti invito a leggere Rivoluzione e Controrivoluzione (Plinio Correa de Oliveira ed. Il Saggiatore che puoi richiedere senza problemi a info@libreriasangiorgio.it) se non è una pura e semplice analisi cattolica rigorosamente ortodossa quella, ti offro una cena nel locale più costoso di Bologna.. Inoltre molti collaboratori del Timone (splendida rivista di apologetica che tanto bene fa alle anime cattoliche bisognose di argomenti per dare ragioni della propria fede) provengono da Alleanza Cattolica, così come i conduttori di alcune rubriche su Radio Maria (per es. Marco Invernizzi..). Inoltre, chi pensi che abbia organizzato il Coetus Internationalis Patrum e la redazione dei suoi documenti per contrastare i modernisti durante il concilio vaticano II? Proprio Plinio correa de Oliveira.. Il culto della personalità è una malignità messa in giro dopo la sua morte e la spaccatura interna alla fraternità laica TFP da lui fondata in Brasile (ma è una vicenda che conosco poco per la verità). AC negli anni '70 si distingueva per la lotta al comunismo e per la difesa del Vetus Ordo. Ora si occupa dello studio del magistero papale e della difesa dei principi non negoziabili..

Silente ha detto...

Carissima Mic, non so quali siano le tue "fonti brasiliane", ma ti posso assicurare che non c'è neppure un bruscolino di gnosticismo in Plinio Correa de Oliveira, che credo di aver letto con attenzione critica.
Come suggerisce tramviere-cattolico, perché non leggi, come controprova, "Rivoluzione e Controrivoluzione"?
Ricordo che l'indimenticabile Emanuele Samek Lodovici, autore di un importante testo sul tema quale "Metamorfosi della gnosi" (edito da Ares), non rilevò mai nulla di gnostico in Plinio Correa de Oliveira, che aveva letto.
Ed Emanuele di fiuto per la gnosi e gli gnostici ne aveva...
All'autore brasiliano sono imputabili (ma forse giustificabili per via del contesto familiare, sociale, culturale e politico in cui si formò e operò) altre manchevolezze: una certa insensibilità sociale, un acritico filoamericanismo, da teo-con ante litteram, un'infatuazione quasi infantile per la nobiltà (quella di oggi!) un eccessivo, talvolta irritante stile retrò dal gusto un po' provinciale, l'impronta esclusivista, quasi settaria che diede al suo sodalizio "Tradizione, Famiglia e Proprietà". Ma sono peccati veniali se comparati alla solidità e alla profondità dell'impianto intellettuale e di teologia cattolica della storia che si può gustare in "Rivoluzione e Controrivoluzione". Pur non avendo la grandiosità di visione di uno Spengler, fu quanto di più vicino a un'ideale (e senza di lui mancante) Spengler cattolico. E la sua Fede fu sempre impeccabile. O forse c'è un Plinio "esoterico", ignoto a tutti i suoi lettori nel mondo, ma noto solo alle tue "fonti brasiliane"?
Pur non negando il terribile fondamento gnostico di molte eresie e ideologie contemporanee, non è che certi ambienti tradizionalisti (e non mi riferisco a te, cara Mic) sproloquiano con troppa faciloneria di gnosticismo, vedendolo ovunque?
Va bene Calasso, va bene gli Adelphi, va bene Cacciari, ma ora anche Plinio Correa de Oliveira?
Come dicono i miei amici piemontesi: "esageruma nen".