Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 22 ottobre 2013

24-27 Ottobre. Tutti a Roma. Peregrinatio 'Summorum Pontificum' ad Petri Sedem

Estraggo dall'ultima Lettera di Paix Liturgique.

Per testimoniare la nostra fede cattolica, apostolica e romana; per pregare ad Petri sedem, cum Petro et sub Petro; per uscire dalla periferia pastorale dove alcuni ecclesiastici vogliono ancora confinarci e condividere il tesoro troppo a lungo nascosto della liturgia tradizionale con chi non lo conosce ancora; per partecipare con la sempiterna gioventù della messa gregoriana all'opera della nuova evangelizzazione; per amore per Gesù Cristo, crocefisso e risorto.

Ecco alcuni dei motivi per i quali riteniamo doveroso partecipare, almeno spiritualmente, al pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum che si svolge a Roma da giovedì a domenica venturi. Vi proponiamo questa settimana le ultime notizie del pellegrinaggio: la bella intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno dal sostituto procuratore Capoccia, delegato generale del pellegrinaggio, il messaggio di Sua Eminenza Reverendissima, il cardinale Burke, ai pellegrini, e infine il programma completo degli eventi.

“VIENI A GESÙ E MARIA”
Intervista a Giuseppe Capoccia, La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 13 ottobre 2013.

Dottor Capoccia, come mai un pubblico ministero, abituato ad indagare su rapine, droga e omicidi… si interessa di messa antica e di canto gregoriano?
GC: Me lo sono chiesto anch’io e continuo a chiedermelo spesso.
Nei miei ricordi, ci sono lunghi anni di una Fede ridotta al minimo; poi qualcosa riaffiora. Sono tornato a messa ma ogni domenica mi sentivo insoddisfatto e confuso. Allora mi sono messo a cambiare chiesa: ogni volta una messa diversa dall’altra ma sempre la stessa confusione. Neanche a Roma, dove c'è l’imbarazzo della scelta, riuscivo a trovare una chiesa dove ritornare: tanto chiasso, tanta orizzontalità. Poi, un giorno, l’invito di un collega: “Vieni a Gesù e Maria”, il nome di una chiesa in via del Corso dove si celebra la messa antica: venni folgorato.
Non avevo mai assistito alla messa in latino: non la conoscevo. Anzi, non ne avevo neanche mai sentito parlare. Ecco cosa cercavo da almeno 10 anni: la Messa di sempre.

E come si è ritrovato alla guida di un pellegrinaggio internazionale?
GC: Io credo che nulla accada per caso; uno fa il suo dovere, si rende disponibile, mette a disposizione i propri talenti, sta in mezzo agli altri e poi, tu non sai come, ti ritrovi delegato generale di un Pellegrinaggio internazionale, con il peso - ma un peso entusiasmante - di dover rappresentare tanti altri che comunque sono minoranza scarsamente tollerata, relegata nelle periferie della Chiesa.

Quali sono questi fedeli "relegati” nelle periferie della Chiesa?
GC: Il pellegrinaggio è quello del popolo Summorum Pontificum: in sostanza, dei fedeli che, senza etichette, sono legati alla messa antica, detta comunemente messa in latino. E' un popolo formato da tanti che desiderano riavvicinarsi al culto e che, animati di un forte desiderio del sacro, vi trovano una liturgia più degna, più sacra, più solenne.
Soprattutto è un popolo giovane: sulla pagina Facebook del Pellegrinaggio rileviamo migliaia di contatti e la fascia di età più numerosa è tra 18 e 34 anni.
Spesso, purtroppo, è un popolo che non può vivere la sua fede pienamente perché non trova la messa antica nella sua parrocchia. Per questo il pellegrinaggio di sabato 26 ottobre in San Pietro a Roma assume un significato emblematico: per anni si è pensato che ci fossero solo i Francesi ad essere tradizionalisti, poi soltanto gli Europei e adesso si scopre, grazie al motu proprio Summorum Pontificum che dalle Filippine al Sudamerica, dall’Australia alla Finlandia si tratta di una realtà universale. Niente di strano visto che il messale di San Pio V è stato il messale della Chiesa universale per secoli.

Questa messa era sparita dopo il Concilio, no?
GC: Nei fatti sì. Nel 2007, quando Papa Benedetto ha restituito alla Chiesa universale la messa antica, in Italia c’erano soltanto una ventina di celebrazioni domenicali. Oggi se ne celebrano stabilmente circa 150: tra queste c’è la messa celebrata a Lecce dal 2009.
Se penso agli inizi ancora sorrido: che ingenuo che ero. Non immaginavo che tanti mi avrebbero frapposto diffidenza, ostacoli, maldicenze anche cattive e inaspettate. Poi - sa com’è - le indagini più difficili sono e più appassionanti diventano. E quanto più il percorso è disseminato di difficoltà (anche dolose), maggiore è l’impegno che ci metti. E tanti sono gli amici che ti sostengono.

Che c'entra la liturgia antica, fatta di silenzi, di adorazione e di canto gregoriano, con il suo mestiere?
GC: Trovo grande analogia tra il mio mestiere di investigatore e la liturgia antica: nelle indagini devi essere attento ai dettagli ma non perdere mai di vista l’obiettivo, la ricostruzione in cui tutto possa trovare una spiegazione, possa andare a posto come in un puzzle rompicapo. Solo che per raggiungere l'obiettivo finale, devi avere passione per ogni dettaglio, né scordarti le regole, altrimenti è tutto inutilizzabile...
Così è la Messa in latino: trovi tutta, ma proprio tutta la tua fede, ma ne ritrovi anche i dettagli, tutti i dettagli.
C’è un altro aspetto di profonda affinità con il mio lavoro: il rito. Nel processo ci sono le regole, e se non le rispetti il processo è nullo; eppure non si tratta di formalismi. Le regole sono a tutela di tutti i soggetti coinvolti. E così è per il Messale tradizionale: così c’è scritto, così si fa nella Messa.
Ed è tutela per i fedeli, ma è tutela soprattutto dei diritti di Dio ad essere adorato come Lui ha disposto; diritti che vengono spesso calpestati quando si inventa o addirittura si improvvisa la liturgia: quando nel corso delle indagini qualcuno commette scorrettezze, cerca di volgere le regole a proprio vantaggio, cambia le carte in tavola, si insorge e talvolta si grida allo scandalo.
Perchè, se siamo così attenti ai diritti, siamo diventati tanto sciatti per i diritti di Dio?

Ma in Puglia, dove viene celebrata la Messa antica?
GC: Cominciamo da Lecce: ogni domenica alle 11 - anche d’estate - nella chiesa di San Francesco di Paola. Ufficialmente c’è a Bari, Taranto, Monopoli, Barletta, Ugento. Poi vi sono altre località che però - mi consentirete - non intendo rendere note perché i sacerdoti ed i fedeli che vi partecipano potrebbero essere esposti a spiacevoli ritorsioni da parte di qualche superiore troppo zelante nel tentare di far sparire una norma universale della Chiesa qual è il Summorum Pontificum: alla faccia dell’accoglienza.

16 commenti:

Turiferario ha detto...

Sottoscrivo tutto, è un po' anche la mia storia. Sono convinto che il pellegrinaggio sarà un successo. Negli ultimi tempi vedo - nel mio piccolo osservatorio, non so in generale - che l'afflusso alla Messa antica è aumentato. Al di là di tutto, al di là magari dall'esserne pienamente coscienti e dal cercare risposte razionali, molti "sentono" che qualcosa nella Chiesa non sta andando nel verso giusto e si sono messi in ricerca.

vighi ha detto...

un in bocca al lupo a tutti voi,sono con voi e vi sono vicina spiritualmente, speriamo che questi gg diano buoni frutti e servano a farvi sentire meno lontani dalla Madre Chiesa. Che Iddio sia con voi!! buona giornata saluti Vighi

P.S certo che il vostro delegato non le manda a dire, forse anche troppo nella prima risposta quando dice che trovava nella messa NO tanta confusione, chiasso ed orizzontalità. Cominciare con una critica bella tosta alla messa normale non è un po’ rischioso??

Anonimo ha detto...

A fine settembre scorso ho fatto il tentativo, per la prima volta dal MP, di recarmi fuori città, con un certo disagio, per assistere alla Messa antica che sapevo essere celebrata l'ultima domenica ogni mese, in una chiesa del capoluogo ospitante, grazie al gruppo locale che l'ha richiesta....ma grande delusione, ho appreso che non solo non c'è più, ma non si sa se e quando sarà ripristinata. Il sacrestano non mi ha saputo o voluto dire una parola al riguardo: non si sa nulla, non si ha nessuna certezza di alcun diritto riconosciuto da papa B16.
Tutto questo, notavo che è accaduto subito dopo il commissariamento dei FI. Secondo voi c'è un nesso ? e se c'è, questi poveri gruppi devono vivere nel terrore e nei ricatti, tutti legati all'accettazione del concilio a scatola chiusa, come dogma ?
e il misericordioso vescovo romano, quand'è che mostrerà amore e pietà per questi "periferici" cattolici ?
oppure li considera perduti e irrecuperabili ideologi, come molti già sono convinti, grazie alle sue parole taglienti come spade (non certo la spada portata da Gesù, vorrei dire, ma la sua antitetica, perchè emargina come STOLTI i seguaci della Messa e Dottrina perenni) ?
i gruppi stolti e tardi di cuore dovranno vivere sotto la minacciosa misericordia di questo pastore che preferisce accogliere gli infedeli, eretici, pagani e atei di tutto il mondo come "cristiani anonimi" e respingere con sdegno quelli veri di sempre ?

Luisa ha detto...

Innazintutto un grazie a tutti coloro che si impegnano per la difesa e la promozione della Messa detta Antica ma eternamente giovane.
È vero che viene chiamata "messa in latino" ma solo l`ideologia(parola che va molto di moda in questi ultimi tempi) progressista, che da decenni esprime il suo rigetto sprezzante per la Messa Antica, ha potuto far passare l`idea ,concretizzata nei fatti, che la riforma liturgica voluta dal Concilio ha soppresso il latino.
È falso, è una rozza menzogna che ha raggiunto il suo obiettivo:
il latino è scomparso dalla Messa riformata, e con lui è scomparso il canto gregoriano.
La Sacrosanctum Concilium è stata tradita in primis da chi ha avuto la responsabilità di applicarla.
E poi leggo che il dottor Capoccia, rispondendo ad una domanda, afferma che nei fatti la Messa Antica era sparita dopo il Concilio (aggiungo Vaticano II).
Anche se non si è "lefebvriani", anche se non si ha nessuna simpatia per Monsignor Lefebvre, mi sembra che il rispetto della verità domanda, anzi, esige che a quella domanda si risponda ricordando quel che la Santa Messa Antica deve a Monsignor Lefebvre e alla FSSPX.
Detto questo, rinnovo la mia riconoscenza e solidarietà al dottor Capoccia e a tutti coloro che, nelle loro periferie, trascurati e male amati dai loro pastori, non perdono coraggio e pazienza e continuano a testimoniare la loro Fede e il loro amore per la Messa Antica.
Sarò presente in pensiero e mi unirò spiritualmente al pellegrinaggio.

Anonimo ha detto...

Per amore di verità c'è da dire che la messa antica non è mai sparita sia grazie alla FSSPX sia grazie alla ferma e tenace resistenza di alcuni gruppi in tutte le nazioni per i quali, prima del Summorum, vigeva l'indulto di Giovanni Paolo II.
Questo il dr. Capoccia che, a quanto dice, è un neofita forse non lo sa.
In effetti la santa messa nin rinasce dal Summorum, così come la chiesa non è stata rifondata dal concilio (anche se ne sta correndo il serii rischio).

Anonimo ha detto...

Cara Vighi,
grazie per il sostegno.
Mi sorprende che si sia arrivati al punto di rapportarsi tra un "noi" e un " voi", quando preghiamo tutti il Padre nostro in Cristo Signore.
Il problema è che si condivide la stessa fede quando si condivide lo stesso Altare. Poi oggi ancora e nonostante tutto la condivisione per molti c'è.
Ma è serio il rischio che il tempo aumenti la frattura e le diluizioni diventino oblio.
Resistere e pregare è un dovere.
Quanto alla testimonianza qualificata critica, oggi è diventato rischioso dire la verità o comunque esprimere il proprio pensiero se non è conciliarconforme, pur senza rinnegare il concilio.

sONO STANCO ha detto...

C'è da aggiungere altro?

RIC ha detto...

Nuovo articolo di Gnocchi e Palmaro sulla prima pagina del Foglio. Appena disponibile su internet cercherò di segnalare il link

Anonimo ha detto...

Anonimo 9:09 testimonia una realtà purtroppo diffusa. Ma, come emerge da altre esperienze, la situazione è disomogenea perché dipende dall'arbitrio di pastori prevenuti e lontani.
Sostanzialmente è mancata un'azione di vero governo che disponesse promuovendo con autorità invece di consentire soltanto.
Oggi il governo, da quel che abbiamo subito con i FI, è invece tirannicamente esercitato per distruggere. Speriamo che le nostre preghiere e una maggiore premura pastorale abbiano effetto...

Anonimo ha detto...

Leggo, riportato da Una Fides, il titolo - peraltro redazionale e dunque ad effetto - dell'ultimo articolo di Matzuzzi sul Foglio

Lefebvriani in fuga dalla rivoluzione di Francesco, il vicario dell’anticristo”

Non giova a nessuno e trovo irresponsbaile una simile scelta e non mi pare che mons. Fallay, pur in una critica precisa che parla di "modernismo" abbia usato quell'espressione, anzi.

Riporto dall'articolo di Vennari:
Mons. Fellay ha notato che non possiamo semplicemente obbedire al Papa attuale acriticamente, perché allora distruggeremmo noi stessi, metteremmo in pericolo la nostra Fede.
Seguendo l’avvertimento di Suor Lucia, Papa Leone XIII e Papa Pio X, Mons. Fellay ci avverte ulteriormente che potremmo stare entrando nel tempo dell’Anticristo, ma non possiamo sapere quando, o quanto lontano sia nel futuro.


La nostra vigilanza consiste anche nel ridimensionare quanto, buttando benzina sul fuoco nell'ottica di sensazionalismo dei media, corre il rischio di rendere insolubili certe situazioni in bilico.

Che nel modernismo siano all'opera forze anticristiche è un fatto, ma ciò non significa lanciare epiteti di questa portata.

Amicus ha detto...

@ VIGHI:
ho l'impressione - ma posso sbagliarmi - che tu non abbia ben presente ciò che è successo nella Chiesa in questi ultimi decenni, e che proprio per questa mancanza di informazione tu stenti un po' a comprendere le ragioni della nostra resistenza, dell'attaccamento alla Messa tradizionale, ecc.
Almeno è quello che arguisco dai tuoi interventi, come quello sopra.
Per chiarire bene le idee sulla cronaca ecclesiale degli ultimi cent'anni fino ad oggi, ti consiglio di leggere il libro scaricabile gratuitamente online al seguente link:
http://www.chiesaviva.com/1962%20libro.pdf

Ti consiglio di tener presente soprattutto il testo, molto chiaro e semplice anche se piuttosto critico, senza badar troppo alle foto e alle didascalie, non sempre 'centrate'.

Anonimo ha detto...

Per vigki.
Mic ha capito benissimo, solo che non può esprimersi, cerca di stare con due piedi in una staffa.....pagherà queste sue omissioni atte a restare sempre in bilico.

rosa ha detto...

anonimo ore 18.37: " paghera'..."
caro codardo- altrimenti ti firmeresti - e' passato il tempo del " pagherete caro, pagherete tutto" degli anni '70, anche se a livello politico e religioso volete riporatrci li. la Storia non si ferma, e non si puo' ritornare a 40 anni fa come se niente fosse.
Mic cetca non di barcamenarsi, ma di restare fedele ad una Chiesa di Roma che lei spera esiste ancora. Personalmente credo che a Roma oggi ci sia una chiesa, ma non piu' la CHiesa una, santa, apostolica, romana. Ma io non ho un blog, non sono laureata in teologia, non pubblico libri, ne' ho incontri ecclesiastici- religiosi. Inoltre non vivo a Roma, ma a Milano, quindi in unasituazione postmartinaina, purtroppo. Credo che oggi 22 ottobre a Milano citta' non ci sia una parrocchia che celebri VO. I francescani organizzano incontri culturali con ebrei e musulmani, l' arcivescovo va in cattolica a parlare di liberta' religiosa vestito in clergyman, cosi come monsignor tauran, cosicche' se uno non li conosce, li scambia per il rabbino laras, anche lui presente.
rosa

hpoirot ha detto...

a me sembra che, se la SPX ha chiesto che si liberasse la Messa, é perché la gente la abbracci in esclusiva e la preferisca sempre e ovunque alla pagliacciata del Bugnini.

Non certo perché un'associazione dal nome tutto-un-programma "Paix Liturgique" organizzi pellegrinaggi biritualisti per convincere che le due Messe sono uguali, che devono fecondarsi a vicenda e balle varie... il tutto sottointendendo che Mons.Lefebvre (e eredi) sbagliano nel rifiutare lo scandalo del Bugnini per i suoi seminari.

Mah! contenti voi. Divertitevi con questi giochetti nella riserva indiana, finché potete.C'é tempo fino al 27 aprile 2013....

rosa ha detto...

27 aprile 2013? o2014? e che accadra'?
Rosa

vighi ha detto...

Cara Mic il mio “voi” non era perché mi voglio rapportare in modo distanziato da voi o mi senta cattolica in modo diverso ma semplicemente perché non mi sento inclusa nel vostro amore profondo per la Santa Liturgia VO. E nemmeno mi sognerei di avere questa presunzione visto la mia ignoranza in materia, quindi quel voi è anche di rispetto. Io amo la messa NO è l’unica che ho conosciuto e mi sono sempre accostata a lei con devozione ed amore per il Signore, ha ragione Amicus quando dice che non ho ben presente cosa è successo nella Chiesa in questi ultimi decenni se si parla di liturgia, io fino a poco tempo fa nemmeno sapevo che si potesse partecipare ad una messa diversa ma sto imparando a comprendere le vostre ragioni, anche grazie a questo blog e per questo mi sono permessa di darvi il mio sostegno. Non sono d’accordo quando dici che si condivide la stessa fede se si condivide lo stesso Altare se questo significa porre un distinguo tra l’Altare della messa VO e quello della messa NO, per me pari sono e professo la mia fede in Cristo indistintamente davanti a qualsiasi Altare, con lo stesso rispetto. E’ successo anche in una chiesa ortodossa quando mi è capitato di essere in un paese straniero, non ho pensato che quell’Altare era diverso e quindi non potevo condividere ma che in quel momento ero in un luogo sacro e potevo tranquillamente rivolgermi in modo dignitoso al mio Dio pur nella diversità . Credo che l’importante sia porsi sempre davanti al Signore, in modo rispettoso e orante. Mic non so se quello che volevi dire tu era inclusivo oppure no. Amicus grazie per il consiglio di lettura cercherò di farne buon uso. Un saluto Vighi