Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 30 novembre 2015

Danilo Quinto. Due parole di verità

L’articolo della scorsa settimana (“La grande festa di Bergoglio”) ha ricevuto l’attenzione di “Avvenire”. Quale onore! 
Nella rubrica “WikiChiesa”, del 25 novembre, intitolata “Sale in Rete la Misericordia: per il Papa è davvero l'essenziale”, Guido Mocellin scrive: “Non c'è gran movimento, nella blogosfera dell'informazione ecclesiale: si parla sempre di Parigi e del binomio violenza-religione, e si parla molto di papa Francesco, che parte oggi per il viaggio in Africa. Ma dietro a questi due, salgono sempre più insistenti le storie relative all'imminente Giubileo della Misericordia. In Rete, naturalmente, ci sono anche gli estremi: come quello di Danilo Quinto, che in una lunga invettiva diffusa sul blog “Chiesa e post concilio” (http://tinyurl.com /njweyxx) mette nel conto dell'Anno Santo straordinario tutta la sua personale lista dei ‘cattivi’, a parte il vicino di casa rumoroso e quel tizio che l'altro ieri non gli ha dato la precedenza”.
Non mi considero un estremista, anche perché ho sempre detestato le “etichette”. Né mi sembra che quell’articolo possa essere considerato un’”invettiva”, se per questa s’intende – come recita il Dizionario Treccani – “discorso polemico concitato e violento, di accusa, di oltraggio, di acerbo rimprovero”. Raccontare la Verità può far male, ma non può costituire un oltraggio. In quell’articolo citavo fatti circostanziati e documentati – peraltro, solo una piccola parte di quelli di cui è protagonista Bergoglio, giorno dopo giorno – e ne traevo delle conseguenze. Perché non si risponde punto per punto? Forse perché è impossibile contestare i fatti?

Corifei e servilismi
Mi stupisce molto – nonostante tutto – come si possa continuare ad essere (e mi riferisco all’intera editoria cattolica) servili nei confronti del potere e non vedere la realtà, come si produce. Il potere passa. Anche il Papa passa. Rimane la Chiesa fondata da Gesù Cristo, che mai è stata nella sua storia nelle condizioni attuali. Dovrebbe essere dovere di chi è chiamato - in quanto cattolico – a raccontare, oltre che a testimoniare, questa realtà, a farlo in maniera obiettiva, senza infingimenti o ipocrisie. Se un giornalista cattolico non fa questo, che differenza c’è con un giornalista ateo come Eugenio Scalfari, che per volontà di Bergoglio è divenuto il suo portavoce preferito?

Nel suo ultimo editoriale, quello di domenica 29 novembre, il fondatore di Repubblica ha scritto, per l’ennesima volta: "Questo Papa è quello che sostiene e l'ha fatto anche nel corso di questo viaggio l'esistenza di un unico Dio e questo lo porta ad affratellarsi non solo con tutte le varie comunità cristiane ma anche con gli ebrei e soprattutto con i musulmani e a combattere contro i fondamentalismi dovunque affiorino, Chiesa cattolica compresa".

Scalfari non s'inventa nulla e non viene smentito. I discorsi di Bergoglio contengono tutti quest'accecante falsità rispetto alla dottrina, alla tradizione e ai dogmi cattolici. Sono in antitesi con il Vangelo e con la parola di Gesù Cristo, nel senso che il Figlio di Dio ha detto cose opposte a quelle che dice Bergoglio. Questo è o non è un fatto? Dico di più ed esercito il “retto giudizio” sulle cose, come ci ha invitato a fare Cristo: le parole di Bergoglio sono funzionali – gli esempi di Scalfari e di Pannella sono illuminanti – al disegno della “Felicità Universale” ed hanno anche una ricaduta pesantissima sullo squallore della politica, italiana soprattutto, inerte e imbelle rispetto all'avanzata islamica in Europa. È mai possibile che siano isolate, purgate, le pochissime voci che intendono ribadire la Verità del Vangelo contro lo scempio che si diffonde?

Prego per il Papa - Le responsabilità di chi tace
Lo dico con umiltà, ma anche con fermezza: come egli stesso chiede, anch'io prego per il Papa, perché mi sento figlio della Chiesa e suo figlio. Non prego perché continui nella sua opera, che considero devastatrice rispetto alla Parola di Dio, perché i suoi errori, che stanno facendo un danno incalcolabile e difficilmente rimediabile alla Chiesa di Gesù Cristo, l'unica che porta alla salvezza eterna. Prego perché si ravveda e si converta. Se questo non dovesse accadere, prego che Dio intervenga presto. Nel modo che Egli deciderà. Ciascuno di noi, anche il Papa, sarà giudicato per i comportamenti che ha avuto nel corso della sua vita terrena. Il giudizio di Dio, nel caso del Papa, sarà correlato alle sue immense responsabilità, che non riguardano i cambiamenti climatici, la pace, la povertà, la giustizia sociale, la corruzione, la mancanza di lavoro, ma la salvezza delle anime. Egli sta condannando le anime del suo gregge, al peccato nei confronti di Dio, di Suo Figlio e dello Spirito Santo. Di questa responsabilità sono conniventi coloro che tacciono e coloro che fanno da cassa di risonanza alle sue parole, senza esercitare nessuna critica. Chi si trincera dietro l'"obbedienza totale" al Papa - che si ha solo se parla "ex cathedra", dovendo anche in questo caso rispettare determinate condizioni - compie un abominio agli occhi di Dio. La grazia che i credenti hanno ricevuto - che significa agire per amore di una Persona, nella Libertà e nella Verità - se non accolta, va per altri lidi.

Solidarietà a Mons. Negri
Da ultimo, una notazione che si può considerare anche personale. Ho trovato vergognoso, indecente e squallido il comunicato di Comunione e Liberazione sulla vicenda in cui è stato coinvolto Mons. Luigi Negri (“Riteniamo indispensabile precisare, a nome del movimento di Comunione e Liberazione, che tali affermazioni − così grossolane nella forma e inaccettabili nel contenuto che sembra impossibile provengano da un Arcivescovo − sono totalmente contrarie ai sentimenti di Comunione e Liberazione nei confronti di Papa Francesco e degli Arcivescovi di Bologna e di Palermo”). A Mons. Negri - che con grande coraggio, tre anni fa, accettò di firmare la prefazione al mio libro "Da servo di Pannella a figlio libero di Dio" e che con l'intervista a "Panorama" di qualche settimana fa ha dato esempio di come un Vescovo della Chiesa Cattolica dovrebbe comunicare - va la mia personale solidarietà rispetto al "servizio" di cui è stato oggetto da parte del "Fatto Quotidiano".
Danilo Quinto

7 commenti:

Luisa ha detto...

Vorrei segnalarvi un articolo di Paolo Togni non senza far osservare che l`autore non deve essersi reso conto, quando critica i leader e attivisti politici e ideologici per la loro teoria della "decrescita felice", che la Laudato sii è stata recepita come un endorsement a quella ideologia:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-a-parigi-non-per-lambiente-ma-contro-il-benessere-14546.htm

E anche dirvi che Bergoglio ha partecipato a Parigi, attraverso delle...scarpe poste in suo nome, alla contromanifestazione per raggirare la proibizione di marciare per il clima.
Come Béatrice pensavo fosse una bufala e invece no, tutto vero e confermato alla tv da Hummes.

http://benoit-et-moi.fr/2015-II/actualite/derniere-trouvaille-bergoglienne.html

http://www.lejdd.fr/Societe/Marche-pour-le-climat-interdite-des-milliers-de-chaussures-place-de-la-Republique-761997

Luisa ha detto...

Scusate se continuo il fuori tema ma visto che in questo giorni se non sarà al centro dei media si parlerà comunque molto della Cop21, segnalo:

"Conferenza sul clima, prova di governo mondiale"
di Uberto Crescenti

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-conferenza-sul-climaprova-di-governo-mondiale-14542.htm

irina ha detto...

Se fossi una regnante, quotidianamente approfondirei le leggi fondanti la mia comunità alla luce degli affari correnti; riceverei settimanalmente il capo del governo e consiglieri vari; personalmente ogni giorno mi terrei informata
dei pensieri di coloro che dissentono, criticano poco o tanto il mio operato. Questo terzo punto lo ritengo importantissimo perchè consente al regnante di non restar prigioniero di se stesso,della sua corte e dei potentati che tendono ad utilizzare per i propri fini anche il potere altrui.

Anonimo ha detto...

Dal Giornale di oggi. Che angoscia!
Duecentocinquanta musulmani accolgono Papa Francesco nella moschea di Bangui (Repubblica Centrafricana). Bergoglio chiede subito ai suoi ospiti di essere condotto davanti al mihrab, il punto di maggior devozione all’interno della moschea. Francesco rimane in silenzio e raccoglimento per alcuni minuti. Gli imam gli donano una tavoletta con l'incisione di un versetto del Corano: "Se tu trovi certe persone più disponibile ad amare, sono quelli che si dicono cristiani". Dopo gli incontri in moschea il Papa visita i rifugiati radunati in alcune tende vicino alla moschea, e poi si sposta alla scuola di Koudoukou, dove bambini cristiani e musulmani studiano insieme.

"Insieme diciamo no all’odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di un Dio: Dio è pace, salam".

Anonimo ha detto...

Se Gesù Cristo avesse ritenuto che "tutte le religioni sono eguali perché adorano Dio e c'è un solo Dio", non avrebbe fatto quel che fece. Avrebbe raccomandato agli apostoli di lasciare che i Romani presentassero offerte all'imperatore, gli egiziani a bestie varie e tutti gli idolatri si crogiolassero nei loro riti. Né avrebbe mandato i discepoli a convertire e battezzare costoro! Così facendo avrebbe anche evitato il loro martirio. Poiché così non è stato, e lo si sa anche senza studiare teologia o fare anni e anni di seminario, se ne deduce che qualcuno sbaglia. Io molto modestamente propendo per l'ipotesi che a sbagliare siano questi pseudo teologi e i Clerici che vanno propagandando siffatte teorie. Così come sono convinto che nessuno al mondo (Papa compreso) possa essere più misericordioso di Gesù Cristo. Giorgio

Cesare Baronio ha detto...

Carissimo Danilo,

è una consolazione, mi creda, leggere le Sue parole. E la sufficienza dell'Avvenire - che come ognun sa prende ordini dai soliti manigoldi della Segreteria di Stato - è indicativa di un'insofferenza malcelata: temono che quel che Lei scrive possa far iniziare a riflettere e susciti una reazione alla crisi sempre più grave cui assistiamo. La presenza di un contraltare li terrorizza: non accettano contraddittorio perché sanno di aver torto in partenza, e si limitano a liquidare la Sua encomiabile denuncia - che sottoscrivo sino all'ultima sillaba - confidando sul fatto che nessuno andrà a leggere quel che Lei ha scritto. Ma se Le hanno dedicato qualche riga, pur malvolentieri, è perché "qualcuno" ha sollecitato una presa di posizione... Se veramente non temessero la Verità, continuerebbero ad ignorarla, come han fatto sinora.

Il nostro compito - che ci troviamo ad affrontare perché nessun altro più autorevole di noi osa proferir verbo - è quello di scoprire i loro maneggi, di "sputtanarli" - se mi perdona l'espressione triviale. Dobbiamo far cadere le maschere dietro cui si celano i nemici di Cristo e della Chiesa, soprattutto se costoro sono al suo interno. E dobbiamo far sì che le nostre riflessioni giungano ai (pochi) buoni Pastori, affinché trovino il coraggio di levar la voce e difendano l'onore di Dio e le anime loro affidate.

Coraggio, Danilo: si Deus nobiscum, quis contra nos?

cattolico ha detto...

Come sempre concordo con lei, caro Cesare, e aggiungo anche la mia voce al coro di denuncia dell'ipocrisia di Avvenire, degli inganni, dell'apostasia manifesta (basta guardare chi ospitano come articolisti). Comunque non lo leggo più da anni, così come Famiglia Cristiana (?), tempi cupi per la stampa cattolica, così come per la Chiesa vaticansecondista, speriamo che passi presto "la nottata", come diceva il bravo Eduardo de Filippo. Complimenti vivissimi al bravo Danilo, come sempre.