Testo molto interessante perché tocca anche alcuni punti non approfonditi dal Cardinale nell'ultima relazione, alla quale l'intervista fa seguito.
Sorvolo sulle numerose sottolineature dell'introduzione perché si trova tutto nel testo integrale dell'intervista da noi tradotta e pubblicata di seguito.
Ci sono molte osservazioni da fare. Ma esaminiamo prima attentamente i contenuti dell'intervista. Sarà mia cura inserire presto un articolo con le riflessioni che essi suscitano.
Sorvolo sulle numerose sottolineature dell'introduzione perché si trova tutto nel testo integrale dell'intervista da noi tradotta e pubblicata di seguito.
Ci sono molte osservazioni da fare. Ma esaminiamo prima attentamente i contenuti dell'intervista. Sarà mia cura inserire presto un articolo con le riflessioni che essi suscitano.
ROMA, 18 Maggio 2016 ( LifeSiteNews ) - Due giorni dopo il Rome Life Forum nel corso del quale ha esortato i fedeli cattolici a prepararsi a subire il "Martirio di testimonianza" [qui] per la "difesa della vita umana e della sua culla nell'unione coniugale di marito e moglie", ho avuto il privilegio di ottenere un colloquio personale con il cardinale Raymond Burke per LifeSiteNews. Nell'occasione egli ha chiarito che a suo parere, Amoris Laetitia può esser letta "criticamente", ha parlato con gravità, deplorando anche purtroppo che molti cattolici oggi sono "ignoranti della loro fede cattolica" [...]
* * *
L'intervista:
Eminenza, lei ha parlato forte e chiaro sulla necessità di sostenere il vero insegnamento della Chiesa sul matrimonio, sulla famiglia e sulla sessualità umana. Questo insegnamento è sufficientemente noto ai cattolici?
No non lo è. Nella Chiesa ormai da diversi decenni abbiamo sofferto di una pessima catechesi e anche di una certa tendenza a predicare evitando una esposizione sistematica della fede, che ha lasciato molti cattolici ignoranti della loro fede cattolica come pure degli insegnamenti della legge morale, che è una parte importante della nostra fede cattolica. Quindi il nodo della questione è che in un mondo in cui cresce in maniera sempre più folle la ribellione contro Dio e la sua legge, i cattolici sono mal equipaggiati per rispondere e compiere il loro dovere in difesa della fede per la salvezza del mondo.
No non lo è. Nella Chiesa ormai da diversi decenni abbiamo sofferto di una pessima catechesi e anche di una certa tendenza a predicare evitando una esposizione sistematica della fede, che ha lasciato molti cattolici ignoranti della loro fede cattolica come pure degli insegnamenti della legge morale, che è una parte importante della nostra fede cattolica. Quindi il nodo della questione è che in un mondo in cui cresce in maniera sempre più folle la ribellione contro Dio e la sua legge, i cattolici sono mal equipaggiati per rispondere e compiere il loro dovere in difesa della fede per la salvezza del mondo.
Cosa vorrebbe consigliare ai cattolici da leggere e meditare per entrare nella loro vita adulta e quali punti devono essere ben evidenziati durante la preparazione al matrimonio?
Esorto tutti i cattolici a leggere il Catechismo della Chiesa cattolica, che è il compendio della nostra fede cattolica e, se non hanno il tempo di leggere tutto il Catechismo, almeno leggano il Compendio, e poi consultino il Catechismo intero per l'ulteriore illustrazione di punti che potrebbero non aver capito. Ciò è fondamentale per noi oggi. La nostra fede è la nostra salvezza, e se non conosciamo la nostra fede certamente corriamo il rischio di perdere la nostra salvezza. Ciò, per noi, significa la salvezza eterna, ma significa anche la nostra felicità su questa terra, che è un anticipo della pienezza della felicità nel mondo a venire. Ma per quanto riguarda la preparazione al matrimonio penso che si debbano sottolineare i maggiori valori fondamentali del matrimonio, in altre parole, l'unione tra un uomo e una donna, nella fedeltà. Dobbiamo insistere sulla fedeltà, che è una virtù, per molti aspetti spesso violata nella nostra cultura. In secondo luogo, che [l'unione] è permanente; e in terzo luogo, che è per sua natura generosamente procreativa. E dobbiamo sottolineare a coloro che si preparano al matrimonio che la vita coniugale è una particolare partecipazione alla vita di Dio. Essa riflette l'amore delle tre Persone della Santissima Trinità, fedele, durevole e vivificante. Di conseguenza, è opportuno sottolineare che l'amore del matrimonio è maggiormente compreso e più efficacemente nutrito dalla nostra comunione con Dio nella preghiera e attraverso i Sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia. Quindi penso che queste sono le cose che dovrebbero essere maggiormente messe in risalto. Poi, mi sembra importante aiutare i giovani a riconoscere gli aspetti della nostra cultura, che minacciano particolarmente il valore del matrimonio, in modo che possano essere vigili e proteggersi contro questo tipo di influenze che li porterebbe a tradire la verità del loro matrimonio.
Non si potrebbe pensare che si possa rompere il legame tra una madre e suo figlio o un padre e il suo bambino: è lo stesso tipo di legame che esiste tra un uomo e una donna sposati?
Ovviamente. In effetti, il legame tra padre madre e figli è un legame costituito dall'amore del padre e della madre uno per l'altro. Un bambino non cresce e si sviluppa correttamente se il padre e la madre non comunicano l'amore che hanno l'uno per l'altro. Abbiamo assolutamente bisogno di questo per la nostra crescita e sviluppo: avere l'amore di un padre e di una madre, e la sua comunicazione da parte di entrambi i genitori.
In questa epoca di divorzio dilagante e fallimento matrimoniale, qual è la responsabilità della contraccezione artificiale, e pensa che la Chiesa possa cambiare il corso della mentalità contraccettiva?
Il ruolo svolto dalla contraccezione artificiale è fondamentale e letale, perché ha come effetto l'affievolimento dell'amore tra marito e moglie, eliminando la totalità dell'amore insita nell'unione coniugale, che include sempre il grande dono della procreazione: la corona del'unione matrimoniale è il dono dei figli. E così quando una mentalità contraccettiva vi entra, l'amore viene distorto. E infatti vediamo che c'è chi usa l'argomento che l'unione sessuale senza il suo aspetto fecondo è di per sé coniugale nel discutere sull'attività sessuale tra due persone dello stesso sesso e così via, perché si dice: "Beh, si tratta di un atto d'amore, anche se non è fecondo". Ma questo è un uso illecito dell'unione coniugale: l'unione coniugale può essere solo tra un uomo e una donna uniti nell'amore. Così la mentalità contraccettiva è alla base di un certo numero di minacce più gravi per il matrimonio di oggi. E la Chiesa, a mia conoscenza, è l'unica istituzione che afferma il male insito nella contraccezione, e così oggi più che mai è chiamata a difendere la verità circa l'unione coniugale e la sua natura fondamentalmente feconda. Credo fermamente che il beato Papa Paolo VI lo riconobbe nel 1968, quando ci fu una pressione enorme su di lui da parte dei cosiddetti "teologi", teologi morali, per attenuare l'insegnamento della Chiesa, e in effetti per modificarlo. Egli ha difeso in maniera eroica l'insegnamento della Chiesa, e ringraziamo Dio per questo. E poi il suo successore, Papa Giovanni Paolo II, dopo il breve pontificato di Papa Giovanni Paolo I, ha speso tanto del suo magistero a illustrare la verità contenuta nella Lettera Enciclica del Beato Papa Paolo VI Humanae vitae.
Ci sono molti peccati ripetitivi e infedeltà abituali che ci tagliano fuori dalla grazia santificante, ma che possono essere assolti nella Confessione; potrebbe spiegare il motivo per cui i divorziati "risposati" non possono ottenere l'assoluzione senza decidere di separarsi o almeno di vivere "come fratello e sorella"?
Qui è importante distinguere tra un peccato individuale, ad esempio, un atto individuale in cui si non si riesce a rispettare la fedeltà e il vivere in uno stato pubblico che è in violazione di tale fedeltà. Prima di tutto si può sostenere che nell'atto individuale c'era una forza della passione, una pressione, qualunque essa sia che potrebbe costituire in qualche aspetto una diminuzione della colpa. Lo stesso non si può dire di uno status, perché si sceglie liberamente di vivere con un'altra persona come marito e moglie, anche se l'uno o l'altro è vincolato, o entrambi sono legati da un matrimonio precedente. Confondere queste due situazioni è molto dannoso. E così la persona che pecca e va a confessarsi, veramente pentita e con il fermo proposito di correzione di non farlo di nuovo, può essere assolta, ma chi va a confessare il peccato di infedeltà, quando ha l'intenzione di continuare a vivere in quella situazione, e quindi un elemento essenziale del pentimento - il fermo proposito di modifica - non c'è, quella persona non può essere assolta e, naturalmente, non può accostarsi a ricevere la Santa Comunione. Si parla di una soluzione in foro interno. In altre parole, una soluzione non oltre il sacramento della Penitenza. Esiste solo una soluzione, e cioè che, nel Sacramento della Penitenza l'uomo e la donna si impegnino a vivere come fratello e sorella, in altre parole, ad osservare la continenza ed a rispettare la fedeltà del rapporto matrimoniale a cui sono legati. Poi possono essere autorizzati a ricevere i sacramenti, ma solo in un luogo in cui questo non dà scandalo, cioè in un luogo dove la gente non conosce la loro situazione. Si riconosce in questa disciplina della chiesa - molto antica - come la verità sul matrimonio è enormemente importante per tutta la vita della Chiesa e come la Chiesa garantisce la verità. Conosco molte persone i cui matrimoni sono falliti che dedicano il resto della loro vita a vivere nella fedeltà alla loro unione matrimoniale, anche se il loro coniuge li ha abbandonati. Alla fine, mi dicono molto chiaramente, che è in questa fedeltà che trovano la loro felicità.
La sua prima reazione ad "Amoris laetitia" è stata quella di dire che bisogna ascoltare il Romano Pontefice con rispetto, ma che non tutti i suoi detti e scritti sono parte del "magistero infallibile". Questo significa che è possibile fare una rispettosa lettura critica della Esortazione post-sinodale o anche che alcuni dei suoi elementi sono aperti a un'interpretazione non ortodossa?
Non credo che possa essere altrimenti perché il Papa stesso dice che il documento è costituito dalle sue riflessioni dopo l'esperienza Sinodale, e quelle riflessioni sono personali. La Chiesa non ha mai affermato che tutto ciò che il Papa dice o tutte le sue riflessioni sono parte del magistero. L'insegnamento nella Chiesa è una questione molto seria, in cui si comprende che non il papa non parla personalmente, ma che sta parlando come Successore di Pietro. E dunque è così che questo documento deve essere letto . Alcune persone mi hanno criticato per aver detto che il documento non è magistero; essi sostengono che si tratta di una Esortazione post-sinodale e, pertanto, deve essere parte del magistero; ma non è il titolo del documento a conferire la qualifica di magistero. Occorre leggere i contenuti e quando lo si fa, ci si accorge che questo documento va letto criticamente alla luce del Catechismo e del Magistero della Chiesa. Quelle parti che supportano e danno piena espressione al Magistero della Chiesa vanno bene, ma ci possono essere altre cose che sono riflessioni del Santo Padre, ma non sono magistero.
Molti cattolici sono turbati dal testo, ma sono riluttanti a esprimere i loro dubbi e perplessità anche perché il suo autore è il Papa. Cosa vorrebbe consigliar loro di fare?
Non siamo stati abituati a questo tipo di scrittura da parte del Santo Padre. In passato il Santo Padre parlava molto di rado, o scriveva molto raramente, e lo faceva sempre con una grande attenzione al fatto che egli è il Vicario di Cristo in terra e che, quindi, ogni espressione della Fede deve essere aderente alla verità del magistero della Fede. Papa Francesco ha scelto di scrivere e parlare in un modo tale per cui vi è una sorta di commistione tra l’esposizione dell’insegnamento della Chiesa e l’espressione dei propri pensieri personali, e molte volte lo fa in un linguaggio molto colloquiale, nel quale a volte non è così facile capire esattamente che cosa intende dire. E quindi penso che dobbiamo renderci conto che qui abbiamo un diverso modo di scrivere del Papa, e noi possediamo tutti gli strumenti nella nostra nostra fede per comprendere correttamente questo modo di scrivere, ma non ci è familiare. Tuttavia è semplicemente non vero sostenere che questo documento sia parte del magistero come lo erano, ad esempio, le Lettere Encicliche Evangelium vitae, o Familiaris consortio – che era anch’essa una Esortazione Apostolica post-sinodale -, giacché questo documento non è scritto nello stesso modo di quelle. È scritto in stile molto differente. A tale proposito, inoltre, credo che la cosa importante sia che quando si legge criticamente il documento, si sia sempre rispettosi della persona del Papa. Indulgere nella mancanza di carità rispetto a qualsiasi compagno di fede, e in modo particolare verso il Romano Pontefice, è del tutto inappropriato e sbagliato.
In particolare, sembra essere stata messa da parte la questione della dannazione eterna : "Nessuno può essere condannato per sempre, perché non è la logica del Vangelo" anche se la misericordia di Dio vuole raggiungere ogni uomo, non è vero che è possibile per l'uomo rifiutare la grazia e scegliere l'inferno?
Ovviamente. La Chiesa ha sempre insegnato che Dio rispetta la nostra libertà e così si può essere duri di cuore anche nel momento della morte. Cristo stesso ha parlato nel Vangelo. La logica del Vangelo è: Dio vuole salvare tutti gli uomini, non c'è dubbio su questo. Ha mandato il suo unico Figlio per salvare tutti gli uomini. Ma gli uomini restano liberi e alcuni di loro rifiutano la salvezza, e se lo fanno, meritano la dannazione eterna: se si rifiuta la salvezza, come si può essere salvati?
Parlando dei divorziati risposati, alcuni sacerdoti vanno dicendo che in certe situazioni concrete, è difficile dire che vivono "nel peccato". L'Esortazione dice: "Quindi non si può più semplicemente dire che tutti coloro che si trovano in una situazione 'irregolare' vivono in uno stato di peccato mortale e sono privati della grazia santificante". Come dobbiamo interpretare questo?
L'unico modo per interpretarlo è il seguente: se essi vivono in quello che sembra essere uno stato di peccato, ma in effetti non peccano, in altre parole, se vivono come fratello e sorella, allora è vero [che possono accostarsi alla santa Eucaristia]. Ma se si trovano in relazioni more uxorio, ciò è oggettivamente peccato e non può essere diversamente. Non può esserci peccato e non peccato allo stesso tempo. Oggettivamente, avere rapporti sessuali con una persona che non è il coniuge è fornicazione oppure adulterio.
In ogni caso l'unione deve essere benedetta.
Ovviamente! Per questo convivere al di fuori del matrimonio è erroneo e nega la possibilità di accedere ai sacramenti.
E, se la "colpevolezza morale" è attenuata, ciò è un motivo sufficiente per consentire a queste coppie di ricevere la comunione? O, per dirla in modo diverso: mentre la misericordia di Dio può operare la loro salvezza eterna, è saggio a livello ecclesiale consentire loro di ricevere la comunione?
Prima di tutto, torno alla distinzione tra circostanze attenuanti nei confronti di un atto individuale e circostanze attenuanti circa il vivere in uno stato di peccato: le circostanze attenuanti sono applicate a singoli atti, a chi rimane fedele: per un atto individuale ci può essere qualche circostanza che diminuisce il grado di colpevolezza. Ma per quanto riguarda il vivere pubblicamente in stato di peccato, dato che nostro Signore offre ad ogni persona sposata la grazia di vivere nella fedeltà al primo matrimonio, si può dire che, sì, essa può vivere in fedeltà al matrimonio, perché ha la grazia per farlo. Mentre ci possono essere tutti i tipi di considerazioni gravi, che i figli siano educati e assicurare loro una casa, tutte possono essere rispettate, pur restando fedele alla unione matrimoniale [la prima unione autentica, non quella in atto].
L'attuale ignoranza sulle regole e valori del matrimonio ha raggiunto un livello tale che molti matrimoni non sono validi?
Penso che la confusione che è nel mondo, ora è entrata anche nella Chiesa, e influisce su chi progettano di sposarsi. Ma penso anche che dobbiamo ricordare che il bene del matrimonio ci è insegnato dalla natura stessa. E così affermare, ad esempio, che il divorzio generalizzato, la promiscuità sessuale e via dicendo condizionano le persone in modo da non permetter loro di fare un matrimonio valido, non è corretto. Il giovane sa nel suo cuore ciò che è il matrimonio, ed in questo è aiutato anche da una buona preparazione. Quindi, anche se nella società ci sono tutti i tipi di pressioni contrarie al matrimonio, un giovane può anche scegliere il matrimonio come veramente è. L'unico modo per dire che il matrimonio non è valido è quello di dimostrare che una persona in particolare abbia applicato al suo consenso matrimoniale, il diritto al divorzio o all'infedeltà. In altre parole: nel dare il consenso a sposarsi una persona si è riservata il diritto di divorziare o quello di avere rapporti sessuali con un altro partner.
Fin da bambino mi è stato insegnato nel Catechismo che la chiamata verginale è oggettivamente superiore al matrimonio, che è lo stato ordinario dell'uomo. Ciò è cambiato?
No per niente. Questo è stato l'insegnamento costante della Chiesa. È nel Vangelo, è nei Padri della Chiesa. Non vi è alcun cambiamento per quanto riguarda il fatto che la continenza perfetta verginale rappresenta la perfezione dell'amore ed è, quindi, una fonte di ispirazione e anche di forza per i coniugi nel vivere la castità nel loro rapporto con l'altro. Questo è il significato del Signore anche quando Egli ci dice che nella vita a venire, non ci sposeremo né ci uniremo in matrimonio, perché non ci sarà che la perfezione dell'amore. No, l'insegnamento non è cambiato.
In questi tempi di confusione, non si presta troppa attenzione alla realizzazione di sé e al fatto di "essere parte" di una comunità, invece di rendersi conto che il nostro obiettivo finale e la felicità è in Cristo?
Certamente. La nostra attenzione dovrebbe essere completamente centrata sulla bontà in quanto Cristo, la nostra fedeltà, la nostra collaborazione con la sua grazia per crescere a Sua somiglianza, ed è in questo modo che rimaniamo uniti nella carità a tutti i nostri fratelli e sorelle. Ma se non concentriamo la nostra attenzione sulla grazia, visualizzando ogni cosa nella prospettiva dell'eternità, scadiamo ad un modo mondano di pensare, e così la nostra vita nella Chiesa diventa una sorta di realtà politica, associazionismo e via dicendo. Ma il nostro legame nella Chiesa, il legame tra di noi, che è il legame più profondo possibile, è la vita dello Spirito Santo in noi, è l'amore di Cristo in noi. Sono molto turbato oggi da un crescente linguaggio ecclesiale del tutto banale, che si riferisce ai membri della Chiesa, come più "conservatori" o più "liberali", e simili, come se fossimo un corpo formato da partiti politici . È una sola fede, che noi tutti condividiamo che ci unisce.
Sua Eminenza ha chiamato i cattolici a pregare il Rosario per la famiglia. Le piacerebbe interpellare anche i miei lettori di lingua francese per farlo?
Vi esorto a farlo! Non c'è dubbio che stiamo vivendo in tempi veramente difficili nella Chiesa di oggi, e noi come membra del Corpo di Cristo dobbiamo pregare con fervore per la Chiesa nel nostro tempo. E una delle preghiere più potenti che il Signore ci ha dato è il Rosario. Ecco perché sono stato così favorevole all'"Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo" [vedi il lancio - e l'ultima], come la chiamiamo in inglese, chiedendo alle persone di pregare un Rosario ogni mese per la Chiesa, e, naturalmente, sollecitandole a pregare ancora più frequentemente. Dunque si spera che durante questo mese, per così dire, "solenne", la preghiera del Rosario informi anche un atteggiamento quotidiano di preghiera così necessaria per la Chiesa.
E lei stesso celebra la Messa ...
Sì, ogni primo giorno del mese, celebro la Santa Messa per tutte le intenzioni di coloro che fanno parte della "Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo".
[Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
Esorto tutti i cattolici a leggere il Catechismo della Chiesa cattolica, che è il compendio della nostra fede cattolica e, se non hanno il tempo di leggere tutto il Catechismo, almeno leggano il Compendio, e poi consultino il Catechismo intero per l'ulteriore illustrazione di punti che potrebbero non aver capito. Ciò è fondamentale per noi oggi. La nostra fede è la nostra salvezza, e se non conosciamo la nostra fede certamente corriamo il rischio di perdere la nostra salvezza. Ciò, per noi, significa la salvezza eterna, ma significa anche la nostra felicità su questa terra, che è un anticipo della pienezza della felicità nel mondo a venire. Ma per quanto riguarda la preparazione al matrimonio penso che si debbano sottolineare i maggiori valori fondamentali del matrimonio, in altre parole, l'unione tra un uomo e una donna, nella fedeltà. Dobbiamo insistere sulla fedeltà, che è una virtù, per molti aspetti spesso violata nella nostra cultura. In secondo luogo, che [l'unione] è permanente; e in terzo luogo, che è per sua natura generosamente procreativa. E dobbiamo sottolineare a coloro che si preparano al matrimonio che la vita coniugale è una particolare partecipazione alla vita di Dio. Essa riflette l'amore delle tre Persone della Santissima Trinità, fedele, durevole e vivificante. Di conseguenza, è opportuno sottolineare che l'amore del matrimonio è maggiormente compreso e più efficacemente nutrito dalla nostra comunione con Dio nella preghiera e attraverso i Sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia. Quindi penso che queste sono le cose che dovrebbero essere maggiormente messe in risalto. Poi, mi sembra importante aiutare i giovani a riconoscere gli aspetti della nostra cultura, che minacciano particolarmente il valore del matrimonio, in modo che possano essere vigili e proteggersi contro questo tipo di influenze che li porterebbe a tradire la verità del loro matrimonio.
Non si potrebbe pensare che si possa rompere il legame tra una madre e suo figlio o un padre e il suo bambino: è lo stesso tipo di legame che esiste tra un uomo e una donna sposati?
Ovviamente. In effetti, il legame tra padre madre e figli è un legame costituito dall'amore del padre e della madre uno per l'altro. Un bambino non cresce e si sviluppa correttamente se il padre e la madre non comunicano l'amore che hanno l'uno per l'altro. Abbiamo assolutamente bisogno di questo per la nostra crescita e sviluppo: avere l'amore di un padre e di una madre, e la sua comunicazione da parte di entrambi i genitori.
In questa epoca di divorzio dilagante e fallimento matrimoniale, qual è la responsabilità della contraccezione artificiale, e pensa che la Chiesa possa cambiare il corso della mentalità contraccettiva?
Il ruolo svolto dalla contraccezione artificiale è fondamentale e letale, perché ha come effetto l'affievolimento dell'amore tra marito e moglie, eliminando la totalità dell'amore insita nell'unione coniugale, che include sempre il grande dono della procreazione: la corona del'unione matrimoniale è il dono dei figli. E così quando una mentalità contraccettiva vi entra, l'amore viene distorto. E infatti vediamo che c'è chi usa l'argomento che l'unione sessuale senza il suo aspetto fecondo è di per sé coniugale nel discutere sull'attività sessuale tra due persone dello stesso sesso e così via, perché si dice: "Beh, si tratta di un atto d'amore, anche se non è fecondo". Ma questo è un uso illecito dell'unione coniugale: l'unione coniugale può essere solo tra un uomo e una donna uniti nell'amore. Così la mentalità contraccettiva è alla base di un certo numero di minacce più gravi per il matrimonio di oggi. E la Chiesa, a mia conoscenza, è l'unica istituzione che afferma il male insito nella contraccezione, e così oggi più che mai è chiamata a difendere la verità circa l'unione coniugale e la sua natura fondamentalmente feconda. Credo fermamente che il beato Papa Paolo VI lo riconobbe nel 1968, quando ci fu una pressione enorme su di lui da parte dei cosiddetti "teologi", teologi morali, per attenuare l'insegnamento della Chiesa, e in effetti per modificarlo. Egli ha difeso in maniera eroica l'insegnamento della Chiesa, e ringraziamo Dio per questo. E poi il suo successore, Papa Giovanni Paolo II, dopo il breve pontificato di Papa Giovanni Paolo I, ha speso tanto del suo magistero a illustrare la verità contenuta nella Lettera Enciclica del Beato Papa Paolo VI Humanae vitae.
Ci sono molti peccati ripetitivi e infedeltà abituali che ci tagliano fuori dalla grazia santificante, ma che possono essere assolti nella Confessione; potrebbe spiegare il motivo per cui i divorziati "risposati" non possono ottenere l'assoluzione senza decidere di separarsi o almeno di vivere "come fratello e sorella"?
Qui è importante distinguere tra un peccato individuale, ad esempio, un atto individuale in cui si non si riesce a rispettare la fedeltà e il vivere in uno stato pubblico che è in violazione di tale fedeltà. Prima di tutto si può sostenere che nell'atto individuale c'era una forza della passione, una pressione, qualunque essa sia che potrebbe costituire in qualche aspetto una diminuzione della colpa. Lo stesso non si può dire di uno status, perché si sceglie liberamente di vivere con un'altra persona come marito e moglie, anche se l'uno o l'altro è vincolato, o entrambi sono legati da un matrimonio precedente. Confondere queste due situazioni è molto dannoso. E così la persona che pecca e va a confessarsi, veramente pentita e con il fermo proposito di correzione di non farlo di nuovo, può essere assolta, ma chi va a confessare il peccato di infedeltà, quando ha l'intenzione di continuare a vivere in quella situazione, e quindi un elemento essenziale del pentimento - il fermo proposito di modifica - non c'è, quella persona non può essere assolta e, naturalmente, non può accostarsi a ricevere la Santa Comunione. Si parla di una soluzione in foro interno. In altre parole, una soluzione non oltre il sacramento della Penitenza. Esiste solo una soluzione, e cioè che, nel Sacramento della Penitenza l'uomo e la donna si impegnino a vivere come fratello e sorella, in altre parole, ad osservare la continenza ed a rispettare la fedeltà del rapporto matrimoniale a cui sono legati. Poi possono essere autorizzati a ricevere i sacramenti, ma solo in un luogo in cui questo non dà scandalo, cioè in un luogo dove la gente non conosce la loro situazione. Si riconosce in questa disciplina della chiesa - molto antica - come la verità sul matrimonio è enormemente importante per tutta la vita della Chiesa e come la Chiesa garantisce la verità. Conosco molte persone i cui matrimoni sono falliti che dedicano il resto della loro vita a vivere nella fedeltà alla loro unione matrimoniale, anche se il loro coniuge li ha abbandonati. Alla fine, mi dicono molto chiaramente, che è in questa fedeltà che trovano la loro felicità.
La sua prima reazione ad "Amoris laetitia" è stata quella di dire che bisogna ascoltare il Romano Pontefice con rispetto, ma che non tutti i suoi detti e scritti sono parte del "magistero infallibile". Questo significa che è possibile fare una rispettosa lettura critica della Esortazione post-sinodale o anche che alcuni dei suoi elementi sono aperti a un'interpretazione non ortodossa?
Non credo che possa essere altrimenti perché il Papa stesso dice che il documento è costituito dalle sue riflessioni dopo l'esperienza Sinodale, e quelle riflessioni sono personali. La Chiesa non ha mai affermato che tutto ciò che il Papa dice o tutte le sue riflessioni sono parte del magistero. L'insegnamento nella Chiesa è una questione molto seria, in cui si comprende che non il papa non parla personalmente, ma che sta parlando come Successore di Pietro. E dunque è così che questo documento deve essere letto . Alcune persone mi hanno criticato per aver detto che il documento non è magistero; essi sostengono che si tratta di una Esortazione post-sinodale e, pertanto, deve essere parte del magistero; ma non è il titolo del documento a conferire la qualifica di magistero. Occorre leggere i contenuti e quando lo si fa, ci si accorge che questo documento va letto criticamente alla luce del Catechismo e del Magistero della Chiesa. Quelle parti che supportano e danno piena espressione al Magistero della Chiesa vanno bene, ma ci possono essere altre cose che sono riflessioni del Santo Padre, ma non sono magistero.
Molti cattolici sono turbati dal testo, ma sono riluttanti a esprimere i loro dubbi e perplessità anche perché il suo autore è il Papa. Cosa vorrebbe consigliar loro di fare?
Non siamo stati abituati a questo tipo di scrittura da parte del Santo Padre. In passato il Santo Padre parlava molto di rado, o scriveva molto raramente, e lo faceva sempre con una grande attenzione al fatto che egli è il Vicario di Cristo in terra e che, quindi, ogni espressione della Fede deve essere aderente alla verità del magistero della Fede. Papa Francesco ha scelto di scrivere e parlare in un modo tale per cui vi è una sorta di commistione tra l’esposizione dell’insegnamento della Chiesa e l’espressione dei propri pensieri personali, e molte volte lo fa in un linguaggio molto colloquiale, nel quale a volte non è così facile capire esattamente che cosa intende dire. E quindi penso che dobbiamo renderci conto che qui abbiamo un diverso modo di scrivere del Papa, e noi possediamo tutti gli strumenti nella nostra nostra fede per comprendere correttamente questo modo di scrivere, ma non ci è familiare. Tuttavia è semplicemente non vero sostenere che questo documento sia parte del magistero come lo erano, ad esempio, le Lettere Encicliche Evangelium vitae, o Familiaris consortio – che era anch’essa una Esortazione Apostolica post-sinodale -, giacché questo documento non è scritto nello stesso modo di quelle. È scritto in stile molto differente. A tale proposito, inoltre, credo che la cosa importante sia che quando si legge criticamente il documento, si sia sempre rispettosi della persona del Papa. Indulgere nella mancanza di carità rispetto a qualsiasi compagno di fede, e in modo particolare verso il Romano Pontefice, è del tutto inappropriato e sbagliato.
In particolare, sembra essere stata messa da parte la questione della dannazione eterna : "Nessuno può essere condannato per sempre, perché non è la logica del Vangelo" anche se la misericordia di Dio vuole raggiungere ogni uomo, non è vero che è possibile per l'uomo rifiutare la grazia e scegliere l'inferno?
Ovviamente. La Chiesa ha sempre insegnato che Dio rispetta la nostra libertà e così si può essere duri di cuore anche nel momento della morte. Cristo stesso ha parlato nel Vangelo. La logica del Vangelo è: Dio vuole salvare tutti gli uomini, non c'è dubbio su questo. Ha mandato il suo unico Figlio per salvare tutti gli uomini. Ma gli uomini restano liberi e alcuni di loro rifiutano la salvezza, e se lo fanno, meritano la dannazione eterna: se si rifiuta la salvezza, come si può essere salvati?
Parlando dei divorziati risposati, alcuni sacerdoti vanno dicendo che in certe situazioni concrete, è difficile dire che vivono "nel peccato". L'Esortazione dice: "Quindi non si può più semplicemente dire che tutti coloro che si trovano in una situazione 'irregolare' vivono in uno stato di peccato mortale e sono privati della grazia santificante". Come dobbiamo interpretare questo?
L'unico modo per interpretarlo è il seguente: se essi vivono in quello che sembra essere uno stato di peccato, ma in effetti non peccano, in altre parole, se vivono come fratello e sorella, allora è vero [che possono accostarsi alla santa Eucaristia]. Ma se si trovano in relazioni more uxorio, ciò è oggettivamente peccato e non può essere diversamente. Non può esserci peccato e non peccato allo stesso tempo. Oggettivamente, avere rapporti sessuali con una persona che non è il coniuge è fornicazione oppure adulterio.
In ogni caso l'unione deve essere benedetta.
Ovviamente! Per questo convivere al di fuori del matrimonio è erroneo e nega la possibilità di accedere ai sacramenti.
E, se la "colpevolezza morale" è attenuata, ciò è un motivo sufficiente per consentire a queste coppie di ricevere la comunione? O, per dirla in modo diverso: mentre la misericordia di Dio può operare la loro salvezza eterna, è saggio a livello ecclesiale consentire loro di ricevere la comunione?
Prima di tutto, torno alla distinzione tra circostanze attenuanti nei confronti di un atto individuale e circostanze attenuanti circa il vivere in uno stato di peccato: le circostanze attenuanti sono applicate a singoli atti, a chi rimane fedele: per un atto individuale ci può essere qualche circostanza che diminuisce il grado di colpevolezza. Ma per quanto riguarda il vivere pubblicamente in stato di peccato, dato che nostro Signore offre ad ogni persona sposata la grazia di vivere nella fedeltà al primo matrimonio, si può dire che, sì, essa può vivere in fedeltà al matrimonio, perché ha la grazia per farlo. Mentre ci possono essere tutti i tipi di considerazioni gravi, che i figli siano educati e assicurare loro una casa, tutte possono essere rispettate, pur restando fedele alla unione matrimoniale [la prima unione autentica, non quella in atto].
L'attuale ignoranza sulle regole e valori del matrimonio ha raggiunto un livello tale che molti matrimoni non sono validi?
Penso che la confusione che è nel mondo, ora è entrata anche nella Chiesa, e influisce su chi progettano di sposarsi. Ma penso anche che dobbiamo ricordare che il bene del matrimonio ci è insegnato dalla natura stessa. E così affermare, ad esempio, che il divorzio generalizzato, la promiscuità sessuale e via dicendo condizionano le persone in modo da non permetter loro di fare un matrimonio valido, non è corretto. Il giovane sa nel suo cuore ciò che è il matrimonio, ed in questo è aiutato anche da una buona preparazione. Quindi, anche se nella società ci sono tutti i tipi di pressioni contrarie al matrimonio, un giovane può anche scegliere il matrimonio come veramente è. L'unico modo per dire che il matrimonio non è valido è quello di dimostrare che una persona in particolare abbia applicato al suo consenso matrimoniale, il diritto al divorzio o all'infedeltà. In altre parole: nel dare il consenso a sposarsi una persona si è riservata il diritto di divorziare o quello di avere rapporti sessuali con un altro partner.
Fin da bambino mi è stato insegnato nel Catechismo che la chiamata verginale è oggettivamente superiore al matrimonio, che è lo stato ordinario dell'uomo. Ciò è cambiato?
No per niente. Questo è stato l'insegnamento costante della Chiesa. È nel Vangelo, è nei Padri della Chiesa. Non vi è alcun cambiamento per quanto riguarda il fatto che la continenza perfetta verginale rappresenta la perfezione dell'amore ed è, quindi, una fonte di ispirazione e anche di forza per i coniugi nel vivere la castità nel loro rapporto con l'altro. Questo è il significato del Signore anche quando Egli ci dice che nella vita a venire, non ci sposeremo né ci uniremo in matrimonio, perché non ci sarà che la perfezione dell'amore. No, l'insegnamento non è cambiato.
In questi tempi di confusione, non si presta troppa attenzione alla realizzazione di sé e al fatto di "essere parte" di una comunità, invece di rendersi conto che il nostro obiettivo finale e la felicità è in Cristo?
Certamente. La nostra attenzione dovrebbe essere completamente centrata sulla bontà in quanto Cristo, la nostra fedeltà, la nostra collaborazione con la sua grazia per crescere a Sua somiglianza, ed è in questo modo che rimaniamo uniti nella carità a tutti i nostri fratelli e sorelle. Ma se non concentriamo la nostra attenzione sulla grazia, visualizzando ogni cosa nella prospettiva dell'eternità, scadiamo ad un modo mondano di pensare, e così la nostra vita nella Chiesa diventa una sorta di realtà politica, associazionismo e via dicendo. Ma il nostro legame nella Chiesa, il legame tra di noi, che è il legame più profondo possibile, è la vita dello Spirito Santo in noi, è l'amore di Cristo in noi. Sono molto turbato oggi da un crescente linguaggio ecclesiale del tutto banale, che si riferisce ai membri della Chiesa, come più "conservatori" o più "liberali", e simili, come se fossimo un corpo formato da partiti politici . È una sola fede, che noi tutti condividiamo che ci unisce.
Sua Eminenza ha chiamato i cattolici a pregare il Rosario per la famiglia. Le piacerebbe interpellare anche i miei lettori di lingua francese per farlo?
Vi esorto a farlo! Non c'è dubbio che stiamo vivendo in tempi veramente difficili nella Chiesa di oggi, e noi come membra del Corpo di Cristo dobbiamo pregare con fervore per la Chiesa nel nostro tempo. E una delle preghiere più potenti che il Signore ci ha dato è il Rosario. Ecco perché sono stato così favorevole all'"Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo" [vedi il lancio - e l'ultima], come la chiamiamo in inglese, chiedendo alle persone di pregare un Rosario ogni mese per la Chiesa, e, naturalmente, sollecitandole a pregare ancora più frequentemente. Dunque si spera che durante questo mese, per così dire, "solenne", la preghiera del Rosario informi anche un atteggiamento quotidiano di preghiera così necessaria per la Chiesa.
E lei stesso celebra la Messa ...
Sì, ogni primo giorno del mese, celebro la Santa Messa per tutte le intenzioni di coloro che fanno parte della "Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo".
[Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
55 commenti:
E così, tra un sofisma e l'altro, tra un commentino e l'altro, tra un dico e non dico e l'altro, tra un baloccamento accademico e l'altro, tra un lasciare tranquillamente i cristiani in balia dei loro aguzzini e l'altro, intanto ecco chi davvero fa qualcosa per questa povera chiesa allo stremo: i martiri, sempre e ancora loro, e stavolta è una bambina a fare come fece Santo Stefano mentre veniva lapidato...
"A Mosul, capitale dello Stato Islamico nei territori occupati dell'Iraq, una BAMBINA CRISTIANA è stata ARSA VIVA dai terroristi arruolati sotto le insegne dell'Isis dopo che la madre aveva tardato a pagare la jizya, la tassa di protezione imposta ai non musulmani da parte della polizia segreta del Califfato.
Ma non è tutto. Mentre la trasportavano in ospedale, martoriata da ustioni del massimo grado, la PICCOLA HA PREGATO LA MADRE DI PERDONARE I PROPRI AGUZZINI.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/iraq-isis-manda-rogo-bambina-cristiana-1261005.html
La notizia è scioccante e accora. Ed è vero che c'è troppo disinteresse per i martiri, ma soprattutto per impedire la barbarie (a vari livelli) che è la causa delle sofferenza dei nostri fratelli in M.O.
Ma non strumentalizziamo questi drammi per lanciare bordate sul dire e non dire e accademie varie.
Ci sono tanti ruoli nella Chiesa e la realtà è complessa. Non confondiamo i livelli logici...
L'eclissi terribile della Fede che stiamo vivendo e le stesse carenze abissali del vertice che diffonde urbi et orbi castronerie in luogo della verità (basta pensare alla confusione tra la conquista nell'islam e l'opera divino-umana di Cristo Signore) ci dice che non può mancare nella Chiesa chi riafferma con autorevolezza le verità di fede.
Che poi anche da questo lato manchi il riconoscimento delle cause e relative dinamiche ancora e sempre più drammaticamente operanti, questo non è dire e non dire e neppure accademia ma l'uso della ragione che fornisce le ragioni per alimentare un indispensabile confronto.
....il vice presidente dell'associazione per i diritti umani Road of Success Jacqueline Isaac ha resa nota una storia che dimostra l'orrore dell'Isis ma anche l'incredibile fede dei cristiani perseguitati. E' quella di una madre e di sua figlia di 12 anni, cristiani abitanti a Mosul, a cui venne chiesta la tassa di sottomissione all'Islam, in alternativa andarsene via subito. Quando i miliziani si presentarono a casa della donna, la figlia stava facendo la doccia in bagno. La madre disse loro che avrebbe pagato, di aspettare solo un momento che la figlia uscisse dal bagno. Non aspetteremo dissero dando immediatamente fuoco alla casa e al bagno dove si trovava la ragazzina. Nonostante la madre fosse riuscita a portarla fuori la bambina è morta di ustioni poco dopo in ospedale. Isaac, che ha raccontato questa storia in pubblico lo scorso mese a New York durante un incontro sui cristiani perseguitati, ha detto che mentre la ragazzina stava morendo tra le braccia della madre, le ha detto: "Perdonali". Sono state le sue ultime parole.
Il cardinale mi piace quando dice che certi cattolici sono ignoranti!
"Nella Chiesa ormai da diversi decenni abbiamo sofferto di una pessima catechesi e anche di una certa tendenza a predicare evitando una esposizione sistematica della fede, che ha lasciato molti cattolici ignoranti della loro fede cattolica come pure degli insegnamenti della legge morale, che è una parte importante della nostra fede cattolica."
Se la situazione si protrae da decenni, vogliamo cominciare a chiederci il perchè e quali sono le falle da sanare?
Non è che è proprio la prassi sganciata dalla dottrina il problema? E da dove nasce?
Chi e' stato causa di questa ignoranza ?
I formatori dei Sacerdoti e i Sacerdoti pigri che non resettano gli insegnamenti ricevuti e si ripreparano sui testi del Magistero e non trasmettono il Catechismo della Chiesa Cattolica così com'e' , senza interpretazioni , essendo solo e soltanto l'ECO di Dio , e basta.
L'attuale popolo di Dio e' come il paesaggio della steppa con poche piccole piantine stentoree e tremolanti .
E la sua colpa e' quella di non nutrirsi degli strumenti che gli sono forniti dal Magistero della Chiesa .
Dell'insegnamento costante della Chiesa si nutre chi attinge alle fonti non inquinate o riesce a trovare sacerdoti vere guide e santificatori. Ma a chi è lasciato in balia del magistero liquido mediatici e non solo, non basta fare l'autodidatta col catechismo, deve trovare dei testimoni autentici, come lo stesso cardinale dice nella relazione al Rome Life Forum. Ma prima di essere testimoni devono essere 'formati', 'costituiti', come ha fatto il Signore con i suoi discepoli perché divenissero Apostoli.
Ma il problema di oggi è : chi forma i formatori, mentre la pastorale tradizionale stenta perché è marginalizzata quando non avversata insieme ai suoi sacerdoti?
Certo, al momento continuiamo anche ad incentivare la preghiera mentre viviamo e offriamo la passio ecclesiae, e speriamo che i santi pastori aumentino e facciano sentire la loro voce, forte e chiara, che possa arrivare lontano.
Credo che si tratti di una malattia epocale, la Chiesa sta male ma il mondo non sta meglio.Mi sembra che il grande male sia il vuoto nel quale si è fatta risucchiare la Chiesa ed anche il mondo. Il semplice riconoscersi peccatori implica essere presenti a se stessi. Siamo assenti. Non tutti certo e non sempre. Ma l'assenza è la vera catastrofe. Il vuoto riempito del nulla.
Gnocchi sull'essere giudicati "divisivi" o "unitivi":
"[...]Di solito, a questo punto, gli “UNITIVI”, se mi concede il termine, calano l’asso, l’argomento finale: LA DIVISIONE E' FRUTTO DEL DEMONIO. Francamente, comincio ad avere la nausea di certe VESTALI dell’unità tradizionale pronte ad accusare di collusione con il demonio chiunque la pensi diversamente da loro.
Anche in questo caso, vale il ragionamento enunciato poco sopra: non pensano, queste ANGELICHE VESTALI, che potrebbero essere loro stesse strumento del demonio visto che sono parte attiva di una divisione? Evidentemente no, ma anche questa è pura accademia.
Il fatto più grave è che, distribuendo con generosa e angelica perfidia l’accusa di “diaballismo”, cioè di divisività dovuta al demonio, queste sacre vestali intendono dosare la facoltà di parola fra gli interlocutori e mettere fuori gioco chiunque dissenta dalla linea dettata da loro stesse, o da chi per loro. Di solito, lo fanno discretamente, in privato, sussurrando e suggerendo.
Per non essere “divisivi”, naturalmente"
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-190516/
Interessante anche il resto, sul quale pure come si fa a dissentire?
E così... si comprende che, come accade sempre, dalla teoria, si arriva alla prassi. Dietro a povere desistenze sulle questioni di principio, si manifesta sempre la difesa di piccole e grandi rendite di posizione messe in pericolo dalla sconsiderata insulsaggine dei “divisivi”. Diffidi... di chi cerca ciò che unisce invece di ciò che divide, perché ha sempre qualcosa o qualcuno da preservare. È riflettendo su questo risvolto che mi sono reso conto della vera radicalità del “Beati i poveri”: chi non ha nulla da difendere è sempre più libero di seguire la Verità.
Per quanto riguarda la fiducia da accordare nonostante tutto a questo Papa e circa la necessità di mettere in evidenza le cose buone che saltuariamente dice, penso di essermi già espresso. Non vedo un motivo sufficiente per avallare il disegno di chi intende distruggere la Chiesa fondata da Nostro Signore, magari affettando un rispetto esteriore da ritirare in foro interno grazie alla riserva mentale. È uno sport che lascio volentieri ai poveri clericali che popolano anche le contrade della tradizione. Ed è uno sport pericoloso perché anche il poco di buono che esce dalla bocca di Bergoglio è sporcato dal pensiero da cui promana: in quanto strumentale a un disegno anticristico, è di fatto cattivo.
Di ossequio in ossequio... si finisce per accettare tutto quanto passa Santa Marta, diaconato femminile compreso: che solo l’ingenua furbizia dei tradizional-clericali non riesce a vedere come anticamera del sacerdozio esteso alle donne. ... in attesa che Bergoglio “ne faccia una veramente grossa davanti alla quale non si può tacere”, finiranno per ingoiarsi anche quello. E magari saranno pure contenti se qualche brava donna timorata e tradizionale si metterà i paramenti sacri del barocco più lussuoso per dire Messa. Perché, spiegheranno con fare condiscendente, “così possiamo cambiare le cose dall’interno”. E guardi che non è fantaecclesiologia, è solo l’applicazione al futuro prossimo venturo dello schema strategico e tattico adottato fino ad ora “per essere in tanti e contare di più”.
In conclusione, una noterella sul fatto che “è sempre tutta colpa dei giornali”, i quali, in questo caso, avrebbero trasformato in dogma una semplice affermazione estemporanea sul diaconato femminile. La realtà, caro Broglia, è che questo è già un dogma dell’anticristica neochiesa della Casa Comune guidata da Bergoglio: i giornali hanno compiuto il loro dovere ratificandolo e diffondendolo solennemente nella forma connaturale alla neochiesa: quella di enciclica mediatica.
La cosa più destabilizzante per noi è che in qualche misura anche i nostri pastori di riferimento, compreso il card. Sarah (ho letto un suo recente intervento in Francia), mentre stigmatizzano deviazioni e riaffermano i principi, disseminano i loro interventi di qualche rara citazione commestibile di Bergoglio senza di fatto attribuirgli la responsabilità che innegabilmente egli ha nell'innescare i suoi reiterati "processi" rivoluzionari.
Il che, alla fine, rappresenta un'unità fittizia...
Non vedo un motivo sufficiente per avallare il disegno di chi intende distruggere la Chiesa fondata da Nostro Signore, magari affettando un rispetto esteriore da ritirare in foro interno grazie alla riserva mentale.
Trovo comunque diverso il rispetto espresso dal card. Burke e dal vescovo Schneider, gravidi di responsabilità ecclesiali enormi, come pure quello di chi non ama uno stile triviale o riconosce che non gli competono gli anatemi, dal rispetto strumentale dei pennivendoli o dei corifei.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351301
" La cosa più destabilizzante per noi è che in qualche misura anche i nostri pastori di riferimento, compreso il card. Sarah (ho letto un suo recente intervento in Francia), mentre stigmatizzano deviazioni e riaffermano i principi, disseminano i loro interventi di qualche rara citazione commestibile di Bergoglio senza di fatto attribuirgli la responsabilità che innegabilmente egli ha nell'innescare i suoi reiterati "processi" rivoluzionari.
Il che, alla fine, rappresenta un'unità fittizia...
Per questo considero che colui che ha parlato chiaro, a suoi rischi e perigli, osando attribuire a Jorge Bergoglio anche l`astuzia del metodo è Monsignor Livi, del resto le sue parole sono così forti che ho dubitato della loro veridicità ma finora non ho visto smentite.
Rispondendo ad una domanda sull`ambiguità di certi parti dell`AL ha detto:
-Che cosa vuole dire?
“ Che il Papa è stato scaltro. Non ha voluto, né ha potuto alterare la dottrina, pena l’accusa di eresia, ma ha cambiato la prassi pastorale, suggerendo ai vescovi di decidere liberamente “caso per caso” e dunque in modo diverso da diocesi a diocesi, da Paese a Paese.
Se in vescovi di tutto il mondo facessero come il Papa ha suggerito, perverremmo ad un relativismo di fatto, quello del “caso per caso”: e infatti già qualche vescovo (nelle Filippine, in Germania, ma anche in Italia, a Bergamo) afferma che si può dare la comunione al divorziato risposato civilmente, e sostiene che lo fa già da tempo. In sostanza, dice che ora, grazie a Papa Francesco, tutto cambia, mentre lo stesso Papa Francesco ha scritto che non è cambiato niente. E’ una furbata”.
-Da che cosa dipende?
“ Papa Francesco è riuscito nel suo intento, che è sempre stato molto evidente: basti vedere come erano stati preparati in questa direzione (con la relazione del cardinale Walter Kasper) e poi come sono stati pilotati i due successivi sinodi dei vescovi sulla famiglia.
Questo risultato è la dimostrazione di una Chiesa cattolica che sul terreno dottrinale è allo sbando, con il crescente predominio dello storicismo, dell’umanesimo ateo e della teologia della liberazione.
Penso al tenore di tanti documenti e al fatto che i consiglieri maggiormente ascoltati sono l’ eretico Kasper (un cardinale tedesco) e l’ altro eretico Enzo Bianchi (un laico italiano), entrambi favorevoli a un ecumenismo che in pratica è la riabilitazione di Lutero e l’accoglimento delle istanza della sua riforma”.
"Papa Francesco certamente non lo fa con la sua condotta personale, ma la dottrina teologica che egli favorisce, questa sì che scandalizza, nel senso biblico del temine, nel senso che è una “pietra di inciampo” per la fede dei semplici e disorienta le coscienze di tanti”.
http://www.lafedequotidiana.it/monsignor-antonio-livi-la-amoris-laetitia-mette-a-rischio-la-dottrina-sullindissolubilita-del-matrimonio/
Qui non ci possono essere dubbi visto che si tratta della trascrizione orale, da lui approvata, di una conferenza di Monsignor Livi,
http://www.fidesetratio.it/conferenza-per-spiegare-al-maggio-2016..html
"Papa Francesco ha scelto di scrivere e parlare in un modo tale per cui vi è una sorta di commistione tra l’esposizione dell’insegnamento della Chiesa e l’espressione dei propri pensieri personali, e molte volte lo fa in un linguaggio molto colloquiale, nel quale a volte non è così facile capire esattamente che cosa intende dire."
Quando si dice eufemismo...
L'altra notte, causa insonnia, ho copiato qui un certo capitolo sul matrimonio, contenuto nella "Somma Contro I Gentili" di San Tommaso D'Aquino.
Forse alcune parti si son perdute e certamente era lungo. Ora però cito solo una frase che per me è stata luce nella notte:
"Perchè la rettitudine naturale degli atti umani non va desunta in base a quello che capita accidentalmente in un particolare individuo,ma in base a quello che consegue tutta la specie." (Classici UTET, p.863)
Da non perdere su Chiesa-Espresso, I 4 chiodi a cui Bergoglio appende il suo pensiero,
commentati da p. Giovanni Scalese, barnabita (Querculanus).
Finalmente parole chiare di mons. Livi. Non che non abbia sempre parlato chiaro; ma era sempre attento a non agganciare le affermazioni alle storture da stigmatizzare (per evitare la critica diretta).
Evidentemente, ora che la situazione ha raggiunto limiti intollerabili sta parlando forte e chiaro con riferimenti specifici. Ciò sdogana le nostre posizioni che lo hanno fatto da sempre per cui i normalizzatori non esitavano a tacciarci da tradi-protestanti.
E, tuttavia, anche lui continua a non prendere in considerazione le cause ben individuate in alcuni nodi conciliari. Del resto siamo in pieno dentro alle conseguenze della prassi sganciata dalla dottrina. E della "tradizione vivente" storicista che consente a Bergoglio di considerare superati, nella sua ermeneutica, persino i suoi immediati predecessori.
Diventa inutile continuare a stigmatizzare gli effetti se non si prendono in considerazione e non si correggono le cause.
http://comunitacattolicateotokos.blogspot.it/2014/11/il-papa-francesco-appella-gli-uomini-ad.html Quoto Gnocchi. Come si fa a dire che non è eresia parlare di applicare ad ogni realtà le proprie interpretazioni? Questo è protestantesimo puro, non solo relativismo, come le "ancelle a seno nudo" che si sono viste sugli altari coi papi in passato.
Inoltre chi ha espresso (e sono state espresse chiaramente da gente coraggiosa, clero) la sana dottrina, il sano diritto, il sano catechismo, il sano Vangelo, la sana Liturgia... è stato semplicemente ignorato, meglio non affrontare i problemi perchè qualcuno potrebbe mettersi a ragionare..ignorando invece si va avanti con la prassi o pastoral che si voglia dire, eretica.
Estrapolare dei punti buoni quando si s a che il male è assenza di bene ed anche nel peggior peccatore resta un qualcos a di buono è semplicemente farina del diavolo.
@ Un salto qualitativo da parte di mons. Livi - Resta il nodo del Concilio
Concordo con le osservazioni di Mic: mons. Livi sembra aver fatto un notevole salto qualitativo nelle sue analisi, con quest'ultime affermazioni, anche se ancora non va alla radice ultima di tutti i mali presenti e cioe' il Concilio, nel quale sono penetrati certi noti errori. Speriamo, comunque, che altri ecclesiastici affianchino mons. Livi. Sull'intervista del card. Burke, come sempre chiarissima e utile su tanti punti di dottrina e morale cristiane, va pero' osservato che, come al solito: 1. non entra nel merito della AL, del famoso capitolo VIII, per esempio; resta sempre ad uno stadio preliminare, anche se importante perche' dimostra che si puo' "criticare" l'Esortazione papale, non costituendo essa documento magisteriale in senso proprio. Questo puo' esser importante, per molti fedeli, altrimenti vittime dello "infallibilismo" tuttora dominante. (Pero', Papa Bergoglio, il suo "magistero" ama farlo cosi', volutamente, come ha rilevato anche mons. Livi; e questo, e' ovvio [aggiungo], dipende dai fini eterodossi che tale magistero chiaramente si propone in diversi ambiti). 2. Nella definizione del matrimonio, il card. Burke, allo stesso modo di altri "pastori di riferimento" si muove sempre nell'ottica non buona del Concilio, ragion per cui la procreazione risulta esser al terzo posto nei fini del matrimonio, dopo la fedelta' e l'indissolubilita' dell'unione. Risulta esser "il coronamento" dell'unione (Gaudium et Spes, art. 48) non la sua ragion d'esser, il suo fine primario, come ha sempre insegnato la Chiesa nel passato. A molti la distinzione potra' apparire sofistica ma, se si guarda bene, non lo e' affatto. E' di sostanza perche' la nuova concezione sposta il centro di gravita' del matrimonio dalla procreazione alla mutua realizzazione del perfezionamento degli sposi, incluso l'aspetto "fisico". Ponendo al centro la relazione affettivo-erotica, che prima era invece scopo secondario (perche' la sensualita' va disciplinata), si e' aperta la strada ad ogni sorta di concezine aberrante del matrimonio, come possiamo constatare oggi.
Anche senza parlare del Concilio, i nostri "pastori di riferimento" potrebbero tuttavia cominciare a dire che lo scopo primario del matrimonio e' e resta la procreazione e l'educazione della prole. E se qualcuno tira fuori il Concilio, potrebbero sempre dire che questo e' il giusto modo di interpretare il nefasto art. 48 della GS. PARVUS
In una cultura prettamente “orizzontale”, appiattita sulla storia e sulla psiche (ciò che “sento” e ciò “mi sento”), l’apoteosi del hic et nunc, il cristianesimo è necessario per saper guardare all’al di là.
Senza un “dopo” tutto si consuma “adesso”, al massimo guardando a un domani e un dopodomani in cui protendere quel che desidero oggi, sempre con il metro e le misure dell’oggi, nella storia.
In realtà il cristiano sa, per rivelazione di Dio, di essere chiamato ad un “oltre”.
La vita ultraterrena e il trascendente, sono i veri motori della conversione, della penitenza e della riconciliazione/comunione con Dio, che non sono un “vivere male l’oggi”, ma un viverlo meglio!
La vita eterna è ciò si apre oltre i “novissimi”: morte, giudizio, inferno e (purgatorio) paradiso.
L’afasia su questi tempi in un tempo di grandi parole e dialoghi ecclesiali con il mondo è il sintomo più evidente di una riduzione d’orizzonte. Il peccato è la ribellione contro la carità divina che credo per fede -oltre ciò che vivo- e attendo per speranza nel tempo in cui sto, in attesa di goderla pienamente. Ma il peccato oltre che ribellione è separazione da Dio: la morte sancisce una scelta.
Chi riconosce il peccato si dispone alla riconciliazione, riparando il necessario, avendone il tempo.
La consapevolezza di questa separazione misura la gravità del peccato e misura la misericordia di Dio. Dio perdona tutte le volte che glieLo chiediamo! La misericordia è per questa vita, adesso.
Poi, resterà ciò che abbiamo scelto. E questo non secondo l’ennesimo “per me”, o “secondo me”.
E’ l’oggettività del cristianesimo. Nessuna magia: terreno da dissodare. Un’opera. Anche sacrificio, unendo la pazienza di chi patisce alla passione di Nostro Signore, Verbo incarnato, crocifisso per redimerci dal nostro peccato e risorto da morte per indicarci la vita eterna nel Suo Spirito.
Lo Spirito di Verità attesta Cristo, via, verità e vita. Attesta la Santissima Trinità, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Lo Spirito di Amore ci dona la contrizione, un dolore “perfetto “ per i nostri peccati a motivo di sapere di aver offeso Dio, nostro Creatore, Redentore e Giudice, pronto a sollevarci dalla nostra condizione per condurci nella Sua Casa di beatitudine.
Altrimenti resterebbe solo l’attrizione, il dolore imperfetto, per la paura dell’inferno. Oppure nemmeno quel dolore, solo la presunzione di poter fare ciò che ci pare, tanto Dio è misericordioso.
C’è afasia su questi temi in tanta pastorale moderna e in tante esortazioni che piacciono al mondo.
La Parola di Dio della Santa Messa odierna brilla come cristallo purissimo alla luce di Cristo.
"Diventa inutile continuare a stigmatizzare gli effetti se non si prendono in considerazione e non si correggono le cause."
Già, Maria.
Questo lo ripeto da anni. Chissà mai se il buon Dio mi concederà di riuscire a vedere il momento in cui FINALMENTE si prenderanno in considerazioni le cause e si smetterà di parlare delle conseguenze (se non per puntare ancora di più il faro sulle cause stesse) del disastro. Altrimenti tutto più o meno continuerà a rimanere al posto suo.
Monsignor Livi: “Papa Francesco è riuscito nel suo intento, che è sempre stato molto evidente”.
Ho proprio paura che abbia ragione. Per me sono illuminanti anche le parole dette a mons. Forte, che non è uno sprovveduto che non sappia quel che si dica: “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati, questi non sai che casino che ci combinano [che linguaggio elegante e ispirato!] Allora non ne parliamo in modo diretto: fa’ in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io”.
Maso
http://www.scuolaecclesiamater.org/2016/05/exsurge-quare-obdormis-domine.html
“In molti punti, gli eretici sono con me, in qualche altro no; ma a causa di questi pochi punti in cui si separano da me, non serve loro a nulla di essere con me in tutto il resto” (S. Agostino, In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641). In considerazione di quanto affermato da Sant.Agostino, pur essendo grato al Card Burke per ribadire la Dottrina Di Sempre, e pregando sempre molto per lui, non posso essere contento di questo suo modo diciamo "estremamente prudente" di parlare della AL, rinunciando a chiamare le cose con il loro nome. Condivido maggiormente la posizione di Mons Livi, e molto di più il passo concreto fatto da Mons. Scheider di chiedere formalmente al Papa una interpretazione autentica di AL in linea con la Tradizione che ripudi i passaggi "eretizzanti" e protestantizzanti della AL. Mi aspetto anche che se a questa richiesta non si sia data risposta si proceda con una seconda richiesta pubblica di ritrattazione e poi con una terza. Dopo di che si potrebbe anche decidere di indire un concistoro....
Con tutte le decisioni che fanno seguito alle parole, con tutti i segnali che avvertono del pericolo che fa correre alla Chiesa e alle anime, il fatto che Jorge Bergoglio sia il papa non dovrebbe e non deve essere un ostacolo alla libera espressione di chi vede non solo i rischi ma certe realtà già in atto di concretizzazione, come dopo l`AL. Quel che è desolante è la passività, il silenzio dei Pastori, possiamo contare sulle dita di una mano coloro che hanno preso la parola in modo chiaro e forte senza troppe precauzioni di linguaggio, e per fortuna che esistono i blog e i siti per diffondere i loro interventi, perchè non sono certo la stampa di regime e quella laicista che agiscono di concerto ( una ben strana alleanza che ha visto il girono con questo papa) a offrire loro spazio e visibilità.
Leggendo l'articolo ho finalmente compreso quella frase "guai ai tiepidi, meglio freddo o caldo" Meglio freddo non lo capivo ma è vero , meglio il freddo che almeno poersegue il proprio fine in questa vita,godendo i piaceri nel tempo. Il tiepido o accidioso o omissorio o silente o sul carro vincente... avrà un pugno di mosche, capisco com'è che qualche mistico ha scritto che al giudizio si avranno grandi sorprese e poi come si sa le prostitute ci passano avanti...Anche correggere il tiro visto che ormai è lampante che gli errori basilari di tutto il gioco stanno nel CVII nuovo dogma ed unico tale.Accettare l'ammettere di aver sbagliato è umiltà da tutti i VERI cattolici approvata e non giudicata. Ben venga se ciò è.Perchè quanto l'ultimo popolino (parlo di me) arriva a comprendere che certe cose scritte là sono eretiche (es."che la coscienza degli altri non deve essere giudicata" e ciò in base alla giustificazione sempre conciliare della DH che "tutti gli uomini devono essere immuni dalla coercizione" significa essere al capolinea, o si scende dal treno in corsa o si cadrà rovinosamente a meno che ... si stia sul carro volentieri.
Strana la concezione di "stare sul carro" solo perché non si fanno gesti eclatanti. E non credo che i nostri pastori di riferimento siano tiepidi. Tutt'altro.
Loro e noi con loro l'unico carro su cui siamo è quello di Cristo perché siamo dissociati da ogni stortura e aderiamo soltanto alla verità. Il resto è nelle Sue mani...
Scendere dal treno in corsa? Per andare dove?
Se proprio si deve usare una metafora è quella della Barca di Pietro che fa acqua. Ma credo che nostro compito sia tappare le falle, rimanendo a bordo (Signore dove andremo? E la Barca è Sua non di altri!) finché non si sia in porto...
Certo Monsignor Livi è stato fra quelli che ha parlato più chiaro, finora.
Certo adagio adagio ci si avvicina, o perlomeno alcuni si avvicinano, al punto nodale: il Concilio e tutto quel che ne consegue, Catechismo della Chiesa Cattolica compreso!
Non sarebbe più facile anche per il cardinal Burke, rimandare direttamente al catechismo di Pio X invece che al compendio del CCC, che ovviamente lascia intendere già solo per la sua mole è poco pratico. Ma chiaramente, l'ostacolo anche per lui è ancora il Concilio.
Certo il CCC (con qualche tara) e il Catechismo di San Pio X sono validi strumenti. E così pure le ricchezze del Magistero insieme alla Scrittura.
Ma il card. Burke e mons. Livi, che a suo tempo invitava i laici a tacere e a consultare Magistero, dimenticano che c'è bisogno di maestri e santificatori nonché di testimoni, più che di documenti, indispensabili per gli approfondimenti.
Certo il cardinale richiama anche alla testimonianza, preceduta da adeguata formazione; ma dove sono le fonti formative non inquinate? Purtroppo la pastorale tradizionale è avversata e stenta a diffondersi. Bisognerebbe attivarla comunque, ma a livello diocesano c'è un'attenzione vigile e una repressione spietata! Salve sparute eccezioni...
La grande falla nella preparazione, di gran parte dei sacerdoti e laici cristiani assetati, mi sembra essere la non conoscenza dei classici cristiani. Non conoscono i Testi. Se avessero adeguatamente conosciuto i Testi non li avrebbero messi nel sacco così facilmente.
Invito a prendere visione di quest'altra intervista di Burke, tutta su Amoris Laetitia: https://www.gloria.tv/video/KrsdoxSCQ31
Giustappunto sulla tiepidezza :
Nell'arco di una vita ho letto almeno una volta i 4 Vangeli ? la Bibbia ? il Catechismo della Chiesa Cattolica ? una Enciclica ?
Com'e' possibile che un Sacerdote , per l'omelia domenicale sulla misericordia , vada ad attingere al libro di " padre " Bianchi sulla Misericordia e lo sponsorizzi pure ?
Da chi ha avuto quel libro ? Lo ha comperato o gli e' stato regalato ?
E' legittimo chiedersi a quale fonte si disseta ?
Quale acqua somministra alle sue pecore ?
Prima almeno un aiutino era dato dall'Imprimatur....
P.S. Ho mai confessato la mia "ignavia" ? Sappiamo che esiste anche questo peccato ?
L'ignoranza delle Sacre Scritture è ignoranza di Cristo . S.Girolamo
17.01
Unioni civili, Mattarella firma legge
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge sulla "regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze".
Lo ha reso noto il sito del Quirinale
Mattarella....
E meno male che sarebbe docente di Diritto costituzionale !
Nnon dico altro, altrimenti mi censurano.
C'è esattamente una repressione veramente spietata ma per tanti motivi non credo che durerà ancora a lungo. Con la chiusura di molti seminari tanti cattivi maestri non potranno più nuocere e l'alternativa per loro sarà fra tornare in parrocchia o andare in pensione.I giovani da quel che vedo non sono pessimi come i vecchi arnesi del post concilio.bobo
La cattedra di Mosè di Bergoglio
http://www.antoniosocci.com/lo-principe-novi-farisei-inf-xxvii-85/#more-4421
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/05/20/francesco-come-mose-concede-il-ripudio-ai-duri-di-cuore/
L'Esortazione post-sinodale AL è Magistero ufficiale di colui al quale Burke riconosce la Suprema Autorità di Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. E' forse Burke divenuto regola prossima di Fede, dal momento che crede di poter criticamente interpretare i documenti provenienti dalla Cattedra di colui al quale riconosce l'autorità di Dottore e Maestro di tutti i cristiani? C'è troppa confusione e il card. Burke non fa che aumentarla ogni volta che parla! Questi comportamenti, in tempi normali per la Chiesa, sarebbero stati censurati dal Sant'Uffizio o bollati come scismatici e Burke sarebbe stato rimosso da qualsiasi ruolo e spedito in un monastero in lande sperdute a far penitenza per aver attentato all'unità della Chiesa!
"Questi comportamenti, in tempi normali per la Chiesa, sarebbero stati censurati dal Sant'Uffizio o bollati come scismatici"
Questa è proprio carina: qua si attenta tutti i giorni alla sana Dottrina anche da cattedre elevatissime e chi prova a dire qualcosa riguardo tale scempio viene tacciato come uno che assume atteggiamenti scismatici. Tutto rovesciato davvero.
Anonimo 00:13
è evidentemente uno dei tanti provocatori estratto a campione.
L'AL è magistero autentico per definizione, ma si presenta e presenta uno stile colloquiale fumoso e non definitorio che non si addice al linguaggio ecclesiale di un pontefice.
In ogni caso non siamo infallibisti, che ritengono oro colato ogni virgola che esce dalla bocca del Papa. Anche il Magistero autentico, nelle parti eventualmente innovative che non coincidono con l'insegnamento costante della Chiesa non è infallibile e, come tale, può essere criticato, col dovuto rispetto che non è mancato e non manca al card. Burke.
Le ragioni, per chi ha orecchie per intendere, sono state fornite ad abundantiam non solo dal card. Burke.
Il resto è flatus vocis.
don elia:
"La teologia del passato ha ammesso e discusso l’ipotesi di un papa eretico; non ha nemmeno immaginato quella di un modernista che, anziché guidare i fedeli al culto di Dio, li inciti al culto dell’uomo e della terra… Come può essere assistito dalla grazia connessa all’ufficio chi le opponga un insormontabile ostacolo?
Più radicalmente ancora, come può detenere nella Chiesa un ufficio legittimo chi di fatto ne rinneghi la fede?
Certo, sono questioni gravissime, ma, nostro malgrado, siamo obbligati a porcele dalla nostra coscienza".
https://www.blogger.com/comment.g?blogID=5570132738557818436&postID=6529785341057415189
Anna
Mons. Marcel Lefebvre
«Oggi più che mai […] la società ha bisogno di dottrine forti e coerenti con se stesse. In mezzo alla dissoluzione generale delle idee, la sola asserzione, un’asserzione ferma, provata, senza difetto, potrà farsi accettare. I compromessi diventano sempre più sterili, e ciascuno di essi si porta via un brandello della verità […] Mostratevi dunque […] quali in fondo siete, cattolici convinti […]. C’è una grazia legata alla confessione piena e intera della fede. Questa confessione, ci dice l’Apostolo, è la salvezza di coloro che la compiono, e l’esperienza mostra che essa è anche la salvezza di coloro che la intendono» (127).
http://www.riscossacristiana.it/dalla-pusillanimita-allapostasia-di-mons-marcel-lefebvre/
Anna
I falsi pastori, uno alla volta, stanno gettando la maschera, almeno ora sono riconoscibilissimi:
Se andiamo a leggere cosa Pannella diceva di sé e che ieri è stato pubblicato in prima pagina da “Il Secolo XIX”, si conosce meglio la persona.
“Sono un cornuto divorzista,
un assassino abortista,
un’infame traditore della Patria
come tutti gli obbiettori,
un drogato,
un perverso pasoliniano,
un mezzo ebreo,
mezzo fascista,
un liberal borghese esibizionista,
un non violento impotente…”.
Chi ha espresso di sé queste valutazioni, poteva mai lasciarci “una eredità umana e spirituale importante”? Il Monsignore Lombardi, insieme a tutti i suoi ammiratori vuole condividerne la sorte? Auguri!
Ma il paradosso più comico, proprio per evitare di piangere, lo ha offerto don Mazzi, il quale narrando la sua intima amicizia con Pannella si è detto sicuro che lui è già in Paradiso. Affermazioni simili demoliscono un secolo di apparizioni di Gesù e della Madonna, che hanno invitato a fare penitenze e lunghe preghiere a tutti i credenti, parole che distruggono la sana dottrina e la Fede cattolica.
Affermazioni simili demoliscono un secolo di apparizioni di Gesù e della Madonna
Più che un secolo di apparizioni demoliscono 2000 anni di cristianesimo.
un perverso pasoliniano,
Pasolini era contro l'aborto.
"Perverso pasoliniano" nel senso di pederasta. Non volle usare la parola più semplice e chiara e meno dotata di assonanze. Un puro artificio retorico per abbellire la schifezza.
Pasolini c'è morto, lui, avendo fatto un cosciente patto col Demonio, no.
A Pasolini, forse, la morte violenta è servita da espiazione, a Pannella la morte osannata e riverita no.
Condivido Rr, e aggiungo che Pasolini, che era molto critico e anche in conflitto con la sinistra di cui faceva parte, al contrario di Pannella era anche contro la liberazione sessuale, gemella dell'aborto, comprendendo in anticipo l'utilizzo spregiudicato e materialista che la nuova dittatura consumistica iniziava a fare del sesso. E non mi sembra che fosse a favore della droga.
Anche se polemico e critico con la Chiesa e la religione cattolica, con la sua sensibilità e intelligenza Pasolini comprendeva e apprezzava la grandezza e purezza della vita e degli insegnamenti di Gesù, pur vedendolo solo uomo.
Dopo il film "la ricotta", che sembra dimostrare il contrario e giustamente considerato offensivo e blasfemo dalla Chiesa, girò "il Vangelo secondo Matteo" che fu invece apprezzato, confermando l'apprezzamento di Gesù, anche se con il limite umano e senza passare alla fede
Insomma, come Pannella certamente anticonformista, ma nella sostanza ben diverso.
Nel Blogger del buon Magister c'è un interessante articolo sulla concezione filosofica di Bergoglio che fa capire molte cose sul suo pontificato, non so se già segnalato (in tal caso mi scuso, no riesco a leggere tutto):
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351301
Lo trovo ILLUMINANTE.
A sua volta riporta un'analisi di padre Giovanni Scalese:
"I quattro postulati di papa Francesco
Possono essere considerati come i postulati del pensiero di papa Francesco, dal momento che, oltre a risultare ricorrenti nel suo insegnamento, vengono da lui presentati come criteri generali di interpretazione e valutazione.
Essi sono:
- il tempo è superiore allo spazio;
- l’unità prevale sul conflitto;
- la realtà è più importante dell’idea;
- il tutto è superiore alla parte"
Analizza quindi alcuni passi dell'Evangelii gaudium evidenziando come in sostanza la sua visione della missione della Chiesa si basa su questi postulati più filosofici hegeliani che cristiani
In effetti tutta la 'Chiesa di Francesco' si regge su questi cardini e si capisce perche'ad esempio, la pastorale debba prevalere sulla dottrina.
I risultati li conosciamo: prevalenza della propria concezione filosofica sul Vangelo, trovando argomentazioni che giustificano la sua manipolazione per adattarlo alla modernità.
-- Lasciamo stare Hegel, per favore
Cosa c'entra Hegel con i filosofemi attribuiti a Bergoglio?
Si rammenta spesso Hegel a sproposito. A. P.
La qualificazione hegeliana non l'ho attribuita io, l'ho solo riportata.
La sostanza è che, a prescindere dall'origine del suo pensiero filosofico, esso non ha a che fare con la Dottrina della Chiesa, eppure giustifica la sua manipolazione modernista.
Hegel risciacquato nel Rio de la Plata, Rio delle Amazzoni, e tutti gli altri inquinatissimi fiumi del Sudamerica. Nonché analizzato tra i fumi della coca, mate' e rum di Infima qualità.
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