Lo stare davanti a Dio richiede innanzitutto umiltà.
L’umiltà con Dio non è affatto quell’atteggiamento, soggetto alla volubilità, di chi dice “io non sono niente, non conto niente, non ho niente, non valgo niente…” salvo poi mostrare gli artigli al prossimo per il minimo schiacciamento di calli o suonare la grancassa per ogni buona azione praticata davanti al mondo.
L’umiltà è essenzialmente la consapevolezza della verità di una creatura davanti al Creatore; o di un malato davanti al medico; o di un mendicante di fronte a chi potrà averne pietà.
L’umiltà di chi si sa amato pur avendo recato grave offesa a chi lo ama così sinceramente e fedelmente....
L’umiltà è il senso delle proporzioni: tutto lì.
L’umiltà è verità: innanzitutto su noi stessi.
Può farsi sano timor di Dio, tipica del “povero in spirito”, quindi beatitudine e dono dello Spirito santo.
Tutto il contrario dell’uomo che vive come se Dio non esistesse, l’uomo “che non deve chiedere mai”, l’uomo “che si è fatto da sé” e che presume di potere tutto, o almeno tutto ciò che vuole.
Ben altro anche dall'uomo che si fa simpatico rinunciando alla verità, per essere più libero in una parte più gradita e di maggior successo.
L’umiltà che viene dal timor di Dio è il recipiente delle grazie che Dio concede, nella Sua infinita misericordia, che si stende appunto su quelli che Lo temono, come recita la bellissima preghiera del Magnificat, il canto di Maria, l’umile ancella di Dio.
Lo stare al nostro posto e con il giusto senso delle proporzioni, ci assegna le coordinate necessarie per vivere il tempo che ci è dato, nella storia, in “terra”, cioè nell’esperienza fatta terra.
Lo spazio dove stiamo e il punto che siamo ci vede variare nel tempo: non era così 10 anni fa e non lo sarà tra altri dieci.
In ogni momento della nostra vita siamo in un posto, fatto di spazio (i tre assi cartesiani x, y, z hanno un’origine) e di tempo (dal nostro inizio a finchè dura quest’esperienza anche materiale).
La nostra creaturalità ha un’origine: il corpo avrà anche una fine; l’anima no, ma avrà un approdo, eterno come il Creatore. Per la carne vale promessa di risorgere là dove starà l’anima avuta in terra.
Gli assi cartesiani dell’uomo spirituale sono la Creazione (l’asse del Padre, ragione dell’essere), la Redenzione (l’asse del Figlio, Verbo incarnato, grazia della misericordia) e la Conversione (l’asse dello Spirito santo, che ci rende templi viventi, la grazia del discernimento e del senso delle proporzioni). La quarta dimensione, il tempo, è la vita eterna. Che conta molto più di questa proprio in quanto ne ho la speranza.
Si può stare al nostro posto? O finire nel posto preparato da Gesù nella Casa del Padre?
Che posto ha Dio nella nostra capacità di discernere la Sua volontà, che è il nostro bene?
Serve umiltà…
I poveri in spirito non sono sempre e solo quelli immiseriti di cose piene di valore per il mondo.
Affetti da "mondanità spirituale" lo sono anche quelli che abbracciano un cristianesimo filantropico e psichico.
L'umile è quello la cui sinistra non sa quel che fa la sua destra: la misericordia (di Dio) la sperimenta nella delicatezza di uno stare al proprio posto e non nell'occupare un posto per "misericordiare"...
Maria, nostra Regina, ci veda devotamente attenti a ricalcare le sue orme così ben incamminate sulla via della verità in una vita in cui l’umiltà non è soggetta alla volubilità, ma è pienezza di grazia. (R.S.)
8 commenti:
Ave Maria!
S.Rosario di Fatima in comunione di preghiera
http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/santuario-fatima.asp
L'altro S.Rosario e' alle ore 22:30
Visto che si parla di Fatima... :
http://www.onepeterfive.com/alice-von-hildebrand-sheds-new-light-fatima/
Comunque mi pare che, per chi ha approfondito l'argomento, non ci siano novità, ma conferme. Anche di Bella Dodd mi pare scrisse qualcosa Ferrara (quello americano).
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Fabrizio Giudici
https://www.youtube.com/watch?v=eibS8B7wecA
A treze de Maio
Na Cova da Iria,
Apareceu brilhando
A Virgem Maria.
Avé, Avé, Avé Maria!
Avé, Avé, Avé Maria!
Il Rosario di Maria è una preghiera potente che accosta la Mamma celeste ai suoi figli traviati; è una preghiera fatta con la voce di tutta la Chiesa ed è più forte di tutte le miserie, di tutte le potenze infernali.
(Padre Dolindo Ruotolo). Avemaria
Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, al Tuo Cuore Immacolato noi ci consacriamo, in atto di totale abbandono ai Signore.
Da Te saremo condotti a Cristo. Da Lui e con Lui saremo condotti ai Padre.
Cammineremo alla luce della fede e tutto faremo perché il mondo creda che Gesu Cristo è l'Inviato dal Padre.
Con Lui noi vogliamo portare l'Amore e la Salvezza fino ai confini del mondo.
Sotto la protezione dei Tuo Cuore Immacolato, saremo un solo Popolo con Cristo. Saremo testimoni della Sua risurrezione. Da Lui saremo condotti al Padre, a gloria della Santissima Trinità, che adoriamo, lodiamo e benediciamo. Amen.
Testo preso da: Fatima: in diretta dal Santuario. Webcam sulla "capelina" http://www.cantualeantonianum.com/2012/05/fatima-in-diretta-dal-santuario-webcam.html#ixzz48YefBM1p
http://www.cantualeantonianum.com
San Pier Giuliano Eymard: " L'uomo è stato indegno di ricevere direttamente la Parola di Dio, così Maria è stata la nostra Mediatrice con l'incarnazione, e Lei continua a esercitare tale funzione. Nessuno viene a conoscenza di Gesù Cristo e abbraccia la sua santa Legge, se non attraverso di Lei; non si ottiene il dono della Fede, senza le sue preghiere. La sua missione, a cui Lei è sempre fedele, è quello di dare a noi Gesù. Egli deve essere ricevuto dalle sue mani, e invano si cerca Lui altrove .
San Bonaventura: "Nessuno può entrare in cielo, se non per mezzo di Maria, entrando attraverso un cancello." [31]
"Noi crediamo che Maria si apre l'abisso della misericordia di Dio a chi si vuole, quando vuole e come vuole lei, così che non vi è tuttavia grande peccatore che si perde se Maria lo protegge".
Noi crediamo che Maria si apre l'abisso della misericordia di Dio a chi si vuole, quando vuole e come vuole lei,
Attenzione a certe affermazioni apodittiche, anche se sono detti di Santi, ma presi così a frammenti... Presa a sé, quest'affermazione sembra attribuire alla Santa Vergine, Madre di Gesù Cristo e nostra, l'onnipotenza del Padre, alla quale Lei, come creatura, sia pure al vertice della Creazione, si è sempre sottomessa e continua a sottomettersi, esempio di casta umiltà e di quant'altro di bello e grande si possa immaginare.
Non conosco l'intero detto di San Bonaventura, ma sono certa che il senso che egli attribuisce alla sua affermazione nel contesto intero non è questo.
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