Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 30 settembre 2017

Il Cardinale Müller parla su 'Amoris laetitia' i 'Dubia' e il Vaticano

Ampia intervista rilasciata il 28 settembre scorso dal card. Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a Edward Pentin, del National Catholic Register. Su alcuni punti si lascia andare, su altri è più che prudente.

Eminenza, il mese scorso è stato riferito  che, dal 2013, non è stata intrapresa alcuna azione contro i teologi dissidenti. È vero? 

Questa osservazione non è corretta. L'approccio della Congregazione per la Dottrina della Fede secondo i cambiamenti del Concilio Vaticano II è in primo luogo quello di promuovere e, in secondo luogo quello di difendere la fede. In alcuni casi agiamo come tribunale per i delitti contro la fede e la morale. Ma nel mio tempo ci sono stati casi in cui avevamo innanzitutto un dialogo con alcuni teologi per risolvere i problemi in modo fraterno. Ma credo che non ci sia stato assolutamente alcun cambiamento nel ruolo della congregazione. Deve continuare a difendere la fede contro le eresie, gli scismi e altri delitti contro l'unità della Chiesa e la santità dei sacramenti, secondo la costituzione apostolica Pastor Bonus (1988). 

Quindi non sono stati, almeno pubblicamente, casi di teologi dissidenti disciplinati in alcun modo negli ultimi quattro anni?

Ci sono stati spesso rimproveri contro di noi nel corso dello scorso anno, che appartengono a una visione anacronistica della CDF, che non ha a che vedere col ruolo e col lavoro della congregazione nei tempi moderni. C'è stato un gruppo di cosiddetti attivisti progressisti, che hanno reso pubblica una propaganda contro di noi, dicendo che l'esistenza della congregazione è un ritorno ai giorni dell'Inquisizione. Sono vecchie ossessioni risalenti al '68. Ora le stesse persone dicono che hanno avuto successo intervenendo con il "loro" Papa, che la congregazione non sta facendo il suo lavoro, ma questo non è vero. Abbiamo affrontato alcuni casi che hanno interessato visioni e teologi problematici. Ad esempio, non abbiamo potuto dare il nihil obstat in alcuni - pochi casi. 

Avete esempi di teologi che sono stati sanzionati negli ultimi anni, di cui forse non abbiamo mai sentito parlare?

Non posso dare i nomi perché sono sotto il segreto pontificio, ma la mia idea sulla situazione durante gli ultimi cinque anni è che non c'è stato alcun cambiamento nel ruolo della congregazione. 

Si è parlato molto del declassamento della Congregazione, persino di isolamento, durante questo pontificato. Il Santo Padre preferisce invece consultare i suoi consiglieri, come il suo confidente arcivescovo Victor Fernandez, rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina di Buenos Aires. Sono queste le persone che dirigono la dottrina, e la CDF viene messa da parte?

Ho sentito dire che il Papa è vicino a certi teologi, ma non possono pretendere di essere gli interpreti autorevoli del Papa. Se l'arcivescovo Fernandez fa ad esempio una dichiarazione, questa è solo una dichiarazione privata. Essa non ha più peso delle dichiarazioni di altri vescovi - e certamente per tutta la Chiesa, non ha alcuna autorità magisteriale - e quindi essa non ha per me più autorità di qualsiasi altra voce teologica.

Pentin: Ma quando, come hanno dimostrato le prove, lui ([Fernandez, ndr] scrive parti di Amoris Laetitia [senza essere citato, quindi come un ghostwriter, ndr], le sue opinioni diventano autorevoli?

Non so se l'arcivescovo Fernandez sia stato il ghostwriter dell'ottavo capitolo di Amoris Laetitia. Si tratta di un testo del Papa, non di Victor Fernandez o di qualsiasi altro ghostwriter. I documenti magisteriali sono il prodotto di un processo di preparazione teologica; e in passato ci sono stati dati i nomi dei teologi che avevano redatto una bozza o vi avevano aggiunto alcuni punti o riflessioni. Ma infine, decisiva è l'autorità del Papa. Un'esortazione apostolica di papa Francesco, e di tutto ciò che dice sulla dottrina, ha un'autorità magisteriale. E' vincolante secondo la portata di quella particolare dichiarazione. Non contiene alcun "nuovo dogma", ma è, piuttosto, un'esposizione del dogma sempre confermato e insegnato dalla Chiesa.

In Amoris Laetitia non c'è una nuova dottrina o spiegazione di alcuni punti giuridici della dottrina, ma l'accettazione della dottrina della Chiesa e dei sacramenti. L'unica questione riguarda la loro applicazione pastorale in situazioni straordinarie. Il Papa non cambierà e non potrà cambiare né la dottrina né i sacramenti. Vuole aiutare le coppie in circostanze molto difficili come un buon pastore, ma in accordo con la parola di Dio.

Lei dice che non conosce i motivi per cui il Papa non ha rinnovato il suo mandato di prefetto, ma è forse perché c'è un'ondata di eterodossia ai più alti livelli, e Lei non vi si è mai adeguato perché è considerato un ortodosso? Poi c'è la questione di Amoris Laetitia e della sua interpretazione che si discosta da quella dei consiglieri più vicini al Papa e, alla luce dei suoi commenti su questo tema, molto probabilmente da quella dello stesso Papa. Potrebbe essere questa la ragione che potrebbe aver posto fine al suo mandato?

Non lo so perché non mi è stata offerta alcuna spiegazione. Il Papa mi ha visto solo in un'udienza privata di routine, alla fine del mio mandato, per discutere il lavoro della Congregazione, e mi ha detto: "Questo è tutto". (...) E' vero che qualche tempo prima il Papa mi aveva detto che alcuni dei suoi "amici" andavano dicendo che "Müller è nemico del Papa", suppongo si trattasse di accuse anonime, e l'anonimato degli accusatori suggerisce che non erano disposti ad esporre le loro argomentazioni alla luce di una discussione onesta e aperta. L'uso di tali subdole tattiche è sempre dannoso per la vita della Chiesa e per il funzionamento della Curia. Guardando alla storia, vediamo che spesso le corti sono spesso danneggiate da simili intrighi, ed è qualcosa che lo stesso Papa ha condannato con forza come un male di lunga data nella Curia romana. Il papa mi ha assicurato che non si dovrebbe dare credito a simili pettegolezzi.

Per il bene della Curia e della Chiesa, ci dovrebbe essere un dialogo aperto. Devo smentire le calunnie che hanno avuto origine in certe parti della stampa, o da certi circoli ultramontanisti e vaticanisti, o da questo anonimo gruppo di falsi "amici" intorno al Santo Padre che hanno messo in discussione la mia fedeltà. In tutta la mia vita come sacerdote, teologo e vescovo, ho lavorato per il Regno di Dio e la sua santa Chiesa. E presentarmi come nemico del Successore di San Pietro è completamente folle e ingiusto.

Nei pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, come teologo e vescovo, sono stato accusato da persone con atteggiamento antiromano di essere troppo vicino al Papa e di non aver mantenuto una distanza critica da Roma. E' certamente ironico che queste stesse persone mi accusino ora di essere nemico del Papa. Questo è ovviamente un comportamento opportunistico a cui stiamo assistendo. Il pericolo più grande per il Papa in questi giorni sono questi opportunisti, carrieristi e falsi amici che non sono preoccupati per il bene della Chiesa, ma per i loro interessi finanziari e egoistici.

Pensa che il Papa sia mal consigliato dalle persone che lo circondano, o la sua rimozione è una manifestazione della volontà del papa?

Non lo so. Come ho detto, non ho ricevuto alcuna spiegazione per il mio licenziamento, e sarebbe sbagliato fare speculazioni. Ma mantengo fermamente la mia fedeltà a papa Francesco, al quale mi sono dedicato come fedele collaboratore. In questo anno di commemorazione della riforma protestante contro il primato della Santa Romana Chiesa, ho pubblicato uno studio storico e teologico sulla missione del Papa come Successore di San Pietro, e così non è che io fossi all'oscuro dell'importanza del papato nella Chiesa di Gesù Cristo. La cosa importante è che dobbiamo amare la Chiesa perché è la Sposa di Cristo. Amarla significa che a volte dobbiamo soffrire con lei, perché nei suoi membri non è perfetta, e quindi rimaniamo fedeli nonostante le delusioni. Alla fine, ciò che conta è come ci mostriamo agli occhi di Dio, piuttosto che come siamo considerati dagli uomini.

Mentre lei era a capo della CDF, si diceva che la Congregazione correggeva varie bozze di documenti papali, in particolare per Amoris Laetitia, ma anche per l'esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium, ma che esse venissero ignorate.

Nella Congregazione non abbiamo il diritto di correggere il Santo Padre, questo è molto chiaro, ma è sempre stato normale che le prime bozze abbiano avuto bisogno di un commento ufficiale da parte della Congregazione. Per quanto riguarda Amoris Laetitia, non so chi abbia fatto la redazione definitiva (edizione finale), le ultime correzioni o modifiche.

La disturba il fatto che le correzioni da lei apportate a questi documenti siano state ignorate?

Non tutte le correzioni sono state ignorate - il Santo Padre non è obbligato ad accettare le nostre correzioni, ma non so chi abbia fatto la sintesi di tutti i testi e li ha portati al Santo Padre. Se sono le stesse persone che hanno redatto la prima bozza che hanno fatto la redazione definitiva e hanno deciso se accettare o meno i suggerimenti proposti, allora ciò non sarebbe secondo la regola. Il Santo Padre non può fare personalmente tutta l'elaborazione di diversi suggerimenti da parte di questa e di altre congregazioni, di altri teologi. E' libero di chiedere a chiunque. Se sei un teologo della Congregazione e ti viene chiesto dal Santo Padre di fare una bozza, devi distinguere tra la tua teologia personale e ciò che uscirà, affinché sia un documento del magistero papale. Bisogna essere molto umili nella preparazione di un testo, sempre cauti nel non cogliere l'occasione per presentare il proprio punto di vista personale e lodare se stessi o lasciarsi celebrare come il famoso consigliere del Papa. Più si è responsabili e più si si deve essere discreti.

Posto il ridimensionamento della congregazione, perché essa continua ad essere importante? Se viene spogliata del suo ruolo principale, perché è necessario?

Nell'attuale atmosfera della Chiesa cattolica, ci sono molti pregiudizi contro la congregazione, basati su idee sbagliate e miti. In alcune persone, la menzione della CDF suscita immagini di film hollywoodiani sull'inquisizione, i roghi, ecc. Ciò che ha fatto o non ha fatto ed è successo secoli fa è una questione per gli storici, ma non ha alcuna relazione con l'opera attuale della congregazione poiché il suo compito è quello di sostenere il Santo Padre nella sua missione nel 2017. Ma alcune persone non capiscono cosa sia il concistoro di tutti i cardinali e non comprendono l'insegnamento teologico che sottolinea il ruolo della Curia romana. Non è semplicemente un apparato funzionale o una burocrazia.

I cardinali rappresentano la Santa Chiesa Romana. Il Papa è il capo della Chiesa romana, ecclesia principalis nella comunione di tutte le diocesi, vescovi e chiese di tutto il mondo.

Nel tempo, si è sviluppato questo gruppo di chierici romani per servire non solo la Diocesi di Roma, ma in servizio al Santo Padre per tutta la Chiesa. Così questo corpo dei maggiori chierici della Chiesa romana si è evoluto, i cardinali hanno formato un collegio; e ora hanno l'importante ruolo di eleggere il papa e di essere suoi consiglieri e collaboratori principali.

Nel XVI secolo c'era una divisione delle responsabilità, affinché un gruppo fosse assegnato alla supervisione della dottrina, un'altro alla nomina di futuri vescovi, un'altro alla liturgia. Ma quando consideriamo la missione della Chiesa, è chiaro che la Congregazione per la Dottrina della Fede è la più importante perché la missione della Chiesa predica il Vangelo della verità della rivelazione.

Il Santo Padre, come successore di San Pietro, deve unire la Chiesa. La sua missione e compito è proclamare: "Tu sei Cristo, Figlio del Dio vivente" (Matteo 16:16). Tutte le altre verità sono incluse in questa realtà cristologica, in relazione al Dio Trino e nella rivelazione di Cristo per noi come Redentore di tutta l'umanità. Pertanto, la congregazione è così importante per il Santo Padre. Essa deve svolgere la sua missione con l'aiuto della Santa Chiesa Romana in questa forma di congregazione di 25 cardinali, di alcuni vescovi, del personale addetto e di numerosi consulenti.

Lei pensa che questo sia andato perduto?

Non è perduto, ma temo che non ci sia una chiara idea dello stato ecclesiologico della Chiesa romana sotto forma di congregazione dei cardinali e della Curia romana. Alcuni pensano che un papa possa fare personalmente ciò che vuole perché è sovrano assoluto, ma non è vero.

Egli è il "Servo dei Servi di Dio".

Egli è principio dell'unità della Chiesa nella verità rivelata, e il ruolo del Papa come capo dello Stato vaticano non ha nulla a che vedere con il Papa come capo visibile della Chiesa. L'indipendenza del Papa dai poteri mondani è necessaria per la sua missione, ma non è indipendente dalla legge morale. Egli è infatti il primo interprete della legge morale naturale.

Come primo e ultimo, più alto, e più importante interprete di quella rivelazione di Dio in Gesù Cristo, egli non è una persona isolata, ma capo della Chiesa romana - e, quindi, si affida alla qualificata e impegnata collaborazione della Chiesa romana sotto forma di cardinali e dicasteri della Curia romana.

lei Pensa che i frutti di questo indebolimento della CDF e del papato siano le cause di questo caos e confusione, del perché stiamo assistendo ad esempio a questo caos e confusione, con vescovi che di Amoris Laetitia hanno differenti interpretazioni, ed alcuni teologi interpretazioni eretiche? E' forse a causa di questa ignoranza, o della mancanza di rispetto, se lei crede, per quello che è la Chiesa?

Penso che il Papa non debba essere biasimato per questa confusione, ma è gli è conferita autorità da Gesù Cristo per superarla. Il papa, come primo vescovo della Chiesa apostolica nella comunione mondiale delle Chiese cattoliche, è il principio e fondamento permanente dell'unità della Chiesa nella fede e della comunione d'amore (Lumen gentium 18).

E' noto che egli presta molta attenzione ai media, e così deve sapere cosa sta succedendo. Non gli spetta dunque, nell'interesse dell'unità della Chiesa, porvi rimedio e tale responsabilità incombe su di lui, e solo su di lui?

Non voglio criticarlo, pubblicamente o privatamente. Ma sono libero di dire quello che penso per il bene della Chiesa. In alcuni interventi nel mio ufficio di prefetto della congregazione ho spiegato che l'unica interpretazione vera e corretta di Amoris Laetitia - che nel complesso è molto buona e favorevole al matrimonio - è l'interpretazione ortodossa, con cui intendiamo dire: essa è nella linea della Sacra Scrittura, della Tradizione apostolica e delle decisioni definitive del magistero papale ed episcopale, come è stato tramandato in maniera continua fino ad oggi. Da nessuna parte in Amoris Laetitia è richiesto ai fedeli di credere alcunché che sia contrario al dogma, perché l'indissolubilità del matrimonio è molto chiara. L'unica domanda è se, in alcuni casi, il vero matrimonio esista nel contesto odierno, in una cultura in cui la definizione del matrimonio è molto diversa da quella che la Chiesa sta insegnando.

non è problematico il fatto che il Papa stia dando interpretazioni che sembrano essere in contrasto con l'interpretazione ortodossa che lei sposa, per esempio la lettera ai vescovi argentini e le lodi per i vescovi maltesi?

Nel caso della lettera ai vescovi argentini, se il Papa scrive una lettera personale e privata, allora essa non è un documento dottrinale ufficiale.

ma essa è stata pubblicata sul sito web del vaticano.

Il sito web del Vaticano ha un certo peso, ma non è un'autorità magisteriale, e se si guarda a ciò che i vescovi argentini hanno scritto nella loro direttiva, lo si può interpretare in modo ortodosso.

Sulla CDF,  Müller dice ancora:

Carrieristi e opportunisti non andrebbero promossi, e altre persone che siano collaboratori competenti non andrebbero escluse senza alcun motivo o espulse dalla Curia [qui fa sicuramente riferimento ai suoi tre collaboratori licenziati dal Papa senza alcun motivo]. Questo non è buono. Ho sentito dire da persone presenti in questi ambienti qui, che le persone che lavorano in Curia vivono con grande paura: se dicono una parola critica piccola o innocua, alcune spie passano i commenti direttamente al Santo Padre, e gli accusati falsamente non hanno alcuna possibilità di difendersi. Queste persone, che riferiscono parole cattive e menzogne contro gli altri, sono inquietanti e sconvolgono la buona fede, il buon nome degli altri che chiamano loro fratelli.

Il Vangelo e le parole di Gesù sono molto forti contro coloro che denunciano i loro fratelli e che stanno creando questo cattivo clima di sospetto. Ho sentito dire che nessuno parla; tutti hanno un po' paura perché possono essere lecenziati. Non è il comportamento di persone adulte, ma quello di un collegio.

Una persona di primaria importanza nella Chiesa, parlando con me sotto in anonimato, l'ha definita come un "regno del terrore".

E' la stessa cosa che avviene in alcune facoltà teologiche - se qualcuno fa qualche commento o domanda su Amoris Laetitia viene espulso, e così via. Questa non è maturità. Una certa interpretazione della nota 351 dell'Amoris Laetitia non può essere un criterio per diventare vescovo. Un futuro vescovo deve essere testimone del Vangelo, successore degli apostoli, e non solo qualcuno che ripete alcune parole di un unico documento pastorale del Papa senza una sua matura comprensione teologica.

Dobbiamo distinguere tra ciò che è dottrina ufficiale della Chiesa, il ruolo del Papa e ciò che dice in conversazioni private. Quelle opinioni private del Papa devono essere rispettate perché sono opinioni e parole del Santo Padre, ma nessuno è obbligato ad accettare acriticamente tutto ciò che dice, per esempio, su questioni politiche o scientifiche. Questa è la sua opinione personale, ma nulla a che fare con la nostra fede cattolica, con la quale siamo giustificati nella grazia di Dio.

Per quanto concerne Amoris Laetitia e il timore di criticarla, e la mancanza di risposta al dubia, non c'è forse ironia nel fatto che ciò va contro il desiderio del Papa quando richiede la Parresia (cioè parlare con coraggio e franchezza) ed il dialogo?

Chiunque diventi vescovo, cardinale o papa deve imparare a distinguere tra le critiche che sono contro la persona e le critiche contro la missione che uno ha. Il Santo Padre, Francesco, deve sapere che è importante che uno accetti la sua intenzione: aiutare coloro che sono lontani dalla Chiesa, dalla fede della Chiesa, da Gesù Cristo, il quale ha voluto aiutarli. .... Questa discussione non è contro di lui, non contro le sue intenzioni, ma occorre maggiore chiarezza. Inoltre, in passato abbiamo discusso della fede e dell'applicazione pastorale di essa. Non è la prima volta che questo accade nella Chiesa, e quindi perché non imparare dalle nostre lunghe esperienze come Chiesa, ad avere una buona e profonda discussione nel promuovere la fede, la vita della Chiesa e a non personalizzare e polarizzare? Non è una critica personale a lui, e tutti devono imparare e rispettare la sua alta responsabilità. E' un pericolo molto grande per la Chiesa che alcuni gruppi ideologici si presentino come gli esclusivi custodi dell'unica vera interpretazione di Amoris Laetitia. Queste persone sentono di avere il diritto di condannare tutte gli altri che hanno un altro punto di vista come stupidi, rigidi, di vecchio stile, medievali, ecc.

Nessuno può, per esempio, dire che il cardinale Caffarra non ha capito nulla della teologia morale. A volte una posizione non cristiana è pubblicata sull'Osservatore Romano, il quotidiano semi-ufficiale del Vaticano, o mandato in onda su organi ufficiali dei media per fare polemiche e retorica. Questo non ci può aiutare in questa situazione - solo una profonda discussione teologica potrà farlo.

Pensa che questa riluttanza a discutere, e questa tendenza a rendere le cose personali, sia dovuta al fatto che coloro che fanno queste accuse non hanno davvero la forza delle proprie convinzioni, che sanno che i loro argomenti non resisteranno a un esame rigoroso?

per tutta la mia vita, dopo il Concilio Vaticano II, ho notato che chi sostiene il cosiddetto progressismo non ha mai argomenti teologici. L'unico metodo che hanno è quello di screditare le altre persone, chiamandole "conservatrici" - e questo cambia il punto reale, che è la realtà della fede, e non della tua personale disposizione soggettiva, psicologica. Per "conservatore", loro che cosa intendono? Qualcuno che ama i modi di fare degli anni Cinquanta, o ama vecchi film hollywoodiani degli anni Trenta? La sanguinosa persecuzione dei cattolici durante la Rivoluzione Francese da parte dei Giacobini è stata progressista o conservatrice? Oppure la negazione della divinità di Cristo da parte degli ariani del IV secolo è liberale o tradizionale? Teologicamente non è possibile essere conservatori o progressisti. Si tratta di categorie assurde: né il conservatorismo né il progressismo hanno nulla a che vedere con la fede cattolica. Sono forme politiche, polemiche, retoriche. L' unico senso di queste categorie è screditare altre persone.

Noi abbiamo la Sacra Scrittura, abbiamo la rivelazione escatologica in Gesù Cristo, l'irreversibilità di Gesù Cristo, l'Incarnazione, la salvezza della croce, la risurrezione, la seconda venuta di Gesù Cristo per la fine del mondo. .... La responsabilità del Papa e dei vescovi è quella di superare la polarizzazione. Pertanto, è molto pericoloso per la Chiesa dividere i vescovi in amici e nemici del Papa riguardo a una nota a piè di pagina in un'esortazione apostolica. Sono certo che qualcuno mi denuncerà anche per questa intervista, ma spero che il Santo Padre leggerà la mia intervista completa qui e non solo alcuni titoli, che non possono dare un'idea completa di ciò che ho detto.

lei direbbe che non abbiamo mai avuto un Papa come questo, che ha questo contestato approccio alla dottrina, distinguendo tra insegnamento e pratica pastorale, e permettendo così che si creino false interpretazioni? In un simile contesto, quindi, potrebbe dire che il CDF [Congregazione per la Dottrina della Fede] sia più che mai necessario?

Egli ha un altro approccio: Giovanni Paolo II e gli ex Papi Paolo VI e Benedetto XVI - hanno affrontato tutte le domande riguardanti la modernità e la genesi del mondo moderno; quei papi hanno dato buone spiegazioni. Egli ritiene che il suo contributo non debba essere questo, perché ciò che deve essere chiaro è avere un approccio pastorale dal cosiddetto Terzo Mondo. I poveri sono la chiave della Nuova Evangelizzazione, e lui vuole questo, è vero, ed è una buona intenzione cercare di superare questa contrapposizione nella Chiesa. Il Santo Padre vuole dire non solo quello che non è permesso, ma dare più importanza alle buone intenzioni, alla positività, vuole dire che il Vangelo è a favore della vita, non solo contro l'aborto, per esempio.

Noi abbiamo l'inseparabile relazione tra fede e vita, grazia e amore, e non il dualismo tra teoria e pratica. È un approccio marxista distinguere le due cose. Noi non parliamo di teoria perché la nostra fede non è una teoria; la fede è l'unità con Dio nella nostra coscienza. Le nostre categorie non sono la teoria e la prassi, ma la verità e la vita, entrambi doni di grazia, forme di comunicazione con Dio nella Chiesa come Corpo di Cristo. Per questo, la pratica pastorale significa arrivare ad una vera comprensione di ciò che Cristo come pastore e buon pastore sta facendo per noi, conducendoci alla vita eterna.

Riguardo alle sfide attuali, Müller dice:

L'ideologia Gender distruggerà assolutamente i fondamenti dell'esistenza umana, della famiglia e del futuro.

Riguardo alle lotte di potere, Müller afferma:

Ciò di cui abbiamo bisogno è un grande sforzo per la verità della fede e non una battaglia per un maggiore potere in tutta la Chiesa e specialmente nella Curia romana. La questione di oggi non riguarda un maggior potere per i funzionari della Chiesa, ma la verità di Dio per la vita di tutti gli uomini. (...) Il segretario di Stato Vaticano ha il compito di organizzare i nunzi apostolici, di lavorare per la pace e la libertà tra gli Stati, per la giustizia sociale e così via. E' un ruolo molto importante, ma la Chiesa non è comunque un'organizzazione politica; non è un' organizzazione sociale; non è una ONG (Organizzazione Non Governativa).

le piacerebbe che il Papa rispondesse ai Dubia? E' vitale per il benessere della dottrina?

La cosa migliore sarebbe stata che il Santo Padre avesse avuto un'udienza prima della loro pubblicazione. Ora abbiamo lo spettacolo di una prova di forza. È meglio parlare prima, approfondire le domande e dare buone risposte.

Qual è la sua opinione sulla correzione? Data la profonda preoccupazione di molti sacerdoti e fedeli per le questioni sollevate, quanto è importante che il Papa dia una risposta?

Ciò di cui la Chiesa ha bisogno in questa grave situazione non è una maggiore polarizzazione e polemica, ma più dialogo e fiducia reciproca. Il Santo Padre e tutti i buoni pastori desiderano la piena integrazione delle coppie in situazioni irregolari. Ma ciò deve avvenire secondo le condizioni generali della degna e valida ricezione dei santi sacramenti. Dobbiamo evitare nuovi scismi e separazioni dall'unica Chiesa cattolica, il cui principio e fondamento permanente della sua unità e comunione in Gesù Cristo è l'attuale Papa Francesco e tutti i vescovi in piena comunione con lui. Il Successore di San Pietro merita pieno rispetto per la sua persona e il suo mandato divino e, d'altra parte, i suoi critici onesti meritano una risposta convincente. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di un gruppo di cardinali impegnati dal Santo Padre ad avviare una discussione teologica con alcuni eminenti rappresentanti dei Dubia e le "correzioni" circa la diversa e talvolta controversa interpretazione di alcune affermazioni nel capitolo 8 di Amoris Laetitia.

Ci sono voci che la CDF ha aperto un fascicolo sull'arcivescovo Fernandez a causa della sua teologia ritenuta problematica. Sa qualcosa di questa faccenda?

Non ne so nulla; l'accaduto precede la mia funzione. Una volta, in un'intervista al Corriere della Sera (2015), egli mi criticò pubblicamente, dicendo che il prefetto della Congregazione non ha nulla da dire, che il Papa era suo amico, che lui era il vero interprete del papa, che il Santo Padre è illuminato direttamente dallo Spirito Santo. Ma io non ho mai letto che il Santo Padre è illuminato dallo Spirito Santo nella comprensione della rivelazione. Il Papa è solo assistito dallo Spirito Santo per l'autentica interpretazione della rivelazione di Dio in Cristo. Lui e i vescovi sono cooperatori umani nella trasmissione della Rivelazione, che è completamente donata in Gesù Cristo, la Parola incarnata di Dio, ma non ricevono alcuna altra rivelazione.

Quando alcuni dei consiglieri del Papa invocano spesso lo Spirito Santo per giustificare le loro posizioni , implica che se qualcuno non lo capisce, non comprende le opere dello Spirito Santo, è una tendenza pericolosa?

Temo che esista un malinteso pentecostale del ruolo dello Spirito Santo. Nella Parola Incarnata di Dio, nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, ci viene data tutta la grazia e la verità. Lo Spirito Santo attualizza la piena rivelazione nella dottrina, i sacramenti della Chiesa. Il Santo Padre gioca qui un ruolo molto importante nella Tradizione apostolica, ma non l'unico. Il suo insegnamento è regolato dalla parola di Dio nella Bibbia e nella tradizione dogmatica della Chiesa. Il magistero e tutti i credenti sono sostenuti dallo Spirito Santo nell'attualizzazione della piena e completa rivelazione, ma non ricevono alcuna nuova rivelazione pubblica come parte del depositum fidei, come conferma il Concilio Vaticano II ( Lumen Gentium, 25 ).

Nessuno può chiedere a un cattolico di credere a una dottrina che è in una ovvia contraddizione con la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e le definizioni dogmatiche dei Papi e dei consigli ecumenici in materia di fede e moralità. Ciò che è necessario è un'obbedienza religiosa, ma non una fede cieca, al papa e ai vescovi, e per nulla ad amici e consulenti privati.


Queste persone devono uscire con le loro argomentazioni e non possono chiedere alcun rispetto per la loro presunta autorità magistrale. Noi non crediamo a delle cose perché le insegna un Papa, ma perché queste verità sono incluse nella Rivelazione (cfr. II. Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 10).

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutta questa facenda sta sortendo a mio avviso un unico risultato: i pensieri di molti cuori vengono svelati. Appare piano piano sempre più chiaro chi sono gli omuncoli e chi sono i giganti: Muller non appartiene alla prima categoria. Credo si inizi a intuire una luce alla fine di questo tunnel.

Anonimo ha detto...

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/09/30/0645/01437.html
Il Santo Padre ha annoverato tra i Membri del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica gli Eminentissimi Cardinali Agostino Vallini, Edoardo Menichelli, Raymond Leo Burke e gli Eccellentissimi Monsignori Frans Daneels, Johannes Willibrordus Maria Hendriks.

Matteo ha detto...

"Una possibile soluzione potrebbe essere quella di un gruppo di cardinali impegnati dal Santo Padre ad avviare una discussione teologica con alcuni eminenti rappresentanti dei Dubia e le "correzioni" circa la diversa e talvolta controversa interpretazione di alcune affermazioni nel capitolo 8 di Amoris Laetitia."

Interessante proposta. Potrebbe pure portare a qualcosa di buono, ma anche a molto di cattivo.
Io ho un'altra proposta: e se invece il Santo Padre rispondesse ai dubia, impegnando quell'infallibilità che gli è propria, data dal ministero che gli è stato affidato?

Secondo me, aprire una sorta di mini concilio fra pro e contro AL, può portare alla certificazione di una diatriba senza soluzione. Nella storia della Chiesa, il depositarsi di una serie di controversie, una sull'altra, e mai risolte in prima persona dal Santo Padre, ha sempre portato all'indizione di un Concilio.
Il rischio reale è che per difendere la sua posizione Papa Francesco indica un Concilio Vaticano III e che magari vi coinvolga pure anglicani, luterani per una sorta di Unione dei Cristiani. E nei Concilii, sebbene sotto assistenza dello Spirito Santo stesso, poi contano i numeri.
Siamo in un'epoca storica in cui i documenti del CVII dovrebbero essere riletti ed interpretati secondo il Magistero perenne, Dio non voglia di dover assistere ad un altro, indetto per giustificare il nuovo corso del nuovo corso.

Sacerdos quidam ha detto...

Non c'è nulla su cui dialogare né discutere. Sarebbe come proporre una discussione sulla Divinità di Cristo o sulla sua Risurrezione, ossia assurdo ed eretico già in partenza.
La dottrina cattolica perenne sulle questioni morali messe in dubbio dall'Amoris laetitia è già chiara ed è irreformabile da chiunque, Papa compreso.
L'idea di proporre un dialogo concernente i Dubia o le proposizioni eretiche evidenziate dalla Correctio filialis poteva essere partorita solo da una mens neomodernista (e quella del Card. Mueller lo è). Idem per quanto proposto dal Card. Parolin.

mic ha detto...

Sacerdos quidam,
non ci sarebbe nulla di cui disputare, più che dialogare, se non fossimo nelle sabbie mobili del magistero liquido non definitorio.
Il problema, come già avevo evidenziato nell'articolo precedente, è che non è possibile né dialogare (e alla fine nemmeno disputare) con le capziosità, le fumosità, i sofismi che ci vengono opposti ad ogni tentativo di ripareggiare la verità. Manca il terreno comune, il Logos, su cui far presa e costruire un discorso ineccepibile.
Certo sui dogmi come quello dell'indissolubilità del matrimonio non c'è nulla di cui discutere. Ma la disputa, nel tentativo di mettere in campo le ragioni utili per riaffermare la retta fede e aprire gli occhi di chi non si chiude e ancora può essere recuperato, diventa importante. Anche se, realisticamente, con i soggetti chiave, quelli più autorevoli, compreso il papa, credo ci sia ben poco da sperare. E tuttavia l'impegno, apparentemente inutile, potrebbe servire a non lasciar continuare ad annacquare stravolgere e quindi far cadere nell'oblìo le verità che amiamo e che ci stanno a cuore.

Alessandro Mirabelli ha detto...

È' cambiato il vento. Parolin ha usato la parola dialogo perché è un diplomatico. In realtà credo che volesse invitare il Papa a rispondere ai dubia. Se mai rispondesse conformemente a quanto la Chiesa ha sempre ritenuto ed insegnato, la diatriba finirebbe subito. Si sono no resi conto che è stato un errore non solo non rispondere ma anche non ricevere i 4 firmatari.

Sacerdos quidam ha detto...

"Il problema, come già avevo evidenziato nell'articolo precedente, è che non è possibile né dialogare (e alla fine nemmeno disputare) con le capziosità, le fumosità, i sofismi che ci vengono opposti ad ogni tentativo di ripareggiare la verità. Manca il terreno comune, il Logos, su cui far presa e costruire un discorso ineccepibile."

Infatti, Mic: tutti ricordiamo, ad esempio, come sono finite le discussioni dei teologi della FSSPX con quelli neomodernisti all'ex S. Uffizio (tra i quali c'erano anche Morerod e Ladaria): un buco nell'acqua, perché questi ultimi concepivano la verità nel senso evolutivo modernista. E finirebbe così anche stavolta.

Comunque a mio avviso con queste proposte di dialogo i 'bergogliani' stanno tentando di disinnescare la sana reazione cattolica creatasi con la Correctio, creare divisioni interne nel nostro campo e ridurre il tutto ad una discussione su materie che verrebbero ridotte a questioni in fondo opinabili, mentre così non è.
Ho visto che anche il peraltro ottimo prof. Pierantoni si è rallegrato della proposta del Card. Mueller (alla fine dell'intervista su Lifesite news) ma non dobbiamo cadere in trappola.
Papa Bergoglio DEVE rispondere ai Dubia e alle richieste della Correctio: niente scappatoie. Ne va della Fede cattolica, non dimentichiamolo.
Quanto al tener viva la lotta per la verità, vedo che le firme qualificate sul sito correctiofilialis.org crescono ogni giorno e si sono triplicate dal 24 settembre (anche le altre firme di supporto di OnePeterFive sono davvero molte) arrivando a 180: ed è questo che preoccupa i bergogliani. Vediamo di non rovinare tutto.

Ale ha detto...

"magistero liquido non definitorio"

questo "magistero" è una contraddizione in termini e te lo sei bellamente inventata!

Sacerdos quidam ha detto...

Ed inoltre, il trucco dei bergogliani di tentar di smorzare le opposizioni con una politica della 'mano tesa' senza però pronunciarsi sui Dubia e sulla Correctio, mi sembra di vederlo nella odierna nomina - parallela all'offerta di 'dialogo' sulla Correctio di cui sopra - del Card. Burke a membro del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, assieme ad altri ovviamente:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/09/30/0645/01437.html
Cavete...

marius ha detto...

"Una possibile soluzione potrebbe essere quella di un gruppo di cardinali impegnati dal Santo Padre ad avviare una discussione teologica con alcuni eminenti rappresentanti dei Dubia e le "correzioni" circa la diversa e talvolta controversa interpretazione di alcune affermazioni nel capitolo 8 di Amoris Laetitia."

Questa trovata può avere un unico scopo: quella di concedergli, durante gli auspicati interminabili evanescenti ed inconcludenti chiacchierate chiamate "dialoghi", ancora qualche mesetto di tempo per completare la sua agenda di distruzione della Chiesa e della Legge Naturale.
Soltanto un ex prefetto del Santo Uffizio convinto che oggidì non esista pericolo per la fede (ipse dixit) poteva partorire una proposta tanto assurda.
Un ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che sa estrarre gli artigli e ruggire non per difendere la Fede, come d'altronde sarebbe suo precipuo compito, ma soltanto quando tratta della sua personale questione sindacale a causa del suo improvviso licenziamento.

Nel frattempo la TV della CEI produce trasmissioni allucinanti in perfetta sintonia con lo spirito del papa:
guardatevi p.es questa del 6 giugno 2016
https://www.youtube.com/watch?v=mkxUbJF6HX0
in cui ispirandosi all'Amoris Laetitia si sdogana come normalmente compatibile con il cattolicesimo la convivenza omosessuale, con un prete ed una suora che si adoperano per accompagnare e confermare misericordiosamente nel peccato che grida vendetta al Creatore.
La guardi il Cardinale Müller, e poi voglio vedere se si mette a ruggire o a miagolare.


Anonimo ha detto...

La proposta del card. Mueller è a rischio di temporeggiamento, come dicono marius e sacerdos quidam. Ma non sottovalutiamo la possibilità che possa anche "rompere il fronte" dei bergogliani. Stiamo a vedere.

PS Uno dei tormentoni mainstream che mancavano dall'agenda vaticana erano le "fake news": Bergoglio ha colmato la mancanza, dedicandovi la prossima Giornata delle Comunicazioni Sociali:

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_bergoglio_vaticano_fake_news_informazione_coprofilia_media_giornalisti-3270005.html

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il metodo della discussione ci si potrebbe ispirare a famosi dibattiti o trattative teologiche del passato, come per esempio alla famosa disputa De Auxiliis, tra Domenicani e Gesuiti, alla presenza del Papa, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, col problema del rapporto fra grazia e libero arbitrio. Del resto, anche nel nostro caso, non si tratta forse del rapporto fra grazia e libero arbitrio nel matrimonio e nel rapporto di coppia?
....
se Luis Badilla, che scrive di cose di Chiesa e di faccende vaticane, conoscesse i rudimenti della storia della teologia e della lunga tradizione delle sue disputationes, si sarebbe risparmiato la pessima caduta di stile di dare del folle al Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, “colpevole”, a suo dire, di avere proposto nulla di più di ciò che avviene da sempre all’interno della Chiesa, perlomeno di quella Cattolica, alla quale noi apparteniamo, con buona pace di questo giornalista che ci illumina ora dai microfoni di Radio Vaticana ora da Il Sismografo...

Anonimo ha detto...

Se anche un angelo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che via sia dato, sia anatema ...