La reazione di Marco Tosatti a Vatican Insider. La pubblico ricordando anche la nostra. Non tutti hanno abbandonato la ragionevolezza portando il cervello e il cuore all'ammasso o all'adulazione ideologica o strumentale. Approfitto per inserire l'indice della nutrita serie di interventi su Amoris Laetitia.
Le due risposte alla 'Correzione':
sminuire, etichettare, ghettizzare e il silenzio del papa, inaccettabile
sminuire, etichettare, ghettizzare e il silenzio del papa, inaccettabile
Primum, denigrare. Affibbiare all’avversario un’etichetta che comunque lo ponga in difficoltà rispetto all’opinione pubblica, lo collochi sulla difensiva. È un artificio retorico vecchio come il mondo e ben lo conosce la Chiesa. Così a fronte di un evento sicuramente eccezionale, ed eccezionalmente sofferto, come la correzione filiale firmata – per ora – da 62 personalità del mondo cattolico, laici e sacerdoti (cardinali e vescovi, ci dicono, sono stati volontariamente esclusi) abbiamo due reazioni. La prima, su cui torneremo, da parte del diretto interessato: il silenzio.
La seconda, dei suoi uomini di mano, o di penna, o di computer, o di TV, se preferite: sminuire, etichettare in forma ghettizzante, far capire che si tratta di povera gente, di (orrore!) destra; non ha firmato anche mons. Fellay, il capo dei lefebvriani? Altra reazione: preghiamo per loro, poverini, che osano dire che il papa può scrivere cose sbagliate! Non è possibile: il papa, è lui che definisce eretico qualcuno! Come potrebbe scrivere cose sbagliate? Lasciamo a chi ne sa più di noi confutare questa tesi, che sembra attribuire al papa, sempre, comunque e dovunque, prerogative di cui non dispone e che nessuno ha mai rivendicato. Ma osserviamo che negli articoli di critica, più o meno velata all’iniziativa, manca – rigorosamente – un elemento: la valutazione se quello che viene detto nella correzione formale abbia senso, o non ce l’abbia.
Chi scrive è una persona qualsiasi, senza titoli accademici. Ha ricevuto una formazione classica, in cui è stato educato alla logica. Ora, la logica non è cattolica; è la base dell’umano ragionare e basta. Anche per i cattolici; perché la Mente che ha creato tutto ha posto la logica come fondamento della sua creazione. Ecco, tutto questo per dire, come altri più dotti e più forbiti di chi scrive hanno già fatto, che quando i firmatari della Correzione scrivono che in conseguenza dell’Amoris Laetitia e delle interpretazioni avvalorate: “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”, non è solo la fede, a essere eventualmente ferita, ma la logica. Che viene prima della fede. E la stessa cosa potrebbe essere osservata per tutte o quasi le altre sei osservazioni. Il che i corifanti si guardano bene dal rilevare: ripetono “tradizionalisti! Conservatori!” e pensano di aver risolto il problema, o almeno aver guadagnato il soldo della giornata.
Non conosco tutti i 62 firmatari; anzi ne conosco molto pochi; ma da un’occhiata anche se veloce ai loro curricula mi sembra che siano persone di studio e di studi. Liquidare la loro sofferenza e sforzo con un’etichetta è un’operazione di propaganda, ahimè ormai non ignota anche nella Chiesa. Certo, hanno coraggio; con il clima che si respira da anni in Vaticano e fuori, di controllo, spionaggio, punizioni e repressione non dico del dissenso, ma di ogni idea non conforme, per agire devono veramente nutrire un grande amore per la Chiesa, quella di sempre. E preferire correre qualche rischio piuttosto che mancare al dovere della parola.
Questo ci riporta all’inizio della nostra riflessione. Da quando Amoris Laetitia è esplosa nelle sue devastanti ambiguità volute all’interno della Chiesa, il Pontefice regnante ha ricevuto petizioni, appelli, Dubia, lettere personali e private, da centinaia di persone, molte delle quali hanno speso la vita per la Chiesa e non hanno certo – a differenza di altri – obiettivi di potere o interessi da difendere – . Adesso, come quasi estremo passo, c’è la Correzione. A tutto questo la risposta è stata una sola: il silenzio. Chi scrive capisce bene l’impasse in cui calcoli sbagliati, buone intenzioni, consigli velenosi possono aver condotto il protagonista principe del dramma. E chi scrive capisce anche l’effetto devastante e depressivo che potrebbe avere su una personalità particolare il riconoscimento dell’errore. Ma il silenzio non si addice a chi è responsabile della fede di un miliardo e duecento milioni di fedeli, fra cui la confusione aumenta. Specialmente se non fa altro che parlare, parlare, parlare… ma di tutt’altro.
16 commenti:
Se il silenzio di Bergoglio e' inaccettabile (non so) quello di Ratzinger lo e'? Quali prerogative ha il papato emerito, quali numus, il canone e la tradizione non li avevano mai visti. Tutto, per voi, deve essere spiegabile? O esistono verita' inspiegabili?
Aggiungiamoci la notizia comica che il Vaticano ha "oscurato" il sito della Correctio Filialis nel territorio di propria competenza (ma non per la rete cellulare).
Non so dire se per ordine di Kim Jong Bergogl oppure da parte di entusiasti lacché. Probabilmente non vogliono che gli indirizzi IP del Vaticano siano associati alle firme di petizioni on-line...
Perfetto! E in aggiunta sarei curioso di sapere cosa ne pensa l'autore del pezzo di Vatican Insider sul fatto che in Vaticano abbiamo bloccato l'accesso al sito correctiofilialis.org e/o di quant'altri soloni che hanno notato la pagliuzza e non la trave davanti ai loro occhi. Insomma, ma la Libertà di pensiero tanto strombazzata dov'è finita?
Sarebbe interessante anche chiedere ai radiospadisti come mai alla Correctio Filialis hanno dedicato una misera pagina striminzita. Forse sono urtati dal fatto che l'iniziativa è comparsa già completa e firmata e pubblicata senza che nessuno li avesse interpellati? O hanno il classico "ben altro" a cui pensare?
Persino Avvenire ha scritto qualche riga in più (sia pure per negare che quelle sette posizioni eretiche sarebbero presenti in Amoris Laetitia). A leggere i torcimenti di fegato tornielleschi-badilliani-spadaroli parrebbe invece che il mondo tradizionalista sia fermamente compatto nel combattere financo la più piccola eresiuccia...
L'Agenzia SIR, quella che epurò Danilo Quinto con un SMS, dedica alla Correctio Filialis ben tre righe non citate neppure nel titolo. AsiaNews, così efficacemente tempestiva nel segnalare in prima pagina cose come il macello di capi di bestiame in una festa pagana del Nepal, riesce addirittura a tacere, al pari del sito web di Radio Maria (eppure ai bei tempi Livio Stalin Fanzaga era un campione nello smascherare eresie...).
Sono tutte conferme indirette che il bersaglio è stato centrato in pieno.
Che significa?
"E visto che in campo cattolico ormai si usa affibbiare l’etichetta “tradizionalista” in senso dispregiativo a chiunque non si allinei ai “guardiani della rivoluzione” – un po’ come in politica si usa dare del fascista a chiunque non segua il pensiero dominante – vorrei precisare che la Bussola non è un sito “tradizionalista”. Il tradizionalismo corrisponde a un filone ben preciso nella Chiesa, con caratteristiche sue proprie, che non ha niente a che vedere con la mission della Bussola. Non è un giudizio negativo su chi tradizionalista si definisce, è una semplice constatazione e richiesta di rispettare l’identità di ciascuno, anche in questi momenti in cui la tensione nella Chiesa è al massimo."
http://lanuovabq.it/it/la-bussola-nel-mirino-dei-cecchini
Sono tutte conferme indirette che il bersaglio è stato centrato in pieno.
Esatto. Ora però vedremo Kim Jong lanciare missili a destra e a manca. Chissà se qualcuno esploderà sulla rampa...
Fatevi due risate:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/amoris-laetita-accuse-che-non-stanno-in-piedi
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
Sono spiacevolmente sorpreso dall'intervista su Avvenire al buon Pino Lorizio, che avevo conosciuto personalmente e del quale avevo un'ottima impressione, basata sul fatto - tutt'altro che secondario - che era l'unico a fare battutacce sui seminaristi-checca e per di più in territorio strettamente gesuitico. Inoltre era capace di riconoscere al volo il tipico seminarista-checca che sbrodola le solite frasi fatte e prenderlo elegantemente per il sedere.
La prima obiezione, nell'intervista, non è un'obiezione ma un dato puramente statistico: il testo dell'Amoris Laetitia venne approvato dall'87% dei vescovi, e guai a chi pensasse che prima della condivisione meramente ideologica c'era l'esigenza di non farsi notare dal Bergoglio come bastian contrari. E comunque sotto l'Amoris Laetitia, alla fine dei conti, c'è la firma bergogliana, non quella dei vescovi incaricati di adularlo. È lui che si è preso la responsabilità di promulgarla.
Segue quindi un appunto complottista, molto più tonto che ingenuo, riguardo ai 62 firmatari, su chi «alle loro spalle, ha orchestrato questa discutibile manovra». Non contento, il giornalista tenta di calcare la mano senza rendersi conto di dire una verità che dovrebbe allarmare: «il sentire diffuso del popolo di Dio... è ben lontano da certe rigidità dottrinali...». Esatto: siamo in tempi di elasticità dottrinale, e ne è esempio recente la ribellione dei frati belgi operatori di eutanasia.
Il professor Lorizio interviene anzitutto per contestare i virgolettati ma non per chiedersi se il contenuto delle virgolette rispecchi fedelmente il pensiero bergogliano pubblicamente espresso in forma scritta e parlata. Lorizio lo sa bene che l'eretico, per non sembrare eretico, fa tutto un giro di parole. Lorizio sa bene che il Sillabo non conteneva citazioni letterali degli eretici, ma le loro idee espresse senza giri di parole.
Lorizio quindi condanna una visione "statica" della grazia, che crede di aver trovato nel primo punto (la prima eresia). Mi pare davvero assai strano che Lorizio non sia in grado di tradurre una proposizione dal latino all'italiano, o di cercarsi con Google uno dei tanti siti web che l'ha pubblicata già tradotta. Subito dopo condanna una visione del "Pane di coloro che sono già perfetti", col gesuitico sottinteso che gli imperfetti (cioè quelli con peccati mortali sulla coscienza) devono poter accedere alla Comunione.
Quindi addirittura confonde la certezza sul proprio stato di grazia con l'avere la coscienza ripulita da peccati mortali (che sono due cose diverse), nel frattempo fingendo di non ricordare che i vescovi hanno allegramente interpretato le bergoglionate come un "concedete pure la Comunione ai divorziati risposati". A questo punto comincio a capire che il Lorizio che ho conosciuto non c'è più, e che quello che parla ad Avvenire o è un suo sosia o è lui con qualche tipico problema senile - diagnosi confermata dalla furia con cui spara contro chi non comprende la "teologia di Lutero" (sic!) e dalla furente stoccata finale sul "«magistero» di questi presunti dottori" (che in realtà non sono né "presunti" né autori di "magistero"). Infine dice che l'intento dell'Amoris Laetitia è pastorale, come se avesse accettato anche lui l'imbecillissima idea secondo cui la "pastorale" può contraddire il dogma per motivi "pastorali".
Insomma, al pari degli altri:
- non è entrato nel merito
- risponde a suon di complottismi, benaltrismi, circiterismi
- sputa veleno sui firmatari
- proclama fedeltà al neodogma secondo cui la pastorale può contraddire i dogmi
Vuoi vedere che ha paura di perdere l'elezione a vescovo?
Sul Sinodo ci sono altre tre cose da ricordare:
1. la relazione finale della prima sessione non conteneva tre punti, tra i quali proprio la questione della Comunione ai divorziati risposati e l'accoglienza degli omosessuali. Dunque il Sinodo aveva rigettato questi punti: che Francesco reinserì d'imperio nell'agenda della seconda sessione.
2. La seconda sessione fu ben rimpinzata di cooptati bergogliani, praticamente tutti delle stesse idee, per assicurarsi i voti.
3. Inoltre ci fu l'episodio clamoroso che vide coinvolti Forte ed Erdo sulla relazione intermedia taroccata. E l'intervista dello stesso Forte che riferì che il Papa gli disse di intorbidire le acque per evitare opposizioni durante il Sinodo, che poi ci avrebbe pensato lui. L'atteggiamento di Mueller, che favorì il compromesso nel circolo germanofono, mostra ulteriormente che molti furono indotti a votare, convinti poi di poter addomesticare quello che sarebbe venuto fuori (errore fatale).
Con questa massa di precedenti, non si può affatto sostenere che ci fosse l'appoggio dei Padri Sinodali.
Resta il fatto che anche se ci fosse stato, le contraddizioni con il Magistero non sono giustificabili in alcun modo.
Mi scuso per il salto di palo in frasca nel mio precedente commento su Lorizio, monco di un paio di paragrafi a causa dei limiti della lunghezza dei commenti sul blog. Intendevo solo descrivere un personaggio intelligente capace anche di farsi beffe delle mode da sagrestia e da seminario, che pertanto ha deluso in modo particolare chi lo ha conosciuto.
Intanto mi segnalano altro veleno contro la Correctio Filialis, stavolta sul dehoniano (cioè sinistrorso) Settimana News (che qui nessuno aveva mai sentito nominare). Più vomitano veleni (affermando che induce i cattolici nientemeno che a «invalidare la rinuncia di Benedetto XVI e delegittimare l'autorità dei successori», e robe del genere), e più significa che la Correctio ha centrato il bersaglio: se la Correctio contenesse veramente qualche idiozia, sarebbero entrati nel merito e senza nominare a sproposito don Camillo e Peppone.
A proposito di mancanza di argomenti:
Ma mai che incontri un amico che mi dica: guarda, ti sbagli, e ti sbagli per questo motivo, per quest’altro e per quest’altro ancora. No. Mi dicono solo che sono diventato tradizionalista, imbastiscono ragionamenti apodittici e si dimostrano molto preoccupati. Sapete cosa? Voglio argomentazioni, non sguardi preoccupati.
http://www.aldomariavalli.it/2017/09/25/amoris-laetitia-le-etichette-e-la-verita/
Simpatica osservazione di don Carandino, sedevacantista: «i firmatari accettano il Vaticano II salvo poi prendersela soltanto con Bergoglio».
Mi dicono che il vescovo nichilista Bruno Forte ha tuonato su Avvenire dicendo ai firmatari della Correctio che non avrebbero capito niente di Bergoglio. Per la serie: eccone un altro che non entra nel merito.
Don Carandino avrà anche fatto qualche simpatica osservazione, però poi agisce anche da "quinta colonna" involontaria con queste uscite:
“Io sto dicendo una cosa banale: è impossibile che un papa possa insegnare l’errore, la Chiesa non può che insegnare la verità
D'altronde la maggior parte dei sedevacantisti sono tali in quanto papolatri: e dichiarare la sede vacante è l'unica scappatoia logica.
Una mano tesa :
http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/vatican-remains-silent-on-filial-correction
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