Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 5 settembre 2017

Un papa comunista? Un’intervista con George Neumayr

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews - 1 settembre 2017. Intervista di Maike Hickson a George Neumayr, autore del libro The Political Pope.

La giornalista Maike Hickson ha curato un’intervista con l’autore George Neumayr sul suo nuovo libro, The Political Pope, che offre diverse intuizioni sulle influenze comuniste su papa Francesco.

Nel suo libro lei fa riferimenti al rapporto di papa Francesco con il comunismo, o con alcuni comunisti in particolare. Potrebbe descrivere, in generale, il suo atteggiamento verso il comunismo?

Egli tende a parlare del comunismo in termini benevoli. Ha detto alla stampa italiana che non si offende se le persone lo chiamano comunista perché ha «incontrato molti marxisti nella mia vita che erano brave persone». In un’altra occasione ha detto: «I comunisti ci hanno rubato la bandiera», perché «la bandiera dei poveri è cristiana». I papi del passato, che hanno riconosciuto il potere del comunismo nello schiavizzare i poveri, avrebbero trovato tali commenti molto sconcertanti.

Nel suo libro scrive che papa Francesco simpatizza e supporta «l’agenda della politica radicale della sinistra globale», e lo definisce «un equivalente ecclesiastico di Barak Obama». Quali sono gli argomenti specifici che papa Francesco promuove e che ricordano una visione del mondo compiacenti alle idee comuniste?
I grandi della sinistra dicevano che sognavano un mondo senza papi. Ma adesso si deliziano con papa Francesco. L’accademico radicale Cornel West ne ha riassunto così la ragione: «Amo lui, quello che dice e l’impatto delle sue parole sulle forze progressiste di tutto il mondo». In altre parole, papa Francesco ha trasformato il Vaticano in un pulpito per le cause preferite della sinistra, tra cui: frontiere aperte, controllo delle armi, attivismo nel cambiamento climatico, abolizione della pena di morte e dell’ergastolo e il socialismo dei pianificatori centralizzati. 
Ecco perché Tom Hayden, il radicale degli anni ’60, ha detto che la sua elezione «è stata, se vogliamo, più sorprendente del successo di Barak Obama».

Quale personaggio importante comunista papa Francesco ha pubblicamente elogiato durante il suo pontificato? Potrebbe farci nomi e contesti?
Come scrivo nel libro, ha usato il tappeto rosso con Raul Castro, sconvolgendo i cubani che soffrono nella morsa della sua coscienza comunista. Castro è stato così entusiasta del sostegno del papa alla sua politica economica che ha detto: «Se continua a parlare così, ritornerò nella Chiesa cattolica: non sto scherzando, potrei ritornare al cattolicesimo, anche se sono comunista».

Quali sono i suoi consiglieri più vicini ad una visione del mondo socialista?
Pendono tutti da quel lato, ma il cardinale dell’Honduras Óscar Rodríguez Maradiaga – che egli ha voluto alla segreteria del suo consiglio dei cardinali – è il socialista più convinto che lo affianca. È venuto alla luce, attraverso WikiLeaks, che Maradiaga ha lavorato con gli operatori di George Soros per promuovere il socialismo nella Chiesa. Papa Francesco si è servito del tagliente socialista Leonardo Boff – un teologo della liberazione brasiliano caduto in disgrazia e che ha lasciato il sacerdozio – come consigliere per la redazione della sua enciclica ambientalista Laudato Sì. Boff ha detto che papa Francesco ha voluto vedere i suoi progetti per la promozione di un governo mondiale attraverso le Nazioni Unite.

Come scrive nel suo libro, papa Francesco, durante la sua visita a Cuba, ha voluto celebrare una Santa Messa «all’ombra di Che Guevara». Può spiegare questa scena e il suo simbolismo?
Dire una Messa all’ambra di un assassino di massa come Guevara è stato un regalo propagandistico ai fratelli Castro. I dissidenti cubani ne sono rimasti sconvolti, persino alcuni liberals hanno espresso il loro disagio.

Potrebbe descrivere anche la reazione di papa Francesco quando ha ricevuto in dono dal presidente boliviano Morales un crocifisso a forma di falce e martello? La sua reazione che tipo di messaggio ha trasmesso?
Quel grottesco “crocifisso” fu progettato da un defunto gesuita, padre Luís Espinal, la cui memoria è stata onorata da papa Francesco al suo arrivo in Bolivia. Altri papi avrebbero rifiutato un tale oggetto come una nefandezza; papa Francesco lo ha accetto dicendo che lo «aveva capito». Così ha dato l’impressione di considerare come inoffensivo uno dei sistemi più anticristiani mai concepiti.

Lei scrive che papa Francesco nella sua vita ha avuto diversi mentori che sono stati a favore del comunismo. Potrebbe parlare, prima di tutto, del suo rapporto con Esther Ballestrino e di quello che fece, come arcivescovo di Buenos Aires, per la sua sepoltura?
Lei era, per sua stessa definizione, una «fervente comunista». Lui l’ha descritta come una dei suoi principali mentori. «Devo molto a quella grande donna», ha detto; aggiungendo che «mi ha insegnato tanto sulla politica». Gli ha fatto leggere periodici e letteratura comunista. Secondo l’autore James Carroll (autorizzato a raccontarlo), quando lei ha avuto problemi con le autorità, lui ha nascosto le sue opere comuniste in una biblioteca dei gesuiti,  Il giornalista John Allen ha affermato che, quando la famiglia della Ballestrino ha chiesto che fosse sepolta in un cimitero cattolico, Bergoglio «acconsentì facilmente», pur sapendo che non era una credente cattolica.

Può dirci qualcosa sul rapporto di papa Francesco con Leónidas Barletta?
Era un regista cinematografico comunista Latino Americano, i cui scritti sono stati “divorati” dal giovane Jorge Bergoglio, il quale aspettava con ansia l’uscita del periodico del partito comunista argentino, Nuestra Palabra y Propósitos, perché era “affascinato” dagli scritti di Barletta, poiché, ha detto, «mi hanno aiutato nella mia formazione politica».

Lei riferisce che, come giovane prete argentino, l’allora padre Bergoglio era vicinissimo al superiore generale dei gesuiti, padre Pedro Arrupe, colui che ha aperto l’ordine dei gesuiti alle idee socialiste. Potrebbe dirci qualcosa di più?
È stato un protetto di Arrupe, il quale vedeva in Bergoglio una stella liberal che avrebbe avuto crescente successo nell’ordine. Ecco perché lo ha nominato provinciale a 36 anni. Arrupe ha diretto la Compagnia durante il periodo più intenso della liberalizzazione, e si è servito di Bergoglio come uno degli attuatori, durante quell’infame congregazione generale del 1975 in cui fu sigillato l'orientamento socialista e modernista dell’ordine.

Papa Francesco ha incontrato e sostenuto l’incontro mondiale dei movimenti popolari. Potrebbe dirci di più su questi movimenti e sul loro orientamento politico? In particolare, potrebbe dirci qualcosa circa la partecipazione del papa ad un incontro di questo tipo in Bolivia, insieme al suo presidente socialista?
Si tratta di una gruppo di radicali e socialisti. Nel 2016 si sono riuniti in Bolivia per celebrare, tra le altre cose, che il papato fosse caduto nella loro mani. Papa Francesco ha condiviso il palco col presidente marxista della Bolivia, che indossava una giacca decorata con un'immagine di Che Guevara. Francesco ha usato il suo discorso per sollecitare i partecipanti a continuare a combattere il «nuovo colonialismo», che egli ha equiparato ai governi che sostengono il libero mercato. Il discorso è stato una delizia per il pubblico comunista. Il presidente della Bolivia ha detto che «finalmente» si poteva seguire un papa.

Nel contesto delle possibili simpatie comuniste di papa Francesco, potrebbe dirci qualcosa di più sulle canonizzazioni dei vescovi Oscar Romero e Hélder Câmara?
La causa di canonizzazione di Romero era bloccata durante i pontificati dei due papi precedenti. Ma sotto Francesco è andata avanti, con l'ampliamento del concetto di martirio per includervi anche coloro che sono stati assassinati per motivi politici. Ciò per volontà papale, dando a Romero lo status di vittima di sinistra, caduta a causa della brutalità governativa. Al contrario, è difficile immaginare che il Vaticano cambierà le regole per un vescovo di destra la cui politica lo abbia portato alla morte. La causa di canonizzazione di Câmara – chiamato il “vescovo rosso” per il suo sostegno ai guerriglieri comunisti – fu respinta dai papi precedenti. Ma papa Francesco ha voluto che andasse avanti.

Qual è il significato della visita personale di papa Francesco alla vedova di Paolo Freire, autore del libro “Pedagogia degli oppressi”?
Quell’incontro è stata organizzato dal cardinale Cláudio Hummes, colui che aveva sussurrato all’orecchio del papa, al momento dell’elezione: «Non dimenticare i poveri». Ciò che Hummes voleva dire veramente era che non si dimenticasse del socialismo. La vedova di Freire, dopo l’incontro, ha detto che suo marito, il cui libro è considerato un classico comunista in America Latina, ha influenzato questo papa. Il papa ama dire che «l’incontro è il messaggio» e il suo incontro con la vedova di Freire ha ravvivato quella massima, rafforzando la fiducia in Francesco di una generazione di radicali, cresciuta con la Pedagogia degli oppressi.

Nel suo libro lei espone anche la benevolenza di papa Francesco verso la teologia della liberazione. Potrebbe parlarci di una sua valutazione su queste teorie e di come affronta uno dei suoi principali rappresentati come Gustavo Gutiérrez?
La teologia della liberazione, che è un tentativo di incorporare il socialismo nella teologia cattolica, è stata emarginata sotto i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Papa Francesco le ha dato un ruolo principale. Leonardo Boff, uno dei più importanti teologi della liberazione, ha rilevato come lui e molti altri dei suoi confratelli rinnegati sono stati riabilitati sotto Francesco. Dopo che papa Francesco ha onorato Gustavo Gutiérrez, uno dei padri fondatori della teologia della liberazione, L’Osservatore Romano ha riferito che Francesco stava portando la teologia della liberazione «fuori dell’ombra in cui è stata relegata per alcuni anni».

Come descriverebbe il rapporto di papa Francesco con Barak Obama e con la sinistra americana in generale? Potrebbe dirci qualcosa di più su George Soros e il papa? Ci sono connessioni tra questi due uomini, stanno condividendo alcuni progetti?
Papa Francesco sta trasformando la Chiesa in un’appendice della sinistra politica. Basta vedere come tutti i sostenitori dell’aborto descrivono se stessi e papa Francesco come democratici. È sufficiente anche vedere gli uomini di sinistra finanziati da Soros accolti in Vaticano. Soros ha praticamente scritto il programma della visita papale negli Stati Uniti, come attestato da WikiLeaks.

Lei pensa che papa Francesco si stia preparando e sia disposto a lavorare con le élite globali per la costituzione di un governo mondiale?
Egli certamente sta flirtando con le proposte che spingono il mondo in quella direzione. Ha promosso alcuni suoi consiglieri in posti chiave per il governo mondiale, come il cardinale Turkson. Questi è uno dei ghost writer della Laudato Sì, a proposito della sezione in cui si dice che i regolamenti climatici dovrebbero essere imposti ai paesi da un’autorità globale.

Come giudicherebbe, in questo contesto, le aperte critiche del papa a Donald Trump prima della sua elezione come presidente degli Stati Uniti?
Egli, in effetti, ha chiamato Trump un cattivo cristiano – una strana accusa, posto che non ha mai chiamato cattivi cristiani i cattolici favorevoli all’aborto. Ma quel suo commento, riconosciuto anche da Jeb Bush, ha finito per aiutare Trump a vincere. I mass-media chiamano Francesco il “papa della gente”, ma è in realtà il pontefice dell’élite. Essi amano la sua politica, ma l’uomo della strada esprime perplessità.

Nel suo libro lei parla  della visita del papa negli USA. nel 2015. Come descriverebbe il messaggio e lo scopo di quella visita, ed anche ciò che è stato omesso? 
In breve, egli ha omesso Cattolicesimo. I suoi discorsi non avevano alcun contenuto specificamente cattolico. Se qualcuno avesse scambiato i suoi discorsi con quelli di qualunque senatore democratico, nessuno avrebbe colto la differenza.

Secondo le sue conoscenze, papa Francesco ha mai criticato pubblicamente il comunismo oppure uno dei governi comunisti?
Non ha risparmiato nessuna delle sue critiche al libero mercato. Invece di riconoscere il ruolo del socialismo nell’impoverimento dei popoli, preferisce i cliché marxisti come «la diseguaglianza è la radice di tutti i mali».
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

17 commenti:

irnia ha detto...

Lui, ritratto preciso del catto-comunismo da tempo sostituitosi alla Fede Cattolica, cioè una caricatura del cattolico, aggiornata alle eresie del nostro tempo. Bisogna ringraziare per questo frutto prelibato tutto un mondo precedente, non scordiamolo. La responsabilità è sempre personale, questo vale anche per tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per il Nemico. Il quale, al momento, sembra essere in grande vantaggio. Ma sa di aver perso, è disperato e cerca di portare con sè quante più anime può. Quindi diamoci da fare a svegliare il prossimo e a strapparglielo dalle grinfie.

Anonimo ha detto...

"Essere Cattolici e Comunisti?
Mai sentita una sciocchezza più grande!"

(San Pio da Pietrelcina)

Paolo C. ha detto...

Grazie mic che ci metti a disposizione questi testi!

Luisa ha detto...



"Il “Team Bergoglio” è esistito e ha lavorato."


http://www.marcotosatti.com/2017/09/05/gran-bretagna-un-libro-rivela-lazione-di-lobbying-per-eleggere-bergoglio-al-soglio-di-pietro/

Tosatti conclude così `articolo:

"Credibile quindi questa nuova rivelazione sul pre-Conclave. Che conferma la lunga marcia dell’arcivescovo di Buenos Aires verso il soglio di Pietro. Frutto, a quanto pare, più di una strategia di lungo corso che di una ventata improvvisa dello Spirito.

Alex da roma ha detto...

Scusate se non è attinente al post, ma desidero segnalare a tutti questo articolo di tosatti.
http://www.marcotosatti.com/2017/09/05/gran-bretagna-un-libro-rivela-lazione-di-lobbying-per-eleggere-bergoglio-al-soglio-di-pietro/

Secondo Catholic Culture, che riporta la notizia data dal Telegraph, si tratterebbe di una chiara violazione delle norme che proibiscono ogni forma di lobbying prima di un Conclave.

Anonimo ha detto...

La strategìa del mondo ?

48m4811@gmail.com ha detto...

Difficile parlare di Dio; orazione 27- 3;Gregorio Nazzareno - I cinque discorsi teologici -

Alfonso ha detto...

1) "I mass-media chiamano Francesco il “papa della gente”, ma è in realtà il pontefice dell’élite. Essi amano la sua politica, ma l’uomo della strada esprime perplessità."
Io, uomo della strada, di quelli cioè che credono che 2 più 2 faccia ancora 4, me ne ero accorto da subito che le élite mondialiste, masso-comuniste anticristiane, avevano finalmente conquistato anche il governo vaticano con l'elezione del Bergoglio, il quale è stato da tutti riconosciuto come loro comandante supremo!
A breve sapremo quanti, fra la "gente" comune, siano ancora sotto l'effetto dell'ubriacatura massmediatica bergogliana. Signore, salvaci dal bergoglionismo, malattia senile del cattocomunismo!

2) "I suoi discorsi non avevano alcun contenuto specificamente cattolico. Se qualcuno avesse scambiato i suoi discorsi con quelli di qualunque senatore democratico, nessuno avrebbe colto la differenza."
Bergoglio, capo politico delle élite masso-comuniste anticattoliche, agisce in maniera esattamente opposto a quanto predicava Papa Benedetto XVI.
"La Chiesa non è, né potrebbe mai trasformarsi in un soggetto politico. Come afferma il Santo Padre Benedetto XVI, "perderebbe la sua indipendenza ed autorità morale identificandosi con un’unica via politica e con posizioni parziali e opinabili."
"La Chiesa non è chiamata alla formazione di partiti: si trasformerebbe in una religione civile. La Comunità cristiana, invece, è chiamata a formare in Cristo uomini nuovi, capaci di fare nuova anche la politica; uomini e donne dal cuore nuovo, capaci di fare nuovo il cuore delle istituzioni politiche."
https://it.zenit.org/articles/i-cattolici-la-politica-e-la-nuova-evangelizzazione/

irina ha detto...

Ho l'impressione che il cerchio si stia chiudendo intorno alla cricca papale. La reazione sarà feroce e mendace. Prepariamoci.

Anonimo ha detto...

BERGOGLIO DÀ UDIENZA AL GIORNALISTA CHE ACCUSA I CARDINALI DEI DUBIA DI 'ABUSO SATANICO'
https://ultimo-papa.blogspot.com.br/2017/08/papa-riceve-chi-accusa-i-cardinali-dubia.html?m=1

Alessandro Mirabelli ha detto...

un mio collega, di poco più di 60 anni, è rimasto - bontà sua - comunista puro e duro. Uno che quaranta anni fa mangiava pane e Manifesto e caffè latte col Capitale. Lui considera Veltroni, Fassino, Occhetto e D'Alema dei venduti. Gente che non è e che non rappresenta più nulla di sinistra. Ma questo collega invece considera l'unico uomo di vera sinistra, dal quale si sentono concetti di sinistra, Bergoglio. Se lo dice il mio collega, comunista duro e puro, sicuramente è vero.

Anonimo ha detto...

Scusate, sarò presuntuoso, ma ho una certa età, e per capire una persona ormai mi basta la faccia....non ho mai visto in vita mia un volto ed uno sguardo più irridente e meno mistico

A. D. ha detto...

Dunque, dopo Socci, Ferro Canale ed adesso questo intervento, insieme al recente libro uscito in GB in cui si rivela la oramai arcinota azione di lobbying per portarlo lì dov'è ora, possiamo trarne le dovute e consequenziali conclusioni o dobbiamo rinchiuderle nel nostro bel foro interno aspettando che chi ne abbia facoltà ed autorità si pronunci sui fatti accaduti (e visto com'è composto il Collegio cardinalizio che di sacro oggigiorno ha ben poco non lo farà perché sono buona parte collusi)?
Mai si videro palesi violazioni delle norme, mai questi vomitevoli giochi di potere che di santo non hanno nulla, mai socialisti in tonaca in posizioni di vertice che pretendono di insegnare...e vogliamo anche fare il loro gioco avallandone la piena validità e legittimità?!? Meno male che la Chiesa Cattolica possiede gli anticorpi per resistere alle persecuzioni nelle ore più dure (non prevalebunt), ma bisognerà pur usarli!!!

irina ha detto...

Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus,
supplices deprecamur: tuque,
Princeps militiae caelestis,
Satanas aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen.

Anonimo ha detto...

Cristo dice: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3). Potrebbe forse ritenersi incerto quali siano i poveri, ai quali si riferisce la Verità se, dicendo poveri, non avesse aggiunto null'altro per far capire il genere di poveri di cui parla. Si sarebbe allora potuto pensare essere sufficiente per il conseguimento del regno dei cieli quella indigenza, che molti patiscono con opprimente e dura ineluttabilità. Ma quando dice: «Beati i poveri in spirito», mostra che il regno dei cieli va assegnato piuttosto a quanti hanno la commendatizia dell'umiltà interiore, anziché la semplice carenza di beni esteriori.
Dal Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, Papa

Anonimo ha detto...

In nome della liberta'...vedere video

I (NIPOTI DEI) PARTIGIANI ALZANO LA VOCE E IL PARROCO ANNULLA IL CONCERTO DI POVIA
I giacobini fanno così, impongono i loro slogan con le buone o con le cattive (VIDEO: Povia contrattacca)
di Rino Cammilleri

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4837

Anonimo ha detto...

Nel Sudan guidato dal regime islamista di Omar al Bashir, in cui vige la sharia islamica, la persecuzione anticristiana ha raggiunto livelli gravissimi». Oltre a doversi conformare ai costumi islamici – continuano i casi di donne cristiane arrestate per “abbigliamento indecente” – negli ultimi mesi i cristiani hanno dovuto sopportare anche la demolizione di alcune chiese. «E molte altre rischiano di essere abbattute – continua Monteduro – La motivazione addotta da Khartoum è violazione dei piani regolatori, ma è ben noto l’intento di al-Bashir di eliminare la presenza cristiana dal Paese.

http://www.tempi.it/sudan-bambini-cristiani-costretti-a-recitare-preghiere-islamiche-per-ricevere-cibo#.WbKvU9OrR3l