Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 19 settembre 2017

L’intima compassione di Gesù: ἐσπλαγχνίσθη

Ѐ il Vangelo di oggi (Messale Novus Ordo). Ci soffermiamo perché ci nutre e ci consola. E ci ricorda la pregnanza di significato dei termini nella lingua originale; il che assume particolare importanza nella Sacra Scrittura. Oggi che vengono sdoganate le traduzioni...

Vangelo Lc 7, 11-17 
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

ἐσπλαγχνíσθη (esplanknìsthe). Questa parola greca vuol dire letteralmente il movimento interiore delle viscere. Gesù ebbe compassione intima, profonda, viscerale.
In ebraico ci sono almeno tre radici per indicare la misericordia.
  • hèsed: è la fedeltà misericordiosa di Dio, la sua misericordiosa ostinazione verso il peccatore;
  • hanan: questa radice indica invece gratuità e grazia;
  • raham: radice verbale che evoca il seno materno, la tenerezza della madre (letteralmente indica la membrana attraverso la quale il mondo antico era convinto che il bambino comunicasse con la madre).
Il termine greco di oggi esprime quest’ultima misericordia. Il movimento uterino della misericordia di una madre. E’ bello allora oggi ricordare i passi della Parola di Dio in cui è utilizzata questo verbo ἐσπλαγχνίσθη da noi tradotto con un più tranquillo “sentire compassione”.
  • Geremia 31,20 Non è forse Efraim un figlio caro per me, un mio fanciullo prediletto? Infatti dopo averlo minacciato, me ne ricordo sempre più vivamente. Per questo le mie viscere si commuovono per lui, provo per lui profonda tenerezza». Oracolo del Signore.
  • Osea 11,8 Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Admà, ridurti allo stato di Zeboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
  • Matteo 9,36 Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
  • Matteo 14,14 Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
  • Matteo 15,32 Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada»
  • Matteo 18,27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
  • Matteo 20,34 Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.
  • Marco 1,41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
  • Marco 6,34 Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
  • Marco 8,2 «Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare.
  • Marco 9,22 anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci»
  • Luca 7,13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
  • Luca 10,33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.
  • Luca 15,20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
padre Mauriazio Botta [Fonte]

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Card. Muller al Convegno Summorum:
«fino ad ora vi è stata una sostanziale unità nella traduzione nel messale della stessa lingua, nonostante piccole differenze. Però queste lingue, ad esempio l’inglese, non si parlano in unico paese, PERTANTO VI POTREBBE ESSERE UNA CERTA DIFFORMITA’ SE FOSSE LA SINGOLA CONFERENZA EPISCOPALE A DECIDERE. Avremmo piuttosto bisogno della cooperazione di più conferenze episcopali, per evitare problemi pratici come il caso di messali della stessa lingua differenti».

Il problema non è tanto la difformità di interpretazioni nell'area anglofona. L'unità delle traduzioni non può essere decentrata alle conferenze episcopali, neppure se riuniti in base all'uniformità linguistica! Se si è dimesso un Papa non può dimettersi il papato...

Anonimo ha detto...

Il punto di vista di Querculanus
http://querculanus.blogspot.it/2017/09/fra-linguaggio-inclusivo-e-banalita.html#more

irina ha detto...

Ormai ogni volta che ascolto il Vangelo, c'è una qualche parolina che non mi torna, non dico del Vecchio Testamento e delle Lettere, perchè troppo vasto il campo per la mia testa. Ora queste paroline che mi colpiscono per la loro novità mi mettono all'erta, mi tolgono la fiducia. Non sono più rilassata in ascolto, in piedi davanti al mio posto; mi metto in stato super-attento tipico di chi teme di essere raggirato nel prosieguo dell'omelia. Onestamente sono convinta che così non sia possibile vivere, men che meno la religione, quella Vera e Rivelata. Questa sfiducia che è stata seminata con la progressiva miscredenza di molto clero, è malsana. I preti fingono e noi siamo portati a fingere come loro una religione in cui loro non credono più, e la stanno modificando sotto i nostri occhi, in un altra che non c'è e che neanche loro infondo sanno come uscirà fuori.La situazione è malata. Non so quanto resisterò in questa menzogna.

Unam Sanctam ha detto...

Il verbo è, se ben ricordo, ευσπλαγχνίσθη. E un cristiano dovrebbe pronunciarlo "efsplanchnisthi", non con la pronuncia erasmiana (scolastica), inventata (falsamente) in odio al cristianesimo, come la pronuncia "restituta" del latino.

Alex da roma ha detto...

Segnalo questo articolo sul moto proprio di Bergoglio di oggi:
https://cronicasdepapafrancisco.wordpress.com/2017/09/19/a-colpi-di-motu-propri-papa-francesco-legittima-la-sua-chiesa/

Anonimo ha detto...

Ѐ il Vangelo di oggi (Messale Novus Ordo).
Nel Messale Tridentino, è il Vangelo di Domenica scorsa, XV Dopo Pentecoste.

Anonimo ha detto...

Irina ha colto il punto centrale della rivoluzione modernista in atto. I preti non credono più alla vecchia religione, i loro capi ne stanno fabbricando un’altra sotto i nostri occhi priva del tutto di basi solide (divine), fondamentalmente orientata dal desiderio di ottenere assenso dal mondo. e certissimamente neanche loro in fondo sanno quale sarà la sua forma. Per questo continuano ad incontrarsi ed incoraggiarsi tra di loro parlando di sfide e di passi avanti, sputando fiele su coloro che sono refrattari… ma la loro opera è solo polvere

Anonimo ha detto...

È vero. La Domenica scorsa ho letto questo bellissimo Vangelo nel Messale de sempre, nel Messale di San Gregorio Magno.
Eccelente il commento di padre Botta.
Nelle ultime Domeniche, nel Messale gregoriano abbiamo letto nel Vangelo del buon samaritano la misericordia del Cuore di Gesù: Misericordia motus. Compassione intima, profonda, viscerale. Compassione materna. Dives in Misericordia Deus.

Gesu' pensaci Tu ! ha detto...

E’ qui -cari pellegrini- che secondo noi sta l’inghippo .
http://itresentieri.it/eh-no-monsignor-paglia-la-famiglia-e-proprio-un-ideale-e-guai-se-non-lo-fosse/