Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 2 febbraio 2019

Oltre il Concilio, la gnosi - don Elia

La Chiesa terrena, in moltissimi dei suoi membri (non certo nel suo mistero soprannaturale), ha subìto una sorta di mutazione genetica: l’autocoscienza dei cattolici non è più la stessa. Non c’è più distinzione tra verità e opinione, errore o menzogna, tra bene e male, tra amici e nemici; il principio luterano del libero esame ha trionfato, svuotando la Sacra Scrittura di ogni autorità. La Tradizione è una realtà ormai sconosciuta alla maggioranza dei fedeli, mentre il Magistero non conta più nulla: al massimo si prende quel che fa comodo, ignorando ciò che dà fastidio o non è di conferma alle vedute soggettive del singolo “credente”. In questo Martini ha stravinto, nonostante le sue geremiadi sul ritardo della Chiesa Cattolica; il problema è che quell’uomo (come inequivocabilmente dimostrano le sue blasfeme Conversazioni notturne a Gerusalemme) non credeva affatto in Dio, ma in una sorta di forza immanente che spingerebbe la storia verso un “progresso” puramente orizzontale nel senso inteso dalla rivoluzione massonica, iniziata nel 1789 e giunta al culmine nel 1968.

In una situazione del genere, temo che neanche una dichiarazione chiarificatrice sul Vaticano II che ribadisse la verità cattolica, se mai arrivasse, porterebbe grandi vantaggi, ma cadrebbe nel vuoto, come tanti documenti del Magistero recente non in linea con l’insindacabile spirito del Concilio. Ormai la maggior parte della gerarchia è mentalmente deformata; Bergoglio non fa altro che affermare esplicitamente ciò che già da decenni pensavano tanti preti, vescovi e cardinali, pur senza manifestarlo troppo chiaramente perché non si poteva. Ora si sentono liberi di venire allo scoperto – e questo, in ogni caso, è per noi un vantaggio: riconoscendoli per quello che sono veramente, senza maschera, possiamo respingerli come falsi pastori; pur non avendo l’autorità di farlo pubblicamente, ne abbiamo comunque il diritto e il dovere nel foro interno della coscienza.

Il problema è più profondo di un concilio inopportuno: la nouvelle théologie, che quel concilio ha consacrato, ha portato col tempo al rigetto della metafisica e all’oblio della dimensione soprannaturale, con la conseguente caduta nel naturalismo e la mondanizzazione della Chiesa, ridotta a movimento politico o ad agenzia umanitaria che deve a tutti i costi assecondare un mondo a sua insaputa già cristiano, anziché convertirlo e correggerlo per la sua salvezza eterna. Tutti gli orientamenti, veri o falsi, sono ammessi in quanto ridotti a diverse “interpretazioni”, ma non si sa di cosa, visto che non c’è più un oggetto definito da conoscere mediante la fede e neanche una base comune a livello di semplice logica. La razionalità stessa è stata oscurata, a vantaggio di un “pensiero” liquido che può imporsi unicamente con gli abusi di potere e la manipolazione delle coscienze.

In realtà il diavolo ci ha gabbati facendoci concentrare su un fronte secondario, mentre le sue forze avanzavano indisturbate alle nostre spalle. I russi la chiamano maskirovka, strategia diversiva. Il Vaticano II era già superato alla sua conclusione, dato che, nei progetti di coloro che ne avevano preso il controllo, era soltanto uno strumento per aprire un varco alla loro gnosi anticristica. Mentre ci lambiccavamo a capire come interpretare l’ultimo concilio in modo corretto, cioè in continuità con la Tradizione, questa gnosi ha dilagato fino a sommergere tutto e a sostituire la fede. Ai novatori non importa più nulla di quello che è stato il concilio per antonomasia: da intoccabile superdogma esso è diventato, come tutto il resto, un rottame del passato. Dopo che quell’evento è stato sfruttato per cancellare quanto lo aveva preceduto e abbattere così ogni barriera, sono andati ben più lontano delle premesse poste allora; ormai lo rievocano solo di tanto in tanto come puro nome, privo di contenuto reale, per giustificare le loro derive senza fine.

Le dottrine gnostiche articolano la storia in cicli distinti sempre più perfetti; in ognuno di essi sorge un nuovo mondo, la cui comparsa comporta la distruzione del precedente e l’instaurazione di un ordine diverso, più corrispondente a quello occulto della sapienza iniziatica, noto – ovviamente – soltanto a pochi eletti, ma consistente in realtà nella totale distruzione dell’ordine naturale (e con esso della Chiesa, degli Stati e dell’umanità stessa, in omaggio all’odio satanico che lo ispira). La storia recente della Chiesa Cattolica si spiega così; non c’è dunque da meravigliarsi più di tanto, alla luce di tutto ciò, della progressiva demolizione del dogma, della morale, dei Sacramenti e dell’autorità gerarchica: è l’obiettivo scientemente voluto e sistematicamente perseguito dalle società segrete, secondo un preciso programma elaborato alla fine dell’Ottocento.

Il “Cristo” dello spiritualismo occultistico non è certo la Seconda Persona della Trinità che ha assunto la natura umana per salvarci, ma un indefinito “spirito” in continuo sviluppo che si identifica con l’universo o con l’umanità, da cui tutto emana senza fine – compresi i contrari – e che giunge a compimento nell’uomo iniziato, il quale si autoredime (non dal peccato, ma dall’ignoranza e dalla molteplicità del mondo materiale) “deificandosi” mediante la propria conoscenza. Ma, al di là delle intricatissime dottrine, di un’allucinante irrazionalità, proprie delle svariate sètte gnostico-massoniche, il reale e comune oggetto del loro culto è il diavolo. I satanisti, accanendosi con astio demoniaco contro la giustizia di Dio, lo esaltano come il vero amico degli uomini, portatore del progresso e liberatore dal tiranno celeste, pur sapendo perfettamente di dannarsi in tal modo all’Inferno, dove contano però di poter alleviare l’eterno tormento con il perverso godimento di bestemmiare senza fine il Creatore.

In questo quadro i dogmi, i riti e le strutture della Chiesa Cattolica sono un rivestimento transeunte che l’unica religione eterna, base comune di tutte le religioni storiche, ha assunto in una determinata epoca e cultura, ma che deve necessariamente essere aggiornato in funzione dei tempi nuovi, forieri di un nuovo ordine del mondo. Il cardinale Achille Liénart (1884-1973), arcivescovo di Lille e, da massone, cavaliere qadosh (titolo corrispondente al trentesimo grado del rito scozzese, che implica la partecipazione al culto di Lucifero), proprio questo aveva di mira quando, il secondo giorno del Concilio, infranse la procedura esigendo con un banale pretesto che fosse rimandata la votazione delle commissioni nominate dal Papa, che furono poi completamente rifuse per introdurvi i teologi neomodernisti sanzionati da Pio XII, con il conseguente rigetto di tutto il lavoro preparatorio. Sarebbe stato lui stesso, in punto di morte, a rivelare questo retroscena al confessore, autorizzandolo al contempo a divulgare il contenuto dell’accusa. Il moribondo avrebbe altresì asserito che il danno da lui provocato insieme con i suoi sodali era così grave che per la Chiesa, umanamente, non c’era più nulla da fare.

Che il racconto sia autentico o meno, la triste realtà che è sotto i nostri occhi ci conferma comunque che – ahimè – l’affermazione è fin troppo vera. Bisognerebbe essere ciechi per non vedere che la Chiesa Cattolica ha imboccato la via dell’autodemolizione e che ormai, dopo cinquant’anni, regna in essa una confusione babelica. Questo è il punto d’arrivo di una lunga parabola che parte dall’Eden, quando il tentatore, l’angelo ribelle che si era rifiutato di servire il Creatore (non serviam), istigò i progenitori alla disobbedienza illudendoli di poter in tal modo diventare come Dio (eritis sicut dii). Da allora egli continua a sedurre gli uomini con una falsa sapienza che rappresenta un sovvertimento della Rivelazione. Essa si è dapprima espressa nelle antiche dottrine talmudiche, poi – per influsso di quelle – nella filosofia moderna e contemporanea, infine assunta a fondamento intellettuale dalla nouvelle théologie, che ha partorito il Vaticano II.

Se, nell’attuale cristianesimo geneticamente modificato, non c’è più posto per la trascendenza, la grazia, la preghiera, la santificazione e la vita futura, ma solo per un’innocua religiosità emotiva e sentimentale, vero oppio dei popoli, o per un piatto impegno umanitario funzionale al mondialismo, è perché le sue premesse non sono più nella Rivelazione divina, bensì nella gnosi cabalistica. Qui la realtà oggettiva (che comprende pure la finitezza, la malattia e la morte) non conta più nulla, ma è negata in nome di un’illusoria idea di progresso senza fine; la pretesa salvezza dell’umanità proviene non dal misericordioso intervento di Dio a favore di chi si converte cambiando vita, quanto da un’illimitata acquisizione di conoscenze che consentano la manipolazione tecnocratica della natura – progressivamente violentata fino all’alterazione dell’uomo stesso – da parte di un’oligarchia di “illuminati” che, per realizzare i propri scopi di potere, ha narcotizzato le coscienze.

In questo caos pianificato, non smettiamo mai di ringraziare il Signore di averci conservato la fede e la ragione. È una grazia straordinaria per chi è stato chiamato a vivere all’epoca della grande apostasia camuffata da legittimo sviluppo della fede. Il cosiddetto rinnovamento, in realtà, ha partorito un’altra religione (con un’altra dottrina, un altro culto e un’altra morale) artificiale e caduca, funzionale alla comparsa dell’unica religione universale della massoneria. Ciò non significa che sia nata un’altra Chiesa, in quanto la Chiesa non può se non essere una, quella fondata da Gesù Cristo. Se si parla di neochiesa, bisogna intendere il corpo estraneo e parassitario che si è formato in seno ad essa ed è silenziosamente cresciuto come un cancro, fino a invadere tutto l’organismo con le sue metastasi. La nostra missione, in attesa che l’onnipotente Medico celeste lo rimuova, è quella di collaborare con la Provvidenza per custodire il dono ricevuto e aiutare a ritrovarlo o ad accoglierlo almeno chi vi è disposto; a tal fine ci vuole tanta preghiera, tanto studio… e tanta penitenza. Non scantoniamo in facili scorciatoie che ci porterebbero fuori dell’unica Chiesa di Cristo. A Bruno Cornacchiola, dopo averlo convertito all’istante dalla sua via di perdizione, la Vergine della Rivelazione intimò: «Chi è dentro, per grazia, non esca; chi è fuori, per grazia, entri!».

33 commenti:

irina ha detto...

"... quanto da un’illimitata acquisizione di conoscenze che consentano la manipolazione tecnocratica della natura – progressivamente violentata fino all’alterazione dell’uomo stesso – da parte di un’oligarchia di “illuminati” che, per realizzare i propri scopi di potere, ha narcotizzato le coscienze..."

La manipolazione,della natura fino all'alterazione dell'uomo stesso,a mio parere, non è solo tecnocratica, si intreccia con pratiche di origine orientale che si innervano nell'uomo fino al controllo dei suoi pensieri, rimanendone lui stesso ignaro perchè appunto li considera suoi; l'intreccio ha il supporto della tecnica, supporto che può essere molto sottile. Un esempio semplice lo abbiamo nella lettura: un tempo i libri che si consigliava di leggere, nelle diverse età, venivano con rigore selezionati. Era il tempo in cui la Chiesa e la società, da lei formata,
conoscevano i rischi che l'essere umano correva e corre, nella sua interiorità, assorbendo certi pensieri, certe immagini. Oggi sovra-stimolati, tenere e tenersi al riparo, è molto difficile anche per un adulto ben formato che ha il compito della critica, ultimo argine di contenimento alla disinformazione e corruzione delle menti,dei cuori, delle anime.

Concordo con la terapia, preghiera, tanto studio… e tanta penitenza. Con qualche aggiustamento sostituendo il 'tanto' con il ben fatto, l'approfondito, il poco ben assimilato, diventato carne; questo chiama in causa la nostra capacità di selezionare il vero, il buono, il bello per l'anima, la mente, il cuore, la volontà nostri e di coloro dei quali siamo e ci sentiamo responsabili.

Marisa ha detto...

Grazie don Elia per questa disamina così terribilmente vera e AG-GHIAC-CIAN-TE nella descrizione del VILUPPO di SERPI in seno alla Chiesa di Nostro Signore.

E ancora più grazie per ricordarci (non è così scontato) di avere noi ricevuto il grande dono di conservare la fede e la ragione!

Anonimo ha detto...

CATECHISMO - L'ultima prova della Chiesa

675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.
676 Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato «intrinsecamente perverso».
677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo giudizio dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa.

Benedetto XVI - Intervista durante il volo verso il Portogallo, 11 maggio 2010

Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia.
Il perdono non sostituisce la giustizia.


dall'omelia della Santa Messa a Fatima

«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore» (Is 61,9) con una speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri, ma non sacrifica gli altri; anzi – come abbiamo ascoltato nella seconda lettura – «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,7). Di ciò sono esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio. La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore. In particolare, la beata Giacinta si mostrava instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace.

Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

Anonimo ha detto...

Oggi, 2 febbraio, è il giorno dell'offerta.
Offerti a Dio, anche noi. Fidandoci di Lui. Ogni giorno.
Attendendo che Dio manifesti, a Suo tempo -Lui che è eternità- la Sua gloria.
Intanto accettiamo le piccole e grandi croci, soprattutto La Croce. Offerta anche quella.
Vita consacrata, nel giorno delle vite davvero consacrate. Sacre. Offerte a Dio.
A che cosa serve? A che cosa serve che Il Verbo incarnato, Dio, si sia fatto crocifiggere?
A riparare i peccati, ad espiare, a supplicare la conversione dei peccatori. A salvare.
"Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". Così disse Simeone. La neochiesa non offre. Ma è svelata.

Anonimo ha detto...


Vecchi argomenti

La causa della crisi viene ricondotta sempre alla supposta azione insidiosa della massoneria all'interno della Chiesa, portantdo ad esempio la storia della "confessione" del cardinale Liénart sul letto di morte, per la verità poco credibile.
Forse bisognerebbe soffermarsi anche su altri aspetti, coinvolgenti l'inferiorità culturale del cattolicesimo, afflitto da complessi di inferiorità nei confronti della scienza e del pensiero moderni. Respingiamo giustamente il modernismo come forma di "gnosi".
Ma i modernisti partivano proprio dalla ammirazione per la scienza e la filosofia moderna, che poneva problemi secondo loro inconciliabili con la Verità Rivelata.

Il progresso della filologia avrebbe dimostrato, con la critica del testo, che i Testi Sacri erano un collage, per così dire, frutto di epoche successive, una redazione della quale bisognava fare la storia, con il risultato di decomporli in tante strisce, per così dire, cucite poi ad arbitrio dell'esegeta. Ora, l'esegesi cattolica ha inizialmente resistito e replicato poi ha ceduto e oggi non si distingue da quella protestante. Per colpa della Massoneria? Ci siano o no infiltrazioni massoniche, resta il fatto che occorre replicare alla "filologia immaginaria" del razionalismo protestante e dei modernisti sul piano scientifico, non limitandosi a denunciare complotti.

Similiter per ciò che riguarda il complesso nei confronti della scienza.
Come facciamo a credere nel racconto biblico della Creazione quando la scienza presenta come verità scientifica la tesi evoluzionistica, che distrugge completamente ogni idea di creazione? E a credere nella transustanziazione quando la Fisica avrebbe dimostrato, con il suo neoatomismo quantistico, che la nozione stessa di sostanza sarebbe impossibile, rendendo così nullo il rapporto sostanza-accidenti?
E' chiaro che bisogna mettersi a studiare per replicare e confutare la concezione del mondo oggi prevalente, immanentistica e panteistica, e scaduta in un ossessivo nichilismo, costruita dalla filosofia negativa che sappiamo ma anche dalla scienza. Replicare, con il trovare argomenti validi sul piano del ragionamento, non (per esempio) calunniando Galileo sul piano personale, scrivendo che dopo tutto era una "mezza tacca"[sic].
Al modo dei fondamentalisti protestanti, molti cattolici "tradizionalisti" non credono ancor oggi all'eliocentrismo. Ma con l'ignoranza non si va lontano. Occorre usare la ragione, ce lo insegna Nostro Signore stesso: il Discorso della Montagna è un modello di razionalità (di razionalità non di razionalismo).
PP

Elia ha detto...

Ringrazio Irina per la precisazione. La manipolazione operata dalle società segrete non è solo tecnocratica, ma anche informativa e, mediante le tecniche esoteriche delle discipline occulte di matrice orientale, altresì spirituale. Gli scandali sessuali sono spesso collegati a questo genere di pratiche di natura, in ultima analisi, satanica.

Flavio Grisolia ha detto...

Se vogliamo dirla tutta con Giovanni XXIII, oltre che eretico apostata, nella Chiesa si è diffusa la religione della New Age, continuata poi attraverso il concilio e tutti i papi seguenti. Giusto affermare che la battaglia va combattuta dentro la Chiesa, poiché di crisi nella Chiesa si tratta e non di crisi della Chiesa. 

Anonimo ha detto...

“I capi non s’improvvisano, soprattutto in un’epoca di crisi. Trascurare il compito di preparare nei tempi lunghi e con severità d’impegno gli uomini che dovranno risolverla significa abbandonare alla deriva il corso delle vicende storiche”.
(Beato Giovanni Paolo II)

pinco ha detto...

bisogna vedere da quale punto di vista il beato G.P. giudicava la crisi.

mic ha detto...

Peccato che queste belle parole non siano servite ad impedire l'involuzione futura!

Anonimo ha detto...

In un mio post,relativo all'articolo di Don Elia, proprio sul suo sito, affermavo che concordavo quasi su tutto, tranne su quella che mi sembrava una difesa del magistero precedente a Bergoglio.
Si insiste sempre sul medesimo errore, pur con tutte le differenze e i distinguo ecc...

mic ha detto...

Don Elia non ha bisogno di essere difeso. Tuttavia per come lo conosco non ignora né sottovaluta l'excursus post-conciliare e non è necassario starlo a ricapitolare ogni volta... Soprattutto per chi ci segue.

irina ha detto...

@ PP

Credo che prima di tutto bisognerebbe studiare quello che è stato scritto in ambito cattolico. Quanto materiale è finito nella discarica perchè non più al passo dei tempi? Penso a tutti i resoconti della vita interiore, penso a tutti gli appunti ,le note che i monaci tenevano sulla semina, il raccolto, la cura degli animali, la cura di loro stessi anziani o affetti da strane malattie, tutte tematica di cui il mondo attuale pontifica convinto della sua grande scoperta e che era, invece, parte integrante dell'Ora et labora. Di tutto questo sono certa. Non conosco il perchè di questa disistima di sè, forse per la propaganda, in ogni epoca, martellante 'contro' la Chiesa, a prescindere? Forse il mondo l'ha sempre violentata nella mente e nel corpo, portandola a questo ebetismo attuale. Il grande errore, a mio avviso, è stato quello di riconoscere tutto il bene nel mondo e non vederlo più in se stessa. Ed ancora oggi si ripete lo stesso schema di imitazione indiscussa del mondo rigettando il proprio patrimonio. Compito della Chiesa, a mio avviso, sarebbe stato continuare sulla strada sua e tener d'occhio, se e quando, il mondo stava dando qualche contributo che ben si integrava al suo(della Chiesa) modo di stare al mondo. Sono certa che tante novità scientifiche di oggi, sono conservate, ignorate, in qualche polveroso libro nel fondo di qualche vecchia biblioteca smantellata. Questo ha comportato correre dietro al mondo, dimenticare e rinnegare se stessi. Attenzione che ora il mondo continua nel suo millenario plagio e/o nello svuotamento, nel furto di ciò che è proprio della Chiesa, per poi riproporlo alla sua maniera.

fabrizio giudici ha detto...

Segnalo questo articolo su Bugnini (sottotitolo significativo: "molti fatti in passato liquidati come cospirazionismo ora appaiono storicamente provati)"):

https://catholicherald.co.uk/magazine/when-it-came-to-liturgy-cardinal-bugnini-manipulated-the-council/

Anonimo ha detto...


Un dialogo tra sordi

Mi sembra che il senso del mio argomento non venga compreso o venga ignorato. Forse è colpa mia, non riesco a spiegarmi bene. Vediamo se mi riesce adesso.
Dico che la cultura cattolica non è riuscita, in questi ultimi secoli, ad
elaborare una risposta adeguata alle pretese verità della filosofia e soprattutto
della scienza moderna, verità che tagliano l'erba sotto i piedi alla Bibbia,
distruggendone l'autorità. Punto.
Noi difendiamo le verità della nostra religione non solo perché sono rivelate ma
anche perché esprimono il vero. Ora, questo "vero", la scienza di oggi ci dice:
non esiste, è un mito (p.e., la Creazione). Ed è convinta di averlo provato. La scienza di oggi ha torto ma questo torto non si può certo dimostrarlo invocando teorie del complotto.
Bisogna impostare un discorso critico, che finora, a mio modesto avviso, è mancato e
continua a mancare. Naturalmente, nella scienza bisogna distinguere ciò che risulta
provato (ad esempio l'eliocentrismo) dalle semplici teorie non provate, anche se gabellate come leggi di natura, per esempio il darwinismo, nelle sue varie scuole.

Circa le manipolazioni di Bugnini nei confronti del Concilio, a parte il fatto che sono
state evidentemente approvate da Paolo VI, si continua a dimenticare che i principi innovatori alla base della nuova liturgia, a cominciare da quello (assolutamente disastroso) della creatività liturgica a titolo di esperimento e di inculturazione locale, affidata per di più all'ampia competenza delle Conferenze episc. naz., sono stati posti dal Concilio non da Bugnini. Bugnini è stato solo un esecutore, che si è spinto più o meno innanzi su una via già tracciata, quella dell'adattamento della Messa alla mentalità moderna, secondo le aspirazioni del Movimento Liturgico, involutosi in senso modernista (la via dei Casel, dei Romano Guardini etc.).
Continuare a dar la colpa della riforma al "massone Bugnini", ignorando le responsabilità di Paolo VI e soprattutto del Concilio, significa continuare a non voler capire.
Stando così le cose, non lamentiamoci se le cose continuano a peggiorare. Perché questo è il dato di fatto: continuano a peggiorare, e fortemente, nonostante tutti i Rosari, giaculatorie, novene, devozioni private e quant'altro. Il fatto è che il Signore non si lascia prendere in giro.
E nemmeno il Diavolo ("tu non crede'i ch'io loico fossi..").
PP


Silente ha detto...

Caro PP
io non credo che una eventuale "epistemologia cattolica" debba necessariamente inseguire lo scientismo sul suo stesso piano. Soprattutto su quello della "verità assoluta della scienza", inseguita da personaggi esemplari dell'arroganza scientista (penso a un Burioni, tanto per fare un esempio tra il folcloristico e il pittoresco). In fondo, San Roberto Bellarmino, che chiedeva semplicemente, inascoltato, a Galileo di presentare le sue idee come ipotesi e non come verità assolute, era molto più vicino alla visione di un Karl Popper (che non amo) sulla relatività delle "verità" scientifiche (e della necessità della loro "falsificabilità") di quanto non lo fosse Galileo. Ammessa e non concessa, quindi, la dignità valoriale della categoria del "moderno", Bellarmino era più "moderno" e "scientifico" di Galileo.
Non mi trattengo sul darwinismo, indimostrata ipotesi che non gode neppure del consenso di tutti gli scienziati. Basti pensare, in Italia, a Giuseppe Sermonti, genetista, fierissimo avversario di questo sistema falsificante.
Una nota finale. Frequento da decenni l'ambiente tradizionalista, e ammetto di aver conosciuto personaggi bizzarri di tutti i tipi. Per affetto aggiungo: simpaticamente bizzarri. Ma di sostenitori del sistema eliocentrico (mi consenta, caro professore, un po' di ironia: con tutto il rispetto per questa ipotesi scientifica) no, non ne ho mai conosciuto. Peccato. Sarebbe stato intellettualmente stimolante. Comunque, sempre meglio un eliocentrista di un darwinista.
Silente

Silente ha detto...

Caro PP,
aggiungo al mio precedente messaggio, che non era necessariamente in contrapposizione con il suo ultimo scritto, che capisco benissimo cosa sta dicendo sulle responsabilità del concilio e di Paolo VI e sono d'accordo, d'accordissimo.
Silente

Anonimo ha detto...

Don Elia, una grande verità: è sempre lo stesso serpente dell'eden che propina la gnosi inoculando il veleno della mezza verità, il sofisma della gnosi, della nouvelle theologie, di cui fu esponente il sopra citato (nelle parti migliori solo) Ratzinger.
http://lawrencesudbury.altervista.org/la-nouvelle-theologie-e-la-riforma-della-teologia/
Condannata da Pio XII la nouvelle sedette sulla cattedra nel XXI secolo. Inaugurata da chi promosse i teologi della nouvelle theologie prima all'indice: Giovanni XXIII. Leggasi l'articolo anche solo alla fine, è tutto detto per chi vuole vedere.

irina ha detto...

@ PP
"...Dico che la cultura cattolica non è riuscita, in questi ultimi secoli,ad elaborare una risposta adeguata alle pretese verità della filosofia e soprattutto della scienza moderna,..."

A parer mio i cattolici non devono elaborare nessuna risposta alle pretese verità della filosofia.I cattolici dovrebbero fare il loro lavoro, pregare, leggere e meditare,una pagina, per es. la Creazione. Da questo tipo di lavoro soltanto, versetto per versetto, può uscire il nostro contributo adeguato a rischiarare la scienza moderna. Non dobbiamo metterci in competizione col mondo, dobbiamo andare avanti, questo sì, sulla nostra strada, con i nostri mezzi specifici.

Silente ha detto...

Nel mio post delle 21:17 è ovvio che al termine "eliocentrico" alla terz'ultima riga va letto "geocentrico". E all'ultima anziché "eliocentrista" è da leggersi geocentrista. Lo ammetto: troppa ironia fa male...
Silente

Gederson Falcometa ha detto...

Caro PP,

La Chiesa non è nata con un sistema filosofico e un sistema teologico pronti. Tuttavia, questo non era un motivo per cui la Chiesa sentisse un complesso di inferiorità di fronte al mondo antico, se si sente oggi, perché qualcosa è cambiato correttamente?

La risposta può a volte essere ritardata, ma arriva. In questo senso va il libro  Aristotle’s Revenge: The Metaphysical Foundations of Physical and Biological Science del tomista americano Edward Feser e sul quale dice Dr. William E. Carroll, Aquinas Institute, Blackfriars, Università di Oxford:

“Con chiarezza e brio caratteristico, Feser sostiene che i principi della filosofia aristotelica e tomista, in particolare la metafisica e la filosofia della natura, non sono messi in discussione dagli sviluppi della scienza moderna e contemporanea, anzi, Feser pensa che una corretta comprensione delle scienze naturali diventi il valore duraturo di questi stessi principi: il libro offre un’eccellente analisi di molte delle questioni filosofiche chiave che sono al centro del discorso sulle implicazioni delle scienze fisiche e biologiche: è una risorsa molto importante per filosofi e scienziati “.
Più informazioni sul libro se può leggere nell’indirizzo:

La rivincita del tomismo!
https://pellegrininellaverita.com/2018/12/10/la-rivincita-del-tomismo/

In ciò che dice rispetto al peggioramento delle cose questo viene dalla lontano. Nonostante tutti gli preghiera a S. Michele, recitate al fine delle Messe, il nemico ha raggiunto il suo obiettivo:

“Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell’immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l’iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse”.

La "presunta" azione della Massoneria, all'interno della Chiesa, come denunciata da innumerevoli autori cattolici, ha finito per avere successo. Oggi abbiamo un Papa che recita il ruolo della massoneria.

Un caro saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...


I cattolici non devono replicare alle verità negative della filosofia?

-----Sempre per difendere la verità rivelata,si intende, oltre che la recta ratio. Ma cosa hanno fatto Agostino e l'Aquinate se non replicare per tutta la vita alle false filosofie, che attaccavano il cristianesimo? E sant'Ireneo? La polemica contro gli gnostici, i manichei, i neoplatonici etc. Come si fa a dire che dovevano andare per la loro strada, senza curarsi di tutti questi nemici del Verbo? La Scolastica, contro gli Averroisti, non ha recuperato l'Aristotele valido per spiegare diversi dogmi, tra cui quello della transustanziazione? Tutto l'impianto logico-razionale della metafisica classica contro il materialismo che stava emergendo dall'influenza di Averroè, foriero di volontarismo e nominalismo?
-----Le verità scientifiche non sono "relative": la terra gira attorno al sole o il sole attorno alla terra. Tertium non datur. Bellarmino faceva bene a consigliare G. a presentare la sua tesi come ipotesi, anche dal punto di vista scientifico. Ma G. era convinto di aver trovato la dimostrazione del moto della terra con la sua interpretazione delle maree (oltre che per analogia con il moto di Venere attorno al Sole e delle Lune di Giove attorno a Giove). Spiegazione non accettata, quindi dimostratasi falsa.
Ma l'errore che ha fatto la Chiesa è stato questo: di far abiurare la sua teoria a G. giurando sulla Bibbia che tale teoria oltre che falsa era eretica. In questo modo si è tirata la Bibbia dentro le dispute scientifiche. Una volta dimostratosi che G. aveva ragione, ossia che la terra girava effettivamente attorno al sole, chi ci ha rimesso notevolmente è stata la Bibbia ossia la religione. Si è sciaguratamente creata una antitesi tra Bibbia e religione che prima non c'era.
Solo nel 1823, mi pare, la Chiesa ha dichiarato moralmente accettabili le prove sul moto di rivoluzione della terra.
Sulla "relatività" e "falsificabilità" delle verità scientifiche bisognerebbe fare un discorso approfondito. Personalmente, non mi soddisfa il concetto della "relatività", anche perché la scienza cerca sempre di sapere come stanno effettivamente le cose, se è vera scienza: mira alla cosa in sé.
Ho letto da qualche parte che circa il 24% degli americani non crede all'eliocentrismo. Ma ci sono tanti che si barricano dietro la c.d. "relatività", per cui, dicono, è indifferente che la terra giri attorno al sole o il sole attorno alla terra. E'indifferente perché non sarebbe mai possibile stabilire un punto di osservazione assoluto, indipendente dal moto.
Dalla banchina, vedo passare il treno. Dal treno, mi sfila via la banchina. Anche la banchina è in moto dal punto di vista del treno in moto. Così cominciava Einstein i suoi esperimenti mentali, fondati sulla relatività dei punti di vista. Ma noi sappiamo o no che la banchina in realtà non si muove? Questo modo di ragionare impedisce di distinguere la realtà dall'apparenza, l'essere dall'apparire. Non è quindi accettabile, dal momento che tale differenza, a noi ben presente, presuppone sempre un punto fermo, ciò che appunto non solo appare come realtà transeunte ma anche è e non muta. Se i lati della strada si muovessero come la macchina che la percorre, non ci sarebbe più la strada. C'è dunque un moto apparente, diverso da quello reale. E questo è un dato di fatto assoluto.
PP

Anonimo ha detto...


Caro Gederson,
Grazie per l'indicazione del libro.
Mi fa piacere vedere che ci sono autori cattolici che affrontano la questione.
Penso anch'io che non ci sia antitesi fra la metafisica classica e la vera
scienza. Ovviamente, dal punto di visto del modo di ragionare, dato che alcuni
concetti scientifici del passato non possiamo più sostenerli, a cominciare dal
concetto del moto di Aristotele, almeno in relazione al moto dei gravi, come
si diceva una volta.
L'irruzione delle particelle di energia, con la meccanica
quantistica, ha poi sparigliato tutto. Sembrerebbe render inapplicabili le
categorie logiche fondamentali a cominciare dal principio di identità e di
non contraddizione. Come fa la luce ad essere simultaneamente onda e quanto,
grano di energia? E a trasmettersi nel vuoto sempre in linea retta, per
miliardi di anni luce?
Qui entriamo in un altro campo, nelle profondità della natura scopriamo
dei misteri che nessun fisico riesce a risolvere.
Non nego la "presunta" azione della massoneria nella Chiesa, nego che tale
azione possa spiegare da sola la crisi della Chiesa, come pretendono i complottisti.
Così come nego (e sono in buona compagnia) che l'azione della massoneria possa
spiegare da sola la Rivoluzione Francese o il Risorgimento italiano.
La crisi della Chiesa è di fede e prima ancora è di cultura e persino di mentalità.
PP

irina ha detto...

@ PP
"... Come si fa a dire che dovevano andare per la loro strada, senza curarsi di tutti questi nemici del Verbo?..."

Hanno potuto curarsi di tutti i nemici del Verbo, perchè conoscevano a menadito la loro strada e conoscendola erano in grado di comprendere le retrocessioni del mondo e gli avanzamenti del mondo; quegli avanzamenti che aiutavano a comprendere, in parte o totalmente, proprio i concetti da loro bene assimilati sul piano della Fede.

L'aver giurato sulla Bibbia non è stato un errore, hanno fatto benissimo, primo, perché la scienza, lei sì che diviene, cioè potrebbe migliorare volendo; secondo, perché , pur comprendendo che la Bibbia si conosce ancora così così, la nostra mediocrità nulla toglie alla sua inerranza; inerranza di cui, noi e la scienza, non abbiamo trovato ancora concetti, parole, con i quali darne piena ragione.

fabrizio giudici ha detto...

Interessantissima discussione.

In generale sono d'accordo con PP, bisogna dare certe risposte. Però non sono d'accordo nel dettaglio, ovvero che la Chiesa debba andare così nel dettaglio come negli esempi fatti (fisica quantistica, eccetera). Come dice Silente, semmai dovremmo ribattere il carattere intrinsecamente provvisorio di ogni teoria scientifica, così come il fatto che ogni modello scientifico, per quanto "produttivo" in termini di previsioni e ricadute tecnologiche, è intrinsecamente provvisorio ed è una semplificazione della realtà, non è una descrizione diretta della realtà. Altri epistemologi, dopo Popper (p.es. Kuhn, Lakatos) hanno mostrato i limiti della comunità scientifica: p.es. Lakatos ha sottolineato come gli scienziati, che sono uomini, non si comportano sempre in modo razionale e spesso si innamorano delle proprie teorie. Tipico l'esemio dei fisici "classici" che si "incartarono" con l'etere luminifero e per molto tempo non vollero ammettere la relatività ristretta; lo stesso Einstein poi non era convinto della quantistica; oggi se è vero che i modelli quantistici forniscono molte risposte, non c'è consenso sulle loro interpretazioni. Quindici anni fa lessi "L'universo elegante" di Greene (un sostenitore della teoria delle "superstringhe") e certi amici ricercatori in fisica mi sconsigliarono la lettura, così come dalle nostre parti sconsigliamo la lettura di un Enzo Bianchi. Perché devo pensare che la generazione presente di scienziati sia immune da queste pecche? Come può la scienza in questo stato paradossale (estremamente fecondo sui risultati pratici, ma totalmente confuso sulle interpretazioni) mettere in crisi il pensiero filosofico? Almeno attendiamo che si consolidi un consenso scientifico reale in certi campi, prima di prenderlo seriamente in considerazione.

Basta pensare p.es. alla paleoantropologia: quante volte abbiamo sentito di "scoperte rivoluzionarie" che modificavano radicalmente il modo in cui la supposta evoluzione umana veniva compresa? Per non parlare poi dei clamorosi buchi nell'acqua, come Lucy. Se ogni volta una scoperta è rivoluzionaria, vuol dire che quella scienza non è consolidata: è assurdo starci dietro in questo stato.

(segue)

fabrizio giudici ha detto...

(seguito)
Io ho iniziato a seguire con interesse il prof. Bagnai (ho difficoltà ad andar dietro nel dettaglio di questioni economiche) quando ho letto un suo post in cui aveva messo in grande evidenza la parola "epistemologia". È sulla critica al metodo che dobbiamo focalizzarci, non sugli attuali risultati della ricerca in certe aree specifiche. Semmai bisogna puntare il dito su chi pretende di fare affermazioni apodittiche sulle basi di una conoscenza così instabile.

Oltretutto la scienza si trova in uno stato paradossale che personalmente definisco "esoterismo pratico" (suggeritemi un termine migliore): sulla carta è aperta e ognuno potrebbe verificare tutto, ma in pratica - ora penso di nuovo alla meccanica quantistica - le competenze tecniche necessarie per questo scopo sono in possesso di una sparuta minoranza della popolazione. Noi in realtà accediamo allo stato dell'arte per mezzo dei divulgatori, che però non sono in grado di fornirci una narrazione incontrovertibile. E, alla luce di quello che segnalava Lakatos, perché dovremmo fidarci ciecamente di quello che viene interpretato da una elìte così esigua? Ricordo che il metodo scientifico è robusto per quanto riguarda la conferma sperimentale dei modelli, che se condotta bene è indipendente dal pregiudizio umano; ma non è affatto robusto per quanto riguarda l'interpretazione.

Infine: alla gente interessano certe affermazioni perché mettono in crisi la Chiesa e quindi credono di potersi "liberare" di Dio e dei suoi Comandamenti. In realtà, questo è un modo di interpretare le cose suggerito dai padroni del vapore, ma non siamo in un mondo popolato da emuli di Bertrand Russell: la gente in realtà vive nella più totale a-razionalità. Non è con una critica razionale di certe tesi scientifiche che possiamo rivolgerci a queste masse di persone, quanto facendo presente che anche se andiamo sulla Luna o su Marte i problemi fondamentali dell'uomo (la solitudine, l'amore, la morte, la paura, la felicità, eccetera) rimangono sempre gli stessi di millenni fa. Dobbiamo attaccare la credibilità dei padroni del vapore, piuttosto, e far vedere che questi problemi fondamentali non sono in grado di affrontarli.

Anonimo ha detto...


Replica

---La controversia cristiana contro il modo di pensare profano comincia a ben vedere già con san Paolo. Anzi, cominicia con le dispute di Nostro Signore con i Farisei, nel Vangelo di Giovanni, anche se riguardavano in apparenza solo argomenti teologico-scritturali.

---Perché avrebbero fatto bene a far giurare Galileo sulla Bibbia che l'eliocentrismo era sbagliato, francamente non ho capito l'argomento avanzato da Irina. Poteva all'epoca esser intesa la tesi di Galileo come un'errata opinione ma perché "eretica"? Perché il moto del sole attorno alla terra sembrava risultare anche da passi della Bibbia? Forse era una prassi, in processi di questo tipo, far giurare le abiure sulla Bibbia. Lutero, quando sentì parlare delle teorie di Copernico, cominciò secondo il suo stile a sbraitare che si trattava di "un imbecille, che osa sostenere il contrario della Bibbia..". Anche se sostenuta da ciò che faceva vedere il telescopio costruito e manovrato da Galileo, l'ipotesi eliocentrica sembrava troppo forte da credere. Ma comunque fu una mancanza di prudenza, quella di coinvolgere la Bibbia nelle dispute astronomiche, che ebbe conseguenze devastanti sul piano pratico, per la religione.
-----Non è tanto la Chiesa che deve andare nel dettaglio quanto la cultura cattolica, che poi a volte o spesso è (era) costituita da uomini di Chiesa. Il "dettaglio" qui significa che occorre per esempio dimostrare la falsità della concezione predominante secondo la quale in natura non esiste un'essenza o sostanza delle cose, dei singoli enti, tra loro differenziati. Tale negazione della natura intrinseca dei viventi viene utilizzata per negare la differenza tra uomo e animale, tra maschio e femmina, sino alle ben note aberranti teorie sul gender.
Questa negazione della natura in sé si fonda anche sulla meccanica quantistica: la realtà sarebbe nient'altro che un vortice cosmico di particelle, "regolate" dal caso. (Mi ricordo una vecchia canzone di Bruno Lauzi, Molecole).
Difficile pensare a una concezione più assurda. Bisogna opporre innanzitutto che la realtà ci mostra le particelle ossia l'energia ben coagulata e consolidata nella materia, negli enti, con la loro individualità e forma, che è solo loro (cristalli, pianta, animale, insetto, uomo); formatasi secondo una crescita che ha seguito regole matematico-geometriche precise, come ha dimostrato D'Arcy-Thompson. Ogni crescita, secondo un progetto, mai a caso. Ciò non rende allora necessario rivalutare non solo il concetto di causa efficiente ma anche quello di causa formale e finale? Etc
Ho portato questo ragionamento solo come esempio del lavoro da fare, nel "dettaglio", nel merito. La Chiesa potrà poi intervenire alla fine, come ha sempre fatto, in passato, se vorrà.
PP

mic ha detto...

Una giusta definizione e comprensione di "sostanza" è essenziale a proposito della "transustanziazione", ad esempio... così come il recupero della metafisica, al cui abbandono dobbiamo l'orizzontalismo e l'antropocentrismo attuali, che hanno espunto il soprannaturale... che ora alcuni fisici cominciano a far rientrare dalla quantistica....
Ho ascoltato e letto cose interessantissime dl riguardo.

irina ha detto...

@ PP
seguendo il filo dei pensieri mi son detta:
la scienza, va a tentoni; la Fede porge davanti al fedele il grande vassoio della vita.
Lo scienziato, dallo strofinare pietra contro pietra ad oggi, pur essendo progredito tantissimo una visione d'insieme della vita non l'ha, nè vuole averla per non inficiare la sua ricerca con la religione che, mediamente, disistima.
Il credente è certo che la visione portagli alla Fede è veritiera ma, quasi sempre, omette di compire i passi intermedi che dalla visione d'insieme possono arrivare a chi fede non ha. Gli scienziati,uomini di Chiesa, molto spesso finiscono con l'essere solo scienziati e va bene se restano devoti.

Ora il giurare sulla Bibbia, che contiene la Verità,lo ritengo bene ma, come lei ha giustamente scritto, spesso non sono stati prudenti ed implicitamente hanno ammesso che loro stessi non avevano lavorato su ogni versetto della Bibbia, con la stessa acribia con cui lo scienziato aveva lavorato ai suoi esperimenti. Che è la stessa situazione di oggi.

Chi giura dichiara di aver cercato il vero, che questo vero non è stato inficiato da nessuna sua pre-comprensione o scopo diverso dal vero, che quello che ha scoperto è suscettibile di futuri ampliamenti con il procedere delle indagini scientifiche.

Il nostro compito, come già scritto, è conoscere il nostro ambito, con dedizione ed amore, quando sarà così non avremo più bisogno di combattere contro nessuno, perché la Verità da sola si imporrà; che poi è l' equilibrio che ognuno di noi può raggiungere quando mette tutte le potenze della mente, del cuore, della volontà al servizio di NSGC. Forse si è lavorato troppo sul cuore, trascurando le altre potenze, non so.

Gederson Falcometa ha detto...

Caro PP,

Sono contento di poter contribuire.

Io ho conosciuto Edwar Feser (che possiede un blog personale: http://edwardfeser.blogspot.com/ ) attraverso la pubblicazione in portoghese (il curatore è un conosciuto mio) del libro “The last superstition: A refutation of the new atheism”. Purtroppo, il libro "Aristotle’s Revenge: The Metaphysical Foundations of Physical and Biological Science", non è ancora disponibile in portoghese. Il libro me sembra trattare di tutti le questioni di che lui ha parlato. Professore, forse potresti leggerlo e scrivere una recensione per noi, cosa dici?

Cerca la situazione della Chiesa, credo, che non possiamo parlare più di una crise. Quando una persona, una società o uno Stato, se trova in una situazione di crise, lei ricerca i mezzi per uscire della crise. Questo non accade con la Chiesa post-conciliare. Lei non riconosce nemmeno la crise, è come scrive D. Elia, quando ha scritto che “l’autocoscienza dei cattolici non è più la stessa”. Inoltre a questo, se può leggere negli romanzi del controverso P. Malachi Martin, molti delle cose che sono stati fatte negli pontificati di Giovanni Paolo II all’attuale. Come lui poteva sapere che cosa accadrebbe se non c'era un piano per realizzare queste cose?

continua...

Gederson Falcometa ha detto...

In ciò che dice rispetto all’azione della massoneria nella Chiesa, sono d’accordo che la sua azione da sola non può spiegare la situazione attuale della Chiesa. La Chiesa non aveva solo i massoni come nemici e al Concilio tutti gli nemici della Chiesa trovavono degli rappresentanti. La loro voce erano i gesuiti che hanno tradito la Chiesa. Credo che se possa dire che come il Sinedrio ha consegnato Nostro Signore a Ponzio Pilato, i gesuiti hanno consegnato la Chiesa ai suoi nemici. Ad esempio, nell’altro commento lui ha parlato dell’esegesi cattolica che ha inizialmente resistito e replicato ma che poi ha ceduto e che oggi non se distingue di quella protestante. Però, non è stato così, il problema dell’esegesi ha cominciato prima del Concilio, con la polemica che ha coinvolto la Lateranense e i gesuiti della Gregoriana, del Pontificio Istituto Biblico e della rivista La Civilta Cattolica, per ultimo ha intervenuto il proprio Sant’Uffizio. Non ricordo le date con precisione, ma ricordo che nel 1960 la rivista La Civiltà Cattolica pubblicò un'esegesi modernista del Divino Afflante Spiritus, in quanto lo Pontificio Istituto Biblico - PIB pubblicò un'esegesi modernista della lettera ai Romani e un'altra del Vangelo di Matteo sulla fondazione della Chiesa su Pietro. La Lateranense ha reagito attraverso mons. Antonino Romeo e mons. Francesco Spadafora, confutando queste esegesi, intervenne il Sant'Uffizio e punì i Padri del Pontificio Istituto Biblico, rimuovendo le cattedre dall'Istituto. Quando Paolo VI assunse il pontificato, restituì i puniti alla loro funzione nel PIB senza chiedere loro nemmeno una ritrattazione. Dopo in 1966 Paolo VI riforma il Sant’Uffizio e lo fa diventare la Congregazione per la Dottrina della Fede, un cambiamento che fa il tribunale della fede diventare un ufficio di ricerca teologica.

Questo caso è importante per una duplice ragione: prima per chi mostra che la confusione ermeneutica è stata voluta dal proprio Papa. L’esegesi cattolica non poteva da sola avere ceduto, perchè aveva il Sant’Uffizio che non gli permetterebbe di cadere. In secondo logo, uno dei coinvolti è stato il P. Lyonnet, S.J., e questo è una parte della sua esegesi della lettera ai Romani:

“Secondo Lyonnet S.J. (De "iustitia Dei" in epistula ad Romanos, Roma 1947) il termine "giustizia" non designa l'attributo con cui Dio punisce il peccato (giustizia vendicativa), o esige una riparazione del peccato (giustizia esigitiva), o odia il peccato (santità), ma bensì quello per cui Dio resta fedele alle promesse di salvezza e le compie (fedeltà)”.

Questo è appena una formulazione della dottrina della grazia dovuta alla natura (che sta alla base della misericordia predicata da Francesco). Il peccato di Lucifero è stato proprio quello di credere che la grazia era dovuta alla sua natura “divina”. La Nouvelle Thèologie è una teologia luciferina. Ancora sul Padre Lyonnet, S. J., lui è stato il maestro del cardinale Carlo Maria Martini, S.J., ed è stato lui a presentare la sua tesi di dottorato. Capisce l’importanza del caso? Questo, e altre cose, hanno innescato il famoso effetto della palla di neve.

Continua...

Gederson Falcometa ha detto...

Professore, gli errori della Nouvelle Thèologie sono avanzati, mentre il tradizionalismo si è concentrato sulla libertà religiosa, ecumenismo e collegialità, combattendo il modernismo del tempo di San Pio X. La Nouvelle Theologie è molto peggio del modernismo dell'epoca di San Pio X e i tre errori su cui si è concentrato il tradizionalismo sono solo effetti, la loro causa è uno cambiamento dei principi. Esiste ancora il problema pedagogico, della relazione tra metodo e contenuto. Dalla rivoluzione francese la pedagogia ha dato maggiore enfasi al metodo e ha lasciato un po 'da parte il contenuto. Questo è chiaramente visto nel Concilio con nouvelle thèologie, aggiornamento, pastorale, dialogo, riforme senza fine, inculturazione, separazione di dottrina (contenuto) e disciplina (metodo della sua applicazione) e, più recentemente, sinodalità. La propria questione dei problemi del Concilio ha ricevuto appena una valutazione del metodo. Le due ermeneutiche menzionate da Benedetto XVI (2005) sono solo metodi di lettura del Concilio. Considerando questo aspetto pedagogico, vediamo un po 'più della falsità della diagnosi: il problema del Concilio non può essere ridotto a un problema di metodologia. Oggi, dopo 14 anni, non abbiamo la cosiddetta "ermeneutica della continuità" e ora abbiamo un papa che rappresenta l'"ermeneutica della rottura" seduto sulla cattedra di Pietro. Inoltre a questo Ratzinger sembra avere un'enorme difficoltà ad attenersi ai contenuti. Ha finito per fare della sua renuncia un metodo per creare le pensione papale. Questo è antico, percchè la gnosi usava la rivelazione come metodo per la sua propria diffusione. Come oggi il Papa Francesco usa la rivelazione per diffondere altri contenuti che non sono la dottrina di Cristo.

Se guardiamo all'aspetto psicologico della situazione attuale, vedremo che il Vaticano apre le domande e quando sono vicina una definizione, cambiano le domande. Questa è una forma di manipulazione mentale, perché siamo portati a trattare domande, a pensare, a riffletere, a studiare, a cercare risposte e quando la cosa è vicina a una definizione, è lasciata da parte e si aprono nuove discussioni su altri argomenti.

Per finire, parlando sull’articolo di D. Elia, lui parla della massoneria, ma non considera che la colpa sia solo da massoneria. Lui afferma nell’articolo che il problema più profondo è la Nouvelle Thèologie e in questo sta certissimo.

Un caro saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...


Caro Gederson,
Concordo in generale con la sua articolata analisi.
Per il cedimento dell'esegesi cattolica nei confronti
di quella razionalistica dei protestanti, mi riferivo
proprio alle analisi di un esegeta come mons. Spadafora,
che si è occupato della crisi dell'esegesi cattolica
con una serie di articoli su "sì sì no no", riuniti poi
in volume, almeno in parte, tra il 1994 e il 1997, se
ben mi ricordo. Di queste cose ho appreso anche a
voce da mons. Spadafora, che ho avuto il piacere di
poter frequentare negli ultimi anni della sua operosa
esistenza e dal quale molto ho appreso.
Incidentalmente, Mons. Spadafora non ha mai celebrato
Messa secondo il NO, per quanto ne so.
Il libro che lei ha gentilmente suggerito di leggere
cercherò di ordinarlo e poi si vedrà cosa riuscirò a
fare.
L'ermeneutica della rottura comincia a ben vedere con
Giovanni XXIII, con i suoi enunciati che invitano a
utilizzare le categorie del pensiero profano per una
(supposta) miglior esposizione della dottrina.
Metodologicamente, la ritroviamo secondo me già in questa
proposizione, che spazia nei testi di un Romano Guardini
o di un Ratzinger etc, anche da papa: che l'antica
liturgia e dottrina così come sono dicono poco all'uomo moderno
ragion per cui occorre presentarla in modo ad esso
comprensibile, salvo naturalmente (pio desiderio di
Ratzinger) il principio secondo il quale l'uomo moderno
dovrebbe a sua volta "mettersi in gioco" nei confronti
delle proprie idee. Dall'incontro di queste vicendevoli
autocritiche dovrebbe nascere una migliore comprensione
della dottrina cristiana, anche per i cristiani.
Sono assurdità incredibili, eppure tutti le hanno sino ad
oggi felicemente inghiottite, quali colombe arrostite della
nuova scienza.
Questo punto di partenza è esattamente l'opposto di ciò che
insegna Nostro Signore.
Su questa base Ratzinger, nella Spe Salvi, ha osato giustificare
e riproporre le oggettivamente eretiche esternazioni di
de Lubac sulla "salvezza collettiva" (cioè sul tutti-salvi-a-
prescindere) cui la Chiesa nei secoli (sbagliandosi!) avrebbe
sostituito il dogma (invece correttissimo) della natura
iondividuale della salvezza.
PP