Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 24 febbraio 2019

Se il vescovo pro Lgbt critica chi protesta contro l’aborto

Parlando a una radio irlandese, Diarmuid Martin ha preso le distanze da coloro che manifestano fuori dagli ospedali per difendere la vita nascente. Una frecciata al mondo pro life, in linea con altre occasioni in cui l’arcivescovo di Dublino ha espresso posizioni contrarie all’insegnamento della Chiesa.
Sembrano stranamente lontani i tempi in cui toccava alla cultura “laica” affrontare i difensori della vita nascente. Oggi, infatti, a bacchettare il popolo pro life ci pensano direttamente coloro che fino a ieri ne erano i primi alleati, i pastori: non tutti chiaramente ma alcuni, che però bastano e avanzano a certificare una babele etica senza precedenti. Memorabili, a questo proposito, le parole di monsignor Nunzio Galantino, il quale qualche anno fa ebbe a prendere le distanze da chi prega davanti agli ospedali dove si praticano aborti con una nettezza degna di miglior causa. «Io non mi identifico», sottolineò il prelato, «con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche». Un’uscita che il diretto interessato stesso, successivamente, tentò di minimizzare, ma che ha purtroppo fatto scuola.

A dimostrare che la non identificazione galantiniana con le istanze pro life non è così isolata, ci ha pensato infatti in questi giorni monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, il quale ai microfoni di Raidió Teilifís Éireann, l'emittente pubblica irlandese, pur ribadendo l’importanza dell’obiezione di coscienza, ha voluto prendere marcatamente le distanze da chi protesta nei pressi degli ospedali e dei reparti dove si praticano gli aborti. «Sarei particolarmente cauto», ha detto, «nel protestare contro i medici che si recano al lavoro e la gente che va lì per tutti i tipi di motivi». Per precisare meglio il suo pensiero, ha poi aggiunto: «Personalmente, non sono uno per la protesta. Ciò che infatti la Chiesa dovrebbe fare è rafforzare la sua determinazione per aiutare le donne in crisi e per educare le persone sulla vasta gamma».

Ora, che accompagnare e sostenere le donne in gravidanza difficile e indesiderata sia qualcosa di fondamentale è fuori discussione. La luminosa esperienza dei Centri di aiuto alla vita è lì a dimostrarlo. Tuttavia, viene da chiedersi se sia normale e tollerabile che in un Paese in cui, come l’Irlanda, l’aborto è praticabile solamente da pochi giorni, un pastore come prima cosa si precipiti a prendere le distanze da proteste antiabortiste troppo accese, anziché concentrarsi su altro. Nessuno infatti intende legittimare proteste violente, ci mancherebbe. Ma come non accorgersi che la prima violenza da condannare è l’aborto stesso? Non a caso in altri anni, alla legalizzazione dell’aborto, facevano seguito prese di posizione ben diverse da parte delle gerarchie.

Come quella della XV Assemblea generale della Cei che nel 1978, a legge 194 approvata, si pronunciò con una dichiarazione della quale, per comprendere il tenore, è sufficiente riportare i primi tre passaggi: «1) Nessuna legge umana può mai sopprimere la legge divina; 2) ogni creatura umana, fin dal suo concepimento nel grembo materno, ha diritto a nascere; 3) l’aborto volontario e procurato, ora consentito dalla legge italiana, è in aperto contrasto con la legge naturale scritta nel cuore dell'uomo ed espressa nel comandamento: “Non uccidere!”». Una chiarezza di giudizio che oggigiorno, per usare un eufemismo, si fatica a rintracciare.

A chi per caso pensasse che forse monsignor Diarmuid Martin è stato frainteso, e che in realtà le sue posizioni sull’etica sono affidabili, ricordiamo che è lo stesso che in occasione dell’ultima Giornata Mondiale delle Famiglie - come riferisce il Messaggero, testata affidabile e apprezzata anche da papa Francesco, che ha detto di leggerla in genere la mattina presto - faceva «sapere alla controparte vaticana che è giunto il momento di aprire le frontiere e allargare la kermesse cattolica anche ai nuclei omosessuali e al mondo Lgbt». La frecciata arcivescovile alle proteste pro life non è dunque uno scivolone, bensì solo l’ennesima conferma delle posizioni quantomeno singolari di monsignor Martin. Un nome che ormai, ripensando anche all’omonimo gesuita, è tutto un programma.
Giuliano Guzzo - Fonte

26 commenti:

Anonimo ha detto...

"Il vertice in svolgimento a Roma sulla protezione dei minori appare a molti come una rappresentazione un po’ teatrale, accuratamente organizzata da una regia mediatica collaudata - come peraltro i sinodi sulla famiglia e sui giovani - e i cui risultati, se e quando ci saranno, saranno tutti da verificare".
Marco Tosatti

Anonimo ha detto...

https://www.ncronline.org/news/accountability/cardinal-admits-vatican-summit-catholic-church-destroyed-abuse-files

Catholicus ha detto...

" ’sta chiesa è morta, non resta che tornare indietro e abbracciare la fede dei padri", è il commento di un blogger alla farsa del sinodo sugli abusi.
Personalmente, io ho preso una decisione: se quest'anno il prete verrà ancora a benedire le case, non mi farò lasciare nessun opuscoletto inneggiante a papa Francesco, e gli vieterò di nominarlo o pregare per lui in casa mia. Reverendo, gli dirò, spero che lei condivida con me la fede e la devozione alla Chiesa preconciliare, ai suoi papi, martiri e santi; io mi fermo lì, del dopo Pacelli niente voglio sapere, né seguire; se lei ritiene che condividiamo la stessa fede cattolica, bene, altrimenti vada pure dai luterani, dai comunisti, dai diversamente sessuati, dai non cristiani, se si sente più in comunione con loro che con me.
Cosa pensate che mi risponderà?

mic ha detto...

Il dopo Pacelli ha visto intensificarsi la crisi nella Chiesa (che non è della Chiesa), la quale non muore perché è il corpo mistico drl Suo Signore....

lister ha detto...

Caro Catholicus, risponderà, in modo pretesco/pilatesco:
"Io devo obbedire al Papa"...

Anonimo ha detto...

Il Cardinale Stella:
"Più psicologi dentro la Chiesa" (per curare la pedofilia).
No, cardinale Stella.
Più Dio, più Fede, più Verità, più vera Carità, più Timor di Dio.
Meno Concilio Vaticano II e meno ecumenismo, liberalismo e socialismo. E meno Soros.
E una sana dose di paura del Giudizio di Dio.
E meno Stella & C.
Ecco come curare i preti. (MV)

Anonimo ha detto...

Riguardo al sinodo ed alla cultura in cui si inserisce: oggi è diventato quasi impossibile, parlare, muoversi, agire senza prendere per i fondelli il prossimo e se stessi.

P.S. Gli sviluppi e le conclusioni, di questo sinodo, erano un libro aperto prima ancora che il sinodo iniziasse.

Anonimo ha detto...

Più lealtà e umiltà, che poi è verità. Quando la vita ti manifesta dei limiti ti ritiri a misura tua onestamente, invece di cadere nel crimine. È il bugiardo che cade nella doppiezza.
La psicologia potrebbe farti conoscere il tipo ma non ha poteri taumaturgici.

È questo il segreto di Fatima a lungo occultato per paura di scandalizzarci? Se sì, sì potrebbe dire che sotto Francesco è stato pubblicizzato.

Anonimo ha detto...

Thanks for finally talking about >"Se il vescovo pro Lgbt critica chi protesta contro l�aborto" <Loved it!

Rr ha detto...

Altro che psicologi, ci vogliono gli esorcisti !

Anonimo ha detto...

La Chiesa che s'interroga...

"La prima reazione alle parole di Francesco è di «rabbia» e «grande delusione»: «Nel testo del Papa non c’è nulla, solo parole. Nessuna misura concreta. Dice perfino che la Chiesa si sta interrogando su cosa fare. Sono vent’anni che si interrogano»".
Corriere della Sera

Anonimo ha detto...

Anonimo
24 febbraio 2019 12:31

"... È il bugiardo che cade nella doppiezza..."

Grazie, bravo!

irina ha detto...

Dice perfino che la Chiesa si sta interrogando su cosa fare.

...può sempre fare un sinodo...

irina ha detto...

Quello che vedo sul momento mi riconferma che l'abitudine al peccato, lussuria, falsa testimonianza ed altri, portano ad una diminuzione del Q.I., senza che i protagonisti lo avvertano. Onestamente dispiace. Se solo capissero! In fine è sempre una libera zappata sui piedi che si danno, convinti che stanno solo limando le unghie. Bisogna pregare...

fabrizio giudici ha detto...

Scusate, questa mi sembra grossa: che ne dite?

At Presser for Vatican Sexual Abuse Summit #PBC2019, @inesanma asks how can we believe that this is the end of cover-ups, "when at the end of the day, Pope Francis himself covered-up for a Bishop in Argentina who had gay porn on his phone", referring to Argentine Bishop Zanchetta

Una giornalista in sala stampa fa una domanda in cui di fatto accusa il Papa di aver coperto un pervertito! E @inesanma è Ines San Martin, co-editore di "Crux now", mica tradizionalisti.

fabrizio giudici ha detto...

C'è un video:

https://twitter.com/CatholicSat/status/1099690556425416704

Guardate la reazione in pieno panico di Scicluna e le facce degli altri.

Perché senza di me non potete far nulla .. ha detto...

Lor signori si accorgono di non potercela fare (a restare puri) e allora, da bravi ideologi di un cattocomunismo d’avanguardia, restano con lo sguardo all’orizzonte…non lo alzano al Cielo, cercando Gesù l’Unico che li può salvare.
Allora sarebbe misericordia vera, quella che muove le viscere di Dio, perdonando il peccatore, cambiandolo a vita nuova, condannando il peccato.
“rachamim=רחמים; in ebraico il concetto è reso con efficacia tranciante: la parola è composta da rehem (םחר) utero e mayim (םימ) acque;
– ci racconta, quindi, del grembo materno che dà la vita. Quale più grande relazione d’amore (misericordia come amore sul bisogno; la donna nel grembo dona tutto per la vita del figlio), possiamo rinvenire?”
Questa misericordia oggi non è concepita così, ma come collusione col peccato, connaturato, ineluttabile.
La vera ricetta per gli uomini di Chiesa sarebbe vivere il Vangelo, niente più; preghiera, digiuni, ascesi, amore e conoscenza della Parola di Dio danno la luce e la forza per osservare i comandamenti, che san Giovanni sa essere non gravosi, proprio perché supportato dalla Grazia.
Centrandosi invece su una visione esclusivamente antropocentrica, Dio è relegato a concetto astratto, che come tale finisce per essere trasformato in mero suppellettile .. Muto ed inutile.
Veni Sancte Spiritus.
Stefano Maria Chiari
https://www.maurizioblondet.it/la-chiamano-misericordia-e-solo-rifiuto-della-grazia/

Anonimo ha detto...

Il grande ignoto agli incontri con la stampa del summit Vaticano sulle molestie.

Gli incontri quotidiani con la stampa durante il summit sulle molestie in Vaticano (21-24 febbraio) avvenivano nell'Istituto Patristico Agostiniano, vicino al Vaticano. Sul lato sinistro del tavolo del relatore in questa sala c'è una statua che sembra rappresentare un demone. Catholic Sat ha chiesto su Twitter: “Santo cielo, cosa sarà questo?"
Un altro utente ha offerto la risposta: "Sarà lo spirito del Concilio Vaticano Secondo".

https://gloria.tv/article/72wvwreftb1G3dd4qgWM3fpJQ

Concordo , questa scultura a sinistra del relatore e' proprio "sinistra" : buttatela !

Anonimo ha detto...

“Una cultura clericale che strizza l'occhio e copre l'attività sessuale del clero con gli adulti crea una cultura in cui i segreti sessuali sono la norma e c'è spazio per vizi sessuali di ogni genere. Diventa una cultura dell'infedeltà, corrosiva dell'integrità personale. Pastori o vescovi che chiudono un occhio sui sacerdoti che guardano abitualmente la pornografia, usano app ‘gay hookup’ sui loro smartphone, o molestano sessualmente i giovani sacerdoti o seminaristi praticano una falsa misericordia: peccati che procedono senza un nome spesso scompaiono, almeno nella mente del peccatore. Un peccatore che si è messo a suo agio nel peccato sessuale grave minimizzerà, rinominerà o addirittura valorizzerà il suo peccato per mantenerlo - questo è vero per tutti noi. Ma quando un sacerdote o un vescovo risolve il conflitto tra i suoi peccati e gli insegnamenti della Chiesa modellando una propria morale alternativa, anche il suo ministero pastorale soffrirà, danneggiando ulteriormente il Corpo di Cristo”.

irina ha detto...

Nessuno di noi pensava che il sinodo sarebbe stato diverso ma, fino a quattro giorni fa si è sperato nell'impossibile, si è sperato che almeno si trovasse il coraggio di chiamare le cose con il loro nome per esempio: omosessualità con omosessualità. Si è girato in tondo, prendendo per i fondelli il mondo. Un'ottima occasione persa. Ora non so se è ancora possibile rimediare. No,non è più possibile. Le persone sono disgustate da un continente all'altro e non credo per l'obbrobrio del peccato, nè per la sofferenza senza confini di chi è stato abusato,elementi questi che già si conoscevano ma, per la totale mancanza di coraggio e dignità mostrata dalla gerarchia cattolica in questi giorni, che si sperava di non dover conoscere, si sperava che la viltà mostrata negli abusi fosse stata, cominciasse ad essere combattuta.Che si volesse combatterla con un atto di coraggio, con un atto di Fede in Dio, che atterra e suscita. Così non è stato, si son preferite la spettacolarizzazione della sofferenza, le verbose conferenze e le rassegne stampa di chiacchiere.

Catholicus.2 ha detto...

""Si voleva evitare - ed è stato chiaro dagli interventi dei leader del vertice, Cupich e Scicluna - che nel corso dei lavori si parlasse di omosessualità come di una delle cause degli abusi. Una linea che si è difesa anche contro la ragione e l’evidenza delle cifre. L’80% dei casi riguardano maschi su maschi, e le vittime hanno dai 14 anni in su. Un esperto della Congregazione per la dottrina della Fede ci ha detto che il 90% dei casi che arrivano a Roma hanno queste caratteristiche. Rapporti di specialisti, come quello del Ruth Institute, testimoniano in questo senso. Ma non si può dire, né al vertice, né nella Chiesa""

si è conclusa la sceneggiata vaticana ha detto...

L’80% degli abusi commessi dal clero hanno per vittime adolescenti maschi, ma il summit in Vaticano sta evitando di affrontare il problema. Questa voluta omissione è un segno chiaro del potere della lobby gay nella Chiesa e un’indicazione del desiderio di rendere accettabile quello che la Chiesa, da sempre, condanna in modo esplicito, e cioè i rapporti omosessuali. Lo confermano le parole elusive pronunciate dagli uomini scelti per guidare il vertice, da Cupich a Scicluna.

Anonimo ha detto...

Liberi, forti e sinodali. Le nuove avventure dei cattolici in politica – di Marco Manfredini
Quando iniziano a circolare locuzioni più o meno inedite e misteriose del tipo che occorre lavorare sulla “grammatica dell’umano”, c’è da cominciare a preoccuparsi. Per chi non ha mai smesso di farlo, si aggiunge un ulteriore motivo. Su “Avvenire” hanno detto che quella di Bassetti per i cattolici in politica è una proposta “sinodale”, come se ciò potesse servire a tranquillizzare i fedeli. Peccato che negli ultimi cinque anni almeno, ogni volta che si è trattato di dare una spallata alla verità della nostra fede da parte del clero, lo si sia fatto in nome della “sinodalità”. Non per nulla viviamo in una specie di allerta continua rappresentata da un sinodo perpetuo; ormai la Chiesa non c’è più, ha lasciato il posto ad un onnipresente ed interminabile sinodo.
La parola sinodo, dal greco, significa “cammino insieme”, e infatti si cammina, si cammina, e mentre si cammina si fanno delle gran chiacchiere tutti insieme, solo che c’è un problema: mentre si passeggia chiacchierando del più e del meno, di quello che piace all’uno e quello che piace all’altro, non ci si accorge che la meta è dalla parte opposta rispetto a quella verso cui ci si sta allegramente dirigendo.

mic ha detto...

Mentre i summit si chiude tra mille perplessità e delusione per una gestione opaca e distorta del grave problema e della sue vere cause, per i turiferari in servizio permanente effettivo, chi manifesta e raccomanda l'insegnamento costante della Chiesa, e cioè i fedeli alla Tradizione, alcuni vescovi tra cui mons. Schneider e i cardinali Burke e Brandmuller, sarebbero dei "donatisti". Sono gli stessi turiferari che tempo fa avevano coniato, nei confronti degli stessi fedeli, l'epiteto di "pelagiani".
Ma l'articolo presenta anche altre bordate che coinvolgono la sfera politica.
https://www.lastampa.it/2019/02/22/vaticaninsider/il-summit-sugli-abusi-e-linsidia-donatista

Domani ne riparleremo commentando anche quest'altra nefasta iniziativa pubblicata da La Verità:
"Spadaro vuole un sinodo anti leghista
Il gesuita chiama a raccolta i vescovi italiani: "C'è bisogno del cattolicasimo demovìcratico per fare chiarezza in questi tempi confusi". Un tentativo di marcare le distanze da Matteo Salvini, ma senza misurarsi con le urne. E in molti, da Domenico Pompili a Erio Castellucci, rispondono di sì."

Anonimo ha detto...

Christian Spaemann, specialista in psichiatria e medicina psicoterapeutica:

“Nel summit delle conferenze episcopali di tutto il mondo, la discussione sullo scandalo degli abusi si è limitata ai crimini contro i bambini e si è dovuto evitare una discussione sul suo background reale (l’omosessualità, ndr).
In questo modo ci si è messi in un posto sicuro. Dove si ha un terreno comune anche con le leggi civili e quindi non si ha bisogno di esporsi al ridicolo nel mondo discutendo la moralità sessuale di Gesù e della Sua Chiesa che è considerata obsoleta, anche da vescovi e cardinali di primo piano.”

Totustuus.it ha detto...

La lobby gay vuole approfittare di questa occasione per forzare la mano e fare almeno un altro passo importante verso la piena legittimazione dell’omosessualità nella Chiesa e nel clero.
http://www.totustuus.it/operazione-sodoma-lassalto-gay-alla-chiesa/