Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 10 febbraio 2019

"Soldi" e "Abbi cura di me"

Non ci saremmo interessati al festival di Sanremo se non ne avessimo già ricevuto gli echi nelle discussioni con implicazioni che ci interpellano anche in ragione di un discusso verdetto: Vedi dal comunicato che segue di Maria Giovanna Maglie:
Mahmood ha vinto a Sanremo. Anche a calci se necessario
(terzo al televoto col 14%, la giuria della stampa ha clamorosamente ribaltato la scelta)
Un vincitore molto annunciato. Si chiama Maometto, la frasetta in arabo c'è, c'è anche il Ramadan e il narghilè, e il meticciato è assicurato. La canzone importa poco, Avete guardato le facce della giuria d'onore?
PS. Meticciato: Combinazione di elementi linguistici o culturali di diversa provenienza o natura. In questo caso privilegiato sulla qualità di una canzone. Per il resto, il razzismo è nella testa di chi legge e vorrebbe impedire il pensiero critico.
Io credo che, con tutto il rispetto per il giovane cantante che attendibilmente è stato e sarà ancora  strumentalizzato, è ripugnante che certa politica occupi con arroganza ogni ambito e che anche Sanremo diventi il moltiplicatore di una propaganda anti-italiana ma soprattutto anti-europea e anti-cristiana. E che anche un evento del genere diventi un agone politico.
Il problema è l'enfatizzazione della propaganda che diventa lotta tra fronti contrapposti con tutti i rischi di violenze ingestibili. La responsabilità di questi signori è pari alla loro incoscienza di ingabbiati ideologici.
Bisogna riequilibrare col voto imminente che li penalizzi ancor di più alle europee. E riappropriarsi con ferma saggezza dei posti chiave nella comunicazione. Foa & C. hanno sommamente deluso e non è facile neutralizzare anche l'anima sinistra dei 5stelle. Un po' più di audacia da parte dei nostri non guasterebbe...… 

Però non finisce qui. Abbiamo colto una perla sommersa da un trash indicibile perfino con inni alla droga (questo vien fuori dal rap che oggi chiamano musica). A molti (lo si legge anche sui social) è capitato di lasciarsi catturare, più che da una canzone, da un cadenzato diverso, ma con contenuti sorprendenti. Ci limitiamo a trascriverli di seguito, per lasciarne traccia, quasi a consolazione... L'autore è Simone Cristicchi.
Esordisce:
«Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso, anche in un chicco di grano si nasconde l’universo perché la natura è un libro di parole misteriose dove niente è più grande delle piccole cose. È il fiore tra l’asfalto, lo spettacolo del firmamento. È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento, è la legna che brucia che scalda e torna cenere».
Poi proclama:
«La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi e non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri. Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo e dai valore ad ogni singolo attimo».
Incalza:
«Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro: basta mettersi al fianco invece di stare al centro. L’amore è l’unica strada, è l’unico motore. È la scintilla divina che custodisci nel cuore. Tu non cercare la felicità semmai proteggila».
E insiste:
«Ognuno combatte la propria battaglia: tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia. Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso perché l’impresa più grande è perdonare sé stesso. Attraversa il tuo dolore, arrivaci fino in fondo, anche se sarà pesante come sollevare il mondo, e ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte e ti basta solo un passo per andare oltre».
Ad ogni ritornello torna costantemente il titolo della canzone: «Abbi cura di me».

33 commenti:

Vincenzo ha detto...

Poteva mai vincere una canzone indubbiamente cristiana e che inneggia ai valori della cristianità? Ma assolutamente no, men che mai in questo periodo storico! E ogni giorno che passa, pare andare sempre peggio. La vulgata di questi tempi vuole sia così, e guai a chi non si adegua al pensiero unico attualmente dominante! Ma mi conforta - e lo faccio sempre presente, soprattutto nei confronti di chi vuole, cerca, e crede, con ogni mezzo, di sopprimere la nostra cultura, i nostri valori, la nostra religione, ma soprattutto vuole sopprimere Cristo e la vera Chiesa - questa Parola, che mai passerà perché Parola Divina: "Non prevalebunt"! Possono provare a fare di tutto, ma alla fine non prevarranno!

Valentina ha detto...

E basta con questa santificazione di Cristicchi, ha scritto uno sproloquio di banalità da baci perugina.

irina ha detto...

Non ho seguito Sanremo, nulla so, neanche per caso, se non da qui. Questo 'abbi cura di me' colpisce per due motivi: a) come i diritti acquisiti, questa è la pretesa che è implicita in ogni rapporto; b) è spesso il maschio che lo chiede alle dame con cui durante la vita si accompagna.
Rientra in quel tipo di protezione 'olistica' che un tempo si chiedeva a Dio, Uno e Trino, ed ai Santi. Venuti meno l'Uno e Trino e gli Altri, ora è al lui o alla lei che si bussa alla porta. In ginocchio davanti a chi, a colpo d'occhio, potrebbe essere il pollo onnipotente. Assicurazione a vita, dimentichi che la vita è prova, è battaglia. Invece la vita per loro deve essere paradiso in terra, massaggio incluso. Con vergini danzanti. Ovviamente concupibili. Multiculti

Anonimo ha detto...

Sanremo festival della canzone o dell'integrazione? È un dubbio che la vittoria di Mahmood alimenta. Ovviamente lui non c'entra, ma tutto questo entusiasmo per le sue origini - quasi che essere italiani da generazioni sia una colpa - amareggia. Perché per l'ennesima volta, dopo i concorrenti coi nastri arcobaleno e i monologhi faviniani, sulla musica prevale la melassa del politicamente corretto. Con una gara canora non finalizzata a far vincere il migliore, ma a far perdere Salvini. Si può dire? Che due Baglioni.
(Giuliano Guzzo)

Anonimo ha detto...

L'anno scorso ha vinto un albanese che, per sua ammissione, è di sinistra e per l'immigrazione clandestina. Quest'anno ha vinto un mezzo egiziano che canta in arabo e parla con accento delle sue parti. Direi che sarebbe il caso di non chiamarlo più festival della canzone italiana ma, invece, del disagio pidiota.

Anonimo ha detto...

L'anno scorso ha vinto un albanese che, per sua ammissione, è di sinistra e per l'immigrazione clandestina. Quest'anno ha vinto un mezzo egiziano che canta in arabo e parla con accento delle sue parti. Direi che sarebbe il caso di non chiamarlo più festival della canzone italiana ma, invece, del disagio pidiota.

... e dice niente che entrambi sono gay dichiarati?

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni:
Complimenti ad Alessandro Mahmood per il successo. Però mi chiedo che senso abbia far votare (a pagamento) il pubblico se poi la giuria dei soliti noti decide di testa sua di far vincere chi sarebbe arrivato terzo con solo il 14% delle preferenze. Una presa in giro.

matteo ha detto...

È innegabile la strumentalizzazione culturale più che politica della canzone di Mahmood, a cui il cantante non ha partecipato. non ha fatto altro che raccontare una storia triste, la sua. È stato fatto vincere per mandare un messaggio, un messaggio che la sua canzone non aveva. ha perso la musica.

Anonimo ha detto...

San Remo...
Nome di santo per far vincere i fanti, o meglio le truppe cammellate.
Il mood è quello dell'italiachepensa, quelli che da sempre sono imigliori, ipiùbuoni...
Loro fanno votare perchè sono demokratici, ma vogliono decidere chi vince.
Ultimamente quando si vota con i controlli perdono di brutto.
Le piazze sono sempre vuote, ma gli studi e palcoscenici TV brulicano dei loro segni.
Dove possono pilotare pilotano, dove possono educare educano, secondo il loro mood.
E' un continuo far la morale: senza dogmi, senza regole, senza vergogna, ma che pistolotti!
E se poi il maometto diventa maomud (un mao ce l'hanno nel sangue...), che rivincita verso chi ha vinto le elezioni (quelle vere, che li dice -parliamo di musica- trombati).
Se poi ci sono dei Baglioni che applaudono (sempre meno stando all'auditel) mentre per il secondo anno consecutivo propongono a campione un loro pollo d'allevamento, quintessenza di tutto il simbolismo esplicito e recondito del loro mood e della loro méta, il santo (Remo) è utile, religiosamente, per dirlo tutto benedetto e con l'imprimatur curiale.
La religione dell'uomo, Dio al massimo lo usa.
Per chi adora se stesso, da buon narciso, in fondo è lo stesso.
La religione serve solo se ipiùbuoni, imigliori, quellichesannocomesifa, possono crederla.
Non credono ad altro che a se stessi, e usano ogni religione, per celebrarsi da soli.
C'è di peggio del festival della canzone, ma anche per questo Signore abbi pietà!


Anonimo ha detto...

Sabato e Domenica prossimi al Circolo San Fedele(Gesuiti) di Milano sarà proiettato il film sulla vita (missione) di Papa Francesco, raccontata da lui stesso. Regia di Wim Wenders. Produttore, non pervenuto.

Joshua ha detto...

Sono canzoni demoniache che spingono ad arrendersi a tutto e a perdonare anche se stessi se si percepisce il proprio fallimento. In queste canzoni Dio non esiste. Esiste la paranoia di questi autori atei che sventolano le loro idee meticciate, perché hanno occupato i posti decisionali anche nell'ambito del divertimento. Cosa ci resta? Pregare e vivere la nostra vita spirituale. Dispiace per i giovani i quali hanno altri modelli negativi da seguire. E chi dovrebbe parlare non lo fa. Meno male che ci provate voi. Grazie.

Alessandro ha detto...

Festival politico in una italia spaccata in due.

irina ha detto...

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/foibe-e-fobie/

Foibe e fobie

mic ha detto...

Passerotto devi andare via. Così in gergo baglionese, è stato intimato a Claudio Baglioni di smammare dal Festival dell’anno prossimo. Come per i sindaci e per i presidenti americani, neanche a Sanremo è possibile replicare dopo il secondo mandato. A rigor di logica se Sanremo lo presenta un cantante, a cantare dovrebbero essere i presentatori. Ma lasciamo stare.

Ti piace il festival? mi chiede qualcuno. Non pervenuto, non lo vedo. E dunque non dico nulla in merito, neanche sul solito repertorio di canzoncine e gag ruffiane, politically correct.

Sanremo è diventato un luogo comune dell’autobiografia della nazione, non riusciamo a scandire il ritmo della vita italiana senza quei due tre appuntamenti che sono il campionato di calcio, miss Italia, il festival di Sanremo. Possono marcire tradizioni antiche e più consolidate, possiamo perfino scoprire che l’Italia cattolica non va più a messa e se ne frega dei comandamenti, manda all’aria perfino la famiglia, sua architrave ormai allo sbando. Possono svendere agli stranieri tutte le nostre aziende, ma Sanremo resta italiana, non se la comprano né turchi né francesi. Le piccole abitudini, i piccoli appuntamenti leggeri, quelli restano. Sanremo è il nostro velo, il nostro chador, per nascondere la nostra verità agli occhi del mondo.

Non sarò io a compiere il reato di vilipendio di Sanremo o il peccato di blasfemia di bestemmiare il festival. Non si possono far crollare le ultime, residue certezze del Paese. Quel che vorrei sommessamente obbiettare riguarda semplicemente il rango, il grado d’importanza. Sanremo esiste e lasciamolo in pace; ma pretendere cinque giorni di raccoglimento nazionale intorno a un festival, non vi pare un po’ troppo? È l’esagerazione che spaventa, il primato del Leggero e del Finto sull’Autentico e sull’Importante. Un po’ come miss Italia d’estate: capisco la serata, o forse due tre per la sfilata delle giovenche in fiera, ma non capisco settimane intere di selezioni e di imbecillità concorsuale; non capisco il monopolio dell’attenzione, la fioritura di polemiche, retroscena e controserate.

Che l’Italia sia un paese allegro, con tendenza alla leggerezza fatua, può anche rassicurare le plebi. Il mondo cambia, la catastrofe si annuncia minacciosa, arrivano perfino i grillini al potere, ma Sanremo è l’impermeabile nazionale, il nostro ombrello, ripara da ogni mutamento atmosferico, passa indenne da ogni cambiamento. È berlusconiano, renziano, sinistrese, finto-sovranista. Questo paese già diventò la copia della televisione, la sua appendice e la sua scimmia. Ora si è aggiunto il web. Allora ti stropicci gli occhi e dici: ma in che razza di paese vivo, in un luna park di eterni bambini o di maturi imbecilli? Non c’è nulla di male che ci piacciano le canzoni, i comici, il calcio e le belle gnocche. Ma c’è qualcosa di patologico se la nostra identità collettiva, il nostro sentirsi italiani, è praticamente affidato solo a quello, alle canzoni, ai comici, al calcio; ovvero a tutto quello che somministra il Video. Ma come, direte voi, Sanremo è nazionale-popolare. No, la nazione non è l’audience, e il popolo non è la plebe. E il cittadino non è lo spettatore. Svegliamoci, pupe e puponi connazionali, la vita è altrove.

Marcello Veneziani, 7 febbraio 2019

irina ha detto...

Marcello Veneziani
@VenezianiMar
Chi vince a Sanremo al tempo di Salvini e dei migranti? #Mahmoud, italo-egiziano che canta con tono arabo il marocco-pop. Poi dici le coincidenze...

Anonimo ha detto...

Fra le prime quelle che riguardano la vittoria di Mahmood su Ultimo. Poi ci sono le diversità di percentuali fra giuria d'onore-sala stampa e pubblico a casa. E infine, il tutto si infiamma con un video pubblicato da Francesco Facchinetti. Il cantante, infatti, ha pubblicato sui social un filmato di ieri sera. Il video è girato nella sala stampa al momento della proclamazione del terzo posto de Il Volo. Nei pochi secondi condivisi sui social si vedono decine di giornalisti esultare per la sconfitta del trio lirico. Ma non solo.

Come si sente e vede chiaramente nel filmato, qualche giornalista urla (felice) parole piuttosto fuori luogo: "Merde, coglioni". Nella sala stampa, quindi, alcuni giornalisti hanno festeggiato per la sconfitta de Il Volo. Ma i festeggiamenti sono stati mirati ad offendere il trio. E questo Facchinetti non lo accetta perché "il lavoro del giornalista è un alvoro serio e non ci si può permettere di fare così. Vi prenderei a calci nel culo fino alla fine del mondo. Idioti, coglioni. Fortunatamente non lo hanno fatto tutti i giornalisti, ma sono pochi i giornalisti che sanno cosa sia il loro lavoro".

Questo filmato, ma soprattutto questo atteggiamento inaspettato da parte della sala stampa, non era ancora stato mostrato al pubblico. Ma ora arriva la denuncia di Facchinetti a scoperchiare il vaso di Pandora.
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/sanremo-sala-stampa-esulta-terzo-posto-de-volo-merde-1643147.html

Annalisa Lucchetti ha detto...

I sinistri...si saranno, certo,
spesi - e sarà ancora dir poco -
per Maometto di casa nostra...
vabbè che c’è il mondialismo,
c’è il mondo aperto a tutto ed a tutti, ma io ho, di gran lunga,
preferito a “Soldi”, ” Abbi cura di me”.
Credo, inoltre, che NON sarebbe stato peccaminoso
invertire l’ordine di arrivo, ma è andata così e va bene così.
Mi è piaciuta moltissimo :
“Abbi cura di me”
Tutti noi : vecchi, meno vecchi e giovani, anche se non lo confessiamo sempre, siamo legati agli affetti, a partire da quelli amicali, per finire con quelli parentali... e varie...
Credo che a questo mondo ognuno abbia voglia di essere considerato,tenuto presente,
fino ad essere amato, portato nel ❤️... perché no?
Da un bel po’ di tempo abbiamo difficoltà a confessarlo, credo.
Non vorremmo mai mettere allo scoperto le nostre debolezze di persone attempate, vecchie, sole, magari anche maltrattate, o anche solo abbandonate, ma FRAGILI, sempre o spesso.
In un mondo pieno zeppo di persone, di cose da fare, di amici da incontrare, di cose da vedere, da organizzare...
In questo mondo che è certo un bel mondo, ma pare essere solo per esseri umani corazzati, forti... spesso un mondo di uomini che corrono il rischio di sbriciolarsi, se non incontrano corrispondenza e affinità e affetto e sorrisi pronti con una ben nutrita maggioranza di esseri simili a Lui...
Un mondo meraviglioso e difficile al tempo stesso.

Anonimo ha detto...

Riassunto breve del Festival di Sanremo 2019:
Vince la canzone soldi
viene esclusa una canzone che parla di pedofilia
viene classificata una canzone che inneggia alla droga!
W l'Italiaaaaa!
(Rita Sberna)

Anonimo ha detto...

Hanno rotto i coglioni co sti migranti /migrati di 2a generazione.

Anonimo ha detto...


Ma il Festival di San Remo, quando lo aboliscono?
O.

Anonimo ha detto...

Forse vi divertirà sapere che Cristicchi è stato il preferito di Di Maio, come ha dichiarato.

Anonimo ha detto...

Abruzzo
La Lega di Salvini primo partito della regione (e della coalizione di centrodestra) col 28% dei voti. Alle politiche del 2013 aveva preso lo 0,2%.
Centrodestra al 49,5%.
Il centrosinistra recupera e sale al 31,5% grazie alle liste civiche e alla figura del candidato presidente, infatti il Pd perde voti e ottiene addirittura 1 punto % in meno rispetto alle politiche di un anno fa.
Il M5S passa dal 40% delle politiche al 19% (un drenaggio di voti a vantaggio soprattutto delle liste civiche a sostegno di Lignini, e in parte della Lega).
Morale della favola: Salvini è il nuovo leader nazionale (se prende il 28% in Abruzzo, a livello nazionale è attorno al 40%), il Pd è morto (ma figure come Legnini e Zingaretti possono drenare voti ai 5Stelle), il M5S a livello locale non ha mai brillato, mentre a livello nazionale caapta il malcontento, ma se non vuole fare la fine del Pd è meglio che respinga l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini e abbandoni le sirene che provengono da Zingaretti
Berlusconi (9,5%) cede definitivamente la leadership del centrodestra a Matteo.
In ascesa la Meloni (FdI dal 4 al 6,5%), che ha saputo ben utilizzare politicamente i valori del patriottismo.
Insomma, stanotte è nato il centrodestra sovranista.
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

Quale penitenza riceveranno gli Abruzzesi che non hanno seguito le indicazioni di voto dei loro vescovi?
Andrea Carradori

Anonimo ha detto...

Sanremo e musica trash spaccato della realtà quotidiana di molti.

“Non è segno di salute mentale essere ben adattati ad una società profondamente malata.”

Non ricordo chi l'ha detta, ma ha detto bene.

Anonimo ha detto...

L'inevitabile teatrino politico sul vincitore di Sanremo: immigrato-integrato, che strizza l'occhio ai gay, che parla di famiglie non tradizionali. Una manna per la Sinistra radical chic e i giornalisti à la page in perenne ricerca di un salvatore della patria da opporre a quel mostro di Salvini. Ma dietro c'è il "capolavoro" dei producer di musica trap, i quali sono riusciti a sdoganare il genere maledetto portandolo sul rassicurante conformismo mainstream. Per dimenticare Corinaldo.
Andrea Zambrano 

RR ha detto...

Sanremo è politicizzato e sponsorizzato da questo o quel padrino politico da decenni. E da decenni si sa almeno una settimana pria achi vincerà.
Vi ricordate i Jalisse, sponsorizzati da D'Alema, e poi scomparsi ? O il vecchio prof - ormai in pensione - Vecchioni, rispolverato, ai tempi dell'ultimo governo Berlusconi ?
E' da almeno tre anni se non più che vince o un omosessuale dichiarato, o una femminista arrabbiata, o uno straniero. La novità è che le altre volte lo facevano di nascosto, quest'anno apertamente, e se ne vantano pure.
Forse l'uomo della strada non sa che spessissimo il suo voto polito è carta straccia, ma ora sa di certo che lo è il suo televoto, pagato pure 50 centesimi (quasi quanto il latte ai pastori sardi).

Silvio Brachetta ha detto...

Roberto D’Agostino scopre l’acqua calda:

“È il classico caso [quello di Sanremo] di quando l’intellighenzia, quella che poi ha distrutto la sinistra, decide che il popolo è bue e va educato, va indirizzato. Tutto ciò l’hanno fatto allegramente e hanno anche goduto fino a quando non è arrivato internet. Quando è arrivata questa rivoluzione tecnologica, il giocattolo si è rotto. La cosa che mi dà fastidio è che questi signori della sinistra – li conosco bene, ho fatto venticinque anni all’Espresso come giornalista – non riconoscono mai la legittimità a posizioni diverse da quelle progressiste.”

La Zanzara, 11/02/2019

Anonimo ha detto...

Beh, anche l'anno scorso Metal ha vinto gayamente, quindi......io ho votato x l'abolizione di questo inutile carrozzone di vecchi pagliacci e giovani imbecilli, ma ci sono pur sempre 6 mln. di italidioti che lo guardano......un appunto, ieri sera è andata in onda una nuova puntata di Montalbano, ebbene, come inizia, che poi c'entra niente con la trama? Con i poveri migranti maltrattati, denutriti e caxxate varie, un quarto d'ora di insopportabile indottrinamento per i beati beoti, capisco le tendenze di Camilleri e Zingaretti, ma il troppo è troppo, adesso 2 migranti della Diciotti spalleggiati dalle toghe rosse hanno denunciato Salvini e Toninelli per aver ignorato non so quale articolo della legge internazionale sui salvataggi in mare, ne abbiamo le scatole piene, non se ne può più.....

Elena Ghira ha detto...

Tu chiamala banalità, io lo chiamo emozione e ricorda che l'amore universale è tutto ciò che conta in questo mondo misero! Grazie a Dio mia figlia ascolta la buona musica !

Peonia ha detto...

Aspettiamo le tue perle non banali Valentina.

Daniela Bovolenta su Fb ha detto...

Per quel che mi riguarda, la scelta migliore sarebbe ascoltare solo gregoriano, e solo durante la liturgia.
Fermarsi al romanico e leggere esclusivamente Padri della Chiesa.
Oppure limitarsi a cantare le canzoncine dell'asilo con i propri figli. E mi parrebbe molto corretto.
O ancora, cercare di capire qualcosa del mondo e della musica che ci circondano, che molto spesso sono il solo modo che hanno i più irrequieti di una generazione per dire agli adulti che stanno male, che vorrebbero un senso vero, se non gli frega nulla delle vostre belle parole.
Invece ci siamo adattati a chitarre e tamburelli, Alleluja delle lampadine, chiese che sembrano hangar, buoni sentimenti ecumenici in film come God's not dead. Va bene, non ci vuole un genio per comprendere che siamo irrilevanti: lascio aperta la questione se il mondo cattolico sia diventato irrilevante perché si è lanciato all'inseguimento affannato di un mondo che non capisce e che lo ripaga ignorandolo, oppure abbia smesso di comprendere il mondo quando si è accontentato di una cultura appiccicosa di second'ordine. Eppure è andata così.
Siamo finiti a fare gli esegeti del Festival di San Remo.
Speriamo venga presto il fuoco!

irina ha detto...

"...Siamo finiti a fare gli esegeti del Festival di San Remo..."

E' quello che mi sono detta anch'io tante volte. Ed ancora non è finita, i commenti le analisi continuano. Da questo susseguirsi di commenti, analisi, esce un chiaro quadro dell'Italia: da una parte l'Italia degli spettatori, così come sono; dall'altra l'italia come si vuole che sia, che diventi.

Appoggiandomi a diversi commenti letti qui ed altrove via rimandi, mi è diventata sempre più chiara la strumentalizzazione politica, sociale, culturale dello spettacolo in generale, delle canzonette in particolare. Strumentalizzazione che si apre quasi sempre con 'l'alliscio' degli spettatori; seguita poi da due, ben studiate, 'risate'.

Se ripenso a me stessa, gran parte delle pezze d'appoggio ideologiche mi entrarono dentro con una o più risate. L'irrisione dell'altro, primo, ti pone in una posizione mentale rispetto all'irriso di superiorità, secondo, ti mostra quel preciso particolare come retaggio di ignoranza, di sudditanza mentale, proprio di epoche in cui uno 'non pensava con la sua testa'.

Ed è proprio il non farti pensare con la tua testa il fine della manipolazione, che mentre denuncia l'altro di manipolarti, ti sta impastando con la sua farina.

Contemporaneamente, la manipolazione, propone stili di vita dove il male, lungi da essere sanzionato, è presentato come alternativa accettabile, possibile, in quanto l'uomo è in ricerca; ricerca di cosa, non viene mai focalizzato, non viene mai detto, ricerca comunque che mai è là dove ti trovi ma, in un luogo che non è qui, in un tempo che sarà domani, importante è il lato esperienziale. Qualsiasi sia l'esperienza.

La televisione ha un effetto soporifero, le difese crollano, e si è portati a bersi tutto. Oggi fortunatamente la situazione sta cambiando ed anche questa risposta critica nazional-popolare che esce fuori dai commenti dell'italiano spettatore è positiva.

La capacità critica del popolo italiano si esercita in queste giornate su tematiche solo apparentemente leggere, scoprendo l'alliscio, l'inganno manifesto ed occulto, il male spacciato per bene, l'irrisione del prossimo, fino a scoprire che, chi sta divertendoti, tenta e ritenta,il più delle volte, di portarti fuori strada.

A San Remo si suicidò Luigi Tenco...prima di completare questa frase sono andata a leggerne la biografia su Wikipedia.

Quanto meno "stranezze" ha detto...

Virginia Raffaele, che proviene da una famiglia circense di origini abruzzesi, proprietaria del Luna Park a Roma (e a maggior ragione il suo saluto in mondovisione ai Casamonica - delinquenti sinti di origini abruzzesi - fa "strano"), ha un talento davvero straordinario. Peccato davvero che lo svilisca così, preferendo che le sue performance sanremesi vengano ricordate più per gli spot lgbt e le invocazioni sataniche, che per la sua innegabile bravura.
Confesso che la prima volta non me ne ero accorta, ma riguardando il pezzo su youtube, il nome del maligno viene pronunciato chiarissimo, ripetuto per 5 volte e senza possibilità di equivoco, in uno sketch che, rivisto con questa consapevolezza, è davvero inquietante. Anche per il tema di fondo prescelto: la mamma.
(Sara Fumagalli)