Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 5 febbraio 2019

Uno studioso gesuita esprime il suo giudizio sulla prossima visita papale negli Emirati Arabi Uniti

Nella nostra traduzione dal National Catholic Register, un articolo di Edward Pentin, pubblicato il 31 gennaio scorso, prima del viaggio, le cui sorprese abbiamo commentato a caldo qui, riservandoci di un'analisi più accurata in base al testo completo del Documento firmato ad Abu Dhabi, con crescente costernazione e sofferenza per la situazione gravissima nella nostra Chiesa. 

Padre Henri Boulad, di origini egiziane, afferma che la storica visita offrirà una “preziosa opportunità” per affrontare “argomenti spinosi”, ma esorta Papa Francesco ad assumere un atteggiamento più realista nei confronti dell'islam.
Quando Papa Francesco arriverà ad Abu Dhabi domenica, diventerà il primo papa della storia ad aver messo piede nella Penisola Araba. L'evento chiave della visita dei giorni 3-5 febbraio è un “Incontro della Fraternità Umana” di leader religiosi, finalizzata alla promozione dei valori della fratellanza e del dialogo pacifico.
Per il Padre gesuita melchita Henri Boulad, la visita potrebbe segnare un “passo avanti nelle relazioni tra cristiani e musulmani”, purché il Santo Padre sollevi “argomenti decisamente delicati” che riguardano la regione.
Esperto dell'islam e autore di circa 30 libri pubblicati in 15 lingue, il 19 gennaio Padre Boulad ha confidato via mail al corrispondente romano del Register Edward Pentin di aspettarsi che il papa esorti le nazioni arabe ad assumersi le loro responsabilità per accogliere migranti musulmani provenienti da nazioni come l'Iraq e la Siria, ma ha anche espresso l'auspicio che il Santo Padre cambi la sua posizione sull'islam, definendo il suo approccio “sin troppo ingenuo e angelico”.
In un'intervista del 2017 al Register, Padre Boulad ha affermato che i terroristi islamici mettono semplicemente in pratica ciò che la loro religione insegna, e che tuttavia la Chiesa non è stata in grado di affrontare questo problema perché è caduta nelle mani dell'ideologia progressista che sta distruggendo l'Occidente.
Padre Boulad, che è nato in Egitto, sostiene che affinché il dialogo sia fruttuoso “abbiamo bisogno di una base di valori e principi condivisi su cui siamo tutti d'accordo”, e che gli Emirati Arabi, grazie al loro carattere aperto, “potrebbero – e dovrebbero – svolgere un ruolo chiave nella ricerca di queste basi, affinché si possa costruire insieme una pace stabile”.

Padre Boulad, cosa ne pensa di questa visita, la prima nella Penisola Araba da parte di un papa? Si tratta di un passo avanti o potrebbe fomentare il sincretismo?

Questa prima visita di un papa nella Penisola Araba potrebbe segnare un passo avanti nelle relazioni tra cristiani e musulmani, purché Papa Francesco sollevi in modo esplicito determinate questioni delicate, come per esempio:
  • Il fatto che l'islam consideri l'apostasia un crimine punibile con la morte; inoltre, gli Emirati Arabi non riconoscono e non autorizzano l'insegnamento di nessuna religione eccetto l'islam.
  • Lo status di cittadini di seconda classe e la sottomissione (dhimmi) dei non musulmani fa sorgere la questione della libertà religiosa.
  • Bisognerebbe affrontare anche i temi dei diritti delle donne e dell'uguaglianza dei cittadini.
  • Se gli Emirati si dissociano effettivamente dal terrorismo islamico, ci aspettiamo da loro che condannino fermamente i Fratelli Musulmani, Daesh [l'ISIS] e gli altri gruppi di estremisti.
  • Dato l'immenso ammontare di ricchezze disponibili negli Emirati Arabi, ci aspettiamo che essi dedichino una cura speciale ai migranti musulmani che si sono rifugiati in Europa. Il loro supporto dovrebbe essere concordato con le monarchie petrolifere del Golfo, Arabia Saudita compresa. Pertanto, ci aspettiamo che il papa esorti queste nazioni arabe e musulmane ad assumersi le loro responsabilità nei confronti dei loro fratelli musulmani che cercano di migrare altrove. Accogliendoli, potrebbero risparmiare loro lo shock culturale della loro integrazione in Europa. Il fatto che i paesi del Golfo rifiutino di aprire le loro porte ai siriani e agli iracheni – che vengono accolti da nazioni confinanti che hanno disponibilità economiche di gran lunga inferiori, come il Libano, la Giordania, la Turchia e l'Egitto – suscita indignazione.
Pensa che visite di questo genere a nazioni a maggioranza islamica possa essere più dannoso che utile per la Chiesa e per la fede?

Le visite di questo tipo non possono essere dannose. Al contrario, offrono la preziosa opportunità di affrontare in modo franco le questioni spinose che ho sollevato qui sopra, che richiedono risposte concrete. Questa visita potrebbe incoraggiare gli Emirati Arabi ad aprirsi a un tipo di islam più moderato. Il papa dovrebbe evidenziare il fatto che gli Emirati si trovano già sul buon cammino, dimostrato dalla loro apertura nei confronti dei cristiani, dalla loro modernità e dal rispetto dei diritti umani. Vorrei mettere in risalto varie iniziative recenti messe in atto negli Emirati e non solo, che fanno auspicare il meglio per una nuova era nelle relazioni tra cristiani e musulmani:
  • Il Qatar finanzia la costruzione di una chiesa maronita a Kisrawan (gennaio 2019).
  • Verrà costruita una cattedrale in Bahrein.
  • Abu Dhabi assisterà all'inaugurazione della Cattedrale di Sant'Elia.
  • L'unico sacerdote kuwaitiano, Padre [Emmanuel] Gharib, può predicare gli insegnamenti della Bibbia in vesti tradizionali beduine.
Tuttavia, non dovremmo trascurare ciò che l'Osservatorio per la libertà religiosa ha dichiarato a proposito del Bahrein [per esempio: non vi è autorizzata l'attività missionaria presso i musulmani; la maggioranza sciita del paese continua ad essere oppressa] e degli Emirati Arabi [per esempio, i suoi cittadini non hanno il diritto di cambiare religione. Nell'islam, l'apostasia è punita con la morte].

Ritiene che Papa Francesco abbia migliorato in qualche modo la sua interazione con l'islam?

Purtroppo, no. Credo che Papa Francesco non abbia cambiato per niente il suo approccio nei confronti dell'islam. La sua politica delle braccia aperte è sempre la stessa, vale a dire sin troppo ingenua e angelica. Il fatto che incoraggi le migrazioni di massa in Europa, provenienti principalmente da paesi musulmani, dimostra che ha perso completamente di vista i seri problemi sociali che esse potranno scatenare: la mancanza di integrazione / assimilazione di musulmani nei paesi che li ospitano, l'incompatibilità dell'islam coi diritti umani, col secolarismo, con la libertà e con l'uguaglianza dei cittadini.
Per non menzionare le varie contraddizioni nelle affermazioni del papa che, da una parte, invita i paesi che ospitano i migranti a rispettare la loro cultura, la loro visione del mondo islamica e le loro tradizioni; dall'altra, chiede ai musulmani di integrarsi e di rispettare le leggi dei paesi che li ospitano. È piuttosto difficile conciliare questi due mondi diversi, poiché i musulmani ritengono che la Sharia [legge religiosa] si trovi al di sopra delle leggi dei paesi secolari europei che li ospitano.
Il fatto che i musulmani non si siano mai integrati nelle nazioni che hanno invaso è ben noto. Al contrario, hanno sempre forzato i paesi da loro conquistati a perdere – spesso in modo permanente – la loro identità etnica e culturale, la loro religione, la loro lingua e le loro tradizioni. Si tratta di un problema molto serio che si fa sempre più vivo con l'avanzata dell'islam politico in Europa. Il papa sembra ignorare la storia delle conquiste islamiche e i problemi sociali generati in Europa dall'islam politico: questo mette in pericolo le identità nazionali e le tradizioni dell'Europa, nonché le sue radici giudeo-cristiane [a partire da quelle greco romane -ndT].
In conclusione, direi che la visita del papa negli Emirati Arabi potrebbe aiutare l'islam ad uscire dal suo attuale conflitto contro il mondo moderno. L'unica via ragionevole è il dialogo, ma affinché il dialogo sia fruttuoso abbiamo bisogno di una base di valori e principi condivisi su cui siamo tutti d'accordo. Gli Emirati Arabi, grazie al loro carattere aperto, potrebbero – e dovrebbero – svolgere un ruolo chiave nella ricerca di queste basi, affinché si possa costruire insieme una pace stabile. [dovrebbero, ma è realistico pensarlo, a fronte peraltro dell'atteggiamento di sottomissione del Papa che, come sottolineato nell'intervista sorvola sul carattere violentemente aggressivo del Corano che è fondamento dei governi teocratici dei paesi musulmani e dalla loro logica conquistatrice? -ndT] .
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

26 commenti:

irina ha detto...

Se noi fossimo noi, dovremmo essere esperti delle dieci parole e del sì sì, no no. Con questo bagaglio minimo potremmo confrontarci con chiunque, fraternamente. Se cominciamo a nascondere la croce che portiamo sul petto vuol dire che quella croce ha perso per noi il significato suo proprio, per assumere il significato di ornamento, gioiello o bigiotteria che sia, che giustamente un uomo ancora un po' serio nasconderebbe.

Il dialogo ha una sola motivazione il confronto tra due o più persone che conoscono il contenuto, spirituale, culturale, che è dietro la loro propria fronte e che permea il loro essere. Ricordo, da ragazza, una discussione intorno ad un tavolo, chi era accanto a me parlando con la persona più anziana era particolarmente gentile e accondiscendente. Infine tutti, alzatisi da tavola, si diressero verso il giardino in ordine sparso, casualmente, sentii la persona più anziana che, inquadrando la persona, bene educata quasi suo unico confronto a tavola, nello sciame uscente, disse tra sè e sè: 'non sa ancora chi è'. Questa frase, colta al volo, fu per me una di quelle 'formative' come il 'grand tour'lo fu per tanti giovani europei.

Anonimo ha detto...

IL DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA sottoscritto ieri da Francesco I° e dall'Imam dell'Università del Cairo di Al-Azhar (figura carismatica tradizionalmente riconosciuta nell'islam di confessione sunnita) è teologicamente inaccettabile per un cattolico.... E' un documento che ti aspetti dall'ONU, non da un Papa.... Da un punto di vista islamico (vi ricordo che io sono un profondo conoscitore dell'islam) è tutto sommato accettabile, ma da un punto di vista cattolico è assolutamente inaccettabile.... Questo perché Allah è una divinità diversa dal Dio Trinità rivelatosi in Cristo Gesù. Io, cristiano, NON HO una "fede comune in Dio" con i musulmani, perché la mia fede è quella professata dal "Simbolo niceno-costantinopolitano" (il "Credo" che si dice nella messa in lingua volgare dopo l'omelia del celebrante e il minuto di riflessione viziato dai colpi di tosse di chi controlla i messaggi su whatsapp).... In Massoneria, che va considerata come una "chiesa", è certamente normale parlare di "fratellanza umana fra tutti gli uomini" e di un unico "Grande Architetto Dell'Universo" che ogni religione conosce a modo suo imperfettamente.... Ma per un cristiano, coerente con i Vangeli e con ciò che la Chiesa sempre insegnò prima di Francesco I°, sa che "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (Mc 16,16) e "A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome" (GV 1,12).... Perciò quando Francesco I° parla (o sottoscrive documenti dove si parla) di "unico Dio delle diverse religioni" e di "fede comune nello stesso Dio" sta professando una fede coerente sia con la Massoneria che con l'islam, ma assolutamente non coerente con la fede della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica....
Davide Lovat su Fb

Anonimo ha detto...

Il Messaggero: 
《"Niente liti, nè dispute, nè tantomeno crociate": sono le raccomandazioni del Papa ai cristiani che vivono nei Paesi musulmani. Lo stadio di Abu Dhabi è gremito, gli spalti sono pieni di gente che ha viaggiato tutta la notte per non mancare alla prima messa pubblica che sia mai stata concessa sul sacro suolo del Golfo.》

Chissà se Bergoglio è mai entrato nella chiesa di Otranto che custodisce i resti degli 800 martiri beatificati da Benedetto XVI (altra leggerissima differenza tra l'autore del "Discorso di Ratisbona" e l'argentino).... 
Pare che non ricordi le migliaia di martiri veneziani nei secoli e le centinaia di migliaia di cristiani uccisi e perseguitati ancora oggi dall'islam.
Ma anche a voler intrattenere rapporti pacifici, non si può cedere sugli aspetti strettamente teologici e religiosi.... Un conto è la diplomazia, un altro conto è la fede con l'idea di Verità che in essa è in gioco....

Anonimo ha detto...

Pazzesco:
https://www.ilfoglio.it/il-figlio/2018/05/18/news/bambine-bomba-195479/

Valeria Fusetti ha detto...

La posizione del papa non è né ingenua né angelica poiché, come persona, non è né ingenuo né angelico. È la posizione di una persona politicamente ambiziosa, ed intendo con questo come attore di una politica laica e secolarizzata, non della politica della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Non della Chiesa di Cristo, di cui Gesù Cristo è il Fondatore ed unico Capo. Costui pensa, evidentemente con lui un buon numero di vescovi che hanno nascosto la Croce,di essere non il Vicario di Cristo bensì il sostituto. Per arrivare a pensare una eresia del genere occorre che la fede nel Signore sia, se va bene, di genere ariano, se invece è come appare, sarebbe più coerente con una forma di Modalismo secondo cui il Signore è morto e sepolto (come un Budda qualsiasi), ed ora c' è lui,e può tenere o mettere da parte la Croce, come è più opportuno. Ed è ovvio che con gli islamici e con gli ebrei è di somma utilità non "ostentarla". Dal punto di vista della Chiesa è, in ogni caso, una situazione tragica, anche se permessa dal Signore. Mentre leggevo i resoconti di questa oscenità, e pensavo ad altri episodi altrettanto sintomatici (come la mancata benedizione " per non offendere i non credenti "), che svelano che il dio adorato è l' Uomo,davanti al quale i diritti di Dio devono inchinarsi o scomparire. E mi tornava immediatamente il ricordo di Rue du Bac, di quello che la Madonna Santissima ha insegnato rispetto ai simboli, comandando di fare e portare la Medaglia Miracolosa. A Rue du Bac la Santa Madre di Dio ha sotto i piedi la Terra e schiaccia la testa del serpente,e non è "saggio" disprezzare gli insegnamenti di nostra Madre, soprattutto quando è chiaro che è la Signora del mondo ed è stata associata da Suo Figlio nella lotta e nella vittoria al peccato e al male che ne consegue. A La Salette la Madre Santissima, piangendo calde lacrime per i peccati dei suoi figli, avvisava che il "braccio del Signore è sempre più pesante da trattenere"... Ed ora come sarà ? In cordibus Jesus et Mariae.

Anonimo ha detto...

Con questo accordo, sono persuasa che parecchie chiese dismesse in Italia, passeranno ai musulmani, magari gratuitamente.

Anonimo ha detto...

Sull’incontro ravvicinato del Papa con l’imam di Al Azhar oggi negli Emirati.

È lo stesso religioso islamico che aveva sospeso ogni dialogo con il Vaticano nel 2010, dopo che Benedetto XVI aveva osato chiedere rispetto a seguito di una serie di attacchi devastanti alle chiese copte. Da allora, la condizione dei cristiani nel mondo islamico - i loro numeri, le loro persecuzioni - è ovunque peggiorata, al Cairo, a Damasco, a Mosul, in Turchia, nelle Filippine, in Pakistan, in Kenya. Allora mi domando: c’era proprio bisogno di questa dimostrazione fisica di affetto? Il dialogo non dovrebbe basarsi sui fatti, più che sulle effusioni e sulle parole giuste a favore delle telecamere? Così, mi domando, da quel malpensante che sono. È che quando tutti si eccitano, applaudono, battono i tacchi e le mani, penso che ci sia qualcosa che non va.
Giulio Meotti

Japhet ha detto...

Vienna distretto 15: le ragazze non maomettane indossano sempre più frequentemente il velo, per non essere molestate dai loro vicini seguaci di Meometto. L'integrazione procede speditamente in Austria

Anonimo ha detto...

Non seguo il vdr mai, però ho visto la foto del bacio coll'Imam e basta ed avanza, la mia personalissima idea è che gli islamici devono restare là e noi possibilmente qua, non c'è margine né di dialogo né di rispetto, è una falsa religione basata sulla conquista militare e feroce di altri paesi, sottomissione assoluta e chi non si adegua paga tassa salatissima o ci rimette la testa, punto, hanno fatto chiudere il sito themuslimsissue che pubblicava con tanto di foto le nefandezze compiute ogni giorno nei paesi islamici ed in UE, ma tutti fanno finta di non vedere e non fanno sapere niente e poi Teodolinda Grueber che s'indigna quando le dicono che Soros e le sue organizzazioni pagano l'invasione mussulmana in Europa, lei non permette si pronunci il sacro nome d'altra parte lei è socia Bilderberg, attenti, mica miciomiciobaubau....

mic ha detto...

http://www.occhidellaguerra.it/quella-trappola-degli-emirati-nella-visita-papa-francesco/

Anonimo ha detto...

Il documento firmato ad Abu Dabhi da S. S. Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb rappresenta un avvenimento di grande rilievo per la libertà di culto, di religione e per una giusta geopolitica.
Cardinal Angelo Scola

Japhet ha detto...

Molti giornali titolano o riportano :
"Bergoglio sulle orme di s. Francesco"

È un insulto che nessun cattolico può tollerare.
Francesco andò da Malik al Kamil per convertirlo alla fede in Cristo.
Non auspicò la nascita di una religione mondialista.

irina ha detto...

La grande battaglia è tra l'autentico ed il facsimile.

Anonimo ha detto...

"Il Papa non è il rappresentante di "una religione" tra le tante. È il capo della Chiesa Cattolica fondata da Gesù Cristo Figlio di Dio. I cosiddetti capi delle "religioni" sono dei ciarlatani. La nostra è Fede nella Verità, non è una religione. Poi se uno non crede, naturalmente considera il cattolicesimo come l'islam, l'induismo ecc ecc e pensa che "le religioni" siano come dei partiti... che possano riunirsi magari come sindacati, partiti...oppure come una specie di Federazione sportiva...Che dramma epocale stiamo vivendo..." (cit.)

Anonimo ha detto...

Quello firmato negli Emirati dal Papa e dall’imam di Al Azhar è davvero un documento “storico e rivoluzionario”, come dice lo spin deli media. Il titolo è “Documento sulla fratellanza umana”. L’ho letto due volte. È storico, perchè da nessuna parte si parla di Islam o di cristiani perseguitati. È storico, perchè apre la strada a una religione universale, una melassa spirituale. È storico, perchè a una delle più alte autorità dell’Islam mondiale si consente di dissimulare apparendo “moderata” ed evitando ogni autocritica necessaria. Mentre vengono trucidati i cristiani e incendiate le loro chiese in quei paesi dove regna l'Islam, il Papa ha pensato di sottoscrivere con loro, i carnefici, un “patto di fratellanza”. Perché sí, quelli di Al Azhar sono dei carnefici. Basta una rapida ricerca per scoprire che da trent’anni il “Vaticano dell’Islam” fomenta l’odio per cristiani, ebrei e atei. Che effetto può avere un documento simile sui 300 milioni di musulmani radicali che nel mondo teorizzano e praticano un Islam opposto a quello sfoggiato ad Abu Dhabi? Perchè non lanciamo una campagna di solidarietà con quei musulmani, e ce ne sono, che a rischio della propria vita denunciano i carnefici? Se il Vaticano vuole, ho i numeri di telefono di almeno una decina di loro. L’unica strada da percorrere è quella di Ratisbona, è più irta e dolorosa, ovvero mettere il mondo islamico di fronte alle proprie responsabilità, nominare le cose con il loro nome, chiedere loro di bandire le centinaia di versetti che incitano a uccidere e a discriminare ebrei e cristiani, la famosa “riforma”. La “fratellanza umana” invece non è altro che uno spot per il Tg1 della sera. È Imagine di John Lennon.
Giulio Meotti

tralcio ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2019/02/05/intervista-a-san-francesco/

Geniale e terribile.

Anonimo ha detto...

C'è un articolo su catholicherald.co.uk. che asserisce che il 'patto'firmato da bergoglio e l'imam in qualche modo vendica le feroci accuse mosse a Benedetto XVI dopo la lectio magistralis di Regensburg, mio modesto parere, vendica niente, si consegna dopo aver deposto le armi, resa incondizionata e i frutti si vedranno tra poco.......

Japhet ha detto...

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1069926646508170&id=834517316715772

- Pena di morte per chi lascia l’Islam, parla il gran capo della prestigiosa università islamica di al Azhar.

SOTTOTITOLI in ITALIANO.

Molto significativo il momento in cui parla di società musulmana, basata su valori “morali”, contrapposta alla società occidentale basata sulla libertà, quella libertà che per lui rappresenta una minaccia per la società musulmana.
Dunque, se un musulmano lascia l’Islam...

Apprezziamo la sincerità di Sheikh Al Tayeb, sebbene gradiremmo che mostrasse questa sua sincerità anche quando viene in visita in Occidente, la terra delle libertà che a lui stanno tanto strette.

[Kafir Soul]

mic ha detto...

https://www.marcotosatti.com/2019/02/06/abu-dhabi-nobile-un-primo-mezzo-passo-in-avanti-unesperienza-personale/

Marisa ha detto...

http://m.ilgiornale.it/blogpost/70/come-lavora-questo-papa/2649/

mic ha detto...

https://www.corrispondenzaromana.it/l-arca-della-fratellanza-e-la-carita-cristiana/

Anonimo ha detto...

Questi documenti sono solo mezzi per farci credere che le differenze di credo religioso non causano guerre o persecuzioni !
Praticamente una falsità storica e contemporanea!
Come se le persecuzioni ai cristiani non fossero vere e proprie dichiarazioni di guerra. (per esempio rileggiamo la vera storia di S.Paolo Miki e compagni in Giappone, anni 1560/1597).
Comunque aspettiamoci i frutti e speriamo che non siano avvelenati come quelli che Parolin sta raccogliendo in Cina !
Chiediamo al Vaticano risposte trasparenti ...sugli esiti di questa politica papale riformista, ...ma stiamo certi che i frutti reali li renderà visibili Cristo stesso ! m.l.

tralcio ha detto...

Sapientissimo l'articolo del prof. De Mattei.

Il principe di questo mondo ha provato a fare danni con l'illusione della libertà, poi con quello dell'uguaglianza, poi con un misto dei due, mentre covava sotto sotto il fuoco artificiale finale, col botto, della fraternità. Sempre "imposta", come le precedenti edizioni del delirio di onnipotenza della creatura che non accetta la via della croce.

Estrapolo un passaggio, evidenziando alcune parole:

Subordinare la verità della fede alla fraternità significa PROFESSARE L'INDIFFERENTISMO RELIGIOSO condannato in maniera costante dal magistero universale della Chiesa.

La Fraternità, assieme alla Libertà e all’Uguaglianza, è invece uno dei principi fondativi della Rivoluzione Francese.
Il trinomio rivoluzionario si riduce a un sistema di relazioni in cui NON ESISTE ALCUN PRINCIPIO TRASCENDENTE a cui riferirsi, e i tre valori supremi, considerati ognuno come un assoluto, entrano NECESSARIAMENTE IN CONFLITTO l’uno con l’altro.

Mancando un fine superiore, la fraternità, lungi dal costituire un elemento di coesione della società, diviene la FONTE DELLA SUA DISGREGAZIONE. Se infatti gli uomini, in nome della fraternità, vengono costretti a coabitare senza un fine che dia significato al loro sentimento di appartenenza, l’Arca DIVENTA UN CARCERE e la fraternità, imposta a parole, è destinata a rovesciarsi in una spinta centrifuga verso la frammentazione ed il caos.

La semplice affermazione della convivenza fraterna NON E' IN GRADO DI GIUSTIFICARE IL SACRIFICIO, che è l’espressione più alta dell’amore verso il prossimo; e questo perché sacrificio significa rinuncia a un bene reale in nome di beni più alti; ma la fraternità non propone alcun bene superiore che sia degno di sacrificio, al di là della convivenza, che non è un valore ma è solo un fatto privo di significato.

Il MITO DELLA FRATERNITA' cela in realtà il più PROFONDO EGOISMO SOCIALE e rappresenta l’ANTITESI della CARITA' CRISTIANA, unico vero fondamento dei rapporti sociali tra gli uomini.

irina ha detto...

Grazie Marisa, letto articolo. Il dialogo ha senso, credo, se io, anche sommariamente, mi presento quando sono davanti ad un pubblico che non conosco in particolare, nè esso conosce me nel mio Credo in particolare ; lui non va in giro per il mondo in forza di se stesso, la sua vera forza dovrebbe essere NSGC e non la narrativa mainstream già abbondantemente inculturata. Esistono tanti detti e fatti di NSGC che possono essere scelti, secondo il tipo di situazione in cui uno si trova, come biglietto da visita da porgere agli altri, appena si inizia a parlare es:
Buonasera, vengo a nome di CHI disse: siate prudenti come serpenti e semplici come colombe...sulla prudenza e semplicità sviluppa di seguito l'inizio del suo dialogo. Non deve parlare di Lui, intanto si è presentato e presentandosi ha presentato LUI, il Signore nostro Gesù Cristo. Chi può sentirsi offeso per un incipit sulla prudenza e semplicità? Chi?
Andando di qua e di là, oggi un detto, domani un altro, in uno stadio, in una spianata, piano piano sparge i semi. Anche in aereo, volendo. Non deve parlare della battaglia di Poitiers (mese di ottobre del 732); della battaglia di Roncisvalle (778 d.C.); di Marcantonio Bragadin (Venezia, 21 aprile 1523 – Famagosta, 17 agosto 1571); della Battaglia di Lepanto 7 ottobre 1571; della Battaglia di Vienna del 1683 e di tanto altro ancora fino al nostro oggi. Di questo si tace ma, non si tace di NSGC, lo si porta pur in punta di piedi ma, lo si porta. Per la loro stessa salvezza. A rischio della nostra vita. Altrimenti che senso ha tutto questo muoversi spettacolare? Muoversi per muoversi uno rimane a casa sua e studia, no?

Anonimo ha detto...

Quello che dovrebbe dire un papa lo dice il Dalai Lama!

https://www.saper-link-news.com/il-dalai-lama-dichiara-che-leuropa-appartiene-agli-europei-non-ai-rifugiati-e-scatena-la-rabbia-dei-mondialisti/

Anonimo ha detto...

Essendo una cattolica pakistana (la Chiesa perseguitata), per dire la verità questi dialoghi mi feriscono perché non vediamo mai alcun frutto di questi dialoghi. Le persecuzioni nel corso degli anni sono peggiorate. Ciò che mi rattrista di più sono le priorità della Chiesa. Diamo più priorità al mondo esterno che al nostro mondo interno. Continuiamo a voler uscire "FUORI" e non ci rendiamo conto che è necessario RITORNARE. Ritornare alle nostre radici. Ritornare alla fede che c'era una volta (fede dei primi cristiani).
Zarish Neno