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martedì 12 febbraio 2019

Analisi: L’arcivescovo McCarrick, il vescovo Zanchetta, Papa Francesco e il vertice vaticano sugli abusi

Nella nostra traduzione da Catholic News Agency, l'articolo di JD Flynn che ci offre un'analisi puntuale sul preannunciato vertice Vaticano sugli abusi sessuali, annunciato per il 21-14 prossimi e le possibili ricadute sui cattolici statunitensi.

Tra due settimane si terrà in Vaticano un atteso vertice sugli abusi sessuali. Un incontro annunciato a settembre, pochi mesi dopo che le accuse di abusi sessuali e violenza da parte dell’Arcivescovo Theodore McCarrick sono diventate pubbliche, e poche settimane dopo che lo stesso Papa Francesco è stato accusato dall’ex nunzio apostolico Arcivescovo Carlo Viganò [qui] di non sver dato adeguata risposta alle informazioni fornitegli su McCarrick.
Non sorprende che sull'incontro ci siano grandi aspettative da parte di molti cattolici americani. È stato il fulcro della risposta del Papa alla crescente crisi degli abusi sessuali della Chiesa, e la sua importanza è stata sottolineata tra le ragioni per cui il Vaticano ha ritardato il voto della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti su un pacchetto di riforme che si sperava approvare a novembre. [quiqui]

Gli organizzatori, i funzionari vaticani e perfino il Papa hanno tentato di attenuare le aspettative sull'incontro con l'affermare che non possono scaturire politiche concrete da un incontro di tre giorni, e dunque i partecipanti discuteranno di principi generali che potranno essere recepiti per tradurli in  politica a livello nazionale. Gli organizzatori hanno anche affermato, fin dall’inizio, che l’incontro riguarda principalmente l’abuso sessuale di minori e “adulti vulnerabili”, termine tecnico riferibile ad adulti intellettualmente disabili o con difficoltà psicologiche.

Alcuni funzionari vaticani hanno dichiarato che l’incontro si concentrerà soprattutto sull’incoraggiamento delle conferenze episcopali di tutto il mondo ad adottare una serie di politiche simili alla “Carta di Dallas” (2002) promulgata dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, o alla “Protezione dei minori dagli abusi sessuali” dei vescovi canadesi.

Naturalmente, almeno al momento, la frustrazione tra i cattolici americani non si concentra sullo sviluppo di nuove norme sulla protezione dei minori. I cattolici statunitensi hanno invece chiesto che la Chiesa risponda alle accuse di abusi sessuali e violenza su seminaristi, giovani sacerdoti e altri, da parte di vescovi ed altri che rivestono ruoli di potere, e che vengano avviate procedure per indagare sulle accuse di negligenza o di illeciti da parte dei vescovi. Probabilmente nessuna delle questioni sollevate dai cattolici statunitensi negli ultimi mesi sarà al centro delle discussioni di febbraio in Vaticano.

Sembra improbabile, quindi, che i risultati pratici dell’incontro possano ispirare tra i cattolici statunitensi, compresi sacerdoti e vescovi, una maggiore fiducia nella gestione da parte della Chiesa di una costellazione di problemi nelle diocesi di tutti gli Stati Uniti, tra cui una percepita mancanza di responsabilità dei vescovi e di preoccupazione per una cultura che non ha affrontato adeguatamente la violenza sessuale e gli abusi che coinvolgono adulti.

Se è improbabile che i risultati sostanziali del vertice ristabiliscano la fiducia tra i cattolici americani, qualsiasi successo su quel fronte dipenderà dalla testimonianza di Papa Francesco e dal messaggio che egli deciderà di trasmettere nella misura in cui farlo sia un obiettivo dell’incontro.

Un ripristino della fiducia dei cattolici statunitensi potrà innescarsi se il pontefice potrà rassicurare i cattolici statunitensi sulla collaborazione con i rappresentanti della Conferenza episcopale americana aiutandoli a catalizzare qualche iterazione del pacchetto di riforme in esame a novembre, o qualche altra serie di riforme.

Ma all’inizio dell’incontro, almeno due fattori potrebbero rendere difficile ai cattolici statunitensi fidarsi della leadership di Papa Francesco su questo tema.

Il primo è lo stesso McCarrick. A Roma si dà per imminente un verdetto nel processo canonico di McCarrick che potrebbe essere annunciato già il 12 febbraio. McCarrick dovrebbe essere laicizzato. Alcune fonti rivelano a Catholic News Agency (CNA) che McCarrick potrebbe anche lasciare il convento del Kansas dove vive per stabilirsi in un appartamento privato. Ma a prescindere dal fatto che McCarrick sia laicizzato, molti cattolici americani, tra cui i vescovi, continueranno probabilmente a premere sul Vaticano per ottenere risposte su chi sapeva cosa su McCarrick e quando.

Appare evidente che i funzionari vaticani fossero a conoscenza della reputazione di McCarrick almeno da decenni. A giudizio di alcuni osservatori sembra che la risposta a tale informazione sia stata tiepida. E mentre le discussioni sul passato di McCarrick, e le informazioni del Vaticano, tendono velocemente a trasformarsi in una guerra tribale interna, appare probabile che i cattolici statunitensi continueranno a chiedersi come McCarrick abbia potuto avere una carriera ecclesiastica così brillante, e chi, nella gerarchia americana e curiale, potrebbe averlo coperto.

Ad oggi, non sembra che Papa Francesco sia disposto a pubblicare un rapporto approfondito sui risultati di un’indagine interna del Vaticano sulla carriera di McCarrick, o a ordinare un’indagine più completa negli Stati Uniti.

Un verdetto nel suo processo convincerebbe molti cattolici che giustizia è stata fatta. Ma se non ci saranno risposte circa la più ampia indagine su McCarrick, e se il successore di McCarrick a Washington, il cardinale Donald Wuerl, guiderà ancora l’arcidiocesi di Washington quando inizierà il summit, per lo meno alcuni cattolici avranno difficoltà a fidarsi dell’impegno del papa per un sincero rinnovamento.

Il secondo ostacolo che il Papa dovrà affrontare è l’indagine sul vescovo argentino Gustavo Oscar Zanchetta, che affronta accuse di violenza sessuale e cattiva condotta coinvolgenti i seminaristi. Zanchetta si è dimesso dalla sua guida della diocesi di Orán nel luglio 2017, adducendo difficoltà a gestire l’incarico assunto nel 2013. Nel dicembre 2017 è stato nominato da Francesco in una nuova posizione di leadership in APSA, il dipartimento curiale che sovrintende al patrimonio immobiliare e finanziario del Vaticano.

Il mese scorso, l’Associated Press ha riferito che Francesco era a conoscenza, almeno dal 2015, delle accuse di cattiva condotta nei confronti di Zanchetta, e che addirittura gli erano stati inviati in visione selfies osceni del vescovo. A quanto pare Francesco ha accettato la scusa di Zanchetta che il suo cellulare era stato hackerato, e respinto le accuse come parte di una campagna diffamatoria.

In breve, Francesco sembra aver almeno permesso a Zanchetta di continuare nel suo ufficio di vescovo diocesano per due anni dopo aver appreso di gravi accuse nei suoi confronti e di averlo poi nominato in Vaticano quando l’amministrazione diocesana era divenuta per lui insostenibile.

Ora su Zanchetta è in corso un'indagine. Fino a che punto essa potrebbe scagionare o incolpare Francesco ancora non è dato sapere. La storia non ha suscitato molta attenzione negli Stati Uniti – in parte perché l’Associated Press l’ha riportata pochi giorni prima che l’attenzione della nazione fosse catalizzata da Nathan Phillips e dallo scandalo dei social media sulla Marcia per la Vita (qui ma poi si è rivelata una fake news [qui] -ndT). Ma ulteriori dettagli potrebbero emergere nelle prossime settimane, e i vescovi, certamente, tengono d'occhio la situazione molto da vicino.

Se Francesco dovesse fornire argomenti convincenti sulla sua seria intenzione di sradicare una cultura del clericalismo e della segretezza, le accuse che lo collegano a Zanchetta probabilmente diventerebbero un grosso ostacolo per lui, specialmente se non venissero affrontate.

Questi fattori potrebbero non essere di buon auspicio per l’esito immediato del vertice vaticano. Tuttavia, vale la pena notare che dietro le quinte, la leadership della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha lavorato a Roma con funzionari di curia sulla modifica del loro pacchetto di riforme. È probabile che riescano ad ultimare alcune delle misure proposte nelle riunioni del comitato di marzo, per mandarle a Roma per l’approvazione con largo anticipo rispetto alle eventuali votazioni nella riunione di Baltimora di giugno.

Resta da vedere se i cattolici avranno fiducia di questa procedura, o se la loro latente frustrazione sarà alimentata dalle aspettative deluse sulla riunione vaticana

In entrambi i casi, la relazione tra Francesco e Zanchetta offre una preziosa lezione per i vescovi, negli Stati Uniti e altrove. L’Associated Press ha riferito che Papa Francesco è stato a lungo confessore di Zanchetta, e che mentre era arcivescovo di Buenos Aires, si prendeva cura di  Zanchetta come suo figlio spirituale.

Un rapporto come quello tra confessore e penitente o direttore spirituale e persona seguita, può offuscare il giudizio se le stesse persone sono coinvolte anche in un rapporto amministrativo gerarchicamente correlato. Offuscamento che, a volte, sembra quasi inevitabile.

I collaboratori parrocchiali laici, per esempio, imparano rapidamente che, per quanto attenti a non mescolare le cose, di solito non è bene avere come confessore il proprio capo. I seminari e gli istituti religiosi stabiliscono regole chiare sul mantenimento di relazioni spirituali riservate, specialmente quelle che discutono del peccato, al di fuori della “gerarchia di comando”. Generalmente i vescovi sono attenti a non diventare intimi confidenti spirituali dei loro sacerdoti e collaboratori della cancelleria.

La consapevolezza delle abitudini peccaminose di un subordinato può talvolta portare a pregiudizi o sfiducia della persona. Ma altrettanto spesso, può portare a una sorta di empatia disordinata per un subordinato di cui si conosce la lotta. Questa empatia, se non controllata, può portare a decisioni amministrative sbagliate. Questo fatto potrebbe spiegare, almeno in alcuni casi, il motivo per cui i vescovi hanno mal gestito le accuse rivolte ai loro sacerdoti. E, anche se né Francesco né Zanchetta hanno insinuato tanto, ciò potrebbe spiegare perché Francesco appaia aver gestito male la situazione di Zanchetta. Se avesse avuto un rapporto paterno con lui, e una consapevolezza delle sue evidenti lotte, avrebbe potuto commettere errori di giudizio amministrativo come permettere al vescovo di rimanere nel ministero diocesano, o trovare un posto per lui in Vaticano.

Queste sono le domande che Francesco potrebbe affrontare durante l’indagine su Zanchetta, e che potrebbero fornire al papa un’idea della necessità di demarcazioni più precise tra i ruoli spirituali dei vescovi come pastori e le loro responsabilità amministrative come responsabili diocesani.

Ci sono, naturalmente, altre storie da seguire nell'approssimarsi del vertice vaticano. Le domande girano intorno al modo in cui il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, ha trattato alcune accuse nella sua arcidiocesi di Galveston-Houston. Nuovi rapporti hanno dimostrato la portata di un problema globale riguardante la violenza sessuale e gli abusi verso le suore. I vescovi statunitensi continuano ad affrontare indagini statali e federali, e alcuni vescovi accusati di cattiva condotta rimangono in carica senza evidenti indagini.

Il Papa ha detto che sta lavorando alla preparazione dell’incontro e ha chiesto preghiere. Il vertice può raggiungere un grande risultato positivo su scala globale; ma affinché  possa anche essere ristabilita la fiducia nella leadership della Chiesa da parte dei fedeli statunitensi, queste preghiere saranno certamente necessarie. 
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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8 commenti:

Anonimo ha detto...

un articolo che secondo me merita una riflessione e una discussione. mi piacerebbe sentire il parere di qualche sacerdote che frequenta il blog.
https://www.riscossacristiana.it/bergolgio-ha-sostituito-cristo-con-il-migrante-di-alessandro-gnocchi/

Anonimo ha detto...


Circa l'affare Zanchetta. L'articolista fa un'analisi il più possibile obiettiva e giustamente rispettosa della persona del Papa.

Sembra tuttavia che alcune sue ipotesi siano troppo generose. Il Papa avrebbe chiamato Z. a Roma, pur sapendo come stavano le cose, per via del rapporto "paterno" che lo legherebbe da lunga data al suddetto. Questa ipotesi potrebbe esser vera ma più vicina al vero potrebbe esser quest'altra: l'ha chiamato a Roma nel tentativo di salvarlo dallo scandalo che stava arrivando. Così come ha chiamato a Roma altri prelati impegolati in vicende del genere.
Si tratta di un sistema omertoso di malgoverno che non è nato ieri ma che sta assumendo aspetti sempre più inquietanti.

Anonimo ha detto...

Profezia di San Nilo ( vicino Roma, a Grottaferrata c'e' la meravigliosa Abbazia di San Nilo), era un eremita del quinto secolo.

"Dopo l'anno 1900, le genti diventeranno irriconoscibili.
Quando si avvicinerà il tempo per l'Avvento dell'Anticristo, le menti delle genti diventeranno annebbiate dalle passioni carnali ed il disonore ed il vivere senza legge cresceranno più forti.
Allora il mondo diventerà irriconoscibile.
L'apparenza della gente cambierà e sarà impossibile distinguere gli uomini dalle donne per via della loro mancanza di pudore nel vestire e nello stile della capigliatura.
Questa gente sarà crudele e sarà come animali selvaggi a causa delle tentazioni dell'Anticristo.
Non ci sarà rispetto né per i genitori, né per le persone più vecchie.
L'amore sparirà ed i Pastori Cristiani, i vescovi e i preti diventeranno uomini vani e mancheranno completamente di distinguere la via della mano destra da quella della sinistra.
A quel tempo la morale e le tradizioni dei Cristiani e della Chiesa cambieranno.
La gente abbandonerà la modestia e regnerà la dissipazione.
La menzogna e l'ingordigia raggiungeranno grandi proporzioni, e guai a coloro che accumuleranno i tesori di: Lussuria, adulterio, omosessualità.
Cose segrete e delitto governeranno la società.
In quel tempo futuro, la gente sarà privata della Grazia dello Spirito Santo, che ricevettero al Santo Battesimo, ed ugualmente del rimorso, a causa di grandi crimini e di sì grande permissività.

Le Chiese di Dio saranno private di pastori pii e timorosi di Dio, e guai ai Cristiani che rimarranno al mondo in quel tempo: perderanno completamente la loro Fede, perché non avranno l'opportunità di vedere la luce della conoscenza proprio da nessuno.
Allora si separeranno dal mondo rifugiandosi in santi rifugi in cerca di alleggerire le loro sofferenze spirituali, ma incontreranno ostacoli e restrizioni dappertutto.
Tutto questo risulterà dal fatto che l'Anticristo vuole essere Signore sopra tutto e diventare il governatore di tutto l'universo, e farà miracoli e darà segni fantastici.
Egli darà anche una sapienza depravata ad un uomo infelice, cosicché questi scoprirà un modo per cui un uomo può conversare con un altro da una parte all'altra della terra.
A quel tempo gli uomini voleranno come uccelli e discenderanno nel fondo del mare come pesci.
Quando avranno raggiunto tutto questo, questa gente infelice passerà la vita fra i comodi, senza sapere, povere anime, che questo è l'inganno dell'Anticristo.
E l'empio completerà così la scienza con la vanità , in modo che andrà sulla giusta strada per guidare le persone a perdere la loro fede nell'esistenza di Dio per mezzo di tre apostasie.
Allora Dio, che è tutta Bontà, vedrà la caduta della razza umana ed abbrevierà i giorni per quei pochi che saranno salvati, perché il nemico vuole indurre in tentazione perfino "gli scelti", se è possibile...
Allora la spada del castigo apparirà improvvisamente ed ucciderà il pervertitore ed i suoi servi."

Anonimo ha detto...

Ma questo è una falsa profezia. Ne parla anche Maurizio Blondet. Risale al 1990, confezionata in Brasile nella diocesi di Campos.

Marisa ha detto...

https://www.radiospada.org/2019/01/modena-pride-comunicato-del-comit-s-geminiano-vescovo/

irina ha detto...

Molti anni fa al Musée d'Orsay mi colpì un quadro che raffigurava Gesù Cristo con gli Apostoli; l'ambientazione, un giardino, al centro una panchina di quelle inglesi in legno, con lo schienale dritto, intorno alla panchina, dietro lo schienale, di lato e seduti, in ordine sparso i dodici con Gesù, tutti in nudo integrale. Mi sedetti davanti a questo quadro cercando di capirne le motivazioni ed il fine. Non vi riuscii, nè allora, nè mai. Oggi mi dico che forse fu uno di quei semi di dissoluzione, sparsi ovunque ad arte e con pretesa arte. Già allora accettati all'interno delle istituzioni. Con esibita noncuranza. Normalità Superiore. Culturale.

Anonimo ha detto...

anonimo 9,08.
http://www.academia.edu/2428564/Falsi_antichi_e_moderni_tra_le_opere_di_Nilo_di_Ancira._Primi_sondaggi_in_J._Martínez_ed._Fakes_and_Forgers_of_Classical_Literature_Madrid_Ediciones_Clásicas_2011_pp._61-78
Non è un falso la profezia di san Nilo, è semplicemente di Evagrio attribuita erroneamente. Anche San Malachia è autentico, anche la profezia di san Francesco, anche i protocolli dei savi di Sion non sono falsi, ma sono detti falsamente falsi in quanto ognuno ha la sua storia particolare, ma i testi sono autentici.

Marisa ha detto...

OT:

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5533