Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 8 gennaio 2020

Documentario su Benedetto XVI, Gänswein: «Mai pentito della rinuncia»

Stralcio da Avvenire. Immagini dal 'recinto di Pietro' che ci mostrano la quotidianità serena di Ratziger/Benedetto aperta ai visitatori che continua a ricevere. Chi fosse interessato ad approfondire le complesse e articolate argomentazioni a partire dalle dimissioni di Benedetto XVI, può consultare questo nutrito indice. L'inedita anomalia che hanno posto in essere viene presentata come frutto di una decisione ponderata a lungo e senza remore. Forse per mettere a tacere dubbi mai sopiti che di volta in volta riemergono.

Il Papa emerito Benedetto XVI non si è mai pentito della rinuncia al Papato, che risalgono ormai a quasi sette anni fa. Lo afferma il suo segretario particolare e prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gänswein, in un documentario di 29 minuti realizzato dal giornalista Tassilo Forchheimer, in tedesco, per la Bayerischer Rundfunk (Br), emittente radiotelevisiva pubblica locale del Land della Baviera, affiliata alla Ard e con sede a Monaco di Baviera. "Le dimissioni sono state una decisione lunga, ben pregata e sofferta, di cui non si è mai pentito. Il Papa è completamente in pace con se stesso", dice Gaenswein
Un servizio sul documentario di Br della affiliata Ard. Qui il link al servizio completo. Altri stralci qui
Il documentario racconta la vita quotidiana di Benedetto XVI nell'ex monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano, circondato da libri e da ricordi della Baviera. Il Papa emerito dice di dedicare tuttora molto tempo alla lettura. E a chi gli chiede sul suo stato di salute risponde di essere "un vecchio alla fine del suo viaggio".
A quasi 93 anni di età - li compirà il prossimo 16 aprile - Joseph Ratzinger commenta nel documentario alcuni aspetti della sua vita quotidiana nel Mater Ecclesiae. Il Pontefice emerito confessa di seguire nel suo ritiro una rigorosa routine. Sempre accompagnato da mons. Gaenswein, la sua voce è molto debole e ha grandi difficoltà a camminare. "Avevo una grande voce, ora non funziona più", si lamenta papa Ratzinger, al che l'arcivescovo Gaenswein osserva: "Benedetto è un uomo di 92 anni, con una mente chiara, ovviamente; ma che ha già perso abbastanza della sua forza fisica".
La giornata di Benedetto è segnata da un rigido programma. Alle 7.30 ha il primo appuntamento nella cappella del piccolo monastero che occupa, dove celebra la messa con Gaenswein e le donne consacrate che si occupano della casa. La giornata la passa molto tempo in ufficio, circondato da libri che "sembrano una biblioteca", dice Forchheimer. "La vita del professore di teologia Joseph Ratzinger si riflette in migliaia di libri; dice che per lui tutte le fasi della sua vita sono contenute nei libri e si occupa di loro ogni giorno".
* * * 
Qui un articolo di Pentin che, illustrando nei dettagli il documentario con altri accenti, mette in risalto la lucidità insieme alla fragilità di Benedetto e così conclude: .... La predominanza degli oggetti bavaresi mostra a che punto la sua patria è nel cuore di Benedetto alla fine della sua vita. «Sono sempre molto legato alla Baviera e ogni notte affido al Signore il nostro Stato», dice. «Nel mio cuore, sono sempre molto legato alla Baviera», dice nelle ultime parole del documentario.

37 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene, egli non è mai pentito. Ma il pentimento non è condizione della validità di una rinuncia. E poi non ha rinunciato al papato. Giovanni Chirri diceva che ha rinunciato al papato, ma adesso dice che ha rinunciatio al ministero. Egli stesso ha detto

declaro me... ministerio ... renuntiare

Ma il Canone 332 §2 richiede in veche

Se contingat ut Romanus Pontefix muneri suo renuntiet, ....

So che questo commento va eliminato perché è contraro alla coretezza politica su molti blog, ma Le prego di pubblicare qui...

Anonimo ha detto...

Offriti interamente all'Immacolata che è la nostra ottima Mammina celeste,
e in tal modo potrai superare tutte
le difficoltà e ...diventerai santo,
un grande santo:
questa è la sola cosa che ti auguro
di tutto cuore.
San Massimiliano Maria Kolbe

Un augurio e un impegno per tutti noi Militi dell'Immacolata, figli spirituali di San Massimiliano Maria Kolbe

8 gennaio anniversario della nascita di San Massimiliano Maria Kolbe

mic ha detto...

Se Anonimo 7:47
scorresse l'indice degli articoli sui due papi che ho inserito nell'articolo, compreso questo...

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/08/benedetto-xvi-ha-rinunciato-solo.html

gianlub ha detto...

@anonimo 07.47

Esattamente, in forza del canone 332 2 Benedetto XVI non ha rinunciato al munus papale. Inoltre non vi è nessuna norma del Diritto Canonico o facente parte della Tradizione di Diritto Canonico che il ministerium sia equivalente al munus. Sono due cose ben diverse e distinte

mic ha detto...

Vedi anche qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/10/a-prescindere-dal-fatto-se-e-o-non-e.html

PaoloP ha detto...

Se non è pentito, si guardi intorno.

mic ha detto...

In ogni caso l'abdicazione (più che le dimissioni) di Benedetto XVI è sotto il segno dell'ambiguità, cifra di concilio e post concilio.

Infatti, sorvolando sulle serie difficoltà e resistenze (già ampiamrnte illustrate) che hanno gravato sul suo pontificato, l'abdicazione ha provocato l'esistenza di due papi (o forse no), ma apparentemente: uno in servizio attivo e l'altro in quello contemplativo - o molto assimilabile a qualunque vescovo in pensione -, senz'alcun supporto canonico o teologico della nuova veste istituzionale di "Papa emerito" e che tuttavia conserva veste, stemma (perfino apposto insieme a quello del "Regnante" sulla statua di san Michele Arcangelo inaugurata in tandem in Vaticano), titolo, nome...

Anonimo ha detto...

La fiducia di molti cattolici l'ha persa senza ministero, con il munus e/o viceversa. Certo è che di scissione si tratta in ogni senso, di ogni lingua, di ogni concetto, di ogni parola. Della Parola.

Anonimo ha detto...

Se non è pentito (e non lo è perchè lo dice lui) allora farebbe bene a tornarsene a casa sua a fare il pensionato senza continuare a firmarsi papa e vestirsi da papa dato che non lo è più per suo stesso volere. La verità è che costui è l'esempio vivente e lampante del conciliarismo e dell'assemblearismo militante che hanno devastato la chiesa a partire dagli anni 70. La presenza di due papi è chiaramente l'ennesima destrutturazione del concetto stesso di papato e del suo primato in favore dell'assemblearismo tipico del modernismo post-conciliare.
Quello che mi pare veramente penoso è l'atteggiamento di tante vedovelle sfrante che invece di riconoscere l'ennesimo vulnus alla sacra tradizione coninuano a pretendere che costui sia ancora papa non potendo ammettere che sul soglio sia seduto un eretico come Bergoglio, continuando a sbandierare il Summorum Pontificum come se fosse dogma di infallibilità mentre è anche quello l'ennesimo atto normalizzatore e destrutturante per trasformare la chiesa in un serraglio dove può convivere tutto ed il contrario di tutto, un trucco raffinato in cui doveva cadere principalmente la Fraternità e assieme anche la fronda tradizionalista moderata. La verità è che non abbiamo affatto due papi, ma nessun papa, perchè uno si è dimesso e l'altro è decaduto ipso facto per eresia e siccome cardinali vescovi più che difendere la Verità in Cristo preferiscono difendere il loro status quo, ci ritroviamo in questo pantano indegno che stà conducendo alla devastazione la chiesa stessa ormai precipitata nella apostasia generalizzata ed istituzionalizzata.
Bergoglio e Ratzinger non sono affatto in antitesi, sono come si dice a Napoli, cazz'e cucchiara.

Le perplessità che @mic abbozza non sono affatto frutto di ambiguità, sono fatti evidenti e chiarissimi che impongono una valutazione di doverosa onestà sul piano intellettuale e di fede: siamo senza papa.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Non sono un teologo e non mi azzardo a fare affermazioni sicure in un campo in cui anche i teologi più in buona fede hanno pareri discordanti in quanto le tematiche affrontate sono nuove.

Ma da quello che ho letto e capito, Papa Benedetto potrebbe aver rinunciato solo alla GUIDA PASTORALE della Chiesa, ma non al così detto "munus" di Papa e, perciò, non ad essere testimone della verità come lo può essere un Papa.
Come un Vescovo emerito che rimane Vescovo pur senza guidare pastoralmente la diocesi.
Come un padre che, per motivi di salute, ha rinunciato alla patria potestà sui figli, ma non alla paternità.

Questo potrebbe essere adombrato nell'atto della sua rinuncia quando dice: "Sono ben consapevole che questo ministero (quello di Vescovo di Roma), per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto NON SOLO con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando".
Per cui potrebbe essere una conseguenza il fatto che lui abbia rinunciato a essere Papa SOLO "con le parole e con le opere", ma NON "soffrendo e pregando".

Tanto che, alla fine, dice: "Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio".

In tal caso, se Papa Francesco è Papa a tutti gli effetti, lo è anche Benedetto, anche se solo per quanto riguarda il servizio della preghiera. E, in quanto Papa, come Papa rimane testimone della fede.

Finora nessuno ha affrontato con l'autorità della Chiesa questo tema.
Una cosa però ritengo sicura: Papa Benedetto conosce benissimo il misticismo tedesco. Lo dimostra il fatto che ha dichiarato inaspettatamente Dottore della Chiesa santa Ildegarda di Bingen.
Per cui conosceva anche la profezia dei due Papi di santa Caterina Emmerik...

mic ha detto...

http://belgicatho.hautetfort.com/archive/2020/01/08/un-nouveau-documentaire-montre-un-benoit-xvi-toujours-alerte-6203777.html

L'articolo di Pentin mette in risalto la fragilità di Benedetto

mic ha detto...

.... La predominanza degli oggetti bavaresi mostra a che punto la sua patria è nel cuore di Benedetto alla fine della sua vita. « sono sempre molto legato alla Baviera e ogni notte affido al Signore il nostro Stato», dice. « nel mio cuore, sono sempre molto legato alla Baviera», dice nelle ultime parole del documentario.

Anonimo ha detto...

Mic, grazie per il collegamento al Suo post di 2014, veramente profetico per il suo tempo.

Ma mi pare dall'inquietudine dobbiamo procedere al punto, perché la nostra lealtà verso Cristo ci obbliga a farlo...

https://www.chiesaromana.info/index.php/2019/12/23/che-vuole-dire-essere-leale-al-papa/

Anonimo ha detto...

Mic, gentilmente, spieghi a Pietro ed altri, che non l'hanno ancora capito, perché non regge il parallelo tra Vescovo emerito e Papa emerito.

mic ha detto...

Anonimo 9:59
La presenza di due papi è chiaramente l'ennesima destrutturazione del concetto stesso di papato e del suo primato in favore dell'assemblearismo tipico del modernismo post-conciliare.... Le perplessità che @mic abbozza non sono affatto frutto di ambiguità, sono fatti evidenti e chiarissimi... 

Io resto ferma alle ambiguità perché non me la sento di trarre conclusioni come fa lei (oltretutto con quale autorità potremmo farlo sia io che lei? E inoltre si dovrebbe argomentare a dovere. Non basta un'affermazione apodittica) 
Che si tratti di 'due papi' è uno dei "corni" dell'ipotesi in campo, e richiederebbe o la invalidità dell'abdicazione (non ne possiamo conoscere tutte le cause oltre a quelle problematiche già note e più volte evidenziate) oppure una conferma sulla portata della distinzione tra "munus" e "ministerium", vista poi l'accettazione dell'elezione da parte di Bergoglio, sulla cui invalidità sono peraltro emersi svariati indizi che non posso star qui a ripetere, ma nessun cardinale elettore li ha confermati (il segreto?)... senza mettere in campo la "mafia di San Gallo".
Ma son tutte anomalie che vanno fatte valere da chi ne ha autorità.
L'altro "corno" dell'ipotesi è l'afflato conciliar-modenista che ha potuto indurre Ratzinger a vedere il papato come una funzione qualunque. Lo dimostrerebbe l'uso della formula "ingravescente aetate" utilizzata da Paolo VI per il pensionamento dei vescovi... 
E la mancata spiegazione teologico-canonistica potrebbe ben rientrare nel primato della prassi, anch'esso di conio conciliare: a parlare sono i fatti e non i documenti....
Ho scritto un profluvio di testi su questo argomento. 

Ai posteri...?

P.S. qui non ci sono vedovelle sfrante che "pretendono" che Benedetto sia ancora papa. Per quanto posso dire io è che attendibilmente si tratta di un pensionato anomalo e che comunque anche questa anomalia andrebbe chiarita...

Anonimo ha detto...


Dire che uno "resta Papa solo per la preghiera" è quasi da ridere. Per la preghiera, non occorre essere o restare Papi. Ci sono ad esempio i monaci, gli anacoreti, i mistici, anche i semplici devoti particolarmente versati nel pregare.
Il Papa non è messo a capo della Chiesa per pregare. Ci sta per governarla, per esercitare la potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa, quella conferita da Cristo Risorto al Beato Pietro davanti agli Apostoli, quando gli disse: "Pasci le mie pecore", e lo disse solo a lui e non al "collegio" degli Apostoli. Il "pascere" del pastore era al tempo l'immagine tipica dell'azione del potere di governo. Il Papa deve innanzitutto "governare la Chiesa", esercitando tale potere di governo nelle varie forme previste e consolidate dalla tradizione e dal diritto.
Ratzinger ha dichiarato lui stesso, in perfetta libertà ha sempre detto, la vacanza della sede da lui occupata. Non può esser in nessun modo considerato ancora Papa. Se lui dice o fa dire che è rimasto Papa solo secondo il munus, che esercita con la preghiera, è illecito giocare su una supposta distinzione essenziale tra munus e officium (spesso usati come sinonimi) per sostenere che lui è rimasto ed è il vero Papa. Quello che Ratzinger vuol dire, credo, sia questo: che in senso solo spirituale lui si considera sempre Pontefice : come Pontefice in voto continua a pregare per la Chiesa e per tutti noi. Per fare une parallelo: come se un professore, un accademico, messosi in pensione, continuando a considerarsi un professore, continuasse a dare il suo contributo seguitando a studiare, a scriver articoli o libri. Ma non si potrebbe certo considerarlo un professore ancora in attività, in cattedra.

Con questo suo atteggiamento Ratzinger ha creato una notevole confusione in tutti noi e continua a crearla. I suoi ammiratori gli attribuiscono una statura che non ha: era stufo dei problemi e delle grane micidiali del pontificato, non vedeva l'ora di togliersi dai piedi e tornare ai suoi amati studi, a Mozart e al gatto. Triste, ma è così.

mic ha detto...

Nella Chiesa la potestà di giurisdizione compete, iure divino al Papa e ai Vescovi. La pienezza di questo potere risiede tuttavia solo nel Papa che, quale fondamento, sorregge tutto l’edificio ecclesiastico. In lui si trova tutto il potere pastorale, e nella Chiesa non se ne può concepire altro indipendente.

La teologia progressista sostiene invece, in nome del Concilio Vaticano II, una riforma della Chiesa, in senso sacramentale e carismatico, che oppone la potestà d’ordine alla potestà di giurisdizione, la chiesa della carità a quella del diritto, la struttura episcopale a quella monarchica. Al Papa, ridotto a primus inter pares all’interno del collegio dei vescovi spetterebbe solo una funzione etico-profetica, un primato di «onore» o di «amore», ma non di governo e di giurisdizione. In questa prospettiva è stata evocata da Hans  Küng, e da altri, l’ipotesi di un pontificato “a termine”  e non più a vita, come forma di governo richiesta dalla velocità di cambiamento del mondo moderno e dalla continua novità dei suoi problemi. «Non possiamo avere un Pontefice di 80 anni che non è più pienamente presente dal punto di vista fisico e psichico», ha dichiarato all’emittente “Südwestrundfunk” Küng, che vede nella limitazione del mandato del Papa un passo necessario per la riforma radicale della Chiesa. Il Papa sarebbe ridotto a presidente di un Consiglio di amministrazione, ad una figura meramente arbitrale, con a fianco una struttura ecclesiastica “aperta”, quale un sinodo permanente, con poteri deliberativi.

Se però si ritiene che l’essenza del Papato sia nel potere sacramentale di ordine e non in quello supremo di giurisdizione, il Pontefice non potrebbe mai dimettersi; se lo facesse, perderebbe con la rinuncia solo l’esercizio della suprema potestà, ma non la potestà stessa, che sarebbe indelebile come l’ordinazione sacramentale da cui scaturisce. Chi ammette l’ipotesi della rinuncia deve ammettere con ciò che il Papa deriva la sua summa potestas dalla giurisdizione che esercita e non dal sacramento che riceve. La teologia progressista è dunque in contraddizione con sé stessa quando pretende di fondare il Papato sulla sua natura sacramentale, e poi rivendica le dimissioni di un Papa, che possono invece essere ammesse solo se il suo incarico è fondato sul potere di giurisdizione. Per la stessa ragione non ci potranno essere, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, “due papi”, uno in carica e uno “emerito”, come è stato impropriamente detto. Benedetto XVI tornerà ad essere sua eminenza il cardinale Ratzinger e non potrà più esercitare prerogative, come l’infallibilità, che sono intimamente legate al potere di giurisdizione pontificio.


Anonimo ha detto...

Mi sembra che l'esame migliore del problema papato bicefalo sia quello di mic, con anonimo 16,09 e 9,59. Il paragone papato emerito e episcopo emerito non regge perché non esiste nemmeno un pensionamento episcopale, si lavora sino alla fine oppure si va in pensionato o ospedale, a necessità, senza emeriti di sorta, invenzione postconciliare non a caso, onde arrivare al papato bicefalo. Ma non regge anche perché il Papa è sempre il Vescovo di Roma ed ora avremo due vescovi di Roma? Mi pare che il vescovo di Roma designato dal conclave sia Bergoglio e non Ratzinger che diviene solo un vescovo, ma non il Vescovo di Roma, non lo è più. Benedetto XVI non è più BXVI, non è più il Vescovo di Roma, non è più il Papa, ed ignoro ora le ambiguità relative alle dimissioni e successiva designazione. Quindi dovrebbe togliersi la farsa del vestito, del nome e dello stemma...Solo farsa è. Certamente il ministero è cosa diversa dal munus, ma se ben ricordo Ratzinger ha parlato di rinuncia a Vescovo di Roma, quindi non è più Papa. Se il ministero fosse solo amministrazione allora avrebbe avuto ragione quel canonista,ripreso da Messori a suo tempo, che parlò di situazione nuova con uno per ministero amministrazione, e l'altro per munus orante. In termini laici sarebbe esatto ma nel caso non lo è, infatti l'amministrazione non è solo amministrazione di esercizio, ma di sacramenti e qui casca l'asino: uno che non ha il munus non può amministrare il concernente i sacramenti in modo congiunto obbligatoriamente. Idem per la giurisdizione, finchè è laica vale quella umana, ma qui è da Dio che giunge la giurisdizione, e quindi indispensabile è la congiunzione a Dio, o c'è o non c'è. Ora Ratzinger non è Vescovo di Roma quindi non è Papa, Bergoglio non ha il munus che s'è tenuto Ratzinger fino alla morte e quindi non è Papa, non ha che giurisdizione umana e quindi è solo un delegato, impossibile però davanti a Dio, da Benedetto XVI. Non darebbe giurisdizione valida ai vescovi che sarebbero nulli quindi. Il munus è solo ad una persona perché Pietro è solo uno , a meno di dividere il Corpo di Cristo in due parti separate il che non si può e stop. In conclusione? Ratzinger è Benedetto XVI a metà avendo rinunciato alla giurisdizione ed essendosi tenuto il munus fino alla morte? Bergoglio è nullo? Non ha munus, che si è tenuto il primo, ha solo giurisdizione umana che senza munus è nulla. Inoltre il Vescovo di Roma sarebbe ora Bergoglio ma senza il munus di Papa, senza giurisdizione, ed avendo una designazione del conclave? Peraltro illecita. Inoltre Ratzinger, per il mezzo che si è tenuto (impossibile anche questo) sarebbe solo orante e non sarebbe però Vescovo di Roma, ma il Papa è il Vescovo di Roma. Quindi non ci sarebbe Papa. Lui è felice di questo caos sgradito a Dio ed anche a molti fedeli? Male. Lui si è tenuto mezzo papato il che è impossibile, ha rinunciato a mezzo papato, il che è impossibile, però il secondo è un signor nessuno a tal punto.Inoltre con mafia san Gallo, ed illegalità varie che rendono nulla la designazione. Ratzinger prega per la Baviera e non per il mondo, ma il suo munus orante fino alla morte è solo per la Baviera? Male anche questo.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Mic: molto interessante quello che dici.

Anonimo delle 14 e 22: hai ragione, non ho capito, non ho difficoltà ad ammetterlo.
Mi pare però che non ha capito neanche Benedetto XVI, infatti si firma col titolo "PP" tipico di un Papa e veste come un Papa.
Io non dò risposte, faccio e mi faccio domande e azzardo ipotesi (ripeto: IPOTESI) rimanendo in attesa, quando verrà, di una risposta ufficiale della Chiesa.

Anonimo delle 16 e 09: vale quanto detto appena sopra.
Io ammiro Ratzinger, ma se legge bene, non lo voglio fare Papa per forza. Voglio solo stare con la Chiesa.
Se rilegge le prime righe del mio intervento a cui forse non ha fatto caso, potrà capire.
Lei invece è sicurissimo, ma la sua sicurezza non mi convince ugualmente.
Può avere ragione, può non averla. Questa è una situazione del tutto nuova.
Il fatto è che Benedetto XVI, da come si comporta e da quello che dice il suo "portavoce" Ganswein, pare non abbia avuto l'INTENZIONE di rinunciare ad essere Papa, e l'intenzione è molto importante per la validità di un atto.
Personalmente sono interdetto. Penso che Papa Francesco sia il vero Papa, ma non escludo affatto che possa esserci anche un Papa emerito.
Se lei avesse su questa situazione una fonte certa e chiara tratta dal MAGISTERO della Chiesa, la ringrazio anticipatamente se mi da i riferimenti. Posso farmi delle idee, ma la piena fiducia la do solo al Magistero.
Ritengo però che sia difficile che trovi qualcosa che derima la questione senza se e senza ma, perché ci sono pareri diversi anche tra i grandi teologi.

Anonimo ha detto...

"... come forma di governo richiesta dalla velocità di cambiamento del mondo moderno e dalla continua novità dei suoi problemi..."

"velocità di cambiamento"
" continua novità dei suoi problemi"

Cambiamento veloce e problemi continuamente nuovi.

Trovo impressionante questa fissa sul cambiamento veloce e sui problemi sempre nuovi. Di nuovo chiedo spiegazione su cosa cambia velocemente e su quali sono i problemi sempre nuovi. Dato si è che la Chiesa si occupa dell'essere umano, qualcuno mi spieghi quali sono i cambiamenti veloci dell'essere umano; almeno qualcuno mi indichi tre esempi di cambiamenti veloci, che riguardano l'essere umano, corpo, anima e spirito, caratteristici del mondo ormai post moderno. Leggerò con grande attenzione. Quali sono poi i problemi sempre nuovi che riguardano l'essere umano, corpo, anima e spirito, caratteristici del mondo ormai post moderno? Desidero ardentemente conoscere i cambiamenti veloci e i problemi sempre nuovi. Qualcuno dissipi la mia ignoranza su l'essere umano velocemente cangiante e con problemi sconosciuti, visto che sono sempre nuovi. Temo purtroppo di trovarmi davanti a falsi pensieri, a falsi cambiamenti, a falsi problemi, Per essere chiari sono pensieri che fungono da paravento ad altro che non viene detto, paravento per le vere intenzioni che si tengono nascoste nella mente nel cuore. Sono prese per...i fondelli. Di questo ho certezza piena. E' tutta una manfrina. Anzi è la solita manfrina dell'aggiornamento di disgraziata memoria.

Anonimo ha detto...

L'essenza del Papato secondo me (commento di mic 17,07) rende impossibile le dimissioni, Socci citava un Papa che sosteneva questo infatti. Secondo me si volle far dimettere GPII (ricordo le discussioni locali anche sull'opportunità di tali dimissioni per la salute, a cui mi opponevo) ma egli non lo fece, malgrado lo stato in cui era stato ridotto. Piuttosto dalla bolla Cum ex apostolatus officio se ne deriva che un Papa mai possa essere eretico, mai, se lo fosse (e lo è) non sarebbe (e non è) Papa. Nello stesso modo un Papa sarà sostenuto da Dio finchè viva se è Papa: qui Dio vuole e chiede la nostra fede. La Potestà papale è indelebile, per quanto capisco. Però le dimissioni sono contemplate tra i casi di perdita del Papato e Pio XII aveva analizzato la cosa per la guerra che gli si faceva, in questo caso sarebbe stato per la salvezza delle anime. Forse tale studio fu usato poi nel conclave del 1958 quando indubbiamente e certamente ci furono 2 fumate bianche, e questo solo spiegherebbe il guaio castigo attuale a cui siam giunti, di caduta in caduta. Secondo san Malachia,le cui profezie sono autentiche (mi pare la storia simile al protocollo che pure è autentico), infatti Pietro romano sarebbe Bergoglio perché include Papi ed antipapi nella sua lista. Oppure sarebbe Pietro dal Cielo. Lo studio di Pio XII potrebbe aver avallato un doppio papato (ma solo apparente) nel 1958 onde ottenere il consenso dei cardinali. Sappiamo che il canonico apostata Roca ed il Nubius carbonaro avevano "profetizzato" di esigenze loro di aver un papa secondo i loro bisogni (quindi non infallibile) e di un concilio a loro modo. E sappiamo anche che qualche massone esultò alla nomina di Roncalli (potremo aver il concilio…), esultò alla sua morte per aver potuto onorare un defunto papa, e diede il nome di Roncalli papa prima della elezione stessa, anzi prima del conclave.

Anonimo ha detto...

Anonimo 8 gennaio 2020 21:35
… falsi pensieri, falsi cambiamenti, falsi problemi, pensieri che fungono da paravento ad altro... Sono prese per...i fondelli.. E' tutta una manfrina. Anzi è la solita manfrina dell'aggiornamento di disgraziata memoria
Perfetto, concordo pienamente
OS

Anonimo ha detto...


"la Potestà papale è indelebile".

Non è esatto. Una potestà non può essere indelebile, dal momento che è un potere connesso ad una carica o ufficio. Cessa nel momento in cui non si ricopre più l'ufficio o la carica.
Indelebile è caso mai "il carattere". Per esempio l'esser sacerdote, persona consacrata.
Che la potestà sia legata alla funzione esercitata vale anche per il Papa.
Il Codice di dir can del 1917 è più chiaro in proposito. Il c. 219 dice che subito il papa eletto legittimamente ottiene per diritto divino la piena e suprema potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa, appena spiegata nel c. 218. L"inciso "per diritto divino" (iure divino) è scomparso dal Codice del 1983, che ha recepito la nuova e torbida collegialità professata dal Concilio nella LUmen Gentium. Ma anche se l'ottiene "per diritto divino", la suprema potestà il Papa la mantiene finché rimane Papa. Il c. 221 del CIC del 17 prevede anche la rinuncia del Papa, precisando che, perché questa rinuncia sia valida non occorre venga accettata dai cardinali o da altri. La non-necessità dell'accettazione altrui della rinuncia del Papa viene mantenuta anche dal Codice del 1983, al c. 332, par. 2, il quale precisa solamente che la rinuncia deve esser fatta liberamente e sia debitamente manifestata.
Alla luce del diritto canonico e della tradizione dire che la rinuncia è ontologicamente incompatibile con il papato appare cosa del tutto infondata.
Un Papa che, come Benedetto XVI, rinuncia in modo libero e aperto, aprendo la vacanza della Sede, cessa di possedere la suprema potestas tipica dell'officio papale, non ha più il potere di governo sulla Chiesa né quello disciplinare. Se soggettivamente dichiara di sentirsi ancora pontefice, spiritualmente e nella preghiera quotidiana, ciò è un fatto soggettivo suo, un fatto morale, del tutto ininfluente quanto alla situazione oggettiva venutasi a creare nel l'esercizio della potestas del Papa che gli è succeduto.
Quando si smetterà di continuare a confondere cose di per se stesse chiare, sarà sempre tanto di guadagnato.

Anonimo ha detto...

Un papa possa dimettersi, questa è la dottrina di Papa Bonifacio VIII nel suo rescritto Quoniam.

L'intento in dichiare una dimessione non entra nelle cause canoniche per la validità oltre che riguarda la libertà, cf. canon 332 §2.

Quindi, se Ratzinger, come Papa, ma in quanto Ratzinger, voleva separarsi dal pontificato, ma ha rinunciato solo al ministero, rimane papa. Questo è simile al caso di un testamento di un morto nei confronti di un erede. Se il morto non ha consegnato il bene, l'erede non lo riceve.

Se leggiamo il canone 1331 §2, n 4 troviamo un'affermazione decisiva, che un scomunicato possa conseguire nella Chiesa un ministero, ma non una dignità ecclesiastica, ne un ufficio ecclesiastico, ne un munus.

Quindi, essendo che la Curia Romana aiuta il Papa nel suo ministero petrino, ma non condivide il suo munus petrino, che è porta con se l'ufficio e la dignità (cfr. canone 145 §1), ed essendo che il ministero non far parte del principio di comunione ecclesiale, è impossibile secondo la norma di diritto canonico, letto secondo il canon 17, che in rinciare al ministero ha separato se stesso dal papato.

Quindi, Benedetto è ancora il vero unico papa.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Nella Declaratio di rinucia, Benedetto XVI non parla di rinuncia al Papato, ma al MINISTERO di Papa, cioè al SERVIZIO.
Ricordo infatti che ci si domandò subito, ancora prima del Conclave che elesse Francesco, come doveva essere considerato Benedetto: se Papa emerito o semplice Cardinale.
Evidentemente fin da subito la cosa non era chiara.
Inoltre, dal fatto che Benedetto non ha mai rinuciato alle insegne papali e a firmarsi come Papa, se ne può dedurre che la sua volontà, e VOLONTA' DI PAPA, sia stata quella di non rinunciare al munus di Papa, ma solo al servizio.
Come tutto questo si possa configurare non lo so. Staremo a vedere.
Fatto sta che Santa Caterina Emmerik parla di due Papi.

Anonimo ha detto...

Scusate, ma che ne dite che la rinuncia di Benedetto, fatta esplicitamente l'11 Febbraio 2013 partiva invece dal 28 Febbraio 2013 ore 20.00?

Credo che questo non sia possibile, come uno diventa papa nel momento in cui dice "sì" alla domanda di accettazione post elezione così Benedetto non sarebbe più stato papa dal momento della dichiarazione pubblica dell'11 Febbraio.

Questo è un aspetto che, secondo me, andrebbe approfondito.

Anonimo ha detto...


"Non parla di rinuncia al munus di Papa ma solo al servizio".

Non avrebbe rinunciato al ministero petrino ma solo al servizio. Che significa? La rinuncia al ministero petrino è la rinuncia al papato. Qui si cavilla impunemente.
Lasciamo poi da parte le rivelazioni private, come quelle della Emmerick. I due papi che dice di aver visto tra l'altro sembrerebbero due papi in carica, una situazione di scisma reale. Non mescoliamo il soprannaturale privato (che non appartiene al Deposito della Fede) con le questioni di diritto canonico.
Il papa è un monarca elettivo. Gode di un potere supremo su tutta la Chiesa dal momento in cui accetta una elezione valida, però il potere è di origine divina perché è sempre quello dato da Cristo Risorto a Pietro, di essere il capo del gregge, Apostoli inclusi.
Questo potere disciplinare e di governo il papa lo esercita come suo diritto. Un diritto che è anche un dovere perché ha il dovere di "confermare nella fede i fratelli". Restiamo al diritto. Il papa ha sempre giustamente reclamato la libertà nell'esercizio di questo suo diritto o si vuole di questo suo potere supremo su tutta la Chiesa.
Quando rinuncia, cosa fa? Si priva non solo del diritto di esercitare il potere supremo ma si priva anche del potere stesso: dichiarando vancante la Sede Apostolica significa che lui se ne è andato, che non la vuole più occupare, che non vuole più occuparsi del governo della Chiesa. IL potere di governo che lui ha ricevuto da Cristo in quanto designato dai cardinali, lui lo rimette a Cristo (e per questo le sue dimissioni non devono essere approvate da un'autorità terrena).
Sostenere che Ratzinger è rimasto papa anche se non esercita più la summa potestas significa attribuire all'esser papa un carattere ontologico che tale ufficio non possiede, nel modo più assoluto. Se ce l'avesse, tale carattere, i Codici non prevederebbero la rinuncia papale come istituto del tutto legittimo.

Anonimo ha detto...

"Ricordo infatti che ci si domandò subito, ancora prima del Conclave che elesse Francesco, come doveva essere considerato Benedetto: se Papa emerito o semplice Cardinale."

Ma siamo proprio così sicuri che sia rimasto cardinale?

Divenuto papa rimase anche cardinale?
Non mi risulta.
Dopo aver rinunciato a fare e quindi a essere il papa chissà mai per quale automatismo o magia dovrebbe ricuperare il cardinalato (che non è indelebile in quanto non sacramentale)?

È evidente invece che sia rimasto vescovo.

tralcio ha detto...

Alla luce della logica Benedetto XVI è ancora papa. Francesco è papa e perciò si prega per lui durante la preghiera eucaristica nella santa messa.
E' indubbiamente una situazione anomala, qualcuno la definisce "duo capita, quasi monstrum". Dipende da quanto si voglia considerare singola, unica, condivisa o sdoppiata la titolarità del munus petrinum che si accompagna al governo della barca.
Il vangelo odierno è interessante perché fa proprio capire bene quanto sia decisivo l'intervento di Gesù, vero uomo e vero Dio. Sulla barca infatti le cose si mettono male.
Tempeste per la barca ecclesiale ce ne sono state tante, ma questa è davvero speciale.
Chi non nutre stima per i veggenti deve ammettere che Suor Caterina Emmerick ha parlato proprio di due papi con circa duecento anni di anticipo. Proprio i duecento anni corrispondenti al ritardo che secondo alcuni la Chiesa avrebbe nei confronti del mondo.
Per chi vorrebbe condurre la barca senza Nostro Signore e magari vedendolo camminare sull'acqua lo pensa "un fantasma" credo proprio che presto bisognerà fare i conti con la Presenza Reale. La quale è il vero bottino sul quale l'anticristo vorrebbe mettere le mani. "Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa... Ma Dio aveva altri progetti".

Dio aveva (ha) altri progetti. L'epoca dei "due papi" ci mostrerà quali sono.
E dovremmo sapere già quale sia e perciò fare la volontà di Dio e non un'altra.



Anonimo ha detto...

A pietro non del cammino (quale ?)L'intenzione è importante, anzi determinante,sia per sacramenti che per Papato. Ma l'intenzione si giudica dai fatti ed atti, in quanto non esiste capacità umana di leggerla in foro interno. I fatti ed atti sia dell'uno che dell'altro non sono edificanti, sia per chi è contento di aver inventato il bicefalismo che per chi fa esercizio pagano. Esiste in merito un atto di Magistero autentico:Papa Paolo VI Cum ex apostolatus officio. I pareri diversi di grandi teologi invece non fanno testo mentre lo farebbero se fossero unanimi, anche questo è magistero autentico. Anonimo 23,43. Indelebile?Quella carica , quell'ufficio sono Carica ed Ufficio, sono non umani ma Divini, qui sta la differenza: anche i 2 papi umanamente sono possibili e lo si vede, ma Divinamente no. Il Papa ha un carattere connesso alla funzione? Io dico di sì perché è lo Spirito Santo a fare il Papa. E quindi che un uomo si sottragga allo Spirito Santo è sua questione davanti a Dio, se LO dimette allora non è più Papa, se non lo ha dimesso ma ha fatto finta allora è un imbroglione davanti a Dio. L'infallibilità è un carattere Divino ed è efficace ed è a vita, se guardiamo a Pietro. E' un matrimonio dello spirito con lo Spirito Santo che si vede dai fatti se è stato compiuto o no. Ed annullare un matrimonio mi sa di divorzio. Possibile forse ma solo per casi gravissimi connessi con la salute delle anime, ma qui la salute delle anime è stata mandata al macero e costui è pure felice, segno che qualcosa non va. La salute delle anime è l'unica causa che renderebbe giustificabile tale dimissione dello Spirito Santo che onestamente comunque ognuno di noi ha sentito come lacerazione e dramma angosciante. Firmarsi PP è falso e blasfemo come dirsi felice della novità, e lo è per due persone diverse felici e concordi mentre hanno insegnato dottrine diverse. A me pare una bestemmia di entrambe le punte di questo bicefalismo. Un altro ti cingerà la veste, un altro nella vecchiaia del papato, un anticristo bicefalo si è cinta la veste di ciò che non è, sedendo nel tempio di Dio additandosi come tale.

Anonimo ha detto...


chi continua a sostenere che "secondo logica [?] Benedetto XVI è ancora papa" o che la sua carica e il suo ufficio sono "divini" perché il papato imprimerebbe al titolare anche un "carattere indelebile", quasi fosse un battesimo, oltre a non considerare il diritto canonico, sembra confondere la persona del papa con l'ufficio che ricopre.
L'ufficio o munus petrino non è divino, il papa non ne viene divinizzato. Riceve il suo sommo potere da Dio, almeno secondo il Codice del 1917, ma lo esercita con cariche, uffici del tutto umani, servendosi del libero arbitrio concesso da Dio a tutti noi.

Anonimo ha detto...

anonimo 19,57. Penso anch'io che Benedetto XVI non sia Papa, la rinuncia è chiara, ma la sua situazione di biancovestito, pp, stemma, sono falsi di conseguenza: non può usarne. Stop, se non è non è, le nostalgie per un vestito non fanno testo, neppure l'armadio privo di altri vestiti. Sono anzi ridicole. La carica del Pontificato cattolico (non il pontificato di Nerone o Costantino) è connessa allo Spirito Santo, quindi è Divina, se poi imprima un carattere indelebile non so e non mi interessa: di ciò risponderà l'interessato, né più né meno di un prete che si sposa o di uno sospeso a Divinis, nel caso abbia ricevuto un carattere indelebile, non voglio discutere di questo. Accetto che Benedetto XVI si è dimesso e non è più Papa, tout court però. La persona del Papa è connessa inderogabilmente all'Ufficio che ricopre, l'Autorità è della persona che esercita l'ufficio. Concedo che possano esistere in casi disperati le dimissioni, il nostro però nego sia un caso del genere. Che possano esistere dimissioni di un Papa non significa normalizzare la cosa, è un'eccezione e lo stesso dimissionario ha scritto di sapere che era una cosa molto grave. Quindi non si fa perché si è vecchi come Giovanni Paolo II non ha fatto pur essendo molto malato, incapace di scrivere, quasi incapace di parlare, e viaggiare poi doveva essere una pena. Contesto integralmente invece che il munus non sia Divino, l'Ufficio non sia Divino, sarebbe dire che non esiste infallibilità data dallo Spirito Santo, il che è contro il Magistero e contro il dogma definito dal concilio v.I; che non diventi Dio è indubbio, che diventi Vicario di Dio altrettanto, quindi anche che abbia una patente Divina. L'infallibilità non è esercitata nel libero arbitrio come tutti noi, questo è modernismo, è rifiuto della Chiesa Gerarchica e rifiuto del dogma, è rifiuto della Chiesa Cattolica che ha il proprio perno proprio su tale punto: non a caso attaccato nella rivoluzione attuale arrivando al bicefalismo che personalmente ritengo impossibile, quindi nullo. Direi nullo il primo per volontà propria, nullo il secondo perché vicario del Nemico.

tralcio ha detto...

Per gli anonimi delle 19.57 e 10.36

Il vostro ragionamento può non fare una grinza, ma resta il fatto che, abusivi o meno (Benedetto nel vestire panni che secondo voi non dovrebbe o Francesco nell'essere ciò che contraddice) i papi sono due proprio come aveva detto la veggente tedesca.
Pertanto il "busillis" non è se sulla barca ci siano inspiegabilmente due Pietro e chi dei due non sia Pietro, ma che la barca è in piena tempesta e il Signore la sorpassa camminando sulle acque agitate: la poca fede fa gridare che Gesù possa essere appunto un fantasma.

Chi ha la fede per vedere Gesù e considerarlo OGGI nella sua Presenza Reale?
Chi ha fede in Lui e non nella barca o nei nocchieri?
Chi ha una visione soprannaturale e non solo canonica, legale, razionalistica?
Chi pensa la Chiesa come di Cristo e non dell'uomo?
Chi la sa abitata davvero da Dio e non una mera istituzione umana tra le tante, pur avendo una fede?
Chi nell'Eucaristia coglie la differenza: il Cuore eucaristico di Gesù, il miracolo e non un simbolo aggregante attorno a un "centro di interesse" e "scusa" per parlare d'altro?
Chi adora il Signore, abbandonato alla Sua volontà e chi invece esprime nuovi umanesimi?

Qualunque sia il progetto di chi vuole normalizzare la Chiesa, essa resta di Cristo.
Dio ha un progetto ben preciso ed è l'unico che conti, che i papi siano uno, due o ics.

Anonimo ha detto...

2 papi? Impossibile! NSGC non istituì il primato a 2 apostoli. Anche se la Emmerich parlava di 2 papi non significa che non sapesse che può essercene uno solo. Evidentemente parlando di 2 papi ella intendeva 2 biancovestiti.
Ne consegue che uno dei due biancovestiti (non è l'abito che fa il monaco) non è papa.
O magari che non lo sia nessuno dei due, ma questo lo sa solo Dio, non certo noi poveri mortali, che non dobbiamo fare altro che attenerci a ciò che Dio ci offre da credere in base agli atti ufficiali della sua Chiesa, secondo cui il papa è quello ...infelicemente regnante (certamente non quello dimissionario che regnante di sicuro non è).

Sulla Presenza Reale poi non ci piove.

Anonimo ha detto...

La Emmerick sapeva benissimo che dovrebbe essercene uno di papa, resta il fatto che ne vide due proprio come due ne vediamo noi. Quindi una cosa non è "impossibile" perché lo dicono i nostri schemi. Altrimenti, ad esempio, Maria Santissima non sarebbe vergine prima, durante e dopo il parto.

L'abito non fa il monaco, ma in Vaticano ci sono due papi dei quali.
Uno ha detto di aver rinunciato al "ministero di Vescovo di Roma, successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice".
L'altro, che si fa chiamare "Vescovo di Roma", gli è subentrato il 13 marzo 2013.

Che non la pensino allo stesso modo su molte questioni è evidente.

Anonimo ha detto...

"La Emmerick sapeva benissimo che dovrebbe essercene uno di papa, resta il fatto che ne vide due proprio come due ne vediamo noi."

La Emmerick vide appunto 2 papi esattamente come ne vediamo noi 2.
Il fatto che sia la Emmerick sia noi vediamo due papi significa che siano ambedue effettivamente papi?
Siamo seri! Si usi la logica più elementare!
Ciò che si vede non necessariamente corrisponde alla realtà.
In passato avevano già avuto 2 o 3 papi, ma uno solo di loro era il vero papa. Gli altri erano antipapi, anche se era difficile o perfino impossibile discernere la verità.

Anonimo ha detto...

La Emmerick vide due papi in lotta fra loro, vide l'anziano santo Padre (non 2) mentre in un luogo fuori del Vaticano (Ratzinger non è perché sta in vaticano) mentre tentano di farlo firmare qualcosa che egli non vuole, lo vede perseguitato e mal messo (di nuovo non è), vide un Papa in rosso sempre in queste scene "come vorrei esserci in quel tempo, non deve lasciare Roma ma egli è ancora troppo legato agli schemi umani…"....Ratzinger ha volut vestire di bianco mi risulta, mica veste di rosso. Il Papa può essere solo uno, che ne vediamo 2 o è effetto ottico o c'è un tarocco...o anche 2. 1958 conclave con 2 fumate ...bianche.