Alla fine della celebrazione il Santo Padre si è soffermato per salutare alcuni fedeli alla presenza di mons. Rino Fisichella e di mons. Joseph Bart, rettore del Santuario.
Le immagini del Santo Padre salutando i fedeli hanno però destato stupore e perplessità tra i fedeli di tutto il mondo. Il Pontefice era infatti sprovvisto di mascherina così come i suoi accompagnatori che lo affiancavano a pochi centimetri di distanza, mons. Fisichella, mons. Bart, e l’aiutante di camera a fianco all’arcivescovo italiano. Non solo: la quasi totalità dei fedeli che si sono avvicinati a salutare papa Francesco erano sprovvisti di mascherina o la mantenevano abbassata. Tutti hanno stretto la mano al pontefice, molti hanno persino baciato l’Anello del Pescatore. Tutto questo come se non fossimo in piena pandemia da Coronavirus o come se il virus fosse improvvisamente scomparso dall’orizzonte.
La questione potrebbe facilmente essere derubricata come un episodio circoscritto e di poca importanza (immagino già che molti si fermeranno alle prime righe infastiditi da un articolo che si occupi del baciamano papale senza mascherine né distanze) ma l’episodio è in realtà degno di qualche domanda meritevole di risposta.
Guardando le immagini di domenica ad alcuni è tornato in mente un altro episodio simile ma di segno inverso. Era marzo del 2019, un anno prima della diffusione su scala mondiale della pandemia Covid-19. Destò curiosità e sorpresa che, al termine di una celebrazione nella Santa Casa di Loreto, papa Francesco rifiutasse il baciamano dei fedeli con grossolana evidenza (provate a baciare l’anello a un vescovo: se non è una primadonna ritirerà la mano con discrezione). Molte furono le ipotesi dei vari commentatori sulle motivazioni del gesto, in primis quella dell’umiltà di un Pontefice che ama le cose semplici e rompe volentieri i protocolli per vivere come un normale cittadino e stare in mezzo alla gente… In quella occasione l’evidenza e la grossolanità del gesto ripetuto più volte costrinse il portavoce del Vaticano Alessandro Gisotti a spiegare in mondovisione il motivo del grande rifiuto. Ebbene, il Papa, spiegò Gisotti, ritirava la mano per motivi igienici.
«Il motivo è molto semplice: igiene – spiegava Gisotti -. Quando ci sono lunghe file di fedeli, il Papa vuole evitare rischi di contagio per la gente. Quindi non per sé, ma i fedeli stessi». Non si trattava dunque di una rottura del protocollo a favore della semplicità evangelica ma semplicemente di una esigenza di prudenza sanitaria.
Ma se la preoccupazione del Pontefice per un contagio era pressante già nel 2019, quanto più dovrebbe esserlo oggi, in piena pandemia, mentre il mondo intero vive nel terrore del contagio e subisce restrizioni di movimento, l’obbligo tassativo di indossare la mascherina “su bocca e naso” e di mantenere distanze di sicurezza. La prudenza sarebbe dovuta essere ai massimi livelli soprattutto da parte di uno dei personaggi pubblici più conosciuti e seguiti al mondo, che rappresenta un’autorità morale tra le più influenti a livello globale.
Cosa è successo dunque l’11 aprile al Santo Spirito? Qualcuno ha osservato che papa Francesco e mons. Fisichella hanno già ricevuto il vaccino e dunque non sarebbero tenuti a mantenere mascherine e distanze. L’osservazione però non tiene conto dei dettami del Ministero per la salute che raccomanda di mantenere le misure di sicurezza anche dopo aver ricevuto il vaccino. Detto questo, (e detto per inciso che ciò non assicura affatto una protezione totale dalla trasmissione del virus) cosa si può dire delle persone che hanno baciato l’anello una dopo l’altra senza che questo venisse quantomeno sanificato (ricordate il bacio del crocifisso del venerdì santo prima della pandemia? Il sacerdote o dei ministri passavano un purificatore sulla croce dopo ogni bacio per evitare contagi e infezioni di ogni sorta).
Al momento non è dato di sapere per quale motivo il papa, il vescovo, i fedeli accorsi in quel giorno, si siano sentiti liberi dal pericoloso virus che ha seminato e semina tuttora terrore in tutto il mondo, specie nelle persone più fragili nel corpo e nella psiche, negli anziani e nelle loro famiglie, complice una campagna di terrorismo mediatico che ogni giorno presenta la conta dei morti e dei contagiati per non perdere di vista che siamo sotto attacco e che non possiamo permetterci il lusso di vivere sereni.
È risaputo che, fin dall’inizio della pandemia, papa Francesco abbia avuto un “atteggiamento ambivalente nei confronti del virus” come ha sottolineato la vaticanista Franca Giansoldati de Il Messaggero in un articolo del 21 ottobre.
Mentre all’inizio della pandemia il Papa – mentre chiedeva di obbedire alle indicazioni dei governi – ha continuato a celebrare rifiutando la mascherina e ad entrare in contatto fisico coi fedeli, durante la seconda ondata ha iniziato a prendere delle precauzioni. Un cambiamento improvviso di strategia che lo stesso Pontefice spiegò ai fedeli prima dell’udienza del 21 ottobre con queste parole: «Oggi noi dobbiamo cambiare un po’ il modo di portare avanti questa udienza per il motivo del coronavirus. Voi siete separati, con la mascherina, e io sono un po’ distante e non posso fare quello che faccio sempre, avvicinarmi a voi, perché succede che ogni volta che io mi avvicino, voi venite tutti insieme e si perde la distanza e c’è il pericolo per voi del contagio. Mi dispiace fare questo ma è per la vostra sicurezza. Invece di venire vicino a voi e stringere le mani e salutare, ci salutiamo da lontano, ma sappiate che io sono vicino a voi con il cuore. Spero che voi capiate perché faccio questo».
Sono passati sei mesi da quella udienza e sembra che il Papa abbia ritenuto opportuno tornare tra la gente e fare a meno delle precauzioni che a ottobre lo mantenevano a distanza di sicurezza dai fedeli. Eppure il virus non sembra aver cambiato strategia né i contagi, a quanto ci informano solerti i media governativi ogni giorno, non sembrano dare tregua.
Impossibile pensare a un disguido e questo per diversi motivi. È chiaro a tutti che, volenti o nolenti, la pandemia ci ha imposto un nuovo stile di vita. Non siamo più abituati a stringerci la mano, ad abbracciarci, a baciarci, a uscire di casa senza mascherina, a violare distanze di sicurezza avvicinandoci troppo agli altri, a non sanificarci le mani ad ogni momento… Per fare un esempio l’altro giorno mia moglie è uscita di corsa da un negozio, rossa dalla vergogna dopo essersi accorta di aver dimenticato la mascherina in macchina. Un imbarazzo simile a chi dovesse trovarsi ad uscire di casa dimenticando, per qualche grave amnesia, di indossare i pantaloni. Tale è la pressione che abbiamo ricevuto in questo anno e che ha cambiato le nostre abitudini.
Eppure tutto ciò non è successo davanti al Papa. Non si può certo pensare a un disguido da parte dei fedeli presi dall’emozione. Né si può pensare a una falla nel sistema di sicurezza che circonda il Pontefice nelle sue visite ufficiali. Non se lo sarebbero potuto permette gli addetti alla sicurezza del Papa sempre estremamente attenti al protocollo, né il rettore della Basilica che faceva gli onori di casa.
In realtà la prova che non si tratti di un fatto casuale è nel video dell’evento. Una volta iniziato il baciamano, dopo che la prima persona si è accostata al pontefice munita di mascherina, si può osservare chiaramente come l’arcivescovo Fisichella inviti i fedeli in attesa del proprio turno a togliere la mascherina. Lo fa con un gesto inequivocabile, chiedendo poi all’aiutante di camera di passare la voce e di sollecitare la gente in fila a togliere la mascherina prima di avvicinarsi al Pontefice.
Francesco è inoltre considerato il “papa dei gesti”. Per lui – lo ha dimostrato chiaramente più volte dal 2013 – un gesto vale più che mille parole, l’esempio più che una bolla papale. Ci domandiamo dunque che messaggio abbia voluto mandare con questo gesto di estrema libertà in contrasto con le regole imposte in tutto il mondo. Cosa è successo dunque? Un nuovo cambio di strategia del Vaticano nei confronti del Covid-19? Un messaggio controcorrente per rassicurare i cittadini di fronte a una campagna mediatica che sta diffondendo paura e angoscia? Un segno che il Covid ha in realtà mollato la presa e sta scomparendo dalle nostre vite?
Eppure in questo periodo la Chiesa si è dimostrata estremamente solerte nell’assicurare il rispetto delle norme igieniche durante le celebrazioni. In tutto il mondo le conferenze episcopali hanno collaborato con le autorità chiedendo ai loro sacerdoti e fedeli la massima cautela. Lo dimostra chiaramente due recenti episodi. La scorsa settimana l’Arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, ha aperto un processo canonico contro due sacerdoti che non hanno osservato l’obbligo di mascherina durante la Veglia di Pasqua [qui], mentre pochi giorni fa il padre oblato don Diego Minoni, parroco della chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano di Vanzago (MI) è stato “rimosso” dal Vescovo ausiliare di Milano mons. Luca Raimondi per essersi opposto all’uso della mascherina in Chiesa (un cosiddetto “negazionista” o “no mask” per usare i termini in voga per segnalare chi questiona l’uso della mascherina o le norme imposte dalle autorità politico-sanitarie).
Perché dunque il Papa non ha dato il “buon esempio”, disattendendo le norme che i vescovi raccomandano di osservare a costo di rimuovere parroci o aprire processi canonici contro di loro? Al momento non ci è dato di sapere. A meno che torni a parlare il portavoce per spiegare cosa ha voluto dirci il Papa con un segnale così forte riguardo all’uso delle mascherine e al contatto fisico in piena pandemia da Covid-19. (Miguel Cuartero Samperi - Fonte)
9 commenti:
Ma davvero dei fedeli cattolici non si rendono conto che queste misure non sono sanitarie ma rituali di sottomissione ad un ordine anti-cristiano?
Ma il buon Dio non ci ha dato un eccezionalmente complesso ed efficientissimo sistema immunitario per combattere gli agenti patogeni esterni?
Ma la corretta respirazione non è forse l'atto fondamentale della vita stessa e l'aria viziata non è la prima fonte di malattie del sistema respiratorio e cardio-circolatorio? L'ossigeno non è forse la prima medicina per l'organismo?
Ma davvero siamo così stolidi da non aver capito?
https://web.archive.org/web/20210313180246/http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/cricelli-simg-ogni-giorno-muoiono-800-anziani-che-si-sono-vaccinati-linfluenza-senza-che-vi-
L'elastico : tira , molla , tira , molla..
"Come si riconosce un falso profeta? Egli manterrà comunque un certo tipo di pietà e di culto, ma modificherà il culto affinchè concentri l'attenzione su di lui anzichè su Dio, inoltre ostenterà un certo atteggiamento di povertà e di misericordia, sarà apparentemente buono ma implacabile nel colpire i suoi avversari".
San Tommaso d'Aquino, Omelie.
@ Anonimo 11:12: ottimo questo ritratto, calza a pennello per Bergoglio, ma anche per molti suoi sodali, da lui pescati nella peggior feccia clericale e promossi ai posti di comando della " sua chiesa" ( che non è certo la Chiesa di Cristo, la glotioda Chiesa Cattica bimillenaria, dopo aver fatto sloggiare i pochi prelati ancora legati alla Santa Tradizione Cattolica.
Tirare in ballo il Ministero della salute in uno stato estero mi sembra piuttosto ingenuo
Giusto, uno stato estero, monarchia assoluta ed assolutista dove vige il dogma L'etat c'est moi
La cronaca mainstream descrive una terribile minaccia per la salute.
I Governi e la Chiesa la affrontano secondo i dettami della scienza.
Tre opzioni semplici di cui due in buonafede:
+i governi e la chiesa hanno reagito come si deve;
+i governi e la chiesa hanno esagerato e sbagliato;
in pratica avrebbero reagito in preda al panico, assecondando suggeritori catastrofisti che hanno suggerito le misure adottate.
+la terza implica invece che ci sia della malafede: i governi e la chiesa stanno mentendo e hanno altre ragioni per farlo: il panico è diffuso artatamente, rilanciato attraverso un martellante coro massmediatico, mirante a indottrinare, condizionare e minacciare.
La questione del “great reset” pianificato dall’agenda 2030 è interessante: avere l’intenzione, da parte di potenti burattinai, di condurre il mondo intero nel porto del loro progetto non basta per dire che lo scenario si concretizzerà.
Ha bisogno di “aiutini”.
Questo virus ne ha tutti i connotati, per cui la sua pericolosità come malattia è infinitamente inferiore alla propedeutica al reset.
Una cordigliera di denaro, potere e coercizione alimenta questo cancro che ha contagiato buona parte delle realtà istituzionali, comprese quelle religiose, cattolici inclusi.
Persino la mitica democrazia è spazzata via imbrogliando qua e là le elezioni e attivando, promuovendo, rilanciando o sopendo e oscurando con grande tempismo le eventuali proteste di chi le inscena.
Siamo in presenza di un inedito storico: il “colpo di globo”, un colpo di stato globale.
Se qualcuno sente puzza di anticristo e falso profeta è difficile dargli torto.
La scienza ha prestato argomenti, lasciando poi ai manipolatori di professione il compito di farne pseudoscienza e fantareligione, gonfiando i numeri o creando parametri e test necessari per dichiarare indispensabili le contromisure, facendone legge in barba alle costituzioni e alla normale giurisprudenza, diritto canonico e dottrina.
I vaccini sono un ulteriore tassello sulla via del reset: è ingenuo scandalizzarsi per i profitti che ne derivano, o sui soldi che fanno circolare, poiché il busillis è ben altro.
Ma dai, è chiaro che tutti quei fedeli avevano un Social Credit abbastanza alto sul loro Pass Vaccinale, per cui i loro baci erano super sicurissimi anti-virus.
J.R.R. Tolkien, da "Lo Hobbit": "Saruman ritiene che soltanto un grande potere
riesca a tenere il male sotto scacco.
Ma non è ciò che ho scoperto io.
Ho scoperto che sono le piccole cose…
le azioni quotidiane della gente comune
che tengono a bada l’oscurità (....)."
La tirannia instauratasi non è costruita sulla forza. Non c'è stato nessun golpe militare, non è capeggiata da nessun leader carismatico e belligerante. Oggi la vera dittatura è quella del "comportamento". Un metodo di governo mellifluo, subdolo, che fa dell'autocontrollo e della minaccia la sua possanza. È questa la novità, è questo il suo perverso marchio di fabbrica. In questo contesto la condotta è perciò fondamentale. Ignorare, il più possibile, i dettami dell'autorità, i suoi metodi di rieducazione comportamentale, le sue astruse norme pseudoscientifiche, la sua vergognosa propaganda, diviene essenziale. Tutto ciò rappresenta l'embrione del cambiamento, la speranza di poter sovvertire il corso, che sembra segnato, degli eventi. La ribellione parte oggi, quindi, dai piccoli gesti, in apparenza insignificanti. La vera rivoluzione, il vero atto di ribellione che ci fa uscire dal gregge, sta proprio in questo. I "comportamenti" hanno più forza di quanto crediamo. Sono bussola, sono stella polare. Infondono, nella loro apparente semplicità, in noi stessi e nel prossimo il coraggio per affrontare le sfide quotidiane. Per camminare, a testa alta, tra le rovine del mondo moderno.
Posta un commento