Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 29 agosto 2022

Card. Burke. “Dobbiamo tornare alla santa Tradizione”. Resta e combatti

Riprendiamo nella nostra traduzione da Infocatolica le recenti esortazioni del Card. Burke tratte da un'intervista al Tagespost. Una delle poche voci della resistenza senza diserzioni. Cose già dette in più occasioni, ma repetita juvant. E, poi, per chi leggesse solo ora.

“Dobbiamo tornare alla santa Tradizione”
Resta e combatti
Cardinale Burke
Il cardinale americano Raymond Leo Burke consiglia vivamente ai credenti delusi di non lasciare la Chiesa. Afferma che «i fedeli hanno il diritto e il dovere di far conoscere le loro preoccupazioni sulla Chiesa. I fedeli devono esercitare questo diritto - sancito dal diritto canonico - apertamente»
La giornalista tedesca Regina Einig ha intervistato per Die Tagespost il cardinale Burke in occasione delle recenti notizie riguardanti l'abbandono della Chiesa cattolica nel suo Paese ora che si è di fronte al nuovo record di 360mila persone che l'hanno lasciata nel 2021.

Eminenza, in Germania molti cattolici lasciano la Chiesa cattolica come se fosse un ente pubblico. Anche i cattolici fedeli alla Chiesa stanno pensando di lasciarla per non sostenere con le tasse progetti che non riescono a conciliare con la loro coscienza. Quali sono le sue valutazioni?
I cattolici devono testimoniare la verità della fede. Nella tradizione della Chiesa, un Sinodo è un modo per capire come difendere e promuovere la fede cattolica, non per creare un'altra Chiesa e un'altra fede. Credo che questi buoni cattolici - per quanto doloroso possa essere - debbano rimanere nelle loro parrocchie e lottare per le verità di fede.

Altrimenti, se tutti se ne vanno, la Chiesa cadrebbe nelle mani di coloro che stanno distruggendo la fede cattolica e la sua prassi. È importante che i fedeli non lascino la Chiesa, perché Cristo ha promesso di rimanere sempre con noi nella Chiesa. Così rimaniamo con Cristo, anche se dobbiamo essere molto franchi con i nostri stessi vescovi quando propongono qualcosa non conforme alla fede cattolica. Dobbiamo tornare alla santa tradizione.

Come possono i fedeli affrontare in modo costruttivo il loro ruolo minoritario nelle parrocchie?
Il dinamismo della fede cattolica deriva dalla sua continuità. La fede è opera di Dio e viene a noi attraverso la tradizione degli apostoli. Questa non è rigidità, ma fedeltà alla Tradizione, e i vescovi sono vincolati dal giuramento che hanno fatto al momento della loro consacrazione. Definire rigida la fedeltà all'insegnamento cattolico è semplicemente sbagliato. I fedeli hanno il diritto e il dovere di far conoscere le loro preoccupazioni riguardo alla Chiesa. I fedeli devono esercitare questo diritto - è nel diritto canonico - apertamente.

Nei casi in cui la fede viene tradita anche all'interno della Chiesa stessa, è ancora più importante che si insista sull'insegnamento e sulla pratica cattolica. Devono capire che di questi tempi non si è liberi ma sin è tenuti a difendere la fede cattolica. L'obbedienza non può mai obbligarci a fare qualcosa che va contro la fede e le sane consuetudini.

Può darci qualche consiglio pratico?
Innanzitutto: utilizzare i media per diffondere il messaggio e pubblicare, ad esempio, i classici insegnamenti della fede cattolica dei Padri della Chiesa, dei grandi teologi e degli autori affidabili di oggi. Insistere per parlare con i sacerdoti di questi problemi.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A San Giovanni Battista non fu ingiunto di rinnegare Gesù Cristo, ma solo di tacere la verità. Tuttavia morì per Cristo.

(San Beda)

Anonimo ha detto...

Burke sta ancora in tempo per fare le Ammonizioni Canoniche. Ormai il tempo stringe.

Mieux tard que jamais ! ha detto...

Quelle découverte ! Mieux tard que jamais !

Anonimo ha detto...

IL MODERNISMO
“…consiste essenzialmente nel rifiuto del concetto di verità proprio della Tradizione, ovvero della verità come eterna e immutabile. Per il modernista la verità è infatti mutevole e figlia del tempo, e il compito dell’autorità, di ogni autorità ma, in particolare, di quella suprema del papa, non è più insegnare le verità eterne, ma annunciare profeticamente il volto che la verità sta per assumere, farsi banditori della sua prossima metamorfosi, favorire la comprensione del cambiamento ormai imminente da parte di tutti. In questa prospettiva, figlia delle derive storiciste e dialettiche proprie del pensiero moderno, la verità non è più la roccia eterna e immutabile, sottratta alle vicissitudini del tempo, che però, proprio per questo, è sempre attuale, viva e ricca di un significato inesauribile; essa dilegua come tale, e si manifesta solo nel differenziarsi da ciò che è sempre stata, solo tradendo il passato e profanandolo, solo in un gioioso slancio iconoclastico verso le morte spoglie della dottrina di sempre.
Il mito progressista e rivoluzionario è così penetrato dentro la Chiesa dissolvendone ogni compattezza dall’interno e rendendo accettabile solo una falsa carità che si curva con untuoso compiacimento su ogni forma di errore e di eresia. Su queste basi si comprende quali origini abbia il mito del Vaticano II come nuova Pentecoste o nuova primavera della Chiesa.
Rinunciare al concetto classico, greco-cristiano, di verità come realtà eterna significa però compiere un atto, almeno implicito, di apostasia poiché Nostro Signore Gesù Cristo stesso è, in ultima istanza, la Verità. In questo senso il modernismo non è una semplice forma di eterodossia, ma l’abbandono completo della fede cristiana”.
(Matteo D’Amico, Apostasia verde, nota di p. 89-90)

Anonimo ha detto...

"... ma annunciare profeticamente il volto che la verità sta per assumere, farsi banditori della sua prossima metamorfosi..."

Anche qui si ha un difetto della capacità di osservazione che mette a fuoco l'abbigliamento e non la persona. Per circa settanta anni non abbiamo ascoltato che una condanna corale del fascismo. Dopo settanta anni si poteva essere certi che anche le pietre avrebbero capito se il fasci/nazismo veramente avanzava o no. Non è stato così, nessuno se ne accorto, perché i costumi di scena erano cambiati. Non più stivali, divise militari e gesti scenografici. Normalissimi completi moda duemila, con pettorali evidenziati da un taglio sobrio e per il resto 'uno qualunque' tra la folla che va in ufficio al mattino. La propaganda sempre martellante, ma soft ed accattivante, con una presa mai di petto ma sempre per i fondelli. Così tutti contenti e... mazziati. Si giudica dalle apparenze, perché così si è stati addestrati. Nessuno o molto pochi, giudicano dai fatti che la propaganda sempre, suo malgrado, lascia trasparire, come quel pezzetto di coda che esce fuori dai costumi di scena che il Diavolo indossa.
E' su quei fatti, su quelle parole 'dal sen fuggiti' alla propaganda, che bisognerebbe porre l'attenzione e verificare se sono semplici, innocenti sviste o segnali della verità che si sta facendo strada.
Mai il Diavolo abbandonerà i suoi malefici giochi di prestigio, illusionistici, mai.
Abbiamo un solo vantaggio su di lui, a ben vedere, i suoi malefici giochi sono pochi e sempre gli stessi. Quindi, non facciamoci intimorire, il più piccolo e semplice di noi può fargli tana libera tutti.