Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 4 agosto 2022

Declinazioni provinciali dello Stato Etico

Segnalazioni dei lettori. Inquietante! Rieducare i cittadini a suon di limiti e divieti. Ciò che più deprime, oltre allo scaricabarile sul singolo e all'uso strumentale e insensatamente vessatorio che se ne fa qui denunciato, è il non veder mai affrontato il problema delle perdite di acqua, di quanta dispersione abbiamo, delle tubature da rifare: o anche dei bacini idrici da moltiplicare (Roma antica docebat)... Richiama alla mente quanto è emerso dal libro di Speranza Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute, ritirato dalle librerie ma non abbastanza presto perché alcuni lo acquisissero: emergenza Covid e lockdown visti come «possibilità» per la sinistra di «ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove». Qui l'indice dei precedenti sulla realtà distopica.

Declinazioni provinciali dello Stato Etico.

A Firenze un'ordinanza dispone il "divieto assoluto" di usare l'acqua del rubinetto per scopi diversi da quelli igienico e alimentare, compreso annaffiare orti e giardini. Questo, fino al 30 settembre.

Un mese fa i media locali ci informavano che l’invaso di Bilancino – riserva idrica per tutta l'area Fiorentina – era "pieno fino all'orlo", per il 95% della capienza, con una disponibilità di 65 milioni di metri cubi di acqua. Oggi, secondo l'ultimo livello idrometrico registrato il 26 luglio, ce ne sono 60 milioni di metri cubi. Insomma, Firenze non è in piena emergenza idrica.

Del resto, lo dice la stessa nota del Comune che accompagna l'ordinanza:
"Anche se il Comune di Firenze non è in emergenza idrica la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza regionale ed è fondamentale non abbassare la guardia."
Dunque, quale sarà la ragione di un provvedimento tanto impattante, che, se rispettato (e perché non dovrebbe esserlo, dal momento che per le infrazioni è prevista una multa fino a 500€?), determinerà la morte di migliaia e migliaia di piante e alberi, la distruzione delle coltivazioni, privando la città di parte del verde e molte famiglie di beni alimentari autoprodotti?

La ragione di tale provvedimento ce la spiega l'assessore all'ambiente Andrea Giorgio: “Si tratta di un'ordinanza che risponde ad una situazione critica e mira a orientare i comportamenti dei cittadini: infatti sebbene grazie all'invaso di Bilancino la città oggi non vive una situazione emergenziale, la siccità che affrontiamo e i cambiamenti climatici epocali in atto ci devono spingere a promuovere sempre più un approccio al consumo più attento alla risorsa idrica: tutti devono capire che ognuno di noi, con gesti all'apparenza piccoli, può fare la differenza e tutelare un bene comune fondamentale."
“Orientare i comportamenti.” “Promuovere un approccio.” “Tutti devono capire.”
In altre parole, far seccare i giardini e gli orti, far morire migliaia di piante, distruggere le coltivazioni a uso familiare, non servirà a garantire che tutti i fiorentini possano dissetarsi e lavarsi, in un momento drammatico in cui a stento esce l’acqua dal rubinetto (chiunque sarebbe disposto a veder seccare il proprio giardino, se questa fosse la situazione - ma non lo è, né rischia di diventarlo).
No: trattasi di una campagna di sensibilizzazione. Una pubblicità progresso: solo che invece di investire in progetti di educazione, comunicazione, cittadinanza consapevole, consumo critico, io ti multo se tu dai l’acqua ai tuoi pomodori. Così forse “capisci”.

Questo piccolo, istruttivo e clownesco fatto provinciale descrive in pieno la mostruosità dello Stato etico, fatto di arbitrio, tracotanza, colpevolizzazione, capri espiatori, paternalismo, sparate surreali, alibi, diversivi e persecuzioni.

Nel nostro piccolo giardino abbiamo tre magnifiche piante di kiwi di trent'anni di età, che fanno circa 500 frutti all'anno; un ciliegio di quindici anni e altre piante più giovani e modeste: mandarini cinesi, piante aromatiche. Inoltre, come ogni estate, stiamo coltivando quattro piante di pomodori che soddisfano interamente il nostro fabbisogno di questi preziosi pomi da luglio a ottobre. Se ci attenessimo al dettato dell'ordinanza, tra 15-20 giorni tutto questo questo sarebbe morto: tre kiwi trentennali, morti; un giovane ciliegio, morto. È del resto un dettato che non ammette deroghe o interpretazioni, se le parole vanno intese per il loro significato: se per "divieto assoluto" si deve intendere "divieto assoluto". (Carlo Cuppini)

C'è un seguito:

LA TERRA DEVASTATA

Ve lo riferisco con riluttanza, sgomento. Non avrei neanche voglia di scriverlo, questo post. Ma devo farlo.
Questa mattina mi sono attaccato al telefono per avere delucidazioni sull'ordinanza che vieta, tra l'altro, di innaffiare orti e giardini a Firenze fino al 30 settembre (vedi mio post di ieri "Declinazioni provinciali...").
L'impiegato della Direzione Ambiente che mi ha risposto mi ha detto che non sapeva niente e mi ha dato il diretto di un dirigente. Quello, appena ha capito che volevo parlare dell'ordinanza 157, mi ha stoppato e mi ha dato il numero della persona che ha scritto il documento (non farò il nome, perché lo scopo di questo posto non è fare gogne mediatiche: giornalisti eventualmente interessati ad approfondire, contattatemi in privato).
L'ho chiamata, mi ha risposto, abbiamo avuto una lunga e cordiale conversazione. Io non ho fatto polemiche: non volevo affermare le mie ragioni, volevo capire le sue, e per questo volevo che si sentisse a suo agio, che si sentisse compresa.
Le ho chiesto prima di tutto se l'ordinanza avesse delle omissioni, dei sottintesi, delle deroghe non espresse. Risposta: quello che c'è scritto è.
Le ho chiesto se quindi avrei dovuto lasciare seccare le mie piante di pomodori. Risposta: sì, a meno di ingegnarsi (attingere acqua a una fonte, ricavarla da un pozzo...).
Le ho chiesto del prato. Risposta: anche quello, da far seccare.
Le ho chiesto se, oltre ai pomodori e al prato, dovrei lasciar morire anche gli alberi e le piante che si trovano nel mio giardino. Risposta: eh, bisogna ingegnarsi.
Le ho chiesto se il Comune di Firenze è cosciente che questa ordinanza condanna alla distruzione migliaia e migliaia di piante e alberi nel territorio comunale; le ho chiesto a che genere di idea "green" corrisponda questa strategia. Risposta: sì, certo, ne siamo coscienti, ma qualcosa bisogna sacrificare. È meglio sacrificare i suoi pomodori che un'attività produttiva, no?
Le ho chiesto se dunque la mia famiglia deve davvero rinunciare alle quattro piante di pomodori che soddisfano interamente il nostro fabbisogno fino a ottobre. Risposta: Sì, è meglio che lei perda i suoi pomodori, tanto può comprarli al supermercato, piuttosto che togliere l'acqua a un autolavaggio, che poi entra in ballo un discorso di occupazione, di sindacati...
Le ho chiesto se il territorio di Firenze sta vivendo davvero una crisi idrica così drammatica da preferire la distruzione del verde, degli alberti, delle piante. Risposta: In realtà no, l'invaso di Bilancino è ancora pieno per l'80% [più o meno come l'anno scorso, e l'anno prima, e l'anno prima ancora in questo periodo – nota mia]; ma ci sono state pressioni: l'autorità idrica ha mandato la richiesta di fare ordinanze contro lo spreco dell'acqua il 3 giugno; molti sindaci le hanno fatte subito; noi siamo gli ultimi, abbiamo rimandato, ma alle riunioni era tutto un dire "perché noi l'abbiamo fatta e Firenze non fa l'ordinanza?", alla fine abbiamo dovuto farla anche noi.
Le ho chiesto se la distruzione del verde riguarderà anche i produttori. Risposta: no, le attività produttive non possono essere toccate, neanche l'autolavaggio, per l'appunto. L'ordinanza riguarda solo le utenze domestiche.
Le ho chiesto del verde pubblico. Risposta: eh, anche noi abbiamo dovuto decidere. Ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo fatto una lista: questo prato lo salviamo, quest'altro lo lasciamo seccare. Pensando anche agli investimenti fatti: se un prato era stato piantato qualche mese prima non si poteva far seccare. Facciamo tanti investimenti per il verde...
Le ho chiesto se aveva presente la differenza tra far seccare un prato o un'aiuola, che poi ripianti i semi e dopo tre settimane sono uguali, e far morire un albero vecchio di dieci, venti, trent'anni, con tutte le sue relazioni complesse con l'ecosistema. Risposta: Eh, bisogna che uno si ingegni.
Le ho chiesto se queste decisioni non siano in contraddizione con la norma che impedisce di abbattere un albero che si trovi nel proprio giardino senza un apposito permesso e senza che sia prevista la sua sostituzione. Risposta elusiva. 
Le ho chiesto se per caso l'ordinanza sia stata fatta con la convinzione che tanto verrà ignorata da moltissime persone e non farà grossi danni. Risposta: Le norme vanno rispettate; ma poi basta vedere quanti cartelli di divieto di sosta ci sono, e quante macchine parcheggiate...
Le ho chiesto come potrei ignorare questa norma se avessi un vicino litigioso e incattivito nei miei confronti, che non vede l'ora di avere un pretesto per mettermi nei guai e che chiamerebbe immediatamente la municipale vedendomi con la sistola in mano. Risposta: be', sì, del resto le norme sono fatte per essere rispettate, non per essere eluse.
Ho chiesto se quindi il Comune sia cosciente del fatto che con questa ordinanza – salvo ribellione in massa – trasformerà la città di Firenze in un deserto nel giro di tre mesi, con relativo aumento della temperatura, distruzione dell'ecosistema, della catena alimentare, della biodiversità. Risposta: Sì, ma anche se in questo momento noi non siamo in emergenza, qualcosa bisogna pur fare.

La conversazione è stata davvero pacata e piacevole. Nessuna provocazione, polemica o protesta da parte mia. Non volevo prendermela con la dottoressa XY: volevo capire. Volevo ascoltare la voce dell'ultimo anello della catena che rappresenta la follia al potere. E in questo sono stato accontentato: era una persona normale.

Normali e perbene sono le persone che negli ultimi due anni e mezzo hanno varato, votato, apprezzato, rispettato - senza mai osare fare un rilievo critico –i i provvedimenti che stanno alla base di questa deriva irrazionale, dispotica, punitiva e totalitaria, ormai talmente diffusa nella mentalità comune da essere diventata invisibile, completamente disciolta, e quindi inarginabile e incommentabile. Infatti sono andato in internet e non ho trovato un solo articolo o commento critico su questa norma (che si ritrova quasi identica in molti Comuni dal Nord al Sud della Penisola). Neanche uno. Davvero non avevate capito che i "noi consentiamo / noi non consentiamo" avrebbero portato dritto a questo? Adesso è dura tornare indietro. E non so neanche quanti vorrebbero farlo.

Io penso agli orti che in questo momento si stanno seccando. Agli animali, che, di conseguenza, stanno morendo. Penso agli alberi decennali che stanno morendo. Penso all'invaso di Bilancino che oggi contiene 60 milioni di metri cubi d'acqua, pronti per essere utilizzati. Penso a quanta acqua serve per produrre un chilo di carne o un hamburger. A quanta viene divorata dal digitale (guardare un film in streaming costa 400 litri d'acqua, ci diceva nel 2016 l'Imperial College - io ne uso 40 al giorno per irrigare i miei 30 metri di orto-giardino). Penso alle mie piante, che danno da mangiare a me e ai miei figli, che in questo momento "dovrebbero" stare morendo. 
Penso che adesso è abbastanza fresco per uscire e dare una bella annaffiata. 
Anche le tartarughe ne saranno contente, e anche il discreto popolo degli insetti. L'alveare, incastonato nel buco tra le pietre del muro davanti alla casa, brulica di api. E pensare che stiamo solo a un chilometro da Porta Romana.

E mi chiedo infine: c'è un avvocato, un giurista, un magistrato, disposto a dire che, semplicemente, questa follia non si può fare, perché una follia del genere - a livello giuridico e politico - ha la stessa legittimità, giustificazione e plausibilità di altre follie ancora più criminali?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

IL PARTITO DEMOCRATICO O DELLA MEDIOCRITA’ DEL MALE di G.Marletta

Le elezioni si avvicinano (per quel che valgono) e lo scenario generale dei partiti è decisamente sconfortante, eppure è fuori di dubbio che se si volesse indicare qualcosa che si avvicina con buona approssimazione al male assoluto la scelta cadrebbe sicuramente sul PD.
Sia chiaro, non sto dicendo che le altre aggregazioni siano molto migliori, ma il PD, nello scenario italiano, rappresenta un vero e proprio mistero (dell’iniquità) che merita di essere spiegato.
Quasi sempre al potere negli ultimi 30 anni senza aver quasi mai vinto le elezioni, piovra mafiosa che ingloba e controlla l’informazione, i media, lo spettacolo, fin giù ai più demenziali influencer, il PD compendia in maniera sconcertante e quasi prodigiosa tutti i mali e le miserie abiette espresse dalla politica italiana. E la ragione non è solo che tale aggregazione (in tutte le sue varianti e sigle, PDS, DS, PD) sia stata scelta dai Poteri Forti d’oltreoceano per controllare la colonia italica dopo la catastrofe dei vecchi partiti: la ragione profonda è che il PD porta al governo e dà voce politicamente a tutti i mali nuovi o atavici del popolo italiano.
Del vecchio PCI ha ripreso l’apparato e la nomenklatura ossequiente e ottusa, sempre pronta a servire un potere più grande (che all’epoca e fino agli anni 70 era il Comunismo internazionale e che, via via, è stato sostituito dall’ideologia liberal americana delle bandierine arcobaleno trapiantate nel retto quali “diritti inalienabili” dell’uomo). Della DC riprende il rapporto mafioso e clientelare con le realtà locali oltre che il “perbenismo” (un gradino sotto al già bieco moralismo) tipico di gran parte del mondo cattolico italiano, quello che percepisce come “peccato” ogni presa di posizione che si discosti dalla banalità della mentalità comune o di quello che “dice la televisione”.
Al tempo stesso, il PD fa sua l’eredità “spirituale” del più iniquo fra tutti i partiti del passato italiano: il Partito Radicale, vecchia costola della CIA e dell’MI5 britannico in Italia, il partito dei diritti più bislacchi e dell’individualismo più bieco e animalesco. Il PD è anzi il partito radicale di massa ma con la benedizione della CEI e i sorrisi ossequienti dei boy scout della parrocchia. La ragione del suo successo – che non è elettorale, visto che difficilmente riesce a smuoversi dal suo risicato 23%, ma esistenziale - è nel saper incarnare le miserie di un popolo in maniera pressocché perfetta.
Diceva giustamente un mio amico qualche giorno fa: oggi l’Italia è tutta PD, anche chi non lo vota! I nostri valori sono i valori del PD, i bagnanti ipocondriaci con la mascherina a mollo sono PD, gli influencer sono PD, Vasco Rossi e la sua vita spericolata con tre FFP2 in bocca è PD, i ragazzini ubriachi che vogliono fare i “gangsta” al concerto trap ma che non sanno allacciarsi neanche le scarpe sono PD: il PD è una categoria esistenziale, un “male ontologico”. Il PD è ovunque e soprattutto nelle nostre menti ed è questo, soprattutto questo, che gli permette di governare, senza il voto ma nell’acquiescenza generale del popolo italiano.

Anonimo ha detto...

Non è stato etico, è stato etilico.

Anonimo ha detto...

L'Europa post-cristiana mette a morte i bambini. Tanti piccoli disabili in Inghilterra strappati ai genitori e legalmente uccisi (Alfie, Charlie, Isaiah, Pippa, Alta e Archie). Chi sarà il prossimo a morire di fame e di sete? Dai parlamenti alle università, l'infanticidio ora è "barbarie mainstream", come diceva il grande René Girard. E quando, invece che i genitori, è lo stato a decidere cosa è meglio per i tuoi figli significa che il socialismo è arrivato. Sarebbe questa la nostra “civiltà”? Non è invece lo sradicamento che è il presupposto per accedere alla mutazione in atto dopo che un lungo ciclo storico è finito? Lo ha imposto l’economia, lo sostiene la politica, la cultura lo rende affascinante, la medicina lo esegue. Viviamo il trapasso antropologico ed entriamo in una terra promessa che non è più terra...

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https://meotti.substack.com/p/leuropa-post-cristiana-mette-a-morte

Anonimo ha detto...

Cappato: "Elena è morta nel modo che ha scelto"

È difficile, se non impossibile accettare sofferenze e morte. Perché l'uomo non è stato creato per morire. La morte è nella nostra vita perché, piaccia o no, lo crediamo o no, il peccato l'ha lasciata a tutti in eredità. Per comprenderlo basta una litigata con le sue conseguenze amare, spesso irreparabili. Senza l'incontro con Cristo crocifisso, morto, sepolto e risorto vittorioso sul peccato e sulla morte per l'uomo non c'è speranza. Per questo, di fronte alla malattia, al dolore, alla fragilità, al dipendere dagli altri, all'inutilità umana e alla morte, l'unica soluzione è anticipare la morte. Uccidersi. Come facciamo mille volte nella vita, ogniqualvolta la paura, il fallimento, il disprezzo, l'incomprensione, il tradimento, la solitudine, il dolore ci serrano in un'angoscia senza uscita che anticipa la morte. Il divorzio ad esempio è un'eutanasia. Ma chi ha incontrato e conosciuto per esperienza il potere di Cristo sulla morte attraverso il perdono dei peccati che lo ha strappato alla disperazione, pur tremando, non scappa più. Accompagnato da Lui cammina nella notte oscura che lo separa dall'incontro definitivo ed eterno con il suo amore. La morte è una soglia dischiusa sulla pienezza di quella vita nuova e sovrabbondante di gioia e pace sperimentata già più forte della morte causata dal peccato, un matrimonio ricostruito ad esempio, o essere stato liberato da una dipendenza, aver perdonato una dolorosa ingiustizia. La Chiesa - i preti e ogni cristiano, sia un marito o una moglie, un genitore o un figlio, un fratello o un amico - accompagnano alla vita attraverso la morte. Forse questo Cappato e le persone che, per conto del demonio sta ingannando, non lo sa. Di certo non lo ha mai sperimentato. Allora caro Marco Cappato, prova una volta a stare con un prete o con una suora che accompagna giorno dopo giorno, notte dopo notte, un malato che sa di non guarire, che soffre dolori e angosce grandi. Stai per una volta con loro, e con i fratelli della loro comunità cristiana, con i parenti che con fede camminano accanto all persona che si avvia verso la vita passando attraverso la morte. Vedrai una pace che non conosci e che, di certo, toccherà il tuo cuore e ti farà cambiare nel profondo. E, invece di accompagnare le persone ad uccidersi, sarai anche tu al loro fianco per celebrare il loro passaggio alla vita. Perché non è vero che Elena sia morta nel modo che ha scelto. È morta obbligata al suicidio. Scegliere si può solo se si hanno alternative, e nessuno oggi le offre. Non sono offerte alle donne in difficoltà con il figlio che portano in grembo, non a chi soffre. Ma l'alternativa esiste eccome, ed è gratuita e per tutti. È Cristo, e lasciarsi afferrare dal suo amore.

Anonimo ha detto...

"Non capiremo nulla della storia se non metteremo in conto questa differenza radicale: noi guardiamo alla Terra, i nostri antenati guardavano al Cielo; noi ci aggrappiamo alla vita, loro meditavano sulla morte; noi ci preoccupiamo di far carriera, loro di salvarsi dall’inferno; noi ci confrontiamo con i padroni, loro con il Padre".
(Vittorio Messori)

Etica rovesciata ha detto...

"Voi avete capito quel che succedeva a Bibbiano (Reggio Emilia)? Avete capito che portavano via i figli alle famiglie, accusando i genitori di abusi inventati di sana pianta, per lucrare e darli in affido a strutture e coppie gay? Avete capito che gli davano scariche elettriche per manipolarne i ricordi? Che falsificavano i disegni per avvalorare le accuse? Che omettevano di consegnare ai bambini lettere e regali dati dai genitori naturali? Avete capito che il Pd è solidale con il Sindaco arrestato? Avete capito che per 20 anni, senza che nessuno alzasse un dito, centinaia di bambini ai quali hanno fatto il lavaggio del cervello, sono stati strappati alle famiglie, mantenuti in affido per sottoporli a un circuito di cure private a pagamento?
Perché non vedo tutto questo sui giornali, tv e social?
Perché non leggo articoli dei noti soloni radical chic? Questo silenzio è la violenza più profonda.
Questo silenzio è inaccettabile."

Ha fatto scandalo nel 2019. Ma lo hanno insabbiato

Anonimo ha detto...


Ma un'ordinanza come questa, cosa c'entra con lo "Stato etico"?
Lo "Stato etico" in senso proprio era la concezione gentiliana, idealista dello Stato quale attuazione dell'Io trascendentale in
opposizione all'Io empirico schiavo delle passioni e dei pregiudizi.
Qui siamo di fronte ad un'ordinanza espressione del più ottuso provincialismo, anzi regionalismo, tipici di questa nostra sgangherata democrazia.

Anonimo ha detto...

Il grado di civiltà si misura dalla cura verso le vite più fragili. Stordirsi di retorica sulla parità, sulle minoranze, sui diritti e sull'ambiente - salvo poi disporre, dietro il paravento del «best interest», l'eliminazione di chi non si può difendere, è il livello più basso, perché più ipocrita, che si possa raggiungere. Ed è precisamente quello verso cui procediamo, senza renderci conto che il paziente inguaribile stiamo diventando noi.

Anonimo ha detto...

Quando uno stato lascia morire un bambino contro la volontà dei genitori, preoccupatevi. Siete dentro la tirannia dal volto umano.

Anonimo ha detto...

Domenico Pennino
Vulpes pilum mutat non mores… Homo homini lupus. I diritti naturali, non sono concessioni del mero diritto positivo storicista e cratonomico dei Fantasmi Giuridici (cfr. Chr. Prof. Giacinto Auriti), ma espressioni Erico giuridiche fondate sulla natura ed essenza ontologica dell’ uomo che non è “ un parassita” (cfr. R. Cingolani), ma “omoiosis Theò, imago Dei”. Il cristianesimo accoglie e assimila l’umanesimo greco, e trasfigurandolo lo trascende sino a farne il senso, anzi la prima e immediata finalità di tutte le cose visibili, come si evince da quanto scrive sant’Ambrogio: “L’uomo è il culmine e quasi il compendio
dell’universo, e la suprema bellezza dell’intera creazione”. Exameron X, 75 Anzi il Cristianesimo parla della divinizzazione dell’uomo ad opera di Dio non dell’io “L’uomo eccede la sua natura divenendo da mortale immortale, da caduco incorruttibile, da effimero eterno, in una parola da uomo dio. Chi è stato fatto degno di divenire ‘ figlio di Dio’ avrà in sé la dignità del Padre ed è erede di tutti i beni paterni... Se infatti il Signore dona agli uomini l’affinità (oikeiòtès) con ciò che egli stesso è per natura, cos’altro promette se non una certa uguaglianza di onore (homotimìa) tramite la parantela (syngéneia)?”.
S. Gregorio di Nissa, Sulle Beatitudini, 7 ss; GNO 7/2, 150s.