Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 agosto 2022

Senza la Messa contemplativa, sparisce anche la vita contemplativa, e soprattutto non se ne capisce più la necessità

L'affermazione potrebbe essere formulata anche all'inverso: coloro che non comprendono ed esecrano la vita contemplativa sono gli stessi che combattono la Messa antica, evidente espressione, fonte e culmine, della vita contemplativa oltre che della fede retta. Precedenti sulla vita contemplativa qui e sulla grave crisi indotta che la minaccia a partire da qui. Qui l'indice degli articoli sulle recenti vicende della Messa dei secoli.

La cosa più insopportabile a un cuore cristiano è vedere attentare alla vita contemplativa, che è l’anima della vita cristiana.
“Quanta utilità e gioia divina rechino la solitudine e il silenzio dell’eremo a coloro che li amano, lo sanno solamente quelli che ne hanno fatto esperienza. Qui, infatti, agli uomini forti è consentito raccogliersi quanto desiderano e restare con se stessi, coltivare assiduamente i germogli delle virtù e nutrirsi, felicemente, dei frutti del paradiso. Qui si conquista quell’occhio il cui sereno sguardo ferisce d’amore lo Sposo, e per mezzo della cui trasparenza e purezza si vede Dio. Qui si pratica un ozio laborioso e si riposa in un’azione quieta. Qui, per la fatica del combattimento, Dio dona ai suoi atleti la ricompensa desiderata, cioè la pace che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo.
Che cosa è tanto giusto e tanto utile, e che cosa così insito e conveniente alla natura umana quanto l’amare il bene? E che cosa altro è tanto bene quanto Dio? Anzi, che cosa altro è bene se non solo Dio? Perciò l’anima santa, che, di questo bene, in parte percepisce l’incomparabile dignità, splendore e bellezza, accesa dalla fiamma d’amore dice: L’anima mia ha sete del Dio forte e vivo; quando verrò e mi presenterò davanti al volto di Dio?».
Usiamo le parole stesse di San Bruno, fondatore dell’ordine più contemplativo che la Chiesa conosca, i Certosini, per sintetizzare nel concreto la vita contemplativa. Di questa vita contemplativa la chiesa di oggi ha urgentemente bisogno. È la vocazione più elevata che possa esistere nel popolo cristiano, e il popolo cristiano ne ha assolutamente bisogno. Se scomparisse la vita contemplativa, il mondo cristiano perderebbe la sua anima. 
(…) (Ecco perché) occorre reagire alla confusione mortale che alberga nel popolo cristiano, avvelenato da un falso cristianesimo naturalista, che, utilizzando ancora le parole cattoliche, le svuota di vero significato. È una confusione a tutti i livelli, a tutti i livelli della gerarchia e del popolo. È un avvelenamento che sparge morte, la morte del cristianesimo integralmente vissuto.
L’avvelenamento del naturalismo toglie a Dio il primato; fa parlare ancora di Dio, ma Dio non è più tutto, non è più il primo. Dio è ridotto ad un interlocutore dell’uomo, che all’occorrenza l’uomo interpella o cita, ma da Dio non parte tutto e tutto non torna più a lui: è l’uomo che è al centro. E quando l’uomo è al centro, l’uomo si smarrisce, perché Dio è tutto, è il suo tutto. “Deus meus et omnia, mio Dio, mio tutto”, è l’espressione sintetica della vera religione sulle labbra di San Francesco.
La vita contemplativa pone il primato di Dio: essa in sé è giusta, perché pone l’uomo nella giusta posizione. La Chiesa senza vita contemplativa muore nel naturalismo cristiano, che usa ancora i vocaboli della Tradizione riferendoli innanzitutto a un progetto umano. Si tratta del colpo maestro del demonio, l’ultimo inganno per distruggere ciò che ancora resta del cattolicesimo nel nostro tessuto sociale.
Chi se ne avvede appieno? Chi urla al pericolo? Continuiamo a sentire un silenzio assordante e complice dell’opera di Satana.
E Satana è il menzognero: anche lui dice che Dio è tutto, ma poi ti dice che Dio passa nel fratello, nel povero, nella comunità, nel pellegrino… ma non perché tu lo riconosca e lo servi in essi, bensì perché tu lo relativizzi: ti fa dire “Dio è tutto, ma siccome è dappertutto e in tutti, continuo a vivere la mia vita umana così com’è, con un po’ di benevolenza in più…” e così compie la desacralizzazione della vita cristiana.
Il primato di Dio è un primato: è vero che passa anche attraverso i fratelli, attraverso il povero e l’afflitto, attraverso chi il Signore ti mette accanto, ma è Dio appunto che si rende presente! E lui è tutto!
Ebbene, per questo primato di Dio, da sempre la Chiesa ha riconosciuto che alcuni sono chiamati da lui a stargli difronte primariamente, e questo stargli difronte diventa il compito della vita. La Chiesa da sempre ha riconosciuto i contemplativi, eremiti o in comunità, li ha riconosciuti e difesi dal mondo con una legislazione precisa. Ha difeso gli “inutili” secondo il mondo, perché così necessari al mondo stesso.
(…) Il contemplativo è perciò profetico: dice a tutti i cristiani, che vivono ancora nel mondo e dentro le occupazioni della vita, che alla fine resterà la contemplazione che è il vertice dell’attività, perché è Dio che opera. Cosa faremo nella vita eterna se non godere dell’unione perfetta con Dio? E come può un popolo senza contemplativi capire ancora la vita eterna?
Il popolo cristiano aveva nel passato, nel rito della Messa, il ruolo profetico e definitivo del contemplativo: la Messa della Tradizione ti blocca difronte a Dio e alla sua azione, ti chiede un grado di contemplazione; la Messa della Tradizione ti chiede la contemplazione ponendoti il primato di Dio: il silenzio, le genuflessioni, il protendersi verso la sua venuta, lo spirito di adorazione… tutto è richiamo alla contemplazione.
Era così per tutto il popolo… poi (…) hanno infarcito la Messa di parole e dialoghi, acclamazioni e gesti dentro un vortice sempre più banalizzante e disumanizzante (…). E il primato di Dio è scomparso dalla vita del popolo. E i fedeli non hanno più visto Dio nella Messa.
Il Cristianesimo c’è dove c’è la Messa contemplativa.
Anche il monachesimo si salverà solo con la Messa contemplativa, la Messa della tradizione.
Fonte

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Bisogna tener presente che anche la vita contemplativa ha le sue tentazioni e parimenti tentati sono e saranno i contemplativi. Se la Messa di sempre è stata cambiata è perché molti consacrati non hanno resistito alla tentazione di rinnovamento, sussurrata dal Nemico nel loro cuore come rimedio alla loro noia davanti alla loro ripetizione senza la loro intima comprensione, senza la loro intima consapevolezza, senza la loro anima, senza il loro spirito di gesti e parole che ormai andavano ripetendo automaticamente in assenza di ogni loro interiore trasporto. Questi periodi di aridità hanno oscurato nei loro cuori l'umile obbedienza che richiede il loro compito; DIO viceversa non si ritrae da ciò che è giusto e vero anche se l'essere umano, che compie le azioni è sotto scacco della tentazione, dell'accidia, della presunzione, della depressione e della conseguente esaltazione. Dio non si nega davanti ai limiti dell'essere umano se nell'essere umano è presente lo sforzo di obbedire comunque a Dio,Uno e Trino.

Invece tanti anni fa i consacrati si lasciarono convincere dal Nemico che, cambiando la Messa di sempre, loro sarebbero cambiati, sarebbero diventati più contemplativi e più vicini al popolo. I risultati ormai li conosciamo ed anche le loro conseguenze; entrambi vennero plasticamente rappresentati dal vivo da quel presbitero che, a Palermo, si esibì con una biciclettata da circo, davanti all'Altar Maggiore. Da consacrato ad istrione. L'aggiornamento ai tempi, cioè il cedimento al Nemico, si è manifestato così, con ruote, pedali e sellino, in chiesa, in modo chiaro veloce agonistico fuori strada, alle moltitudini del mondo intero. E altro da spiegare non c'è.

Anonimo ha detto...


Hélas, hélas, hélas, même les Chartreux ont renoncé à la messe de toujours et adopté, sous la pression du Saint-Siège, la liturgie post-conciliaire et l'office en langue vernaculaire…
Personnellement, je suis convaincu que le déclin accéléré de leur Ordre — de même que celui des Cisterciens —, est à mettre en rapport avec cet abandon.

Festa di Santa Filomena ha detto...

Santa Filomena, Vergine e Martire, prega per noi!

Servono gli esorcisti ha detto...

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/32698813/la-maria-dei-nodi-di-bergoglio-e-la-nonna-ragno-denuncia-agli-esorcisti.html

Anonimo ha detto...

È un errore dei “modernisti” il dire che i tempi moderni esigono opere esterne e non tante preghiere; vita attiva e non contemplativa; che bisogna operare, lavorare, uscire dalla sacrestia, quasi che fosse tempo perduto quello impiegato a pregare!

Essi, i “modernisti”, lascerebbero anche il Breviario!

Anonimo ha detto...


Prier, c'est agir directement sur le cœur de Dieu, qui est tout-puissant et qui se laisse toucher par nos suppliques.

En ce sens, la prière est la forme supérieure, et même indépassable, de l'action.

Nos anciens le savaient bien, qui ont couvert l'Europe d'églises, de monastères et de sanctuaires d'où la prière ne cessait jamais de s'élever.

Le résultat de cette forme supérieure de l'action s'est appelé Chrétienté, une civilisation comme le monde n'en avait jamais connu auparavant.

On comprend pourquoi, dans les siècles récents, les révolutionnaires de toute espèce, dans leur rage de tout subvertir, ont toujours commencé par s'attaquer aux maisons de prière…

Non occorre tradurre.. ha detto...

The moment a newly ordained Brazilian priest broke down and cried at his first Mass.
https://gloria.tv/share/9FnSmBS94Nm122DKt96bMbGAX

Pio ha detto...

È un articolo da sottoscrivere totalmente.
Senza contemplazione non c'è preghiera e non c'è fede.
Esattamente l'opposto di quanto stanno facendo i vertici vaticani.

Anonimo ha detto...

le porte sono aperte solo per i non credenti, gay, adulteri, abortisti et similia, gli altri sono anàtemi

Anonimo ha detto...

Il diavolo odia la Messa antica. La odia perché è la più perfetta riformulazione di tutti gli insegnamenti della Chiesa.

(Alice von Hildebrand)

Anonimo ha detto...


"..hanno ceduto alla tentazione del "rinnovamento".."

Ma il "rinnovamento" non fu una tentazione, fu un obbligo, imposto dal Vaticano II. Lo chiamavano "accomodata renovatio". Tutto doveva essere rinnovato, il Concilio su questo è chiarissimo, per questo è stato fatto. Non per condannare gli errori del Secolo o confermare i dogmi bensì per "rinnovare" la Chiesa dalle fondamenta.
Tutto doveva essere variato, dal Codice di Diritto Canonico (cosa ripetuta più volte da Giovanni XxIII) alla S. Messa, agli ordini contemplativi, insomma alla struttura stessa dell'Istituzione.
Erano ordini e per resistervi bisognava fare come fece mons. Marcel Lefebvre.