Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 23 aprile 2024

Campagna internazionale per la completa libertà della Liturgia tradizionale

Di seguito trovate il testo della campagna avviata da Renaissance Catholique per la completa libertà della Liturgia tradizionale, con l'aggiunta di alcune chiose e link di approfondimento che propongo come mia – e, se volete, vostra – adesione all'iniziativa riprendendone e diffondendone il testo. Mi sono limitata all'essenziale (necessità di riconoscere e dibattere anche sulle cause della crisi senza individuare le quali non c'è soluzione) per non appesantire rischiando di diminuire l'efficacia. 
Qui l'indice degli articoli dedicati alla Traditionis custodes e successive ulteriori restrizioni.

Lutetiae parisiorum, die XXI mensis aprilis, dominica III post Pascha

Campagna internazionale per la piena libertà della liturgia tradizionale

Essere cattolici nel 2024 non è facile. In Occidente continua una massiccia scristianizzazione, tanto che il cattolicesimo sembra scomparire dalla scena pubblica. D’altra parte, il numero dei cristiani perseguitati per la loro fede continua a crescere. Per di più, la Chiesa sembra essere colpita da una crisi interna, che si riflette in un declino della pratica religiosa, in un calo delle vocazioni sacerdotali e religiose, in una minore pratica sacramentale e persino in dissensi tra sacerdoti, vescovi e cardinali, che ieri sarebbero stati impensabili. Ebbene: tra gli elementi che possono contribuire alla rinascita interna della Chiesa e alla ripresa del suo sviluppo missionario, c’è innanzitutto la celebrazione santa e dignitosa della sua liturgia, alla quale l’esempio e la presenza della liturgia romana tradizionale possono dare un potente aiuto.

Nonostante tutti i tentativi che sono stati fatti per eliminarla, soprattutto durante l’attuale pontificato, la liturgia tradizionale continua a vivere, a diffondersi, a santificare il popolo cristiano che la pratica. Produce evidenti frutti di pietà, vocazioni e conversioni. Attira i giovani, è all’origine della fioritura di molte opere, soprattutto educative, e si accompagna ad un solido insegnamento catechistico.

Nessuno può negare che essa sia un vettore di conservazione e di trasmissione della fede e della pratica religiosa in un periodo indebolimento del credere e di emorragia dei credenti. Questa Messa, in virtù della sua venerabile antichità può vantarsi di aver santificato tante anime nel corso dei secoli. In seno ad altre forze vive che ancora si manifestano nella Chiesa, questa forma di vita cultuale attira l’attenzione per la salda struttura conferitale dalla continuità della lex orandi.

Certo, quando le è stato dato un qualche spazio vitale, o meglio lo si è tollerato, si è troppo spesso ripreso con una mano ciò era stato concesso con l’altra; tuttavia, senza riuscire a farla scomparire.

A partire dalla grande crisi verificatasi subito dopo il Concilio, si è tentato a più riprese di far rivivere la pratica religiosa, di aumentare il numero delle vocazioni sacerdotali e religiose e di preservare la fede del popolo cristiano: tutto, tranne che permettere “l’esperienza della tradizione”, e dare una possibilità alla cosiddetta liturgia tridentina. Tuttavia, oggi il buon senso ci richiede urgentemente di permettere a tutte le forze vive della Chiesa di vivere e prosperare, e in particolare a questa, che gode di un diritto più che millenario.

Intendiamoci: questo appello non è la richiesta di nuova tolleranza, come nel 1984 o nel 1988, e nemmeno del ripristino dello status concesso nel 2007 dal Motu Proprio Summorum Pontificum, che in linea di principio riconosceva un diritto, ma di fatto è stato ridotto a un sistema di permessi concessi con parsimonia [vedi]. Da semplici laici, non spetterebbe a noi giudicare il Concilio Vaticano II, la sua continuità o discontinuità con l’insegnamento precedente della Chiesa, la validità o meno delle riforme che ne sono scaturite, e così via. 

Tuttavia, di fronte alle evidenti variazioni (termine usato da Romano Amerio) e discontinuità veicolate dalla pastoralità conciliare, trasformata in pastoralismo, che minacciano la fede delle nuove generazioni, ognuno di noi si è assunto e si assume, nella propria situazione e confermato dalla sanior pars dei pastori di riferimento, la responsabilità di tornare a chiamare col loro nome gli errori – e precipuamente quelli disseminati nei documenti conciliari comprese le attuali conseguenze – ripareggiando (sempre per dirla con Romano Amerio) la verità e riproponendo molti dei tesori sepolti della nostra fede millenaria.
Ed è in questo spirito che noi aderiamo all'iniziativa, nella consapevolezza più volte ribadita, ma purtroppo misconosciuta da molti conservatori, che, se si continuano a ignorare le cause della crisi, non potranno mai essere adottati i rimedi efficaci1 ad opera di un papa di retta fede che il Signore, nella Sua infinita misericordia, non mancherà di donare alla Sua Chiesa se quel che ne resta rimane nella fedeltà senza aderire a gruppuscoli o contesti velleitari.

D’altra parte, dobbiamo difendere e trasmettere gli strumenti con cui la Provvidenza ha permesso a un numero crescente di cattolici di mantenere la fede, di progredire in essa o di scoprirla. In ciò, la trascendenza, la bellezza, l’atemporalità e la certezza dottrinale della liturgia tradizionale giocano un ruolo essenziale. Per questo chiediamo semplicemente, in nome della vera libertà dei figli di Dio nella Chiesa, che venga riconosciuta la piena e completa libertà della liturgia tradizionale, con il libero uso di tutti i suoi libri, in modo che, senza ostacoli, nel rito latino, tutti i fedeli possano beneficiarne e tutti i chierici possano celebrarla.
Jean-Pierre Maugendre, Direttore Generale di Renaissance catholique, Parigi

* * *
Questo appello non è una petizione da firmare, ma un messaggio da diffondere, eventualmente da riprendere in qualsiasi forma sembri opportuna, e da portare a conoscenza ed illustrare ai cardinali, vescovi e prelati della Chiesa universale. Se Catholic Renaissance ha avviato questa campagna è solo per esprimere un desiderio ampio in questo senso che si manifesti in tutto il mondo cattolico. Questa campagna non è sua, ma di tutti coloro che vi parteciperanno, la trasmetteranno, la amplificheranno, ciascuno a modo suo.
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Penso al Sillabo prefigurato da mons. Schneider qui e ai 4 livelli d'interpretazione dei documenti conciliari di mons. Gherardini qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Pensiero settimanale: noi non “animiamo” la liturgia, l’anima gliela provvede Dio.

18.000 pellegrini per Chartres 2024 . ha detto...

LUX MUNDI
Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica

La celebrazione del Mistero cristiano
L'Eucaristia - 3

Martedì 23 aprile 2024
ore 20.45: S. Rosario
ore 21.15: Catechesi

Vi aspetto! don Luca Paitoni

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Anonimo ha detto...

Bergoglio in passato ha affermato che i 10 comandamenti non sono definitivi (non sono da prendere alla lettera), oggi durante la catechesi del mercoledì ha parlato di virtù teologali. Sono convinto che da un pò di tempo qualcuno gliele scrive ed i cardinali gliele fanno leggere.
E perché lui lo fa ?
Meglio leggere queste catechesi contro voglia che suscitare altre critiche
Questo ovviamente non cambia nulla, il pontificato resta problematico come non mai...

Anonimo ha detto...

Bene, Mic, la tua precisazione e' importante. C'e' molta desistenza a parlar chiaro tra i conservatori.