Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 28 aprile 2024

La Francia manda in carcere chi critica le terapie imposte dalla galassia di regime

Ecco a voi la 'verità scientifica di Stato' nella terra della liberté: tre anni di carcere e multa di 45.000 euro per chi esprime critiche sui vaccini a mRna. Del resto la piattaforma blogspot non ha censurato anche a noi un articolo su critiche analoghe da fonti tedesche? Vedremo che fine fa questo. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

La Francia manda in carcere chi critica
le terapie imposte dalla galassia di regime 

Un duro colpo alla libertà di pensiero e alla libertà di ricerca e verifica scientifica è arrivato dalla Francia neo-giacobina di Emmanuel Macron. Dalla terra di "libertè, egalitè e fraternitè" è arrivato un provvedimento che mette il bavaglio a chiunque critichi i vaccini a mRNA o le terapie geniche. Anzi, più che bavaglio arriva proprio il carcere oltre che sanzioni pecuniarie.
Il Parlamento francese ha infatti approvato nei giorni scorsi un emendamento all'articolo 4 della legge sulla "Lotta alle derive settarie", che introduce una pena fino a tre anni di reclusione e un'ammenda fino a 45.000 euro per chiunque esprima delle critiche ad un determinato prodotto farmaceutico, ovvero i vaccini a mRNA. Si può dibattere su tutto, su chemioterapici vari, perfino su vaccini, ma l'mRNA propro no. È stato legalmente blindato, è protetto con una sorta di scudo penale che non consentirà a nessuno di metterne in discussione l'efficacia o la sicurezza, nemmeno davanti a dati o prove contrarie. È qualcosa che non si è mai visto nella storia della Medicina, ovvero la promulgazione di un dogma laico dell'infallibilità di un prodotto farmaceutico. 
Questo provvedimento legislativo è stato ironicamente definito "emendamento Pfizer" dal deputato Florian Philippot, leader del partito Les Patriots, e di fatto equipara la libera scelta di trattamento a una «deriva settaria» e criminalizza chiunque sconsigli trattamenti medici che siano «evidentemente idonei» sulla base delle attuali conoscenze mediche. In realtà viene sancita una sorta di «verità scientifica di Stato». La nostra civiltà che si è fondata sui principi di libertà, diritti umani (in primis l'intangibilità del corpo), e proprietà privata, viene rinnegata dai rappresentanti che il popolo sovrano aveva eletto, teoricamente proprio al fine di tutelare quei valori.

La scusa di fermare la disinformazione 
La giustificazione governativa è quella di fermare la disinformazione, ovvero una informazione diversa da quella ufficiale. È una indicazione precisa che viene dall'Organizzazione Mondiale della Salute, ed è uno dei punti fondamentali del Trattato Pandemico che dovrà a breve essere approvato. Quanto è stato deciso dal Parlamento francese, può costituire un significativo precedente. Il giro di vite penale che arriva dalla Francia è molto preoccupante. La difesa dell'intoccabilità della tecnologia mRNA, già canonizzata con i Premi Nobel, deve diventare sempre più intransigente.
È punito con un anno di reclusione e un'ammenda di 15.000 euro anche il semplice invito «ad astenersi» dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, come ad esempio un vaccino, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono. È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente.

L'intolleranza dei tolleranti 
Questo significa che anche terapie considerate alternative ai protocolli ufficiali non devono essere utilizzate e deve essere sanzionato chi le raccomanda. Insomma, la Francia non tollererà più comportamenti come quello del professor Raoult, primario infettivologo di Marsiglia, che fin dagli inizi del Covid curò con successo con Idrossiclorochina, Eparina, antinfiammatori. La politica decide cosa è lecito e cosa non lo è in ambito medico, la stretta sul pensiero critico sta diventando sempre più forte, e questo comportamento illiberale è motivato dall'avvicinarsi delle elezioni europee del prossimo giugno. La Francia sarà uno dei cinque Paesi dove Google lancerà una campagna «anti-disinformazione» in vista delle elezioni europee, quando i cittadini dell'UE eleggeranno un nuovo Parlamento europeo per approvare politiche e leggi, e molti temono che la diffusione della controinformazione online possa influenzare gli elettori. Jigsaw di Google pubblicherà annunci su TikTok e YouTube in Belgio, Francia, Germania, Polonia e infine anche in Italia, utilizzando tecniche di prebunking per aiutare gli spettatori a identificare i «contenuti manipolativi» prima di incontrarli. Agli spettatori che guardano gli annunci su YouTube verrà chiesto di compilare un questionario su ciò che hanno appreso sulla disinformazione.
Se questo significa «lotta alle derive settarie», la deriva opposta è quella verso un controllo dispotico della scienza, dell'informazione, del pensiero stesso.
Paolo Gulisano - Fonte 

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessun stupore. I padroni del mondo (sic) fanno tutto quello che vogliono e ottengono sempre tutto quello che vogliono. Sarà così anche per le elezioni europee. L'articolo di P. Gulisano conferma la mia affermazione. È inutile sostenere il contrario. Sarebbe come sostenere che i massacri di settembre del tempo della Rivoluzione francese non sono mai esistiti. Col denaro, i missili, le ammende, la galera i padroni del mondo perpetuano il loro dominio universale.

Anonimo ha detto...

Festa di San Luigi Maria Grignion di Montfort, Confessore (1673 - 1716), apostolo della Vandea.

Anonimo ha detto...

https://youtu.be/cPDvvJM6pUI?si=uQvHML3zWTlHkodK

Anonimo ha detto...

Stiamo svendendo l'Italia al miglior offerente estero. L'ultimo caso è quello di una grande multinazionale cinese che si è aggiudicata il business del più vasto parco fotovoltaico nazionale, che sorgerà in Sardegna.
Una miriade di ettari di terreno, anche fertile, che se ne va in fumo.
Gli agricoltori, visto il crescente costo della manodopera e dei materiali e la soffocante burocrazia, sono mediamente incentivati a dismettere i terreni, dandoli a poco prezzo ai lupi famelici del business "green".
Così mangeremo sempre più schifezze provenienti da paesi esteri con blandi controlli sui fitofarmaci.
Il nucleare, dove eravamo avanti, l'abbiamo rigettato, e così ci teniamo le centrali francesi e slovene a due passi.
Strano paese il nostro, in cui le élites somigliano a quelle africane, che fanno di tutto fuorché gli interessi del proprio Paese.
E ci teniamo fior di Governatori, una burocrazia autoreferenziale, che fa invidia a quella di Bruxelles, per cosa? Per svendere meglio l'Italia, come si sta facendo da trent'anni almeno.
Se volete saperne di più sul nuovo scempio del territorio (pochi, come Sgarbi, hanno evidenziato questo aspetto) ad opera di fotovoltaico e pale eolico, visitate il sito tutelarurale.org.

Anonimo ha detto...

E a proposito di tutela rurale, mi permetto segnalare la sublime omelia di Mons. Viganò nel giorno delle Rogazioni, lo scorso 25 aprile, ricavabile dal suo sito Exsurge Domine.
Un Viganò molto ispirato, devo dire, che dimostra di saper toccare il cuore della fede.

Anonimo ha detto...

Alle Europee, circoscrizione Nord Ovest e Nord est vota così:
PD - Zan

Anonimo ha detto...

I finti sostenitori pro-vita emergono sempre. Non fidarsi di un ministro come la Roccella è il minimo sindacale. Vedasi in proposito, se qualcuno avesse dubbi (come mi sembra talora su questo blog) l'illuminante intervento di Scandroglio su NBQ.

Anonimo ha detto...

La Francia è una distopia neo-giacobina. L'aborto, l'immigrazione di massa, i massacri israeliani a Gaza e tante altre distopie sono i "valori occidentali" che il loro presidente vorrebbe difendere, eventualmente a costo di una guerra nucleare.

Anonimo ha detto...

Leggo che il popolo della destra si lamenta della pochezza intellettuale e politica di Vannacci.
Invito gli amici ad affrontare la realtà "là fuori" e a leggere questa breve intervista rilasciata da Alain de Benoist, che è dedicata specificamente alla società francese, ma può essere estesa benissimo a quella italiana

"Per molte persone di destra, gli intellettuali, sempre “in sedia a sdraio”, beninteso, non sono altro che insopportabili “datori di lezioni” che martirizzano le mosche, spaccano il capello in quattro e pubblicano opere inevitabilmente descritte come “indigeste” e “noiose”. Questa vulgata la si ritrova negli ambienti più diversi. Per i liberali, gli intellettuali sono per forza di cose “sconnessi dalla realtà”. Per gli attivisti, essi dissertano del senso degli angeli mentre ci si trova in uno stato di “urgenza”.

Ho sentito questi discorsi durante tutta la mia vita. Va da sé che questo atteggiamento ha anche un versante positivo: una certa preoccupazione per la concretezza, una certa diffidenza nei confronti delle astrazioni inutili o del puro intelletto, il desiderio di affermare le prerogative dell’anima su quelle della mente, di far prevalere l’organico sulla “carestia” teorica, la speranza (sempre delusa) di ritornare a una vita non problematica, eccetera. La destra è più sensibile alle qualità umane che alle capacità intellettuali. Le piace ammirare più che capire, attende esempi più che lezioni. Ama lo stile, il gesto, gli atteggiamenti cavallereschi. Non ha torto. Una società composta interamente da intellettuali sarebbe invivibile.

Anonimo ha detto...

Segue

Il problema è che un atteggiamento di questo genere, quando diventa sistematico, finisce nel fare a meno di ogni dottrina, nel rifiutare ogni sforzo del pensiero. L’intellettuale può essere definito come colui che cerca di capire e di far capire. La destra, molto spesso, non cerca più di capire. Addirittura ignora ciò che può essere il lavoro del pensiero. Il risultato è che la cultura di destra oggi è praticamente scomparsa. Sopravvive unicamente in cenacoli confidenziali, nell’editoria marginale, in giornali di cui è l’unica a credere che siano dei veri giornali. L’ostracismo di cui ha potuto essere oggetto non spiega tutto. Non solo Julien Freund, Jules Monnerot, Thierry Maulnier, Stéphane Lupasco, François Perroux, Louis Rougier, Raymond Ruyer e tanti altri sono morti senza essere stati rimpiazzati, ma la maggior parte degli autori di destra sono già stati dimenticati da coloro che dovrebbero o potrebbero richiamarvisi. [...] Non si può non essere colpiti dal modo in cui la destra ha perso l’abitudine di intervenire nei dibattiti di idee. Se si prendono i 100 libri di idee di cui si è più parlato da mezzo secolo a questa parte, ci si accorge che essa non ha praticamente pubblicato una riga in proposito. La cosa non la interessa, non la riguarda. Un solo esempio: non ho mai visto un giornale di destra discutere le tesi di John Rawls, che è senza dubbio l’autore di scienza politica sul quale si è scritto di più durante la seconda parte del XX secolo. Lo stesso è accaduto con Habermas, Bourdieu, Foucault, Norberto Bobbio e tanti altri. La destra non si interessa ad alcun autore estraneo ai suoi riferimenti-feticcio, non ne discute o non ne confuta nessuno. Non trae neppure profitto da coloro che potrebbero fornirle argomenti, da Louis Dumont a Serge Latouche o a Peter Sloterdijk. Sulla dialettica della modernità, sull’evoluzione del campo sociale, sulle molle della logica del mercato, sull’immaginario simbolico, questa destra non ha niente da dire. Come stupirsi, in queste condizioni, che non sia stata capace di formulare una critica della tecnoscienza, una teoria del localismo o del legame sociale, una filosofia dell’ecologia, un’antropologia originale? Semplicemente, non dispone più degli strumenti per farlo. Vi sono sempre stati centinaia di dibattiti teorici – gli uni risibili, gli altri viceversa assai profondi – negli ambienti di sinistra. Chi può citare un esempio di dibattito di idee che abbia segnato la storia della destra francese da mezzo secolo in qua? Mi ricordo di aver sentito Louis Pauwels parlare di “deserto intellettuale”. Siamo sempre allo stesso punto: a destra, in materia di lavoro del pensiero, siamo generalmente al deserto dei Tartari, all’encefalogramma piatto".

Anonimo ha detto...

Mai niente di buono è venuto dalla Francia, né mai verrà, Vannacci o no, dx e sin. sono ormai 2 sogliole appiattite che si somigliano, temo che ci sarà un flop alle europee, perché la gente è arcistufa di Brussels, le notizie che arrivano da Balmoral diventano sempre più numerose ed insistenti, come anche quelle sulla 'salute' di JMB, comunque, nel frattempo a metà Maggio uscirà l'ennesima intervista del facente veci di, alla CBS, per chi avrà voglia di commentare.....

Anonimo ha detto...


Visto il deserto della Destra anche in Italia, attualmente l'unico a porre pubblicamente i problemi che dovrebbe porre la Destra è il generale Vannacci, un militare intellettuale che ha dimostrato un indubbio coraggio nell'affrontare in chiave polemica i temi cari del politicamente corretto, comunque alcuni di essi.

Destra è comunque un ampio contenitore. Bisognerebbe anche specificare di quale Destra si sta parlando. C'è quella laica e quella cattolica.
Non so in Francia, ma in Italia la Destra per decenni non ha potuto nemmeno prender la parola, sopravvivendo stentatamente grazie all'iniziativa personale di editori generosi come Volpe, figlio del grande storico Gioacchino Volpe. Io ancora mi ricordo lo slogan "A destra non c'è cultura", che veniva ripetuto continuamente nelle Università e dappertutto. Anche filosofi della politica come Norberto Bobbio ripetevano che un Giovanni Gentile non era un filosofo originale, che non rappresentava una valida cultura. Bugie colossali.
Si poteva esser più o meno d'accordo con l'idealismo gentiliano ma non si poteva negare che Gentile fosse stato una grande figura di intellettuale e pensatore.

In un secondo tempo la stretta si è attenuata senza scomparire mai del tutto. Oggi tende a ricomparire. Mi ricordo ancora lo scandalo che suscitò uno storico come Renzo De Felice. Inizialmente, con il suo libro fondamentale sugli ebrei sotto il fascismo mise in luce le magagne di certi politici antifascistissimi che da giovani avevano invece appoggiato caldamente le infauste leggi razziali del regime (Scandalo Picardi). Poi, ebbe il coraggio e l'onestà (lui antifascista di tipo azionista, quanto a formazione presso l'Istituto Croce) di parlare di "anni del consenso al regime", dalla metà dei Venti alla metà dei Trenta. Apriti cielo, furono le cataratte dell'indignazione più politicamente corretta del secolo.

Tornando alla Destra cultural-politica. Preso fiato, cosa ha prodotto? Forse non sarò ben documentato, ma poco o nulla. In parte, si è omologata alla Rivoluzione Sessuale e al femminismo. È stato rivalutato Julius Evola, sai te la goduria. C'è stata una fuga di intellettuali di destra verso il leghismo, il regionalismo, il neo-borbonismo, la nostalgia della dominazione asburgica (sia spagnola che austriaca), non proprio il massimo dell'originalità, insomma.
Un incartarsi nelle mummie del pensiero conservatore di due secoli fa, e nemmeno quello dei grandi, propiziato anche dall'adozione di discutibili modelli stranieri, quali p.e. il dr. Plinio, che ha riproposto con successo una visione manichea della storia (Rivoluzione-Controrivoluzione), fondata su una visione da cartolina illustrata del Medio Evo. Un giacobinismo di segno opposto, visto che questo schema manicheo l'hanno inventato proprio i Giacobini. Nei discorsi di Robespierre, gli accenni alla Controrivoluzione tutto il contrario della Rivoluzione quindi male assoluto da estirpare, sono continui e ossessivi.
Politicus