Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 26 luglio 2012

Dove è la verità? I media e la violenza: la testimonianza di Agnès-Mariam de la Croix

Avevo dato notizia dell'incontro e ora riprendo dal Sito del Servizio Informazione Religiosa (SIR)  questo resoconto:

“Con questa violenza non avremo neanche un grammo di libertà”. A dirlo, nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala Metodista di Roma, è stata madre Agnès-Mariam de la Croix, religiosa palestinese che vive in Siria, superiora del monastero Deir Mar Yacoub a Qara, nel governatorato di Homs.

La convivenza, “successo sociale che viene dal cuore”. “Vivo in Siria dal 1994, e la Siria, sotto il regime di Assad, aveva una sicurezza invidiabile, certamente per la repressione, ma anche per il tessuto sociale che viveva secondo un’alleanza, rispettando un patto. Che non è frutto di nessun regime, ma è esso stesso fondamento e sostegno del governo”, racconta la religiosa carmelitana, che da mesi aiuta le vittime civili del conflitto e sostiene la causa del negoziato e della pace. “Damasco è la capitale più antica del mondo abitato, e la Siria è fatta da molte entità etniche, confessionali e razziali. Il problema della convivenza - spiega - non è politico, ma sociale: se una persona accetta l’altro non viene siglato un accordo politico, ma un successo sociale che viene dal cuore. Non è stabilito da nessun regime, ma dalle persone”. Oggi le grandi potenze hanno deciso di “fermare questo regime dimenticando il patto sociale che è origine e forza della convivenza nella società. Come se la Siria - prosegue - fosse un minorenne incapace di decidere per sé, e avesse bisogno di una nutrice. Intromettersi così nella vita di una popolazione è contro la legge delle Nazioni Unite: una nazione autonoma e indipendente ha diritto di scegliere per sé stessa la realtà e il futuro. È a causa dell’ingerenza degli altri - sottolinea - che la Siria vive una fase di drammatica fatica”.

Uno dei profanatori di Chiese
Se “il mondo racconta tutta un’altra storia”. E i mass media, secondo madre Agnès-Mariam, hanno grosse responsabilità: “Pensano a fare titoli altisonanti: indipendenza, libertà, democrazia. Tutti i mezzi di comunicazione del pianeta formano una sola voce per convincere che la realtà è quella che dicono loro. Ma è tutta una bugia, una manipolazione mediatica”, afferma. La verità “non è quella degli schermi tv o delle pagine dei giornali. Ci sono giornalisti che ammettono di non poter raccontare quello che vedono. C’è in atto un’influenza totalitaria per fare di tutti noi un solo pensiero. Certo, noi tutti vogliamo che i siriani vivano in democrazia, ma secondo una loro scelta. E comunque questa guerra non è per la democrazia, ma per il gas. La Siria è più ricca di quanto si pensi, vicino al nostro monastero hanno scoperto uno dei giacimenti più grandi. Come religiosa – aggiunge - credo nella liberazione spirituale, nella possibilità di lottare per la libertà. Credo sia un dovere aiutare un povero che vuole la sua autonomia e non la avrà perché il mondo racconta tutta un’altra storia. Credo che bisogna essere testimoni veri della sfida del popolo vittima degli attentati”.

Chiesa profanata a Bustan al-Diwan
“Viviamo in una menzogna grandissima”. Madre Agnès-Mariam riferisce di aver visto con i suoi occhi “centinaia di civili uccisi da forze armate dell’opposizione. I banditi li prendono in ostaggio, e i mercenari provenienti da Libano e Giordania invadono le zone residenziali di Damasco: questo è contrario alla Convenzione di Ginevra, ma in migliaia entrano senza permesso, per fare la guerra. In quarantotto ore un milione di persone sono state costrette a fuggire da un quartiere ad un altro. Non sono i ribelli che posizionano cariche da un chilo e mezzo di dinamite, sono forze ben più potenti a farlo”. In grande pericolo, oggi, è la città di Aleppo: “non ha voluto partecipare a tutti questi mesi di sollevazione. Ma dal nord, vicino al confine con la Turchia, arrivano mercenari tunisini, libici, arabi, pakistani, libanesi, sudanesi e afghani: i mercenari vengono per distruggere, non sono certo un esercito di liberazione. Viviamo in una menzogna grandissima - aggiunge - dove si pagano migliaia di dollari perché ciascuno di noi ci creda. Ringrazio Dio che ogni giorno persone libere si alzano per dire quello che non è vero”. Il 90% del Consiglio nazionale siriano, che riunisce gran parte dei gruppi di opposizione, “non viene in Siria da trenta o più anni”. Quanto a Paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar, che appoggiano i ribelli, la superiora riflette: “La libertà non esiste in Arabia Saudita: io sono forse libera di andare in giro col mio abito, e con questa mia croce? Come è possibile che questo Paese, allora, dia orientamenti sul cambiamento della Siria? Come è possibile che lo faccia il Qatar, che ha solo pochi anni?”.

Convento di Santa Tecla
a Damasco
Un cammino verso la verità. “Mussalaha”, che vuol dire “riconciliazione”, è un movimento siriano nato dall’impegno della società civile e raccoglie aderenti di ogni etnia, fede e credo politico. Madre Agnès-Mariam, che sostiene il progetto, è fiduciosa: “spero nell’inizio della riconciliazione nazionale, nel rifiuto dell’uso delle armi. La speranza, oggi, per la Siria, è tutta riposta nel popolo siriano stesso, abituato a vivere nella diversità. Non è necessario insegnare ai cristiani d’Oriente come dialogare con l’Islam, perché questo accade da secoli”. Oggi i cristiani hanno paura che la tragedia di Homs si ripeta, ma “dire che sono stati appoggiati e privilegiati dal governo è una calunnia”, sostiene la religiosa, “perché, ad esempio, ogni imam veniva pagato dallo Stato, mentre i ministri di culto cristiani no. E poi nella Siria secolare i cristiani non hanno gli stessi diritti dei musulmani: un cristiano può convertirsi all’Islam, ma un musulmano non può essere registrato come cristiano”. Ad ogni modo la violenza, conclude la madre superiora, “non è un mezzo per fare niente, nemmeno in Siria. C’è un cammino da fare, certo. Ma poco alla volta la verità sarà più forte”.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

I vescovi dell'Orbe cattolico e il Vaticano stesso sono più presi dagli auguri per il Ramadan e dal "calamento di braghe" nei confronti dell'islam, evidente fonte di disprezzo e non di rispetto, per intervenire in difesa dei cristiani perseguitati e per finirla una buona volta con questa indegna omologazione della nostra Fede con le religioni, fino ad assimilarla alla Nuova Religione Mondiale...

Dovremmo poter dire BASTA! a tutto questo.

Anonimo ha detto...

http://www.you-ng.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=2291&Itemid=89
Direi, se potessi commentare, a questi diffamatori di andare almeno ad ascoltare la suora e il suo proposito di riconciliazione. Arrivano all'assurdo a dire che Madre Ages ha entrature molto importanti in Vaticano...eh come no? infatti la sala metodista è proprio il massimo! Ah il sito ora prosiria è cattolico integralista...Boh

Anonimo ha detto...

Altre calunnie (in un articolo dove non funziona neanche un link):
http://www.lavie.fr/sso/blogs/post.php?id_blog=480&id_post=1894
A queste cìè una risposta
Eh sì proprio entrature vaticane...meno amle hanno risposto:
http://www.maryakub.org/Article_Cannuyer_page_introduction_dossier_06_juillet_2012.html

don Camillo ha detto...

L'unica speranza è la che la Russia aiuti Assad! Tanto le Nazioni Unite vogliono solo portare la "primavera sionista di libertà".

Anonimo ha detto...

Sul collegio episcopale :

Optato in Adv. Donat.1,4,1 (SCh 412, 178): Et quia collegium episcopale nolunt nobiscum habere commune, non sint collegati, si nolunt! Tamen, ut supra diximus, fratres sunt.

Simone da Varagine ha detto...

Sono il solito malpensante..... ma, a proposito dell'ecumenismo e della "calata di braghe" generale di cui è attrice tanta parte della Chiesa postconciliare, è da un po' che sto maturando una convinzione. Mi pare di notare che in genere questi atti ecumenici siano rivolti quasi sempre verso l'Islam, protestantesimo ed ebraismo. A proposito di quest'ultimo mi sono sempre chiesto come mai i nazisti avessero scelto proprio la Polonia per concentrare i campi di sterminio nella seconda guerra mondiale. Incuriosito, allora, svolgo qualche ricerca e, diciamolo subito, grazie ad una cartina trovata su Wikipedia mi accorgo di un fatto interessantissimo: la maggior concentrazione di ebrei in Europa era proprio situata nella cattolicissima Polonia. Semplicemente, ne deduco, i crucchi ebbero l'ovvia idea di porre le loro fabbriche di morte dove c'era la maggior parte di persone da sterminare. Subito mi balena in testa un'idea: non è che questo semplice principio è stato pensato anche da altri ma per altri motivi? torniamo quindi a protestantesimo e islamismo. Prendete una cartina geografica, guardate dove il protestantesimo prolifera e dove storicamente è più radicato e guardate che cosa viene prodotto dove c'è l'islamismo. Fatto questo aprite un Vangelo e insieme domandiamoci se il seguente versetto ha un che anche di profetico:

"nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro:non potete servire a Dio e a Mammona" MAtteo 6,24

Concludendo: non è che, putacaso, tutto quello che non riusciamo a capire o quello che appare palesemente contradittorio della chiesa postconciliare è da noi visto da un ottica eccessivamente cattolica e per nulla umana? Dopotutto stiamo parlando di consacrati, ma pur sempre uomini e quindi traviabilissimi da Mammona.

Sicuramente, però, sbaglio....

Anonimo ha detto...

Et quia collegium episcopale nolunt nobiscum habere commune, non sint collegati, si nolunt! Tamen, ut supra diximus, fratres sunt.

E allora?

Uno scritto di Ottato, è forse Vangelo?

Silente ha detto...

C'è un copione collaudato, che è stato applicato in Iraq, in Egitto, in Libia e ora in Siria. Prossimo target l'Iran. L'obiettivo è quello di ridurre alla ragione del mondialismo e delle lobby mondialiste i paesi recalcitranti. Obiettivo parallelo: cancellare la presenza cristiana in Medio Oriente. Se i ribelli anti-Assad vinceranno, prepariamoci anche in Siria a vedere le stesse stragi contro i cristiani che abbiamo visto nell'Iraq "liberato". L'approvazione di Washington e di Tel Aviv val bene la rinuncia a qualche messa nella terra che fu la culla della Cristianità.

Anonimo ha detto...

Sul collegio apostolico:
Gli Atti degli apostoli parlano del collegio apostolico denominandolo "i dodici".
Essi convocano e parlano come un collegio :
Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.
Questo è Vangelo.

Marco P ha detto...

Caro Simone da Varagine,
sarò un po' limitato ma non ho capito un acca del tuo ragionamento, puoi esplicitarlo ?
Grazie,

Anonimo ha detto...

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.

I "Dodici" sono le dodici colonne, che reggono l'edificio spirituale "con un cuor solo e un'anima sola" sotto la guida di Pietro - che è il "fondamento" su cui si regge l'edificio, in quanto Vicario di Cristo-Capo - e non un primus inter pares.

Poi se uno vuole farne un "collegio", dipende dalle implicazioni pratiche che vengono date alla parola, che non devono intaccare il "primato petrino".

DANTE PASTORELLI ha detto...

MIC, è quello che ho scritto nei commenti dell'altro 3d.
Senza Pietro con c'è collegio ma solo una riunione di Apostoli.

bedwere ha detto...

Scusatemi se mi ripeto, ma va detto: chi fomenta l'Islam piu` radicale accanto ai sauditi e al Qatar, sono Israele e gli Stati Uniti.