Dal Sito: Documentation Information Catholique Internationale (DICI)
"È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi. Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa.... Che la Santa Vergine Maria si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X"
Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Come presentato dal comunicato della Casa generalizia della Fraternità San Pio X, del 14 luglio 2012, i membri del Capitolo generale hanno inviato a Roma una dichiarazione comune. Essa è resa pubblica oggi. Al momento dell'intervista apparsa su DICI il 16 luglio, Mons. Bernard Fellay indicava che questo documento era «l’occasione di precisare la nostra tabella di marcia insistendo sulla conservazione della nostra identità, solo mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità», e aggiungeva «Poiché il mutismo dottrinale non è la risposta a questa «apostasia silenziosa» che perfino Giovanni Paolo II constatava nel 2003». [Ne abbiamo parlato QUI]
"È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi. Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa.... Che la Santa Vergine Maria si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X"
Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio
X, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. Marcel
Lefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi,
superiori e anziani di questa Fraternità, teniamo a far salire al cielo
le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadue anni di protezione
divina così meravigliosa sulla nostra opera, in mezzo ad una Chiesa in
piena crisi e ad un mondo che si allontana di giorno in giorno da Dio e
dalla sua legge.
Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di
questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità
religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e
le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha
conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti
i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente
contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in
questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione
nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica,
formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della
Cristianità. Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per
una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo
caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo. Ma
non dimentichiamo che la santificazione delle anime comincia sempre in
noi stessi. Essa è opera di una fede vivificata ed operante attraverso
la carità, secondo le parole di San Paolo: «Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità» (II Cor. XIII, 8), e anche: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata» (Cfr. Ef. V, 25 ss.).
Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nel servizio
che intende rendere alla Chiesa, sia quello di continuare a professare,
con l’aiuto di Dio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e
integrità, con una determinazione proporzionata agli attacchi che questa
stessa fede oggi non cessa di subire.
È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella
Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù
Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di
trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione
monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di
governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo
sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo,
creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e
ogni società devono sottomettersi.
Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da
errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo
continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del
Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo
Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette
il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa
intera ha sempre creduto, in ogni luogo.
Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante
della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi
l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla
salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio
mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.
Noi ci uniamo agli altri cristiani perseguitati nei diversi paesi del
mondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Il
loro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari è la
prova del rinnovamento della Chiesa in capite et membris, secondo il vecchio adagio «sanguis martyrum semen christianorum».
«Infine, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, anch’ella gelosa dei
privilegi del suo Figlio divino, gelosa della sua gloria, del suo Regno
sulla terra come in Cielo. Quante volte ella è intervenuta in difesa,
anche armata, della Cristianità, contro i nemici del Regno di Nostro
Signore! Noi la supplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici
interni che tentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemici
esterni. Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede,
nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti
i membri della Fraternità San Pio X e tutti i sacerdoti e i fedeli che
operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci
preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia.
« Che San Michele Arcangelo ci trasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza per combattere il demonio.
« Che San Pio X ci faccia partecipi della sua saggezza, della sua
scienza e della sua santità per discernere, in questi tempi di
confusione e di menzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons. Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).
Ecône, 14 luglio 2012
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Fonte: DICI
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA VATICANA SULLA DICHIARAZIONE DEL CAPITOLO GENERALE DELLA FRATERNITÀ SAN PIO X
Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede. Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità.
La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione "Ecclesia Dei".
Fonte: Vaticana
Un commento a caldo della spettabile Inter Multiplices UnaVox.
...Cerchiamo di capire che cosa dice questo comunicato, tenuto conto che si tratta di un documento ufficiale, per di più relativo ad una questione che travaglia la Chiesa da ben quarant’anni.. Innanzi tutto si capisce che in Vaticano non hanno le idee chiare. La “normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede” è davvero una cosa singolare, come se si trattasse della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra lo Stato di Israele e la Città del Vaticano. Senza contare il solito disprezzo per la lingua italiana con l’uso del “tra” al posto del corretto “fra”. Esterrefatti, ci chiediamo: come fa il Vaticano a sapere che la Dichiarazione è solo un documento interno ad uso dei membri della Fraternità? Qualcuno gli ha detto così? Ha ricevuto precise assicurazioni in tal senso al momento della sua ricezione? Si tratta di una illazione vaticana? Si tratta di una speranza vaticana? O siamo di fronte al giuoco delle tre carte, dove non si capisce bene chi sia l’imbonitore e chi il compare? Siamo esterrefatti!.... (continua)
Fonte: Unavox
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Addendum:COMUNICATO DELLA SALA STAMPA VATICANA SULLA DICHIARAZIONE DEL CAPITOLO GENERALE DELLA FRATERNITÀ SAN PIO X
Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede. Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità.
La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione "Ecclesia Dei".
Fonte: Vaticana
II Addendum:
DICHIARAZIONI INCROCIATE ovvero siamo alle comiche
Un commento a caldo della spettabile Inter Multiplices UnaVox.
...Cerchiamo di capire che cosa dice questo comunicato, tenuto conto che si tratta di un documento ufficiale, per di più relativo ad una questione che travaglia la Chiesa da ben quarant’anni.. Innanzi tutto si capisce che in Vaticano non hanno le idee chiare. La “normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede” è davvero una cosa singolare, come se si trattasse della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra lo Stato di Israele e la Città del Vaticano. Senza contare il solito disprezzo per la lingua italiana con l’uso del “tra” al posto del corretto “fra”. Esterrefatti, ci chiediamo: come fa il Vaticano a sapere che la Dichiarazione è solo un documento interno ad uso dei membri della Fraternità? Qualcuno gli ha detto così? Ha ricevuto precise assicurazioni in tal senso al momento della sua ricezione? Si tratta di una illazione vaticana? Si tratta di una speranza vaticana? O siamo di fronte al giuoco delle tre carte, dove non si capisce bene chi sia l’imbonitore e chi il compare? Siamo esterrefatti!.... (continua)
Fonte: Unavox
44 commenti:
Eccellente comunicato, una vera professione comune di fede.
Prendono tempo...e se fosse anche perderlo?
Prudenza?
Visto che dei padri capitolari sono ancora in Europa, spero che dal Castello si sbrighino a risanare questa dolorosa piaga!
Che questo mese dedicato al Preziosissimo SANGUE di Cristo unito a quello dei Santi Martiri suggelli questa riconciliazione!
Questo Comunicato stizzito fa intendere molte cose! Ma la più importante è che la DF, e ED "ricordano" al Santo Padre che "non può prendere una decisione da solo".
Chiedo lumi.
Personalmente dalla Dichiarazione della Fraternità capisco questo: "No, grazie. Però siamo sempre qui disponibili. Nel caso vi (Roma) convertiate".
Ho capito bene?
Questa chiara e netta cattolicità era attesa da molti.
Mettiamo tutto sotto il manto della Santa Vergine, anche il commento "acidulo" del Vaticano, che forse sottolinea la non-pubblicità della Dichiarazione, perché presumibilmente fatta avere direttamente al Santo Padre.
Se così non fosse, non sarebbe stata diffusa.
Quale altra Dichiarazione si aspettano? Questa non basta, forse?
O è troppo cattolica?
Chiedo lumi.
Personalmente dalla Dichiarazione della Fraternità capisco questo: "No, grazie. Però siamo sempre qui disponibili. Nel caso vi (Roma) convertiate".
Ho capito bene?
Questo è la "risposta" al preambolo di Levada-Schomborn-Pozzo! Fellay aveva già detto che NON ERA sottoscrivibile, il Capitolo e Fellay hanno preferito rispondere con una Dichiarazione Ufficiale e pubblica, anche perchè i mittenti del preambolo sono andati nel frattempo spintaneamente in pensione.
L'acidità di stomaco credo sia arrivata perchè i neo-nominati pronti a mettere le mani sulla faccenda, si sono visti bypassare il carteggio, infatti Fellay disse che una volta che "Roma" avesse ricevuto loro, avrebbero pubblicato. Ma Roma è il Papa! non è la, seppure rispettabilissima, Congregazione.
Chiedo lumi.
Personalmente dalla Dichiarazione della Fraternità capisco questo: "No, grazie. Però siamo sempre qui disponibili. Nel caso vi (Roma) convertiate".
Ho capito bene?
Per capir questo, devi essere prevenuto, e non poco!
E' una dichiarazione di fede cattolica e come tale dovrebbe essere accolta. C'è qualche accenno ad alcuni elementi di 'dissenso'; ma riguardano le innovazioni conciliari, non la fede costante che anche il Concilio voleva "aggiornare" e non rifondare, almeno a parole, se non nei fatti...
E allora? Che ne facciamo della Tradizione, ma soprattutto della Regalità di Nostro Signore, "universorum Rex"= Re di tutti e di tutte le cose? E non soltanto genericamente "Re dell'universo", come l'ha declassato la Festa di Cristo Re del nuovo Ordinamento liturgico, che indebolisce la dimensione storica, immanente del Regno...
“O ter beata civitas
Cui rite Christus imperat,
Quae iussa pergit exsequi
Edicta mundo caelitus!”
(“O tre volte beata la società, cui Cristo legittimamente comanda, che esegue gli ordini che il cielo ha impartito al mondo!”).
Come mai questa Dichiarazione è considerata documento interno restando in attesa di uno ufficiale mentre la famosa lettera dei 3 vescovi della FSSPX, resa pubblica in modo scorretto, è invece stata considerata come documento ufficiale da cui far derivare un eventuale futuro esame delle singole loro posizioni ?
Mi associo alle preghiere di intercessione a Maria Santissima e anche a quelle per la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.
Marco.
Per capir questo, devi essere prevenuto, e non poco!
Gentile Mic, le assicuro, nessuna prevenzione. Tuttavia la mia comprensione si rifà a questo passo della Dichiarazione:
...in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.
Cosa significa? Che le "autorità ecclesiastiche" (tutte?) hanno abbandonato la Tradizione? Se devono "ritornare" alla tradizione, non significa forse "conversione"?
Grazie per la vostra risposta.
"Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica."
Evidentemente queste, non indicate qui, sono in un altro documento? Sarà reso noto?
"...in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione."
Cosa significa? Che le "autorità ecclesiastiche" (tutte?) hanno abbandonato la Tradizione? Se devono "ritornare" alla tradizione, non significa forse "conversione"?
Effettivamente, Anonimo, questa frase fa pensare che finora il dibattito aperto e serio non ci sia ancora stato. Vedremo... Probabilmente significa che un seguito dovrà esserci. Resta da sapere solo se prima o dopo la regolarizzazione e, questo, rimanda anche a quel che ha rilevato Anonimo 15.50
Cosa significa? Che le "autorità ecclesiastiche" (tutte?) hanno abbandonato la Tradizione? Se devono "ritornare" alla tradizione, non significa forse "conversione"?
Si Parla, credo, del contenuto delle discussioni Dottrinali avute per DUE anni! Quando saranno rese pubbliche tutto si capirà!
Evidentemente queste, non indicate qui, sono in un altro documento? Sarà reso noto?
A Fellay il 13 giugno è stata data una bozza di ordinamento canonico, questo faceva parte del cosiddetto secondo step , quando il primo fosse "risolto", in effetti prima del 13/6 la questione dottrinale sembrava felicemente risolta e superata.
I suggerimenti sono per facilitare la creazione Ex nihilo di una struttura canonica confacente all'enorme attività pastorale mondiale della SPX. Credo quindi che sono punti di "lavoro", che dovranno essere visti rivisti più volte, credo non abbia molto senso pubblicarli.
Quanta rapidità da parte della peccatrice sede nel dare un contro comunicato...se avessero fatto così per ogni attacco al Pontefice!
Quando ritornerà ad essere Santa???
Questa dichiarazione non è di certo un "no" alla riunificazione, perché parla esplicitamente di "condizioni" per una regolarizzazione e di una procedura formale da seguire prima dell'accettazione della normalizzazione canonica.
Però non segna la ripresa dei colloqui e non chiarisce la "tabella di marcia" preannunciata da Fellay.
Il "Comunicato" di Roma, sembra doversi leggere così:
"Bel tentativo, ma vogliamo ancora una comunicazione da parte della Società per continuare le discussioni precedenti."
Dal momento che Fellay ha dichiarato "inaccettabile" il preambolo del 13 giugno, la curia vorrà sapere esattamente perché è inaccettabile.
Unavox risponde a tono: DICHIARAZIONI INCROCIATE
ovvero
siamo alle comiche
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV302_Dichiarazioni_incrociate.html
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Ed io aggiungo, dando per assolutamente plausibile l'interpretazione dell'espressione "la Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno" così come intende unavox, come se si volesse svilire il documento, per non dargli alcuna importanza (condivido la conclusione di unavox, ma non la riporto) come mai la Santa Sede ha utilizzato, MOLTO UTILIZZATO, invece una corrispondenza privata anzi PRIVATISSIMA (elevandola a dichiarazione ufficiale, quando NON lo era) per giudicare e condannare senza tribunale e nè Appello, i tre Vescovi della SPX?
C'è da ridere per non piangere!
"Ma resta da capire, e forse non lo sapremo mai, se questa trovata del documento interno sia farina del sacco di Roma o sia il frutto di tutta una serie di strizzatine d’occhio tra i marpioni romani e i loro epigoni “econiani”.
Non vogliamo insinuare alcunché, ma la domanda resta: come fa il Vaticano a classificare con tanta certezza come “interno” un documento che più pubblico di così si muore?
Ovviamente, c’è un’altra spiegazione.
Il documento non piace al Vaticano e quindi lo declassa, senza però avere il coraggio di dire che non gli piace.
[...]
A questo punto, l’unica cosa seria che può accadere è che nel più breve tempo possibile la Fraternità metta a tacere le illazioni vaticane, smentendo le insinuazioni, se di questo si tratta, e dichiarando che questa Dichiarazione del Capitolo è l’ultima parola sul “preambolo dottrinale”: non la parola di Mons. Fellay, ma la parola dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli della Fraternità.
Magari con la precisazione che la Fraternità non si presta al giuoco delle tre carte e, dopo questo comunicato vaticano, non è più disposta a dare credito ad una compagine romana che sembra più un accolita di furbetti, che un insieme di “sacre congregazioni”.
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(da link cit.)
concordo con Unavox.
(sì, pare ormai nella dinamica assurda di comunicati e contro-informazioni, di assistere al teatro di Eduardo, dove si ride per non piangere: riso tragico se davvero è in gioco, nel confronto tra le due parti, la salus animarum...ma lo è?...)
...la SPX sia astuta!
La dichiarazione di fede cattolica è netta. Il riconoscimento del primato pontificio e della gerarchia è perentorio. L'accettazione di tutta la dottrina della Chiesa è piena, ma con le note annose distinzioni.
In sostanza non vedo né grandi aperture né decise chiusure, quanto piuttosto il "prendeteci come siamo" o almeno continuiamo sino a meglio capirci il dialogo.
Il comunicato della S. Sede è equivoco e non riesco a capire dove voglia arrivare. Certo è l'attestazione che il documento è stato ricevuto, ma che sia stato studiato e valutato in tutte le sue implicazioni non sembra.
C'è un punto di non ritorno,
"non ritorno":
per arrivare DOVE ?
È qui che bisogna vedere un progresso
"progresso":
verso quale META ?
la sua romanità garantisce la sua perennità.
?
"romanità", sost. astratto, secondo l'antica denominazione
"Chiesa Cattolica Apostolica ROMANA";
QUI è riferito a quale "Roma" ? quella "perenne" iniziante con Pietro I, o quella vivente (attuale) del 20.mo-21.mo sec., sede stabile dell'impero modernista dal 1962 ?
Il papa non ha mollato, malgrado le domande insistenti, il rinnegamento di una parte della chiesa ed anche i voltafaccia della curia nel mese di giugno 2012. Malgrado tutto, Benedetto XVI si è coinvolto da anni nella questione: rimozione delle scomuniche, discussioni dottrinali, ecc. C'è un punto di non ritorno, malgrado le frizioni e le esitazioni.
La miglior prova è che il freddo che ha soffiato lo scorso giugno non ha messo fine al processo. In questo senso, la perseveranza paga. In fondo, questo processo di medio termine è diventato non sradicabile dall'orizzonte cattolico.
Quanto a Mons. Fellay, se ne "esce" con una posizione moderata: nella sua dichiarazione, afferma la romanità della chiesa cattolica, insiste sul ruolo unico della stessa nella Salvezza e si attiene ad una linea abbastanza consensuale sul Vaticano II che soddisfa la FSSPX (riconoscenza di punti ambigui) e che ammette un'adesione limitata ai punti che non costituiscono una novità rispetto alla Tradizione. Abilmente, se ne rimette a Roma. Riconosce anche che fare marcia indietro è impossibile: non c'è stata alcuna porta sbattuta, ma delle rimostranze che restano accettabili agli occhi di Roma
E' coraggioso da parte sua, perché mentre riconosce che l'accordo non può essere pieno sul Vaticano II, scivola in un'ottica ecclesiale: la chiesa resta la chiesa e è innanzitutto petrina. E' da questo punto di vista che bisogna vedere le cose. In realtà, Mons. Fellay definisce una soluzione che non può può essere che romana: appartiene al papa troncare. È un modo di non chiudersi in una lotta tra le parti che rischia di essere interminabile. Là dove regna la divisione e l'errore, bisogna affermare la romanità della chiesa.
Personalmente, penso che Mons. Fellay abbandona la distinzione troppo netta tra la Sedes e il Sedens (cioè il Papa). È qui che bisogna vedere un progresso. La chiesa può, nei suoi membri umani, essere divisa ed in preda alle tentazioni, ma la sua romanità garantisce la sua perennità.
nei suoi membri umani, essere divisa ed in preda alle tentazioni,
qui non vediamo semplici "tentazioni", ma da 50 anni apostasia dilagante, a partire dall'alto verso il basso, dalle docenze ai discenti, dal clero ai fedeli, in espansione continua e accelerata.
Alla grande tentazione la "sventurata" rispose "sì" accogliendo in sè il "culto dell'uomo" (v. Paolo VI) al posto dell culto a Dio:
QUI c'è il vero punto di non ritorno !
in quella direzione il "progresso" è innegabile, inarrestabile.
La FSSPX - o parte di essa- si accoderà a tale "progresso" ?
Se essa non distingue più la Sedes dai sedentes, è evidente che lo farà !
E il sale diventerà scipito, senza scampo.
A Roma stanno facendo finta di non capire. La FSSPX ha già risposto, implicitamente ed educatamente, respigendo la dichiarazione dottrinale consegnata con straordinaria faccia di bronzo dal card. Levada a Mons. Fellay nel mese scorso (e già dichiarata inaccettabile dalla FSSPX perché l'avrebbe costretta alla sterilizzazione preventiva circa l'accettazione delle 'novità conciliari'), con le seguenti parole:
"Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa".
Quindi: sì all'accordo, ma senza sterilizzazioni preventive.
QUI c'è il vero punto di non ritorno !
NO, Progress,
qui ci potrebbe essere il "punto di non ritorno", solo se il Signore non avesse detto "non praevalebunt!"
Se essa non distingue più la Sedes dai sedentes, è evidente che lo farà !
e questo chi l'ha detto?
Perché sempre questa visione cupa, priva della fiducia del Soprannaturale?
Realismo e Soprannaturalità, mi pare sempre il connubio più equilibrato e in linea con una sana fiducia, che non esclude la prudenza.
QUI è riferito a quale "Roma" ? quella "perenne" iniziante con Pietro I, o quella vivente (attuale) del 20.mo-21.mo sec., sede stabile dell'impero modernista dal 1962 ?
Poiché Mons. Fellay non è sedevacantista, è ovvio che non considera la Roma perenne estinta con Pio XII, ma distingue la Sedes dal Sedens e ci avevo aggiunto dai Sendentes; e mi pare una distinzione esatta e vincente...
Voi la potete intendere come vi pare e piace, ma questa lettera è chiarissima: parla di nemici all'interno della Chiesa. e per questo si prega Maria Santissima.
Si parla di novità del Concilio Vaticano II viziato da errori, e per le riforme che ne sono derivate (vedi quella liturgica del Novus Orror). mica di ermeneutica... queste sono solo giri di parole.
E risponde al preambolo eccome: costituzione monarchica voluta da Nostro Signore, chiaro?!? questa stride con Nostra Aetate.
Le parole sono chiarissime. Ad un preambolo si reagisce con un simbolo irrinunciabile.
E certo che l'ha capito la Chiesa, perchè risponde "ma questo è un documento interno, vero?!? perchè a me così non parli". Ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione? Ma come si permette Fellay? o non serviva tutto questo chiaccherare di parole, e pochi fatti, per ricondurre semmai la FSSPX all'ovile?
l'autorità ecclesiastica ha reagito stizzita perchè non crede che la FSSPX possa aver scritto ciò pubblicamente.
Adesso però ci vuole immediatamente una lettera di scuse a Mons. Williamson che aveva capito tutto e lo aveva scritto pubblicamente a tutti.
A Roma sono pronti a sostenere la FSSPX come la corda sostiene l'impiccato...
A Roma sono pronti a sostenere la FSSPX come la corda sostiene l'impiccato...
E anche questo chi lo dice?
Roma non è mica un monolite!
"Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa".
Quindi: sì all'accordo, ma senza sterilizzazioni preventive.
Ben detto e ben fatto!
Il seguito lo vedremo e lo affidiamo...
Mi sembra che la Dichiarazione sia stata formulata in modo chiaro e comprensibile da tutti.
Non mi pare che vi sia bisogno di dietrologie per la sua l'imterpretazione.
Se i destinatari non l'hanno capita, segno che se la devono rileggere due volte.
Questo punto di Dante Pastorelli, lapidario e concreto, mi pare molto centrato:
La dichiarazione di fede cattolica è netta. Il riconoscimento del primato pontificio e della gerarchia è perentorio. L'accettazione di tutta la dottrina della Chiesa è piena, ma con le note annose distinzioni.
In sostanza non vedo né grandi aperture né decise chiusure, quanto piuttosto il "prendeteci come siamo" o almeno continuiamo sino a meglio capirci il dialogo.
Il comunicato della S. Sede è equivoco e non riesco a capire dove voglia arrivare. Certo è l'attestazione che il documento è stato ricevuto, ma che sia stato studiato e valutato in tutte le sue implicazioni non sembra.
Se i destinatari non l'hanno capita, segno che se la devono rileggere due volte.
E forse se la devono far spiegare da qualche cattolico doc ;)
Nessuno nega che all'interno della Chiesa ci siano i suoi forse peggiori nemici. Gli ultimi Papa ne hanno parlato, lo hanno riconosciuto con parole ed immagini diverse ma calzanti.
Il problema è: il Papa vuole davvero combattere questi nemici? Io ritengo di sì, magari con un colpo di qua ed uno di là per motivi che forse non è dificile immaginare: evitare grosse scissioni nella Chiesa. Adelante cum juicio.
Mi voglio augurare che sia lui stesso a "parlamentare" con la Fraternità, una volta preso atto della ferma volontà dei suoi membri di rimanere attaccati alla sede di Pietro.
Sulla base delle analisi di mons. Gherardini le due parti dovrebbero poter trovare il punto d'incontro: ci sono nel Vaticano II tesi o dottrine nuove o ambigue, ma poi negli stessi documenti o in altri rientra la dottrina tradizionale. Oscillazioni e contraddizioni dovute alla non infallibilità esplicita di questo magistero.
Il problema è: il Papa vuole davvero combattere questi nemici? Io ritengo di sì,
io ritengo di no.
Bisogna proprio tener la benda sugli occhi per non veder le ultime nomine. Li combatte promuovendoli ai posti chiave ? o come pensare che con quelle DOPPIE DIREZIONI cerchiobottiste e con l' andatura a zig-zag si favorisca la Tradizione !
Pregare sempre....
Certo è confortante vedere che questi tradizionalisti di ferro (almeno loro!) diano importanza al ruolo della Madonna per intercedere sulle sorti della Chiesa, e le facciano una supplica: incredibile, nello sfacelo generale della Fede cattolica, dove la Madonna è poco meno di una colf....altro che Regina !
Però ricordo anche che la FSSPX e specie Mons. Fellay hanno sempre dato peso agli avvisi della Madonna di Fatima e alla Consacrazione della Russia, sempre snobbata dai papi, fino ad oggi, e per invocare la quale (così diceva qualche blogger) si offrivano Rosari a iosa.
Su questo versante però i segnali del Cielo non sono per niente fausti.
Ad un veggente di Capua, al centro di un gruppo di preghiera, che riceve da anni messaggi della Madonna sulla situazione della Chiesa e del mondo, Ella avrebbe detto un mese fa:
(Messaggio del 05-06-2012)
Cari figli vi amo tutti e vi benedico e vi ringrazio per aver pregato per il Santo Padre. Figlioli continuate a pregare per Papa Benedetto XVI e per tutti i sacerdoti ma pregate soprattutto perché presto vi sarà un grande castigo per l’Italia e per il mondo intero e questo perché non sono state ascoltate le mie richieste iniziate a Fatima.
Voi figli miei, non temete, pregate il Santo Rosario e partecipate alla Santa Messa tutti i giorni perché non vi è più tempo.
A dar retta a questo messaggio, non c'è da stare allegri sul prossimo futuro, accordi o non accordi. La richiesta di Fatima è sempre censurata e rifiutata e il Cielo non sembra contento di ciò.
In un altro messaggio a Capua la Madonna ha detto:
Figli miei questo è il tempo dell’Anticristo. In questo tempo, Satana è stato liberato dagli inferi e si manifesterà con grande potenza nel mondo intero....
Il Papa disse nel 2010:
"S'illuderebbe chi pensasse che il messaggio di Fatima sia già concluso..."
La FSSPX qui si rivolge alla Vergine SS.ma per chiedere la vittoria, ma....nessuno pensa che ci sarebbe prima l'obbligo sacro di esaudire le richieste fatte ai papi dalla Madonna, per volontà di Nostro Signore, quasi un secolo fa ?
ancora dobbiamo far finta che Dio non abbia parlato per bocca della Vergine Maria ?
e a quale vago "soprannaturale" si possono affidare i desideri della Chiesa, che da parte sua non ascolta i desideri di Dio più che espliciti ?
A volte le bende sugli occhi ce le hanno quelli che vedono soltanto in una direzione per partito preso.
Le ultime nomine le abbiamo viste e commentate, ma quello che sarà il comportamento dei nominati nel corso del loro mandato non è prevedibile. Un po' come ai conclavi: si entra papi e si esce cardinali.
Dovranno, questi prelati, esser giudicati dal loro operato e per ora non han fatto niente. Non è che mi aspetti molto, ma la mia impresssione è che il Papa, trattandosi di persone a lui vicine per vincoli di amicizia, possa guidarli meglio di altri. E' un'ipotesi, come tante altre, naturalmente, che potrà essere avvalorata o smentita.
Quando fu eletto Pontefice Giov. P. II, mons. Lefebvre in una riunione ebbe a dire: con questo papa, devotissimo della Madonna, risolveremo i nostri problemi. Non mi sembra ci abbia azzeccato come non ci azzeccò quando, subito dopo le consacrazioni episcopali e la scomunica, ebbe a dichiarare che nel giro di due o tre anni la rottura sarebbe stata sanata e che non più di una decina tra preti e sacerdoti sarebbero usciti dalla Fraternità. Le sorprese possono esserci. In negativo ed in positivo.
E pur con tutti i limiti possibili ch si possono individuare, questo Papa comunque dei passi avanti verso le nostre attese li ha compiuti.
Non sono certamente soddisfatto, ma le aperture non sono da sottovalutare.
Ora ci mancava anche l'ignoto veggente di Capua e le presunte parole della Madonna.
Quanto ai castighi che cadranno sull'Italia, abbiamo già il governo Monti. Sul mondo ce ne sono un'infinità e non c'è bisogno di profeti per accorgersene.
Eccellente comunicato, una vera professione comune di fede, e un'unità "ritrovata" che da tanto sollievo a tutta la vera Tradizione.
Facta Verba "Adesso però ci vuole immediatamente una lettera di scuse a Mons. Williamson che aveva capito tutto e lo aveva scritto pubblicamente a tutti."
Scuse di che cosa? La Fraternità non ha cambiato atteggiamento nei confronti di un possibile accordo, rimane solo in attesa, ribadendo la propria posizione, di quello auspicato.
Cosa aveva capito invece Williamson, che esistono le chiese senza Papi?
Le scuse le dovrebbe porgere lui a Fellay, per la sua insana riottosità ed inspiegabile ribellione, da vero ex protestante: MAI CON ROMA! Si candidi alla Lega Nord...
La dichiarazione della FSSPX è genuina dottrina cattolica.
Indica anche a tutti i fedeli l'atteggiamento di fronte alle novità erronee del Concilio Vaticano II: ritenere tutta la dottrina, tutti il Magistero ordinario e straordinario prima del Concilio.
Inoltre, aggiungo, ma è implicito nella dichiarazione, è necessario ritener tutti i pronunciamenti infallibili del Magistero del dopo-Concilio: ordinazione solo degli uomini, difesa della vita e famiglia e bioetica (con riserve sul concetto di morte "celebrale").
E' difficile per un semplice fedele distinguere il diamante dal vetro nel Magistero solo autentico del post-Concilio. Poi se la dottrina non è stata cambiata, lo si può anche non tenere in grande considerazione.
"...Ritenere tutta la dottrina, tutti il Magistero ordinario e straordinario prima del Concilio."
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Da semplice fedele, mi sembra perfettamente logico, nell'ottica della proclamata continuità.
Infatti:
- se c'è continuità, allora posso tranquillamente attenermi a quanto insegnato prima, ché quanto insegnato dopo è una ripresa di quello, evidentemente senza modifiche.
Ma,
- se non c'è continuità, quello che viene insegnato dopo contraddice quello che venne insegnato prima. In questo caso devo attenermi a ciò che è stato sempre insegnato, secondo il criterio di S. Vincenzo di Lerino "...quod ubique, quod semper, quod ab omnibus... ", quindi, in questa seconda ipotesi, a quello che venne insegnato prima.
A lato di questa considerazione, chiedo a chi è più esperto di me, sempre da semplice fedele: io seguo il catechismo di S. Pio X, che mi sembra semplice ed immediato. Mi si chiede: perchè non segui il CCC ed il suo compedio?
Alla luce di quanto sopra devo continuare con il catechismo di S. Pio X.
Marco.
C'è anche una terza opzione: seguire il Magistero attuale considerato come evoluzione omogenea di quello precedente così come la definizione dell'Immacolata Concezione è stato uno sviluppo omogeneo del Magistero precedente.
Il problema è che, mi sto rendendo sempre conto, è necessario stiracchiare e forzare alcuni testi così ha tentato di fare mons. Bux con le dichiarazioni di mons. Mueller. Mons. Brunero Gherardini ci ha provato in passato e non c'è riuscito. Alla fine ha messo in evidenza nei suoi libri gli errori delle novità Conciliari.
Certo il Concilio non è solo novità ed errori, c'è anche la sana dottrina e frasi ambigue che ammettono interpretazione ortodossa.
Solo che non è facile per un fedele la separazione ed il discernimento.
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