Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 16 luglio 2012

Accordi Roma-FSSPX: Perpetuamente caldo e freddo. Come se ne uscirà?

Analisi di Summorum Pontificum. Anch'essa interessante. Val la pena segnalarla.

Non finirà dunque mai: dallo scorso settembre, quando il processo di riconoscimento della FSSPX si è bloccato, il caldo e il freddo si succedono. La loro successione ora s'accelera : dopo un mese, abbiamo diritto ad un coup de théâtre la settimana. Mons. Fellay va a Roma : è firmato ! Patatrac : il cardinal Levada ha ritirato su la barra : tutto riparte da zero ! Non del tutto : il Papa nomina Mons. Di Noia, per risolvere la questione al più presto ! E poi, ripatatrac : il capitolo FSSPX ha a sua volta fatto salire la barra delle « condizioni » ! Etc.

Tutto ciò è infinitamente logorante, tanto quanto in sé, il risultato finale è evidente per tutti dopo la rimozione delle scomuniche dei quattro vescovi consacrati da Mons. Lefebvre. Teoricamente.

Come dunque spiegare questa impossibilità di operare una congiunzione pratica tra le due parti, una Roma restaurazionista ed un lefebvrismo sottoposto a giudizio nel suo verbo, la quale congiunzione, quando si prende un minimo di distacco, sembra evidente ? A nostro parere, le ragioni sono almeno tre:

1/ Innanzitutto le due parti si conoscono sempre molto male. Esse costituiscono due culture vicine, ma distinte, che fanno gran fatica ad afferrarsi. Coloro che sono stati incaricati della pratica, dal lato Santa Sede, pensano di dover trattare con tradizionalisti somiglianti a quelli che essi incontrano da più di vent'anni (e per alcuni tra loro, da qualche anno soltanto) nelle comunità Ecclesia Dei, ed immaginano ch'essi vogliano d'un sol colpo ridimensionare i modi di pensare di 40 anni di vita autonoma. Inversamente, dal lato FSSPX, anche coloro che sanno che non tutti a Roma sono modernisti, pensano ingenuamente che non si può che accogliere l'opera di Mons.Lefebvre srotolando un tappeto rosso, musica della guardia pontificia, e ringraziamenti per vederla finalmente prendere le cose in mano per salvare la Chiesa.

2/ C'è anche il fatto che i partigiani romani del riconoscimento della FSSPX si sono urtati sul problema di fondo, che non è banale, quello dello iato, apparente o reale tra alcuni passaggi del Vaticano II e il magistero anteriore. Il modo in cui essi risolvono la questione, in sé non rassicurante, li suddivide grosso modo in due gruppi :

a) Coloro che si potrebbero chiamare i gherardiniani (Mons.Gherardini), che la risolvono, insomma, dal basso : i punti in questioni non sono infallibili – tutti del resto, salvo qualche tradizionalista paradossale, è d'accordo su questo – e li si può rispettosamente mettere tra parentesi. Si può dunque lasciar discutere (rispettosamente) questi punti controversi da parte dei teologi tradizionalisti, fintatoché più tardi (in mille anni ?), il magistero infallibile non dirima la questione. La tesi apparirebbe sensata. Lo è in effetti dal punto di vista pratico, perché permetterebbe, se la si applicasse « di venirne fuori ». Essa non spiega tuttavia che questo magistero non infallibile pesa come una palla la piede da più di 45 anni, con tutto ciò che vi è collegato, soprattutto una liturgia disastrosa, senza che il magistero infallibile si sia mai degnato di risolvere nel vivo.

b) Coloro che si potrebbero chiamare i levadiani (il cardinal Levada), che risolvono la questione dall'alto: I punti in questione non sono certo infallibili, ma la vigilanza del magistero infallibile non può permettere che ci siano conseguenze e così prolungati errori. È dunque necessaria una continuità e la sola discussione possibile (Mons. Ocariz ha messo la tesi in musica) porta sulle modalità di spiegazione di come si può manifestare questa immutabilità. L'inconveniente pratico è che i lefebvristi (e molti altri con essi) non possono convenirne. L'inconveniente teorico è che tutta la letteratura, abbastanza acrobatica, che spiega questa continuità non si trova nei testi stessi ma unicamente presso coloro che la affermano. È certamente bello affermare che il susbisit in (la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica) del n. 8 di Lumen gentium, non è altro che l' est (la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica), come fa il cardinal Becker. Per quanto, il testo del n. 8 non porta sempre : « la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica, il che vuol dire che la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica). Ciò, lo si trova soltanto presso il cardinal Becker. Ora, sono i levadiani, fino alla nomina di Mons. Di Noia come Vice-Presidente della Commissione Ecclesia Dei, il quale è piuttosto gherardiniano, che hanno in carico la questione FSSPX. (Non parliamo del nuovo prefetto del Sant'Uffizio, il Professor Müller, del quale è meglio per tutti che non si inserisca nella questione San Pio X e che continua a divertirsi nelle sue fantasie teologiche : la verginità non fisiologica, la transustanziazione analogica e, perché no ?, la resurrezione non corporale).

Mons. Di Noia
3/ La terza ragione, la più importante dal lato pratico, è che nessuna delle parti direttamente in causa finora non ha mai pensato che potesse negoziare. Trattandosi della dottrina, la Congregazione per la Dottrina della Fede, non senza buone ragioni, pensa di dover semplicemente esaminare se la FSSPX ha posizioni cattoliche o fare in modo che essa le abbia. Quanto alla FSSPX, lo stesso termine negoziazione le è inconcepibile in questa questione, ancora con delle buone ragioni, dal momento che ritiene di dover prendere il posto dell'accusa – perché manca – al processo degli errori moderni. Ed a causa di ciò, dopo un anno, le due parti non hanno mai parlato direttamente in modo informale intorno ad un tavolo (a fortiori intorno ad un tavolo di ristorante), non hanno mai « tastato il terreno » l'uno e l'altro, non sono mai riusciti a stabilire relazioni di fiducia, non hanno mai avuto scambi preliminari e ufficiosi su documenti [questo non mi pare così certo o forse non è avvenuto tra interlocutori diretti ma attraverso intermediari rivelatisi poco efficaci. Noto che lo dice dopo -ndT] prima di renderli « ufficiali », etc. Cosa che interviene in ogni processo diplomatico.

Certo, questo sistema di relazione esiste, per forza di cose tra la FSSPX et la Congregazione per la Dottrina della fede, ma viene esercitato attraverso una pletora di intermediari, tra cui alcuni di altissimo livello, i quali sono del tutto incapaci di sostituire i contatti diretti. Quando in seguito cadono i «documenti» degli uni e di ritorno le « dichiarazioni » degli altri, il tutto scandito da « comunicati » emanati dalle due parti, e gonfiati per l'immediatezza dell'informazione su Internet, non resta più che rammaricarsi degli strafalcioni che seguono gli strafalcioni. Mentre ancora una volta, il risultato è teoricamente (con l'aiuto del diavolo, forse non lo sarà mai praticamente) acquisito, e la sua concretizzazione si è periodicamente trovata a portata di mano.

Non va da sé che la soluzione passa per il ridimensionamento della terza difficoltà ? Non parliamo di «negoziazione », perché la parola non piace, ma di serie di discussioni, di scambi di vedute, di passi che si intraprendono per venire ad un accordo (Petit Robert).

Ognuno d'altronde ha compreso, avendolo l'interessato fatto capire immediatamente lui stesso, che dopo la nomina di mons. Di Noia questa fase sarebbe potuta iniziare. Questa fase sta per iniziare ? Questa fase è iniziata ?

8 commenti:

Michele ha detto...

Gent.ma Dottoressa Guarini,
perdonate il Fuori-tema (apparente), ma il testo sugli Ebrei, lo avete ricevuto?
Grazie

jn ha detto...

tra tanti sguardi puntati sulla situazione sempre "fluida",
quello di MiL:

"S. Sede e F.S.S.P.X: il discorso del Papa a Frascati e i documenti del C.V.II"

il quale rinvia anche a:

1) TORNIELLI, Il frutto indesiderato della mano tesa del Pontefice;

2) G. GALEAZZI, Perchè il no dei lefebvriani?

jn ha detto...

Esse costituiscono due culture vicine, ma distinte, che fanno gran fatica ad afferrarsi....

tremenda e realistica immagine, che dovrebbe far riflettere e spaventare i cattolici di autentico sentire, ma forse lascia oggi quasi tutti indifferenti, perchè lungo questi 4 decenni ci siamo abituati ad una dinamica simile di "parti che non si afferrano"; infatti è ben descritta una realtà simile a una deriva di continenti, che è graduale nel tempo, e ora quelle terre divergenti qualcuno vorrebbe ricongiungerle....
o somiglia alle falde di terreno spaccato dopo un terremoto, che pare impossibile si riuniscano con tecniche umane....
e il paesaggio è profondamente cambiato, irriconoscibile.
(A L'Aquila hanno dovuto ricostruire buona parte della città "altrove", abbandonando l'antico terreno devastato ; se tenete presente l'"altrove" ne avrete un riscontro nella visione della B. Emmerick).
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Inoltre due culture vicine, ma DISTINTE, fanno pensare anche a due chiese parallele, i cui percorsi non si incontrano più, per la loro natura INCOMPATIBILE !
Infatti ricordo che all'inizio dei colloqui, anni orsono, i 4 vescovi riferivano:
"(Noi-FSSPX e Roma) parliamo due LINGUE DIVERSE, inconciliabili tra loro".

Anonimo ha detto...

1) TORNIELLI, Il frutto indesiderato della mano tesa del Pontefice;

2) G. GALEAZZI, Perchè il no dei lefebvriani?


leggi il nuovo articolo che ho postato poco fa

Anonimo ha detto...

perdonate il Fuori-tema (apparente), ma il testo sugli Ebrei, lo avete ricevuto?

Caro Michele, non ho presente. Forse mi sfugge. Vuoi spiegarti meglio?

Michele ha detto...

A quale casella di posta elettronica, lo debbo rispedire?

Gederson Falcometa ha detto...

Tutti i problemi sono stati sintetizzati da Padre Mathias Gaudron in una recente intervista dove risponde Don Bux. Vedere l'ultima domanda:

pius.info: Quindi non pensate che la vostra valutazione è stata confutata.

Padre Gaudron: L'intero processo mi sembra sintomatico del nostro rapporto con il Vaticano. Sottoponiamo un problema e il Vaticano rispondere con scuse o apeli all'obbedienza.

La FSSPX dice che c'è un problema quando il Sindaco delle Cpdf di sosteni tese che contraddicono le dottrine della Chiesa. Abbiamo delineato così di fatto e non parliamo di "eretico" o "eresia", come altri mezzi di comunicazione presentano il problema. In risposta, ci viene detto che dovremmo avere fiducia al Papa, perché un vescovo nominato dal Papa non avrebbe mai potuto insegnare nulla di male.

E 'lo stesso con il Consiglio. Diciamo che ci sono alcuni problemi, come alcuni passaggi del Concilio chiaramente in contraddizione con il magistero precedente della Chiesa. Anche qui, quando abbiamo ricevuto la risposta che ci potrebbe essere alcuna contraddizione, quindi non c'è nessuno. In una certa misura, va veramente contro ogni logica. http://pius.info/archiv-news/734-beziehungen_zu_rom/6969-interview-mit-pater-gaudron

Non solo la FSSPX, anche Mons. Spadafora, Mons. Gherardini, Romano Amério, ecc parlano dei problemi del Concilio, e la risposta: dovette avere fiducia nel Santo Padre. Lo stesso si guarda con il Camino Neocatecumenale, se dice che lui ce problemi gravi, e non se trova risposta da parte di Roma per problemi evidenziati. Quello che se guarda è l'approvazione e lode da parte di Roma, per il Camino...

Anonimo ha detto...

Puoi inviare a neshama@tiscali.it

grazie