Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 13 marzo 2015

Il Cardinal Müller: gettare le fondamenta per un ritorno al Magistero

Don Pio Pace su Rorate Caeli dell'11 marzo [qui].

Dio permette il male solo affinché da esso possa sorgere un bene più grande. L’immenso disordine delle assemblee del Sinodo sulla Famiglia ha fatto scaturire bellissime professioni di fede da parte di prelati di alto rango, che sono segni di speranza per il futuro della Chiesa.

Il giornale francese di estrema sinistra Golias ha rimarcato con allarme il “pericolo” che uomini come Cañizares, Burke, Müller, Ranjith, Ouellet, Sarah ed altri “giovani” cardinali (di circa 65 anni d’età) rappresentano dal loro punti di vista, vale a dire dalla prospettiva di un’ulteriore liberalizzazione della costituzione della Chiesa, menzionando anche alcuni ultrasettantenni, tra cui Scola, Caffarra e Pell.

Per esempio, Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uno dei cardinali che figura tra gli autori del libro Rimanere nella Verità di Cristo insieme ai colleghi Brandmüller, Burke, Caffara e De Paolis, ha appena reso pubblica una conferenza che ha tenuto lo scorso 13 gennaio ad Esztergom, in Ungheria, sulla Natura teologica delle Commissioni Dottrinali [delle Conferenze Episcopali] e il ruolo dei vescovi come Dottori della Fede [qui].

In modo alquanto ratzingeriano [anche a me pare evidente -ndr] (fa riferimento al motu proprio Apostolos Suos di Giovanni Paolo II), Müller mette ogni cosa al suo posto: distingue tra il potere supplementare delle conferenze episcopali e dei loro organi – come per esempio le commissioni dottrinali incaricate dell’armonizzazione tra le varie orientazioni pastorali – e il diritto divino dei successori degli apostoli, di natura alquanto diversa, che li costituisce come dottori della fede e guardiani delle loro chiese particolari, allo stesso tempo in cui essi si prendono cura dell’intera Chiesa, in comunione col Pastore Supremo.

Il seguente passo sul Magistero del Supremo Pontefice ha richiamato molto l’attenzione a Roma:
Nelle sue “Considerazioni” del 1998 sul primato del Successore di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum Dei. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio.
Il Cardinal Robert Sarah, nuovo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino è sulla stessa lunghezza d’onda nel suo libro-intervista che è stato pubblicato in Francia nei giorni scorsi: O Dio o niente (Dieu ou rien, Fayard). Il sottotitolo dell’opera – “Conversazioni sulla fede” – è tutto un programma... L’organizzazione delle parole del Cardinale sulla liturgia – curata da Nicolas Diat – è notevole: Robert Sarah presenta un racconto molto dettagliato e commovente della sua vita, fa mostra della sua solida teologia e delle sue alte aspirazioni spirituali per i sacerdoti e per i pastori della Chiesa. Il tono del vescovo africano, che ha rischiato la vita più di una volta, raggiunge un livello solenne quando parla dell’ideologia relativista occidentale alla quale alcuni vogliono sacrificare il messaggio di Cristo, specialmente per quanto riguarda temi come il matrimonio e la famiglia. Il tutto – come va di moda adesso – costellato da accattivanti citazioni di Papa Francesco.

L’8 febbraio, L’Osservatore Romano ha pubblicato un articolo del Cardinal Müller, intitolato “Sgombrare il Tempio” (sul sito del Vaticano: “Criteri teologici per una riforma della Chiesa e della Curia romana”) [qui]. Müller dimostra che le riforme tradizionali della Chiesa sono spirituali, non politiche. La riforma della Curia deve essere a questo proposito esemplare: la sua struttura organizzativa e il suo funzionamento devono essere concepiti come subordinati alla missione specifica del Successore di Pietro, “il principio perpetuo e visibile e il fondamento dell’unità” (Lumen Gentium, 23). La Curia non è “un livello intermedio tra il Papa e i vescovi”, ed è bensì intimamente vincolata alla sua missione di governo pastorale del gregge dei fedeli. In base a questo principio, il Cardinale esclude l’integrazione tra il Sinodo dei Vescovi e la Curia: “Il Sinodo dei Vescovi, le Conferenze Episcopali e le varie associazioni di chiese particolari appartengono a una categoria teologica diversa  da quella della Curia Romana”. Si tratta di una critica diretta al concetto – formatasi all’interno della commissione del cardinalato incaricata di proporre riforme alla Curia – che suggerisce l’inclusione di una sorta di delegazione permanente del Sinodo dei Vescovi nei dicasteri tradizionali. [vedi qui Maradiaga e sinodalità - qui sul "consiglio della corona" - qui su collegialità conciliarista e allineamenti]

I Cardinali Müller e Sarah esprimono con parole ben chiare la loro diversità rispetto a figure come, per esempio, Baldisseri, Marx, Tagle, Kasper...
________________________
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]

57 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma Mueller ha abiurato o no i suoi errori circa l'Immacolata Concezione?
E' lo stesso che vuole fare alla FSSPX ciò che è stato fatto ai FFI?

mic ha detto...

Non risulta abbia più parlato della Vergine né che abbia smentito certe sue affermazioni.
Sulla FSSPX aveva manifestato una grossa opposizione in Germania.
Nel suo ruolo attuale, che non è da escludere sia influenzato dal papa emerito, esprime dichiarazioni e manifesta comportamenti che potremmo aspettarci da quest'ultimo, sia su questioni dottrinali che nei confronti della FSSPX.

Luisa ha detto...

Ma sarebbe possibile, anonimo, non spegnere subito una fiammella che si accende e che dà speranza a pretesto che chi l`accende nel passato ha detto o fatto questo o quello?
Non nego affatto la realtà delle posizioni del cardinale nei confronti della FSSPX quando era in Germania, come non dimentico le sue simpatie per la tdl, ma ha cambiato statuto, è diventato il Prefetto della CdF, queste sue nuove e alte responsabilità le sta riempiendo, mi sembra, con consapevolezza e determinazione anche se o quando corre il rischio di scontentare papa Bergoglio.
Come non metto in dubbio che diversi siano i motivi per i quali, in vista del Sinodo, alcuni porporati escono dal silenzio per difendere la famiglia e la Dottrina morale della Chiesa, penso ad esempio a Cordes e Canizares.
Ma lo fanno e in questi tempi che vedono cardinali contro cardinali, e non su bazzecole, in questi tempi in cui è la Dottrina ad essere a rischio, non dovremmo fare i "difficili" se fra le voci che difendono la Dottrina e il Magistero ve ne son alcune che in passato, o anche nel presente, hanno posizioni con le quali non siamo in totale accordo.

RIC ha detto...

Brava, bravissima Luisa!! Qui siamo in guerra - forse qualcuno non lo ha ancora capito - e non vi e' nulla di peggio del fuoco "amico"....

lister ha detto...

Muller: un novello "Figliol prodigo"?
Benvenga.

Luisa ha detto...


Desidero solo ricordare le parole con cui don Pio Pace apre il suo articolo:

" Dio permette il male solo affinché da esso possa sorgere un bene più grande. L’immenso disordine delle assemblee del Sinodo sulla Famiglia ha fatto scaturire bellissime professioni di fede da parte di prelati di alto rango, che sono segni di speranza per il futuro della Chiesa. "

La guerra fra cardinali non è una "bella cosa" , c`è senza dubbio sempre stata per vari motivi, ma quella che è combattuta oggi è sulla Dottrina, posizioni da tempo portate in avanti più o meno dietro le quinte (e in certi luoghi già concretizzate da tempo) oggi vengono allo scoperto, chi le sostiene è convinto di avere il sostegno di papa Bergoglio.
Stanno ingannando i fedeli con formulazioni-slogan subdolamente menzogneri, la pastorale sedicente misericordiosa è diventata nelle loro mani un grimaldello con il quale pensano di poter forzare il passaggio, aprire la porta e fare man bassa sulla Dottrina.
Vedere che dei prelati si alzano per difendere quella porta dovrebbe solo essere fonte di "consolazione" e speranza.

Anonimo ha detto...

Dobbiamo non essere ciechi!


Anche se ci sono tanti Cardinali che parlano qualche volta la Fede cattolica, quasi tutti di loro sono in dissenso su altri punti...


il Mueller nega che la Santissima Vergine è stata sempre una vergine in corpo!

Una bestemmia contro Lei e contro San Giuseppe!

Basta leggere il primo canone del Sinodo del Laterano nel settimo secolo...

il Cardinale finge che si possa affermare l'esistenza di una essenza e negare l'esistenza di sui accidenti proprie...


In un altro secolo sarebbe mandato al rogo...

Secondo me, non serve proprio di citare costui per appoggiare la fede... infatti in fare così si diffonde confusione


Osservatore

mic ha detto...

Osservatore,
noi registriamo ciò che succede alla e nella Chiesa.
Quel che è positivo non può non confortarci.
Certo che la verità va conosciuta e amata tutta intera.
Ma questa "resistenza" all'oltrepassamento della dottrina da parte della prassi arbitraria, ci dice che possiamo sperare, pur senza abbassare la guardia.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, non perdiamoci in dietrologie, non so se vi siete accorti che siamo nel mezzo di una battaglia campale, quindi vanno bene tutti i combattenti, magari pure soldati di ventura con passato non troppo limpido, ma che ci sia almeno qualcuno che si opponga a questa chiesa 2.0 che in pochissimi, ed a loro rischio e pericolo, contrastano, a sentire le laudationes mielose e schifose su Porta a porta di ieri sera per il secondo, (tragico) anniversario, c'è di che disperarsi perché loro vanno avanti colla storiella del papa della rottura e della novità, del papa straordinario che rivolterà la chiesa come un calzino, o distruggerà la poca dottrina rimasta, dico io, se qualcuno ricorda i veri pilastri su cui per 2.000 anni si è fondata la CC ben vengano......il resto è silenzio e timore di perdere la cadrega.Anonymous

PetrusLXXVII ha detto...

@Osservatore
Per quanto ricordi, Mueller non insinuò che Maria ebbe rapporti con Giuseppe dopo la nascita di Gesù (come lietamente sostengono i protestanti), ma si limitò a supporre che dopo la nascita di Gesù non necessariamente conservò l'integrità anatomica come la tradizione vuole. Credo si sia servito di questa "divagazione ginecologica" per comparare il concetto di sacra verginità alla condizione di semplice verginità fisica.
Circa le sue considerazioni eterodosse sull'Eucaristia, francamente ricordo solo un discorso non molto chiaro che sembrava volersi discostare dal reale significato del SS.
Ad ogni modo credo che l'essere stato investito della carica di prefetto CdF lo abbia rimesso in rotta.. probabilmente lo Spirito Santo riesce a far piegare le ginocchia quando serve che si pieghino!

Felice ha detto...

A ciascuno di noi (salvo che siamo imbevuti di ideologia) capita di cambiare idea quando vediamo che il pensiero che ci aveva guidati ha prodotto risultati cattivi. Forse a Muller è capitata la stessa cosa. Probabilmente anche lui aveva pensato che è possibile cambiare lingua liturgia et similia senza modificare la dottrina. Forse il sinodo gli ha aperto gli occhi.E' lecito sperarlo. In fondo anche Ratzinger nel corso degli anni su molti argomenti ha cambiato idea.

Luís Luiz ha detto...

OT: due anni di bilderbergoglismo papale oggi. Propongo un giorno di penitenza, digiuno e astinenza.

bernardino ha detto...

Visto che le profezie di Fatima vengono alla luce - vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali, addirittura su questioni di fede e di dottrina.
Speriamo almeno che alla fine vincano coloro che trasmettono la dottrina trasmessaci dagli Apostoli integralmente ed immutabile.
Vedo che molti vescovi e molti cardinali hanno capito che non si può tradire la sana dottrina davvero cattolica, e non saranno sopraffatti, perchè sembra ne siano convinti, altrimenti non si sarebbero esposti fino a questo punto. Le chiese che più si sono esposte , la Chiesa africana, la polacca, la nordamericana ci danno la forza di non cedere davanti a chi vuol mettere in discussione le cose più importanti. e' davvero giusto ricominciare a gettare le fondamenta per un ritorno al vero Magistero.

Si! Luisa siamo proprio in guerra, ed in parecchi l'hanno capito, e non c'è niente di peggio del fuoco amico.

Cara Mic., ti siamo tutti vicini, e questo blog sarà sempre al servizio di coloro che vogliono difendere integralmente la CC Apostolica bimillenaria.

Franco ha detto...

La cultura cristiana, intesa non come dilettazione letteraria e gusto della cavillazione teoretica, ma come strumento di presenza fattiva nei vari ambiti nella vita personale e sociale, è nata dall'incontro fra dettato scritturistico e riflessione razionale; questo anche utilizzando con gli opportuni adattamenti la filosofia pagana e laica. Bibbia e Agostino con Platone, Bibbia e Tommaso con Aristotele; la "presa" ha per così dire due
ganasce.

Oggi si vuole difendere l'indissolubilità de
matrimonio basandosi sul dettato scritturistico; va benissimo, ma occorre tener presente che l'argomento è efficace poco o per nulla tra i laicisti e i cattolici "medi" che conoscono la Bibbia, se la conoscono, per sentito dire, quando va bene a pezzi e bocconi. Perciò si rende necessario un altro approccio complementare, di tipo "funzionalistico": occorre dimostrare che il matrimonio eterosessuale indissolubile rappresenta un nodo indispensabile per la "tenuta" della rete delle relazioni sociali in senso sincronico e diacronico: solidarietà nel presente e anche solidarietà intergenerazionale, nella dimensione affettiva come in quella pratica.
In effetti si parla molto dei diritti dell'individuo, pochissimo delle condizioni di "tenuta" della rete di solidarietà sociale.

Sul "Corriere della Sera" di ieri 12 marzo ho trovato una pagina intera, a firma Massimo Gaggi, dedicata alla recensione del libro "Our kids" del politologo americano Robert Putman.
Tema: lo saldamente del tessuto sociale statunitense, attribuito principalmente alla polarizzazione fra ricchi e poveri-impoveriti non solo neri, ma anche bianchi.Il rimedio principale viene indicato nella redistribuzione del reddito, ma si intravedono istanzedi tipo etico-sociologico-antropologico. Secondo il recensore Putnam non vuole criticare eccessivamente la destra repubblicana per non perderne totalmente il consenso, necessario per attuare riforme immediate "comunque, tattiche politiche a parte, P. cerca di spostare la discussione dal terreno economico del trasferimento del reddito, che pure è necessario, a quello DELLE REGOLE SOCIALI E DEI COMPORTAMENTI ETICI. Un terreno che piace a conservatori "illuminati" come David Brooks, che vede nel libro di Putnam un'occasione per spostare la la discussione sulla rinascita del ceto medio dal
terreno degli sgravi fiscali a quello della ricostruzione delle regole sociali sulle quali deve basarsi l'organizzazione di una famiglia capace di far progredire i suoi figli". Gaggi afferma: "Dietro le statistiche - il libro vuole essere "scientifico" - poi ci sono le storie: Putnam racconta di ragazzi cresciuti senza guida in famiglie povere, progressivamente devastate dall'apatia, dalla droga, dagli abbandoni del tetto coniugale..."

Certamente bisogna muoversi verso le periferie; ma lasciar correre su leggi sfascia famiglie, che incidono sul costume, come quella del "divorzio breve", votata anche da "cattolici adulti" e non so quanto deprecata dai vescovi rappresenta "misericordia" oppure incancrenimento della malattia? E la comunione ai divorziati risposati ( che personalmente sento come un problema molto grave dal punto di vista umano ) non rischia di diventare, dal punto di vista so iologico-funzionalistico un ulteriore autorevolissimo "sdoganamento" di un costume oggettivamente deleterio?

mic ha detto...

non rischia di diventare, dal punto di vista so iologico-funzionalistico un ulteriore autorevolissimo "sdoganamento" di un costume oggettivamente deleterio?

Siamo consapevoli come credenti, e ne vediamo gli effetti sotto i nostri occhi, che tutto ciò che diverge dalla volontà di Dio provoca guasti nel consorzio sociale e civile e, in definitiva, allontana l'umanità dal fine che la vede "ordinata al Creatore".
Certo a chi non crede è possibile dimostrarlo anche con argomenti razionali, se ha l'onestà intellettuale e l'apertura di cuore per accoglierli.

Anonimo ha detto...

Perciò si rende necessario un altro approccio complementare, di tipo "funzionalistico": occorre dimostrare che il matrimonio eterosessuale indissolubile rappresenta un nodo indispensabile per la "tenuta" della rete delle relazioni sociali in senso sincronico e diacronico

Mamma mia, che paroloni! Per giustificare l'indissolubilità del matrinomio!? Facile facile, che lo possano capire anche i "piccoli": il matrimonio è il sacramento che è segno e prefigurazione delle Nozze del Cristo con la Chiesa, sua eterna Sposa. Questo vincolo è indissolubile. Punto. Il celibato sacerdotale, che si vorrebbe modificare ugualmente, è l'altra faccia della medaglia, perché il sacerdote - "alter Christus" - e identicamente segno e prefigurazione di quelle Nozze. Un Sinodo non può cambiare la Dottrina. Di cosa si parla? Semplificare il dibattito; evitare le elucubrazioni, che non servono e non spiegano.
A leggervi viene il mal di testa ...

Marius ha detto...

tratto da:
http://www.antoniosocci.com/dopo-limpietoso-papagno-di-bergoglio-vacilla-il-capo-pro-tempore-di-cl/#more-3583

“Un periodo storico può essere giudicato dal suo stesso modo di giudicare il periodo da cui è stato preceduto. Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa… Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente”. (Antonio Gramsci)

Chissà cosa avrebbe dunque detto sul CVII?

mic ha detto...

e identicamente segno e prefigurazione di quelle Nozze. Un Sinodo non può cambiare la Dottrina. Di cosa si parla? Semplificare il dibattito; evitare le elucubrazioni, che non servono e non spiegano.

Anonimo 14:24
ci voleva tanto a capire, senza farsi venire il mal di testa, che l'approccio suggerito da lei, da noi ovviamente condiviso e più volte espresso, riguarda i credenti mentre Franco parlava dell'approccio con gli agnostici i positivisti ad oltranza?

Franco ha detto...

@ Anonimo. I "paroloni" vogliono dire questo: ciascun individuo ha bisogno di contare sul sostegno pratico e affettivo nel momento presente ( sincronia ) è nel corso della vita, dalla nascita alla morte ( diacronia). In parole povere, in caso di disastro economico, malattia invalidante, disoccupazione e via dicendo; quanto al fattore tempo, siccome non disponiamo dell'eterna giovinezza nè dell'eterna salute, fisica e mentale, occorre istituire una specie di "staffetta generazionale" per cui ad esempio i bambini si sentono accompagnati dai nonni e i nonni sono messi in grado di sentire nei nipoti la continuazione della loro stessa vita; appunto come nella staffetta, in cui dopo aver completato il proprio percorso si è spompati ma lieti del successo degli altri a cui si è passato il "testimone".
Un concetto che mi piace molto è: i nipotini sono per i nonni il "sole d'ottobre".

Ci sono stati e ci sono i casi di "parenti-serpenti" ; rimane il fatto che una rete familire
solida rappresenta una ricchezza morale enorme. Favorire il continuo rimescolamento delle unioni-disunioni nel lungo periodo si rivela un disastro: effetto della cosiddetta "società liquida". Chi vuole difendere la famiglia tradizionale deve aver presente questa fenomenologia, attingendo a fonti di informazione come la letteratura, la psicosociologia i film, perfino la televisione. Un piccolo esempio: trasmissioni come "Forum" ci fanno cogliere il disfacimento del tessuto familiare e morale.

I prougnatori "radicali" della famiglia "liquida" tengono conto molto dell'individuo, pochissimo del tessuto sociale. Bisogna mettersi in grado di rispondere loro in modo documentato; e questo richiede un grande impegno di studio. Altrimenti si passa per stanchi propinato di slogan passatisi.

lister ha detto...

Anonimo delle 14,24 (un nick no, eh?)

Nel mio piccolo (scusami Mic), quoto in pieno il tuo commento!!
Giorni fa ne ho fatto uno più incisivo sull'argomento ma -giustamente- non è passato... :)

ilfocohadaardere ha detto...

OT: ANNUNCIATO "ANNO SANTO" DELLA MISERICORDIA DICEMBRE 2015-NOV.2016 http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/13/news/papa_curia_ultima_corte_d_europa_-109421858/

lister ha detto...

" I "paroloni" vogliono dire questo: ciascun individuo ha bisogno di contare sul sostegno pratico e affettivo nel momento presente ( sincronia ) è nel corso della vita, dalla nascita alla morte ( diacronia)."

?????????

mic ha detto...

e questo richiede un grande impegno di studio. Altrimenti si passa per stanchi propinato di slogan passatisi.

E' chiaro che questo vale nl caso di dover rispondere in modo documentato dal punto di vista cultural-sociologico ai positivisti, agli agnostici, scientisti. E, poi, corrisponde all'esigenza che ognuno ha di approfondire le ragioni della propria fede.
Ma fa comunque un po' impressione sentir tacciare un possibile annuncio di una verità di fede da "slogan passatista"... Alla fine chi non apre il cuore ad un annuncio traboccante di verità e di vita, difficilmente si lascia convincere dalla ragionevolezza del logos, pur sempre presente in una sociologia che voglia affermare, se non altro, la legge naturale...

A volte possiamo rischiare di eccesso di intellettualismo.
Oltretutto la verità è semplice per i semplici...

bernardino ha detto...

www. repubblica.it riporta:
""Curia romana ultima corte d'europa"" -
cosa vuol significare, fine del papato e del cardinalato nonchè fine della curia della S.Sede e della Città del vaticano?
E' proprio fine di tutto e inizio della chiesa 2,0 sudamericana?

Franco ha detto...

@ Mic. Comincio in modo brusco: sono sicuro che Ratzinger sarebbe d'accordo con quanto ho detto. Anche a me il cuore si è aperto fin dall'infanzia, con catechismo di san Pio X e prima comunione in era pacelliana; e se non fosse per quel richiamo, affascinante nonostante tutto, sarei diventato agnostico a quindici anni. Però mi sento obbligato a suonare l'allarme con un presenzialismo che, lo ammetto, puo' dare fastidio.
Voglio fare un esempio. L'UAAR ,
organizzazione degli atei militanti con istanze di tipo libertario-radicale, esibisce in rete una conferenza dell'illustre cattedratico prof. Francesco Remotti, il quale presenta da par suo la grande varietà di modelli familiari rilevabili nel tempo e nello spazio: poligamia, poliandria, matriarcato, matrimoni in prova e via dicendo; il tutto per dimostrare che il modello presentato dalla Chiesa Cattolica non è l'unico possibile, non è l'unico funzionante, dunque possiamo decostruirlo a piacimento. Per rispondergli efficacemente nella pubblica arena basterà citare Matteo e Marco ? Idem per un'altra illustre, la sociologa della famiglia Chiara Saraceno, cattedratica anche a Berlino, nell'adolescenza seguace di don Giussani, la quale, passata al laicismo, afferma che la Legge Naturale così come la intende la Chiesa Cattolica è una chimera.
Che cosa intendo con la spiacevole espressione "slogan passatisti"? Ad esempio il nome stesso di "Movimento per la vita": utile come slogan identitario, meno efficace se si pensa che sono "vita" anche gli animali superiori; per cui è indispensabile fare i conti con il Darwinismo imperante a guisa di dogma, secondo il quale tra l'animale superiore e l'uomo c'è solo una differenza di grado, non di essenza. Ovviamente nella discussione devono entrare in ballo, oltre alla teologia con base biblica, anche la filosofia, l'antropologia, la neurofisiologia, la psicologia, la storia
naturale.
Ricordo che padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica, era uno psicologo sperimentale e voleva porre come scopo della sua impresa la conciliazione fra scienze e filosofia neoscolastica.
Io confido che le risposte a quei problemi possano essere trovate; ma sono altrettanto
convinto che l'impresa ( ineludibile ) richieda un grandissimo impegno e un lavoro interdisciplinare.
Se non fosse così, dovremmo dire che i Padri della Chiesa, gli Scolastici e i Dottori ( parecchi dei quali proclamati santi, come fra i più recenti Edit Strin ) hanno perso il loro tempo in sofisticherie inutili quando bastava il Vangelo "sine glossa". Viceversa di sono impegnati per il Regno di Dio non meno dei santi "sociali" e dei santi mistici... o sbaglio?


Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Franco - polemica con lo scientismo attuale.
Giuste esigenze. Propongo di meditare su questi 7 punti da opporre al neodarwinismo, ricavati da una pluralita' di fonti che non cito per brevita'. Premessa: riflettere sull'affermazione di Popper, secondo la quale il neod. non era "falsificabile" e quindi non era scienza. Di una vera proposizione scientifica si puo' sempre dimostrare che non e' vera o che lo e' solo in parte. I sette punti, all'osso :

1. Darwin teorizzo' un'evoluzione lentissima e per gradi, prodotta dalla pressione dell'ambiente, che imporrebbe una selezione naturale. Invece le specie sembrano esser comparse all'improvviso, in un arco di tempo relativamente limitato. E non con "variazioni" graduali ma con variazioni che sono "mutazioni" improvvise, che non sarebbero nemmeno ereditarie.
2. L'evoluzione sarebbe stata un prodotto del caso. Ma il calcolo statistico di una combinazione meramente casuale delle proteine che hanno dato origine ad una sola cellula conduce alla c.d. "inflazione statistica"; numeri giganteschi, che, per attuarsi nel gioco delle probabilita', richiederebbero un tempo superiore a quello che si suole attribuire alla durata dell'universo (circa 14 miliardi di anni).
3. Le "forme intermedie", a cominciare da quelle tra l'uomo e la scimmia, non risultano con chiarezza dai reperti fossili. Ci sono poi forme che non sembrano essersi mai evolute ("fossili viventi") come p.e. lo scorpione.
4. I calcoli dei tempi geologici. Quali sono le cifre reali e quali le presunte? E' vero che i difficili metodi di datazione che analizzano il decadimento radioattivo non sono affidabili oltre i 6-7000 anni?
5. E' dimostrato che le mutazioni genetiche sono "nocive" o "neutrali". Di quelle che sarebbero utili all'evoluzione si parla poco. Quali sono?
6. L'evoluzione sarebbe frutto del caso. Tuttavia la "selezione naturale" viene spesso presentata come se fosse un agente che pensa, pianifica, dispone secondo un disegno, un surrogato della Provvidenza.
7. Il concetto base dello evoluzionismo (sviluppo dal piu' semplice al piu' complesso) e' stato demolito dalla biochimica (M.J. Behe): la stupefacente complessita' delle strutture organiche microcellulari non e' spiegabile evoluzionisticamente (il semplice e' gia' complesso, secondo un "disegno intelligente").

Rr ha detto...

Prof. Pasquàlucci,
Io ho una tartaruga, abbastanza fossile vivente e, in teoria, distante secoli di evoluzione dai cani e gatti. Beh, dopo circa 9 anni che vive con noi, ha comportamenti domestici paragonabilissimi a quelli di un cane o un gatto. Certo non abbaia, non scodinzola e non fa le fusa, ma capisce quando uno di noi si assenta per alcuni giorni, gli si fa intorno ripetutamente per salutarlo quando ritorna, si fa perfettamente capire se vuole uscire in balcone o se ha fame, ed infine mangia l' insalata dalla mano di mio marito, cercando
di afferrarla con la manina, pardon, zampina , che non è qualla di un gatto o di un cane, però la muove uguale.
Creatura primitiva, poco evoluta? Primitivi ci saran certi "scienziati".
Rr
PS: e si muove con gran rapidità

Franco ha detto...

@ Paolo Pasqualucci. Sono lieto del fatto che lei non mi abbia "cassato" come sofistico perditempo e perturbatore della quiete spirituale dei semplici. D'altra parte non posso evitare una puntualizzazione che credo indispensabile.
Non ho dubbi sulla fallacia del (neo)darwinismo, autentica bufala tenuta in piedi per un mix di interesse ideologico ( vedasi l'annuale "Darwin day" ) e di mancanza di immaginazione, ovvero di quella "meraviglia" che è all'origine della filosofia. E Darwin, notevole come raccoglitore di dati, in quanto "filosofo" è assolutamente al di sotto dei grandi pensatori come Platone, Aristotele, Hegel, Schelling.

Le sfide che il Darwinismo pone alla visione cristiana sono ben altre: anzitutto l'osservazione che il mondo, voluto "molto
buono" da Dio sia insieme giardino e giungla,
dominata dalla legge della predazione come presupposto della sopravvivenza di ogni individuo; in secondo luogo la difficoltà di collocare lo stato edenico in un tempo e in un luogo preciso ( puntualizzazione fatta particolare da Teilhard de Chardin). Il tutto
sfocia in un arduo problema di teodicea perchè la morte, entrata nel mondo col peccato dell'uomo secondo le Scritture ( la Sapienza, san Paolo ) secondo i dati della moderna storia naturale è apparsa milioni se non miliardi di anni prima: ovvero i Tirannosauri feroci molto prima di un Adamo paleantropo.
La soluzione si intravede, ed è in un filone appartato della riflessione, certo vicina alla istanze gnostiche, ma presente in alcuni padri greci: l'Adamo che secondo san Paolo ha come pendant Gesù Cristo non è un fragile neanderthaliino, ma un essere sovracosmico attorno a cui tutto il cosmo era organizzato armoniosamente ( vedasi l"uomo vitruviano" di
Leonardo ). Il suo peccato, ispirato da Lucifero, fece implodere su se stesso l'universo, che dovette ripartire attraverso un cammino
evolutivo lentissimo e segnato dal disordine,
dalla violenza, dalla "guerra di tutti contro tutti". E' lo scenario presentato da Joseph De Maistre in una pagina famosa delle "Soirees de Petersbourg" dedicata alla mattanza universale. In questo senso Satana è il "principe di questo mondo". Con mia grande sorpresa e massimo conforto ho trovato ne "L'anticristo" di Gianni Baget Bozzo l'affermazione nitida e inequivocabile di questo pensiero abissale, da lui attribuito espressamente a Massimo il Confessore:il Peccato Originale come evento reale, con effetti disastrosi su tutto il cosmo, ma avvenuto in un "eone" metastorico.

Che c'entra tutto questa elucubrazione con i problemi urgentissimi della Chiesa? Anzitto
salva il monogenismo, come richiesto da Pio XII nella "Humanitas generis"; in secondo luogo consente di far uscire il concetto di Legge Naturale dalle secche della concezione fissista e di inserirla in quella evoluzionistica nella sua variante teleologica. In questo senso la Legge Morale Naturale non si riferisce sic et simpliciter al mondo biologico così com'è, disordinato e violento, ma al mondo come deve essere per ritornare allo stato edenico. Quindi la morale cristiana non attardata e retrograda, ma legge di riforma, di "messa a norma" su standard superiori e volta al futuro stato dell'universo, con "cieli nuovi e terra nuova". Una cosa simile al concetto laicista di Utopia, ma non campata per aria perché resa solidissima dalla promessa di Dio.
Se mi sarà concesso, le sottoporrò il testo eloquentissimo di Baget Bozzo. Un grazie alla signora Guarini se non sarò bannAto.

Rafminimi ha detto...

Il tutto
sfocia in un arduo problema di teodicea perchè la *morte*, entrata nel mondo col peccato dell'uomo secondo le Scritture [..]secondo i dati della moderna storia naturale è apparsa milioni se non miliardi di anni prima.
a) E se i dati della storia naturale non fossero tanto certi come li si vuole presentare?
b) Mi sembra CHIARO come il sole che la MORTE cui si riferiscono le Scritture è la SEPARAZIONE TRA ANIMA E CORPO. Ovvero che, con il peccato di Adamo (Persona storica, in carne ed ossa che la Chiesa venera come santo penitente il 24 dicembre) ciò che entrata nella creazione NON è la morte sic & simpliciter, MA LA MORTE DELL'ESSERE UMANO.

Rafminimi ha detto...

Aggiungo che esiste tutta una classe di reperti che storici, archeologi e paleontologi UFFICIALI liquidano come dei falsi, senza nemmeno esaminarli. Reperti che, alla luce della loro impostazione ideologica, poiché di ideologia si tratta, DEBBONO essere falsi. Reperti, rinvenuti un po' ovunque, ma in specie in Sud America, che mostrano interazioni tra esseri umani e dinosauri. Allora o l'Umanità è più antica di quanto i dati moderni ci dicono, e/o almeno taluni dinosauri, almeno in talune aree isolate, sono scampati all'estinzione. Ma poi, non sapete che Higgs non crede più al suo bosone (quanto meno non con le caratteristiche ipotizzate fino ad ora) e Hawkings non crede più ai buchi neri (quanto meno non con le caratteristiche ipotizzate fino ad ora)? Ora se il bosone è una particella come le altre ed i buchi neri forse non hanno le caratteristiche loro attribuite, LE TESI "scientifiche" costruite su tali presupposti,per spiegare perché esiste l'universo e proprio questo universo, hanno lo stesso valore delle favole di Andersen?

Rafminimi ha detto...

Ed aggiungo che, (prima che il Cardinale Bea ne facesse il ritrovo dei peggiori modernisti), la Pontificia Commissione Biblica ha più volte sentenziato che i primi 12 capitoli della Genesi SONO TESTI STORICI.

lister ha detto...

Tema
Il Cardinale Muller: Gettare le fondamenta per un ritorno al Magistero.
Svolgimento
Slogan passatisti, UAAR, scientismo,
darwinismo, evoluzionismo, ecc.
Commento
Papa Galiazzo, bizzarro Arciprete salentino del XVII secolo avrebbe detto nel suo estroso "Breviario":
"Che c'entra il c..o con le Quattro Tempora?" :D

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Franco

1. Possiedo il testo di Baget Bozzo,che a suo tempo ho letto. Non occorre quindi che lei si disturbi a citarlo per me. Osservo tuttavia che BB e' un autore da prendere con le molle. Accanto ad osservazioni acute, come certi suoi giudizi critici sul Concilio, sempre citati, ne alterna altre che non brillano per ortodossia. A cominciare, appunto, da questo suo riproporre l'evento dell'Eden nella prospettiva dello "eone metastorico", cioe'gnostica.
2. Certamente, i problemi sollevati dalla moderna scienza riguardano anche il dogma della fede, e non tanto indirettamente. Gia' per il fatto che la maggioranza degli scienziati, invece di scorgere la mano di Dio nell'ordine meraviglioso del mondo che indubbiamente contribuiscono a far emergere, sembra in maggioranza ricavarne la convinzione dell'origine di questo mondo dal mero Caso, concezione irrazionale. Come diceva san Paolo: "La scienza gonfia". E quindi "Noli altum sapere!", massima apertamente disprezzata da Kant, ovviamente.

3. NOn riusciamo a localizzare il giardino dell'Eden etc.? Mi viene in mente la massima di Manzoni sulla "ignoranza utile" al cristiano. Vale a dire: non si puo' sapere tutto e certe conoscenze corrompono l'intelletto. Ci sono pero'alcune certezze: a. e' certa l'incertezza della scienza: le teorie mutano,i calcoli vengono rifatti, le misure non vanno prese come verita'rivelata. Da quasi un secolo si dice che lo spazio, dopo Einstein, deve ritenersi pieno e curvo, non euclideo, vuoto, piano. Ebbene da qualche tempo l'astrofisica ha dimostrato, con l'uso di strumenti ultramoderni, che lo spazio e' euclideo, piano, potendosi ritenere quindi vuoto e infinito e non piu' curvo ossia sferoide illimitato ma finito (spinozismo di Einstein).
b. Il famoso problema dei sei giorni biblici della Creazione. Ai tempi di san Pio X la Commissione biblica ha stabilito che il vocabolo ebraico "yom" puo' rendersi sia con "giorno"che con "periodo", "epoca". Siamo allora liberi di intendere noi credenti o giorno o epoca, indefinitamente lunga? Penso di si', tuttavia con un limite preciso, ribadito dalla stessa Commissione: la Creazione e' un fatto storico, non una fantasia gnostica. Allora: fatto storico avvenuto in sei giorni o sei epoche lunghe a piacere? Hic Rhodus hic saltus. Il problema diventa questo: trattandosi di verita' rivelata, come mai la rivelazione non e' stata piu' precisa? Mia interpretazione: - il Signore ci ha voluto dare solo un'idea generale di quello che ha fatto, sufficiente a capire che si e' trattato di eventi reali in un certo ordine - Spiegazioni piu' approfondite, nessuno le avrebbe capite; riprova: ancor oggi gli scienziati litigano su quello che sarebbe successo "nei primi tre minuti " dell'universo [!] e sono costretti a costruir teorie, che un domani potrebbero esser dichiarate carta straccia da altre piu' progredite. - I tempi geologici stabiliti dalla scienza, che portano a negare l'idea di creazione surrogandosi alle teogonie dei darwinisti, fino a che punto sono verita' stabilite per sempre? Non lo sono, e' ovvio. Concludo: finche' la scienza non mi dimostra che effettivamente le cose si sono svolte come essa pretende non ho difficolta' a credere ai "sei giorni" sei della Bibbia.
4. Sul problema del male, sulla teodicea, in effetti, la scienza puo' dirci qualcosa, spiegare il perche' del "misterium iniquitatis"? Con l'ateismo che si compiace oggi di diffondere ne e' essa stessa una manifestazione.

Anonimo ha detto...

@ Rr anch'io posseggo una tartaruga, anche se bisognerebbe chiamarle testuggini in quanto terranee, si chiama Ugo perché maschio, razza testudo Hermanni, un vero e proprio 'delinquente' in quanto a ricerca di coccole, si affaccia al vetro della porta del terrazzo quando vuole farsi vedere, fa scene alla Francesca Bertini quando ha fame o ha finito l'acqua nella ciotola, non emette suoni, ma soffia quando è nervoso, si lascia accarezzare sul testone allungando il collo, azzanna il cane se osa invadere il suo territorio, insomma abbiamo 2 animali superdomestici e.....superviziati, qualcuno me lo spieghi....il darwinismo era ed è solo una teoria, mai suffragata da prove inconfutabili, anello mancante e bufalotte varie permettendo, a viene insegnato come dogma sacrosanto, come il vat2 e guai a chi osa mettersi contro. Un bagno di umiltà farebbe molto bene a certi scienziati o sedicenti tali, ma l'umiltà è cosa rara,non solo fra di loro, esempio lampante in colle vaticano.....alla prossima. Lupus et Agnus.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Franco
[Ero intervenuto questa mattina ma devo aver pasticciato perche' il commento non e' mai arrivato]

1. Sul "mysterium iniquitatis", come nota giustamente "Rafm.", non credo la scienza possa, come tale, illuminarci. Ne appare essa stessa manifestazione, con il suo diffuso, odierno ateismo.
2. Ho letto e possiedo il saggio di Badget Bozzo. Secondo me, e' un autore da prendere con cautela. Accanto ad osservazioni acute mostra una poco ortodossa tendenza all'originalita' teologica. L'interpretazione della Caduta come fatto storico ma nella prospettiva di un "eone metastorico" e' in sostanza gnostica e poco comprensibile. In ogni caso, non e' conforme all'insegnamento della Chiesa.
3. Non riusciamo a ritrovare il luogo esatto dell'Eden? Perche', ce n'e' bisogno? E come la mettiamo con i famosi sei giorni della Creazione? Sul difficile rapporto tra scienza e fede, penso si possa proporre quanto segue alla riflessione, in via non definitiva:
a. E' certa l'incertezza della scienza: teorie ritenute validissime che poi vengono ripudiate decenni dopo. Dopo Einstein, tutti a sostenere che lo spazio e'uno sferoide illimitato ma finito, quindi un pieno increato di energia della quale la materia sarebbe solo una variazione di densita'. Da qualche decennio l'astrofisica ha mostrato grazie a strumenti ultraperfezionati che lo spazio cosmico e' invece euclideo, piano-piatto, aperto, infinito. Einstein aveva torto (anche se i media non se ne sono ancora accorti). Ho citato Einstein solo come esempio.
b. Fatti come la Creazione sono stati rivelati solo nelle linee generali, per darci un'idea di quello che ha fatto il Signore, sufficiente per i nostri mezzi e bisogni. Come ha ammonito san Paolo "la scienza gonfia [di superbia]", per cui: "Noli altum sapere!", frase disprezzata apertamente da Kant, ovviamente. Bisognerebbe recuperare, credo, il principio della "ignoranza utile" (Manzoni), ovvero del limite che dobbiamo porre alla nostra curiosita' intellettuale, sapendo che non possiamo sapere tutto perche' non possiamo capire tutto.

Silente ha detto...

Sono grato a Mic per attrarre e ospitare commenti come quelli di Franco e del Professor Pasqualucci.
Concordo con Franco sulla necessità, nella difesa dei "principi non negoziabili", di un approccio dialettico di natura non solo "scritturalistico", ma anche "funzionalistico", rectius basata sui principi di diritto naturale inverati nella storia sociale. Ha ragione: dobbiamo parlare non solo ai "convertiti" (o che si credono tali), ma anche a una platea di semi-colti intellettualmente pervertiti dai luoghi comuni laicisti e relativisti.
Concordo anche con il Professor Pasqualucci riguardo all'evoluzionismo. Pregevole il suo compendio antievoluzionista delle 23:01. E' riuscito efficacemente a condensare le inoppugnabili tesi di Sermonti, Blondet e molti altri. Eppure, persino in ambito cattolico, l'evoluzionismo, indimostrato e indimostrabile, è ormai una idée_reçue accettata come normale per ignoranza, pigrizia intellettuale, conformismo, terrorismo scientista.
E se qualcuno trova troppo difficile il loro linguaggio, pazienza. Esistono anche i vocabolari...

Franco ha detto...

@ Paolo Pasqualucci. Non mi azzarderei a proporre cogitazioni esposte all'accusa di gnosticismo se nel panorama politico-sociale e nella vita ecclesiale non ci fosse un'accelerazione che richiede risposte immediate.
I "principi non negoziabili" sono tali in quanto specificazioni della Legge Naturale. Spero che a lei non sfugga la difficoltà di "fondare" filosoficamente questo concetto nel contesto del pensiero contemporaneo. Forse potrò scandalizzare qualche "anima bella" tradizionalista dicendo che ho trovato giusta l'osservazione di Vito Mancuso, secondo cui
attualmente manca il collegamento fra teologia e cosmologia che invece era un elemento di vitale importanza nella grande teologia patristica e scolastica: basta pensare al "Paradiso"di Dante e alle cattedrali.
Quanto all'accusa di gnosticismo, credo che si debbano fare delle distinzioni, trattandosi di termine non univoco: "cristiano gnostico" per Clemente alessandrino era il fedele che voleva legittimamente approfondire la sua visione del mondo con elementi filosofici, secondo il principio poi sintetizzato nelle formule "Fides quaerens intellectum" e "Credo ut intelligam -intelligo ut credam". Altra cosa è lo gnosticismo estremo, che si spingeva fino al dualismo marcionita e manicheo.
Temo che troppo spesso si gridi "dagli allo
gnostico" come nel 1630 si gridava "dagli all'untore". Io constato che la propaganda
ateistica-laicista ( UAAR, Dawkins, Dennett ) incentrata sul Darwinismo, cavalca alla grande argomenti relativi alla cosmologia e alla storia naturale, miranti a demolire la teodicea; argomenti su cui la cultura cattolica è ampiamente scoperta, nel senso di ricerche insufficienti e di risposte esili, provvisorie e di fatto "perdenti" nell'arena mass mediatica. Si deve accettare il mistero; però bisogna anche cercare di argomentare per quanto possibile la non irrazionalità della dottrina tradizionale. Per me sostenere come fatto storico l'Arca di Noè con tutti gli animali a bordo può servire solo a raccogliere risate e ad allontanare dalla religione qualsiasi liceale che non abbia il paraocchi come i muli; e su questo non credo che basti demonizzare il card. Bea come fa Rafminimi.
Quanto alla negatività delle istanze gnostiche, non vedo come il discorso di san Paolo, lettera ai Romani, sulla creazione che soffre e geme per le doglie del parto in attesa della liberazione, non possa, anzi debba essere ricondotto a qualche speculazione sulla deprivazione del cosmo da un precedente stato di pienezza: non attende la liberazione se non chi è stato imprigionato... e da chi può
essere stato imprigionata la creazione se non da "potenze" negative di natura angelica, quelle a cui accenna lo stesso san Paolo? E il grandioso parallelismo paolino fra Gesù Cristo, uomo ma anche dominatore cosmico, e Adamo, non implica anche una certa
"cosmicità" del primo uomo ?
Su Baget Bozzo mi informerò meglio; però tengo a precisare che nel suo libro fa riferimento ai richiami ai Novissimi fatti dalla Vergine Maria nelle apparizioni e afferma che le profezie di Fatima furono relegate da
Giovanni XXIII nella categoria dei deprecabili "profeti di sventura". Sono affermazioni da "gnostico" duro?
Il tutto per ribadire che abbiamo bisogno SUBITO di una formulazione della Legge Naturale razionalmente accettabile e presentabile, il che può essere solo con un collegamento alla Protologia e all'Escatologia.

F ha detto...

Tengo a precisare: i miei "distinguo" filognostici mentre sto vedendo per l 'ennesima volta ( almeno cinquanta nella vita ) il meraviglioso film "Bernadette" del 1943 interpretato da Jennifer Jones. Sono uno gnostico un po' atipico.

lister ha detto...

"E se qualcuno trova troppo difficile il loro linguaggio, pazienza. Esistono anche i vocabolari..."
Asserzione, questa, che esplicita il livello di superbia dell'autore che sale sul gradino più alto per sentenziare sull'operato del popolo bue.
"..un approccio dialettico di natura non solo "scritturalistico", ma anche "funzionalistico", rectius basata sui principi di diritto naturale inverati nella storia sociale."
Forse che basti un vocabolario per capire che...cosa c'è scritto?
L'uso di "paroloni" più o meno forbiti (ma più lo sono, meglio è) per esporre la propria opinione denota un bisogno di attenzione narcisistico ed anche un po' nevrotico.
E' la maniera di esprimersi di chi crede che, così facendo, avrà più valore il suo punto di vista. Così facendo, il popolo bue, pur non avendo capito un...acca, lo invidierà, il suo pari lo acclamerà.
Certo non gli saranno riconosciuti premi vari in letteratura... :)

mic ha detto...

Pubblico il commento di lister, anche se pesantemente diretto alla persona, cosa che sono sempre fortemente convinta si debba evitare, perché penso sia necessario prendere atto della diversa tipologia di persone cui si dirige il nostro messaggio e con cui si condivide il nostro sensus fidei.
Ora, personalmente, sono portata a 'passar sopra' alla presenza di approcci essenzialmente intellettualisti e non necessariamente per questo esibizionisti, così come talvolta mi trovo ad accoglierne altri più semplicisticamente apocalittici e complottisti o legati alle rivelazioni private. E come pure alcune volte accolgo, ma sempre cum grano salis, qualche riferimento più diretto alla politica.
Penso che, alla fine, se c'è qualcosa o qualcuno che non si confà al nostro 'sentire' o al nostro tipo di approccio ma nonostante questo c'è coincidenza di obbiettivi, basta oltrepassarlo e non esprimere giudizi sulla persona che, in mancanza di una conoscenza più diretta rischiano sempre di essere temerari e di riflettere solo i nostri gusti e tendenze personali che ognuno è libero di avere, ma che in un contesto allargato, se vuole e pensa ne valga la pena, deve sforzarsi di armonizzare con quelli degli altri.

mic ha detto...

Si vorrebbe essere più semplicemente divulgativi; ma a volte le esigenze di approfondimento portano su territori più articolati e ad un linguaggio più complesso.
Ad esempio le puntualizzazioni di Paolo Pasqualucci indotte da Franco ci hanno aperto usci di comprensione allargati ad altri campi. Un'intera vita di studi e di lavoro in campo esegetico, teologico, storico e apologetico, oltre a richiedere l'armonizzazione e l'integrazione di queste discipline, non può non arricchirsi di una vara e propria interdisciplinarietà come quella manifestata da Pasqualucci.
Non è l'unica cifra del blog, che punta soprattutto alla riaffermazione e alla divulgazione dei fondamenti della nostra fede, così oscurati, ma io ci guazzo bene e tenderei ad approfondire. Cosa che sono stata solita fare da sempre privatamente.
Quando capita di condividere, bene venga. Mi spiace solo non avere il tempo di esprimere dal canto mio gli approfondimenti che vorrei, perché penso di privilegiare gli elementi più pesantemente toccati dalla dissoluzione odierna.

lister ha detto...

Carissima Mic,
è qualche anno che seguo con attenzione e trasporto il tuo bellissimo blog ed ho sempre (più o meno) condiviso i tuoi post.
Mi piace leggere i commenti per confrontare il mio sentire e le mie opinioni con quelle degli altri blogger.
Sarà per un retaggio scolastico ma non capisco perché si debba uscire dal tema (da qui la battuta di Papa Galiazzo) e tanto meno che lo si debba fare solo per palesare inopportunamente il proprio livello intellettuale usando i famosi "paroloni" criticati dall'anonimo del 13/3 alle 14,24 e da me condiviso. E non mi azzardo a riferirmi all'ottimo Prof. Pasqualucci.
Io mi sono permesso di esprimerlo.
Del resto in un forum virtuale di discussione esiste anche questa possibilità, no?

Se poi qualcuno scrive in maniera scostante nei confronti di chi esprime questo dissenso, allora mi adeguo.
Come Rosina di Rossini:
"Ma se mi toccano dov'è il mio debole..."
Un abbraccio :)

Franco ha detto...

@ Lister. Quel tale ( indubbiamente illustre ) prof. Francesco Remotti, antropologo, che dichiara inconsistente il concetto di Legge Naturale, pilastro della morale cattolica e base della sua azione sociale, nel 2010 ha pubblicato un pamphlet-sfida: "Contro natura. Una lettera al papa". Per papa si intende Ratzinger, che aveva molto caro il tema della "fondazione del diritto" e su questo fece diversi interventi, fra cui uno assolutamente magnifico al Reichstag tedesco. orbene, l'antropologia
( cioè studio dell'uomo nelle sue strutture
profonde, che lo portano a diverse forme di rapporto psicologico e sociale ) ha un
linguaggio tecnico: e SINCRONICO /
DIACRONICO sono appunto due fra i termini
più importanti e pregnanti di quel linguaggio: indicano, per così dire, gli assi carttsiani di quella scienza. Spero si arrivi a capire che per controbattere e confutare ( rispettosamente ) personaggi che sono di alto profilo e non cialtroncelli occorre scendere sul loro terreno e trovare una articolazione concettuale e linguistica adeguata. Temo di vedere in certe reazioni infastidite l'espressione del pregiudizio per cui nelle materie scientifiche si può e si deve essere complicati, mentre in campo umanistico a chiunque è consentito di parlare a braccio, anche sulla base di vaghi impulsi emotivi dettati dal "buon senso". Per quanto mi riguarda, ho la certezza morale di intervenire non per esibizionismo, ma perché sono convinto che le sfide attuali alla Chiesa richiedano IN TEMPI BREVI una attrezzatura culturale non meno raffinata di quella degli
avversari. Provi a chiedersi se non siano stati complicati e propensi ai "paroloni" i teologi
della Patristica e della Scolastica, i cui
contributi sono confluiti nella Tradizione e sono stati acquisiti in forma scremato dal
popolo cattolico; popolo che mediamente non
ha la minIma idea del lavorio di pensiero che c'è dietro a certe formule semplici e nitide. Un esempio fra tutti: il Credo di Nicea, ovvero Simbolo Atanasiano.

mic ha detto...

OK Franco,
è vero che con certi tali illustri occorre scendere sul loro stesso terreno.
Ma che lo facciano coloro che una vita di studi e un'autorevole carica ha posti nelle sedi adeguate.
Una sede adeguata non è certo un blog come questo.
Una volta che si è convenuto sulla importanza di certi studi e di certi approcci è inutile continuare a battere su questo tasto.
Continuiamo nell'analisi puntale dei temi proposti con il succo di ciò che abbiamo assimilato da tante letture.
Dietro a tante formule incastonate nella storia e nel cuore dei credenti non c'è solo lavorio di pensiero, ma anche tanta Adorazione e Contemplazione.



lister ha detto...

Un'invenzione olandese, il programma "Sans Bullshit Sans", riconosce e "traduce" le parole abusate nel linguaggio tecnologico.
Rimango in attesa di un aggiornamento del programma che "traduca" le parole "raffinate" usate da alcuni frequentatori del blog Chiesa e postconcilio.
Senza dover ricorrere al vocabolario.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Franco, Lister etc.
Si e' messa molta carne al fuoco, se possibile vorrei intervenire sinteticamente, magari a rate.

1. I PAROLONI. Approccio "funzionalistico" al matrimonio. A volte Franco sembra esprimersi in modo che puo' sembrare difficile. Tuttavia, raccogliendo il legittimo invito di "Lister", cerchero' di spiegare quel "parolone". Si tratta di rivalutare la "funzione" del matrimonio nella societa' come istituto indispensabile al corretto mantenimento del rapporto tra le generazioni (e quindi visto nell'arco del tempo, dia-cronico, attraverso il tempo) e al mantenimento del tessuto connettivo sociale esistente, ossia contemporaneo (sin-cronico, nello stesso tempo). Questo perche' la concezione aberrante attuale tende addirittura ad eliminare il matrinomio, in nome di un esasperato individualismo atomistico, che va dalle coppie di fatto (dalle ragazze madri) alle unioni contro natura. Non basta quindi riproporre il matrimonio indissolubile come dogma di fede, cosa pur necessaria ed indispensabile. Questo credo volesse dire l'autore, il nostro caro Franco. Il punto e' importante, come ognun puo' vedere.
2. Sullo gnosticismo, non accuso Franco di gnosticismo. Dico solo che l'uso di una prospettiva di tipo gnostico appare in autori come BB quando si servono del termine "eone". Questo e' tipico termine dello gnosticismo piu' radicale. Un altro "parolone" indubbiamente. In realta' e' il termine greco (aeon) di aevum, evo, epoca, era: un'epoca di salvezza che si attuerebbe nel cosmo sorgendo dalle tenebre della materia, da perseguirsi attraverso una conoscenza (gnosis) del proprio io, in quanto emanazione della Pienezza divina che si districa dalla materia; conoscenza di tipo esoterico, per iniziati. Cristo e' inteso dagli gnostici non come un individuo concreto ma come un "eone" di salvezza, le cui dottrine si ricaverebbero soprattutto da un'interpretazione esoterica del Vangelo di Giovanni (sarebbe dottrine segrete!). [SEGUE]

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ [CONTINUA]
3. L'ESILE RISPOSTA CATTOLICA AL SECOLO
Questo e' un tema che assilla il nostro Franco e a ragione. Credo che assilli tutti noi. Come nota giustamente Mic, non e' che possiamo approfondire un tema del genere piu' di tanto su di un semplice blog. Tuttavia qualcosa si puo' fare. Nel senso, direi, di mantenere vivo il problema (che e' grave) in modo da riuscire a suggerire approfondimenti individuali ai frequentatori del blog interessati al problema. Esiste indubbiamente un complesso di inferiorita' dei cattolici nei confronti della cultura moderna, in particolare della scienza. Se cosi' non fosse, non cercherebbero di adattare in tutti i modi il cattolicesimo al modo di sentire e pensare del Secolo. Cio' e' un grave errore, naturalmente. Per reagirvi, bisognerebbe, io credo, stabilire innanzitutto alcuni punti fermi. Un primo, dovrebbe essere quello di eliminare quello che mi sembra diventato un vero e proprio pregiudizio e che ritrovo, inconsavevolmente, nel discorso di Franco.
4. IL PRIMO ERRORE DA EVITARE. Il concetto che : proporre verita' rivelate come l'Arca di Noe' etc puo' solo suscitare ilarita', nel mondo d'oggi. Bisogna quindi trovare una soluzione, un modo di proporre la rivelazione che eviti il dileggio. Ma non fu proprio questo l'errore modernista? Trovare un modo di concepire la rivelazione che andasse d'accordo con la mentalita' dell'uomo moderno, scettico e miscredente. Non dimentichiamo che i dileggiatori dei miracoli e dei fatti straordinari narrati nella Scrittura, sono gli stessi che credono di discendere dalle scimmie! Non lo dico per offendere ma semplicemente per ricordare gli incredibili pregiudizi dei quali sono sempre schiavi gli uomini. Di fronte agli scettici ateniesi dell'Areopago, san Paolo che successo ebbe? "Quando sentirono parlare di resurrezione dei morti, alcuni ci risero,altri [educatamente] gli dissero: - Di questo ti ascolteremo un'altra volta" (At 17, 32-33). Alcuni pero' credettero. Forse il mondo e' cambiato? NO. Reagisce sempre allo stesso modo al vero annuncio evangelico. Non dobbiamo quindi adattare la Parola al mondo ma proclamarla senza tentennamenti, come san Paolo, perche' solo in quel modo la Parola proclamata ottiene l'indispensabile aiuto dello Spirito Santo per convertire i cuori. [SEGUE, ULTIMA PUNTATA]

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ E vengo infine all'ultimo punto.

5. COME CREDERE O MEGLIO COME ARRIVARE ALLA FEDE PER CHI LA CERCA MA ANCORA NON L'HA TROVATA? Per i cattolici di fede antica e consolidata, sin dalla nascita o quasi, il problema puo' apparire superfluo. C'e' che ha la fortuna di avere una fede semplice e adamantina per tutta la vita. Ma non e' cosi' per tanti altri. Pensiamo a tante anime in fuga dalle rovine spirituali e culturali della nostra disastrata societa' ultralaica. Sicuramente vorrebbero trovare finalmente un porto d'approdo nella fede in Nostro Signore, che da' la vita eterna. Pero' c'e' anche l'inciampo della formazione culturale di tipo razionalistico, intrecciata alle pulsioni nichilistiche che sappiamo, delle quali portatore e' anche l'attuale "scientismo".
Uno dei problemi e' indubbiamente costituito dalla fede nei miracoli ed eventi straordinari disseminati nella Bibbia. Mi pare di capire che per Franco (ma di sicuro per molti altri) una pietra d'inciampo e' costituita proprio dal credere a queste cose. Lo assilla il fatto dell'Arca di Noe'. Ora, sappiamo anche che senza l'aiuto della Grazia non arriviamo alla fede. E allora?
Racconto l'esperienza di uno che ho conosciuto, se mi e' concesso, sperando che sia utile.
Di educazione cattolica da ragazzo, subi' l'influenza del Secolo, del pensiero moderno e poi comincio' a tornare alla fede attorno ai 30 anni.
Ad un certo punto un ostacolo insuperabile a credere era costituito dal miracolo del Passaggio del mar Rosso (Es., 14). Comincio' allora a porsi il problema di: come devo crederci? Come simbolo, mito? Nonsense. Giunse alla conclusione che doveva crederci come miracolo, il mare che eleva due alte mura al passaggio degli uomini e poi si richiude sugli inseguitori. Fondamento razionale di cio': a Dio onnipotente non e' certo impossibile disporre della natura da Lui creata come vuole. Allora non c'era piu'un ostacolo razionale a credere: si trattava adesso di credere che quel particolare miracolo si era effettivamente realizzato. Di credere che la testimonianza della Scrittura era autentica. Dopo lunga battaglia ineriore contro se stesso il passo fu compiuto e qui deve esser intervenuta la Grazia, ad integrare la ragione che si era spinta sino al punto massimo consentitole ("Picchiate e vi sara' aperto").

@ Silente, Mic,
ringrazio per le gentili espressioni nei confronti dei miei modesti contributi al blog.

Silente ha detto...

Va bene. Prendo atto che, secondo alcuni, qui, termini come "diacronico", "sincronico", "dialettico" sono "paroloni" da non usare. Secondo l'aberrazione contemporanea, dovremmo esprimerci con un linguaggio da social network o da "il grande fratello", che non escluda la sgrammaticatura, la confusione tra indicativo, congiuntivo e condizionale, qualche parolaccia, che fanno tanto "autenticità", e un "parlar semplice" che rinunci alla precisione terminologica e quindi concettuale.
Beh, non ci sto. Non credo che Franco, Pasqualucci o il sottoscritto abbiano "parlato difficile". Sono stati usati gli esatti termini per esprimere certi concetti. E se qualcuno non li capisce, suo dovere, lo ribadisco, utilizzare un buon vocabolario. L'ignoranza, vera o presunta (e nel caso di specie credo sia più esibita a scopo polemico che reale), non può essere una scusante.
Credo che questo sito abbia anche una funzione di acculturazione, di elevazione, di approfondimento. E questo non può avvenire senza l'utilizzo anche di un linguaggio consono.
Un bel articolo di Mic, leggibile qui a fianco, s'intitola: sunt nomina rerum. Già: se non si ha la padronanza delle parole, non si possono esprimere concetti.
La perdita delle parole significa la perdita del pensiero e della verità.
Scriveva Fabricius, naturalista svedese del '700: "Nomina si pereunt, perit et cognitio rerum".
E che ora i miei interlocutori favorevoli a un linguaggio "semplice", si facciano una bella ricerca su internet per la traduzione.
Gli farà solo che bene (per esprimerci in modo semplice).

mic ha detto...

Amici miei,
con tutti i problemi che ci sono nella Chiesa e nel mondo star qui a disquisire sui paroloni sì o paroloni no, mi sembra una perdita di tempo prezioso.
Chi li ha, insieme a quello che significano, li usi a proposito e chi non li ha si soffermi su quel che più gli aggrada.
Ma, per favore, adesso parliamo di ciò che è davvero importante e che sta dilaniando il nostro mondo e le nostre anime!

lister ha detto...

"Sono stati usati gli esatti termini per esprimere certi concetti. E se qualcuno non li capisce, suo dovere, lo ribadisco, utilizzare un buon vocabolario."

Magari facendo buon uso della Grammatica Italiana:
"Un bel articolo..." = Un bell'articolo
"Gli farà solo bene" = Farà loro solo bene"

Silente ha detto...

Sulla mancata elisione ("un bel articolo") ha ragione il mio interlocutore. Sul secondo no, era un anacoluto voluto e ironico, come segnalava la frase successiva: "(per esprimerci in modo semplice)".
Fine della discussione.

lister ha detto...

"per esprimerci in modo semplice"
ci si sta adeguando al
"dovremmo esprimerci con un linguaggio da social network o da "il grande fratello", che non escluda la sgrammaticatura, la confusione tra indicativo, congiuntivo e condizionale, qualche parolaccia,..."?

L'anacoluto è una "irregolarità" sintattica.
L'uso di "gli" anziché "loro" è un errore grammaticale.

Citazione per citazione:
"Una grammatica insufficiente è la premessa di una filosofia confusa"
Nicola Gomez Davila

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Lister - Grammatica

Eppure leggo ne: Aldo Gabrielli, "Si dice o non si dice?", Mondadori, 1969, alla voce: "Gli e loro", che l'uso di "gli"non sarebbe sgrammaticatura. Cita Boccaccio: "Ma poi che con loro in piacevole ragionamenti entrata fu...essa piacevolmente donde fossero e dove andassero gli domando'" (Decam.); e Manzoni: "..e andavano non solo curvi, per il peso, ma sopra doglia, come se gli fossero state peste l'ossa" - Prom. Sposi, cap. XI. Per concludere che si preferisce spesso l'uso del "loro" per "ragioni di precisione grammaticale e di nobilta' di stile".
Cio' detto propongo di chiudere amichevolmente la polemica, ricordando anche che negli interventi sui blog non e' che si riesca sempre a scriver bene, dal punto di vista della lingua. Lo dico per me stesso, ovviamente. E'giusto pretendere un linguaggio piu' semplice e piu' chiaro in certe espressioni, ma senza esagerare. Anche chi usa termini che appartengono al modo di esprimersi tendenzialmente involuto e legnoso della lingua in uso oggi, dal poco simpatico taglio "sociologico", per cosi' dire, lo fa sempre nell'ambito della "buona battaglia" per la difesa della vera fede, che ognuno combatte con i mezzi di cui
e' capace, tutti buoni e tutti validi.

lister ha detto...

Insomma "non è sgrammaticatura" ma non va usato per "precisione grammaticale".
Classico maanchismo...
Anche Saviano scrive "qual'è" con l'apostrofo e se ne vanta, ma ciò non toglie che è errore.
Vero, può capitare di commettere un errore di grammatica, ma arrampicarsi sugli specchi per cercare di dimostrare che è corretto (mi riferisco all'anacoluto) mi sembra enorme e comunque io non ho mai "preteso" un linguaggio più semplice: ho, semplicemente, sottolineato l'uso gratuito che se ne può fare a discapito di una chiara lettura.

Asserzioni come questa:
"Sono stati usati gli esatti termini per esprimere certi concetti. E se qualcuno non li capisce, suo dovere, lo ribadisco, utilizzare un buon vocabolario."
non fanno che denotare ciò che ho rilevato come un atto di superbia (per cui Mic mi ha bacchettato) da parte dell'autore.
E non ho detto classismo...

mic ha detto...

Mi rivolgo a Lister perché il suo è il messaggio più recente, ma vale per TUTTI.

questa non è l'Accademia della Crusca, è un blog su cui noi tutti scriviamo rapidamente senza star lì a fare troppa accademia.
Io non voglio bacchettare nessuno. In questo particolare momento vi metto al corrente del mio stato d'animo (che tale è e che quindi supero immediatamente) di saturazione per questi sterili noiosi dibattiti cultural-linguistici in un momento, come ho già detto, in cui il nostro tempo è prezioso per la preghiera, per la vita quotidiana intensa e sotto lo sguardo del Signore e per un confronto e contributi costruttivi su temi più che scottanti, vitali. Ognuno di noi in base ai suoi doni ed ai suoi limiti che, nella pazienza e buona volontà reciproche possono essere: i limiti superati e i doni integrati.
Anzi, mi permetto di aggiungere che, se qualche volta riusciamo ad astenerci da qualche commento che nasce più da un puntiglio che da una partecipazione costruttiva, è già un bel risultato per la nostra personale edificazione, con l'aiuto della grazia.

lister ha detto...

PARDON
:)