Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 19 marzo 2015

Comunicato della Conferenza Episcopale dei vescovi polacchi sulla comunione ai divorziati "risposati"

Riprendiamo da Toronto Catholic witness [qui] by Rorate Caeli.
In relazione all'articolo precedente sull'eco internazionale delle dichiarazioni dei Cardinale Burke e Tagle in Inghilterra, registriamo anche le posizioni pubbliche di distanza formale dalla tesi sinodale del Card. Kasper da parte dei Vescovi polacchi. I fronti si vanno delineando. Non dimentichiamo che la problematica del matrimonio e della famiglia non è l'unica questione in discussione, ma è quella attorno alla quale e dalla quale sono stati lanciati segnali rivoluzionari di portata ben più ampia e generale.
Aggiungo alle informazioni che ricaviamo dal testo tradotto che la plenaria dei vescovi polacchi tocca la questione di cui stiamo parlando al punto 3. mentre negli altri punti esamina anche svariati problemi non solo di etica (eutanasia, fecondazione in vitro, aborto) ma anche la persecuzione dei cristiani in tante parti del mondo, la situazione al loro confine orientale (l'Ucraina), le migliaia di sacerdoti polacchi vittime a Dachau, verso cui preparano un Pellegrinaggio in occasione dei 70 anni dalla liberazione del campo. (M.G.)

I Vescovi della Conferenza Episcopale polacca nella riunione plenaria annuale (368) hanno respinto formalmente la "proposta-Kasper" di dare la comunione ai cattolici sposati sacramentalmente, che vivono seconde "unioni" illecite e peccaminose.
Nell'affermare formalmente la loro posizione, i Vescovi polacchi rifiutano totalmente il Partito in favore dell'adulterio di cui alla scandalosa ed eretica relatio di medio-termine dello scorso ottobre 2014, e si pongono dalla parte di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua dottrina della indissolubilità del santo matrimonio.

In tal modo, i Vescovi rimangono fedeli alla Familiaris Consortio che si limita a ribadire l'immutata e immutabile verità sul matrimonio cristiano che nessun uomo, anche se si tratti del Papa può cambiare. San Giovanni Paolo II ha ribadito in un discorso alla Rota Romana [cito per esteso in nota 1 per comodità di chi legge] che nessun Papa ha l'autorità di modificare la dottrina della Chiesa. Il Papa è il Pastore universale, tenuto solennemente sotto pena di peccato grave a sostenere gli insegnamenti dell'Unico Cristo e dell'unica Chiesa.

Dal Comunicato della Conferenza episcopale polacca [qui]:
[...] 3. In vista del prossimo Sinodo straordinario dei vescovi a Roma, i vescovi si sono assunti l'impegno di una riflessione sul matrimonio e sulla famiglia. Questa riflessione ha dimostrato l'importanza della famiglia dal punto di vista delle questioni filosofiche, teologiche e giuridiche.
Una volta l'imprescindibile importanza del sacramento del matrimonio e della famiglia era collegata alla crescita della vita cristiana nella Chiesa.
Essi hanno sottolineato la necessità di promuovere la pastorale delle famiglie, per rafforzare i fedeli nella comprensione e nell'attuazione del matrimonio sacramentale, inteso come unione sacra e indissolubile tra un uomo e una donna.
L'insegnamento e la tradizione della Chiesa dimostra che le persone che vivono in unione non-sacramentale si privano della possibilità di ricevere la Santa Comunione.
A chi vive in tali unioni deve essere garantita la cura pastorale perché possano essere in grado di mantenere la fede e rimanere nella comunità della Chiesa. La cura pastorale per le persone che vivono unioni non-sacramentali dovrebbe tener conto anche dei bambini, che hanno il diritto di partecipare pienamente alla vita e alla missione della Chiesa. [...]
[Traduzione di Chiesa e post-concilio]
_____________________________
1. Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, 21 gennaio 2000, in AAS, 92 (2000), pp. 350-355 
[...] Tuttavia, va diffondendosi l’idea secondo cui la potestà del Romano Pontefice, essendo vicaria della potestà divina di Cristo, non sarebbe una di quelle potestà umane alle quali si riferiscono i citati canoni [1099 - 1057], e quindi potrebbe forse estendersi in alcuni casi anche allo scioglimento dei matrimoni rati e consumati. Di fronte ai dubbi e turbamenti d’animo che ne potrebbero emergere, è necessario riaffermare che il matrimonio sacramentale rato e consumato non può mai essere sciolto, neppure dalla potestà del Romano Pontefice. L’affermazione opposta implicherebbe la tesi che non esiste alcun matrimonio assolutamente indissolubile, il che sarebbe contrario al senso in cui la Chiesa ha insegnato ed insegna l’indissolubilità del vincolo matrimoniale.
7. Questa dottrina, della non estensione della potestà del Romano Pontefice ai matrimoni rati e consumati, è stata proposta molte volte dai miei Predecessori [Cfr. ad esempio, Pio IX, Lett. Verbis exprimere, 15 agosto 1859: Insegnamenti Pontifici, Ed. Paoline, Roma 1957, vol. I, n. 103; Leone XIII, Lett. Enc. Arcanum, 10 febbraio 1880: ASS 12 [1879-1880], 400; Pio XI, Lett. Enc. Casti connubii, 31 dicembre 1930: AAS 22 [1930], 552; Pio XII, Allocuzione agli sposi novelli, 22 aprile 1942: Discorsi e Radiomessaggi di S.S. Pio XII, Ed. Vaticana, vol. IV, 47]. Vorrei citare, in particolare, un’affermazione di Pio XII: “Il matrimonio rato e consumato è per diritto divino indissolubile, in quanto che non può essere sciolto da nessuna autorità umana [Can. 1118]; mentre gli altri matrimoni, sebbene intrinsecamente siano indissolubili, non hanno però una indissolubilità estrinseca assoluta, ma, dati certi necessari presupposti, possono (si tratta, come è noto, di casi relativamente ben rari) essere sciolti, oltre che in forza del privilegio Paolino, dal Romano Pontefice in virtù della sua potestà ministeriale” [Allocuzione alla Rota Romana, 3 ottobre 1941: AAS 33 [1941], 424-425.]. Con queste parole Pio XII interpretava esplicitamente il canone 1118, corrispondente all’attuale canone 1141 del Codice di Diritto Canonico, e al canone 853 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, nel senso che l’espressione “potestà umana” include anche la potestà ministeriale o vicaria del Papa, e presentava questa dottrina come pacificamente tenuta da tutti gli esperti in materia. In questo contesto conviene citare anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, con la grande autorità dottrinale conferitagli dall’intervento dell’intero Episcopato nella sua redazione e dalla mia speciale approvazione. Vi si legge infatti: “Il vincolo matrimoniale è dunque stabilito da Dio stesso, così che il matrimonio concluso e consumato tra battezzati non può mai essere sciolto. Questo vincolo, che risulta dall’atto umano libero degli sposi e dalla consumazione del matrimonio, è una realtà ormai irrevocabile e dà origine ad un’alleanza garantita dalla fedeltà di Dio. Non è in potere della Chiesa pronunciarsi contro questa disposizione della sapienza divina” [N. 1640].
8. Il Romano Pontefice, infatti, ha la “sacra potestas” di insegnare la verità del Vangelo, amministrare i sacramenti e governare pastoralmente la Chiesa in nome e con l’autorità di Cristo, ma tale potestà non include in sé alcun potere sulla Legge divina naturale o positiva. Né la Scrittura né la Tradizione conoscono una facoltà del Romano Pontefice per lo scioglimento del matrimonio rato e consumato; anzi, la prassi costante della Chiesa dimostra la consapevolezza sicura della Tradizione che una tale potestà non esiste. Le forti espressioni dei Romani Pontefici sono soltanto l’eco fedele e l’interpretazione autentica della convinzione permanente della Chiesa.
Emerge quindi con chiarezza che la non estensione della potestà del Romano Pontefice ai matrimoni sacramentali rati e consumati è insegnata dal Magistero della Chiesa come dottrina da tenersi definitivamente, anche se essa non è stata dichiarata in forma solenne mediante un atto definitorio. Tale dottrina infatti è stata esplicitamente proposta dai Romani Pontefici in termini categorici, in modo costante e in un arco di tempo sufficientemente lungo. Essa è stata fatta propria e insegnata da tutti i Vescovi in comunione con la Sede di Pietro nella consapevolezza che deve essere sempre mantenuta e accettata dai fedeli. In questo senso è stata riproposta dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Si tratta d’altronde di una dottrina confermata dalla prassi plurisecolare della Chiesa, mantenuta con piena fedeltà e con eroismo, a volte anche di fronte a gravi pressioni dei potenti di questo mondo.
È altamente significativo l’atteggiamento dei Papi, i quali, anche nel tempo di una più chiara affermazione del primato Petrino, mostrano di essere sempre consapevoli del fatto che il loro Magistero è a totale servizio della Parola di Dio [474] e, in questo spirito, non si pongono al di sopra del dono del Signore, ma si impegnano soltanto a conservare e ad amministrare il bene affidato alla Chiesa.
9. Queste sono, illustri Prelati Uditori ed Officiali, le riflessioni, che, in materia di tanta importanza e gravità, mi premeva parteciparvi. Le affido alle vostre menti e ai vostri cuori, sicuro della vostra piena fedeltà e adesione alla Parola di Dio, interpretata dal Magistero della Chiesa, e alla legge canonica nella più genuina e completa interpretazione.

31 commenti:

Luís Luiz ha detto...

Non si parla dell'eresia palese dell'intervista a Scalfari.
Se l'anima è mortale, se l'inferno non esiste, c'è ancora il papato? E perchè?

Anonimo ha detto...

L’arcivescovo di Louisville, Joseph Kurtz, ha dichiarato che nel suo ruolo di uno dei quattro delegati votati dalla Conferenza episcopale, “La dimensione che porterò sarà quella dell’unità e dell’integrità di come preghiamo, di come crediamo e di come offriamo cura pastorale. Sarà molto importante che non ci sia un gap fra il modo in cui preghiamo, crediamo e offriamo cura pastorale”.

Sento che in generale la gente desidera raggiungere le persone nel bisogno. Naturalmente vogliono anche essere sicuri che non ci allontaneremo dagli insegnamenti da lungo tempo onorati della Chiesa. C’è una giusta preoccupazione che rimaniamo fedeli al vero magistero della Chiesa, e questa è l’attitudine che adotterò nel Sinodo”.


http://www.lastampa.it/2015/03/19/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-la-posizione-usa-kurtz-cVBtMs8Wa6FnEmxRgy9Y0O/pagina.html

RIC ha detto...

Chiedo scusa precedentemente ho sbagliato post.. Riporto di seguito la preghiesa a San Giuseppe, tanto piu' importante oggi mentre viene messo in discussione l'indissolubile vincolo della famiglia

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.

Anonimo ha detto...

Luis,

La difficoltà con il testimonio di Scalfari è che non si può condannare qualcuno nella chiesa, specialmente il papa, usando il testimonio di tale uomo, già conosciuto per la sua capacità di creare un dialogo di 2 ore usando soltanto la sua memoria...

Romano

Rr ha detto...

Mic,
da almeno tre tipi di documentazione originale ed altamente affidabile, risulta che ad Auscwitz morirono molti più cattolici che di altre fedi, tra cui ovviamente molti preti e religiosi
Rr

Anonimo ha detto...

Intanto sabato il VdR cenerà con 10 transessuali. Vedi articolo su La Stampa di oggi.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Chissà cosa dirà il vdr ai 10"transessuali. Se annunciasse il Vangelo, solo quello, sarebbe lodevole

Anonimo ha detto...

Speriamo che altre Conferenze episcopali si ergano a difendere la retta dottrina come i vescovi polacchi in modo da smorzare la foga dei progressisti a partire da adesso.
Noi ci impegneremo con le nostre preghiere !
Preghiamo S.Giuseppe e il Principe della Milizia Celeste!

Rr ha detto...

Segnalo Magister sulle reazioni della S.Sede e della CEI sulla legge sul fine vita in Francia (personalmente un' eutanasia mascherata, che getterà la maschera tra 2-3 anni se i socialisti resteranno al potere. O il cosiddetto UMPS).
Rr

Anonimo ha detto...

Per nostra fortuna in Francia, quando si legifera non c'è l'abitudine di chiedere il parere preventivo della Santa Sede, della Conferenza episcopale o di qualche giornale. Queste cose le lasciamo fare a voi in Italia.

Anonimo ha detto...

"Intanto sabato il VdR cenerà con 10 transessuali. Vedi articolo su La Stampa di oggi."


attenzione , perche non aspettano altro che sentirci dire "che scandalo!" e poi paragonare chi difende la tradizione ai farisei e il papa a Gesù che cenava coi peccatori e i pubblicani...

Anonimo ha detto...

... per nostra fortuna in Italia, tra tante e tanto gravi innegabili mancanze, il buon senso è duro a morire. Nel nostro parlamento, nelle conferenze episcopali, nel cuore di tanta brava gente... e grazie a Dio nei nostri giornali.
Si morda la lingua invece di sparare pavide sentenze nell'anonimato.

David

mic ha detto...

La differenza è che Gesù cenava coi peccatori e con i pubblicani per convertirli. Il Papa dice "chi sono io per giudicare?" e li lascia nel loro errore.

Potremmo ricrederci se venissero riferite sue parole in ordine al vivere la loro tendenza (falsamente ritenuta invincibile o incurabile. Non sempre lo è...) per lo meno nella castità.

mic ha detto...

David,
anche a me non piace l'anonimato. Ma le critiche hanno ogni ragion d'essere, ampiamente motivata. Se approfondisce invece di sparare sentenze, forse se ne può convincere attraverso il suo di buon senso, purché non si affacci qui solo per fare il "normalizzatore".
Sono convinta anch'io che in giro ci sia del buon senso. Non lo credo escluso neppure dai settori che nomina; ma evidentemente vi è molto mimetizzato o in percentuale davvero irrisoria.

Luís Luiz ha detto...

La difficoltà con il testimonio di Scalfari è che non si può condannare qualcuno nella chiesa, specialmente il papa, usando il testimonio di tale uomo, già conosciuto per la sua capacità di creare un dialogo di 2 ore usando soltanto la sua memoria...

Le interviste di Scalfari sono state pubblicate dalla casa editrice ufficiale del Vaticano, firmate da Jorge Bergoglio. È dunque un autore quasi ufficiale. Le sue parole sono state contestate mille volte, e mai smentite. È dunque un autore fededegno. E come si tratta di una eresia palese, se non fosse vero una correzione sarebbe assolutamente necessaria: chi tace consente. E anche queste parole di Bergoglio hanno una coerenza perfetta con tutto quello che dice e fa dal buonasera fino ad oggi. Se la difesa della Fede dipende di questi vaghi dubbi, tutto sarebbe perduto... se Bergoglio fosse papa.

mic ha detto...

Se la difesa della Fede dipende di questi vaghi dubbi, tutto sarebbe perduto... se Bergoglio fosse papa.

E dài Luis, non possiamo escluderlo, nonostante tutto l'inedito e l'anomalo che siamo stati costretti a registrare da quel terribile 11 febbraio 2013. Sono stati posti interrogativi su diversi fronti, ma in mancanza di risposte autorevoli è inutile lanciare sentenze.

Anonimo ha detto...

L'ultima cosa che volevo era generalizzare o fare il normalizzatore, mi spiace se ne ho dato l'impressione ( alle 23 mi è difficile rispondere come si deve ). Penso solo che non si può far di tutta l'erba un fascio, perchè è anche grazie a quella percentuale di buon senso, ancorchè irrisoria e che non si stanca mai di venir fuori quando pure ne avrebbe di motivi per stancarsene, che su tanti temi, come il fine vita, ancora resistiamo ( e il contributo viene da ognuno dei settori che nominato... imperfetto, monco, ma comunque prezioso ). Le critiche sono pure più che fondate, specie di questi tempi... Sed est modus in rebus

David

Luís Luiz ha detto...

Cara Mic,
Non si può escludere soltanto nel senso che non si può escludere niente nel sublunare. Non si tratta di materia di fede, e deve dunque essere risolta su criteri razionali. Per credere che Bergoglio è veramente papa, le ipotesi ad hoc sono ogni giorno più numerose e il rasoio di Occam è sempre necessario in queste situazioni. E adesso abbiamo queste eresie formali che mettono a rischio l'integrità della Fede e dunque la salvezza delle anime in scala mondiale. Eresie mai smentite anche se pubblicamente contestate. Sunt nomina rerum e se non ora quando? ;)

RIC ha detto...

Ennesimo, subdolo, vergognoso attacco alla Dottrina riportato dalla Civilta' Cattolica e subito servilmente ripreso da Tornielli

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/diritto-canonico-canon-law-derecho-canonico-39866/

mic ha detto...

Caro Luis
Sunt nomina rerum è lì come una bandiera e per il resto contnuiamo a dire ciò che non può e non deve essere taciuto.
Il Se non ora quando è importante per la riaffermazione della verità e per la consapevolezza di molti che non hanno portato il cervello all'ammasso. Ma l'azione conseguente appartiene a vescovi e cardinali. A quelli che difendono la verità diamo il più voce possibile. Vedremo se quanto succederà ad ottobre sarà tale da farli entrare in azione.
Umanamente la vedo piuttosto dura. Ma la Provvidenza la c'è....

Luisa ha detto...

E qui il comunicato della Casa Generale della FSSPX:

http://www.dici.org/en/documents/comunicato-della-casa-generale-della-fraternita-sacerdotale-san-pio-x-riguardo-la-consacrazione-episcopale-di-don-fauvre/

Luís Luiz ha detto...

Si, l'azione conseguente appartiene alla gerarchia, naturalmente, ma il giudizio razionale sul problema appartiene ad ogni fedele. È di questo che si tratta qui.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Lire le communiqué de presse de Mgr Fellay ne suffit pas. Je signale ici deux textes pour mieux comprendre la position de Mgr Williamson et de Mgr Faure :

http://tradinews.blogspot.pt/2015/03/pere-bruno-francefideleorg-le-cadeau-de.html

et

http://tradinews.blogspot.fr/2013/10/abbe-faure-conference-le-commandant-du.html

Luís Luiz ha detto...

Mic, Come brasiliano, conosco il bergoglismo da bambino, e non posso neanche immaginare Jorge Bergoglio dicendo a Scalfari che quelli che peccano gravemente vanno in inferno, con una pena eterna. Non posso. Credo che Scalfari ha fatto un bravissimo lavoro, forzando la rivelazione chiara e formale dell'eresia latente del bergoglismo. Lo ringrazio infinitamente.

mic ha detto...

Per Magister giù Kasper su Caffarra.
È un'altalena alla quale ormai siamo abituati. Occorre comunque vedere il traguardo.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351011

Franco ha detto...

Ammaestrato da quanto successo dopo i referendum su divorzio e aborto ( dai "pochi casi pietosi" da regolamentare allo stravolgimento generalizzato del costume ) sono convinto che l'ammissione alla Comunione dei divorziati risposati farebbe da ul'errore "moltiplicatore" del fenomeno. Questo da un punto di vista meramente "funzionalistico"; do per scontato il discorso della fedeltà al dettato scritturale.
Tuttavia mi chiedo quale sia lo "status" di tali
divorziati risposati. Una volta, come
scomunicati, erano "vitandi", da più o meno da evitare per lo scandalo dato. Oggi invece non sono scomunicati... ma non sono ammessi alla comunione. Come dire: possono stare seduti a tavola ma non possono mangiare. Capisco che
nel contesto attuale esprimersi con le parole
dure deprecate dal card. Tagle sarebbe
problematico... e di fatto nei documenti ufficiali
già da molti anni si parla di "tenerezza" nei loro confronti, ma in definitiva, DAVANTI A DIO queste persone SONO O NON SONO IN
PECCATO MORTALE ? O forse il discorso soggiacente e inconfessato è "non sappiamo fino a che punto la vostra è una colpa grave, per cui nell'incertezza evitate una qualche possibilità di fare una comunione sacrIlega e
un po' ( soltanto un po' ) scandalosa"?
Di fronte a uno stato di peccato mortale si dà una carezza, osi suona il campanello di
allarme? Oppure la Chiesa si comporta come ha fstto finora per le guerre: molte, moltissime sono evidentemente ingiuste, ma nell'incertezza non si considerano in peccato mortale i militari ( cannoneggiatori, siluratori e quant'altro di terribile e orribile ) i quali obbediscono al rispettivo legittimo governo?

mic ha detto...

Franco,
il Sinodo sposta l'attenzione sulle singole persone e di questo stiamo parlando. Cioè di come coniugare l'accoglienza misericordiosa (pastorale) capace di sciogliere i cuori, col principio da non disattendere. Il problema, che anche molti normalizzatori non comprendono, è che si vuole dissociare la misericordia dalla giustizia, dal momento che è un atto di misericordia anche mettere il peccatore di fronte alla sua situazione di peccato, nella verità. Ciò non significa prenderlo a bastonate, ma non sottovalutare, -rendendolo consapevole - il pericolo in cui si trova la sua anima con parole convincenti di tenera fermezza (sembra un ossimoro ma rispecchia ciò di cui c'è bisogno). In parole povere niente porte chiuse (che in realtà non ci sono mai state) ma nemmeno dannoso permissivismo. E qui si inserisce anche la scarsa deferenza della Gerarchia nei confronti di un della comunione sacramentale trattata come un diritto e non come un atto di profonda sacralità.

Il peccato della società e dei governi è sullo sfondo e non è che conseguenza della desistenza della Chiesa dal suo triplice munus insegnare (non lo si può fare con la prassi scissa dalla Verità) - santificare (sacramenti che ritrovino la loro pregnanza salvifica) - governare (non tiranneggiare accogliendo gli infedeli e bastonando chi cerca di rimanere cattolico).

E di fatto la Chiesa, come lei sottolinea, anche nello scacchiere globale, tuona sulla morale (Bagnasco docet) nei casi più ovvi e non condanna con parole di fuoco quelli più gravi e densi di conseguenze nefaste per l'umanità intera e in definitiva per ogni uomo, creatura di Dio a Lui ordinata insieme all'intera Creazione di cui è custode e anche gestore non arbitrario.

Storico ha detto...

Oggi invece non sono scomunicati... ma sono colpiti da una sanzione canonica piu' "leggera" della scomunica: L'INFAMIA. OVVERO la cattiva fama, in quanto pubblici peccatori
[...] ma in definitiva, DAVANTI A DIO queste persone SONO O NON SONO IN peccato mortale?
Sì. OGGETTIVAMENTE.

lister ha detto...

@ Luisa
" il comunicato della Casa Generale della FSSPX"

Secondo me, la Fraternità ha perso un occasione per starsene zitta.
Già, all'epoca, non avrebbe dovuto espellere Williamson...

mic ha detto...

E qui il comunicato della Casa Generale della FSSPX:

Lo avevo lasciato cadere.
Preferisco non parlarne, per ora, per non alimentare un possibile polverone che non fa bene a nessuno e non serve che ad aumentare la confusione paurosa...

Anonimo ha detto...

Buon giorno, ho autopubblicato il libro dal titolo Vangelo con le Annotazioni della Bibbia cattolica Martini Revisionato secondo la lingua italiana corrente ed in un unico volume leggibile

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