Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 4 marzo 2015

Cardinal Sarah : « Il Vaticano II non ha mai chiesto di abbandonare la Messa di S. Pio V »

Dall'edizione francese di Aleteia [qui]. L'intervista tocca molti 'punti caldi'. Per ora stralcio quello sulla Liturgia. Luci e ombre... che ne dite?
Dovete credermi, mi sento male ad esprimere quel che dirò perché è duro farlo nei confronti dei pastori. Ma pensate si possa e si debba tacere su quanto ha a che fare con la nostra appartenenza e fedeltà al Signore?
Non dimentichiamo che coloro che hanno applicato la Riforma liturgica, e di fatto vietato la Messa Tradizionale, sono gli stessi che hanno pilotato il Vaticano II. Dobbiamo molta gratitudine a Benedetto XVI, ma il Summorum è una delle questioni che gli hanno causato tra le più dure opposizioni finché non è stato in qualche modo costretto alle dimissioni per molteplici ragioni, alcune note perché emerse, e chissà quante altre sconosciute. E il card. Sarah sembra ignorare che la «guerra» è in un'unica direzione: contro il Rito Antiquior. Nessuno di noi - o solo qualche frangia di duri e puri - si oppone al NO. Anche se, l'ho ripetuto più volte, non si è mancato di sottolinearne pecche e diminutio in diversi studi, com'è prassi in ogni contesto che voglia rimanere vivo attraverso il connubio fede-ragione. Pecche peraltro riconosciute anche da Benedetto XVI quando ha detto letteralmente:
...accadde qualcosa di più: si fece a pezzi l'edificio antico e se ne costruì un altro, sia pure con il materiale di cui era fatto l'edificio antico e utilizzando anche i progetti precedenti. Non c'è alcun dubbio che questo nuovo messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti e un reale arricchimento, ma il fatto che esso sia stato presentato come un edificio nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia, che si vietasse quest'ultimo e si facesse in qualche modo apparire la liturgia non più come un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza giuridica, ha comportato per noi dei danni estremamente gravi.[...] (La mia vita, Ed San Paolo 1997, pag.114)
È vero quel che leggiamo di seguito nelle parole del cardinale sul mistero e anche sul fatto che nella Liturgia non c'è alcun posto per l'odio e il risentimento. Negli studi in cui accenno sopra non c'è alcun risentimento, ma solo dolorosa consapevolezza. Il risentimento e il disprezzo, insieme a capziose ragioni di ostinato rifiuto, lo incontriamo in molti vescovi e sacerdoti ogni volta che mendichiamo un Altare per le nostre celebrazioni.
E non manca, in queste parole - possiamo forse darlo per scontato? - l'accenno chiaro al Sacrificio di Cristo, oltre che all'incontro con Dio? Non c'è Cena senza il Sacrificio, non c'è mensa senza altare: è solo il Sacrificio di Cristo che ci rende commensali di Dio, figli redenti nel Figlio che, in Lui, offrono come lode e ringraziamento - sì a Sua gloria - le loro vite, partecipi del grande mistero della Creazione della caduta della redenzione e della rigenerazione nella Resurrezione. Cos'è, altrimenti, il cristianesimo?

Né politichese né lingua di legno. Colloquio esclusivo di Aleteia col cardinale della Guinea Robert Sarah, in visita in Francia.
La guerra Liturgica, le critiche del Papa, Manif pour tous, Islam e islamismo, grandezza dell'Africa ... Presente a Parigi per alcuni giorni in occasione della pubblicazione del suo libro Dio o nulla, [ne abbiamo parlato qui e qui] redatto in collaborazione con lo scrittore Nicolas Diat, il nuovo prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha risposto alle domande di Aleteia.
Eminenza, nel suo libro Dio o nulla, lei evoca più volte la «guerra liturgica» che divide i cattolici da decenni. Guerra particolarmente deplorevole, lei dice che su questa questione, essi dovrebbero essere particolarmente uniti. Come uscire ora queste divisioni e riunire tutti i cattolici intorno al culto reso a Dio?
Cardinale Robert Sarah: il Vaticano II non ha mai chiesto di respingere il passato e abbandonare la Messa di San Pio V, che ha generato molti santi, e neppure di abbandonare il latino. Bisogna d'altronde promuovere la riforma liturgica voluta dal Concilio stesso. La liturgia è il luogo dell'incontro con Dio faccia a faccia, per portarGli tutta la nostra vita, il nostro lavoro; e fare di tutto ciò un'offerta alla sua gloria. Non possiamo celebrare la liturgia in armi; e indossare una corazza d'odio di lotta, di rancore. Gesù stesso ha detto: «Prima di presentare la tua offerta, riconciliati con il tuo fratello». In questo «faccia a faccia» con Dio, il nostro cuore deve essere puro, privo di ogni odio, di ogni rancore. Ognuno deve rimuovere dal suo cuore ciò che può oscurare questo incontro. Ciò presuppone che ognuno sia rispettato nella sua sensibilità.

Non è forse proprio ciò che voleva Benedetto XVI?
Cardinale Sarah: Sì, questo è il significato del motu proprio Summorum Pontificum (luglio 2007, ndr) Benedetto XVI ha posto molte energie e speranze in questo impegno. Ahimè, non è riuscito del tutto in quanto sia gli uni che gli altri si sono «aggrappati» al loro rito escludendosi a vicenda. Nella Chiesa, tutti dovrebbero celebrare secondo la propria sensibilità. È una delle condizioni della riconciliazione. Bisogna anche condurre le persone alla bellezza della liturgia, alla sua sacralità. L'Eucaristia non è una «cena con amici» è un mistero sacro. Se la si celebra con fervore e bellezza, si arriva a una riconciliazione, è ovvio. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che è Dio che riconcilia, e questo richiederà tempo.
[...]
[Intervistato per Aleteia da Elizabeth Baldwin - Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]

61 commenti:

Anonimo ha detto...

"Nella Chiesa, tutti dovrebbero celebrare secondo la propria sensibilità. È una delle condizioni della riconciliazione..."

"propria sensibilità", cioè ? questo non mi convince: mi pare un ennesimo ricadere nel relativismo, su base soggettivista e sentimentale. Non abbiamo già migliaia di diverse celebrazioni, da 46 anni in qua, sempre più fantasiose (nonchè dissacranti)proprio grazie alla riforma di Paolo VI, che avalla ogni tipo di sensibilità nel celebrare?

Alessandro Mirabelli ha detto...

Ne' copti ne' ortodossi ne' armeni hanno mai sentito la necessità di riformare la loro Liturgia. Abbiamo iniziato a farlo noi verosimilmente influenzati dal mondo protestante, o forse ammaliati da esso. Il cavallo di Troia dei modernisti fu la riforma pacelliana della settimana Santa. Quello fu lo strumento per giustificare tutta la devastazione seguente. Astuti, furbi, subdoli i modernisti. Hanno saputo fare bene il loro mestiere, quello di disarticolare la Liturgia cattolica. Un passo per volta e ci sono riusciti.

Anonimo ha detto...

“La liturgia è il luogo dell'incontro con Dio faccia a faccia, per portarGli tutta la nostra vita, il nostro lavoro; e fare di tutto ciò un'offerta alla sua gloria.”

Can. 897 - Augustissimo sacramento è la santissima Eucaristia, nella quale lo stesso Cristo Signore è presente, viene offerto ed è assunto…. Il Sacrificio eucaristico….. nel quale si perpetua nei secoli il Sacrificio della croce, è culmine e fonte di tutto il culto e della vita cristiana. Mediante esso è significata e prodotta l'unità del popolo di Dio e si compie l'edificazione del Corpo di Cristo…

“Nella Chiesa, tutti dovrebbero celebrare secondo la propria sensibilità….”.

Can. 898 - I fedeli abbiano in sommo onore la santissima Eucaristia, partecipando attivamente nella celebrazione dell'augustissimo Sacrificio, ricevendo con ….massima devozione questo sacramento e venerandolo con somma adorazione; i pastori d'anime che illustrano la dottrina di questo sacramento, istruiscano diligentemente i fedeli circa questo obbligo.

Anna

Alessandro Mirabelli ha detto...

Comunque la virata a 180 gradi di don Ariel in questi ultime settimane e' stata troppo radicale per non suscitare molte perplessità. Ed anche l'uscita del prof. Livi dall'isola di Patmos. Gatta ci cova ....

mic ha detto...

Il fatto che si dichiari che niente è cambiato da parte del Vaticano II sulla Liturgia mi fa pensare a quel che tentano di rifilarci Kasper & C., attendibilmente compreso il papa, sulla morale. Dicono che non cambiano nulla, ma che la pastorale va rivista ... ed è stato lo stesso card. Sarah a dire che "staccare la dottrina dalla pastorale è una forma di eresia".

Paolo Pasqualucci ha detto...

@"Celebrare secondo la propria sensibilita'"

Il concetto sembra chiaro ma e' in realta' oscuro. Quale sensibilita' e come? Chi ne stabilisce il contenuto e i limiti? In ogni caso non mi sembra appartenere alla Tradizione della Chiesa. Lo troviamo nella "Mediator Dei", la grande enciclica di Pio XII sulla Liturgia, del 20 nov. 1947? Mi sembra di no. Nella sezione dedicata alla "Partecipazione dei fedeli al Sacr. Euc.", si legge, in apertura:
"E' necessario dunque Ven. Frat. che tutti i fedeli considerino loro principale dovere e somma dignita' partecipare al Sacrificio Euc. non con una assistenza passiva, negligente e distratta, ma con tale impegno e fervore da porsi in intimo contatto col Sommo Sacerdote, come dice l'Apostolo: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesu'", offrendo con Lui e per Lui, santificandosi con Lui. [...] Il detto dell'Apostolo esige da tutti i cristiani di riprodurre in se', per quanto e' in potere dell'uomo, lo stesso stato d'animo che aveva il Divin Redentore quando faceva il Sacrificio di se': l'umile sottomissione dello spirito, cioe', l'adorazione, l'onore, la lode e il ringraziamento alla somma Maesta' di Dio; richiede, inoltre, di riprodurre in se stessi le condizione della vittima: l'abnegazione di se' secondo i precetti del Vangelo, il volontario e spontaneo esercizio della penitenza, il dolore e l'espiazione dei propri peccati. Esige, in una parola, la nostra mistica morte in Croce col Cristo, in modo da poter dire con Paolo: "sono confitto con Cristo in Croce"".
Qui non c'e' posto per indeterminate "sensilibita'" individuali quali modus della partecipazione del fedele alla S. Messa. (Partecipazione che, ovviamente, non conferisce poteri sacerdotali ai fedeli: "E' necessario spiegare chiaramente al vostro gregge come il fatto che i fedeli prendono parte al Sacrificio Euc. non significa tuttavia che essi godano di poteri sacerdotali", aggiunge subito dopo il Papa).

Anonimo ha detto...

La mia gratitudine a mic. Questa attenzione così desta anche a fonti estere, rende possibile un quadro ancora più completo della situazione.
E purtroppo quello che emerge dall'intervista (sarebbe interessante leggere anche il seguito sui punti indicati all'inizio) conferma la confusione e quella che lei ha chiamato, se non sbaglio, la divaricazione generazionale. Che secondo me è qualcosa di più...

Anonimo ha detto...

“Non possiamo celebrare la liturgia in armi; e indossare una corazza d'odio di lotta, di rancore. Gesù stesso ha detto: «Prima di presentare la tua offerta, riconciliati con il tuo fratello». In questo «faccia a faccia» con Dio, il nostro cuore deve essere puro, privo di ogni odio, di ogni rancore. Ognuno deve rimuovere dal suo cuore ciò che può oscurare questo incontro”.

Giustissimo. Però questo è un problema individuale, l’odio, il rancore durante la Santa Messa, cioè proprio davanti a nostro Signore che reitera, da vittima e da sacerdote, per mezzo dell’alter Christus che è il sacerdote, il suo sacrificio per la nostra salvezza, riguardano singole persone che probabilmente hanno problemi abbastanza seri, quanto meno di fede vissuta.

Altra cosa è la questione liturgica, che non è un problema di “gusti” o “sensibilità” e non è coltivata per, e con, odio o rancore, ma è un dibattere, una “lotta” verbale (il Signore è venuto con la spada, è divisivo, come ha detto e non c’è nulla di sbagliato nella battaglia a difesa della Verità) sui contenuti (non sulle persone), anche dura, se occorre, per difendere il diritto di Dio a ricevere nel modo che Gli è dovuto il Santo Sacrificio e per agevolare la partecipazione dei fedeli a quel sacro mistero che si compie davanti a loro e per loro e la recezione della grazia che da quel sacrificio e dalla consumazione di quella Vittima sacrificale si infonde in proporzione alla disponibilità dei fedeli a riceverla.

Non c’è odio, non c’è rancore. C’è semmai, nel partecipare a certe liturgie (mi riferisco ad alcuni modi in cui la liturgia esprime la “sensibilità” presunta dei fedeli e, più spesso, del celebrante) un profondo dolore, per come il Signore viene nascosto e , a volte, oltraggiato, per il rischio che tanti vengano allontanati, per la baldoria, per l’uomo messo al Suo posto, per il tango celebrato davanti all’altare, da Dio, e dalla perfetta combinazione tra infinito amore e giustizia che è quel Suo donare il suo unico Figlio ed il donarsi del Figlio a gloria del Padre, in unione con lo Spirito Santo, in espiazione dei nostri peccati (si possono pronunciare ancora queste parole ?) per la nostra salvezza. Un dolore che viene offerto in sacrificio, che non avvelena. Un dolore che sfocia nella preghiera. In riparazione (si può dire ancora questa parola ?) delle offese arrecate a Dio e per la salvezza di chi le ha arrecate.

Anna

Anonimo ha detto...

“Bisogna d'altronde promuovere la riforma liturgica voluta dal Concilio stesso”.

Promuoverla ? Ma, salvo rarissime eccezioni “straordinarie”, il cui accesso è spesso impossibile o enormemente difficoltoso, il NO è l’unica liturgia disponibile.
E poi il “bisogna” da cosa è motivato ? Dai mirabili frutti che ha prodotto (aumento di vocazioni, chiese piene ecc. ) ? Dalla sua capacità di innalzare gli uomini verso il sacro ? Si può ogni tanto argomentare ?

“Non c'è alcun dubbio che questo nuovo messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti e un reale arricchimento” (Benedetto XVI)

Siamo sicuri che siano molti questi autentici miglioramenti e arricchimenti ? E poi qualche deminutio, come dice mic, l’ha portata oppure no ?

No. I problemi non sono sorti perché qualcosa di desacralizzante/protestantizzante (era nelle intenzioni dichiarate l’avvicinamento dei riti o no ?) è stato introdotto e qualcos’altro, che sottolineava un po’ troppo quella Presenza così divisiva, quel Sacrificio così poco allegro, così individualistic-sacerdotale, così poco poco democratic-sacerdotal- assembleare, è stato tolto, ma sono sorti perché il nuovo rito è “stato presentato come un edificio nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia ….” e si è fatto “in qualche modo apparire la liturgia non più come un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza giuridica”.

Insomma una scelta sbagliata nella presentazione del nuovo prodotto.

Anna

mic ha detto...

Andrea Carradori,
mi spiace ma non pubblico la tua 'menata' da "fuoco amico" che fa il gioco degli avversari, i quali non riconoscono la nostra dolorosa consapevolezza e confondono l'odio e il livore con la convinzione e la fermezza nell'affermare non una moda né un gusto personale, ma ciò che il Signore stesso ci ha consegnato. E se qualcuno resta "chiuso" al suo contrario lo fai rientrare nella casistica del vescovo?
Ma allora non sai per cosa o per Chi ti stai battendo... Ma ti conosco e non lo penso. Penso piuttosto che tu sia portato a credere che mostrarsi ossequienti possa servire. Io credo invece che non serva a nulla.
Non dico che si debbano fare gesti eclatanti; ma almeno tenere il fronte con dignità!

RAOUL DE GERRX ha detto...

Soyons très clair : Pourquoi la réforme — mieux : la révolution — liturgique, décrétée par le maçonnique Vatican II ? Parce qu'il s'agissait, dans l'esprit de ses promoteurs, de DÉTRUIRE le Saint Sacrifice de la Messe et tout ce qu'il signifie sur le plan dogmatique. "Lex orandi, lex credendi."

Certes, tous les "réformateurs" n'allaient pas aussi loin, mais, par leur naïveté, par leur manque d'esprit surnaturel ("Ils ont des yeux mais ne voient pas ; ils ont des oreilles mais n'entendent pas"), ils n'ont pas compris dans quoi on les embarquait, et ils se sont faits les alliés objectifs des révolutionnaires, devenant à leur tour ce que Lénine, en d'autres circonstances, appelait les "idiots utiles".
Du reste, après 50 ans ils n'ont toujours pas compris, prouvant par là qu'ils sont, de fait, complètement idiots, aveugles et sourds.

Les révolutionnaires, grâce à la complicité de ces inconscients, sont parvenus à leurs fins. Dans le monde entier la Sainte Messe a été détruite, une nouvelle religion (qui est absence de religion) a été imposée, et l'on peut désormais affirmer que, partout où la Sainte Messe a été détruite (et remplacée par la synaxe montinienne), "le Sacrifice a été interrompu".
C'est un des signes, annoncés, de la Fin.

Luisa ha detto...

Se, per riprendere le parole del card. Sarah, la mia sensibilità mi porta verso la la Messa Tridentina, non posso e non voglio ignorare che la Messa riformata è quella della maggioranza dei cattolici.
Quando il cardinal Sarah dice che "nella Chiesa, tutti dovrebbero celebrare secondo la propria sensibilità", lo fa rispondendo ad una domanda sul Summorum Pontificum, si riferisce dunque alle due forme del Rito Romano, in fondo sta difendendo chi sceglie la Santa Messa Antica.
Nel contempo, e non mi sembra illogico, riafferma che bisogna promuovere la liturgia riformata e riconosce il bisogno di riportare i fedeli alla bellezza e alla sacralità della Liturgia, quel che non ha cessato di fare Benedetto XVI attirandosi strali e disprezzo.
Non penso che il card. Sarah abbia voluto dire che ognuno può celebrare secondo la propria sensibilità, inventando, aggiungendo, sopprimendo, per arrivare a pseudo-liturgie, inventate a tavolino dalla superbia umana.

Purtroppo è quel che succede, la Liturgia sacra è da decenni come un giocattolo, una sorta di Lego, in mano alla superbia di uomini e donne che la piegano ai loro desideri, lasciando senza freni la loro creatività, ingannando e manipolando i fedeli.
Benedetto XVI aveva costituito nel 2009 una Commissione per porre un termine agli abusi liturgici, Commissione svanita nel nulla, con un card. Canizares che afferma che non è adeguato parlare di "riforma della riforma" smentendo il Papa stesso.
Dopo il tentativo fallito all`ultimo momento dei responsabili e degli amici del cnc (al quale ha partecipato Canizarès, allora Prefetto della Congregazione per il Culto divino!) di imporre con la forza l`approvazione della prassi liturgica neocat, sempre Benedetto XVi aveva domandato che quella prassi anomala fosse sottoposta ad un`analisi approfondita e formato una commissione ad hoc, che fine ha fatto?
Svanita nel nulla pure lei.

Non penso che il card. Sarah si riferisca a quelle "sensibilità", ma allora bisogna passare dalle parole agli atti, perchè se non si precisa, se l`autorità, dunque lui stesso, non interviene, chi legge le sue parole, potrebe sentirsi autorizzato a continuare a dar libero sfogo alla sua sensibilità, emotività, sentimentalismo, che poco o nulla hanno da che vedere con il Sacrificio Eucaristico.
Viviamo una drammatica crisi della Fede, se è sempre vero che LEX ORANDI, LEX CREDENDI, è logico che la Liturgia sia al centro delle attenzioni di chi è consapevole delle tragiche conseguenze della sua arbitraria manipolazione.

mic ha detto...

Trovo molto centrato anche l'ultimo commento di Raoul:
E' vero che forse non tutti i "riformatori" arrivavano fino al punto di voler abolire il Sacrificio; ma alcuni per ingenuità o per mancanza di spirito soprannaturale ("hanno occhi e non vedono; hanno orecchie e non odono"), non hanno compreso fino in fondo ciò in cui si stavano imbarcando. Ciò però in alcuni casi è accaduto: molti ne hanno sofferto fino a morirne, uno è mons. Lefebvre con il dramma cui è stato letteralmente 'spinto (e questo nessuno lo ricorda) e di cui tuttora sono sanguinanti le conseguenze...
Ed è così che sono divenuti complici degli obiettivi dei rivoluzionari, diventando a loro volta ciò che Lenin, in altre circostanze, chiamava "utili idioti"
Del resto dopo 50 anni ancora non hanno compreso, provando dunque che di fatto, sono completamente idioti, ciechi e sordi.

Possiamo dire che non è cosi?
Continuano a sparare a zero e a non comprendere, se sono in buona fede. Altrimenti, che Dio abbia pietà di loro e preghiamo che si lascino convertire...

Luisa ha detto...

Vi segnalo un colloquio molto interessante con il card. Sarah, ai minuti 18 e 20 e seguenti parla del Sinodo e della Liturgia:

http://www.ktotv.com/videos-chretiennes/emissions/nouveautes/entretien-entretien-avec-le-cardinal-sarah/00087716

Luís Luiz ha detto...

L'odio alla messa tradizionale è un sintoma molto rivelatore della vera natura del bergoglismo conciliare e post conciliare. In un mondo in rovine, perchè scegliere proprio il più grande tesoro, il sacrificio eucaristico come l'ha formato la preghiera di tanti secoli, come nemico numero uno? É possibile che questo sia stato fatto con buona fede? Onestamente, non ci credo.

Stefano78 ha detto...

@Luisa

Se, per riprendere le parole del card. Sarah, la mia sensibilità mi porta verso la la Messa Tridentina, non posso e non voglio ignorare che la Messa riformata è quella della maggioranza dei cattolici.
Quando il cardinal Sarah dice che "nella Chiesa, tutti dovrebbero celebrare secondo la propria sensibilità", lo fa rispondendo ad una domanda sul Summorum Pontificum, si riferisce dunque alle due forme del Rito Romano, in fondo sta difendendo chi sceglie la Santa Messa Antica.
Nel contempo, e non mi sembra illogico, riafferma che bisogna promuovere la liturgia riformata e riconosce il bisogno di riportare i fedeli alla bellezza e alla sacralità della Liturgia, quel che non ha cessato di fare Benedetto XVI attirandosi strali e disprezzo.
Non penso che il card. Sarah abbia voluto dire che ognuno può celebrare secondo la propria sensibilità, inventando, aggiungendo, sopprimendo, per arrivare a pseudo-liturgie, inventate a tavolino dalla superbia umana.


Concordo con ogni virgola.
Ma, evidentemente, qualcuno qui non vuole chiarire e criticare, ma SEPARARE. Nel senso letterale del termine.
Io credo che non sia affatto utile. Affatto. Anche alla luce di ciò che ho letto dell'ultima intervista del Card. Burke.

Lo ripeto: cosa si intende fare? E chi fa delle scelte le faccia chiare! Chiarezza!

Stefano78 ha detto...

@Mic

Possiamo dire che non è cosi?

Possiamo dire che i Documenti del Vaticano II, in materia di Liturgia e Sacramenti, hanno il fine di abolire il Sacrificio? Possiamo dirlo? E possiamo dire che tutti i documenti del Vaticano II, al medesimo livello, vogliono arrivare a compiere un ribaltamento della fede?

Vogliamo dire che l'unico modo per ri-tornare alla Tradizione è debellare, in qualche modo, il Vaticano II?

Se lo vogliamo dire, diciamolo chiaro! Diciamolo CHIARO! E' inutile continuare a piroettare dicendo che "non diciamo questo...", e poi lo diciamo!

Allora: qual è la posizione sul Vaticano II? Qual è la posizione sul NOM? Come si ritiene di poter difendere e diffondere la Tradizione?

Luisa ha detto...

Se LEX ORANDI, LEX CREDENDI ha ancora un senso e un valore,
se non si è ciechi e si constata la crisi della Fede, l`apostasia ormai non più strisciante, come lo hanno fatto con forza Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, se i scismi non formali dilagano, se sono tanti i sacerdoti che non credono più alla Presenza Reale di N.S.G.C., se l`Ostia consacrata è diventata un semplice simbolo, che dunque si può anche non rispettare, non bisogna essere degli spiriti superiori per dedurne che la Liturgia è stata strumentalizzata, è stata lo strumento per non solo annacquare ma tradire la nostra Fede, per togliere quelle famose pietre di inciampo alla riunione con i protestanti ( come lo formulò Bugnini), le nuove lex orandi hanno creato una nuova lex credendi, una nuova religione.
Si è dovuto aspettare il 2004 per che Giovanni Paolo VI facesse pubblicare la REDEMPTIONIS SACRAMENTUM, documento restato lettera morta, come ho già detto Benedetto XVI aveva creato una Commissione per porre fine agli abusi liturgici, è stata sabotata, e non se ne è più parlato. Fintanto che non si avrà il coraggio non solo di riconoscere lo scempio liturgico e i danni alla fede che ha causato, ma di affrontare quel che lo ha causato, e poi di AGIRE, tante parole, anche le più sensate e sagge, resteranno parole al vento.

murmex ha detto...

A mio modesto parere ,(e questo l'ho percepito confusamente fin da bambina , , quando ho visto cambiare da un giorno all'altro ciò che mi era stato insegnato per la prima Comunione ,sostituito da qualcosa che ho subito sentito di estraneo ), anche se il NO fosse stato sempre esente da abusi , se addirittura avesse contenuto in sè un reale arricchimento(per es. , come si è cominciato subito a dire , mensa più abbondante della Parola di Dio - bisogna vedere quanto di questa mensa viene poi assimilata ) , il danno enorme sarebbe comunque avvenuto . Forse a questo miravano le menti luciferine , con l'ebete assenso degli utili idioti . Quale danno ? In primis , quello di rivoltarsi contro Dio , presumendo essere la sacra e Divina Liturgia non un riflesso di quella celeste , eterna (cui Dio per sua degnazione ha voluto associare noi poveri esseri ancora pellegrinanti )ma qualcosa di superbamente manipolabile . Cosa ben diversa da un divenire organico ,simile a quello di un essere vivente ,che rimane comunque se stesso .E diversa anche, riferendosi ai popoli della terra , dall'armonia di un giardino , dalle diverse sfumature che compongono però una bellezza unica Da questa presunzione e superbia , il secondo peccato , commesso contro i fedeli ,cui è stato distrutta spietatamente la convinzione in questa origine divina , e quindi perennità , della Liturgia , distrutta la percezione della scaturigine sacra di essa , con grave rischio per la stessa Fede . Questo peccato originale secondo me non può essere sanato da più o meno azzeccate riforme della riforma e men che meno accoglienza di altre sensibilità ecc . Qui la sensibilità(che potrebbe avere senso rifacendosi all'esempio del giardino , ma che non lo ha trattandosi di realtà rituali diverse ) non c'entra niente e insistere su questa mi pare ancora più dannoso , perpetua il diabolico errore di rapportare tutto all'umano .L'unica vera soluzione (indubbiamente irrealistica solo umanamente parlando ), in un clima in cui gli uomini di Chiesa sono disponibili a chiedere scusa di tutto a tutti ,sarebbe che chiedessero finalmente scusa di questa presunzione e superbia e violenza ai fratelli , ammettendolo per bocca di un Pastore santo forte , umile (sulla scia di S Luigi G di Montfort ,la sua profezia sugli Apostoli degli ultimi tempi )

mic ha detto...

Stefano,
fare chiarezza non significa separare. E, se la separazione è conseguenza della chiarezza, si tratta dell'inconcilabilità tra Cristo e Beliar. E senza mezzi termini.
Luisa applica una sua logica coerente col suo attaccamento per papa Benedetto che non è completamente esente da responsabilità di quanto è accaduto anche se gli si riconosce che col Summorum ha tentato di porre qualche rimedio.
L'omissione del card. Sarah è stato ampiamente spiegato cosa significa da dove viene e a cosa porta.

Leggi cosa scrivono sacerdoti che sono "in peccato mortale" quanto me:

... Ricordiamo il pericolosissimo oblio del carattere sacrificale della Messa cattolica. Oblio che conduce lentamente ma inesorabilmente all'eresia. Su questo punto non dovremmo mai dimenticare il grande lavoro di Michael Davies sulla Riforma anglicana, che sottolinea il pericolo dei “taciuti” in liturgia: la riforma anglicana di Cranmer, togliendo dalla Messa tutti i riferimenti espliciti al Sacrificio propiziatorio, introdusse vincente, nel giro di una generazione, il Protestantesimo in Inghilterra, portandola definitivamente all'eresia.
Ma nel mese scorso ci spingevamo più in là dicendo che, col dimenticare che la Messa è il Sacrificio di Cristo sulla Croce, si perde inesorabilmente la coscienza della Presenza sostanziale di Cristo nella Santissima Eucarestia: se non c'è più la Vittima, non c'è nemmeno più la Presenza di Gesù Cristo, perché Cristo si rende presente nell'Eucarestia come Vittima. Una Messa percepita sempre più come ricordo dell'Ultima Cena rischia veramente di non essere più la Messa cattolica. Innegabilmente l'ultima riforma della messa, quella del 1969, l'ha fatta assomigliare sempre più alla Santa Cena protestante, anglicana o luterana che sia.

mic ha detto...

Possiamo dire che i Documenti del Vaticano II, in materia di Liturgia e Sacramenti, hanno il fine di abolire il Sacrificio? Possiamo dirlo? E possiamo dire che tutti i documenti del Vaticano II, al medesimo livello, vogliono arrivare a compiere un ribaltamento della fede?

Vogliamo dire che l'unico modo per ri-tornare alla Tradizione è debellare, in qualche modo, il Vaticano II?


Porca miseria, Stefano! Chi ha MAI detto questo?

Sono state individuate le fessure dei documenti. Hai letto il mio capitolo sull'oltrepassamento della Mediator Dei da parte della Sacrosanctum concilium?
Ebbene, è proprio questo il cuore incandescente e ineludibile di TUTTO...

Non possiamo ignorarlo.

Il Concilio è bacato che lo si voglia riconoscere o no, per cecità o mala fede poco importa. Andrebbe sanato da un nuovo Sillabo, come suggerito da Schneider e Gheradini. L'ho ripetuto milioni di volte. E te ne torni con questa menata sul Concilio?

Il concilio c'entra eccome. Lo si è detto dimostrato visto e sviluppato, ma esso fa parte della storia della Chiesa. Non va rinnegato, ma vanno sanati i guasti che ha prodotto. La soluzione c'è. Il problema è che al potere ci sono gli stessi modernisti che questo volevano e questo hanno ottenuto. Salvo un evento provvidenziale non vedo vie d'uscita.
ma la "resistenza" non passiva si impone (dove l'attività non sta per violenza inconsulta, ma per determinata consapevolezza nel portare avanti una 'pastorale' corrispondente per quanto si può). E, se la resistenza si impone, non è per faziosità o per partito preso o per appartenenza a qualche tipo di partigianeria come ce ne sono tante: è cattolica e basta, per amore e fedeltà alla Verità, che è il Signore.

Stefano78 ha detto...

@Mic

Leggi cosa scrivono sacerdoti che sono "in peccato mortale" quanto me

Io non ti considero in peccato mortale. Ma ormai mi sembra evidente che una volontà di separazione esiste. E considero anche tutta la gravità dei sacrilegi. Ed anche l'inutilità di una riforma, anzi di un RINNOVAMENTO, quello dei Sacramenti, che però è ingiusto e anche falso far risalire ai Documenti del Vaticano II. Così NON E'!

Il "rinnovamento" dei Sacramenti non obbedisce, FORMALMENTE, al Vaticano II che non l'ha né chiesto e né voluto!

Inoltre, come dice Lucia, cosa ne vogliamo fare del 90% dei Cattolici, che sono stati (de)formati al modernismo senza diretta responsabilità?

Queste domande se le sarà fatte pure Benedetto XVI, a cui forse stavano a cuore, e giustamente, più quelli che sono eretici di fatto che quelli che hanno conservato la fede Tradizionale!

L'Idea del Summorum è, secondo me, ottima per questi scopi! Il Summorum non risolve né il problema del modernismo, né fornisce l'ermeneutica Tradizionale per il Vaticano II (comunque paventata). Ma è un METODO per far ri-circolare la Fede Tradizionale fra i fedeli, che in questo modo possono aver un presidio per aprire gli occhi sul loro modernismo pratico e inconsapevole!
Con tutti i limiti del caso, perché il Summorum presuppone una "spinta dal basso", che è sicuramente difficile per i numeri esigui, ma è stata concretamente RESPINTA dalla maggioranza dei Tradizionalisti, che quasi sempre SBRAITANO e CRITICANO OGNI SOLUZIONE diversa da quella RADICALE! Allora io dico: che altra soluzione c'è? Che facciamo? Visto che non facciamo altro che lamentarci del poco che abbiamo, invece che valorizzarlo e diffonderlo?

E, siccome si parla tanto di "coraggio che manca", di "cani muti", ecc, noi che coraggio mostriamo?

lister ha detto...

"Innegabilmente l'ultima riforma della messa, quella del 1969, l'ha fatta assomigliare sempre più alla Santa Cena protestante, anglicana o luterana che sia."

Ecco cosa ne pensavano Ottaviani e Bacci:
http://www.riscossacristiana.it/breve-esame-critico-del-novus-ordo-missae-presentato-al-pontefice-paolo-vi-dai-cardinali-ottaviani-bacci/

E Maolo VI fece "orecchie da mercante"

Stefano78 ha detto...

Mic

Porca miseria, Stefano! Chi ha MAI detto questo?

Lo si dice di FATTO!

Stefano78 ha detto...

@Mic

Il Concilio è bacato che lo si voglia riconoscere o no

Il Concilio è bacato è mi pare evidente! Ma che vogliamo fare? Lo ripeto: che ne vogliamo fare del Concilio?

Guarda: tertium non datur. Se si dice che il Concilio non si vuole debellare, allora in qualche modo si deve "correggere", a cominciare dalla accettazione di una sua ermeneutica che possa "contrastare" la rottura. Se si pensa che questo è solo un pio desiderio, allora si certifica che il Concilio va "ignorato", "superato", "dimenticato", "abrogato", o qualcosa di simile il cui risultato è però il medesimo.

Ma, in questo ultimo caso, del 90% dei Cattolici di cui sopra, che ne facciamo?
Ci presentiamo nelle nostre parrocchie e diciamo: amici, voi siete modernisti e io no? Oppure ci ritiriamo nei Priorati della SPX aspettando il ritorno di Cristo?

mic ha detto...

Visto che non facciamo altro che lamentarci del poco che abbiamo, invece che valorizzarlo e diffonderlo?

Chi ti dice che non facciamo altro che lamentarci?
Non è prudente sbandierare qui i nostri intenti organizzativi mi sembra. Bisogna fare come fanno loro. Agire senza parlare. E chi ti dice che non lo faremo nella maniera più equilibrata e corretta e prudente, come già il CNSP ha iniziato a fare?
Non a compartimenti stagni e senza sterili distinguo, con semplicità ma con determinazione. Il resto non dipenderà da noi...

Stefano78 ha detto...

@Mic

E te ne torni con questa menata sul Concilio?


Bisognerebbe avere il coraggio di dire le cose fino in fondo! Il Sillabo chiesto certifica che il Concilio è parte della Chiesa, anche se la sua forma pastorale richiede delle correzioni.

Tertium non datur

Stefano78 ha detto...

@Mic

Chi ti dice che non facciamo altro che lamentarci?

E' una costatazione di fatto e non è un giudizio di merito. L'ho detto e ripetuto. Ma non vedo la parte propositiva. O sono cieco io, o non c'è.

Stefano78 ha detto...

@Mic

Agire senza parlare

E dagli! Ma chi ti dice che esiste UN SOLO MODO PER PARLARE?

Anonimo ha detto...

"La «guerra» è in un'unica direzione: contro il Rito Antiquior. Nessuno di noi - o solo qualche frangia di duri e puri - si oppone al NO".

Infatti, la guerra è iniziata cinquant'anni fa ed è contro il Novus Ordo, definito Messa protestante, eretica, modernista. E affermazioni come queste se ne leggono tante qui e su altri siti. Ricordo che il Messale è stato riformato dal Consilium con la supervisione di Paolo VI e approvato da Papa Montini, non da chi avrebbe "pilotato" il Vaticano II. Non ci sono pecche e diminutio, basterebbe studiare un po' per apprezzare la ricchezza teologica del Messale.

mic ha detto...

O Stefanooo!
L'hai capito che io parlo secondo quel che penso e credo? Non conosco un altro MODO di parlare, non sono abituata alle 'strategie' se non per quel minimo richiesto dal senso comune e dal discernimento che riesco ad avere.
È certo un mio limite, ma il resto per me è arabo oppure lo trovo "castrante", che non è la stessa cosa di equilibrato ;)

Luisa ha detto...

Spero che chi può capire il francese prenderà il tempo di ascoltare il card. Sarah, che racconta anche il suo percorso di vita e di fede, è un uomo di grande fede che ha anche il coraggio di dire cose che non dubito scontenteranno una certa "élite", poi si può non concordare su tutto, ma ne trovate molti di cardinali, vescovi e più in giù nella gerarchia che non temono di difendere il Summorum Pontificum, e i cattolici ai quali si rivolge, che dice chiaro e tondo che la Messa non è una "cena fra amici", quel che è diventata ?
Vedremo come tradurrà nei fatti il suo pensiero ora che è a capo della Congregazione per il Culto Divino, vedremo se riuscirà a farlo, o se sarà fermato da più potente di lui, da chi ha imposto la sua legge, devastando consapevolmente la Liturgia.

Nell`intervista riprende le parole di Benedetto XVI dicendo che le due forme del Rito Romano possono completarsi e arricchirsi a vicenda.
Che la Messa come era voluta dalla Sacrosanctum Concilium, prevista per comunque sostituirla, potesse arricchire la Santa Messa Antica non lo escludo, anzi, avrei potuto anche accettare e entrare in quella "riforma", ma non vedo come la Messa uscita dal Consilium, che non è affatto quella voluta dalla Costituzione conciliare ma se ne distanzia su punti essenziali, possa arrichire la Messa Antica.
Io so solo che quando, per motivi famigliari, matrimoni o funerali, devo assistere ad una Messa riformata, mi sento estranea a quel che vedo e ascolto.

Stefano78 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Stefano78 ha detto...

@Luisa

Che la Messa come era voluta dalla Sacrosanctum Concilium, prevista per comunque sostituirla, potesse arricchire la Santa Messa Antica non lo escludo, anzi, avrei potuto anche accettare e entrare in quella "riforma", ma non vedo come la Messa uscita dal Consilium, che non è affatto quella voluta dalla Costituzione conciliare ma se ne distanzia su punti essenziali, possa arrichire la Messa Antica

Condivido. La Messa Tradizionale non può essere arricchita da nulla perché è già ricca.

Benedetto XVI aveva detto in che modo poteva essere "arricchita" da "NOM": nuovi santi, prefazi, letture in lingua parlata. STOP.
In sostanza sarebbe il Messale del 1965 EMENDATO. Perché anche quel Messale, anche se mille volte migliore, aveva dei problemi.

Ma, non dimentichiamo, ci sono anche gli altri Sacramenti che sono stati saccheggiati. A cominciare dal Battesimo.

Infatti il Summorum non li dimentica.

Stefano78 ha detto...

@Anonimo

Non ci sono pecche e diminutio, basterebbe studiare un po' per apprezzare la ricchezza teologica del Messale.

Questa è un'altra fanfaluca

Anonimo ha detto...

Lei ha ragione, però consideri questo: disposizione Provvidenziale volle che a riformare la Settimana Santa sia stato Pio XII. Se ad operare la riforma fosse stato il post concili, avremmo avuto una riforma del Triduo Sacro più o meno di questo tipo: Giovedi Santo: Memoriale del passaggio dei Nostri Fratelli Maggiori con Cena commemorativa della Benedizione. Venerdi Santo: santa Assemblea con richiesta di perdono ai nostri Fratelli Maggiori per essere stati crudeli con loro definendoli Deicidi. (Qui gli Improperi si sarebbero dovuti cantare con inversione di indirizzo rivolti all'Innominato crocifisso) Sabato Santo: festa del Sabato tutti a casa per celebrare l'Esodo e brindisi finale al tramonto. Domenica di Risurrezione: ulteriore richiesta di scuse per aver ingannato il mondo con l'invenzione, ricordata dai Vangeli, del trafugamento di un cadavere spacciato per Risorto dai morti. Sembrerebbe una farsa, in realtà lo è! È la farsa dei nemici di Cristo e della Sua Chiesa. Nemici penetrati nel Santuario, ad instaurare l'abominio della desolazione.

Roberto ha detto...

Se mi é permesso, vorrei dire una parola in rifermento a questo dibattito tra Stefano e Mic.
Mi sembra che Stefano dimentichi che uno degli "assiomi" del modernismo (in questo senso figlio di tutta una tradizione filosofica moderna) é che l'operare non segue, ma precede il conoscere.
L'insistenza tradizionalista innanzi tutto sui chiarimenti delle ambiguitá conciliari e la connessa richiesta di un Sillabo sono dettate da una forma mentis (corretta) secondo cui l'intelletto precede la volontá. Detto in altri termini: i modernisti possono inoculare, via prassi, la loro posizione eretica per il fatto che é parte essenziale della loro eresia di partire dalla prassi stessa. Cercare di invertire il percorso via prassi, mi sembra invece quanto meno pericoloso, proprio per il fatto che ci stiamo muovedo in un ambito che non é nostro e che non é tradizionalmente quello cattolico.
Un ultimo punto: Stefano scrive: "Inoltre, come dice Lucia, cosa ne vogliamo fare del 90% dei Cattolici, che sono stati (de)formati al modernismo senza diretta responsabilità?

Queste domande se le sarà fatte pure Benedetto XVI, a cui forse stavano a cuore, e giustamente, più quelli che sono eretici di fatto che quelli che hanno conservato la fede Tradizionale!"
Quest'ultima frase mi sembra quanto meno problematica. É vero che il Papa é, sull'esempio di nostro Signore, Buon Pastore, ma questa funzione si esplicita innanzi tutto nell' assoluta difesa dell'Ortodossia e questo non sembra possibile senza l'esplicitazione chiara dell'Ortodossia stessa anche tramite l'esclusione di chi vi si oppone.
Questa tendenza (che é, di nuovo un aspetto del primato dell'intelletto sulla prassi) é sempre stata quella tradizionale. I problemi, così mi sembra, sono nati proprio quando si sono invertiti i termini.

Roberto

Anonimo ha detto...

Mic,

è vero che i riformatori tutti non hanno voluto di abolire il Sacrificio in senso liturgico o sacramentale...

Ma in senso del suo spirito, si, perchè in abolire una religione che è sottomesa in spirito e i gesti alla Maestà Divina hanno abolito il spirito vero di sacrificio essenziale e rivelato

Romano

Luisa ha detto...

" Ricordo che il Messale è stato riformato dal Consilium con la supervisione di Paolo VI e approvato da Papa Montini, non da chi avrebbe "pilotato" il Vaticano II. Non ci sono pecche e diminutio, basterebbe studiare un po' per apprezzare la ricchezza teologica del Messale."

Effettivamente il Messale è stato riformato dal Consilium E NON dalla Sacrosanctum Concilium, è vero Paolo VI ha letto, seguito passo a passo i lavori di quel Consilium e approvato tutto, come lo scrive Bugnini nel suo libro sulla Riforma Liturgica. Supervisione di papa Montini, e di...otto osservatori protestanti, che ci stavano a fare dei protestanti per riformare la Liturgia cattolica, non è più un segreto, visto il risultato finale del Messale del 1969, con una definizione della Messa che la faceva diventare una cena protestante, corretta l`anno dopo grazie all`intervento dei due cardinali Bacci e Ottaviani.

Chi dice che non ci sono pecche, che il Consilium non ha tradito la Costituzione conciliare, o è in malafede o è ignorante nel senso che ignora come, passo dopo passo, quel Consilium si è allontanato dalla lettera della Costituzione Conciliare sulla Liturgia, basterebbe leggere il libro di Bugnini sulla Riforma liturgica per rendersene conto.

La SACROSANCTUM CONCILIUM NON ha voluto:

-l`abbandono del latino, e del canto gregoriano,
-la lingua vernacolare generalizzata,
-il ribaltamento dell`altare,
-la soppressione dell`Offertorio e la moltiplicazione delle preghiere eucaristiche,
-la sparizione del Canone Romano. presente, più o meno, solo nella prima Preghiera Eucaristica.
Per non parlare della Comunione sulla mano.

Anche se Paolo VI ha finito per allontanare Bugnini non è ritornato sul male fatto, non è ritornato su quel che già era stato promulgato.
Che poi chi ha pilotato il Concilio Vaticano II , prendendone le redini fin dall`inizio, abbia astutamente usato un linguaggio ambiguo anche per la Sacrosanctum Concilium, infilandoci qua e là spiragli in modo che potessero diventare brecce grazie ad un`interpretazione allargata, è un`evidenza.
Intanto il male è stato fatto, e non ha fatto che dilagare.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Tout à fait d'accord, ici, avec Luisa.
Il faut seulement ajouter que les "révolutionnaires" — appelons-les comme ça — n'avaient pas annoncé, de but en blanc, qu'ils allaient bouleversé ladite liturgie.
Ils ont manœuvré subtilement…
Une petite ouverture par-ci, une petite ouverture par-là… Qui pouvait s'opposer à ces modestes aménagements, pleins de bon sens, sauf à être traité de réactionnaire ?

Se souvenir — ne jamais oublier — que, à la même époque, Brejnev recommandait à Fidel Castro : "Surtout, ne dites pas que vous êtes communiste ! »

Élémentaire, mon cher Watson !

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Luisa: ricostruzione storica perfetta, ineccepibile.

mic ha detto...

Roberto,
sono ben consapevole, e molto ne ho scritto, della "inversione" che giustamente segnali. Quella che Romano Amerio chiama la "dislocazione della divina Monotriade" (chi volesse approfondire basta digiti le parole chiave sul motore di ricerca).
Ho recepito il richiamo al rischio che il ricorso ad una prassi, sia pure di segno inverso, da parte nostra configuri lo stesso errore. Ma obietto che la nostra non sarebbe prassi velleitaria (o controrivoluzionaria) da contrapporre, ma semplicemente un mettere in pratica ciò che abbiamo conosciuto e ricevuto, che senza la prassi non verrebbe incarnato nel nostro tempo. Dunque la nostra prassi non consisterebbe altro che nell'integrare i momenti liturgici che abbiamo ancora la grazia di vivere per la dedizione dei nostri sacerdoti con i momenti formativi o meditativi che non possono mancare in una vita di fede in pienezza. Tutto qui.
E che ce ne sia molto bisogno per colmare le sacche d'ignoranza e di deformazione per molte anime assetate mi pare fuori di dubbio e non fuori dalla realtà.

Completo il discorso, che per chi conosce questo blog è scontato ma per chi ci leggesse ora forse non lo è, precisando che questi "momenti formativi" dovranno essere comunque affidati ai nostri pastori, perché noi non abbiamo seguaci e non siamo un movimento, siamo semplici fedeli che testimoniano e condividono la loro fede ;)

Ho unificato i due precedenti interventi scritti di getto ad evitare che qualcuno, con malevolente malizia piuttosto diffusa, mi attribuisca, prendendo uno spezzone soltanto, le intenzioni più assurde, che non hanno alcun riscontro nella mia più che trasparente realtà.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Sur le film consacré à Mgr Lefebvre, "Un évêque dans la tourmente", que je recommandais l'autre jour, écoutez la brève interview du cardinal maçon Achille Liénart, qui fut le maître d'œuvre du "coup d'État" de la première session de Vatican II — "Vatican d'eux", comme disait l'autre…
On lui aurait donné le Bon Dieu sans confession à cet homme-là…

Rr ha detto...

Non vorrei sembrare drammatica, ma se continuano le cose così come sono andate negli ultimi trent'anni anni, non ci sarà più tra poco il problema " dell' altro 90% dei cattolici", perché questi, educati al conciliarismo post modernista, all' ecumenismo pacifista post marxista, diventeranno fedeli della Nuova indistinta Religione mondiale. Tutti felici e contenti, tutti sincretismi.
Resterà un piccolo gregge Cattolico, e da lì si ripartirà, se il Signore vuole.

Anonimo ha detto...

quindi il Cardinale dice che tutto l'aggiornamento fu fondato su una bugia enorme!

Quindi, perché continua la menzogna!

Romano

Stefano78 ha detto...

@Roberto

Mi sembra che Stefano dimentichi che uno degli "assiomi" del modernismo (in questo senso figlio di tutta una tradizione filosofica moderna) é che l'operare non segue, ma precede il conoscere

Non lo dimentico affatto. Ma c'è di più. L'assioma non fa precedere la Prassi alla Conoscenza. Ma la sostituisce totalmente. Ovvero: esiste solo la prassi. L' Ortoprassi. E' una forma nuova di fariseismo, basata sulla sociologia! E questo lo so benissimo.

L'insistenza tradizionalista innanzi tutto sui chiarimenti delle ambiguitá conciliari e la connessa richiesta di un Sillabo sono dettate da una forma mentis (corretta) secondo cui l'intelletto precede la volontá.

Mai detto il contrario. Ma spesso IO (mi sbaglierò) non vedo richieste di chiarimenti, e critiche costruttive. La stessa richiesta di un Sillabo la condivido pienamente! Ma si inserisce in una concezione del Vaticano II e dei problemi da esso derivati, che esclude si debba "ignorare" tale Concilio ma che è consapevole che solo ri-partendo da una "correzione" dello stesso si potrà proseguire per la via Dritta della Tradizione.


Cercare di invertire il percorso via prassi, mi sembra invece quanto meno pericoloso, proprio per il fatto che ci stiamo muovedo in un ambito che non é nostro e che non é tradizionalmente quello cattolico

La nostra Prassi non è e non sarà mai ATEORETICA. La forza della nostra prassi è data dal fondamento: la Tradizione Cattolica Romana! E questo è impossibile da eludere! Anche volendo!
Ma dovremmo essere più scaltri. Perché mai non usare questo metodo, visto che ha un fondamento monumentale?

Quest'ultima frase mi sembra quanto meno problematica. É vero che il Papa é, sull'esempio di nostro Signore, Buon Pastore, ma questa funzione si esplicita innanzi tutto nell' assoluta difesa dell'Ortodossia e questo non sembra possibile senza l'esplicitazione chiara dell'Ortodossia stessa anche tramite l'esclusione di chi vi si oppone.
Questa tendenza (che é, di nuovo un aspetto del primato dell'intelletto sulla prassi) é sempre stata quella tradizionale. I problemi, così mi sembra, sono nati proprio quando si sono invertiti i termini.


D'accordo che il problema sta nell'inversione dei termini. Se è per questo sta, principalmente, nella eresia anti-trinataria riguardo la processione dello Spirito Santo Paraclito. L' Amore Procede dal Verbo! La Carità procede dalla Conoscenza!

Ma, lo ripeto, noi non abbiamo una Prassi ateoretica. E, visto che i metodi devono essere adatti al fine, perché non usare questi metodi?

murmex ha detto...

Che il Concilio sia un fatto storico è un dato di fatto . Con ciò , stefano , perchè volersi arrampicare sugli specchi con un'ermeneutica della continuità che forse non è neppure possibile(lo dicano i teologi , ma se guardiamo ai fatti vediamo che non c'è riuscito un teologo come benedetto )Il nuovo sillabo sarebbe qualcosa di diverso dall'ermeneutica :condanna degli errori , chiara , netta , inequivocabile , errori da qualsiasi parte provengano (concilio , spirito del concilio , deformazioni mediatiche , "magistero " confusionario susseguente) .Più , ineludibile , correzione di prassi sacrileghe :qui non si tratterebbe certo di adottare lo stile modernista(cambiare tramite prassi ) , ma semplicemente di riportare la prassi nel suo alveo naturale .La maggioranza dei cattolici (ma quanti lo sono ancora ?)non occorre accusarli di niente , probabilmente sono stati ingannati in buona fede ; se di buona fede , penso,non mancherebbero loro le grazie per aderire anche con entusiasmo . (qui lo dico per mia sia pur ristretta esperienza )Vedo che buoni sacerdoti sono partiti da retta dottrina e Liturgia di sempre (ma in un contesto biritualista ).Secondo me , occorrerebbe una più decisa opzione per la Messa di sempre , previa eventuale spiegazione e preparazione dei fedeli ; non sottovalutiamo l'intervento divino nel sostenere e illuminare le volontà rette . Ma Dio si vuole servire di esseri umani , in particolare sacerdoti .

l'albero fruttifica ha detto...

....dire che i Documenti del Vaticano II, in materia di Liturgia e Sacramenti, hanno il fine di abolire il Sacrificio? Possiamo dirlo?

IDEM c.s.:

forse possiamo dire che il sinodo sulla famiglia convocato da Bergoglio ha il fine di scardinare il matrimonio cristiano e abolire la famiglia calpestando e rinnegando la Dottrina perenne di Cristo Signore? possiamo dirlo ?
nooo...! "Tranquilli, figlioli !la dottrina non sarà toccata " (solo "rivedere un pochino i dogmi "alla luce della modernità che ha nuove esigenze" dopo 2000 anni di rigore sugli iota immutabili morale+dottrina...chiaro, no), così cinguettano gli entusiasti novatores Kasper & co. col beneplacito del vdr!...eppure....
il fine ultimo, molto malcelato e sempre più palese sarà proprio quello. Esattamente come accaduto col cv2 nei riguardi della Liturgia, la storia continua su quel FILO conduttore: il 1789 della Chiesa, esploso allora grazie a quel manipolo (con la connivenza dei vertici della Gerarchia, fiduciosa nelle "magnifiche sorti e progressive" nel "nuovo linguaggio" con cui portare Cristo al mondo, assecondando i gusti dell'uomo moderno e la sua mentalità volubile, carnale (e insofferente di valori perenni, sacri e soprannaturali) sta dando ora tutti i suoi frutti più splendidi, passando per l'ecu-massonismo inclusivo di Assisi 1-2-3 e così facendo "fiorire le gemme ancora in boccio sui rami" (come il card. Leo Suenens chiamò le belle promesse della primavera conciliare).
L'albero-cv2 continua a fruttificare, alla grande, ma molti continuano a negare l'evidenza della sua rigogliosa stagione, ancora lungi dal tramontare (secondo permissione di Dio .... ancora)

ilfocohadaardere ha detto...

Torno da una S.Messa ove il sacerdote,in vista della "Quarantore",ha rimosso l'altare-tavolo solito,ed ha celebrato (sempre col nuovo rito),ma all'Altar Maggiore, rivolto "ad orientem" (il Tabernacolo in questa chiesa è rimasto sull'altar maggiore, centrale):quel modo di celebrare la S.Messa(pur NO),e tutto il suo atteggiamento generale,significava eccome la sussistenza del Sacrificio mistico di Cristo.Già il fatto di non "guardarsi negli occhi",aiuta tanto.Ci si sente davvero rivolti al Signore ed all'Elevazione, comunque,è chiaro il significato,che con l'orientamento "moderno",quasi scompare.Quello che alla fine ho in mente è che credo profondamente che alla fine il cuore e la mente di CHI celebra la Messa ed il COME viene da lui celebrata,sia dirimente ai fini della "validità", più che altro in termini di frutti e di edificazione per il popolo. Detto ciò,credo che il punto dirimente tra i due Messali sia la di distorsione e di abuso che essi POTENZIALMENTE consentono. Ed è qui forse il puntum dolens: il NO consente moltissimo POTENZIALE SPAZIO a queste deviazioni e "cattive interpretazioni", ed il problema credo che (come è in fondo quasi sempre:nei Documenti conciliari più criticati, e non senza ragioni, come nel NO)si annidi nella AMBIGUITA' del linguaggio e dei segni.Laddove quel Messale non sia cioè utilizzato da un santo sacerdote secondo il cuore di Cristo,esso di per sé si può prestare maggiormente a distorsioni ed abusi.E' meno ontologicamente "protettivo"della fede cattolica (lex orandi lex creendi) ed assai meno "costituzionalmente immune" da contagi eretizzanti ed eretici.Ergo, nell'economia di quelli che sono i compiti primari della Chiesa Cattolica,pare di poter concludere che: pur non essendo affatto EX SE- cioè automaticamente- produttivo di una Messa "meno Santa" e "meno fruttuosa" (o addirittura "meno o non valida"),prestandosi a tali guasti con potenzialità infinitamente maggiore rispetto al VO,ergo forse davvero non può considerarsi tutta "l'operazione NO" se non un grave "passo falso" fatto dalla Chiesa gerarchica,laddove ha acconsentito ad una "riforma" che ha peccato (laddove e nei casi in cui non vi sia stata luciferina malafede) per grave imprudenza (figlia di quell'irrazionale "ottimismo" ed anche "prurito pel nuovo" e pei "venti di dottrina").Se si crede alla grazia santificante veicolata dai Sacramenti,allora non si può che concordare con chi considera che- in una situazione così drammatica per la Fede cattolica come l'attuale- l'unica soluzione possibile sia quella di iniziare dalla Liturgia la necessaria "restaurazione".E credo che Benedetto XVI l'avesse capito perfettamente.Ma anche le forze dell'Anticristo sanno bene che la "partita" si gioca lì, non a caso si sono scatenati SUBITO contro la Milizia dell'Immacolata (FI),cioè contro i "reparti d'assalto" della restaurazione della fede cattolica disastrata..La nomina di un card. come Sarah al Culto divino è una speranza perché è apparentemente in controtendenza con tutte le altre nomine...di certo non è uno della jihad anti VO e non corrisponde al cliché del modernista...Detto tutto ciò, che viva- sempre più- il Messale "Tridentino", e che dia i suoi frutti secondo lo spirito del Summorum Pontificum!Se la mia posizione è da "normalista", me ne dispiaccio un po', ma lo sono evidentemente.

Anonimo ha detto...



Lutero:

“Quando la Messa sarà stata rovesciata, io sono convinto che avremo rovesciato con essa il papato (…). Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adultèri sono meno malvagi di quella abominazione che è la Messa dei papi”.

http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1146

ilfocohadaardere ha detto...

Dal "Breve esame critico" presentato a Paolo VI dai cardinali Ottaviani e Bacci nel 1969: "La formula paolina oggi sostituita all’antica ("Hoc facite in meam commemorationem" [fate questo in memoria di me]) - proclamata come sarà quotidianamente nelle lingue volgari - sposterà irrimediabilmente, nella mente degli ascoltatori, l’accento sulla memoria del Cristo come termine dell’azione eucaristica, mentre essa ne è il principio. L’idea finale di commemorazione prenderà ben presto il posto dell’idea di azione sacramentale[14].

Il modo narrativo è ora sottolineato dalla formula: narratio institutionis [racconto della istituzione della Messa] (n. 55d), e ribadito dalla definizione della anamnesi, dove si dice che Ecclesia memoriam ipsius Christi agit [La Chiesa compie il memoriale di Cristo] (n. 55c).

In breve: la teoria proposta per l’epiclesi, la modificazione delle parole della Consacrazione e dell’anamnesi, hanno come effetto di modificare il modus significandi [significato] delle parole della Consacrazione. Le formule consacratorie sono ora pronunciate dal sacerdote come costituenti una narrazione storica e non piú enunciate come esprimenti un giudizio categorico e affermativo proferito da Colui nella cui persona egli agisce: Hoc est Corpus meum [questo è il mio corpo] (e non: Hoc est Corpus Christi [questo è il corpo di Cristo])
*****NB: la nota n. 15, posta a piede di questo paragrafo è incredibilmente interessante, perché il "pool Ottaviani-Bacci" IVI pone una domanda nella quale probabilmente alberga TUTTA la questione "NO" (cioè il vero nocciolo di tutte le domande e di tutte le risposte di cui sotto certi aspetti ancora oggi siamo in cerca). Dice:
"Le parole della Consacrazione, quali sono inserite nel contesto del Novus Ordo, possono essere valide in virtú dell’intenzione del ministro. Possono non esserlo perché non lo sono piú ex vi verborum [per la forza stessa delle parole] o piú precisamente in virtú del modus significandi [significato inteso] che avevano finora nella Messa. I sacerdoti, che, in un prossimo avvenire, non avranno ricevuto la formazione tradizionale e che si affideranno al Novus Ordo alfine di ‘fare ciò che fa la Chiesa’consacreranno validamente? È lecito dubitarne."

----**PAROLE COME PIETRE! Ma che lasciano (ed era questo il senso della mia precedente riflessione) l'esigenza di non affidarsi a facili e trancianti "giudizi" e "soluzioni", perché in questa "nota" sono contenute domande e chiare distinzioni....

Angelo ha detto...

E pure oggi non mi hai pubblicato niente. Vabbé! Buona notte

Josh ha detto...

complimenti a il foco per la pertinenza e il dettaglio.

Stefano78 ha detto...

@l'albero fruttifica

forse possiamo dire che il sinodo sulla famiglia convocato da Bergoglio ha il fine di scardinare il matrimonio cristiano e abolire la famiglia calpestando e rinnegando la Dottrina perenne di Cristo Signore? possiamo dirlo ?
nooo...!


Il parallelismo non è pertinente. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di citazioni sui documenti e sulle dichiarazioni del Sinodo, che lo dicono CHIARAMENTE. VOGLIONO ribaltare la fede. Altro che! E il parallelismo col Concilio non è pertinente per questo motivo. Il Concilio, nel suo risultato finale compromissorio, è il risultato di una diatriba e di una lotta interna fra due concezioni. Una ortodossa e una no. E dunque in alcuni suoi punti risulta compromissorio e ambiguo. Proprio perché da un colpo al cerchio e uno alla botte.

Stefano78 ha detto...

@murmex

Che il Concilio sia un fatto storico è un dato di fatto . Con ciò , stefano , perchè volersi arrampicare sugli specchi con un'ermeneutica della continuità che forse non è neppure possibile

Un presidio ermeneutico, su un testo ambiguo, è necessario anche solo a livello logico-interpretativo. Che ci sia bisogno di una ermeneutica per il concilio, anche solo per risolvere i suoi testi contraddittori, è pacifico. Che poi serva una ermeneutica Tradizionale per risolvere le locuzioni ambigue e/o non corrette, credo sia innegabile. Inoltre, l'ermeneutica della "continuità" non è una arrampicata sugli specchi. Lanzetta e altri l'hanno applicata. Ma non sono certo in grado di renderla ufficiale. Si tratta di cominciare, anche se ufficiosamente, a diffonderla, e a evidenziare le discontinuità del concilio proprio in base a tale ermeneutica.

Il nuovo sillabo sarebbe qualcosa di diverso dall'ermeneutica

No, perché è proprio in base all'Ermeneutica che si individua ciò che non è chiaro e ciò che lo è. Il sillabo ha la funzione DEFINITORIA. Dire ciò che è giusto e chiarire definitivamente le ambiguità. Ma parte dal presupposto che il Concilio, anche se presidio Pastorale che ha SCISSO il legame indissolubile con la dottrina, è una parte della Chiesa. E il Sillabo avrebbe la funzione di ri-annodare la Pastorale alla dottrina.

Più , ineludibile , correzione di prassi sacrileghe :qui non si tratterebbe certo di adottare lo stile modernista(cambiare tramite prassi ) , ma semplicemente di riportare la prassi nel suo alveo naturale

Perché non cambiare una prassi ateoretica contrapponendola ad una teoretica? Dove sarebbe il problema?

mic ha detto...

Concludendo: ce ne fossero come il cardinal Sarah!
Salvaguardando la Liturgia e il Santo Sacrificio, il resto della restaurazione lo farà il Signore.

lister ha detto...

Sì, Mic, ma che cale a Kasper di quello che dice Sarah?
Secondo lui gli Africani sono retrogradi e quindi chissenefrega delle loro posizioni?!
Snobbàti!
A raccogliere cotone!
In più, secondo Marx, la Chiesa tedesca non è la filiale di Roma (alla faccia della Chiesa Universale), quindi si regoleranno di conseguenza...

murmex ha detto...

Stefano , forse non mi sono spiegata bene . Io mi riferivo alla c. d."ermeneutica della continuità " , cioè al tentativo di interpretare in maniera perfettamente ortodossa i testi controversi ( "controversi " per modo di dire ,solo in senso "accademico " perchè poi si sono calati nella realtà in modo chiaramente unidirezionale )Questo sforzo lasciamolo agli specialisti quali il p Cavalcoli , posto che ci riescano , cosa di cui dubito :può venire qualcosa di buono da qualcosa di ambiguo o contraddittorio ?Il si- si , no- no , dove lo mettiamo ? E il monito a ricoscere la bontà dell'albero dai suoi frutti ? Qundi , senza negare che siano importanti anche g"accademici " , per chi è a questi abilitato e deputato , mi pare che a noi debba interessare il lato pratico , diciamo pastorale , che coinvolge la salvezza di anime a noi vicine ognuno secondo la sua responsabilità . Quindi , per quanto mi riguarda , ritengo più proficuo dimenticarmi del vat . II , approfondire il Magistero perenne (grandi encicliche , dottrina dei grandi Santi e dei grandi teologi approvati ... )per poterla offrire (sempre con timore e tremore , ovviamente , e scarsa fiducia in me stessa )ad altre persone confuse .

murmex ha detto...

Trovo conferma autorevole a questa mia posizione nella recensione del prof Vassallo al libro "Il Vaticano ha contraddetto il dogma " diPiero Nicola visibile su Radiospada e sul sito del professore .

murmex ha detto...

Scusate , la recensione suddetta è sul sito del professor Vassallo ma non sua , bensì di Piergiorgio Seveso

Luisa ha detto...

L`impossibilità di avere un`analisi del CVII che non sarebbe unicamente acritica, pena altrimenti di farti bollare come anti-conciliare, peggio ancora come criptolefebvriano o più "semplicemente" come non cattolico...mi fa pensare a quel che osservo in Francia con l`islam.
Se a chi pretende che l`islam è solo amore e pace tu dici che è quello ma non solo quello, e gli ricordi le parole stesse del loro profeta, ti fai bollare come islamofobo.

Se dici che riconosci il CVII come uno dei Concili della Chiesa, ma ricordi la sua storia, lo svolgimento dei dibattiti, chi ne ha preso in mano le redini fin dall`inizio, se riporti le parole stesse di chi vi ha partecipato e ammette che i documenti son stati libellati con un linguaggio volto a permettere le interpretazioni , se dici che quel linguaggio ambiguo ha permesso quella libertà nell`interpretazione e nell`applicazione dei documenti conciliari che è una delle cause dello sfacelo a cui assistiamo, se osi usare il tuo cervello, anche solo il tuo buon senso, sei bollato, messo al bando.
IL CVII non si tocca, è perfetto, è un nuovo dogma della Chiesa.