Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 18 marzo 2015

20 marzo a Lecce. “La Messa in latino per una Chiesa in uscita?”

COMUNICATO STAMPA

La Messa in latino per una Chiesa in uscita?” è il provocatorio titolo della conferenza che il prof. Roberto Spataro, docente presso la Pontifica Università Salesiana, terrà venerdì 20 marzo alle ore 18,30 presso l’Istituto Marcelline, viale Otranto 67, in Lecce.

Un titolo che dietro l’apparente ossimoro (che riecheggia uno dei principi più noti di Papa Francesco) intende proporre una lettura vivace ed attualissima della “Messa in latino” che, a partire dal Summorum Pontificum di Benedetto XVI, tanto favore sta ottenendo tra i giovani, contraddicendo nei fatti una diffusa ostilità di coloro che la considerano un orpello “per vecchi nostalgici”. Ancor più chiaro è il sottotitolo della conferenza “fecondità pastorale della Messa vetus ordo nella Chiesa di Francesco”, ad indicare l’efficacia insuperata della Messa antica quale strumento della nuova evangelizzazione, voluta da San Giovanni Paolo II e di cui tanti parlano senza riuscire ad individuare gli antidoti al dilagante analfabetismo religioso che - quando non è indifferenza - si risolve in un vago e accomodante sentimentalismo che lascia campo libero alle invenzioni più spettacolari e avventurose della liturgia.
Un’occasione per scoprire (o riscoprire) – nel tempo del minimalismo sciatto e delle improvvisazioni  – i grandi tesori della liturgia, a partire dalla insuperata forza della lingua latina, nervatura della civiltà europea e archetipo di chiarezza espressiva, per riflettere sul lapidario nitore del linguaggio che per secoli è stato forma della liturgia e del diritto. 

L’introduzione è affidata a padre Vladimiro Caroli, giovane sacerdote domenicano, docente presso la Facoltà Teologica Pugliese.

L’incontro è organizzato da UNA VOCE ITALIA che sin dal 1964 opera per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana e che autorizzando la costituzione della “Sezione di Lecce”, ha voluto accogliere tra le sue fila il gruppo di fedeli che ormai da sei anni a Lecce opera per la celebrazione regolare della Messa antica e che da pochi mesi ha anche ottenuto l’avallo della Curia leccese. Hanno collaborato all’organizzazione il Coordinamento Nazionale Summorum Pontificum, la Scuola Ecclesia Mater e l’Associazione ex-Allievi Marcelline di Lecce.   

Infine, Domenica 22 marzo alle 11,00 don Roberto Spataro celebrerà la Messa in latino presso la chiesa di San Francesco di Paola.

7 commenti:

Josh ha detto...

voglio scriverlo:
sono un amante della Messa in latino e ho poco più di 40 anni....ne ero un estimatore,
per le Grazie che ne derivano, per la dignità della celebrazione, per l'offertorio intero, per i significati al proprio posto,
per la visione salvifica equilibrata che ne deriva, per l'insegnamento completo,
e non solo per mere questioni estetico-stilistiche-formali, -uniche motivazioni che i detrattori sono soliti indicare- anche quando ero più giovane.

Josh ha detto...

p.s.
non è affatto bello dirlo, ma dati i pesanti apostrofi di questo periodo,
al contempo,
non fosse altro per inenarrabili vicissitudini umane, familiari, e pesanti situazioni occorse ai vicini in temi che vanno dal lavoro a salute in condizioni estreme, di cui bisogna occuparsi,
non mi sento, solo per via della predilezione per la Messa in latino e dell'amore della Tradizione,
meno "chiesa in uscita", o meno "periferia esistenziale"; nè mi sento un musone senza gioia, uno specialista del Logos, un fariseo leguleo o un balconero della storia.

C'è chi dovrebbe pensarci 2 volte o più prima di affibbiare una caterva di nomignoli odiosi e disprezzo a iosa a chi cerca solo di tenere insieme i tesori della Tradizione, di sentire il richiamo dello Spirito e della Parola, e agendo di conseguenza prova a restare in contemporanea nelle 'periferie' e sempre 'in uscita', 24 ore su 24,
per di più bastonato prima di tutto da certa gerarchia per il proprio desiderio di autenticità.

ma non ci scoraggiamo, il Signore è vicino a chi lo teme, nonostante le nostre insufficienze, povertà, debolezze e imperfezioni.

Anonimo ha detto...

Caro Josh,
sottoscrivo ogni parola e condivido totalmente gli stessi sentimenti. Quanto dolore nel vedersi quotidianamente trattati con disprezzo e dileggio da chi dovrebbe esserci padre! L'espressione che più mi ha ferita è stata, qualche mese fa, "putrefatti nel cuore"...mi sono venute le lacrime agli occhi per il dispiacere! Ma, sono d'accordo con te, accettiamo e offriamo tutta questa amarezza come partecipazione alla Croce di Cristo. Grazie

Anonimo ha detto...

un convegno diocesano italiano recentemente aveva questo titolo: "PER UNA CHIESA TRIDIMENSIONALE IN USCITA"!!! Ho chiesto ad un colto prete diocesano cosa significasse questo titolo e m'ha risposto: "non sono mai stato bravo in geometria e trigonometria!

Anonimo ha detto...

Nella presentazione del saggio La questione liturgica, pubblicato nella collana Intervento di Marco Solfanelli da Maria Guarini, autentica erudita e intrepida testimone della fede di sempre, l’insigne monsignore Brunero Gherardini, complimentandosi con l’autrice, le riconosce il merito di aver proposto una puntuale e originale critica “della desacralizzazione, banalizzazione, orizzontalità dei gesti, nonché del degrado al quale è pervenuta la deformazione concettuale e pratica di una liturgia ridotta a cornice sociale“

Immersa nel vortice del novismo, la liturgia è trasformata in festival delle insulsamente pie canzonette, in uscita dalla fantasia, talora empia sempre stucchevole, di parolieri e compositori stupefatti e/o fulminati dalla nuova teologia.

L’autrice, interpretando il diffuso disagio dei fedeli, pone a fondamento di una puntuale e sagace critica della nuova liturgia un giudizio inoppugnabile: “Per recuperare la fede viva – non intellettuale – e la devozione autentica non c’era bisogno di sovvertire la liturgia: sarebbe bastata un’efficace formazione o, meglio, una autentica iniziazione. Oggi invece è cambiata l’ecclesiologia e la teologia, che la sottende, per effetto dell’orizzontalismo antropocentrico, che ha spostato il centro dell’azione cultuale da Dio all’uomo ed alla fine ha perso il senso del mistero”.

L’argomento elucubrato dai riformatori modernizzanti contemplava il presunto obbligo di tradurre le parole latine nelle lingue parlata dai fedeli, contemplati nell’immaginaria figura della vecchietta, che recita il rosario durante la celebrazione della Messa in latino, lingua per lei incomprensibile. Ragionamento cavilloso e unto dalla falsa, modernistica misericordia quello intorno ai fedeli estraniati dal latino della Messa: presupponeva la possibilità di svelare il mistero del Sacrificio eucaristico mediante una traduzione atta ad abbassare il canone alla comprensione dalla proverbiale vecchietta, ritenuta destinataria del mistero depauperato, svelato e democratizzato dai teologi modernizzanti......

http://www.riscossacristiana.it/dalla-teologia-orizzontale-alla-baraonda-liturgica-di-piero-vassallo/

Anna

mic ha detto...

Avevo programmato la pubblicazione del comunicato, riservandomi di inserire una introduzione con alcune osservazioni a completamento delle motivazioni espresse nella locandina, o meglio, per richiamare l'essenziale...

Una serie di impegni ha fatto sì che scattasse la pubblicazione in automatico senza che io fossi riuscita a darmene il tempo.
Ringrazio Josh e Anna e gli altri per aver aggiunto qualcosa di necessario.

Anonimo ha detto...

Qui la Chiesa è “uscita” per barricare la Chiesa e difendere il Tesoro lì custodito ed evitare a certe “periferie esistenziali” di profanarlo. Questa catena di ragazzi armati col loro “bigotto” rosario, presi a sputi ed insulti da un mondo che ha perso, oltre che Dio, anche la ragione (che su Dio si fonda).
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=273418:manipolo-osceno-di-femministe-pro-aborto-attacca-uomini-in-preghiera-che-difendono-una-cattedrale&catid=83:free&Itemid=100021

Facce tristi ? Qualcuno piangeva, protetto dalle mani di un compagno. Ossesse mezze nude a reclamare il “diritto” delle madri di uccidere i bambini nel loro grembo, mimando gesti osceni e sporcando il volto di quei ragazzi “bigotti tristi” con la vernice …

La Chiesa non deve uscire, è già nel mondo. La Chiesa, che non è del mondo, deve invitare ad entrare. Deve essere sale che ha sapore, luce che illumina. La Chiesa deve riempire le Chiese. E le Chiese si riempiono se dentro le Chiese non si trova la brutta copia del mondo, un’assemblea che democraticamente parla e parla … ma Colui che per noi si offre in sacrificio, con le sue braccia spalancate inchiodate sulla croce pronte ad accogliere chiunque rinneghi se stesso, prenda la sua croce e Lo segua, una Chiesa che lo accoglie veramente, che Lo contempla, che Lo adora perché crede veramente nella sua Presenza Reale. Una Chiesa che celebra il Sacrificio come lo si è sempre celebrato, nella stessa lingua sacra di Roma, nella lingua sacra della Chiesa, universale.

I ragazzi hanno bisogno del sacro. Hanno bisogno di riempire il nulla che li circonda e riempie. E lo cercano nei concerti rock, nelle meditazioni Yoga in lingua antica. Perché dentro le Chiese troppo spesso invece che Dio trovano uno specchio in cui guardare se stessi, i loro vicini ed uno strano presidente immersi dentro un vuoto immenso.

Anna