Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 21 marzo 2015

'Ancilla Hominis' di Danilo Quinto recensito su ConcilioVaticanoSecondo.it

Qui la registrazione sonora della bella presentazione a Forlì del testo di Danilo Quinto
su Radio Vobiscum.

A qualche mese dall’elezione di papa Francesco, parlando con un amico, confessai la mia delusione per il nuovo “vescovo di Roma”. Mi rispose che bisognava leggere attentamente, come lui faceva, le omelie quotidiane di Santa Marta: “In mezzo a tanto fango, come quello di un torrente impetuoso, troverai vere e proprie perle”. Replicai che non stavamo parlando delle prediche di un parroco di periferia, bensì di omelie papali: dal successore di Pietro mi aspettavo solo “perle”, magari poche ma ben visibili, non da estrarre da una fiumana di “fango”…

Danilo Quinto, giornalista e saggista dal passato politico nella sinistra radicale giunto alla vera Fede, che ha abbracciato senza riserve, descrive il proprio stupore nel trovarsi di fronte un pontefice che apparentemente contraddice due millenni di Tradizione. Il suo saggio, aggiornatissimo (si conclude con un capitolo sul sinodo straordinario dello scorso ottobre), non è però un “istant-book”: si tratta di una riflessione serena che mette alla luce lo sconcerto di chi, venendo dal mondo laicista, vede confusione e contraddizioni provenire addirittura dal vertice dell’istituzione che deve proclamare al mondo intero la Verità.

Nelle sue pagine c’è il rammarico di chi è costretto a cercare quella Verità non gridata dai tetti, ma raccolta come perle o diamanti in mezzo al fango. Se Introvigne è quotidianamente “costretto” a «spiegare cosa ha veramente detto il Papa» (p. 205) senza che dalla sala stampa vaticana si senta la necessità di farlo e senza che il diretto interessato senta il dovere di esprimersi più chiaramente, di non dar luogo ad equivoci, di non aspettare un mese per smentire un’affermazione strombazzata dai giornali e che intanto ha fatto il giro del mondo o di non affidare importanti temi a boutade durante un viaggio aereo, per lo meno il fedele riceve l’impressione che l’attuale Vescovo di Roma non sappia comportarsi per un incarico tanto delicato come quello di Vicario di Cristo.

Se poi si sommano tutte le “stranezze”, partendo dalla sostituzione del “Sia lodato Gesù Cristo” con il “buonanotte!” del primo discorso papale o il “buon appetito!” che chiude l’Angelus domenicale per arrivare agli imbarazzanti elogi da parte della massoneria e del B’nai B’rith, passando per le critiche indirette (fatte cioè dai più stretti collaboratori di Bergoglio) alle parole di Benedetto XVI a Ratisbona (quando il Pontefice si “permise” di criticare l’irrazionalità insita nell’islamismo) o ai «volti inespressivi di coloro che recitano il rosario fuori dalle cliniche che praticano le interruzioni di gravidanza» (come disse mons. Nunzio Galantino, che non volle nemmeno usare il termine “aborto”) c’è da chiedersi se nella Chiesa sia in atto una rivoluzione cosciente e non solo una semplice, continua distrazione dovuta al venir meno delle più elementari regole di comportamento.

Quella di Francesco appare – inutile negarlo – come una Chiesa tanto desiderosa di piacere al mondo, da essere disposta a rinunciare ai propri principi fondanti: ammiratrice del comunismo e dell’islamismo (nel discorso per la canonizzazione dei Martiri di Otranto la parola “islam” non ricorre neppure una volta, senza lasciare quindi evincere la causa del martirio); disposta a transigere in materia di comunione (concedendola anche a chi vive in notorio stato di peccato) e quindi banalizzandola; disposta ad abbracciare tutti coloro che sono lontani, da Pannella a Scalfaro, ma inflessibile proprio con coloro che sono più vicini degli altri (i tradizionalisti in generale ed i Francescani dell’Immacolata in particolare). Che importa se Francesco non piace ai tradizionalisti?, dirà qualcuno. Ma, come affermò Mario Palmaro, alla cui memoria il libro è dedicato, «il Papa deve piacere a Dio Padre, a Nostro Signore Gesù Cristo e allo Spirito Santo, non a Gnocchi e Palmaro. Ma noi dubitiamo che questo papa piaccia a Domineddio» (p. 13).

A conferma di tanti dubbi, il capitolo conclusivo si concentra sul sinodo straordinario sulla famiglia del 2014: al di là del palese tentativo di indirizzare i lavori verso un cambiamento del tradizionale concetto di matrimonio religioso, colpiscono due fatti come le conclusioni (Relatio post disceptationem) che riprendono e divulgano, in senso positivo, le tesi auspicate dal Papa, ma rigettate dai prelati presenti ed il pugno di ferro (in immancabile guanto di velluto) con i cardinali dissenzienti, primo tra tutti Raymond Leo Burke, sollevato dalla carica di prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica.

Il saggio di Danilo Quinto si pone una serie di interrogativi sull’apparente allontanamento della Chiesa attuale dal solco della Tradizione, sull’eccessiva apertura al mondo che sembra trasformarla in una “ancilla hominis”, come recita il titolo. Di fronte a tanto sconcerto, l’autore si dichiara però sereno sapendo che “tutti i capelli della nostra testa sono contati”. Rimane, però, la coscienza della fallibilità del Papa nel magistero ordinario e, di conseguenza, il giusto diritto alla critica della suprema gerarchia ecclesiastica da parte dei singoli fedeli, nel rispetto della figura del Vicario di Cristo. Rispetto che permane in ogni pagina di Quinto, per cui non bisogna farsi sviare dalla copertina un po’ irriverente e leggere un testo che non contiene alcunché di insolente. 
Gianandrea de Antonellis
Per ordinare il libro su Radio Spada

54 commenti:

Nicòla ha detto...

Attenzione:

http://radiospada.org/2015/03/danilo-quinto-per-le-edizioni-radio-spada-ancilla-hominis-recensito-su-conciliovaticanosecondo-it/

NicòlaRispondi
18 marzo 2015 at 7:51 am
Rimane, però, la coscienza della **fallibilità del Papa [sic!] nel magistero ordinario** e, di conseguenza, il giusto diritto alla critica della suprema gerarchia ecclesiastica da parte dei singoli fedeli, nel rispetto della figura del Vicario di Cristo.
Amici carissimi,
mi auguro che questo passaggio evidenziato tra gli **asterischi** NON ci sia nel libro. In caso contrario, temo che, in coscienza, non posso diffonderlo. Dovete convenire che è, quanto meno, "malsonante".Attenzione. Stiamo scherzando con il fuoco. Piuttosto che citare presunte "fallibilità" del M. Ordinario, sarebbe bene far notare che:
a) le "esternazioni" di Santa Marta (come, del resto, è specificato esplicitamente persino da chi le pronuncia), come già i libri di Ratzinger, per non parlare delle chiacchiere in aereo, NON SONO e NON Vogliono essere MAGISTERO, ma solo idee private e personali di chi le "esterna";
b) il pontificato del VdR, presenta tante di quelle "ferite", da sollevare dubbi sulla sua validità.

mic ha detto...

Innanzitutto il testo si riferisce al concetto di infallibilità del Concilio Vaticano I e, quando parla di "fallibilità" la riferisce alla "persona privata" del papa.

Quanto al suo punto b) le "ferite", che restano nel campo delle ipotesi più o meno attendibili, permettono di sollevare dubbi ma non di trarre conclusioni, se non da parte di chi di dovere nelle sedi adeguate.

Anonimo ha detto...

Non rimane soltanto il diritto di criticare...

è proprio l'obbligo (di ognuno fedele che ha l'intelligenza per discernere gli errori e l'eresie di Bergoglio) di denunciarlo ai Cardinali per tali

Mi stupisce che dopo tanti mesi di un comportamento oggettivamente peccaminoso in materie gravi, che pocchisimi sano distinguere l'obblighi della fede in questo riguardo...

Tacere è consentire...

Meramente criticare è un tipo di scusa per completare il dovere della fede...

Quindi, è ormai tempo, che i fedeli fanno una petizione ai Cardinali per chiedere che iniziano un processo

1) per darlo 3 rimproveri chiedendo il suo pentimento e la confessione della vera Fede in ognuno punto da quali egli è espresso in modo contrario o contraditorio...

2) se non mostra pentimento abituale, per procedere alla sua condanna come eretico...

3) e quindi per annunciare che è stato deposto dal papato a ragione dei suoi peccati contra la Fede

4) per eleggere il successore...


Non mi pare che i fedeli che rifiutano di fare tale petizioni ma riconoscano la realtà, possano evitare la colpa di peccato mortale per l'omissione di dovere...

Romano

Luisa ha detto...


"...bensì di omelie papali: dal successore di Pietro mi aspettavo solo “perle”, magari poche ma ben visibili, non da estrarre da una fiumana di “fango”…"

E chi oggi, fra i fedeli cattolici, ha la capacità, può e sa trovare quelle perle?
Chi sa distinguere il fango dalle perle?
Quando leggo che un cattolico posto di fronte alla fiumana di parole di papa Bergoglio, parole spesso confuse e contraddittorie, e che lasciano ampio spazio a ogni sorta di interpretazione, deve recepirle e interpretarle attraverso quel che dice il Magistero, che dunque spetta al fedele rendere "potabili" le parole papali facendole rientrare nell`alveo del Magistero, della Dottrina della Chiesa, ancora una volta, domando:
chi può e sa farlo?
Chi ha le conoscenze, chi ha ricevuto la retta formazione per distinguere le perle dal fango, per estrarre le perle e trascurare il fango?
Ancor più semplicemente : è giusto e normale che un fedele debba farlo?

Il fatto è che la stragrande maggioranza dei cattolici non solo non ha quella capacità ma accoglie con sollievo e un sorriso grato quelle parole che vanno incontro alle loro scelte di vita in contraddizione manifesta con quel che comanda il Signore.

Dal Papa dovrebbero venire solo parole chiare, cristalline, parole che ci confermano nella nostra fede, anche se ci disturbano nel nostro egoismo e nella nostra ignoranza, nella nostra debolezza e passività, parole che risvegliano, che scuotono le nostre coscienze assopite, ingombrate e parassitate da messaggi che ci allontanano dal messaggio evangelico.

Anonimo ha detto...

Ma dicono stia scaricando Kasper per Caffarra.....

Nicòla ha detto...

mic ha detto...
Innanzitutto il testo si riferisce al concetto di infallibilità del Concilio Vaticano I e, quando parla di "fallibilità" la riferisce alla "persona privata" del papa.Quel passaggio,**asteriscato** però, non lo spiega chiaramente. Proprio il Vat. I spiega che si deve la stessa devozione al magistero straordinario ed a quello ordinario. Quel che c'è da sottolineare, allora, ripeto e mi auguro che chi presenta il libro lo faccia è, (almeno) il mio punto a. cioè il fatto che: le "esternazioni" di Santa Marta (come, del resto, è specificato esplicitamente persino da chi le pronuncia), come già i libri di Ratzinger, per non parlare delle chiacchiere in aereo, NON SONO e NON Vogliono essere MAGISTERO, ma solo idee private e personali di chi le "esterna".

Anonimo ha detto...

Chiesa Ancilla Hominis:

Il liceo cattolico “Immacolata” di Sommerville, nel New Jersey, ha sospeso Patricia Jannuzzi, docente di teologia da trent’anni, …“rea” d’aver espresso, sulla sua pagina Facebook personale, pieno sostegno alla Dottrina cattolica in fatto di “nozze” gay e famiglia, contestando i rilievi giuridici sollevati dagli attivisti omosessuali per convincere la Corte Suprema a “ridefinire” il concetto di matrimonio, ciò che ridisegnerebbe la civiltà occidentale, conducendola verso una «lenta estinzione. Abbiamo bisogno di famiglie – ha scritto Jannuzzi – con un padre e una madre per il bene dei figli e dell’umanità».

..Un ex-alunno, Scott Lyons, ha risposto al post della professoressa, ricordando come il suo insegnamento sia sempre stato «incentrato sull’amore e sull’accoglienza». Ma lui, oggi, ha «un marito» ed «un figlio insieme» ... Per questo, ha bollato le convinzioni della sua ex-docente come «estreme» e «dannose per il benessere e la salute dei giovani». ..«Questi atteggiamenti vanno fermati, chiediamo che vengano assunti provvedimenti» è stato il titolo dato all’iniziativa da Tom Robinson, un altro ex-studente, diplomatosi presso l’”Immacolata” 14 anni fa: «Un conto è credere in Dio, un altro è dichiarare in pubblico i propri sentimenti contro gli omosessuali»,

Gli oltre mille firmatari.. hanno subito ottenuto un primo.. risultato: la scuola ha preso le distanze dalla docente, specificando come le sue opinioni «non rispecchino in alcun modo la filosofia, la missione, né l’esperienza proposta agli studenti» dell’istituto.. i cui vertici han dichiarato d’aver assunto «misure immediate», costringendo Patricia Jannuzzi a «disattivare definitivamente la sua pagina Facebook». …La decisione estrema è giunta molto presto: la professoressa è stata posta in «congedo amministrativo con effetto immediato», pubblicando un avviso ufficiale sul sito della scuola. Nella lettera, firmata dalla preside, Jean Kline, e dal parroco, mons. Seamus Brennan – da cui dipende la struttura didattica -, si motiva il provvedimento con l’«intolleranza» ed i «comportamenti discriminatori» dell’”imputata”, non in linea con la condotta «inclusiva» dell’istituto, «radicata negli insegnamenti di Gesù Cristo».

Alessio scrive: Nessuna sorpresa, perché non esistono piu’ né scuole,né colleges (tranne il ‘ Thomas More ‘) ,né universita’ ‘ cattoliche ‘ negli U.S.A almeno dal 1984 ,anno in cui il gesuita Theodor Hesburgh ,morto giorni fa a 98 anni ,svendette l’indipendenza e l’identita’ cattolica di Notre Dame ,la piu’ prestigiosa universita’ cattolica americana in cambio dei soldi della famiglia Rockefeller .Scrisse poi il famoso ‘ Land o’ lakes statement ‘ in cui dichiarava la ‘ liberta’ accademica ‘ di Notre Dame ,cioe’ l’apostasi dalla Fede Cattolica.

http://www.riscossacristiana.it/scuola-cattolica-congeda-una-docente-contraria-alle-nozze-gay/

Anna

RAOUL DE GERRX ha detto...


"Ma dicono stia scaricando Kasper per Caffarra…"

Après le tango, danse de bordel, le paso doble, danse de corrida… Un pas à droite après deux pas à gauche, mais la ligne, ou la courbe, demeure la même, c'est évident.

Luís Luiz ha detto...

Dopo una settimana, il Vaticano non ha smentito la doppia eresia formale della morte dell'anima e dell'inesistenza dell'inferno, nonostante le richieste pubbliche di spiegazioni.

Ricordo che si tratta di un attacco frontale contro la Fede, contro verità che hanno costato la morte del Figlio di Dio sulla Croce per arrivare a noi.

La fede è l'ultima bandiera. Ormai, è Cristo o Bergoglio.

Anonimo ha detto...

1) “presunte "fallibilità" del M. Ordinario”
.. io devo essere mentalmente rigida, qualcuno mi aiuti: leggo dalla Pastor Aeternus: … proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa..”
Quello che capisco é che, in mancanza anche di una sola delle condizioni indicate nella PE il magistero papale NON gode di infallibilità (è infallibile “quando” parla ex cathedra significa che non è infallibile quando non parla ex cathedra ecc.).

2. Le "esternazioni" di Santa Marta (come, del resto, è specificato esplicitamente persino da chi le pronuncia), come già i libri di Ratzinger, per non parlare delle chiacchiere in aereo, NON SONO e NON Vogliono essere MAGISTERO, ma solo idee private e personali di chi le "esterna":

Io sarò psicorigida ma a me sembra che anche quando parla al telefono o sull’aereo o scrive libri e più ancora nell’omelia non solo il papa ma anche l’ultimo prete del paesino sperduto non debba esternare le proprie idee personali ma l’insegnamento della Chiesa e credo anche che il papa (come e più dell’ultimo prete) debba sforzarsi di annullare o reprimere la propria “personale” persona e le proprie “personali” idee, fossero anche teologicamente raffinatissime, e parlare ed esprimersi da prete e da papa, cioè confermare i fedeli nella fede e custodire, trasmettere e chiarire la dottrina certa della Chiesa che gli è stata consegnata, evitando sdoppiamenti di personalità, schizofrenie varie che creano confusione e inducono all’errore (“la veste talare, che è un abito nero, significa la prima delle disposizioni che deve avere il chierico e la prima parte della religione del santo clero, che è d'essere morto ad ogni amore, ad ogni stima del mondo”, Ven. Jean-Jacques Olier, anche intellettuale, ed ad ogni amore per sè, aggiungo, ed alle proprie idee e gli altri simboli che il papa porta o dovrebbe portare addosso hanno la funzione di aiutare a ricordare al papa chi è: il vicario di Cristo e non un elaboratore di dottrine ed un esternatore di idee).


3) il pontificato del VdR, presenta tante di quelle "ferite", da sollevare dubbi sulla sua validità: vero. Ma queste ferite non vengono dal nulla e non è l’unico pontificato caratterizzato da ferite. Bergoglio rappresenta solo l’applicazione integrale ed estrema delle nuove dottrine del CVII (il cui elemento di continuità con le precedenti è rappresentato soltanto dall’ “unico soggetto Chiesa”, che ha cambiato idea o ha adattato le sue dottrine alla storia mutevole), dal quale “non si può tornare indietro” e che anche gli altri papi hanno attuato, sia pure ad intermittenza e con meno nettezza (diciamo germogli, qualche fiore). A cosa serve eliminare il frutto cattivo dall’albero: tolto il frutto cattivo l’albero produrrà nuovi frutti cattivi (sta scritto che è dal frutto che si riconosce l’albero e che l’albero cattivo non può che produrre frutti cattivi).

Anna

Luisa ha detto...

"le "esternazioni" di Santa Marta (come, del resto, è specificato esplicitamente persino da chi le pronuncia), NON SONO e NON Vogliono essere MAGISTERO, ma solo idee private e personali di chi le "esterna"."


E no, Nicòla, non è così semplice, quelle che lei definisce esternazioni private e personali del papa, figurano sul sito della Santa Sede , come "meditazioni quotidiane" accanto a omelie, lettere, messaggi, udienze ecc.
Sono riprese come magistero, e viaggiano come tali.

mic ha detto...

Per Nicòla:

Il chiarimento semmai riguarda il recensore e non il testo. In ogni caso alcune precisazioni.

Nella "Professione di fede" nell'assumere un Ufficio da esercitare a nome della Chiesa, che implica anche il “Giuramento di fedeltà", che peraltro ha sostituito il giuramento antimodernista e alla fine rischia di essere "fedeltà al concilio" e alla sua rifondazione della chiesa, piuttosto che al Depositum fidei perenne che ci è stato consegnato, di dichiara:
"Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto agli insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio Episcopale propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli con atto definitivo".
A questo proposito ho chiarito (supportata da autorevoli studiosi e pastori) che l'assenso de fide (che ovviamente è altra cosa dall' ossequio della volontà e dell'intelletto) è dovuto quando la validità dogmatica è dedotta dalle citazioni di precedenti definizioni già solennemente sancite che trattano di temi di fede e di morale. Gli altri ambiti del magistero conciliare, per la loro natura pastorale, per la loro intrinseca novità o per la loro contestualizzazione storica contingente, non comportano né l’infallibilità, né la definitività sul magistero non infallibile. E tale è quello ordinario, pastorale, quando non ripropone verità dogmatiche. (Da notare che in teologia manca il concetto di "Magistero pastorale").

La stessa Lumen Gentium dichiara che l' «assenso religioso della volontà e della intelligenza lo si deve in modo particolare prestare al magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla ex cathedra». Il che evidentemente significa che si può e si deve accoglierlo e vagliarlo attraverso la ragione illuminata dalla fede, perché l'assenso non può essere puramente esteriore e disciplinare, ma deve collocarsi nella logica e sotto la spinta dell’obbedienza della fede attinta dal Depositum fidei di cui la Chiesa è custode. L'ossequio non è adesione totale e imprescindibile. È doveroso per i cattolici chiedere chiarimenti su interrogativi insoluti. In mancanza, la coscienza guidata dalla retta ragione - che è quella illuminata dalla fede - insieme alla formazione ricevuta dal Magistero infallibile restano il criterio delle nostre scelte.
E dunque, anche il Magistero ordinario, nelle definizioni non infallibili, è criticabile. Oggi invece purtroppo (e ciò è paradossalmente comune sia ai sedevacantisti che ai modernisti) si tende a considerare infallibile senza distinguo ogni atto e ogni parola del Papa regnante.

Angelo ha detto...

Io mi chiedo:
1) Che senso ha un magistero ORDINARIO potenzialmente fallibile (anche di fatto);
2) Che senso ha l'ossequio della ragione e della volontà a questo magistero fallibile;
3) Come si fa a sostenere che nelle institutiones 1969-1970, il papa ha sbagliato (trattandosi di "oggetto di infallibilità": la liturgia).
Se qualcuno ha la cortesia di rispondere, gliene sarei grato. Sono questi i problemi radicali, secondo me. Se la risposta non c'è (al di là del sedevacantismo), tutto il discorso sulla ragionevolezza della fede cattolica va a farsi friggere.

mic ha detto...

Pertinenti le domande di Angelo, non condivisibile la conclusione, perché la ragionevolezza della fede cattolica non è venuta meno solo perché una parte dell'attuale gerarchia intende fare a meno del Logos...

Luís Luiz ha detto...

Se la risposta non c'è (al di là del sedevacantismo), tutto il discorso sulla ragionevolezza della fede cattolica va a farsi friggere.

Al di là del sedevacantismo, la ragiogionevolezza è bella e ridente e risponde: viva il papa Benedetto XVI, la cui deposizione è stata invalida.

mic ha detto...

la ragiogionevolezza è bella e ridente e risponde: viva il papa Benedetto XVI, la cui deposizione è stata invalida.

In quanto alla "deposizione", non esiste, perché ha conservato la funzione di "papa emerito" istituzionalizzata de facto e ribadita più volte dal successore.
Quanto a rispondere, lo fa con l'assenso, i sorrisi, le compresenze, le concelebrazioni...

Angelo ha detto...

A me la distinzione tra uomini di Chiesa e Chiesa potrebbe anche convincere. Ma, il problema resta: secondo le statuizioni classiche, la Chiesa anche come organismo gerarchico è indefettibile. Quindi, delle due l'una:
1) La Chiesa di Bergoglio è la Chiesa cattolica. Io a questo non credo, perchè ciò che fonda la comunione e l'unità è la fede. Voi?
2) La Chiesa è un'entita solo spirituale, che vive nei cuori di chi professa la fede cattolica. Proposizione bella, ma condannata.
Attendo risposta. Grazie.

Luís Luiz ha detto...

"Mais, dira-t-on peut-être d'après les disputeurs modernes, si le Pape devenait hérétique, furieux, destruc-
teur des droits de l'Église, etc., quel sera le remède?

"Je réponds, en premier lieu, que les hommes qui s'amusent à faire, de nos jours, ces sortes de suppositions, quoique pendant dix-huit cent trente-six ans elles ne se soient jamais réalisées, sont bien ridicules ou
bien coupables. " (Joseph de Maistre)

mic ha detto...

Angelo,
1. la Chiesa non può essere solo un'entità spirituale. Lo esige l'Incarnazione.
2. La Chiesa di Bergoglio è la Chiesa di Bergoglio e non la Chiesa cattolica, nella misura in cui è di Bergoglio e non di Cristo

Nicòla ha detto...

Luisa ha detto...
"le "esternazioni" di Santa Marta (come, del resto, è specificato esplicitamente persino da chi le pronuncia), NON SONO e NON Vogliono essere MAGISTERO, ma solo idee private e personali di chi le "esterna".E no, Nicòla, non è così semplice, quelle che lei definisce esternazioni private e personali del papa, figurano sul sito della Santa Sede , come "meditazioni quotidiane" accanto a omelie, lettere, messaggi, udienze ecc.
Sono riprese come magistero, e viaggiano come tali.
Appunto sono "riprese" come se fossero magistero e spacciate per tali, ma, mi sembra (forse sbaglio) che proprio il VdR, ad una domanda in tal senso, rispose che, no, non sono magistero. Idem (ma li la dichiarazione in tal senso era esplicita) i libri di Ratzinger.

Luisa ha detto...

Riprendo e sottoscrivo in toto quel che ha scritto Anna:

"Io sarò psicorigida ma a me sembra che anche quando parla al telefono o sull’aereo o scrive libri e più ancora nell’omelia non solo il papa ma anche l’ultimo prete del paesino sperduto non debba esternare le proprie idee personali ma l’insegnamento della Chiesa e credo anche che il papa (come e più dell’ultimo prete) debba sforzarsi di annullare o reprimere la propria “personale” persona e le proprie “personali” idee, fossero anche teologicamente raffinatissime, e parlare ed esprimersi da prete e da papa, cioè confermare i fedeli nella fede e custodire, trasmettere e chiarire la dottrina certa della Chiesa che gli è stata consegnata, evitando sdoppiamenti di personalità, schizofrenie varie che creano confusione e inducono all’errore ...

Anonimo ha detto...

) La Chiesa è un'entità solo spirituale, che vive nei cuori di chi professa la fede cattolica. Proposizione bella, ma condannata.
Padre Noel Barbara (+2003) affermava che la Chiesa è visibile nei vescovi perseguitati della Cina, dei paesi islamici e di tutti i luoghi dove la Chiesa è sottoposta a privazioni.

RAOUL DE GERRX ha detto...

… et en second lieu ?…

mic ha detto...

Appunto sono "riprese" come se fossero magistero e spacciate per tali, ma, mi sembra (forse sbaglio) che proprio il VdR, ad una domanda in tal senso, rispose che, no, non sono magistero. Idem (ma li la dichiarazione in tal senso era esplicita) i libri di Ratzinger.

Sta di fatto che si tratta del famoso nuovo improprio "magistero liquido", nei confronti del quale siamo impotenti e non abbiamo alcuna presa, proprio perché il vdr da un lato smentisce (quando lo fa), mentre dall'altro continua imperterrito nelle sue destabilizzanti contraddizioni, che spesso sono anche 'deviazioni'...

Luís Luiz ha detto...

Quanto a rispondere, lo fa con l'assenso, i sorrisi, le compresenze, le concelebrazioni...

La deposizione è stata invalida anche se consentita e anche se il vero Papa la crede valida. Il punto essenziale è che non è stata libera e spontanea. La libertà è una condizione oggettiva della validità dell'atto, non soggettiva.

mic ha detto...

… et en second lieu ?…

riprendo anch'io la domanda di Raoul a questa affermazione.

"Je réponds, en premier lieu, que les hommes qui s'amusent à faire, de nos jours, ces sortes de suppositions, quoique pendant dix-huit cent trente-six ans elles ne se soient jamais réalisées, sont bien ridicules ou
bien coupables. " (Joseph de Maistre)

f ha detto...

A proposito di sottigliezze linguistiche: è bastato inventare il termine omofobia per dare un impulso decisivo al compattamento nello stesso ripugnante scatolone di quelli che disprezzano e ingiuriano gli omosessuali e di quelli, pur riconoscendo i rapporti omosessuali come "oggettivamente disordinati", trattano le persone con rispetto e delicatezza.
Un fenomeno analogo a quello, epocale, della frase di cinque parole: "Chi sono io per giudicare?". Alcuni decenni fa tutti quelli che non pensavano in rosso vivo erano compatta ti nello scatolone "fascisti!".
"Sunt nomina rerum" e, nella vita sociale, "Nomina faciunt res".*

Luís Luiz ha detto...

En second lieu, et dans toutes les suppositions ima-
ginables, je demande à mon tour : Que ferait-on si le roi d'Angleterre était incommodé au point de ne pou-
voir plus remplir ses fonctions? On ferait ce qu'on a fait, ou peut-être autrement; mais s'ensuivrait-il par
hasard que le parlement fût au dessus du roi, ou qu'il pût être convoqué par d'autres que le roi, etc., etc., etc.?


De Maistre combatte qui l'idea del ricorso al Concilio, del Conciliarismo.

mic ha detto...

La deposizione è stata invalida anche se consentita e anche se il vero Papa la crede valida. Il punto essenziale è che non è stata libera e spontanea. La libertà è una condizione oggettiva della validità dell'atto, non soggettiva.

Secondo me, ma so che quest'affermazione non fa testo perché è la mia opinione personale, potrebbe non essere valida - a prescindere da qualunque altra considerazione o realtà anche non conoscibile - perché un papa non ha il potere di operare la scissione del ministero in attivo e contemplativo e di creare in questo modo un papato bicipite... oltre che di porre in essere il pensionamento del papa in un'ottica efficientista dalla quale è stata estromessa la "grazia di stato".

Anonimo ha detto...

“Oggi invece purtroppo (e ciò è paradossalmente comune sia ai sedevacantisti che ai modernisti) si tende a considerare infallibile senza distinguo ogni atto e ogni parola del Papa regnante”.

Condivido. il Magistero ordinario, nelle definizioni non infallibili, può (anche se non dovrebbe) contenere errori ed è quindi criticabile, quindi eventuali errori non possono essere considerati segno inequivocabile che chi ne è autore, pur se eletto, non è o non è più papa (e che la sede è quindi vacante) .
Però il siccome il papa deve essere sempre fedele custode del depositum fidei nel suo magistero ordinario (e non solo) e siccome per questo motivo è dovuto l’ «assenso religioso della volontà e della intelligenza lo si deve in modo particolare prestare al magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla ex cathedra” , nel momento in cui tale magistero ordinario “fallisca” ripetutamente ed ordinariamente , esprimendo “convinzioni personali” che si discostano dall’autentica dottrina della Chiesa (ossia “tanto fango, come quello di un torrente impetuoso”, in mezzo al quale si possono trovare anche “vere e proprie perle”), qualche problema si pone, sotto il profilo della valutazione, da parte di chi ne ha competenza, in ordine alla “vacanza” della sede. Non mi pare che l’Ufficio del vicario di Cristo sia quello di intrattenere i fedeli in una interminabile caccia alle “perle” sguazzando nel fango.

Angelo si chiede “Come si fa a sostenere che nelle institutiones 1969-1970, il papa ha sbagliato (trattandosi di "oggetto di infallibilità": la liturgia)”. Per rispondere occorrerebbe chiedersi: ricorrono tutte le condizioni richieste dalla Pastor Aeternus ? Ha “definito” una dottrina ? Ha esercitato il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani ? Ha contraddetto in modo chiaro una “dottrina” proclamata infallibilmente ? . E soprattutto ha custodito la rivelazione trasmessa dagli Apostoli ? (PA: “Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede”).

Anna

Luís Luiz ha detto...

Interessante il problema di sapere se lo stesso papa Benedetto XVI può oggi cambiare la legge sulla validità delle rinuncie papali. Lo può soltanto se è ancora papa, e se è ancora papa la legge è valida.
Credo sinceramente che tutte queste contraddizioni implicate dalla assurda supposizione della validità del pontificato bergogliano sono volute da Dio, che è l'Essere stesso. L'attacco al Logos è un attacco contra l'Essere e dunque un attacco al principio di non contraddizione.

Luisa ha detto...


"Appunto sono "riprese" come se fossero magistero e spacciate per tali, ma, mi sembra (forse sbaglio) che proprio il VdR, ad una domanda in tal senso, rispose che, no, non sono magistero. Idem (ma li la dichiarazione in tal senso era esplicita) i libri di Ratzinger."

Ancora una volta, no, non è Bergoglio, ma p.Lombardi ad aver fatto una distinzione fra i diversi livelli degli interventi del papa, salvo poi ad essere uno dei primi laudatores di quelle "meditazioni", di essere stato moderatore di un incontro attorno al libro scritto da p. Spadaro sulle....omelie di Santa Marta, sempre lui ha detto che:
"Bergoglio si riconosce nella spiritualità che pervade il suo modo di esprimersi e il suo magistero a partire dalle omelie mattutine di Santa Marta", e, elemento più visibile, quelle meditazioni, mi ripeto, sono presenti sul sito del Vaticano allo stesso livello di omelie, udienze ecc.
Che le si chiamino, sorta di Magistero, mini-magistero, magistero day by day, poco importa, la conclusione è la stessa: quelle omelie sono considerate e riprese come magistero.



mic ha detto...

Caro Luis,
È vero che lo ha fatto da Papa, ma il potere del papa non è assoluto e, insieme a tutti i noti limiti ricordati più volte, c'è anche quello costitutivo della funzione che Cristo Signore stesso ha affidato ad una sola persona: Pietro. Infatti, con la bipartizione del ministero si costituisce, di fatto una diarchia... Che abbiamo visto "rappresentata" attraverso tutte le occasioni pubbliche, dalle più solenni alle più ordinarie (la festa dei nonni!)...

Luís Luiz ha detto...

Cara mic,
L'invalidità per l'impossibilità di una divisione del munus è anche possibile. Io particolarmente credo che Benedetto XVI ha inventato il papato emerito proprio perchè era consciente dell'invalidità della rinuncia. È una opinione mia, che valle quello che valle.
Credo che un esempio che ho dato qualche tempo fa su questo blog può essere utile per capire il problema della libertà della rinuncia: quello del maresciallo Keitel e la rendizione della Germania. Come Benedetto XVI, era seduto calmamente tra i generali alleati, ha segnato la rendizione conscientemente, e forse, non lo so, è diventato amico personale di Eisenhower o di qualche altro generale vittorioso. Ma mancava la precisa libertà che ha mancato alla rinuncia papale. È una libertà oggettiva. Si può dire che Keitel era libero, potrebbe scegliere un altro generale per firmare, ecc, ma... Come nel caso di Keitel, si tratta di una guerra , in questo caso la difesa della Fede e della Chiesa e, molto probabilmente, della sua Unità.

mic ha detto...

Luiz,
All'escamotage del papato emerito per lo stesso motivo ci avevo pensato anch'io, anche se permane il dubbio per effetto dell'ambiguità collegata alla collegialità al conciliarismo, alla tradizione interpretata in senso storicista. Forse solo la storia o qualche nuovo elemento eclatante, al momento non pensabile, potrà chiarire questo vero e proprio dilemma.

mic ha detto...

Inoltre il tuo esempio è calzante e rende l'idea.
Non vorrei tuttavia essere catastrofista se penso che il problema sta nel fatto che la drammatica rinuncia e quel che ne è seguito e probabilmente ne seguirà forse non ha fatto altro che rimandare l'esplosione del bubbone già ad uno stadio fin troppo avanzato....

Angelo ha detto...

Qualche riflessione:
1) Dove è la visibilità della Chiesa cattolica? Se doveste avvicinare qualcuno alla fede cattolica, cosa indichereste come Chiesa? Faccio notare che la concezione della Chiesa cattolica è gerarchica, con il papa a capo. Quindi non si può dire, come mi pare faceva Barbara, che era sedevacantista, che la chiesa sussiste nei vescovi. Il sedevacantismo finisce nello spiritualismo.
2) Citare de Maistre per sputtanare chi avanza dei dubbi fondati non mi pare sia corretto. Il problema rimane, tanto più che de Maistre non è un'autorità e che tutta la casistica riferita al papa eretico non se la sono inventata i sedevacantisti.

3) Angelo si chiede “Come si fa a sostenere che nelle institutiones 1969-1970, il papa ha sbagliato (trattandosi di "oggetto di infallibilità": la liturgia)”. Per rispondere occorrerebbe chiedersi: ricorrono tutte le condizioni richieste dalla Pastor Aeternus? Non lo so.
Ha “definito” una dottrina? Quelle erano il commento alla neomessa.
Ha esercitato il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani? Direi di sì.
Ha contraddetto in modo chiaro una “dottrina” proclamata infallibilmente? Sì. La dottrina è esposta nella Quo primum di S. Pio V.
E soprattutto ha custodito la rivelazione trasmessa dagli Apostoli? No. Però non è che possiamo dire che il papa è infallibile solo quando stabilisce o conferma dottrine in continuità. Altrimenti, perde il carisma. Il papa è infallibile, appunto, alle 4 condizioni della "Pastor aeternus".

mic ha detto...

Quando il gioco si fa duro e difficile, non tanto ai duri quanto ai fedeli non resta che pregare!

Certo la riflessione non finisce qui. Ma occorre tempo, meditazione, confronto serio con fonti adeguate e sane... e tanta preghiera e fiducia.
Forse in questo momento non ci è dato comprendere tutto e, come agli ebrei nel deserto, ci viene data la manna di riuscire ad andare avanti giorno per giorno, navigando a vista e cercando di evitare gli scogli dell'errore e del dirottamento...

Luís Luiz ha detto...

Una cosa è la fallibilità, la possibilità di errare su materie contingenti, anche di politica ecclesiale o liturgica. Un'altra cosa è l'eresia palese, la negazione chiara di un dogma definito. Colle eresie dell'intervista a Scalfari siamo arrivati a un altro livello, e mi sembra che la discussione sulla fallibilità sia superata.

Anonimo ha detto...

“Però non è che possiamo dire che il papa è infallibile solo quando stabilisce o conferma dottrine in continuità. Altrimenti, perde il carisma. Il papa è infallibile, appunto, alle 4 condizioni della "Pastor aeternus"

Angelo, “il papa” che “definisse” nuove dottrine in materia di fede o di costumi nell’esercizio del suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina e non per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede, cioè definisse nuove dottrine non in continuità con la Tradizione (che è una delle fonti della Rivelazione) non sarebbe un papa privo di infallibilità, sarebbe un falso papa perché eretico e non cattolico (l’essere cattolico è un requisito imprescindibile del papa, che non è il capo della Chiesa, ma il vicario del capo, che è un Altro).

Anna

mic ha detto...

Colle eresie dell'intervista a Scalfari siamo arrivati a un altro livello, e mi sembra che la discussione sulla fallibilità sia superata.

Il magistero liquido e non più "definitorio" (scordiamoci che possano riprenderlo queste gerarchie) impedisce di chiamare eresia ciò che tale è ma che non è stato dichiarato solennemente impegnando i fedeli "de fide"... Sta di fatto, però, che la prassi deforma - eccome se deforma! - chiesa e fedeli di nuovo conio...
E' perciò che, assodato questo e compresa questa realtà che non ho difficoltà a definire perversa, perché ti soffoca senza che tu possa contestarne le ragioni, non resta che continuare nella buona battaglia, a partire realisticamente e concretamente da noi stessi e dal nostro contesto.
Potete scommetterci che non mancheranno i corifei che riprenderanno in maniera sofista al solito senza argomentare ma sparando giudizi temerari, queste che non sono conclusioni, ma pressanti interrogativi e riflessioni... E nel frattempo la barca è senza timone (attenzione: non senza timoniere... l'ha detto Burke non io) e a noi sembra che il Signore dorma sul cuscino. Ma non vogliamo sentirci dire. Perché avete avuto paura? Siete di così poca fede?
E, allora, resistiamo e andiamo avanti.

Angelo ha detto...

Per Anna: il papa è il capo visibile della Chiesa. Mi pare lei consideri il sedevacantismo un'ipotesi: bisognerebbe capire se falso papa = non papa

mic ha detto...

Finora ce la siamo cavata col sostenere, ed è un fatto, che un cattivo papa è pur sempre papa.
Arrivati a questo punto non abbiamo né l'autorità né tutti gli strumenti per addentrarci in questi meandri.
Sospendiamo il giudizio e attendiamo ottobre.

Vi copio-incollo quel che ho scritto tempo addietro presentando un lavoro di Enrico Maria Radaelli:

[...] Mi limito a richiamare l'attenzione sull'unica soluzione, da Radaelli ritenuta possibile per metter fine a quella che egli chiama “La Grande Guerra delle Forme”, o “Guerra delle due forme”, evidenziata dall’incresciosa lotta che imperversa da cinquant’anni tra la forma di un magistero ‘pastorale’ che oggi parrebbe in tutto sottratto al dogma, suo imprescindibile principio informatore, e per questo oggi più fallibile che mai, e la forma dell’unico magistero dichiaratamente infallibile della Chiesa, quella dogmatica. Dunque ora l'Autore:

1. dopo aver chiarito come i fedeli si devono comportare davanti a un magistero pastorale e davanti invece a quello dogmatico;
2. rileva che dal Vaticano II, invece, i Pastori vogliono che i fedeli obbediscano al magistero pastorale come al dogmatico;
3. sfida allora quei Pastori a fare un'ordalia: se ciò che affermano a livello pastorale va obbedito come fosse il dogmatico, provino ad affermarlo allora anche a livello dogmatico: se riescono, i fedeli obbediranno, ma se non riescono, sia anàtema sulle loro affermazioni.

Infatti Radaelli ritiene che l'unico modo per uscire da questo esiziale contrasto, che è innanzitutto una contraddizione - già prefigurato in La Chiesa ribaltata [qui] (pp. 300-3) - sia quello di far venire allo scoperto il fronteggiarsi delle due forme di magistero: un’ordalia dunque - egli conclude - un deciso e netto giudizio divino, che ponga fine a una lotta fratricida che troppo si è lasciata durare, e che riporti finalmente la Chiesa alla sua divina pace: pace di verità. Nelle sue parole conclusive la consapevolezza di quanto sia alta la posta in gioco:
«Oggi la posta in gioco, in vista del Sinodo ordinario sulla famiglia dell’ottobre 2015, e, più ancora, delle decisioni finali che Papa Francesco si riserva di prendere subito dopo, è senz’altro decisiva, è universale, è per la Chiesa e per tutto il mondo decisamente vitale. Dimostrare che le scelte che ne usciranno sono davvero non solo in linea con i giudizi umani, fossero anche i più alti e consigliati, ma con il giudizio di infallibile e divina verità di Nostro Signore Gesù Cristo, ecco: dimostrare proprio questo fatto inequivocabile porrà la Chiesa – e il mondo – al riparo da ogni reale o anche solo ipotetico errore, in quella limpida e soprannaturale sicurezza che si rivela necessaria quando si è davanti ai momenti estremi, ai momenti decisivi».

Se devo essere sincera credo che l'unica mens subtilis capace di provare (non dico di riuscire) in un'impresa del genere potrebbe essere quella di Joseph Ratzinger. Ma a suo svantaggio stanno le sue dimissioni, formalmente valide, ma tanto inedite quanto anomale, sotto l'aspetto dei nodi non sciolti sul munus dimidiato in attivo e contemplativo - esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto teologico - e dunque dell'istituto di un papato-bìfido, con la figura del Papa emerito non supportata da alcun argomento né teologico né canonico. (Maria Guarini)

Anonimo ha detto...

Comunque stiano le cose, Ratzinger è stato invitato, con le buone o con le cattive, a lasciare e non mi pare che nelle ultime uscite su invito (ordine?) del vdr abbia sorriso tanto, anzi......il bubbone è già scoppiato, resta da vedere quante sono le metastasi.

Franco ha detto...

@ Mic. Non so per quanto riguarda il Sinodo 2015, ma riguardo all' ORDALIA, questo papa non vi si assoggetterrà mai. Eletto con i meccanismi formali del potere tradizionale-burocratico, lo ha trasformato in potere carismatico: si regge sul consenso delle masse, a cui offre il "politicamente corretto" in versione mitigata-buonista-religiosa, estasiadole con il suo parlare del "quotidiano". Masse ormai così a digiuno di dottrina cristiana da non essere interessate ad alcuna
ordalia teologica.
Una cosa che mi colpisce è il volto perennemente "ridens" di papa Francesco: è così sempre, nonostante il disastro del mondo cattolico in Occidente e il montare delle persecuzioni anticristiane, oppure i giornalisti selezionano le fotografie per rendere un'immagine programmaticamente ottimista? Giovanni XXIII sorrideva bonario ma non rideva; .al polo opposto l'austera, mistica contenutezza di Pio XII e il cruccio pensoso di "Paolo mesto".
A suo tempo ebbe largo seguito le vignetta di Forattini con papa Luciani che rideva di sé stesso guardandosi allo specchio in abiti pontificali; vignetta che però creava disagio.
Come Nanni Moretti: "Dateci qualcosa di comunista!" così oggi: "Dateci qualcosa di augusto!"

Anonimo ha detto...

Per Anna: il papa è il capo visibile della Chiesa. Mi pare lei consideri il sedevacantismo un'ipotesi: bisognerebbe capire se falso papa = non papa

@ Angelo
Se si verificasse quello che ho scritto(periodo ipotetico della realtà o dell’irrealtà), ci sarebbero due possibilità:

a) la santa sede sarebbe occupata da un eretico, cioè la sede sarebbe vacante (ovviamente la dichiarazione della sede vacante spetta a chi ne ha competenza e non a ciascun fedele, il quale può - la ragione l’abbiamo per usarla - ipotizzarla, ma non ritenerla - la Chiesa è gerarchica non per caso - con certezza sussistente)

b) il dogma dell’infallibilità sarebbe un falso dogma, pur essendo definitorio, in continuità con la Tradizione, di dottrine in materia di fede o di costumi nell’esercizio del suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, cioè l’intera dottrina della Chiesa crollerebbe

Naturalmente c’è anche la possibilità che io non abbia compreso il dogma dell’infallibilità, il concetto di Tradizione ecc.

Ovviamente la terza possibilità è la più probabile, mentre la seconda é da escludere con certezza.

Anna

Anonimo ha detto...

«Tra molti secoli, tristi e lenti, – / io ho una visione – io so che i pagani ritorneranno./ Non con lo spirito dei cacciatori / o con la feroce destrezza del guerriero ,/ ma mettendo a posto ogni cosa con parole morte. / Ma se anche calpesteranno il mare santo di Maria / e ruberanno le ali di San Michele / voi li riconoscerete da questi segni: / lo spezzarsi della spada, / e l’uomo che non è più un cavaliere libero, / capace di mare o di odiare il suo signore. / Sì, questo sarà il loro segno: /il segno del fuoco che si spegne,/ e l’Uomo trasformato in uno sciocco,/ che non sa chi è il suo signore./ Da questo segno li riconoscerete,/ dalla rovina e dal buio che portano;/ da masse di uomini devoti al Nulla,/ diventati schiavi senza un padrone,/dalla presenza di peccatori, che negano l’esistenza del peccato,/dall’onta scesa su Dio e sull’uomo,/dalla morte e dalla vita rese un nulla» (p. 69).

Gilbert Keith Chesterton. La ballata del cavallo bianco – Libro VIII “La cura del cavallo”.
http://www.riscossacristiana.it/siccardi-210315/

Anna

MICHELE ha detto...

Vedo che da tempo - e di nuovo in questi commenti - ci arrovelliamo a discutere sulla infallibilità del magistero papale e facciamo faticose e contestabili distinzioni tra autentico/non autentico, straordinario/ordinario , doctor privatus/publicus e via dicendo. Da queste distinzioni sottili e da altri simili cavilli facciamo dipendere la questione cruciale se l'attuale papato sia valido, o no, dal momento che papa Francesco è stato colto, ormai troppe volte, in fallo. Mi sembra che così non se ne venga a capo. Vorrei abbandonare per un momento il metodo del magistero per verificare la questione da un'altro punto di partenza più semplice ed elementare. Perciò CHIEDO A MIC SOPRATTUTTO se le risulta vero che un cristiano comune è da considerarsi scomunicato se nega formalmente - ripeto formalmente - in qualsiasi modo anche solo una delle verità della fede cattolica. Se questo fosse vero, anche senza un giudizio giuridico, costui sarebbe da ritenersi per giudizio di ragione non più membro della Chiesa e, a fortiori, impossibilitato a ricoprirne una carica dalla più piccola alla suprema. Lei che ne dice?

murmex ha detto...

Michele, non sono mic , non ho la sua preparazione teologica , ma mi sembra evidente che l'eretico formale (non solo materiale )si mette da sè fuori dalla Chiesa . Anzi , ne sono sicura perchè così dice il catechismo di S Pio x . Il problema però è che , se non sorgono Pastori che ammoniscano Bergoglio , chiedendogli di ritrattare , l'eresia rimarrà materiale . Siamo nel solito gioco di tirare il sasso , intorbidare le acque e poi ritirare la mano . Non mi permetto di affermare con sicurezza che sia il gioco di Bergoglio , potrebbe anche essere strumento inconsapevole

MICHELE ha detto...

Grazie a Murmex, che mi ha dato una sua risposta. Anch'io ho pensato la stessa cosa, ma il mio dubbio e il mio cruccio rimane, perché, dopo che Bergoglio ha raccontato ai giornalisti un episodio della nonna, in cui diceva che "un tempo si insegnava che i protestanti non si salvavano e che ecc. ecc., ma ora per fortuna la Chiesa è uscita da quel periodo di oscurità" - cito a senso - mi sembra evidente che papa Francesco è ben consapevole che la dottrina della Chiesa era un'altra ed è cambiata ed intende mantenere la direzione del cambiamento. Faccio fatica con questa ed altre prove simili a pensare che sia in buona fede, mi dispiace doverlo dire. Non è già questo un atto formale e non solo materiale di eresia, o anche di apostasia? L'atto del giudizio formale da parte dell'episcopato, a prescindere dal fatto che il CIC non lo prevede, anzi lo esclude, sarebbe superfluo, se si considerasse il soggetto meramente come un cristiano comune. Probabilmente, se si fosse trattato di un laico, in passato il giudizio del popolo cattolico sarebbe stato unanimemente e spontaneamente senza ambiguità.
Mi rendo conto però che dopo 50 anni di rinnovamento conciliare non esiste più un popolo cattolico che abbia la consapevolezza dell'autentica dottrina tradizionale, mentre un tempo una qualunque vecchierella sulla base del solo catechismo di san Pio X avrebbe reagito agli spropositi dell'attuale gerarchia con sensibilità decisa. Il ragionamento non mi sembra così difficile, eppure tutti sembrano paralizzati di fronte a tale simulacro e tacciono. Perché?

Luís Luiz ha detto...

Scusi, mic, ma non ho capito bene quello che dici.

Il magistero liquido e non più "definitorio" (scordiamoci che possano riprenderlo queste gerarchie) impedisce di chiamare eresia ciò che tale è ma che non è stato dichiarato solennemente impegnando i fedeli "de fide"...

Non capisco cosa può impedire di chiamare eresia formale la negazione dell'immortalitè dell'anima e dell'esistenza dell'inferno. Sono eresie vere e proprie sia con magisteri solidi, liquidi o gassosi. Se non si può dire che è una eresia, perchè studiare il catechismo? E perchè abbiamo la ragione?

Sospendiamo il giudizio e attendiamo ottobre.

Perchè? Non c'è niente al di là di questo che è successo: l'eresia formale, pubblica e cosciente, che rimane senza risposta dopo una richiesta pubblica di spiegazioni, mi sembra il nec plus ultra della catastrofe. Bergoglio con questo ha fatto tutto il male possibile alla Chiesa, non c'è niente al di là. Se i cardinali non fanno niente adesso, sono anche loro in stato di eresia formale. Il business as usual non è più possibile se si vuole prendere sul serio la fede. Lo dico col massimo dolore.

mic ha detto...

Se i cardinali non fanno niente adesso, sono anche loro in stato di eresia formale. Il business as usual non è più possibile se si vuole prendere sul serio la fede. Lo dico col massimo dolore.

Credo che gli stessi cardinali 'sani' siano in apnea, ma non abbiano rinunciato ad interventi che hanno dichiarato di assumere sub condicione. Ovvio che anche qualunque scappatoia pastoral-psico-socialogica rientra tra le condizioni inaccettabili. Ma evidentemente, finché non si verifica l'evento specifico, non può scattare la loro reazione.

Piuttosto mi vien da riflettere che tutti i loro interventi vertono sul Sinodo e annessi e connessi. Effettivamente nessuno fiata sulla recente richiesta pubblica di spiegazioni. Se si tratti di prudenza, intendendo concentrare ogni azione sull'evento serio e ineludibile dell'ottobre prossimo, che comunque ha attinenza con la dottrina che non può essere sganciata dalla prassi, o di altro, non so dirlo.

Per questo dicevo aspettiamo e vedremo.
Cos'altro potremmo fare noi semplici fedeli?

Luís Luiz ha detto...

Possiamo scrivere ognuno al proprio vescovo e al papa Benedetto XVI chiedendo direttamente spiegazioni. Forse una richiesta pubblica, firmata, internazionale e collettiva di chiarimenti pubblicata sui giornali?

Anonimo ha detto...

ha detto...
Possiamo scrivere ognuno al proprio vescovo e al papa Benedetto XVI chiedendo direttamente spiegazioni. Forse una richiesta pubblica, firmata, internazionale e collettiva di chiarimenti pubblicata sui giornali.
Sono tutti concordi negli scopi da raggiungere :attuazione del Vat.II, quindi "modificazione genetica" del Cattolicesimo. Al massimo posso essere in contrasto sui metodi.