Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 7 luglio 2016

7 luglio 2016. Nono anniversario del Summorum Pontificum

Oggi, 7 luglio 2016, ricordiamo l'anniversario - il nono - della promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum [qui], che de iure, pur se stenta a realizzarsi de facto, ha sdoganato  come tesoro della Chiesa universale il Rito Romano Antiquior.
Vi rimando alla rievocazione della prima applicazione, dopo 39 anni, avvenuta il 14 settembre successivo a Santa Maria Maggiore.
Colgo l'occasione anche per richiamare questo precedente: Resistere è questione di sopravvivenza, per rafforzare la nostra consapevolezza. Si tratta di riflessioni già note ai lettori più assidui; ma è utile rispolverarle ogni tanto, visto che questo strumento consente una comunicazione immediata ed efficace, ma purtroppo sommerge in fretta i contenuti, anche i più significativi.

Nell'esprimere la gratitudine per questo immenso dono della Provvidenza, attraverso Papa Benedetto, dopo aver registrato una recente notizia, ripropongo anche il testo che segue, tuttora attuale e da non dimenticare, consapevoli che la nostra "resistenza" si gioca tutta a partire dal fronte della Liturgia, culmine e fonte della fede, nella quale tutto confluisce e dalla quale tutto rinasce rinnovato.

Quest'anno, pur nel solito panorama di avversione viscerale della maggior parte di vescovi e sacerdoti, che la Provvidenza ci aiuterà gradualmente a superare, registriamo una novità: il Card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha dato notizia che Papa Francesco gli avrebbe chiesto di studiare la questione della “riforma della riforma” e il mutuo arricchimento delle due forme — ordinaria e straordinaria — del rito romano.
È accaduto, a Londra, in apertura del convegno “Sacra Liturgia UK”, secondo quanto evidenziato da vari siti di lingua inglese: New Liturgical Movement [qui], Catholic Herald [qui], Life Site [qui].
Appena possibile pubblicheremo la traduzione del testo integrale dell'intervento.

Il cardinale, sul Rito Antiquior, aveva già dichiarato « Il Vaticano II non ha mai chiesto di abbandonare la Messa di S. Pio V » [qui]. Interessante anche il suo intervento per la presentazione del libro di don Nicola Bux [qui]. Inoltre, già nel febbraio scorso, si era espresso su L'osservatore Romano sul silenzio nella Liturgia, per dire sì al Signore [qui]

Nella sua prolusione in apertura del Convegno di Londra il card. Sarah, oltre a riproporre un’idea già espressa in precedenza:
«Contrariamente a quanto è stato a volte sostenuto, è del tutto conforme alla costituzione conciliare, è addirittura opportuno che, durante il rito della penitenza, il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica, tutti, sacerdote e fedeli, si voltino insieme verso Oriente, per esprimere la loro volontà di partecipare all’opera di culto e di redenzione compiuta da Cristo» (L’Osservatore Romano [qui], 12 giugno 2015).
Ha dichiarato:
«Quando sono stato ricevuto in udienza dal Santo Padre lo scorso aprile, Papa Francesco mi ha chiesto di studiare la questione di una riforma della riforma e di come arricchire le due forme del rito romano. Questo sarà un lavoro delicato che richiede pazienza e preghiera. Ma se vogliamo implementare Sacrosantum concilium più fedelmente, se vogliamo raggiungere ciò che il Concilio desiderava, questa è una questione seria che deve essere attentamente studiata e per cui occorre agire con la necessaria chiarezza e prudenza».
Di nuovo, nella circostanza, c'è l’indicazione di una data, a partire dalla quale il cambiamento ad Orientem andrebbe attuato: la prima domenica di Avvento (27 novembre 2016).

Ora, è apprezzabile che alcuni aspetti dell’antica liturgia siano recuperati, nella consapevolezza espressa dal cardinale che il Novus Ordo non abbia corrisposto in diversi punti alla mens della Sacrosantum concilium, già a suo tempo sottolineati anche dal Cardinale Ranjith e dal vescovo Schneider: la Messa versus Populum, la Santa Comunione nella mano, l’eliminazione totale del latino e del canto gregoriano in favore della lingua volgare nonché di canti e inni che non lasciano molto spazio per Dio, e l’estensione, al di là di ogni ragionevole limite, della facoltà di concelebrare la Santa Messa. Tuttavia non basta un certo recupero della sacralità del rito e alcune innovazioni più di forma che di sostanza a ripristinare la integrità teologica ed ecclesiologica garantita dal Rito Antiquior. Mentre un ibrido, oltre a non colmare lo iato generazionale che si è creato, attendibilmente potrebbe favorire altri pretesti per ostacolarne la diffusione già così avversata. Tuttavia è confortevole l'indicazione riferita alla necessità di provvedere al più presto ad un rinnovamento della formazione liturgica del clero, tra cui la buona prassi di insegnare la forma straordinaria del rito romano per poter sviluppare un completo spirito liturgico del sacerdote.

Le seguenti citazioni di Benedetto XVI servono a confermare che la guerra in corso nella Chiesa Cattolica è proprio sulla liturgia.

Citazione 1: dal Summorum Pontificum, articolo 1:
Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa.
:: La liturgia tradizionale non era stata mai abrogata.
:: Chiunque insinui il contrario mente.
:: Chiunque abbia proibito quella liturgia, ha commesso un grave sopruso.
:: Chi ancor oggi la ostacola, commette un grave sopruso.

Citazione 2, sempre dall'articolo 1:
Tuttavia il Messale Romano promulgato da San Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve essere considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico.
:: La liturgia tradizionale è espressione di tutta la Chiesa.
:: Deve essere tenuta nel debito onore, non nelle "riserve indiane".

Citazione 3: dall'articolo 2:
Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario.
:: La liturgia tradizionale è un diritto di tutti.
:: Non è una gentile concessione di un permesso.

Citazione 4: dalla lettera di accompagnamento del Summorum Pontificum:
Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso.
:: Dunque è condannabile anche l'atteggiamento deliberatamente tiepido nei confronti della liturgia "mai abolita", "sacra" e "grande".

Citazione 5: dalla Lettera ai vescovi riguardante la remissione delle scomuniche dei lefebvriani:
A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio... 
Alla FSSPX, oggi si sono aggiunti i Francescani dell'Immacolata, nonostante il loro biritualismo. Le dolorose chiusure e i silenzi assordanti dei vescovi sono noti a tutti perché se ne torni a parlare. Mentre, nonostante alcune luminose aperture che ci allargano il cuore, molto resta ancora da pregare e "resistere" ed impegnarsi, Deo adiuvante,  per far conoscere e amare il nostro tesoro...

38 commenti:

Anonimo ha detto...

Video del papa int. di preghiera per il mese di luglio.... che siano rispettati i diritti dei popoli indigeni e le loro tradizioni.
E I DIRITTI, I COSTUMI E LE TRADIZIONI DEI CATTOLICI NO? No, loro sono fondamentalisti induriti se vogliono rimanere fefeli al loro credo e alla loro morale....

irina ha detto...

Circa lo studio a cui è stato chiamato il cardinale Sarah, volevo evidenziare due punti che ho dedotto leggendo gli articoli precedenti e alcuni commenti:
1)Il NO è celebrato senza l'appoggio del "come" originale, da cui ne deriva e ne è derivato che si procede e si è proceduto con la creatività estemporanea?
2)Il VO va solo celebrato sempre meglio perchè meglio conosciuto dal celebrante. I fedeli seguono migliorando piano piano. Tutti quelli che ci hanno preceduto, senza mai aver frequentato il classico, capivano e rispondevano senza errore alcuno.
3)E' solo sul NO che son da fare aggiustamenti: primo con l'arrivare alle fonti,togliere quello che era inquinato già alla fonte e stendere una versione a cui "tutti" si attengano.
4) Da evitare l'ibrido dell'ibrido.

Marco P. ha detto...

La riforma della riforma significa riformare ciò che è stato già riformato, quindi applicabile alla messa di Bugnini/Paolo VI ma a non quella si S. Pio V.

Quest'ultima per espressa ed infallibile volontà del suo promulgatore, Papa Ghislieri, è intangibile in perpetuo, infatti scrive nella Bolla di promulgazione del Messale (Bolla Quo Primum Tempore):
VII: "... in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale. "

VIII: " Similmente decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite...."

XII: "Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo. "

Usando il Noi egli impegna non già sé personalmente ma l'ufficio papale, com'era in uso fino a pochi decenni fa (vedi considerazione prof. Radaelli sull'uso del plurale majestatis).

Quindi è chiaro che il Messale di S. Pio V è non modificabile in essenza.

Se costoro vogliono modificare la messa nuova, possono (essendo improntata al soggettivismo questo è anche normale che accada, diciamo che la sua essenza lo richiede).

Tentare di ibridare il Messale di Pio V con elementi spurii (fossero anche dei nuovi prefazi etc ) non è consentito dall'obex posto in perpetuo.

Nicola L. ha detto...

Io m'entusiasmo poco, anzi per nulla, quando sento parlare di "mutuo arricchimento". Il Vetus ha tanto da dare. Ma cosa può dare il Novus Ordo a quello antico? I modernisti hanno fatto la riforma del 1969. E prima ancora il modernismo aveva fatto capolino nella riforma di Pio XII. In entrambe le riforme ha pasticciato e prodotto orrori, piccoli o grandi. Vogliamo riprovarci nuovamente? Il Vetus Ordo non si tocca. Caso mai bisognerebbe restaurare la settimana santa riformata negli anni Cinquanta. Del Novus facciano quel che vogliono, Ma come? io sono così chiuso, così diffidente, così aprioristicamente contrario? SI LO SONO. E NE HO MOTIVO. I modernisti sono da temere sempre, anche se offrono cose buone, come Laocoonte temeva i greci. Per questo dico sempre: Timeo neotericos et dona ferentis.

Anonimo ha detto...


@ La "riforma della riforma" e' solo retorica

L'idea di una "riforma della riforma" al fine di "arricchire le due forme del rito" appare del tutto priva di senso. Si vuol creare un "ibrido", un nuovo "ibrido" accanto all'ibrido gia' esistente, costituito dalla Messa NO, l'invenzione di Montini & Bugnini.
Quell'idea mostra il concetto errato di "tradizione vivente" oggi imposto: come se la tradizione della Chiesa potesse evolvere sempre e all'infinito, in nuove forme, lasciate alla creativita' dei Pastori, "in ascolto" alle esigenze profane del Secolo. Nuove forme sempre piu' separate dalle verita' di fede espresse invece con immutabile certezza e rigore nell'augusta liturgia quasi bimillenaria del rito romano antico o VO, il cui canone risale ai tempi apostolici.
Una sola e' la "riforma" da fare: sbarazzarsi alla fine del Novus Ordo e tornare ad un solo rito, quello sicuramente cattolico, l'Ordo Vetus. "Un Regno in se stesso diviso non puo' mantenersi": non ci possono essere due riti, che oltretutto si vorrebbe far evolvere verso un terzo, da definire, da inventare, da plasmare senza fine. Questa e' solo pseudoliturgia, insensata volonta' di potenza dei neomodernisti che da 50 anni e passa stanno facendo del loro meglio per distruggere la Santa Chiesa. PARVUS

Marco P. ha detto...

E' inoltre di tutta evidenza che la Messa di S. Pio V veicola con sé tutto e completo il dogma cattolico (per questo è intangibile), laddove quella nuova veicola la "teologia" nuova ed il dogma vi è, per usare un'espressione ameriana, "dimidiato".
La Messa di S. Pio V porta la Verità e ne è portata. Al di fuori della celebrazione del Sacrificio essa continua (Ite Missa est) con l'insegnamento/apprendimento della dottrina cattolica integra, ortodossa, secondo Tradizione e con le opere che ne derivano (la Fede senza le opere non vale a nulla, ci dice S. Giacomo).

E' quindi, ancorché lodevole, del tutto insufficiente ed inefficace, voler innestare gestualità liturgiche giuste, su un rito che le vede come estranee o nella migliore delle ipotesi come neutre, sarebbero fini a sé stesse, recipienti vuoti, cembali che tintinnano. A meno di voler veramente in parallelo affrontare le cause del disastro, che in ultima analisi sono l'abbandono della Tradizione. Affrontarle per risolverle.

Altrimenti si arriva sempre allo stesso punto: "La Messa è finita, andata in pace".
Buon pranzo/buona sera / buona settimana etc etc.

Francesco ha detto...

Ho assistito a Messe NO celebrate devotamente con criterio e gestualità "tridentina" e posso assicurare che esse sono fonte di Grazia e di santità e hanno poco da invidiare al VO. Un sacerdote di spirito "tridentino" celebra in modo tradizionale, rigoroso e ortodosso anche il NO, ma questi sacerdoti sono una rarità nel panorama pseudo-protestante del clero cattolico attuale.
Quindi, ben vengano tutti quegli accorgimenti imposti da Roma che arricchiscano di rigore e sensus fidei cattolico il NO, come la celebrazione ad Deum, ecc...
Naturalmente, il VO non alcun bisogno di ritocchi di sorta e deve rimanere così com'è. L'unica cosa che si può arricchire è il proprio dei Santi, con l'aggiunta di alcuni dei principali santi canonizzati dopo il 1962 che hanno avuto un forte legame con la tradizione cattolica. Penso a Pio da Pietrelcina, Leopoldo Mandic, Massimiliano Kolbe, Maddalena di Canossa, ecc... Ma l'aggiunta dei nuovi santi deve essere fatta senza l'introduzione di nuovi prefazi e sulla falsariga delle orazioni tradizionali, a cui possono essere cambiati il nome del santo e basta. E comunque, i propri dei nuovi santi devono costituire un'appendice finale del Messale del '62, una sezione separata (magari un fascicolo a parte), a significare che il Messale tradizionale di Giovanni XXII rimane esattamente tale e quale.

Nicola Lentinu ha detto...

Ecco perché è urgentissimo avere un istituto liturgico unicamente dedicato al rito antico, dove preti e laici possano approfondire, con studi di altissimo livello, ogni pur minima questione del rito romano antico.

Anonimo ha detto...

I commenti precedenti hanno già centrato il punto.

Rimarco: “riforma della riforma” e "mutuo arricchimento delle due forme": con la scusa di arricchire il NO in realtà si vuole impoverire il VO e anzi, arrivando alla nota sintesi tra tesi e antitesi, eliminarlo in quanto "assorbito" e quindi superato nella sintesi.

E' un vecchio trucco. Attenzione: gli specchietti per le allodole luccicano, ma ....

Anna

mic ha detto...

arrivando alla nota sintesi tra tesi e antitesi, eliminarlo in quanto "assorbito" e quindi superato nella sintesi.

E' questo il rischio assolutamente da non correre.

Stefano ha detto...

Condivido Marco P e Anna.
Ma allo stesso tempo spero nella "eliminazione delle cause" del disastro liturgico post-conciliare, con l'ausilio dell'intoccabile Rito di sempre. Sarebbe accettabile giusto l'aggiunta di nuovi prefazio e dei nuovi Santi. Che tra l'altro era quello che aveva paventato Benedetto XVI. E così abolire il Nom! Magari! Mutuo arricchimento? Ovvero abolizione del Nom! Che sogno...

Stefano78

murmex ha detto...

Concordo pienamente con l'anonimo delle 10 ,09 : l'unica riforma possibile è sbarazzarsi del NO , rito che anche celebrato con le migliori intenzioni non può non risentire dell'ideologia profondamente anticristiana che lo informa :il modernismo . Così come la S Pio X non può e deve accettare le sirene che l'accoglierebbero "senza contropartita " sotto pretesto di poter fare del bene . E tutto ciò a motivo in primis della Fede , e poi anche per un motivo psicologico , che anche se di valore inferiore non può non stare a cuore a chi vuole la salvezza delle anime : la confusione enorme che crea il doppio binario , che rinforza il soggettivismo voluto dai novatori (a me piace il VO , è più mistico ;no , è intimistico , a me piace il NO , è gioioso , edifica la comunità ecc. ) rafforza la comunità ecc ). Sono apodittica lo so , ma ci ho pensato tanto e la conclusione per me è questa , e potrà accadere solo quando Roma(parte umana che ha sfigurato la vera Roma ) tornerà alla Fede . Sarà il momento del trionfo del Cuore Immacolato , che avverrà secindo promessa . Intanto noi facciamo quel che è possiamo . Anche disertando il NO . Aggiungo che anche il Summorum , per cui a suo tempo ho esultato , dopo questi anni di riflessione mi appare ore un'insidia . Giustamente , timeo Danaos et dona ferentEs

Anonimo ha detto...


Ma quale sarebbe "il modernismo che ha fatto capolino nella riforma di Pio XII"?
Ho capito bene: Pio XII? A. P.

mic ha detto...

Evidentemente si riferisce alla riforma della Settimana Santa, artefice lo stesso famigerato Bugnini...

murmex ha detto...

Scusate gli errori , sono di fretta , volevo ovviamente dire :la FSSPX non può e NON deve ... Mi sto preparando alla Consacrazione al Cuore Immacolato (santa schiavitù a Gesù in Maria ) , secondo l'impegnativo percorso delineato dal Monfort . Segnalo l'opera omnia delle Ed . Monfortane , spero non manipolata ma non mi pare dato il linguaggio forte , bellissima e profetica per i giorni nostri .

murmex ha detto...

Pio XII era allora gravemente malato , la commessione istituita su forte pressione di episcopati francese e tedessco lavorò quasi in segreto , e chi teneva informato il Papa erano Montini e Bea ... Approfondimento su Disputationes Theologicae 28 marzo 2010

Anonimo ha detto...

Il modernismo che fece capolino nella riforma di Pio XII potrebbe ravvedersi nell'eliminazione del brano evangelico dell'istituzione eucaristica, che dopo la riforma pacelliana non si legge più neppure una volta all'anno. Il pasticcionismo di matrice modernistica c'è nelle molte contraddizioni (si pensi alla questione della traslazione del Santissimo Sacramento il Giovedì e il Venerdì santo). Il modernismo è nell'aver inventato di sana pianta riti inauditi, come la rinnovazione delle promesse battesimali (su una tale rinnovazione si potrebbe scrivere un intero trattato per mostrarne la pericolosità nascosta sotto le apparenze di un qualcosa di bellissimo). Il modernismo potrebbe vedersi nelle orazioni fatte recitare non più rivolti all'altare ma rivolti al popolo, nella domenica delle palme). Insomma, per valutare i fatti, bisogna studiarli e conoscerli. Se no si valuta sulla base del "mi piace" o del "non mi piace".......e la mentovata rinnovazione delle promesse battesimali potrebbe piacere pure a me, se poi non vi si nascondesse la mentalità modernistica. Per valutare bene le cose bisogna pure conoscere bene gli assunti modernistici.

Nicola Lentinu

mic ha detto...

la rinnovazione delle promesse battesimali (su una tale rinnovazione si potrebbe scrivere un intero trattato per mostrarne la pericolosità nascosta sotto le apparenze di un qualcosa di bellissimo)

E' il cavallo di battaglia dei neocatecumenali, che mi ha sempre vista stigmatizzare questo discorso perché il Battesimo imprime il Carattere. Tutt'al più si può parlare di entrare in una sempre maggiore fedeltà alle promesse battesimali, che quelle sono e restano...
Forse possono essere utili queste mie vecchie riflessioni:
http://www.internetica.it/neocatecumenali/Battesimo-neocat.htm
http://www.internetica.it/neocatecumenali/la-nuova-chiesa.htm

Anonimo ha detto...

Il Motu proprio in questione ha indubbiamente arrecato un cambiamento non da poco. Non scordiamoci che la FSSPX domandava proprio questo: "liberalizzare" il messale antico. Benedetto XVI si spinse oltre, riconoscendo in un documento ufficiale di alto livello com'è un motu proprio, ciò che Paolo VI aveva negato in un discorso il quale pur se tenuto in concistoro non aveva certo valore di legge, come invece ha un motu proprio: il messale antico non è mai stato abolito. Solo nei decenni e forse nei secoli a venire si chiarirà la situazione pasticciata creata da Paolo VI che impose con la forza un nuovo messale senza abrogare quello precedente e che Benedetto XVI ha tentato di chiarire, non so quanto opportunamente, attraverso la distinzione tra forma "ordinaria" e forma "straordinaria". Bisogna però riconoscere pure che tale "liberalizzazione" ha fatto diventare il rito antico una sorta di gioco, come il Monopoli, che qualche prete annoiato tira fuori dal cassetto, ogni tanto. Se non si interviene prontamente, nel giro di qualche anno la messa antica si troverà ad essere nelle stesse situazioni in cui si trovava prima del concilio: celebrata da chi non ne conosce la storia, il senso, il fine e, spesso, neppure le rubriche che la regolano. La genesi storica soprattutto è importantissima per capire il perché certi riti si fanno in un modo piuttosto che in un altro, perché si dicono sottovoce e non a voce alta...... ignorando la storia si finisce per non capire neppure il senso di un rito.
Nicola L.

murmex ha detto...

Vado a leggere su internetica , ma mi piacerebbe anche sentire Nicola su questo punto . Io credevo di avere ormai un fiuto sopraffino nell'individuare il modernismo , ma vedo che sono ancora carente

Rr ha detto...

BXVI dovette escogitare la formula del rito in forma "ordinaria" ed "extraordinaria" per tentare di evitare la rivolta furibonda - che ci fu comunque, e quindi tanto valeva, quando si imparerà che le mezze misure in molte circostanze non servono, ma sono anzi dannose ? - e dall'altro per evitare di affermare, o comunque sottointendere che il Beato predecessore Paolo VI aveva commesso una solenne e tragica schiocchezza.

Chiamandola "extraordinaria"straordinaria ha giocato comunque un bello scherzetto, sapendo benissimo che in Italiano ed altre lingue " straordinario" significa si fuori dall'ordinario, ma in senso di bellissimo, affascinantissimo, splendido...

Elia72 ha detto...

Dal sito rorate caeli
Novus Ordo Illusions: In Liturgy, Words without Law Mean Very Little -- or Nothing at All.

Cardinal Sarah in a speech to the Sacra Liturgia conference in London yesterday invited priests to start celebrating (the New Mass of Paul VI) facing the liturgical east (versus Deum), that is, facing the altar.

......There have been enthusiastic reactions to these words...unseen since the Prefect of Divine Worship was Cardinal Arinze in the early 2000s...and Cardinal Cañizares!

In the end, it is not for a lack of good words from the Prefects of Divine Worship that the liturgical situation worldwide has remained a mess (we emphasize "worldwide" -- it is not because there are interesting celebrations, usually imitating the Traditional Mass, in very specific parishes in Britain, the occasional American haven, or one or other place that the global situation has improved at all).

In the end, especially in our age of over-centralization of liturgical decisions, only liturgical Law really matters. A Cardinalatial suggestion will remain a mere unheard suggestion. In the end, the only act that made a difference was the act of law called "Summorum Pontificum".

Summorum Pontificum is coming under fire in many places, as many correspondents have mentioned to us in the past couple of years: we must do everything to protect and save this law, and not wade in fantasies on the Novus Ordo that should be left in the 1990s, when Summorum did not exist.

Condivido 100% commento: In Liturgy, Words without Law Mean Very Little -- or Nothing at All. Inoltre condivido la sensazione che il Summorum Pontificum sia minacciato e a rischio...

mic ha detto...

Non condivido certe posizioni estreme, ma è un contenuto che val la pena conoscere.

http://www.radiospada.org/2015/07/summorum-pontificum-perche-falli-loperazione-fregatura-della-tradizione/

7 luglio 2016 16:31

lister ha detto...

"posizioni estreme", mic?

Beh, forse non sarà corretto definirla "fregatura" ma un "contentino" a quei poveri babbei fissati per la Tradizione, sì. E regalando quel "contentino", li ha fregati "dimenticandosi" di dare disposizioni affinché quel Motu Proprio fosse rispettato e contemplato da tutto il clero, ovunque nel mondo.
E non se ne vergogna il “fine teologo”, il “brillante professore”, nonché "perito conciliare" rivelando:
"Questo Motu proprio è semplicemente un atto di tolleranza (ecco il "contentino"), ai fini pastorali, per persone (i babbei) che sono state formate in quella liturgia (antichi!), la amano (ma guarda un po'!), la conoscono, e vogliono vivere con quella liturgia ('sti fissati!). È un gruppo ridotto (quattro gatti...babbei) poiché presuppone una formazione in latino, una formazione in una cultura certa (babbei ma eruditi)".
Ci fa questa concessione ma questo Rito è Straordinario, mentre la Messa in volgare -meglio se in dialetto, con schitarrate e "Bella ciao" di contorno-, adatta per il volgo, per il popolo bue, rimane Rito Ordinario.

Non teneva conto il "perito", all'epoca del conciliabolo con gli altri "periti", dell'esistenza del messalino Latino-Italiano e che, trovandosi all'estero e, volendo recarsi a Messa, all'ignorante bastava quel messalino per poter seguire la Funzione: ora non ci capisce un'acca di quella Messa eretica!
Bah, forse è meglio così...

7 luglio 2016 18:36

mic ha detto...

Lister,
del rischio del contentino sono (ed ero) ben consapevole, delusa già a suo tempo proprio da quella dichiarazione sulla quale esternai la mia costernata preoccupazione al momento delle domande, all'epoca del primo Convegno Summorum (2008), presenti mons. Perl, il card. Hoyos e mons. Bux, chiedendo che ne pensassero. Non c'è stato, per tutta risposta, che un imbarazzato invito alla pazienza... Da far cadere le braccia, fin da allora.
Del resto mi sono lamentata abbastanza anch'io, ma ho cercato anche di smuovere le acque, mettendo nero su bianco, tra l'altro, anche questa proposta, caduta nel nulla a causa di un "umile" curiale che non ha voluto farla sua...
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2010/10/cura-danime-straordinaria-legata-alla.html

Quando l'ho formulata ci credevo. Ora ho smesso anche di credere ai curiali.

Tornando alla 'pazienza' tirata in ballo dai soloni di allora, devo dire che non mi è affatto congeniale, ma ora preferisco sottolineare l'aspetto provvidenziale dello sdoganamento. Di critiche ne faccio quanto basta. Credo che, oggi, più che continuare a lamentarsi ed a lanciare critiche già fin troppo note e reiterate negli anni (questo blog ne è costellato) sia il momento dell'azione: resistere promuovendo per quanto possibile. Non sono pochi i sacerdoti (e anche i seminaristi) che hanno risposto e continuano a rispondere.
Del resto in questo articolo ho detto la mia anche sul card. Sarah e sull'"ibrido". Credo che per ora possa bastare senza andare ad usare la benzina buttata sul fuoco da altri.

7 luglio 2016 19:41

mic ha detto...

Quanto alle "posizioni estreme", capisco che non possa esser chiaro del tutto; ma ho scritto sull'onda delle numerose comunicazioni che ricevo da una pletora di lettori sedevacantisti con riferimenti incessanti a link di Radio Spada e provocazioni di ogni genere.

mic ha detto...

Tra i partecipanti al convegno “Sacra Liturgia UK”, c'è anche Uwe Michael Lang.
Bisognerà tener d'occhio la pubblicazione dei testi.

mic ha detto...

Di Uwe Michael Lang due testi interessanti:
Il suo intervento al Convegno Summorum del 2008 : Il Latino come lingua liturgica del Rito Romano
http://www.internetica.it/Lang-LatinoLinguaLiturgica.htm

e la Prefazione del card. Ratzinger al suo Libro "Rivolti al Signore"
http://www.internetica.it/neocatecumenali/Ratz-versusDeum.htm

Luisa ha detto...

Embè ,intanto grazie a quella "fregatura" i cattolici tradizionali, seppur con tante difficoltà e opposizioni, possono santificare la domenica e ogni giorno con la Santa Messa Antica, è quella "fregatura" che ha fatto del SP una legge universale per la Chiesa tutta.
Se essere cattolici tradizionalisti, se essere la crema della crema dei cattolici, i soli detentori della verità, è considerare che Benedetto XVI con il suo SP ha voluto "fregare" i tradizionalisti e "mettere a punto un giochino per vincere una partita", se per difendere la Santa Messa di sempre bisogna abbassarsi a certi argomenti che offendono innanzitutto l`intelligenza, il buon senso, e la verità, allora non sono cattolica tradizionalista.
Ma per fortuna l`arroganza di certi estremisti e estremismi, non rappresenta che loro stessi, la stragrande maggioranza dei cattolici legati alla Tradizione, i giovani e meno giovani che riempiono i seminari tradizionalisti, tutti coloro che hanno scoperto (e moltissimi sono i giovani) o ritrovato la Santa Messa Antica GRAZIE al SP di Benedetto XVI sanno quel che gli devono e la loro riconoscenza non verrà mai meno, checchè ne pensino e dicano taluni.

Andrea Carradori ha detto...

Brava Luisa !!!

Elia72 ha detto...

@ Luisa
Brava concordo 100%
Il problema è che purtroppo è lo dico a ragion veduta avendolo sperimentato di persona, la percezione che sia stata una fregatura non è solo dei sedevacantisti, ma anche di taluni sacerdoti di talune realtà tradizionaliste e questo è male, perché si fomentano anche molti fedeli che non hanno equilibrio e buon senso. Proprio domenica scorsa ho dovuto discutere con uno di loro e con un sacerdote in quanto la tesi era che la Ecclesia dei fosse nata per "fregare" altre realtà non sedevacantisti del mondo della tradizione. Questo atteggiamento divisivo non giova alla buona causa purtroppo....

lister ha detto...

Ma quali sedevacantisti!
Ma quale equilibrio, quale buonsenso!
Ci ha trattati come bambini che fanno capricci ed ai quali si dà una caramella perché non rompano più!... "semplicemente un atto di tolleranza" ecco cos'è: l'ha detto lui stesso!

Che poi ci siano "taluni" che, a causa degli occhiali rosa, non riescono a vedere tutti i colori dell'operato di BVI, è risaputo.
Un po' come per le "duas peras" di Fedro, riescono a vedere qualche pregio della sua bisaccia portata davanti ma non si accorgono dei difetti della bisaccia che nasconde dietro.

Posso assistere alla "Santa Messa Antica" non "GRAZIE al SP di Benedetto XVI" che, come la caramella ai bambini capricciosi, viene celebrata, sporadicamente, qua e là ma, grazie alla FSSPX, la Domenica ad Albano Laziale, percorrendo 39 chilometri per andare ed altrettanti per tornare.
Una Messa che, per di più, è mal vista dal vescovo di quella diocesi (le minuscole sono volute), giacché BXVI non ha dato disposizioni in merito, fregandoci.

Luisa ha detto...

Lascio lister alle sue convinzioni di essere stato "fregato", alla sua personale e cupissima lettura e del SP e delle motivazioni e intenzioni di Benedetto XVI, resta il fatto, che difficilmente lister può negare, che quella che lui chiama "fregatura" è una legge universale della Chiesa, che quella "fregatura" esisterà e perdurerà al di là della morte di chi oggi ne ostacola l`applicazione, che quella "fregatura" già oggi, malgrado le resistenze, e grazie alla determinazione e all` amore per la Santa Messa di sempre, permette a sempre più numerosi cattolici di ritrovarla o scoprirla.
Che poi ci sia chi pensa che Benedetto XVI abbia dato alla Chiesa il SP per "fregare" la FSSPX e toglierle dei fedeli è quanto di più ridicolo si possa leggere, pensieri di quel tipo qualificano e nel contempo squalificano chi li esprime, e non è una "ratzingeriana di ferro " a dirlo ma fedeli della FSSPX e miei amici.

murmex ha detto...

Mi dispiace Luisa ma le considerazioni di Lister non sono "cupissime " (questo appellativo potrebbe essere dato anche alle nostre giuste lamentele sul pontificato bergogliano , o no ? ) ma semplicemente realistiche . Io sono abituata a prendere sul serio le parole pronunciate e non smentite o rettificate da una persona , mi sembra basilare rispetto nei suoi confronti . Non parliamo poi se persona di altissima dignità e finissimo intelletto . Ergo , le parole dette rispecchiavano il suo pensiero , fra l'altro pensare il contrario significherebbe tacciare la persona stimata per doppia ,o vile . Quindi , che si pensasse in alto loco che il Summorum non fosse tanto atto di giustizia e riparazione per l'abominevole perversione del culto , quanto un modo pastorale per venire incontro a un manipolo di persone forse più colte e sensibili , forse anche più vicine alla sensibilità stessa di Benedetto (che peraltro non mi risulta abbia mai celebrato in rito antico )mi pare manifestato dalle parole stesse . Che con ciò molte persone ecc...(contrariamente alla previsione espressa nel medesimo discorso )non vuol dir niente , la Provvidenza scrive dritto su righe storte . : Io non attribuisco a Benedetto un odio per la FSSPX tale da avergli fatto ordire un piano di svuotamento , questo no , mi sembra ingiusto , alla fine egli è solo un normale modernista ,forse autoingannato , non un machiavellico orditore di trame ; però che l'intento fosse riportare le spine nel fianco dei "nostalgici " nel carrozzone conciliare , dando loro quello che cercavano altrove , mi pare evidente .

lister ha detto...

Grazie, murmex, della condivisione.

Se il Parlamento promulga una Legge destinata a dei cittadini che quella legge agognavano, ma non definisce le sanzioni da applicare a chi non la rispetta, quel Parlamento ha "fregato" quei cittadini.
Se, poi, quella Legge "esisterà e perdurerà al di là della morte di chi oggi ne ostacola l`applicazione", beh, la "fregatura" è ancor più grande.
Mutatis mutandis, ecco spiegata la "fregatura" che ci ha appioppato l'Emerito.

Dove si legge, nelle mie parole, che "Benedetto XVI abbia dato alla Chiesa il SP per "fregare" la FSSPX e toglierle dei fedeli"?? Ha fregato i fedeli, quelli sì, non la FSSPX!

Che "taluni" abbiano un amore incondizionato per BXVI, l'abbiamo capito ma prendere per Cosa Santa ogni sua azione, no, via! Per uno che, sulle orme del conciliabolo, si è dimostrato modernista ed ecumenico-sincretista, che è andato fino ad Erfurt a lodare il Porcus Saxoniae ed ha "pagato il biglietto" all'attuale Perito Chimico per la Svezia, no!

Qui non si tratta più di occhiali rosa, ma di occhi foderati di prosciutto!

Luisa ha detto...

Vede lister potrei ritornarle quel che lei ( in buona compagnia) mi rimprovera cosî facilmente, cadendo nelle etichette tanto in voga, ad esempio per chi ha stima e affetto per Benedetto XVI " vedove o orfani inconsolabili", "ratzingeriano di ferro", ecc.ecc., potrei dire che lei è un antiratzingeriano di ferro e a prescindere, che per lei non c`è nulla da "prendere da lui" ( mi scuso per i miei francesismi), che secondo lei Benedetto XVI nulla ha fatto di buono e di bello per la Chiesa, che all`evidenza per lei come per altri Benedetto XVI è bollato al ferro rosso e, senza appello, condannato al rogo destinato ai modernisti, aggiungo lasciandole il coyright, agli ecumenici-sincretisti, insomma se io ho occhi foderati di prosciutto lei non ha nulla da invidiarmi, beh potrei mettere del salame al posto del prosciutto.

A una sola differenza e cioè che se per lei Benedetto XVI ha fatto tutto "faux", se lei è incapace di riconoscergli il benchè minimo merito, nemmeno quello di avere dato alla Chiesa il SP, anzi, senza stancarsi, lei continua a parlare di "fregatura", io so fare la "parte delle cose".
Mi spiego: pur nella mia riconoscenza e nel mio affetto, pur nell`immensa stima e rispetto per una vita interamente dedicata alla Chiesa, allo studio, alla ricerca, al servizio, io, e non da oggi, ho espresso certe perplessità su alcuni silenzi o parole o atti di Benedetto XVi che non "capivo", senza però che quelle "riserve" potessero cancellare l`essenziale.
E posso anche ammettere la sua difficoltà nel governare con autorità la Chiesa, nell`imporre l`esecuzione delle sue decisioni, o nel punire i ribelli, questione di carattere e mi sembra che lui stesso lo ammetta nel libro intervista con Seewald.

Ho letto su Riscossa cristiana un commento ad un articolo di Deotto ( se non vado errata) di uno di quegli "analisti" ( mi sembra che abbia scritto un libro su "Ratzinger" eretico, modernista e chi più ne ha più ne metta) ebbene quel signore oggi si dichiara "sedevacantista", è quel tipo di posizione estremista, che personalmente aborro, sono quegli eccessi, compresi verbali, che mi fanno reagire e mi fanno dire che se essere tradizionalisti è avere quel tipo di pensiero e di reazione io non lo sono.

lister ha detto...

Vede, Luisa,
io non sono antiratzingeriano di ferro, non ho mai detto che "non ha mai fatto nulla di buono" né, tantomeno, lo "condanno al rogo".
Ho parlato di bisacce con pregi e difetti di Ratzinger e un Papa che per difetti ha il modernismo, l'ecumenismo a tutti i costi, il sincretismo ed, inaudito fino a lui, una...simpatia? per Lutero, beh quel Papa non mi piace. So bene che dirà: "Chissenefrega", ma dico "non mi piace" solo per evitare di dire, in quanto non sono nessuno per dirlo, che quel "papa" non è Papa di Santa Romana Chiesa secondo Tradizione.

Le ho già spiegato che, per me il SP è un contentino (un "atto di tolleranza") accompagnato dalla fregatura di non aver voluto prevedere sanzioni per chi, quel motu proprio, non rispetta.

Non sono sedevacantista, anche se devo ammettere che il loro ragionamento non fa una piega:
lo comprendo ma non lo condivido.

mic ha detto...

Il card. Nichols da' istruzioni che vanificano l'esortazione del card. Sarah.

http://www.lastampa.it/2016/07/11/blogs/san-pietro-e-dintorni/cardinale-contro-cardinale-alla-messa-5xI9pGd2km17csYsArl9KN/pagina.html