di Riccardo Zenobi
Il 13 e il 14 maggio si è tenuto ad Ancona il secondo incontro del ciclo di conferenze organizzate dall’Associazione Culturale Orienteoccidente, relatore monsignor Antonio Livi, sul tema dell’importanza di avere un giudizio razionale e puntuale sulla realtà che ci circonda, andando al di là di tutte le varie emozioni che falsano ed oscurano la capacità di giudizio. Tema del quale non si può sottovalutare l’importanza, poiché tutti i giorni siamo sommersi da stimoli che fanno leva sulle nostre sensazioni, e che ci creano reazioni istintive e non ponderate – ciò che fa sentire molto il suo peso nei dibattiti, pubblici, politici o privati che siano.
L’incontro era rivolto a dei laici, a persone comuni che come tutti e più di tutti si trovano a subire l’influenza pervasiva del pensiero unico, il quale si nutre di impulsi e di risposte emotive. Ed è appunto dalla figura di un grande laico, Thomas Moore, che è partita la conferenza. Moore infatti già a suo tempo dovette prendere delle decisioni fondamentali, per lui e per molte altre persone; tutti noi prima o poi ci poniamo di fatto la domanda “cosa occorre fare in questa situazione?”, perché spesso non sappiamo quale sia la scelta giusta o quali alternative abbiamo di fronte. Noi laici siamo quindi chiamati ad agire nel mondo secondo coscienza, la quale non è “ciò che si sente di fare” in un certo momento: la coscienza non è una sensazione momentanea, che muta sempre, ma è un atto dell’intelletto, il quale conoscendo la legge morale e la situazione capisce quali principi applicare e in quale modo. Occorre quindi pensare bene alla proprie scelte, senza basarsi sulle emozioni, ben sapendo che non c’è garanzia esterna di infallibilità (motivo in più per ponderare e riflettere).
L’intelletto si nutre di conoscenza, di auto-ispezioni, introspezioni le quali formano la coscienza. Quest’ultima dunque è intelligenza, non emotività. La cultura che ci circonda ha però fatto dell’emozione un culto, usando la retorica come strumento di persuasione sollecitando delle passioni, che oscurano il giudizio di chi riceve le informazioni – il popolo, noi; viceversa, chi manovra tutto questo sistema mediatico ha le idee ben chiare. Utilizzando premesse arbitrarie e ragionamenti capziosi, si dimostra e sostiene qualsiasi cosa, tutto e il contrario di tutto. Si usano ad esempio parole-mantra, che vengono ripetute infinite volte unicamente per distogliere la mente da altre cose più urgenti, esattamente come gli slogan commerciali (così spesso usati dagli stessi politici).
Questi e altri trucchi servono per creare un linguaggio che vuole impressionare tramite la mozione degli affetti, creando una identificazione emotiva. Questo effetto propaganda viene rotto fermandosi a ragionare. Ed è proprio questo che si vuole evitare: la formazione di uno spirito critico nella massa fermerebbe la diffusione – tra le altre cose – della droga e della pornografia, riducendo il giro d’affari dei rispettivi cartelli. Viviamo in una società di massa, nella quale le persone formano una unità apparente nella quale non c’è individualità, ma solo omologazione. Le reazioni psicologiche su cui punta la propaganda sono del resto le stesse per tutti gli uomini. Tali cose possono essere vinte solo dallo spirito critico di una coscienza formata a riflettere.
Ed è appunto su come potersi difendere di fronte a queste cose che si è concentrata la seconda parte dell’incontro: cosa fare, di concreto, per premunirsi e non lasciarsi influenzare? Occorre ridurre al minimo l’influsso della televisione, la quale serve solo a distrarre e a divagare dalla realtà; ma bisogna tenersi in guardia dai giornali – quasi tutti sono in mano a massoni – i quali vogliono veicolare e incanalare certe opinioni con l’illusione della scelta apparente tra diversi punti di vista.
Menzione di (dis)onore per la rivista dei paolini e per il giornale della CEI, i quali ormai non hanno nulla di cattolico da dire ai fedeli. Si è portato il caso di un tema d’attualità, l’introduzione delle unioni civili, perché lì la retorica monopolizza ogni possibile discorso. Lo stato e le sue leggi devono prendere atto dell’esistenza di un ordine naturale precedente alle leggi positive, e la famiglia è una società precedente la formazione di qualsiasi organo statale. Non è stato il contratto sociale a creare i legami famigliari, e non si possono accettare leggi che invece parificano legami che sono del tutto diversi dalla famiglia, e che non tutelano i possibili nascituri. A questi rilevamenti di buon senso spesso è opposto un sofisma: “se due vogliono formare un legame al di fuori del sacramento, che si sposino comunque”, come se fosse solo una questione cattolica, e non un patto naturale che implica stabilità e presa di responsabilità. Sono i principi di diritto naturale che sono in gioco, non è una questione interna alla Chiesa. Ed è logico che siano a rischio i principi universali: senza il bombardamento del relativismo di qualche anno fa, non sarebbe stato possibile che tutti quanti si inventassero dei “diritti” a caso, e li imponessero alla società.
Nel campo sociale occorre utilizzare criteri di legge naturale, precedenti l’essere cattolici o meno. Ogni laico è chiamato ad approfondire e studiare, scavalcando i mass media, per formarsi uno spirito critico capace di compiere una disanima seria delle questioni, mettendo da parte l’influsso mediatico. Esiste tanta cultura divulgativa seria, non solo quella trash propalata dalla stampa, e bisogna rivolgersi ad essa. E’ questo il modo migliore per difendersi, perché come ebbe a notare Marshall McLuhan, “il media è il messaggio”, e il messaggio è “noi comandiamo e abbiamo ragione, comprate e votate”.
[Fonte]
15 commenti:
@ "..e non si possono accettare leggi che invece parificano legami che sono del tutto diversi dalla famiglia e che non tutelano i possibili nascituri".
Giustissimo, non si possono accettare. Ma di quali leggi si tratta? E' evidente che l'autore si riferisce alla recente legge sulle "unioni civili", fatta in modo da autorizzare anche quelle omosessuali, incluse le adozioni (come abbiamo visto) grazie alle opportune interpretazioni da parte di certi giudici. E su queste leggi, che autorizzano unioni immorali e contronatura, il relatore (un sacerdote) solo questo ha da dire? Che sono sbagliate perche' "parificano legami che sono del tutto diversi dalla famiglia" e perche' "non tutelano i possibili nascituri"? Certamente, lo sono, sbagliate, anche per questi motivi. Ma da un sacerdote, non ci si sarrebbe aspettata una condanna meno asettica, ben piu' motivata e approfondita, coinvolgente il piano etico e religioso? Parvus
È toccato alla Germania. I media ieri diffondevano la massima cautela nell'attribuire l'attentato alla matrice islamica e hanno perfino alimentato sospetti su estremisti di destra. Informazione strumentale generalizzata. Oggi è venuto fuori:
http://www.imolaoggi.it/2016/07/23/attacco-a-monaco-9-vittime-il-killer-e-un-18enne-di-origini-iraniane/
Tra chi, di fronte agli atti di terrorismo di matrice islamica sostiene, in nome di un vago irenismo, che si tratti di gesti folli, come se non avessero un fondamento teologico, e chi sostiene invece che siamo allo scontro di civiltà, io mi colloco istintivamente più vicina a questi ultimi. Ma non sono certa che si tratti proprio di uno scontro: più esattamente, credo che siamo alla collisione tra una civiltà e una non civiltà. Dove la civiltà è quella musulmana, mentre la nostra, quella occidentale, è la stanca, satolla, assuefatta e imbarbarita discendenza della magnifica civiltà europea - occidentale e orientale - che era nata dai valori cristiani inculturati nella ragione greca e latina portate al massimo splendore dalla fede.
(Costanza Miriano)
Vado un po' fuori tema scusate, ma una cosa mi frulla in testa, ieri il papa ha raccomandato alle suore di clausura di pregare per i profughi, i poveri ecc. ma una preghierina per i cristiani perseguitati o per la conversione dei peccatori no? Forse io sono troppo esigente...Teresa
La domanda che mi pongo (a margine della distinzione tra Moore, nativo di Dublino, e More, nativo di Londra) è: se i MEDIA (comprendenti tutto) sono politicizzati e danno verità distorte, se di religione non possiamo più seriamente e liberamente parlare in nome dell'irenismo imperante, non è che ogni serio appartenente alla genia adamitica ha come unica opzione quella di fare della sua casa la cella d'un monastero in cui parlare solo con Dio e al cui ingresso scrivere (con buona pace di Merton) "OGNI UOMO è UN'ISOLA"?
«Il papa emerito Benedetto XVI è stato informato di che è accaduto a Monaco, prega per le vittime innocenti ed esprime condoglianze e vicinanza ai familiari».
Lo apprende l’ANSA attraverso il suo segretario, monsignor Georg Gaenswein. Joseph Ratzinger è stato arcivescovo cardinale di Monaco dal 1977 al 1982.
Ho visto che si è accennato alla sparatoria di Monaco. Trovo interessante questo commento, relativo al video della sparatoria:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16696
Inoltre riguardo al voler attribuire questi gesti a semplici folli, che comunque sono un serbatoio in cui pescare manovalanza terroristica, trovo interessante questo articolo che ben chiarisce il valore sacrificale attribuito dagli islamici all'uccisione di infedeli:
http://famigliacattolica.blogspot.com/2016/07/e-maometto-e-il-suo-profeta.html
Gli animalisti dove sono ? Sono tutti pro halal ?
oppure :
" So' animalista sì , ma nun insisto !"
Er Cane disse ar Gatto:
- Se famo er patto d'esse solidali
potremo tené testa a li padroni
e a tutte l'antre spece d'animali.
- Dice - Ce stai? -Ce sto.-
Ecco che 'na mattina
er Cane annò in cucina
e ritornò co un piccione in bocca.
- Me devi da' la parte che me tocca:
- je disse er Gatto - armeno la metà:
sennò, compagno, in che consisterebbe
la solidarietà?
- E' giusto! - fece quello.
E je spartì l'uccello.
Ma in quer momento er coco,
che s'incajò der gioco,
acchiappò er Cane e lo coprì de bòtte
finché nu' lo lasciò coll'ossa rotte.
Appena vidde quell'acciaccapisto
er Gatto trovò subbito la porta,
scappò in soffitta e disse: -Pe 'sta vorta
so' solidale, sì, ma nun insisto!
Trilussa
Scusate il mezzo off topic, ma solo mezzo. Sto cercando una sorgente affidabile del IV Libro delle Rivelazioni di Santa Brigida, al numero 142; che, per quello che ho trovato, inizia con "Ascolta le parole che dico, papa Gregorio XI. Perché mi odi tanto? Perché la tua audacia verso di me è così grande e la tua presunzione nei miei confronti così insopportabile?". So che la Santa si rivolgeva al Papa in modo "infuocao", ma avrei bisogno di un passaggio da citare in una discussione; ce 'ho, ma non sono sicuro della fonte. In realtà, potrebbe bastarmi anche avere conferma che le tre frasi che ho riportato tra virgolette sono autentiche.
Grazie.
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Fabrizio Giudici
"...Dove la civiltà è quella musulmana, mentre la nostra, quella occidentale, è la stanca, satolla, assuefatta e imbarbarita discendenza della magnifica civiltà europea - occidentale e orientale - che era nata dai valori cristiani inculturati nella ragione greca e latina portate al massimo splendore dalla fede".
Verissimo, dr.ssa Miriano, i mussulmani sono consapevoli della loro civiltà, che non solo difendono, ma espandono con aggressività e da dominatori: oltre alle frange sempre più violente, coerenti con l'insegnamento di Maometto, ci dicono: 'tu cristiano, a casa nostra, non hai libertà di professare la tua fede, che ci offende, noi a casa tua, invece lo abbiamo e lo pretendiamo, perché il tuo diritto c'è lo riconosce'.
E i laicisti nostrani si battono per levare il Crocifisso dalle aule scolastiche, perché li offende, tanto che alcuni presidi impediscono Presepi e canti religiosi a Natale e persino le mostre d'arte a sfondo religiose.
Mi dicono alcuni laicisti che questi sono episodi isolati di gente stupida, mentre levare il Crocifisso è giusto per la laicità della scuola.
Io ho risposto loro che quei presidi non sono sciocchi, sono coerenti, perché conseguenza logica dell'eliminazione del Crocifisso nel luogo di formazione culturale dei giovani, è proprio l'eliminazione di tutto ciò che è cristiano, cioè tutta la nostra cultura e le nostre origini.
" In realtà molti vivono sotto una dittatura: la dittatura dell’opinione."
Card. Giuseppe Siri. Parole di sapienza per l'oggi.
https://gloria.tv/article/9cP4v1Y7fDKfSWNMeEma3JoVV
Si raccomanda di non tracannare subito , bere a piccoli sorsi , valutare e semmai cestinare .
Alla fine pregare sempre la Beata Vergine Maria ! Grazie
https://cronicasdepapafrancisco.wordpress.com/2016/07/24/la-ricerca-del-volto-di-dio-o-la-gesuitizzazione-bosiana-della-chiesa/
http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2016/07/25/povia-il-mio-canto-libero-in-difesa-della-sovranita/
Come dargli torto ...
Risposta a FABRIZIO GIUDICI
Sul sito umilta.net, curato da Julia Bolton, è riprodotta l'edizione critica pubblicata a Uppsala: http://www.umilta.net/bk.html.
Al l. IV, cap. 142, dal § 3 è Cristo che parla a Brigida: " 3 Ipse autem dominus, qui in throno sedebat michi loquebatur sic dicens:". Le parole che lei ha tradotto sono quindi rimproveri di Cristo rivolti al papa Gregorio XI: "4 Deinde ad illum episcopum loquebatur dicens: "Audi, Gregori papa, undecim verba, que ego loquor tecum, et diligenter attende ad ea que tibi dico! 5 Cur tantum odis me? Quare tanta est audacia tua et presumpcio tua contra me?"
Antonio Volpato
Correzione al testo di s. Brigida:
è evidente che "undecim verba" non ha senso, e bisogna leggere "Audi, Gregori papa undecime, verba quae...". (E anche quel numerale mi ha tutta l'aria di una glossa, normalmente si usava il nome del papa senza numerale).
A.V.
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