Il “Misericordismo” tanto in voga è pur sempre moralismo.
Lo vedete tutti, va di moda presentare la Chiesa Cattolica come colei che perdona sempre, che accoglie senza giudicare. Chi vuol star dentro al nuovo corso della chiesa ammodernata ormai deve presentarsi così. Sono tanti i pastori nella Chiesa che non osano pronunciare nemmeno più una condanna riguardo al peccato – a meno che questa condanna non segua i dettami della cultura laicista dominante – e che si riprogrammano come silenti misericordisti; e sotto questo misericordismo sembrano benedire i peccati più orrendi che diventano libertà civili.
Questo misericordismo è un triste moralismo; fa parte di quella “sbandata cattolica” che porta la Chiesa ad interessarsi solo della morale, dimenticando quasi del tutto le verità di fede.
Certo che la morale è importante, ci mancherebbe altro!, ma se la morale non parte dal dogma, da Dio insomma, finisce per trasformarsi in una triste “istruzione per l'uso”.
Sul subito una Chiesa così, che invece di parlare di Dio si dilunga in estenuanti pronunciamenti riguardo alla società e alle sue regole, sembra piacere agli uomini del tempo; sembra piacere a quelli - e sono tanti - che, non interessati alle cose di Dio per loro troppo lontane, hanno bisogno di una chiesa “utile” nell'immediato agli uomini e alle loro faccende.
E sul subito una chiesa così sembra far comodo anche agli uomini di Chiesa che, gettandosi a capofitto nei dibattiti sui “valori”, sperano di rioccupare quel posto perso nella società moderna, agnostica e atea. Così troppi Pastori si sono trasformati in moderni agenti di morale; e, con il corollario del “misericordismo”, tentano disperatamente di essere simpatici nella loro ritrovata utilità sociale.
Che inganno pensare che la morale interessi più di Dio! Che inganno pensare che una morale umana abbia qualche attrattiva, se non è legata a Dio!
Si tratta di una situazione penosissima, che crea un clima asfissiante: una chiesa apparentemente più “pratica” perché immersa nell'attualità, che si rivela subito ripetitiva e inutile, perché abbandona l'uomo nella solitudine senza Dio.
Questo “misericordismo”, tutto interno al moralismo, è uno dei frutti più oscuri del Naturalismo: la Chiesa, non parlando più di Dio, della Rivelazione, della vita soprannaturale, della grazia santificante, si attarda appunto in una morale che pare fatta di “istruzioni per l'uso”.
Ma cosa deve fare allora la Chiesa?
Deve indicare Dio.
Deve indicare Dio agli uomini, deve indicare il miracolo della grazia che viene da Cristo, che, unica, può cambiare i cuori e rendere forti le volontà nell'obbedire a tutta la legge di Dio.
La grande pedagogia cristiana, quella dei santi di 2000 anni di cristianesimo, quella della grande Tradizione cattolica, ha sempre fatto così: ha insegnato Dio e poi ha chiesto una morale corrispondente alla santità di Dio.
Invece una chiesa ammodernata, tutta incentrata sull'uomo, non può più fare questo. È una chiesa che ha perso il suo centro divino e che deve riempire il suo terribile vuoto attardandosi nella morale; e questa morale senza Dio, questa chiesa moderna, la deve abbassare sempre di più, perché sia praticabile con i soli mezzi umani.
Il “misericordismo” ha proprio questo scopo: dare al nuovo cristianesimo naturalizzato una morale abbordabile, cioè umana.
I santi invece, vivendo in Dio, indicavano Dio e la sua Santità, chiedendo a se stessi e a tutti di santificarsi della santità stessa di Dio: questa è la morale cristiana!
E indicavano il miracolo della grazia, della forza stessa di Dio, che quando entra in noi rende possibile l'altrettanto grande miracolo del nostro cambiamento.
Per queste ragioni non ci interessa il “misericordismo”, come non ci è interessato il “rigorismo”, perché sono entrambi falsi e ingannevoli: dimenticano Dio, e l'uomo ha solo bisogno di Dio.
La vigilanza contro il moralismo, in tutti i suoi corollari, è essenziale, se vogliamo veder fiorire la nostra vita e restare cattolici.
Ecco perché ci siamo sempre più preoccupati di salvare la Messa cattolica, quella della Tradizione, e non siamo partiti dai dibattiti morali. Lo abbiamo fatto perché la Messa di sempre indica Dio e la vita soprannaturale con una decisione chiara, assente invece in tutta la riforma abborracciata di questi ultimi decenni. La Messa cattolica di sempre è il primo e più grande antidoto contro l'eresia naturalista, che sfocia nell’eresia moralista.
Vorremmo dirlo a tutti! sia ai fanatici della chiesa sempre accogliente che tace la gravità del peccato; sia ai neo-rigoristi conservatori che, giustamente spaventati della deriva immorale dentro e fuori la Chiesa, ingaggiano una battaglia che sembra fermarsi alle regole: cari amici, preoccupiamoci di tenere lo sguardo fisso in Dio, preoccupiamoci per questo dell'integrità del rito della Messa, allora anche l'insegnamento morale guarirà.
Non illudiamoci, non avverrà l'inverso, che dalla battaglia morale si risalga a Dio. La battaglia morale, se non parte da Dio, è destinata a impantanarsi nella palude del moralismo, che uccide l'uomo fermandolo in se stesso.
17 commenti:
Insomma, gli italiani barbaramente torturati e uccisi Dacca erano tra i tanti imprenditori che hanno "delocalizzato" le loro imprese per abbattere i costi. Per triste sorte sono stati uccisi dal "fuoco amico".
Il papa solo vaghe ganeriche parole, e attraverso il segretario di stato, senza nessun riferimento al fondamentalismo islamista. E neppure alle vittime italiane.
Si chiede come mai, se questi atti "sono offese contro Dio", in nome di QUALE dio vengono compiuti?
(AGI) - Cdv, 2 lug. - "Profondamente rattristato dalla violenza insensata perpetrata contro vittime innocenti a Dacca". Cosi' si legge in un messaggio di cordoglio inviato presso la Diocesi di Dacca dal Segretario di Stato Pietro Parolin, a nome del Papa che "esprime di cuore le proprie condoglianze e condanna questi atti barbari come offese contro Dio e contro l'umanita'". Papa Francesco "affida i morti alla misericordia di Dio e assicura le proprie preghiere alle famiglie in lutto e ai feriti". (AGI)
Da almeno un anno il Bangladesh, un paese poverissimo con oltre 156 milioni di abitanti, a stragrande maggioranza musulmana, è testimone di un’escalation di sangue ai danni di stranieri, ma anche di cittadini ritenuti nemici dell’islam estremista, blogger laici, intellettuali critici del fondamentalismo, rappresentanti delle minoranze, dai gay ai religiosi indu ai cristiani, agenti di polizia. L’allarme era suonato per l’Italia già a settembre, quando il cooperante Cesare Tavella era stato massacrato a poche centinaia di metri dal locale, Holey’s Artisan Bakery, teatro della strage di ieri. (askanews)
Inoltre questa loro versione della misericordia è anche doppiopesista su base ideologica. E si identifica con quella del facoltoso progressismo da salotto. Per esempio vale nei confronti del coniuge adultero ma non di chi subisce l'adulterio che deve tacere. Vale per il delinquente, specie se appartenente alle categorie buone a prescindere, ma non vale per la vittima che non deve farla lunga. Vale per il migrante che arriva col barcone ma non vale per il cristiano eliminato dal Medio Oriente "liberato" dai "liberatori" o dai loro amici che deve sparire in silenzio perchè, si sa, è bello essere martire. E men che meno questa loro "misericordia" si applica verso chi è considerato nemico ideologico e politico come i cattolici critici verso questa nuova Chiesa o chi dissente dai dogmi del Potere Globale e che la nuova Chiesa ha ardentemente fatto propri. Gli unici dogmi che la suddetta Chiesa ritiene incriticabili e invalicabili peraltro.
Miles
"" Ma cosa deve fare allora la Chiesa?
Deve indicare Dio.
Deve indicare Dio agli uomini, deve indicare il miracolo della grazia che viene da Cristo, che, unica, può cambiare i cuori e rendere forti le volontà nell'obbedire a tutta la legge di Dio.
La grande pedagogia cristiana, quella dei santi di 2000 anni di cristianesimo, quella della grande Tradizione cattolica, ha sempre fatto così: ha insegnato Dio e poi ha chiesto una morale corrispondente alla santità di Dio. ""
E' questo il punto chiave. La morale che nasce dalla Verità e arricchita dei suoi doni, non dai desideri dell'uomo.
Canti per le Messe del mese di luglio
https://drive.google.com/file/d/0B34sNsy4luIMb2hydnEtcVpoWlE/view
@Japhet
non conta nulla nemmeno che negli ultimi eventi sanguinosi ad opera del terrorismo islamico, il discrimine tra chi sgozzare e chi no fosse la conoscenza mnemonica del corano.
Bergoglio darà ancora una volta la colpa "alle armi"....
Josh,
o il fatto di avere il capo velato...
Invece di dar la colpa alle "armi" ed ai loro fabbricanti, ovviamente tutti europei ed americani, perché non dire che in Bangla Desh sono proliferate negli ultimi anni le madrasse wahabite, create e mantenute in vita dai soldi dell'Arabia suadita ( e verosimilmente anche del Qatar ed Emirati arabi?).
Non lo dico io, l'ha detto ieri in radio Padre Cervellera. Quindi non è che in Vaticano non sappiano.
>RR ma l'Arabia Saudita e il Qatar sono amici degli amici di Bergoglio. Quindi sono buoni, democratici e intoccabili per definizione anche quando eliminano meticolosamente per interposto tagliagole i cristiani dall'intero Medio Oriente cosa che non sembra aver fatto scomporre più di tanto la Nuova Chiesa amica degli amici degli amici.
Miles
http://www.lafedequotidiana.it/a-bari-snobbato-il-cardinale-burke-mentre-in-cattedrale-va-in-scena-un-rito-new-age/
Bellissimo articolo, lucida e sintetica sintesi.
"...E sul subito una chiesa così sembra far comodo anche agli uomini di Chiesa che, gettandosi a capofitto nei dibattiti sui “valori”, sperano di rioccupare quel posto perso nella società moderna, agnostica e atea. Così troppi Pastori si sono trasformati in moderni agenti di morale; e, con il corollario del “misericordismo, tentano disperatamente di essere simpatici nella loro ritrovata utilità sociale"
L'ecumenismo bergogliano con protestanti e islamici è uno dei frutti avvelenati.
Solo in occasione del genocidio armeno Bergoglio ha tenuto la posizione 'sfidando' il governo turco, il quale, dopo 80 anni, ha fatto cantare il muezzin nella Chiesa di Santa Sofia a Istanbul:
http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/02/news/turchia_la_sfida_al_mondo_cristiano_il_muezzin_torna_a_cantare_da_santa_sofia-143277235/?ref=HREC1-23
Repubblica, diventata papalina, si scopre paladina del cristianesimo e riporta il fatto come una sfida ai cristiani "destinato a scatenare dure polemiche con il Vaticano"
Non vedo polemiche né durezze dal Vaticano, almeno ad oggi.
Ma è vero che è una ritorsione alla definizione di genocidio che diede Bergoglio.
Mi chiedo perché Bergoglio, sul genocidio degli armeni, che tale è stato, calca la mano e accetta la ritorsione, mentre sugli altri massacri attali di cristiani ad opera di terroristi islamici - e sulla persecuzione e repressione quotidiana dei cattolici nei Paesi musulmani - omette persino il termine islamico.
Oltre al fatto che ha criticato duramente, invece, il suo predecessore, attuale emerito, per aver detto la verità sul problema della violenza insita nel Corano, tanto che da essere l'incanto da tutti.
Azzardo l'ipotesi che lo faccia per motivi politici e non religiosi, perché mossa gradita ai poteri mondiali, cosa che non mi stupirebbe affatto.
Altrimenti non avrebbe senso questo unico isolato gesto di condanna di un genocidio risalente a un secolo e di accettazione di una reazione/ritorsione da parte del mondo islamico.
"Mi chiedo perché Bergoglio, sul genocidio degli armeni, che tale è stato, calca la mano e accetta la ritorsione, mentre sugli altri massacri attali di cristiani ad opera di terroristi islamici - e sulla persecuzione e repressione quotidiana dei cattolici nei Paesi musulmani - omette persino il termine islamico".
Penso che il principale problema di questo comportamento di Bergoglio sia il motivo degli genocidi. Nel caso del genocidio degli armeni la motivazione è stata politica, nel caso dei massacri di cristiani ad opera di terrorista esiste una motivazione religiosa. Sembra che per questo Bergoglio non dice niente, può avere paura che una condanna dei massacri di cattollici scatenne una nuova crociata. Possiamo anche considerare che pensa essere il problema principale una questione politica: i mussulmani non hanno ancora la liberta religiosa. Quindi, se lei tratta della questione di un punto di vista religioso difficoltà la soluzione del punto di vista político, ma se tratta di una soluzione politica, deve aspettare che la liberta religiosa arrive nei paese mussulmani. Chiaro che non sono d'accordo con questo, principalmente perchè sembra che le persone morti in questi massacri sono perdite accettabili, una sorta di male minore.
Il genocidio armeno fu anche per motivi religiosi, non solo politici-ideologici-economici.
Il genocidio armeno è poi ormai accettato in tutte le cosiddette "democrazie liberali", prima fra tutte gli USA( e sarebbe interessantw anche perche ad un certo punto gli USA hanno preso questa posizione). Quindi lui ne parla. Se l'erigendo NWO non lo avesse riconosciuto, lui starebbe zitto.
È anche possibile che a Baires qualche suo intimo amico/a fosse armeno/a, e siccome per lui tutto il mondo nella sua complessità si riduce solo a quel che lui ha personalmente sperimentato in famiglia e tra gli amici, allora parla del genocidio armeno.
Nessun amico suo è morto in Mediooriente oggi, quindi la cosa non gli interessa.
Grazie Vittorio ...
http://blog.messainlatino.it/2016/07/i-figli-oggetto-delle-coppie-omosessuali.html#more
Signore e Signori ecco a voi i nuovi valori occidentali , orgoglio ( appunto ! ) dell'italico suolo :
http://www.asianews.it/notizie-it/Donna-uccisa-per-venderne-gli-ovuli.-Medico-cattolico:-%C3%88-solo-un-business,-non-un-aiuto-alla-vita-37863.html
http://www.iltimone.org/34906,News.html
Corpi nudi, corna in testa e sangue finto: alla vigilia dell’inizio della festa di San Firmino, a Pamplona, in Spagna, decine di attivisti hanno manifestato contro la mattanza dei tori che ogni anno accompagna questa celebrazione. “Pamplona un bagno di sangue per i tori”, recitano i cartelli in tutte le lingue che gli animalisti hanno portato in piazza durante il flah mob (Reuters)
NUDI PER I TORI, MAI IN DIVISA PER I BIMBI ABORTITI
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