Riprendo di seguito una sintesi degli interventi di Paolo Pasqualucci - mossi da domande dei lettori alle quali ha risposto da par suo - nel corso del dibattito sul suo articolo precedente [qui] in ordine allo Scandaloso elogio di Bergoglio a Lutero, sulla giustificazione /1.
1. Sulla difesa di Ratzinger fatta da Socci, a proposito della Dichiarazione comune1. Sono andato a leggere l'articolo segnalato di Antonio Socci[*]. Per il punto in esame, l'Autore si limita a riportare la dichiarazione dello stesso Ratzinger, secondo la quale il documento comune del 1998, "non implica affatto che "siamo d'accordo sulla dottrina della giustificazione"". Certo, è singolare (annoto) che si faccia un "documento comune" su un articolo di fede per affermare che "non siamo d'accordo". Se non siamo d'accordo e restiamo non in accordo, perché fare un documento in comune? Non nascerà tale documento confuso e contraddittorio? Il principio di non-contraddizione Ratzinger, per via della sua formazione intellettuale non tomista, non lo ha mai amato.
Ma, a prescindere da quest'aspetto, se si va a consultare la versione finale di questa Dichiarazione comune, sul sito del Vaticano [qui], troviamo che si cerca in tutti i modi di stabilire un accordo tra due concezioni di per sé antitetiche. Questo accordo vuole esprimere una "comprensione comune" della giustificazione, una vera e propria quadratura del circolo. Questa comprensione comune, nell'autentica fornita da Papa Francesco, significa che "Lutero non si era sbagliato" nelle sue eresie. A mio avviso, difficile dargli torto.
2. La Dichiarazione è, a mio modesto avviso, tutta fasulla. Opera una "trasmutazione" dei concetti cattolici tradizionali. Per esempio, leggiamo: Chiesa cattolica e Chiese luterane. La setta luterana è diventata Chiesa? Spiega la nota n. 9 della Dichiarazione :
"Nella presente Dichiarazione il termine "Chiesa" è adoperato nel senso secondo il quale esso è compreso da ciascuna delle due Chiese coinvolte nel dialogo, senza alcuna pretesa di risolvere le questioni ecclesiologiche che a detto termine sono collegate" (p. 21/22).Ora, per i luterani esiste solo la Chiesa invisibile e la Chiesa cattolica non è vera Chiesa; per la vera dottrina cattolica i luterani sono solo una setta eretica, non più assistita dallo Spirito Santo proprio perché eretica. Quale "dialogo" può esistere tra due entità che si negano reciprocamente il titolo di vera Chiesa di Cristo? E chiamare "Chiesa" i luterani non serve solo a far confusione?
3. Nell'Introduzione, par. 5, si legge:
"le Chiese luterane e la Chiesa cattolica che lo sottoscrivono [il documento] sono ormai in grado di enunciare una comprensione comune della nostra giustificazione operata dalla grazia di Dio per mezzo della fede in Cristo. Questa Dichiarazione non contiene tutto ciò che si insegna in ciascuna Chiesa sulla giustificazione; tuttavia essa esprime un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione, mostrando come elaborazioni che permangono diverse non sono più suscettibili di provocare condanne dottrinali" (p. 2/22).Ora: "comprensione comune"; "consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione": difficile poi continuare a sostenere che Lutero avesse avuto torto.
2. La dottrina ortodossa della Chiesa
Ritorno sul rapporto tra la fede e le opere, di cui sopra, al "sola fides".
La giustificazione viene così "descritta" dal Tridentino:
"il passaggio [translatio] dallo stato in cui l'uomo nasce figlio del primo Adamo [stato dominato dal peccato originale] allo stato di grazia e di adozione dei figli di Dio, per mezzo del secondo Adamo, GC nostro Salvatore". Tale passaggio necessita del Battesimo, anche solo di desiderio "conformemente a quanto sta scritto: 'Se uno non rinascerà per acqua e Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio" (Decreto sulla giustificazione, par. IV, tr. it. R. Galligani, in "Decisioni dei Concili Ecumenici", a cura di G. Alberigo, UTET, 1978, p. 539).
Ne segue che "l'inizio della giustificazione negli adulti prende le mosse dalla Grazia preveniente di Dio, per mezzo di Gesù Cristo", che è "una chiamata che essi ricevono senza alcun merito". (Si noti: Grazia preveniente di Dio e non solo proveniente da Dio). Tale "chiamata", cioè la Grazia, li "dispone ad orientarsi verso la loro giustificazione". E come? "Accettando e cooperando liberamente alla stessa grazia". Abbiamo, allora che: " Dio tocca il cuore dell'uomo con l'illuminazione dello Spirito Santo" mentre "l'uomo non resta inerte subendo quella ispirazione, che egli può anche respingere", anche se, "senza la grazia divina non può, con la sua libera volontà, rivolgersi alla giustizia dinanzi a Dio" (cap. V, pp. 539-540). Non può, cioè, salvarsi con le sue sole forze (pelagianesimo).
La "causa meritoria" della nostra giustificazione è NS Gesù Cristo, il quale "ci ha meritato la giustificazione con la sua santissima passione sul legno della croce e ha "soddisfatto per noi Dio Padre", cioè la sua ira per l'offesa di Adamo ed Eva (ivi, p. 541 cap. VII). Ed ecco il passaggio che mostra la connessione inscindibile tra la fede e le opere buone.
La "causa meritoria" della nostra giustificazione è NS Gesù Cristo, il quale "ci ha meritato la giustificazione con la sua santissima passione sul legno della croce e ha "soddisfatto per noi Dio Padre", cioè la sua ira per l'offesa di Adamo ed Eva (ivi, p. 541 cap. VII). Ed ecco il passaggio che mostra la connessione inscindibile tra la fede e le opere buone.
"Quantunque infatti nessuno possa esser giusto, se non colui al quale vengono comunicati i meriti della passione del Signore Nostro Gesù Cristo, ciò, tuttavia, in questa giustificazione del peccatore, si opera quando, per merito della stessa santissima passione, l'amore di Dio viene diffuso mediante lo Spirito santo nei cuori [Rm 5, 5] di coloro che sono giustificati e inerisce loro. Per cui nella stessa giustificazione l'uomo, con la remissione dei peccati, riceve insieme tutti questi doni per mezzo di Gesù Cristo nel quale è innestato: la fede, la speranza e la carità. Infatti la fede, qualora non si aggiungano ad essa la speranza e la carità, non unisce perfettamente a Cristo né rende membra vive del suo corpo. Per questo motivo è assolutamente vero affermare che la fede senza le opere è morta ed inutile [Giac. 2, 17-20] e che in Cristo non valgono né la circoncisione né la incirconcisione, ma la fede operante per mezzo della carità [Gal 5,6 ]" (ivi, p. 542).
Le buone opere, richieste da Dio, sono dunque meritorie per la nostra salvezza, esse completano la nostra fede, fanno vedere se sia autentica o no. Il concetto di merito comporta quello di "ricompensa", della vita eterna come ricompensa promessa da Dio al giusto.
Nel par. finale del Decreto, il XVI, il Tridentino si occupa specificamente "del merito delle buone opere e del modo di questo merito". Riporto un passo:
Nel par. finale del Decreto, il XVI, il Tridentino si occupa specificamente "del merito delle buone opere e del modo di questo merito". Riporto un passo:
"Perciò a quelli che operano bene fino alla fine [Mt 10, 22] e sperano in Dio deve proporsi la vita eterna, sia come grazia promessa misericordiosamente ai figli di Dio per i meriti del Cristo Gesù, sia come ricompensa da darsi fedelmente, per la promessa di Dio stesso, alle loro opere buone e ai loro meriti. Questa è infatti quella corona di giustizia che, dopo la sua lotta e la sua corsa, l'Apostolo diceva essere stata messa da parte per lui e che gli sarebbe stata data dal giusto giudice, e non a lui solo, ma anche a tutti quelli che amano la sua venuta [2 Tm 4, 7-8]". (tr. it. cit., p. 550).
Il "merito" dunque e la "ricompensa". "Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita" (Ap 2, 10) ha detto NS risorto in visione a S. Giovanni Evangelista. Una frase che mi ha sempre fatto una grande impressione. Ricompensa eterna per la fede che si attua nel comportamento di vita insegnato da NS, teso, nonostante le cadute, i peccati (di cui ci siamo pentiti e che ci sono stati perdonati), a fare la volontà di Dio in tutto, sino all'ultimo.
Invece per i Luterani e soci le opere sono solo "frutto e segno della giustificazione conseguita", mediante la fede nell'aver la Croce di Cristo già conseguito la nostra giustificazione: è questa fede solamente a salvarci ed è peccato attribuire la salvezza anche alle opere! S. Giacomo si sarebbe dunque sbagliato ed anche S. Paolo, in tanti suoi passi! Pertanto gli anatemi del Tridentino su questo punto fondamentale:
Invece per i Luterani e soci le opere sono solo "frutto e segno della giustificazione conseguita", mediante la fede nell'aver la Croce di Cristo già conseguito la nostra giustificazione: è questa fede solamente a salvarci ed è peccato attribuire la salvezza anche alle opere! S. Giacomo si sarebbe dunque sbagliato ed anche S. Paolo, in tanti suoi passi! Pertanto gli anatemi del Tridentino su questo punto fondamentale:
"24. Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema".(Si tratta di un tipico concetto luterano, conseguente all'errore iniziale: se la Croce ci ha già giustificati e basta questa fede a salvarci, chi fa le opere buone per esser giustificato pecca di superbia, quasi si mettesse al posto del Cristo in croce. La Bolla Exurge Domine con la quale Leone X condannò 41 errori di Lutero, fulminò appunto anche i seguenti:
"25. Se qualcuno afferma che in ogni opera buona il giusto pecca almeno venialmente, o (cosa ancor più intollerabile) mortalmente, e quindi merita le pene eterne, e che non viene condannato solo perché Dio non gli imputa a dannazione quelle opere: sia anatema".
31. In omni opere bono iustus peccat. 32. Opus bonum optime factum est veniale peccatum. (DS 771-2; 1481-2). Qui si esprime la tipica "passività", il "fatalismo" luterano, che nello stesso tempo nutre tuttavia un individualismo esasperato, che si traduce nell'errore del "libero esame").
"32. Se qualcuno afferma che le opere buone dell'uomo giustificato sono doni di Dio, così da non essere anche meriti di colui che è giustificato, o che questi con le buone opere da lui compiute per la grazia di Dio e i meriti di Gesù Cristo (di cui è membro vivo), non merita realmente un aumento di grazia, la vita eterna e il conseguimento della stessa vita eterna (posto che muoia in grazia) ed anche l'aumento della gloria: sia anatema".
Ciò ribadito, vediamo ora se c'è un'eresia nella Dichiarazione comune.
3. C'è un'eresia nella Dichiarazione?
C'è, a mio modestissimo avviso. Vediamo. Il sito della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, cita l'art. 15 della Dichiarazione, che contiene appunto una professione di fede comune alle due "Chiese":
"Insieme [Cattolici e Luterani] crediamo che la giustificazione è opera di Dio uno e trino. Il Padre ha inviato il Figlio nel mondo per la salvezza dei peccatori. L'Incarnazione, la morte e la resurrezione di Cristo sono il fondamento e il presupposto della giustificazione. Pertanto, la giustificazione significa che Cristo stesso è nostra giustizia, alla quale partecipiamo, secondo la volontà del Padre, per mezzo dello Spirito Santo. Insieme confessiamo che non in base ai nostri meriti, ma soltanto per mezzo della grazia, e nella fede nell'opera salvifica di Cristo, noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori, ci abilita e ci chiama a compiere le buone opere". (Testo sul sito del Vaticano).
Commento della Chiesa Luterana italiana, di seguito:
"Siamo dunque salvati non per nostra iniziativa ma per l'iniziativa di Dio, non per le nostre buone opere o meriti presunti, ma per la grazia e l'amore di Dio, non perché siamo stati giusti, ma perché Dio ci rende partecipi della giustizia di Cristo [...] La giustificazione si attua concretamente in una persona già nel momento in cui crede, cioè quando pone la sua fiducia in Cristo e nell'amore di Dio. La giustificazione è dunque del tutto incondizionata, l'uomo non deve fare niente, ma semplicemente si affida a Dio. Anche la fede non è da comprendere come opera ma è l'accettazione passiva dell'opera di Dio".
Dunque: nel par. 15 della Dichiarazione Congiunta i luterani vedono riaffermato sic et simpliciter il principio loro della "sola fides". E come dar loro torto? Non dice il testo che "s o l t a n t o per mezzo della grazia e nella fede nell'opera salvifica di Cristo, noi siamo accettati da Dio"? E che, ricevuto in tal modo lo Spirito Santo, siamo in grado di "compiere le buone opere", le quali dunque sono declassate a "frutto e segno della giustificazione conseguita" (Tridentino), cioè già conseguita "sola fide"?
Nel par. 37, l'eresia non è meno clamorosa, perché vi si dice apertamente che:
Nel par. 37, l'eresia non è meno clamorosa, perché vi si dice apertamente che:
"Insieme confessiamo che le buone opere - una vita cristiana nella fede nella speranza e nell'amore - sono la conseguenza della giustificazione e ne rappresentano i frutti".La "conseguenza", i "frutti" della giustificazione già conseguita per fede: proprio la tesi condannata espressamente dal Tridentino! SE NON SONO ERESIE QUESTE, QUALI LO SONO?
4. Ancora sulla Dichiarazione Congiunta - Fonti
Questi gli estremi del Commento della Chiesa Luterana italiana. Si trova nel sito "Chiesa Evangelica Luterana in Italia" [qui] e si intitola: "Giustificazione per sola grazia".
A questo punto, vale la pena di riportare un passo dello stesso Lutero nel suo celebre scritto "Della libertà del Cristiano", del 1520.
A questo punto, vale la pena di riportare un passo dello stesso Lutero nel suo celebre scritto "Della libertà del Cristiano", del 1520.
"Predicare Cristo significa nutrire l'anima, giustificarla, liberarla e renderla salva, se avrà creduto alla predicazione. La fede sola, infatti, insegna l'uso salvifico ed efficace della parola di Dio: 'Se tu confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo" (Rm 10, 9) e in 10, 4 : "Cristo è il termine della legge, per giustificare chiunque creda"; e ancora:: "Il giusto vivrà della sua fede" [sempre Rm 1, 17 - tr. it.]. Infatti, la parola di Dio può essere assunta e onorata solo per mezzo della fede, ma non per mezzo delle opere. Perciò è chiaro che l'anima ha bisogno, per vivere e giustificarsi, della sola parola di Dio, e che è giustificata per mezzo della sola fede senza alcuna opera. Se, infatti, potesse esser giustificata in qualche altro modo, non avrebbe bisogno della parola, e perciò neanche della fede. Ma la fede non può assolutamente svilupparsi nelle opere, intendo dire, cioè, che se tu presuma di giustificarti per mezzo di esse, quali che siano: equivarrebbe a zoppicare in due parti, adorare Baal e baciare la mano di Dio, il che è la massima iniquità, come dice Giobbe" [Giob., 31, 27 - tr. it.]. (testo in: M. Lutero, "Le 95 tesi", Ediz. Studio Tesi, Pordenone, 1984, tr. it. I. Pin, pp. 21-57; p. 24).
Come è stato notato, Lutero isola dal contesto alcuni concetti di S. Paolo, da lui elaborati nella confutazione del legalismo dei Farisei, e li inserisce nella sua propria concezione pessimistica dell'uomo, a suo dire corrotto senza speranza dal peccato originale, ragion per cui (sragiona egli) nessuna "opera" potrebbe mai salvarlo. Stabilisce pertanto (assurdamente) quella che sembra una contraddizione insanabile tra le opere e la fede e predica una concezione sbagliata della natura umana, considerata totalmente malvagia ed impossibile di vero rinnovamento spirituale. In tal modo, mostra di non aver fiducia nella Promessa divina di salvezza, che pur ci richiede "le opere buone". Come spiega il Tridentino:
"Dio, infatti, non comanda l'impossibile; ma quando comanda ti ammonisce di fare quello che puoi [Agostino, De Natura et Gratia, 43 (50)] e di chiedere quello che non puoi, ed aiuta perché tu possa : i suoi comandamenti non sono gravosi [1 Gv 5, 3], il suo giogo è soave e il peso leggero [Mt 11, 30]." (tr. it. cit., p. 545).
Invece, per Lutero: la "sola fede" ci libera da tutti i nostri peccati, e in questo è la "libertà" acquisita dal cristiano. "Capito questo, saprai che ti è necessario Cristo, il quale per te ha subito la passione ed è stato resuscitato perché, credendo in Lui, tu divenissi un altro uomo grazie a questa fede, liberato da tutti i tuoi peccati e giustificato per meriti altrui, cioè dal solo Cristo" (Sulla libertà etc., p. 24).
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[*] Nota di Chiesa e post-concilio.
Socci non ha fatto tutto il percorso che riporta alla Tradizione che la neo-chiesa post-conciliare sta cercando di oltrepassare, ma ha fede e onestà intellettuale da vendere... ce ne vorrebbero! Purtroppo, quando si parla del Concilio - non per rinnegarlo ma per evidenziare le sue pecche, che vengono da lontano e da cui nasce l'attuale crisi - , si chiude a riccio e tronca qualunque comunicazione. Così è accaduto anche con me. Comunque l'ho sempre stimato per la sua onestà intellettuale e per il suo non comune coraggio. Ci ha sempre messo la faccia e tutta la sua visibilità. In ogni caso credo che valga sempre e comunque il detto: "non voler saper chi l'ha detto, ma poni mente a ciò che è detto!".
Quanto al Concilio Vaticano II, sta di fatto che ha tutte, ma proprio tutte le responsabilità nelle scelte di Bergoglio, esattamente come le ha avute in quelle degli altri Papi 'conciliari'.
E ciò per il semplice fatto che non si può intaccare la dottrina dogmatica della Chiesa, così come invece ha fatto il Vaticano II (collegialità episcopale in funzione antipapale; falso ecumenismo e dialogo inter-religioso; tirar fuori le 'salvezze parallele' nei confronti dei giudei rinnegatori di Cristo Signore; ecc.) senza con ciò intaccare, prima o poi, anche la sua dottrina in campo morale. La morale infatti scaturisce dalla Fede, e non viceversa.
I Papi 'conciliari' pre-bergogliani, dopo aver sfasciato la Fede a colpi di Assisi, di balletti liturgici e di pellegrinaggi ad Erfurt, nutrivano ancora delle velleità in campo morale, non se la sentivano insomma di cedere anche lì.
Ma la loro era una decisione, anche se lodevole, profondamente irrazionale poiché una volta poste le premesse dissolvitrici della loro 'nouvelle théologie', evoluzionista ed immanentista, queste avrebbero per forza propria iniziato, prima o poi, a sovvertire anche la morale, anche quella naturale. Era solo questione di tempo e di 'velocità' di marcia.
Questo esito disastroso era già stato previsto dal grande Pio XII, che fin dal 1946 aveva condannato ufficialmente quella medesima 'nouvelle théologie' perché costituita da "false opinioni che minacciano di sovvertire le fondamenta della dottrina cattolica" (Humani generis), e che aveva pronunciato le seguenti parole profetiche:
“Se una tale opinione [la 'nuova teologia'] dovesse essere abbracciata, che ne sarebbe mai dell'immutabilità dei dogmi, che ne sarebbe dell'unità e della stabilità della fede?” (allocuzione del 17 settembre 1946 al Capitolo Generale dei Gesuiti)
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[*] Nota di Chiesa e post-concilio.
Socci non ha fatto tutto il percorso che riporta alla Tradizione che la neo-chiesa post-conciliare sta cercando di oltrepassare, ma ha fede e onestà intellettuale da vendere... ce ne vorrebbero! Purtroppo, quando si parla del Concilio - non per rinnegarlo ma per evidenziare le sue pecche, che vengono da lontano e da cui nasce l'attuale crisi - , si chiude a riccio e tronca qualunque comunicazione. Così è accaduto anche con me. Comunque l'ho sempre stimato per la sua onestà intellettuale e per il suo non comune coraggio. Ci ha sempre messo la faccia e tutta la sua visibilità. In ogni caso credo che valga sempre e comunque il detto: "non voler saper chi l'ha detto, ma poni mente a ciò che è detto!".
Quanto al Concilio Vaticano II, sta di fatto che ha tutte, ma proprio tutte le responsabilità nelle scelte di Bergoglio, esattamente come le ha avute in quelle degli altri Papi 'conciliari'.
E ciò per il semplice fatto che non si può intaccare la dottrina dogmatica della Chiesa, così come invece ha fatto il Vaticano II (collegialità episcopale in funzione antipapale; falso ecumenismo e dialogo inter-religioso; tirar fuori le 'salvezze parallele' nei confronti dei giudei rinnegatori di Cristo Signore; ecc.) senza con ciò intaccare, prima o poi, anche la sua dottrina in campo morale. La morale infatti scaturisce dalla Fede, e non viceversa.
I Papi 'conciliari' pre-bergogliani, dopo aver sfasciato la Fede a colpi di Assisi, di balletti liturgici e di pellegrinaggi ad Erfurt, nutrivano ancora delle velleità in campo morale, non se la sentivano insomma di cedere anche lì.
Ma la loro era una decisione, anche se lodevole, profondamente irrazionale poiché una volta poste le premesse dissolvitrici della loro 'nouvelle théologie', evoluzionista ed immanentista, queste avrebbero per forza propria iniziato, prima o poi, a sovvertire anche la morale, anche quella naturale. Era solo questione di tempo e di 'velocità' di marcia.
Questo esito disastroso era già stato previsto dal grande Pio XII, che fin dal 1946 aveva condannato ufficialmente quella medesima 'nouvelle théologie' perché costituita da "false opinioni che minacciano di sovvertire le fondamenta della dottrina cattolica" (Humani generis), e che aveva pronunciato le seguenti parole profetiche:
“Se una tale opinione [la 'nuova teologia'] dovesse essere abbracciata, che ne sarebbe mai dell'immutabilità dei dogmi, che ne sarebbe dell'unità e della stabilità della fede?” (allocuzione del 17 settembre 1946 al Capitolo Generale dei Gesuiti)
30 commenti:
L'INQUISIZIONE BERGOGLIANA HA VINTO (PER ORA)
Non so se ve ne siete accorti, ma ormai sui media non c'è più una sola voce controcorrente, che cioè racconti veramente quello che sta accadendo sotto il regime bergogliano nella Chiesa. Siamo sotto una plumbea dittatura argentina.
Chi può dare fastidio al Potere bergogliano sui media sembra non aver diritto di parola. Perfino i maggiori intellettuali cattolici, che si sono espressi duramente sull'Amoris laetitia (penso a Spaemann, a Grygiel o a Seifert, persone che hanno strettamente collaborato con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) sono rimasti invisibili sui media. Le loro dure critiche sono state silenziate.
Addirittura l'esplosivo discorso del 21 maggio di mons. Gaenswein, segretario e braccio destro di Benedetto XVI, è risultato pressoché introvabile sui media. Come pure la voce critica di alcuni teologi, di vescovi o cardinali.
UNA CENSURA TOTALE. UNA COSA MAI VISTA. POSSIBILE CHE NESSUNA VOCE SI ALZI PER DENUNCIARE QUESTA DITTATURA IMPOSTA A LODE E GLORIA DEL "MISERICORDIOSO" ARGENTINO?
Resta - è vero - la rete. Grazie al cielo lì è ancora possibile scrivere e leggere la verità dei fatti. E già qualche clerico-bergogliano lancia anatemi contro la rete stessa perché quella non riescono a controllarla e a imporre il loro bavaglio anche lì.
Qualche amico osserva che è davvero triste che questa dittatura argentina si sia imposta senza la minima reazione critica nemmeno da parte laica.
Ma questa è un'osservazione ingenua perché proprio i media laicisti sono i più scatenati sostenitori di Bergoglio. Hanno trovato finalmente colui che può realizzare il loro sogno: distruggere la Chiesa Cattolica. Dunque è del tutto ovvio che si spellino le mani nell'applaudirlo e nel sostenerlo. Mettendo a tacere le voci contrarie della Resistenza Cattolica.
C'è però una notizia da dare ed è questa: la Resistenza vincerà, perché Cristo vincerà. Statene certi. Non saranno l'eresia e l'apostasia a prevalere. Sebbene oggi abbiano tutto il potere mondano.
Oggi sembra stravincere chi vuole liquidare la fede cattolica, ma il Re dei Cieli farà trionfare visibilmente il Cuore Immacolato di Maria.
Per questo oggi invochiamo la nostra Madre anche per la conversione di chi opprime la Chiesa e di chi collabora a distruggere l'opera di Dio. Noi preghiamo per i persecutori, per la salvezza delle loro anime.
E la preghiamo perché protegga le nostre anime dalla menzogna e dalla viltà.
Tutta la nostra vita, tutto di noi sia sotto il manto del suo sguardo materno. Tutto affidiamo a Lei che è l'aiuto dei cristiani, la Regina
(Antonio Socci)
Anche i PD cominciano a rendersene conto. Un momento di lucidità di Fassino:
http://www.riscattonazionale.it/2016/07/10/sorpresa-fassino-travolti-dagli-immigrati-le-case-le-danno-sempre-stranieri/
A mio avviso la causa scatenante è la frase di GXXIII "bisogna partire da ciò che ci unisce...."
Ce ne siamo accorti , caro Socci , eccome . E tutto ciò è molto significativo . Lunedì 11 (domani )alle ore 10:30 solenne pontificale in RITO ANTICO del Vescovo Oliveri , ingiustamente perseguitato , a Villatalla (la villa della valle , secondo etimologia longobarda , e in effetti la valle è molto bella , con vista fino al mare ) , entroterra di Imperia , presso i Benedettini dell'Immacolata . Ci sarà qualche turista che vorrà intervenire ? Seguirà piccolo rinfresco in questo delizioso piccolo paese .Grazie , mic , per la risonanza data a queste segnalazioni .
Murmex,
La villa della valle o la valle della villa, sec. etimologia, e costruziome delle parole, longobarda, quindi germanica?
Comunque un termine molto evocativo.
C'e' un regime, nolto più subdolo ed efficace, che se avessimo i carri armati nelle strade. In Italia e' iniziato nel novembre del 2011, in USA otto anni fa con l'elezione incontrastata del Negher, senza che i media trovassero nulla da ridire, non sul colore della sua pelle, ma sulla sua assoluta mancanza di esperienza di amministratore e sulla sua breve e fulminante carriera politica, dal nulla al Senato USA.
Ccon Bergoglio hanno fatto il bis.
Sempre piu Orwell ed Huxley.
E' stato un "crescendo" rossiniano, Rosa (o "decrescendo" dottrinale?): da GXXIII al Perito Chimico...
http://intuajustitia.blogspot.it/2016/01/papa-francesco-e-cattolico-o-luterano.html
A proposito di Socci: in più occasioni mi sono dichiarato pubblicamente suo estimatore e l'ho difeso senza se e senza ma dai suoi denigratori. Però, anche con me ha chiuso la comunicazione. Noto con dispiacere che egli comunque se prima non accetta che si ponga l'asticella a 10, dopo di sua iniziativa la abbassa sempre più. Voglio dire che il Socci prima rifiuta un concetto o una critica, ma dopo quello stesso concetto e quella stessa critica le ribadisce elevate all'ennesima potenza. Sul giudizio del Bergoglio, ad esempio, avevo fatto riferimento alla sesta bolgia infernale dantesca, dapprima censurato, ma successivamente fatto proprio con più determinazione e con un crescendo di acrimonia. Gli confermo nonostante ciò tutta la mia stima per l'uomo e per lo scrittore che apprezzo moltissimo da sempre.
Dominus Iesus, 6 agosto 2000
17. Esiste quindi un'unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa Cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui [58]. Le Chiese che, pur non essendo in perfetta comunione con la Chiesa Cattolica, restano unite ad essa per mezzo di strettissimi vincoli, quali la successione apostolica e la valida Eucaristia, sono vere Chiese particolari [59]. Perciò anche in queste Chiese è presente e operante la Chiesa di Cristo, sebbene manchi la piena comunione con la Chiesa cattolica, in quanto non accettano la dottrina cattolica del Primato che, secondo il volere di Dio, il Vescovo di Roma oggettivamente ha ed esercita su tutta la Chiesa [60].
Invece le comunità ecclesiali che non hanno conservato l'Episcopato valido e la genuina e integra sostanza del mistero eucaristico [61], non sono Chiese in senso proprio; tuttavia i battezzati in queste comunità sono dal Battesimo incorporati a Cristo e, perciò, sono in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa [62]. Il Battesimo infatti di per sé tende al completo sviluppo della vita in Cristo mediante l'integra professione di fede, l'Eucaristia e la piena comunione nella Chiesa [63].
« Non possono, quindi, i fedeli immaginarsi la Chiesa di Cristo come la somma – differenziata ed in qualche modo unitaria insieme – delle Chiese e Comunità ecclesiali; né hanno facoltà di pensare che la Chiesa di Cristo oggi non esista più in alcun luogo e che, perciò, debba esser soltanto oggetto di ricerca da parte di tutte le Chiese e comunità » [64]. Infatti «gli elementi di questa Chiesa già data esistono, congiunti nella loro pienezza, nella Chiesa Cattolica e, senza tale pienezza, nelle altre Comunità » [65]. «Perciò le stesse Chiese e comunità separate, quantunque crediamo che abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso. Poiché lo Spirito di Cristo non recusa di servirsi di esse come strumenti di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa Cattolica» [66].
La mancanza di unità tra i cristiani è certamente una ferita per la Chiesa; non nel senso di essere privata della sua unità , ma «in quanto la divisione è ostacolo alla realizzazione piena della sua universalità nella storia» [67].
Ergo:
1-Le "comunità" luterane hanno perduto la successione apostolica e la valida Eucaristia: non sono quindi "Chiese" in senso proprio, pur essendovi una comunione, sebbene imperfetta, a motivo del battesimo, che incorpora a Cristo i membri di tali comunità.
2-non è ammissibile immaginare la Chiesa come la somma indifferenziata di Chiesa e comunità ecclesiali; tanto meno è ammesso di pensare la vera Chiesa come non esistente e pertanto punto d'arrivo del comune oggetto di ricerca, dato che tutto ciò che va cercato c'è già nella Chiesa Cattolica.
3-le altre esperienze, chiese e comunità, per quanto abbiano carenze, non sono spoglie di significato e di peso, proprio perchè lo Spirito santo non rifiuta di servirsi anche di esse come strumenti di salvezza, il cui valore (evidentemente inferiore) deriva dalla pienezza della grazia e della verità presente nella Chiesa Cattolica.
4-la divisione tra i cristiani è una ferita per la Chiesa: ma non tanto nel senso (umano-terreno) della divisione visibile che ne deriva, ma nel senso (spirituale-ultraterreno) di ostacolare la realizzazione dell'universalità (cattolicità) nella storia, che ne costituisce la pienezza per assolvere al compito della missione.
E infatti celebriamo Lutero, cioè un fattore di divisione.
Uno che alla "pienezza" ha preferito il libero esame...
Poi uno che fa un libero esame ha anche diritto a un libero giudizio: bocciato!
La Dominus Jesus è una delle " colpe" di BXVI, che gli hanno fatto pagare com gli interessi.
Lister..
la decadenza era già iniziata, da Pio XII, che avrebbe anche potuto non sostenere la maturità, tanto era bravo, a Roncalli, molto volenteroso, ma poco bright, a Montini, che sarebbe stato un ottimo politicante DC, ma come pontefice stendiamo un velo pietoso
Senz'altro più preparato Woytila, per altro laureato in Polonia durante la guerra, ed ovviamente nettamente più colto ed intellgente BXVI.
E qui che il decrescendo si è fatto clamorosamente evidente.
Ma è uno dei motivi per cui el Jefe piace: la maggior parte delle persone non hanno un titolo di studio elevato, e spesso tollerano male ""il professore". E questo tanto più oggi, dove la tecnologia aiuta molto a coprire lacune scolastiche, e non solo, clamorose, e si può far carriera lo stesso.
@ La "comunione imperfetta" o la "pienezza non piena": ossimori deuterovaticani
L'idea che le altre "chiese" o "comunita' ecclesiali" facciano parte in modo "meno pieno"[?] della Chiesa di Cristo perche' lo Spirito Santo si servirebbe anche di loro come strumenti di salvezza [?], come se potesse allora esistere una salvezza "meno piena" offerta da queste comunita' ecclesiali [sic], e' uno dei piu' gravi errori penetrati nei testi del Vaticano II. Fa a pugni anche con la logica.
Le altre "comunita' ecclesiali" sono tali perche' si sono separate dalla Chiesa cattolica, sono scismatici che professano le ben note eresie. I loro appartenenti possono salvarsi, a certe condizioni - ha sempre insegnato la Chiesa - nonostante la loro appartenenza ad esse non a causa di essa, non perche' lo Spirito Santo si serve "anche di loro", di queste "comunita'", pero' in modo meno pieno! Sono ordinati alla Chiesa cattolica solo in voto col battesimo, non vi appartengono (Pio XII). Proprio in quanto eretici e scismatici non hanno piu' l'assistenza dello Spirito Santo, poiche' costituiscono una "chiesa" o "comunita' ecclesiale" scissa e contrapposta all'unica vera Chiesa di Cristo, quella cattolica.
La formula del "subsistit in" e' ambigua ed inaccettabile. Sarebbe ora di tornare a quella tradizionale, chiara e semplice, sempre professata nei secoli: solo la Chiesa Cattolica e' l'unica vera Chiesa di Cristo. Al di fuori ci sono solo le tenebre, dell'eresia e dello scisma. PP
RR , qui molti cognomi sono di chiara origine longobarda , per esempio Raineri , Ardissone , Rambaldi (mia nonna ), Aicardi . Poi ci sono naturalmente le influenze romane . come ad esempio Ventimiglia , Albenga i vari Diano (Castello , Serreta , Marina ecc ) , luoghi anticamente coperti di boschi , dedicati a Diana . Anzi , pare che il santuario della Madonna della Rovere presso Diano Marina , dove si celebra la Messa antica , sorga sul luogo di un tempio pagano .Più su , nelle valli occitane(altra nonna ) , è fortissima l'influenza celtica :le chiese alpine romaniche della val Varaita,per esempio , hanno conglobate nei muri teste scolpite celtiche , ma messe al contrario . Bellissima questa evidente vittoria del cristianesimo sulle tenebre dei culti pagani .Grazie RR per l'occasione di parlare di questo , e a mic se vorrà pubblicare Tutto questo fa parte delle nostre radici che ora si tenta diabolicamente di svellere per fare di noi massa amorfa di consumatori manipolabili , perchè appiattiti su un orizzonte materiale , un volgo disperso che nome non ha , per dirla col Manzoni .
La "comunione imperfetta" o la "pienezza non piena": ossimori deuterovaticani
Che nel testo citato (Dominus Iesus) non ci sono e non possono esserci.
I fantasmi c'è chi li vede sempre, anche di giorno: vero PP?
http://m.ilgiornale.it/news/2016/07/10/sui-nostri-martiri-e-calato-un-vergognoso-silenzio/1281917/
Carissimo Tralcio,
Non ho il tempo di scendere in dettagli. Ma mi spiace, PO non è il tipo che vede fantasmi. Purtroppo diversi documenti post-conciliari, anche i più commestibili qualche 'baco' ce l' hanno. E non perché ci piaccia essere critici (innanzitutto ci rammarica e ne soffriamo), ma per amore di verità.
@ Rr
Woytila "ovviamente nettamente più colto ed intellgente BXVI"? Attenzione, qualcuno potrebbe arrabbiarsi... :)
Per il resto, perfettamente d'accordo.
@ murmex
Magari! Personalmente (sono un fissato per la Storia), sarei felicissimo di leggere, mic permettendo, un excursus storico-architettonico della bellissima Liguria.
http://www.riscattonazionale.it/2016/02/06/presidente-della-nigeria-non-date-asilo-ai-nigeriani-partono-solo-delinquenti/
Questo link che ho visto da Facebook risulta "boccato". Col copia ocolla da google ha funzionato...
"bloccato"...
S. Agostino, sulla comunione imperfetta ecc.:
"In molti punti gli eretici sono con me, e in qualche altro no; ma a causa di questi pochi punti in cui si separano da me,
non serve loro a nulla
l'essere d'accordo con me in tutto il resto".
Anna
La citazione di Anna fa correre il pensiero alla "comunione imperfetta" tirata in ballo dai curiali a proposito della FSSPX.
Ma proprio non c'entra perché la Fraternità San Pio X non ha niente a che spartire con eresie di alcun genere. Tranne se il concilio debba assurgere a nuovo dogma e solo come tale non sia suscettibile di alcuna critica....
Carissima Mic,
accetto volentieri la tua "garanzia" alla consistenza delle tesi di PP/PO.
In ogni caso la Dominus Iesus al punto 17 non è affatto ambigua.
Quindi mi attenderei di sentire affermare che, almeno questo, il documento è solido.
Erano questi i "fantasmi" ai quali mi riferivo.
Ed è compatibile con il Sant'Agostino citato da Anna.
Infatti anche la Dominus Iesus dice che "non serve loro a nulla l'essere d'accordo con su alcuni punti", dato che la separazione (e l'eresia) resta tutta, circostanziata da due "dettagli" come la mancanza della successione apostolica e strane idee sull'Eucaristia. Dopo di che comunque il vangelo lo leggono anche i luterani e non è la stessa cosa di chi non sappia nemmeno che esista un vangelo...
Sui punti luce della DJ convengo. Non a caso il Documento suscitò molte rampogne da parte di ebrei e progressisti di vario genere...
.(segue) "..Il Vaticano II, al contrario, afferma che la salvezza può realizzarsi, benché imperfettamente, fuori dai limiti visibili della Chiesa, in maniera non soltanto individuale, ma sociale: lo Spirito Santo utilizzerebbe la mediazione sociale e visibile delle altre religioni per dispensare la salvezza, mediazione ben reale, anche se meno perfetta, di quella della Chiesa cattolica che diventa così il mezzo generale della salvezza, a fianco di economie imperfette, ma valide, di cui il Cristo può servirsi. Questa è l’affermazione esplicita di Unitatis redintegratio, con la quale l’insegnamento di Giovanni Paolo II in Redemptoris missio si trova in perfetta continuità.
Da ciò nasce la nuova nozione di “comunione imperfetta”.
L’insegnamento tradizionale della Chiesa è semplice: per essere salvi occorre appartenere alla Chiesa o realmente (tramite le tre condizioni classiche: battesimo, fede cattolica, sottomissione ai pastori legittimi) o almeno in voto (per un desiderio esplicito o implicito). Coloro, quindi, che non appartengono alla Chiesa e che non ne hanno alcun desiderio neppure implicito, non possono, in queste disposizioni, ottenere la salvezza.
Secondo certi testi del concilio, invece, i cristiani non cattolici sarebbero di per sé in «comunione imperfetta» con la Chiesa5, e tutti gli uomini, anche i non cristiani, sarebbero «ordinati al popolo di Dio»6.
Il decreto Unitatis Redintegratio, parlando delle celebrazioni delle comunità scismatiche ortodosse, afferma che: «Con la celebrazione dell’eucaristia del Signore in queste singole chiese, la Chiesa di Dio è edificata e cresce, e con la concelebrazione si manifesta la comunione tra di esse» (n. 15).
Da questo testo si capisce chiaramente che una comunità separata dalla vera Chiesa cattolica è considerata come appartenente alla “Chiesa di Dio”.
La dichiarazione Nostra Aetate, poi, canta inni di lode in onore dell’induismo, del buddismo, dell’islamismo e del giudaismo..." don P. Petrucci
Anna
".....Le confessioni cristiane non cattoliche, poi, non possono considerarsi realizzazioni parziali della Chiesa di Cristo poiché ciò si oppone al magistero della Chiesa, sintetizzato nell’enciclica Mystici Corporis, dove Pio XII ricorda chiaramente che senza il battesimo, la vera fede e la sottomissione all’autorità legittima non si può essere membri della Chiesa.
Tali sètte quindi (per chiamarle con il loro vero nome) non possono essere in alcun modo dei mezzi di salvezza, né ordinari né straordinari12, ma pongono oggettivamente ai loro membri degli ostacoli per giungervi. Le realtà sante indebitamente detenute dagli eretici o dagli scismatici, come la Sacra Scrittura per i protestanti (più o meno alterata), i sacramenti per gli scismatici orientali, non possono dare la grazia e la salvezza se non nella misura in cui coloro che le ricevono rifiutino (almeno implicitamente) l’adesione formale all’eresia o allo scisma. La teologia tradizionale non designa queste realtà “rubate” alla Chiesa cattolica come degli “elementi di santificazione” o come “elementi ecclesiali”, ma piuttosto come “vestigia” della vera religione; infatti, sottratti alla vera Chiesa, cessano per il fatto stesso di essere una realtà viva (e santificante) e diventano delle rovine.
Se alcuni sacramenti, come il battesimo, possono essere validi in tali comunità separate, non sono di per sé fruttiferi in quanto non producono la grazia a causa dell’ostacolo che pone l’adesione di chi lo riceve all’eresia o alla scisma....." don P. Petrucci
Anna
é saltata la prima parte:
"Il Concilio Vaticano II ha consacrato il decreto Unitatis redintegratio all’ecumenismo e la dichiarazione Nostra aetate al dialogo interreligioso.
Una nuova dottrina è alla base di questi testi, che presentano le altre confessioni cristiane e anche le religioni non cristiane come espressioni, meno perfette ma valevoli, della religione divina e quindi come cammini che conducono realmente a Dio e alla salvezza eterna.
Tale insegnamento si collega ad una nuova concezione della Chiesa che trova la sua base nella famosa affermazione della Costituzione Lumen gentium al n. 81, secondo cui la Chiesa di Cristo sussiste in quella cattolica. Con ciò si vuole significare, come appare dal contesto conciliare, che la Chiesa di Cristo non è coestensiva alla Chiesa romana, visibile nel suo apparato gerarchico, a cui si appartiene per la fede, il battesimo e la sottomissione ai pastori legittimi, ma che è una realtà più ampia, un’entità più vasta che comprenderebbe tutte le religioni cristiane e, per estensione, anche quelle non cristiane, di cui Dio si servirebbe come mezzi per condurre gli uomini alla salvezza.
Il pastore protestante Wilhelm Schmidt, osservatore al concilio, ha rivendicato la paternità di questa nuova espressione: «Ho proposto per iscritto la formula “subsistit in” a colui che era allora il consigliere teologico del card. Frings, Joseph Ratzinger, che l’ha trasmessa allora al cardinale.2”
La Chiesa di Cristo, quindi, si realizzerebbe perfettamente nella Chiesa cattolica (la sua sussistenza) ma si estenderebbe al di fuori di essa in maniera imperfetta, grazie a “elementi ecclesiali” presenti in altre confessioni cristiane.
Il decreto Unitatis redintegratio conferma questa nuova dottrina con parole molto chiare: «Perciò queste Chiese e comunità separate, quantunque crediamo abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di valore. Lo Spirito di Cristo, infatti, non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità, che è stata affidata alla Chiesa cattolica.3 »
Da tale teoria risulta che la grazia della salvezza può essere concessa al di fuori della Chiesa cattolica, senza il suo intermediario, in un’altra religione e per un’altra religione.
Così la Chiesa cattolica romana non è più presentata come l’unica società religiosa che conduce alla salvezza, e le altre confessioni cristiane (e anche le religioni non cristiane come appare in Nostra aetate) sono considerate come altre espressioni, meno perfette ma valevoli, della religione divina e quindi come cammini che conducono realmente a Dio e alla salvezza eterna.
Tale interpretazione è stata confermata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nella dichiarazione Dominus Jesus del 6 agosto 2000, dove si rigetta l’interpretazione modernista più estrema, secondo cui la Chiesa cattolica non sarebbe che una realizzazione fra le altre della Chiesa di Cristo. Si afferma infatti che la Chiesa di Cristo continua ad esistere nella sua pienezza nella Chiesa cattolica, ma si ribadisce che numerosi elementi di santificazione e di verità sussisterebbero al di fuori delle sue strutture, cioè nelle chiese e comunità separate che non sono ancora in piena comunione con essa, riaffermando così l’insegnamento del concilio.
Ciò non corrisponde assolutamente alla dottrina tradizionale e Pio XII insegnava chiaramente che se è vero che per eccezione la salvezza potrebbe realizzarsi fuori dai limiti visibili della Chiesa4, ciò può accadere in maniera strettamente individuale, sempre tramite la vera Chiesa e non per la mediazione delle false religioni. Esse, infatti, per i loro errori allontanano piuttosto gli uomini dalla via della giustificazione." d. P. Petrucci
Anna
@ L'idea della "comunione imperfetta" e quindi di una "pienezza" imperfetta o parziale e quindi "non piena", risulta dai passi stessi della Dominus Iesus citati piu' sopra.
"Le Chiese che, pur non essendo in perfetta comunione con la CC, restano unite ad essa per mezzo di strettissimi vincoli [successione apostolica e valida eucaristia] etc....Percio' anche in queste Chiese e' presente e operante la Chiesa di Cristo sebbene manchi la piena comunione con la Chiesa cattolica..
"Invece le comunita' ecclesiali che non hanno conservato l'Episcopato valido etc. non sono Chiese in senso proprio tuttavia i battezzati in queste comunita' sono dal Battesimo incorporati a Cristo e percio' sono in una certa comunione sebbene imperfetta con la Chiesa".
Il testo riunisce sotto il medesimo concetto di "comunione imperfetta" due realta' piuttosto differenti, quella dei Grecoscismatici (Ortodossi) e quella delle sette protestanti. Avremmo la comunione o "una certa comunione" (che vuol dire?) tuttavia "imperfetta". E che vuol dire "comunione imperfetta", riferita per di piu' a realta' cosi' diverse tra loro? Unite pero' nel rifiuto del Primato di Pietro, rifiuto radicale e senza sfumature. Come possa poi uno scismatico nel vero senso della parola esser considerato "in comunione" con Pietro, e' difficile comprendere. Bisogna allora aggiungere l'aggettivo "imperfetta", che rende il concetto ancora piu' oscuro: "una certa comunione" per di piu' "imperfetta".
Per sostenere il concetto contraddittorio di una "comunione imperfetta" (una comunione che non e' una vera comunione) il testo introduce una nuova dottrina, quella del battesimo che "incorporerebbe" anche i non cattolici a Cristo e quindi li metterebbe "in una certa comunione imperfetta" con la Chiesa.
Ma, come ha ricordato Amerio (Iota Unum, par. 246) con il battesimo gli eretici e scismatici "sono [solamente] ordinati al Mistico Corpo di Cristo" (Pio XII, Enc. Mystici corporis) e non vi appartengono, a meno che non si convertano al cattolicesimo. Fu il card. Bea a innovare, ai tempi del Concilio, scrivendo che "vi appartengono", col Battesimo (OR, 27.4.1962). La nuova dottrina della "incorporazione" degli acattolici "a Cristo" con il battesimo, si' da dar vita ad una loro oscura "comunione imperfetta" con la Chiesa, e' contraria a quanto insegnato sempre dalla Chiesa e ribadito da ultimo da Pio XII. Dobbiamo pertanto considerarla una dottrina erronea, uno dei famosi "bachi".
Questa "dottrina" e' notoriamente proposta nell'art. 3 del Decr. Conc. Unitatis Redintegratio sull'Ecumenismo. La Dominus Iesus non fa altro che riprodurla. PP
segnalo
Dichiarazione del Lago di Garda
circa la “cattolica” Apoteosi di LuteroSessione finale del XXIV Simposio annuale estivo del Roman ForumFesta dei Santi Cirillo e Metodio
7 luglio 2016
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1598_Roman_Forum_Gardone_Dichiarazione_2016.html
Anna
Lister,
io intendevo che BXVI è ovviamente più preparato dottrinalmente del predecessore, che infatti lo volle accanto a se', anche per il differente livello delle università tedesche di allora rispetto alle polacche.
La Dominus Jesus fu una boccata d'ossigeno, di aria fresca e CATTOLICA in quegli anni. Ratzinger fu attaccatissimo da ogni parte, e non gliel' hanno mai perdonata ( "i fratelli maggiori" per primi).. Quella e l'aver riaffermato la condanna alla Massoneria.
Rr , visto che mic mi permette queste segnalazioni , mi è giunta voce di S Messa in RITO ANTICO al convento domenicano di Taggia (IM ), celebrata da giovane sacerdote , non domenicano , temo che di domenicani non ce ne siano più , data la triste decadenza degli ordini religiosi . Il convento , bellissimo , ospita opere di Ludovico Brea della fine del 400 . Sembra siano stati i Domenicani a introdurre in zona (in altre adiacenti i Benedettini )la coltivazione delle olive taggische , fonte di un eccellente olio . Si può vedere anche su you tube alla voce "convento domenicano Taggia " . Comunque ora indago sulla S Messa e poi riferusco
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