Ovviamente quella del titolo è una domanda retorica alla quale tuttavia Paolo Pasqualucci risponde per cogliere l'occasione di chiarire i termini della situazione. Inserisco il suo commento in nota 1.
Oggi Sandro Magister dà notizia pubblicandone ampi stralci, di un'intervista rilasciata dal cardinale Gerhard L. Müller alla rivista "Il Timone", ricordando che anche a lui, in qualità di Prefetto per la Dottrina della Fede, oltre che al papa, i cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner avevano inoltrato i loro cinque "dubia" sull'interpretazione di "Amoris laetitia", chiedendo di "fare chiarezza".
Oggi Sandro Magister dà notizia pubblicandone ampi stralci, di un'intervista rilasciata dal cardinale Gerhard L. Müller alla rivista "Il Timone", ricordando che anche a lui, in qualità di Prefetto per la Dottrina della Fede, oltre che al papa, i cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner avevano inoltrato i loro cinque "dubia" sull'interpretazione di "Amoris laetitia", chiedendo di "fare chiarezza".
Né il cardinale Müller né tanto meno il papa hanno finora risposto. Anzi, lo stesso cardinale, in un’intervista a Kathpress aveva dichiarato che
La sua congregazione parla a nome del Pontefice, e emette i suoi giudizi “con l’autorità del Papa”. Quindi, potrebbe rispondere ai quattro cardinali se il Pontefice la autorizzasse. Ma sarebbe inappropriato intervenire in una controversia senza l’approvazione del Pontefice.
Ora, però, Müller "chiarezza" sembrerebbe farla, sia pure nella forma impropria e indiretta dell'intervista, nel corso della quale, senza far riferimento ai "dubia", dice apertis verbis proprio ciò che i quattro cardinali chiedevano che fosse chiarito. Non senza stigmatizzare quei vescovi che, con quelli che chiama (lo afferma Magister che ha presente il testo integrale) "i loro sofismi interpretativi", invece che fare da guida ai loro fedeli cadono "nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi". Del resto la sua posizione era già chiara secondo quanto già aveva espresso in precedenti occasioni [qui].
Ma tutto sommato ai Dubia manca tuttora la formale risposta del Papa o della Congregazione, mentre l'unità de La Catholica è minata dalla libertà de facto data alle singole diocesi di agire autonomamente, nella prassi [qui].
Inoltre esiste un deficit di governo: governare comporta anche sanzionare riportando all'ordine. Quando c'è un ordine. Infatti. non basta "sferzare" i vescovi che applicano AL in senso permissivo quando, invece che parole affidate ai media, occorrerebbero provvedimenti atti a riportarli in carreggiata E tuttavia di fatto avviene il contrario: si permette loro persino di sospendere a divinis, e senza intervenire, sacerdoti ligi alla dottrina, mentre si lodano i vescovi argentini che fanno il contrario. Mi sovvengono le parole dei padri di Vocogno [vedi]: morale fluttuante, disciplina incerta, amministrazione dei sacramenti pasticciata, liturgia raffazzonata, autorità assente... una vita ecclesiale piena di “dipende”, “bisogna vedere”, “occorre adattarsi”, “va interpretato”, “non bisogna esagerare”, ecc... non c'è che dire, il contrario di una casa piena di composta pace in Dio.
In definitiva, più che di deficit di governo avrei dovuto dire: deficit di buon governo, visto che siamo costretti ad assistere a interventi mossi da arbitrio autoritaristico in cui il governo diventa arbitrio (due per tutti: Ordine di Malta e FFI). Deriva scontata, quando l'aggancio è alla volontà anziché alla verità e la prassi risulta sganciata dalla dottrina. (M.G.)
* * * Ma tutto sommato ai Dubia manca tuttora la formale risposta del Papa o della Congregazione, mentre l'unità de La Catholica è minata dalla libertà de facto data alle singole diocesi di agire autonomamente, nella prassi [qui].
Inoltre esiste un deficit di governo: governare comporta anche sanzionare riportando all'ordine. Quando c'è un ordine. Infatti. non basta "sferzare" i vescovi che applicano AL in senso permissivo quando, invece che parole affidate ai media, occorrerebbero provvedimenti atti a riportarli in carreggiata E tuttavia di fatto avviene il contrario: si permette loro persino di sospendere a divinis, e senza intervenire, sacerdoti ligi alla dottrina, mentre si lodano i vescovi argentini che fanno il contrario. Mi sovvengono le parole dei padri di Vocogno [vedi]: morale fluttuante, disciplina incerta, amministrazione dei sacramenti pasticciata, liturgia raffazzonata, autorità assente... una vita ecclesiale piena di “dipende”, “bisogna vedere”, “occorre adattarsi”, “va interpretato”, “non bisogna esagerare”, ecc... non c'è che dire, il contrario di una casa piena di composta pace in Dio.
In definitiva, più che di deficit di governo avrei dovuto dire: deficit di buon governo, visto che siamo costretti ad assistere a interventi mossi da arbitrio autoritaristico in cui il governo diventa arbitrio (due per tutti: Ordine di Malta e FFI). Deriva scontata, quando l'aggancio è alla volontà anziché alla verità e la prassi risulta sganciata dalla dottrina. (M.G.)
Riprendiamo dall'articolo di Magister i passaggi chiave dell'intervista.
D. – Si può dare una contraddizione tra dottrina e coscienza personale?
R. – No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa.
D. – È una questione di cui si discute molto a proposito del dibattito intorno all’esortazione post-sinodale "Amoris laetitia".
R. – La "Amoris laetitia" va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa. […] Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando "Amoris laetitia" secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica. Il magistero del papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la dottrina della fede. Il papa interpreta i vescovi, non sono i vescovi a interpretare il papa, questo costituirebbe un rovesciamento della struttura della Chiesa cattolica. A tutti questi che parlano troppo, raccomando di studiare prima la dottrina [dei concili] sul papato e sull’episcopato. Il vescovo, quale maestro della Parola, deve lui per primo essere ben formato per non cadere nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi. [...]
D. – L’esortazione di san Giovanni Paolo II, "Familiaris consortio", prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno?
R. – Certo, non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell’enciclica "Veritatis splendor" con la chiara dottrina dell’"intrinsece malum". […] Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo.
D. – Come si può risolvere il caos che si genera a causa delle diverse interpretazioni che vengono date di questo passaggio di Amoris laetitia?
R. – Raccomando a tutti di riflettere, studiando prima la dottrina della Chiesa, a partire dalla Parola di Dio nella Sacra Scrittura che sul matrimonio è molto chiara. Consiglierei anche di non entrare in alcuna casuistica che può facilmente generare malintesi, soprattutto quello per cui se muore l’amore, allora è morto il vincolo del matrimonio. Questi sono sofismi: la Parola di Dio è molto chiara e la Chiesa non accetta di secolarizzare il matrimonio. Il compito di sacerdoti e vescovi non è quello di creare confusione, ma quello di fare chiarezza. Non ci si può riferire soltanto a piccoli passaggi presenti in "Amoris laetitia", ma occorre leggere tutto nell’insieme, con lo scopo di rendere più attrattivo per le persone il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa. Tutti dobbiamo comprendere ed accettare la dottrina di Cristo e della sua Chiesa e allo stesso tempo essere pronti ad aiutare gli altri a comprenderla e a metterla in pratica anche in situazioni difficili.
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1. Il card. Müller può rispondere con un'intervista ai Dubia? Può, ma la sua resta un'opinione privata. Come "dottore privato" può dire quello che vuole.
Egli sembra schierato nel senso della dottrina cattolica ortodossa sul matrimonio. Però alla fine dell'intervista cosa propone? Si limita a dare "suggerimenti" e "consigli". Certo, come dottore privato non poteva fare altro. Ma non è questa la risposta che ci si attende dal Prefetto della CDF, il guardiano ufficiale dell'ortodossia. Come Prefetto, non risponde perché evidentemente il Papa non vuole che risponda. Mancando un'interpretazione autentica dell'Autorità ufficiale, ogni pastore si orienta come meglio crede e il caos continua. Però a mio avviso Mueller sbaglia a prendersela con quelli che avrebbero interpretato in modo confuso la AL, sì da permettere la famosa eccezione della comunione ai divorziati risposati sempre conviventi more uxorio.
Qui non c'è confusione: la famosa nota a piè di pagina del Papa consente quest'interpretazione senza forzare il testo. Del resto l'ha confermata esplicitamente il Papa, però sempre come dottore privato. I Dubia dei 4 cardinali sfidano in sostanza il Papa a ripetere quell'approvazione (in odor di eresia) attraverso il card. Müller, se ne ha il fegato. Cosa che Bergoglio si guarda bene dal fare. Il braccio di ferro è destinato a durare in eterno se i 4 cardinali non si decidono a spezzare l'impasse con questa famosa Correzione c.d. fraterna al Papa, che continua a latitare a quanto se ne sa.
Ѐ giusto il rispetto al Papa, è giusto che i 4 Cardinali agiscano con la dovuta riservatezza. Però il tempo passa e non ritorna. Speriamo non passino ancora mesi prima che i 4 Cardinali si vedano costretti a render pubblica l'eventuale loro Correzione, murata dal probabile silenzio del Papa. Più passa il tempo e più i fedeli si dimenticano di questa vicenda, che la maggior parte di loro non conosce o non afferra bene, anche perché i media non gliela hanno spiegata bene. Viviamo in tempi di eccezionale distretta, il male incalza da ogni lato, il Cattolicesimo sprofonda sempre di più, bisogna perseverare nell'audacia dimostrata con i Dubia, senza farsi condizionare da questioni di rispetto puramente formali, a questo punto. Paolo Pasqualucci
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1. Il card. Müller può rispondere con un'intervista ai Dubia? Può, ma la sua resta un'opinione privata. Come "dottore privato" può dire quello che vuole.
Egli sembra schierato nel senso della dottrina cattolica ortodossa sul matrimonio. Però alla fine dell'intervista cosa propone? Si limita a dare "suggerimenti" e "consigli". Certo, come dottore privato non poteva fare altro. Ma non è questa la risposta che ci si attende dal Prefetto della CDF, il guardiano ufficiale dell'ortodossia. Come Prefetto, non risponde perché evidentemente il Papa non vuole che risponda. Mancando un'interpretazione autentica dell'Autorità ufficiale, ogni pastore si orienta come meglio crede e il caos continua. Però a mio avviso Mueller sbaglia a prendersela con quelli che avrebbero interpretato in modo confuso la AL, sì da permettere la famosa eccezione della comunione ai divorziati risposati sempre conviventi more uxorio.
Qui non c'è confusione: la famosa nota a piè di pagina del Papa consente quest'interpretazione senza forzare il testo. Del resto l'ha confermata esplicitamente il Papa, però sempre come dottore privato. I Dubia dei 4 cardinali sfidano in sostanza il Papa a ripetere quell'approvazione (in odor di eresia) attraverso il card. Müller, se ne ha il fegato. Cosa che Bergoglio si guarda bene dal fare. Il braccio di ferro è destinato a durare in eterno se i 4 cardinali non si decidono a spezzare l'impasse con questa famosa Correzione c.d. fraterna al Papa, che continua a latitare a quanto se ne sa.
Ѐ giusto il rispetto al Papa, è giusto che i 4 Cardinali agiscano con la dovuta riservatezza. Però il tempo passa e non ritorna. Speriamo non passino ancora mesi prima che i 4 Cardinali si vedano costretti a render pubblica l'eventuale loro Correzione, murata dal probabile silenzio del Papa. Più passa il tempo e più i fedeli si dimenticano di questa vicenda, che la maggior parte di loro non conosce o non afferra bene, anche perché i media non gliela hanno spiegata bene. Viviamo in tempi di eccezionale distretta, il male incalza da ogni lato, il Cattolicesimo sprofonda sempre di più, bisogna perseverare nell'audacia dimostrata con i Dubia, senza farsi condizionare da questioni di rispetto puramente formali, a questo punto. Paolo Pasqualucci
26 commenti:
"Il papa interpreta non sono i vescovi a interpretare il papa"
E quand'è che questo papa interpreta se non a modo suo?
Parla del sacramento della riconciliazione ma non della conversione.
E contraddice la logica dell'AL, che è quella di Bergoglio, quando afferma che i vescovi non possono decidere autonomamente.
Cerca di salvare il salvabile senza esporsi troppo, anche lui ha le ore contate con Burke, Sarah e qualche altro, i restanti sono in pensione, il grosso della truppa si nasconde e tace per ora.....
wow!!!
fantastico il Cardinale Müller, a parte il fatto per nulla indifferente che queste validissime cose sono da lui espresse in un'intervista, che per sua natura non impegna in modo vincolante né lui stesso né i fedeli.
Sennonché nel finale...
dalle stelle alle stalle:
"Non ci si può riferire soltanto a piccoli passaggi presenti in "Amoris laetitia", ma occorre leggere tutto nell’insieme, con lo scopo di rendere più attrattivo per le persone il Vangelo del matrimonio e della famiglia."
UMORISMO INVOLONTARIO?
e poi:
"Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa."
QUI IL CARDINALE DIMOSTRA DI AVER IMPROVVISAMENTE PERSO QUELL'APPREZZABILE DIMESTICHEZZA CON IL DISCERNIMENTO DEI CONTRARI DIMOSTRATA QUALCHE RIGA PIÙ SOPRA.
Mic,
è vero che quanto leggiamo non è in pieno soddisfacente, per vari motivi, incluso il "deficit di governo". Tuttavia, mi pare un bel gol da centrocampo. Intanto perché, genericamente parlando, "rimette" Mueller nel campo giusto, dopo la sua uscita un po' strana di qualche settimana fa; tanto che certi "normalisti" che si erano lanciati nell'ardito esercizio di arruolarlo a sostegno di Francesco ora rimangono impallinati ancora prima di aver ritoccato terra.
Ma soprattutto, per quello che capisco da "fedele della strada", sposta il confronto in modo che ora Francesco si trova in "svantaggio". Fino a ieri, infatti, il Papa poteva dire (ovvero, far dire ai turiferari): ma quelli sono solo quattro cardinali, i loro pronunciamenti sono inferiori a quelli del Papa, e poi ci sono altri cardinali che dicono l'opposto. Ovviamente è un modo riduttivo di risolvere la questione, purtroppo però è il campo di battaglia sperficiale e mediatico che la Santa Sede può permettersi di imporre. Insomma, pareggiato il conto tra i cardinali, rimaneva che il Papa aveva lasciato intendere cosa voleva fare e non c'era bisogno di spiegazioni ulteriori.
Ora Mueller parla a nome della CDF e con quella frase "Il magistero del papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la dottrina della fede." si pone ad un livello superiore ai cardinali e come interprete ufficiale del Papa. Mi sembra che, mediaticamente, ha rovesciato il modo di interpretare nel contesto "se tace, acconsente": se il Papa non si esprime esplicitamente, ora vale quello che dice la CDF. Per cui ora Francesco non può star fermo: qualcosa deve fare. Probabilmente arriverà l'ennesima aggressione contro Mueller, e magari lo caccia. Ma più Francesco va avanti a purghe, più appare evidente la sua arroganza.
Insomma, la partita è lungi dall'essere conclusa, ma ora l'altra squadra deve inseguire.
--
Fabrizio Giudici
"Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa."
Ricorda tanto il mantra dei normalisti: non è colpa del Vaticano II, ma di coloro che lo hanno male interpretato e male applicato.
Comunque una gran bella notizia, questa presa di posizione di Muller. Se poi Francesco lo purgasse, mostrerebbe non tanto la sua arroganza (questa ormai è sotto gli occhi di tutti), piuttosto a questo punto mostrerebbe una grande debolezza.
Quoto pienamente Fabrizio! A me pare che il cardinale stia facendo bene il suo lavoro, tenuto conto che peraltro è costretto a svolgerlo con le mani legate. Non mi pare giusto darne una lettura, come fa Marius, che debba a tutti i costi transitare per l'opinione che ci si è fatta di lui, giusta o sbagliata che sia, dosandogli le parole. Su via.. il suo intervento ad ogni buon conto è salutare per la Chiesa!
In una chiesa in cui le interviste aeree (fatte sull'aereo papale di ritorno dai viaggi, insomma un papa che parla "ex aeromobilis") fanno "magistero mediatico", l'intervista di Muller ci sta tutta e fa l'effetto della bomba mediatica.
Ok, aspettiamoci tranquillamente una sostituzione.
Per me è un caos senza fine.
Se intendeva agire quale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede emetteva un formale atto con tanto di intestazione e firma, con il quale rendeva vincolante per tutti l’interpretazione che per lui è chiara e per la maggior parte dei vescovi, nonché per lo stesso, papa, è altrettanto chiara, nell’opposto significato.
I 4 cardinali hanno posto i dubia perché hanno preso atto delle interpretazioni contrarie alla dottrina cattolica (che poi sono quelle conformi all’intenzione di chi l’ha redatta e/o fatta propria, come dichiarato dallo stesso, e sono anche conformi al significato delle parole usate) date ad AL dalla maggior parte dei vescovi ed hanno ritenuto correttamente che occorreva fare chiarezza con un atto vincolante, cioè con un atto formale del pontefice (o suo delegato) in risposta (Si/no) ai dubia.
L’intervista non soddisfa affatto questa esigenza ma concorre a creare ancora più confusione perché, se, da un lato, su alcuni punti dei dubia prende posizione, lo fa a titolo personale e con una intervista, cioè con un atto che ogni vescovo può benissimo ignorare. Dall’altro lato smentisce i 4 cardinali proprio sul fondamento della loro richiesta, ossia sulla stessa necessità di fare chiarezza con un atto formale che si esprima con un si o un no ai quesiti chiarissimi posti al papa , necessità data dal pericolo per la fede e la salvezza delle anime creato dal caos interpretativo scaturito da AL. Cerchiobottismo puro.
“Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa”: compreso il papa, che ha interpretato il suo stesso magistero (siamo alla follia) in senso contrario a quello proposto dall’intervistato ?
Può darsi ed è anzi probabile che il cardinale Müller, pur coi suoi tentativi di salvare capra e cavoli, verrà cacciato. Ma chi è tiepido, ed è cacciato per i suoi compromessi dalla capra che giustamente non lo trova affidabile, da chi e in chi troverà consolazione ? Il martire è tale per avere sofferto in difesa della fede. Non è martire chi cade nel tentativo di fare equilibrismo tra difesa della fede e difesa dell’ordine costituito (o del proprio posto).
Anna
Intervista interessante. Io la interpreto così: forse Müller ha sentito che la correzione formale si stava avvicinando ed allora ha cercato di stopparla lanciando un paracadute al vdr. Ora si tratta di vedere se il vdr accetterà codesta ancora di salvataggio o se esporrà Müller di nuovo al pubblico ludibrio. Teniamo d'occhio,cosa scriveranno nei prossimi giorni i turiferari.
"Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa."
Ricorda tanto il mantra dei normalisti: non è colpa del Vaticano II, ma di coloro che lo hanno male interpretato e male applicato.
D'accordissimo, Felice.
Ormai sembra diventato normale affermare che se A è diverso da B si può interpretare A come se fosse uguale a B.
Interpretare diventa sinonimo di travisare.
A questo punto ci si domanda se ha ancora senso parlare... boh?
# Il card. Mueller puo' rispondere con un'intervista ai Dubia?
Puo', ma la sua resta un'opinione privata. Come "dottore privato" puo' dire quello che vuole.
Egli sembra schierato nel senso della dottrina cattolica ortodossa sul matrimonio. Pero' alla fine dell'intervista cosa propone? Si limita a dare "suggerimenti" e "consigli". Certo, come dottore privato non poteva fare altro. Ma non e' questa la risposta che ci si attende dal Prefetto della CDF, il guardiano ufficiale dell'ortodossia. Come Prefetto, non risponde perche' evidentemente il Papa non vuole che risponda. Mancando un'interpretazione autentica dell'Autorita' ufficiale, ogni pastore si orienta come meglio crede e il caos continua. Pero' a mio avviso Mueller sbaglia a prendersela con quelli che avrebbero interpretato in modo confuso la AL, si' da permettere la famosa eccezione della comunione ai divorziati risposati sempre conviventi more uxorio.
Qui non c'e' confusione: la famosa nota a pie' di pagina del Papa consente quest'interpretazione senza forzare il testo. Del resto l'ha confermata esplicitamente il Papa, pero' sempre come dottore privato. I Dubia dei 4 cardinali sfidano in sostanza il Papa a ripetere quell'approvazione (in odor di eresia) attraverso il card. Mueller, se ne ha il fegato. Cosa che Bergoglio si guarda bene dal fare. Il braccio di ferro e' destinato a durare in eterno se i 4 cardinali non si decidono a spezzare l'impasse con questa famosa Correzione c.d. fraterna al Papa, che continua a latitare a quanto se ne sa.
E'giusto il rispetto al Papa, e' giusto che i 4 Cardinali agiscano con la dovuta riservatezza. Pero' il tempo passa e non ritorna. Speriamo non passino ancora mesi prima che i 4 Cardinali si vedano costretti a render pubblica l'eventuale loro Correzione, murata dal probabile silenzio del Papa. Piu' passa il tempo e piu' i fedeli si dimenticano di questa vicenda, che la maggior parte di loro non conosce o non afferra bene, anche perche' i media non gliela hanno spiegata bene. Viviamo in tempi di eccezionale distretta, il male incalza da ogni lato, il Cattolicesimo sprofonda sempre di piu', bisogna perseverare nell'audacia dimostrata con i Dubia, senza farsi condizionare da questioni di rispetto puramente formali, a questo punto.
Paolo Pasqualucci
http://www.lastampa.it/2017/02/01/vaticaninsider/ita/vaticano/mller-cos-io-leggo-amoris-laetitia-miM0PAAksu2SOdbCRiCexI/pagina.html
@Anna et al.
Se Mueller avesse scritto un documento formale a cui i vescovi avrebbero dovuto prestare obbedienza, Francesco l'avrebbe subito annullato retroattivamente, come nel caso SMOM; senza necessariamente smentirne i contenuti in modo esplicito. Dunque sarebbe stata una testimonianza chiara da parte di Mueller, ma nell'immediato sterile, e si sarebbe smosso poco e niente. Sulla rimozione del prefetto, avrebbe avuto la scusa buona che questi si era "ribellato".
D'altro canto non penso che Mueller abbia indebolito i dubia... Tutt'altro. Il primo turiferario (Grillo su Munera) ha reagito scompostamente dicendo che Mueller non sa leggere e non sa interpretare il Papa. Benissimo: dunque c'è sempre maggior confusione, perché non si tratta solo più di alcuni cardinali, ma addirittura della CdF; risulta smentita la tesi sinora sostenuta, cioè che è tutto chiaro. Una risposta del Papa è ancora più necessaria.
OT Mic, c'è una notizia su 1P5 che è in parte da confermare. Può essere brutta o un vero miracolo se confermata. Il prete colombiano sospeso a divinis perché non voleva dare la Comunione a chi non è in grado di riceverla è stato reintegrato, esprimendo obbedienza al vescovo. Fin qui la parte confermata della notizia, e potrebbe essere una brutta notizia se quel prete ha ceduto. Ma la parte per ora non confermata della notizia sarebbe che... il prete è riuscito a far cambiare idea al vescovo.
http://www.onepeterfive.com/colombian-priest-suspended-over-amoris-laetitia-reinstated/
Vorrei proporvi "fuori argomento", come talvolta mi consento di fare, un consiglio librario. Eccolo: Giulio Meotti, La fine dell'Europa - Nuove moschee e Chiese abbandonate, Cantagalli, Siena 2016. E' un documentatissimo saggio di uno scrittore e giornalista de Il Foglio che descrive, con dovizia di dati e cifre, il declino demografico dell'Europa, le sue principali cause, tra le quali la più importante è la scristianizzazione: "quando la religione se ne va, la fertilità svanisce" scrive l'Autore e che non sottace le sotto-cause conseguenti: aborti, instabilità delle famiglie, omosessualità, la diffusione inarrestabile degli anticoncezionali, edonismo. L'espressione "Vecchio Mondo" sta acquistando una valenza letterale. Tutto ciò in uno con la contemporanea, minacciosa e aggressiva invasione extraeuropea e musulmana. Tra il 2030 e il 2050, una grande parte dell'Europa sarà a maggioranza musulmana.
L'Europa, così come accadde a Roma per ragioni assai simili, è destinata a scomparire in quanto civiltà ("la più grande civiltà che il mondo abbia conosciuto", scrive Meotti) etnia, storia, identità.
In tutti paesi europei le chiese vengono abbandonate, rase al suolo o vendute e si trasformano in parcheggi, loft, centri culturali, grandi magazzini, addirittura discoteche. Conclude l'Autore: "Fra centinaia di anni, altri popoli visiteranno le rovine delle nostre città, delle nostre chiese, dei nostri reparti di maternità e si domanderanno: cosa gli è successo?"
Un libro, questo, che dobbiamo leggere, diffondere, regalare, consigliare. E' molto più di un libro: è un'arma impropria contro la viltà, la rassegnazione, la sottomissione ("meglio musulmani che morti"). Finché potremo leggere libri come questo, non tutto è perduto.
http://www.veritatemincaritate.com/2017/02/a-cosa-servono-tutte-le-tue-virtu-se-non-accetti-di-essere-rimproverato/
Tutta questa faccenda è diventata ridondante.
Arrivati ad un certo punto non si ragiona più. Dire sì o no è l'unica medicina. Dopo la disintossicazione, se ne può parlare, per il semplice motivo che se ne è fuori e si può essere oggettivi. Prima della disintossicazione parlare significa entrare in un labirinto demoniaco nel quale si può restare tutta la vita a raccontarsi storie.
Tolkein, se non ricordo male( ho controllato su Wikipedia), a diciotto anni incontrò una fanciulla, ne parlò con il suo Padre spirituale e tutore,che gli impose, di dedicarsi agli studi e non vederla, nè scriverle più fino a ventun anni. Tolkein ubbidì. Sposò poi quella ragazza che fu per sempre sua moglie. Questo succedeva nel 1915, anno del loro matrimonio. Cento anni dopo, oggi chi osa, chi oserebbe dire, anche ad un giovane, studia, non vederla e non sentirla fino ai ventun anni? Chi? Nessuno. Beh, prova. Vedi un po', si dice a chiunque. Chi non sa astenersi prima, non sa astenersi neanche poi. Una forza si aveva che noi abbiamo perduto, senza aver guadagnato nulla. E la chiesa che dovrebbe guidarci, istruirci, genera, in noi tutti, dubia.
Dalle periferie geografiche e politicamente (s)corrette, un commento limpido, appassionato, su questa intervista,e non solo, di un prete prossimo alla sospensione a divinis.
https://www.gloria.tv/video/okKkgnZtQwkt6P9RCCBCosAtB
Anna
Io non so che cosa ha spinto il Prefetto della CdF ha dare quell`intervista, siccome non può essere su ordine di Bergoglio visto che con la sua lettura dell`AL egli va contro quel che il papa stesso ha detto ai vescovi argentini e FATTO DIRE dai suoi amici e consiglieri, se mi piace immaginare che abbia deciso di intervenire su consiglio di Benedetto XVI so che è solo un pensiero che mi ha attraversto la mente, in realtà credo che prendendo la parola in questo caos Müller ha sopratutto obbedito alla sua coscienza, ha assunto la sua responsabilità di Prefetto della CdF.
Del resto basta vedere le reazioni isteriche di chi oggi ha voce in capitolo di chi è certo di aver vinto la battaglia della distruzione della fede cattolica così come ci è stata trasmessa da N.S.G.C., la lettura del Sismografo è edificante in questo senso, Grillo si domanda de Müller ha letto l`AL!
Ottimo, Anna. Grazie.
Da diffondere.
Soprattutto presso le persone semplici poco inclini alla lettura
Dice San Tommaso:
"sopportare con troppa pazienza le offese fatte a Dio è cosa empia".
E intanto:
"I vescovi tedeschi: comunione ai divorziati risposati in alcuni casi
Pubblicate le linee-guida della Conferenza Episcopale della Germania sulla esortazione del Papa “Amoris Laetitia”
http://www.lastampa.it/2017/02/01/vaticaninsider/ita/nel-mondo/i-vescovi-tedeschi-comunione-ai-divorziati-risposati-in-alcuni-casi-S8e2QWNo1LAMmXv2WhIwfN/pagina.html
Come lo scrive la Giansoldati:
"I vescovi tedeschi, però, hanno tirato dritto sapendo di avere dalla loro parte Papa Bergoglio fautore della linea aperturista."
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/divorziati_risposati_cardinale_mueller_gela_vescovi_tedeschi_favorevoli_aperture-2232147.html
Sembra chiaro che nell`opinione passa il messaggio che c`è il buon Francesco I che apre e ci sono i cattivi rigoristi (il Prefetto della CdF è uno di questi!) che chiudono e, volendo far rispettare la Dottrina, si oppongono al papa!
Un gruppo di sacerdoti americani, inglesi, irlandesi e australiani domandano delle chiarificazioni al papa sull`AL:
https://www.lifesitenews.com/news/global-priests-movement-urges-pope-to-answer-four-cardinals-a-clarification
Che "casino"!
Parola che mi permetto di riprendere visto che ho il placet del papa stesso, un casino che mi sembra va ben al du là di quel che Bergoglio stesso auspicava e oltrepassa ogni sua piu "folle" speranza!
# Se il card. Mueller avesse scritto un documento formale...
Non mi sembra possibile mettere sullo stesso piano un documento formale del Prefetto della CDF e una decisione dell'organo direttivo dei Cavalieri di Malta. Con quale motivazione un Papa potrebbe annullare un documento formale della CDF, ribadente fondamentali verita' di fede, rivolto a tutti i vescovi? Potrebbe farlo senza motivazione? E potrebbe addirittura farlo? E' vero che il presente Pontefice sembra governare all'insegna del principio "Stat pro ratione voluntas", pero' in questo caso la contraddizione sarebbe troppo clamorosa.
Ma, si pensa, al Papa nulla importerebbe delle "contraddizioni", lui tira dritto per la sua strada, deve realizzare in fretta il suo programma. Ammettiamo in via di ipotesi che Mueller emetta di sua iniziativa il documento ufficiale che condanna le interpretazioni "liberal" della AL e mette in riga i vescovi. La cosa rientrerrebbe tra i suoi poteri. Se il Papa annullasse il documento o cercasse comunque di neutralizzarlo (cosa comunque clamorosa), Mueller potrebbe apertamente accusarlo di contraddire il deposito della fede con un intervento inaccettabile. E accusarlo di governare contro l'istituzione, e quindi di non esser all'altezza etc.
Ma quando mai, si dira', un cardinale avrebbe questo coraggio veramente leonino, di mettersi ufficialmente contro il Papa, un Papa per di piu' con il carattere di Bergoglio? Questo e' il punto: a mio avviso non si vuol capire che l'impasse, la gravissima crisi non si supera se non esplode in tutta la sua drammaticita' il confronto con il Papa, con questo Papa qui non con il Papato; se chi di dovere non ne contesta apertamente e formalmente le ambiguita' e gli errori, affidandosi per le conseguenze alla Provvidenza.
Non e' piu' il tempo delle sfumature, dei distinguo, dei si potrebbe, dei suggerimenti, dei consigli, degli inchini e delle riverenze, fatte del resto spesso insinceramente perche' dettati dalla paura. E il tempo di affrontare il nemico guardandolo nel bianco degli occhi, come si diceva una volta.
Del resto, ad Antiochia, san Paolo non manco' forse di "rispetto" apertamente a Pietro e su una questione sicuramente meno grave delle attuali, per quanto importante: "Ma quando Cefa venne ad Antiochia, io mi opposi a lui apertamente perche' si era reso degno di biasimo..." (Gal 2, 11). Visto che Papa Francesco continua a "rendersi degno di biasimo" con il suo silenzio, i cardinali e vescovi che hanno a cuore le sorti della Chiesa e delle anime dovrebbero "opporsi a lui apertamente", invitandolo ad un certo punto a lasciare se si rifiuta ostinatamente a pronunziarsi sui Dubia, come suo d o v e r e di Sommo Pontefice.
Paolo Pasqualucci
Prof. Pasqualucci, lei ragiona. Bergoglio no. Chi è nel pieno delirio di onnipotenza non ragiona. Ovviamente io sono d'accordo con lei e auspico interventi a viso aperto. Ma contemporaneamente comprendo certe forme di tattica, se non compromettono l'esito finale.
Molto bella, per esempio, l'iniziativa dei mille sacerdoti angolofoni riportata da Luisa. Speriamo anche in sacerdoti coraggiosi italiani.
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Fabrizio Giudici
Adesso sì che finalmente tutto chiaro ..., Davvero? Chiaro come un cane di notte, dicono dalle mie parti
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