Un classico brocardo esprime uno dei principi elementari di giustizia: nessuna pena senza colpa. La pena presuppone la colpa. E quella è giusta solo se è proporzionata a questa. Si tratta di un criterio basilare della sapienza giuridica. Vi si attualizza l’istanza del giusto, la quale è perenne e vincolante per tutti e nei confronti di chiunque. Perciò intramontabile ed inconfutabile. La giustizia, infatti, trova compimento quando si dà a ciascuno il suo. Non quando si infliggono sanzioni per asservire altri al proprio volere.
Non quando si esercita un potere che rimuove i criteri del retto operare, alla stregua di ostacoli o di ingombri. Nessuna pena è intrinsecamente legittima senza che essa si riferisca ad una colpa. Solo in presenza della colpa la pena è giustificata. Altrimenti è arbitraria. Ovvio che debba trattarsi di una colpa reale, non ipotetica. Accertata, non presunta. Ma affinché la colpa sia riconosciuta come tale e (posta che sia stata compiuta) sia valutata nella sua obiettiva gravità, occorre che l’imputato abbia la possibilità di difendersi. Che possa esporre le proprie ragioni. Che abbia la possibilità di fare emergere fatti e situazioni. Giacché, come è noto, contra factum non valet argumentum. A tal fine esiste il processo. Breve o lungo, che sia. Essenziale o complesso, che sia.
L’incolpato ha diritto al processo. Tanto civile, quanto canonico. Proprio perché ne sia verificata la colpa, se colpa vi è. Perché vi sia agio per capire, quindi per ascoltare, per confrontare, per discutere. Difatti senza capire non è possibile giudicare. E senza giudicare è arbitrario sanzionare. La ricerca del giusto è anzitutto questione di razionalità. E se la sanzione è priva di razionalità (cioè di autentica giustificazione), essa assume il carattere della sopraffazione. D’altra parte, se la colpa non è accertata, oltre ogni ragionevole dubbio, come può qualcuno essere considerato meritevole di sanzioni?
La presunzione di innocenza è questione di giustizia. Ciascuno ha diritto all’onorabilità, fino a prova contraria. Si tratta di un diritto, richiesto dal primato del giusto. Non da quello (inesistente) del desiderio. Ed altro è la colpa, altro è il sospetto. La storia delle tirannie e delle rivoluzioni è costellata di esecuzioni penali contro i sospetti. Non quella della civiltà giuridica, laica o ecclesiastica che sia. Ogni atto umano, come tale è imputabile, proprio in quanto consapevole e libero. Ma altro è, per chicchessia, essere imputabile, altro è essere imputato. Ed, eventualmente, altro è essere imputato, altro è essere condannato. Tra tali termini non vi è continuità. Vi è un abisso. L’autorità autentica è sottomessa alla giustizia. Non è arbitra della giustizia. Presuppone la giustizia.
Non la “inventa”, ad libitum. Senza intrinseca finalizzazione di giustizia, all’autorità non resterebbe se non il potere. Tale da presumere di essere criterio a se medesimo, così da identificare libito e lecito. Insomma, tale da assumere il proprio volere come regola a se stesso, escludendo ogni principio superiore, che, come tale, va al di là del volere e del potere. Di chiunque. Dal supremo all’infimo dei poteri. Non altrimenti si esprime il Diritto canonico. Si pensi, esemplarmente, a quanto stabiliscono alcuni canoni, in tema di connessione tra pena e colpa: «I fedeli hanno il diritto di non essere colpiti da pene canoniche, se non a norma di legge» (can. 221); «Per pronunciare una sentenza qualsiasi si richiede nell’animo del giudice la certezza morale su quanto deve decidere con essa. Il giudice deve attingere questa certezza dagli atti e da quanto è stato dimostrato» (can. 1608); «Nessuno è punito, se la violazione esterna della legge o del precetto da lui commessa non sia gravemente imputabile per dolo o per colpa» (can. 1321).
A sua volta il Diritto canonico stesso presuppone il diritto naturale, ovvero il giusto in quanto tale. E nessuna procedura legale può surrogarlo. Infatti, come ha ricordato Benedetto XVI, «il vero diritto è inseparabile dalla giustizia. Il principio vale ovviamente anche per la legge canonica, nel senso che essa non può essere rinchiusa in un sistema normativo meramente umano, ma deve essere collegata a un ordine giusto della Chiesa, in cui vige una legge superiore» (Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota romana, 21/1/2012).
Ora, se tali considerazioni non fanno che profilare quanto l’intelligenza del giusto richiede per se stessa, finiscono per apparire – almeno a chi scrive – ingiustificabili quelle restrizioni della libertà imposte al Fondatore dei Francescani dell’Immacolata, padre Stefano M. Manelli. Come quella che si esprime nel divieto di partecipare ad incontri, di apparire comunque in pubblico, di rilasciare dichiarazioni, o di incontrare i Frati dello stesso Istituto (ad eccezione dei frati che ne abitassero al momento il medesimo convento). È innegabile che tali limitazioni della libertà di comunicare, di incontrare, di partecipare – quindi di esercitare anche in tal modo il proprio ministero – giungano ad avere un carattere obiettivamente afflittivo (indipendentemente dalle intenzioni o delle finalità soggettive di chi le ha comminate), non solo quanto agli atti impediti ma anche quanto al soggetto cui sono destinate.
Per se stesse, altresì, gettano un’ombra sulla reputazione (se pure non la feriscono esplicitamente) dell’uomo, del sacerdote e del religioso, a cui sono dirette. Senza che ad esse sia preceduta alcuna incriminazione, alcun accertamento, alcun giudizio, alcuna condanna. A quali colpe corrispondono tali restrizioni della libertà? Quali leggi ha violato chi ne è destinatario? Quali reati ha commesso? Quando sono stati accertati? Quando è stata data la possibilità di difendersi al destinatario della restrizione? C’è mai stato un regolare dibattimento ed una regolare sentenza, che abbiano concluso per una qualche colpevolezza in qualsivoglia materia? Perché tali provvedimenti restrittivi precedono, anziché seguire, un rigoroso accertamento giudiziale? Si tratta di domande sostanziali, che valgono per se stesse, indipendentemente da chi le ponga.
Ad esigere una risposta è la natura stessa della giustizia, a cui nessuno è, o può dirsi, superiore. La quale trascende ogni preferenza, e non è il risultato di qualsivoglia appartenenza. La giustizia è quella che Antigone invocò di fronte al tiranno Creonte. Ed è quella stessa che Gesù oppose al servo che lo percuoteva: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). (Giovanni Turco)
19 commenti:
Lo sappiamo tutti quale sia la presunta colpa di Padre Manelli, l'aver creato un ambiente in cui serenamente potesse essere celebrata la Messa di Sempre, e siccome essa è culmine e fonte per il cristisno, essa porta frutti indigesti per chi invece la osteggia. Si veda la sapienza di Padre Lanzetta ecc... No, per lor signori non è concepibile una normalità di questo tipo. Vuoi la Messa di Sempre? Deve essere una eccezione nostalgica, non una base su cui impostare qualcosa di concreto, e guai se porta frutti. Nel loro immaginario corrotto (parlo di chi li ha commissariati) è cosa che può andar bene per un gruppetto di vecchiacci desiderosi di sentir parlar latino... O per giovani studiosi solitari amanti dei pizzi, ma non certo può andar bene come Pane del Cielo per un ordine religioso... Mai e poi mai.
Un incendio, quando ha inizio, lo puoi spegnere anche soffocandolo, togliendogli ossigeno. Se supera la soglia critica invece, c'è poco da fare...
Ahi, che tristezza. C'è tutto un mondo di cattolici autentici costretti ad elemosinare... Assetati di fronte ad un rubinetto poco aperto che manda gocce. E dove anche le gocce di Acqua della Vita salvano, il rubinetto si chiude inesorabilmente.
Più che per i Francescani dell'Immacolata, è rivolto ad altri il messaggio..M.M
Stanno intrecciando a Padre Manelli la corona di gloria e credono invece di ucciderlo, i morti sono loro, come dice Gnocchi: tizzoni dell'Inferno!
Intanto si nota qualcosa d'altro: il silenzio dei buoni cattolici, specialmente di quelli che vestono talari, sai, tricorni e pastorali, perchè non va più di moda difendere pubblicamewnte i deboli e gli innocenti, per poi piangere fra 50 anni con qualche giornata della memoria.
Non è solo per la messa V.O., vi sono altri motivi più gravi.
Quest'ordine aveva al suo interno competenze e mezzi per ostacolare il piano di smantellamento della Chiesa Cattolica, piano che sta realizzando in modo evidente ed efficace l'attuale vertice di fede bergogliana: prima l'assorbimento nel protestantesimo, poi l'Unica Religione, contemplata dal Nuovo Ordine Mondiale.
P. Stefano, cofondatore dell'Istituto, è difensore, guardiano e testimone del vero cattolicesimo, francescano e mariano.
Tale Istituto e i loro fondatori erano (e sono) ostacolo da rimuovere al piano diabolico. Cosa si poteva fare per azzittire i suoi membri prima molto attivi tramite i vari periodici di alto livello, alcuni con larga diffusione, la loro radio, la loro TV, le conferenze di successo, i libri pubblicati di notevole autorevolezza ... ? Un bel commissariamento !
Con il solo fine di distruggerli, appropriandosi così anche del patrimonio messo a loro disposizione da tanti fedeli.
Ave Maria !
Silvano
Condivido. E il piano va avanti indisturbato...
Non so se avete letto:
https://anonimidellacroce.wordpress.com/2017/02/09/intercomunione-parte-ii-se-il-fumo-di-satana-e-davvero-in-vaticano-di-fra-cristoforo/
E' terribile quello che sta avvenendo nei confronti di Padre Manelli e del suo Istituto religioso.
Il demonio si sta scatenando:
vedi
https://www.riscossacristiana.it/fantastico-ora-padre-manelli-e-i-ffi-erano-anche-trafficanti-di-droga-camorristi-e-avvelenatori-di-michele-majno/
Ma non l'avrà vinta!
Ma, mi chiedo, il Santo Padre, nell'intimo della sua coscienza, non si crea nessun problema?
Va avanti così, come lui dice, senza guardare né a destra né a sinistra, senza curarsi di nessuno, travolgendo tutto?
Ma così corre il rischio di fare cose non sante!
Scusate se non è attinente ma vorrei segnalare a mic e a tutti l attacco pesantissimo del Washington post al cardinale Burke. Si invita il papà a prendere azioni più pesanti contro burke (forse a causa della marcia per la vita?????) preghiamo per il card burke.
Qui il link
https://www.washingtonpost.com/news/global-opinions/wp/2017/02/09/how-pope-francis-can-cleanse-the-far-right-rot-from-the-catholic-church/
Une fois de plus, Maurizio Blondet va à l'essentiel :
http://www.maurizioblondet.it/non-chiamateli-crimini-radicali-chiamateli-crimini-cattolici/
Sto ultimando la lettura della “Lettera aperta ai cattolici perplessi”, di Mons. Marcèl Léfèbvre, e mi hanno molto colpito le sue seguenti affermazioni (cfr pag. 138) “”I giovani seminaristi, formati coi nuovi catechismi…, educati in una fede che non è la vera, trovano normali le nozioni neoprotestanti che si vanno inculcando loro; cosa ne sarà della religione di domani se non resistiamo’ ?”
Se fosse vivo oggi, questo santo sacerdote, avrebbe la risposta ala sua domanda: la “religione di domani”, alla quale egli accenna è infatti quella che è sotto i nostri occhi, sfigurata, capovolta, distrutta proprio dai Vicari di Cristo succedutisi da Roncalli in poi (con le riunioni interreligiose di Assisi 1 e 2, le preghiere nelle moschee e nelle sinagoghe, i baci al Corano e alla Torah, ecc.), e oggi profanata dall’uomo biancovestito di Santa Marta (con la celebrazione di Lund, la persecuzione dei FF I, la liturgia interconfessionale cattolico-anglicana del 13 marzo prossimo in San Pietro)
Alcune recenti conferme della deriva di questo clero neomodernista : ieri ho letto per caso un opuscolo che riportava i discorsi tenuti recentemente da Bergoglio e mi hanno colpito alcune sue frasi : "la misericordia di Dio è senza condizioni - Dio non ha paura dei nostri errori, e altre frasi simili". Mi sono ricordato, allora,di quel che ho sentito l'estate scorsa da un giovane prete durante un'omelia, al mare "Il cristiano non deve guardare in alto, cercando di perfezionarsi, e tenendo al corrente il suo confessore : no, il cristiano deve guarda in basso...". al che, al termine della Messa gli chiesi "scusi, don, ma perché il cristiano non deve mirare in alto, cercando di elevarsi verso la perfezione?"; lapidaria la sua risposta "perché così porterebbe la divisione nella sua comunità, tra buoni e cattivi..".
Per due anni consecutivi, nell’omelia dell’Ascensione, il parroco (sessantottino ormai avanti con gli anni e con gli acciacchi) ha avuto il coraggio di affermare che, secondo lui, il racconto di Luca “non è credibile, è una favola per bambini; non si può credere – ha soggiunto – ad un Gesù che sale in Cielo come un missile; semplicemente, ad un certo momento gli Apostoli non lo videro più, e così si inventarono questa storia per rafforzare la fede nei neofiti”; probabilmente quest’uomo non crede neppure alla Resurrezione ed ai miracoli operati da Gesù, seguendo forse le scellerate teorie di Ravasi, il quale distingue il “Cristo della storia” (basato sull’esegesi biblica storico-crritica) dal Cristo della fede, al quale ultimo solo attribuisce l’Incarnazione, i miracoli, la Resurrezione e l’ascensione di NSGC, eventi tutti ritenuti semplici miti, adatti a rafforzare la fede ma storicamente non attendibili. Lo stesso don Alessandro Minutella, in una sua coraggiosa omelia presente in Internet, rivela come gli attuali testi di teologia neghino questi eventi miracolosi, alla base della nostra fede cristiana da due millenni. Veramente il clero odierno ha perduto la fede, libera nos a malo, Domine !
Nascondete per tempo i Sacri Libri Liturgici VO , la Sacra Bibbia , i Santi vangeli !
Leggo da un link postato sopra di cambiamenti alla messa tali ta invalidarla. La cosa mi preoccupa e fa paura. Sembra un piano ben organizzato da tempo di cui il novus ordo è solo una tappa intermedia. Si capisce allora il Summorum Pontificum e il desiderio, forse in parte riuscito, di Benedetto XVI di porre un freno e aprire gli occhi a tanti preti. Se ciò si verificasse, Dio non lo permetta!, come si farà?
Qui parlait de "révolution bergoglienne" ?
Déjà, en 1869, Mikhaïl Bakounine avait défini le révolutionnaire comme « celui coupant tout lien avec l’ordre social établi et avec tout le monde civilisé […]. Il est son ennemi impitoyable et continue de l’habiter avec un seul but : DÉTRUIRE ».
Bergoglio, habitant le Vatican sans y être, est, peut-être même sans le savoir — tant il est habité par plus fort que lui —, un vrai disciple de Bakounine. Son mot d'ordre, à lui aussi, est DÉTRUIRE.
Vous voulez d'autres citations ? En voici une, du grand Walter Benjamin :
« Expérimenter sa propre destruction est un plaisir esthétique du premier ordre. »
A quoi croyez-vous que joue le vieillard de Santa Marta ?
miracoli a Lourdes
https://www.youtube.com/watch?v=pWoPi_5Cyrk
Maria e l'Eucaristia, l'Eucaristia e Maria
Insulti pontifici, avevo già dato tempo fa il link al sito inglese vedo che è stato ripreso e la lista tradotta, lista da attualizzare in continuità perchè la riserva papale in quel campo sembra illimitata, all`inizio, sbalordita, avevo cominciato a notare tutte quelle carinerie e poi ho lasciato perdere, dopo tutto, Bergoglio docet , un pò di "sano menefreghsimo" non fa male, in certi casi diventa necessario:
http://www.marcotosatti.com/2017/02/10/di-manifesti-di-papi-di-risate-e-di-insulti-pontifici-per-sdrammatizzare/#comments
Di papi ne ho visto passare un certo numero ma un papa che parla in quel modo è una novità, una delle tante.
Benedetto XVI e quella misteriosa lettera di settembre 2012:
https://anonimidellacroce.wordpress.com/2017/02/10/esclusivo-la-mia-fonte-in-vaticano-mi-ha-rivelato-la-vera-causa-delle-dimissioni-di-benedetto-xvi-di-fra-cristoforo/
Scopro il sito "anonimi della croce" e gli articoli di fra Cristoforo come questo:
https://anonimidellacroce.wordpress.com/2017/02/05/vaticano-il-nuovo-arcipelago-gulag-di-fra-cristoforo/
Ancora un sito che offre uno spazio di libertà, di informazione e di testimonianza, fuori dal pensiero unico e totalitaristico che dal 13 marzo 2013 domina la scena-teatro ecclesiale, non posso che rallegrarmene e non metto in dubbio la buona volontà e ancor meno la fede di chi lo gestisce ma mi sia permesso di domandare loro che contributo porta il post su una "misteriosa lettera" che Benedetto XVI avrebbe ricevuto nel settembre 2016 secondo una non meno misteriosa fonte vaticana e definire il tutto come notizia "esclusivo"?
Condizionale di rigore, nessuna prova, e per arrivare dove?
A dire, come altri del resto, non che la sede sia vacante ma che Benedetto è e resta il solo papa.
Non sarebbe preferibile al fine di conservare credibilità e così toccare un sempre più grande numero di lettori, perchè non sono pochi ad essere in ricerca di VERE o altre informazioni, di evitare di menzionare anonime fonti vaticane secondo le quali ....?
A meno che mi sia sfuggito un secondo se non terzo grado:):)
@ Anonimo 11 febbraio ore 02.12
Minaccia di scisma tout court della chiesa tedesca, trasformista, già trasformata e "riformata"? Che altro, sennò?
È ad una rivoluzione di tal portata Benedetto ha risposto con un'altra pseudo-rivoluzione che è solo apparente? Solo che tutto gli è sfuggito di mano e dunque ha preso un moto, in fine, velocior.
Bien retourné, Raoul, bien retourné.
Rr
vado a leggere la pagina linkata dall'anonimo ore 2:12, in cui l'autore (Fra' Cristoforo) dice a conclusione:
"Ha ragione Antonio Socci. Il Papa, colui che dobbiamo seguire nelle fede e nella morale, è SOLO BENEDETTO XVI. Lui solo è Papa. Apriamo gli occhi. E preghiamo."
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ma allora vorrei chiedere a fra' Christoforo: come spiega che Benedetto si inchina a tutto ciò che dice e decide il suo "successore" e fin dall'inizio gli ha manifestato concordanza piena e parole di ossequio, e mai ha avanzato la minima obiezione al suo operato ?
se BXVI "obbedisce" a Bergoglio, e noi vogliamo seguire BXVI, ne consegue che anche noi dobbiamo obbedire a Bergoglio. Non è logica elementare questa ?
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