La processione attorno alle mura con l’icona a cui la popolazione è molto devota | Boccardo: “Il giro della mura che abbiamo fatto è stato un grande abbraccio a Norcia”. Lo stesso vescovo ha indetto, per il 27 gennaio, una giornata di preghiera e digiuno.
Tra le chiese crollate a Norcia qualcosa si è salvato, grazie anche alla prontezza di chi ha provveduto a mettere in sicurezza opere d’arte e simboli sacri prima della grande scossa del 30 ottobre: è quello che è successo con l’immagine della Madonna Addolorata, ospitata fino a qualche mese fa nella chiesa di San Filippo (ora completamente crollata) ed attualmente custodita al deposito di beni culturali di Spoleto. Un quadro a cui la popolazione nursina è particolarmente devoto e a cui, da secoli, si affida in occasione delle forti scosse di terremoto che da sempre agitano questa terra.
E questo è tornata a fare ieri pomeriggio, su impulso dell’arcivescovo Renato Boccardo, quando si è tenuta, intorno alle mura cittadine di Norcia, la processione penitenziale con l’immagine appunto della Madonna Addolorata estratta dalle macerie dal terremoto. È stato il secondo momento, dopo la giornata di digiuno di venerdì 27 gennaio, pensato da mons. Boccardo che per chiedere a Dio, creatore dell’universo, di porre fine alle forze della natura, in particolare al sisma che ha sconvolto l’Italia centrale, tra cui la Valnerina patria di San Benedetto e di Santa Rita. Ancora una volta sono tanti i fedeli accorsi per questo ulteriore momento di preghiera, per chiedere alla Vergine, Madre di Gesù e Madre nostra, protezione attraverso la sua misericordia.
A Norcia la devozione all’Addolorata è molto sentita: nella prima metà del 1700 don Mattia Amadio, parroco di Mucciafora, predicava nei vari centri della Valnerina e portava con sé questa immagine. Nel 1735 il sacerdote si trovava a Norcia per una missione e dal volto della Madonna uscirono lacrime color argento, come attestano i registri d’archivio. I nursini interpretarono ciò come un segno di speciale predilezione della Madre di Dio nei loro confronti. È anche invocata come protettrice dai terremoti. Il bel santuario che l’ha custodita, vicino Porta Ascolana, è crollato a seguito del terremoto del 30 ottobre. La sera prima, il parroco don Marco Rufini, sentito l’Arcivescovo, autorizzava i Vigili del Fuoco a prelevarla in considerazione delle precarie condizioni della chiesa dopo le scosse del 26 ottobre: un gesto provvidenziale.
La processione è partita da Porta Ascolana e lì ha fatto ritorno dopo aver girato intorno alle mura di Norcia: Arcivescovo, presbiteri e fedeli hanno recitato il rosario. Al termine, prima della benedizione finale, mons. Boccardo ha recitato la seguente preghiera all’Addolorata:
Vergine Santissima, Madre di misericordia, a te si leva il nostro sguardo. Davanti a questa tua dolce immagine hanno pregato le generazioni dei padri. Oggi, grati per la fede che ci fu trasmessa e donata, anche noi sostiamo in preghiera davanti a te. A te, Addolorata presso la croce di Gesù, ancora una volta affidiamo il nostro popolo: consola la sua tristezza, conforta la sua sofferenza, sostieni la sua speranza, nulla e nessuno sfugga al tuo amore. Nel tuo cuore materno deponiamo le tristezze e le angosce, le gioie e le speranze della gente della Valnerina provata dal terremoto: ottieni per tutti giorni di sicurezza e di pace, guarisci le ferite del corpo e dell’anima, dona unità e concordia alle famiglie e ai paesi, rendi solleciti e determinati quanti sono responsabili della ricostruzione, aiutaci ad impegnare le mani e il cuore per far rifiorire la nostra terra. Tu, vanto del popolo nostro, cammina con noi e non ti stancare di rivolgere a noi i tuoi occhi misericordiosi; la tua intercessione ci renda degni di contemplare un giorno il tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Nel salutare le molte persone, l’Arcivescovo ha detto:
“Il giro della mura che abbiamo fatto è stato un grande abbraccio a Norcia, che vogliamo estendere a quanti hanno perso casa e a coloro che sono stati costretti a lasciare questa bella terra. Abbiamo chiesto alla Madonna Addolorata di farsi carico delle sofferenze dei suoi figli e lei ci ha donato la sua carezza: portatela a tutte le persone che incontrerete”.
Un lungo applauso si è levato spontaneo dopo queste parole del Presule e tutti poi si sono messi in fila per raccogliersi, anche solo per qualche secondo, in preghiera personale dinanzi all’immagine. E c’è anche chi, particolarmente devoto all’Addolorata, ha voluto scattare fotografie al dipinto, per tenere sempre con sé quell’immagine, in attesa di poter tornare a pregarla all’interno di una chiesa.
Intorno alle 17.30 la Madonna Addolorata è ripartita per Spoleto, dove è custodita nel deposito del Ministero dei Beni Culturali di S. Chiodo. [Fonte]
7 commenti:
Viva il cielo che ci siano vescovi che si svegliano,riconoscendo a Dio la signoria sul creato e sulla natura! Dopol eco-cattolicismo naturalista orormai dilagante! Purtroppo nella nostra patria in cui proditoriamente viene negata la regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo sia dallo Stato italiano sia da tanti uomini di Chiesa, è sommamente necessario che si facciano processioni penitenziali e riparatrici per risvegliare il senso della vita soprannaturale in un cattolicesimo indifferente. Che la Madonna aiuti tutte le popolazioni terremotate! LaPulzellaonline
Don Luigi Orione di carità ma soprattutto di grande Fede diceva:
AVE MARIA E AVANTI !
http://it.radiovaticana.va/storico/2010/06/24/ave_maria_e_avanti!/105-403191
Dov’erano tutti quelli che protestano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump sull’immigrazione quando l’Isis uccideva noi cristiani e yazidi? Non ho visto nessuno protestare allora». L’arcivescovo caldeo cattolico di Erbil (Iraq), Bashar Warda, spiega perché la politica americana sui rifugiati non lo sorprende affatto («forse molti dimenticano che anche l’Europa ha provato a fare la stessa cosa») e neanche gli dispiace.
Prendete in mano l'arma del Rosario.
https://anonimidellacroce.wordpress.com/2017/02/06/spifferi-da-santa-marta-sullintercomunione-di-fra-cristoforo/
Prendiamo in mano l'arma del Rosario!
lo stesso vescovo aveva fatto anche questa iniziativa di preghiera e digiuno
http://www.spoletonorcia.it/terremoto-valnerina-2016/1347-veglia-preghiera-post-digiuno-spoleto.html
aul Rosario possiamo ricordare che Padre Pio Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”.
e vedi questo sito
http://impresaorante.org/
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