Oggi, Faro di Roma annuncia la pubblicazione del prezioso volumetto, commento al Capitolo VIII dell’Amoris laetitia per una lettura guidata, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, che sarà presentato martedì prossimo alle ore 11 alla Radio Vaticana, con l'affermazione che esso risponde ai Dubia dei 4 Cardinali, definiti riottosi.
Lo ha scritto il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, che si è posto l'intento "di superare l’impasse che rende di fatto inapplicabile la Familiaris consortio dove si chiede ai divorziati risposati di astenersi dall’intimità di coppia".
Se davvero lo studio costituisce la risposta ai Dubia dovrebbe contenere argomenti sufficienti a fugarli o a controbatterne le motivazioni. Ma la sintesi proposta dall'articolista mostra il contrario già nell'incipit, che riporta la citazione, da parte dell'Autore, del Vaticano II, nella Gaudium et spes:
Lo ha scritto il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, che si è posto l'intento "di superare l’impasse che rende di fatto inapplicabile la Familiaris consortio dove si chiede ai divorziati risposati di astenersi dall’intimità di coppia".
Se davvero lo studio costituisce la risposta ai Dubia dovrebbe contenere argomenti sufficienti a fugarli o a controbatterne le motivazioni. Ma la sintesi proposta dall'articolista mostra il contrario già nell'incipit, che riporta la citazione, da parte dell'Autore, del Vaticano II, nella Gaudium et spes:
“…dove è interrotta (testo latino “abrumpitur”) la intimità della vita coniugale”, quindi è interrotto il compimento degli atti coniugali, “non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli… l’educazione… il coraggio di accettarne altri”.La spiegazione è la seguente:
“qualora l’impegno di vivere come fratello e sorella si riveli possibile senza difficoltà per il rapporto di coppia, i due conviventi lo accettino volentieri; qualora invece tale impegno determini difficoltà, i due conviventi sembrano di per sé non obbligati, perché verificano il caso del soggetto del quale parla il n. 301 con questa chiara espressione: ‘si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa’”. Nella sua esortazione apostolica, Papa Francesco fa anche lui cenno a questo passaggio del Concilio: “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti”.Viene omesso un piccolo dettaglio: la Gaudium et Spes n.59, si riferisce ai coniugi e non ai divorziati risposati o semplici conviventi che vivono more uxorio. Una spiegazione più approfondita è contenuta nella seguente illustrazione del Dubium n.1.
C'è da chiedersi come possano affermazioni simili anche ammesso che il volumetto contenga ulteriori motivazioni rispetto alla sintesi in esame, rispondere al Dubium n.1, che è il seguente:
Si chiede se, a seguito di quanto affermato in "Amoris laetitia" nn. 300-305, sia divenuto ora possibile concedere l’assoluzione nel sacramento della Penitenza e quindi ammettere alla Santa Eucaristia una persona che, essendo legata da vincolo matrimoniale valido, convive "more uxorio" con un’altra, senza che siano adempiute le condizioni previste da "Familiaris consortio" n. 84 e poi ribadite da "Reconciliatio et paenitentia" n. 34 e da "Sacramentum caritatis" n. 29. L’espressione "in certi casi" della nota 351 (n. 305) dell’esortazione "Amoris laetitia" può essere applicata a divorziati in nuova unione, che continuano a vivere "more uxorio"?
L’esortazione apostolica "Familiaris consortio", n.84 già prevedeva la possibilità di ammettere i divorziati risposati civilmente ai sacramenti. Ma sotto tre condizioni:
- che la separazione possa mettere in campo una nuova ingiustizia (per esempio, il danno per l’educazione dei loro figli);
- Che, pur continuando a vivere insieme more uxorio, si astengano dagli atti propri degli sposi;
- Che evitino di dare scandalo per evitare di perdere il senso della gravità della situazione e correre quindi il rischio di indurre altri a peccare.
Condizioni che i cardinali affermano come "ragionevoli una volta che si ricorda che l’unione coniugale non è basata solo sulla mutua affezione e che gli atti sessuali non sono solo un’attività tra le altre che la coppia compie", mentre "le relazioni sessuali sono per l’amore coniugale. Esse sono qualcosa di così importante, così buono e così prezioso, da richiedere un particolare contesto: il contesto dell’amore coniugale. Quindi, non solo i divorziati che vivono in una nuova unione devono astenersi, ma anche chiunque non è sposato. Per la Chiesa, il sesto comandamento "non commettere adulterio" ha sempre coperto ogni esercizio della sessualità umana che non sia coniugale, cioè, ogni tipo di atto sessuale al di fuori di quello compiuto col proprio legittimo sposo".
Sottolineano dunque i 4 Cardinali che la Chiesa, "se ammettesse alla comunione i fedeli che si sono separati o divorziati dal proprio legittimo coniuge e che sono entrati in una nuova unione nella quale vivono come se fossero marito e moglie, insegnerebbe, tramite questa pratica di ammissione, una delle seguenti affermazioni riguardo il matrimonio, la sessualità umana e la natura dei sacramenti":
Sottolineano dunque i 4 Cardinali che la Chiesa, "se ammettesse alla comunione i fedeli che si sono separati o divorziati dal proprio legittimo coniuge e che sono entrati in una nuova unione nella quale vivono come se fossero marito e moglie, insegnerebbe, tramite questa pratica di ammissione, una delle seguenti affermazioni riguardo il matrimonio, la sessualità umana e la natura dei sacramenti":
- Poiché il divorzio non dissolve il vincolo matrimoniale, coloro che si impegnano in una nuova unione non sono sposati. Ciononostante essi possono, a certe condizioni, compiere legittimamente atti di intimità sessuale.
- Un divorzio dissolve il vincolo matrimoniale. Le persone che non sono sposate non possono compiere legittimamente atti sessuali. I divorziati e risposati sono legittimamente sposi e i loro atti sessuali sono lecitamente atti coniugali.
- Un divorzio non dissolve il vincolo matrimoniale, e chi vive una nuova unione non è sposato (sacramentalmente). Poiché atti sessuali tra persone non sposate non sono leciti, i divorziati risposati civilmente si trovano in una situazione di peccato abituale, pubblico, oggettivo e grave. Tuttavia, ammetterli all’Eucarestia non significa che la Chiesa approvi il loro stato di vita pubblico; il fedele può accostarsi alla mensa eucaristica anche con la coscienza di peccato grave. Per ricevere l’assoluzione nel sacramento della penitenza non è sempre necessario il proposito di cambiare vita. I sacramenti, quindi, sono staccati dalla vita: i riti cristiani e il culto sono in una sfera differente rispetto alla vita morale cristiana.
Quest'ultima affermazione del Dubium, unita a quanto emerge dall'affermazione successiva tratta dal testo che illustra il volumetto del card. Coccopalmerio, ci riconduce al Dubium 3.
Afferma l'articolista del Faro di Roma:
Afferma l'articolista del Faro di Roma:
...il cardinale Coccopalmerio ricorda così che “un giudizio negativo su una situazione oggettiva non implica un giudizio sull’imputabilità o sulla colpevolezza della persona coinvolta”. “Nel contesto di queste convinzioni, considero molto appropriato – conclude – quello che hanno voluto sostenere molti Padri sinodali: ‘In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. […] Il discernimento pastorale, pur tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi’”.
Dopo "Amoris laetitia" n. 301 è ancora possibile affermare che una persona che vive abitualmente in contraddizione con un comandamento della legge di Dio, come ad esempio quello che proibisce l’adulterio (cfr. Mt 19, 3-9), si trova in situazione oggettiva di peccato grave abituale (cfr. Pontificio consiglio per i testi legislativi, Dichiarazione del 24 giugno 2000)?
Sottolineano i 4 Cardinali:
Sarebbero queste le ragioni per cui se ne consiglia "l’attenta lettura ai tanti che ne hanno frainteso il senso e il significato. Ai quali mancherebbe una visione disinteressata e pura di cuore" (sic); così da non poter distinguere "la chiara, coraggiosa e geniale riaffermazione della purezza della dottrina cattolica in tema di matrimonio e di famiglia (dottrina com’è noto delineatasi nel corso del secondo millennio cristiano), considerata come parola vivente che tramanda il fuoco della tradizione, e in quanto tale capace di confrontarsi e di illuminare le sfide del tempo presente, illuminando aspetti nuovi dell’ infinita ricchezza contenuta nel Vangelo”. [...] La conclusione è la seguente: “Come si fa, allora, a parlare di confusione dottrinale da parte di Papa Francesco? Certo, il cammino pastorale, teologico e spirituale, intrapreso da Bergoglio è un cammino d’altura, che esige da parte di tutti, e in primis dai Pastori, una radicale conversione pastorale, che è anche conversione spirituale e culturale. E questo non è sempre facile”.
Vedete bene come questo linguaggio immaginifico, pieno di altisonanti affermazioni apodittiche, lungi dal chiarire, continua a ripetere i soliti mantra che, a parole, sembrano aver detto e risolto tutto ma, nella sostanza, ci lasciano sempre allo stesso punto, con l'aggiunta di epiteti come 'riottosi' et alia, che vanno ad aggiungersi alla lunga sfilza di espressioni poco lusinghiere riservate dal papa a chi ama e riafferma la tradizione. Tipo: "specialisti del Logos, sgranarosari, restaurazionisti, dottori della lettera che giudicano gli altri con il cuore chiuso e rigido, senza pensare alla vita delle persone ma solo agli schemi delle leggi, cristiani ideologici..." e chi più ne ha più ne metta. Senza pensare che l'amore per la dottrina, che diventa vita, non è legalismo o chiusura di cuore, è amore per la verità, fedeltà nella carità che non si compiace di smascherare un errore, personale o altrui, e di richiamare un errante, perché cerca innanzitutto il suo bene, facendolo ragionare, per uscire dalla pervicacia nell'errore e trovare la giusta via...
Tornando al termine conversione pastorale, mutuato dalla Evangelii Gaudium n,25 (che al n.32 parla persino di conversione del Papato) rileviamo che conversione è un termine forte, che designa un cambiamento rivoluzionario non banale e dunque resta da stabilire il perché e in cosa consista questa inversione di rotta per la pastorale, ma soprattutto per il Papato. Che significa? Un primo giro di boa c'è già stato l'11 febbraio di 4 anni or sono. Altri si succedono quotidianamente. Ed ora?
Le perplessità e le riflessioni non mancano; finora era mancato chi di dovere che le esprimesse con la dovuta autorevolezza. Il nostro allarme deriva dalla consapevolezza che qualunque adeguamento ai tempi operato attraverso 'forme' su essi modulate, porta lontano dalla Verità consegnataci dal Signore. Infatti ogni 'forma' veicola e manifesta una sostanza corrispondente pur se implicita. Difendere la manifestazione della sostanza significa difendere la sostanza stessa, nella consapevolezza che la negazione di una dimensione accidentale, o fatta passare per tale, rischia di essere un ferimento che la sostanza può sopportare solo fino ad un certo punto.
In ogni caso, se davvero questa è la risposta, per lo meno quella meno informale vista finora e trattandosi di uno studio su commissione del Papa presentato con tanto di comunicazione ufficiale, è sufficiente quanto essenzialmente qui rilevato senza neppure addentrarci in un'analisi più approfondita, per rendere plausibile che possa esserci una "Correzione formale" in itinere...
Nel paragrafo 301 "Amoris laetitia" ricorda che "la Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti". E conclude che "per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante".Resta tutta da dimostrare - riprendo, virgolettate, le ulteriori affermazioni dell'articolo - l'asserita "acutezza dell’ermeneutica e trasparenza dell’analisi filologica utilizzate dal cardinale Coccopalmerio – capace di far dialogare in profondità i passaggi più rilevanti dell’esortazione con i testi di riferimento del Vaticano II e della Familiaris consortio di Giovanni Paolo II da una parte, e con la grande tradizione dall’altra, in primis con i fondamenti delineati da Tommaso d’Aquino –".
Nella Dichiarazione del 24 giugno del 2000 il Pontificio consiglio per i testi legislativi mirava a chiarire il canone 915 del Codice di Diritto Canonico, che afferma che quanti "ostinatamente persistono in peccato grave manifesto, non devono essere ammessi alla Santa Comunione". La Dichiarazione del Pontificio consiglio afferma che questo canone è applicabile anche ai fedeli che sono divorziati e risposati civilmente. Essa chiarisce che il "peccato grave" dev’essere compreso oggettivamente, dato che il ministro dell’Eucarestia non ha mezzi per giudicare l’imputabilità soggettiva della persona.
Così, per la Dichiarazione, la questione dell’ammissione ai sacramenti riguarda il giudizio della situazione di vita oggettiva della persona e non il giudizio che questa persona si trova in stato di peccato mortale. Infatti soggettivamente potrebbe non essere pienamente imputabile, o non esserlo per nulla.
Lungo la stessa linea, nella sua enciclica "Ecclesia de Eucharistia", n. 37, San Giovanni Paolo II ricorda che "il giudizio sullo stato di grazia di una persona riguarda ovviamente solo la persona coinvolta, dal momento che è questione di esaminare la coscienza". Quindi, la distinzione riferita da "Amoris laetitia" tra la situazione soggettiva di peccato mortale e la situazione oggettiva di peccato grave è ben stabilita nell’insegnamento della Chiesa.
Sarebbero queste le ragioni per cui se ne consiglia "l’attenta lettura ai tanti che ne hanno frainteso il senso e il significato. Ai quali mancherebbe una visione disinteressata e pura di cuore" (sic); così da non poter distinguere "la chiara, coraggiosa e geniale riaffermazione della purezza della dottrina cattolica in tema di matrimonio e di famiglia (dottrina com’è noto delineatasi nel corso del secondo millennio cristiano), considerata come parola vivente che tramanda il fuoco della tradizione, e in quanto tale capace di confrontarsi e di illuminare le sfide del tempo presente, illuminando aspetti nuovi dell’ infinita ricchezza contenuta nel Vangelo”. [...] La conclusione è la seguente: “Come si fa, allora, a parlare di confusione dottrinale da parte di Papa Francesco? Certo, il cammino pastorale, teologico e spirituale, intrapreso da Bergoglio è un cammino d’altura, che esige da parte di tutti, e in primis dai Pastori, una radicale conversione pastorale, che è anche conversione spirituale e culturale. E questo non è sempre facile”.
Vedete bene come questo linguaggio immaginifico, pieno di altisonanti affermazioni apodittiche, lungi dal chiarire, continua a ripetere i soliti mantra che, a parole, sembrano aver detto e risolto tutto ma, nella sostanza, ci lasciano sempre allo stesso punto, con l'aggiunta di epiteti come 'riottosi' et alia, che vanno ad aggiungersi alla lunga sfilza di espressioni poco lusinghiere riservate dal papa a chi ama e riafferma la tradizione. Tipo: "specialisti del Logos, sgranarosari, restaurazionisti, dottori della lettera che giudicano gli altri con il cuore chiuso e rigido, senza pensare alla vita delle persone ma solo agli schemi delle leggi, cristiani ideologici..." e chi più ne ha più ne metta. Senza pensare che l'amore per la dottrina, che diventa vita, non è legalismo o chiusura di cuore, è amore per la verità, fedeltà nella carità che non si compiace di smascherare un errore, personale o altrui, e di richiamare un errante, perché cerca innanzitutto il suo bene, facendolo ragionare, per uscire dalla pervicacia nell'errore e trovare la giusta via...
Tornando al termine conversione pastorale, mutuato dalla Evangelii Gaudium n,25 (che al n.32 parla persino di conversione del Papato) rileviamo che conversione è un termine forte, che designa un cambiamento rivoluzionario non banale e dunque resta da stabilire il perché e in cosa consista questa inversione di rotta per la pastorale, ma soprattutto per il Papato. Che significa? Un primo giro di boa c'è già stato l'11 febbraio di 4 anni or sono. Altri si succedono quotidianamente. Ed ora?
Le perplessità e le riflessioni non mancano; finora era mancato chi di dovere che le esprimesse con la dovuta autorevolezza. Il nostro allarme deriva dalla consapevolezza che qualunque adeguamento ai tempi operato attraverso 'forme' su essi modulate, porta lontano dalla Verità consegnataci dal Signore. Infatti ogni 'forma' veicola e manifesta una sostanza corrispondente pur se implicita. Difendere la manifestazione della sostanza significa difendere la sostanza stessa, nella consapevolezza che la negazione di una dimensione accidentale, o fatta passare per tale, rischia di essere un ferimento che la sostanza può sopportare solo fino ad un certo punto.
In ogni caso, se davvero questa è la risposta, per lo meno quella meno informale vista finora e trattandosi di uno studio su commissione del Papa presentato con tanto di comunicazione ufficiale, è sufficiente quanto essenzialmente qui rilevato senza neppure addentrarci in un'analisi più approfondita, per rendere plausibile che possa esserci una "Correzione formale" in itinere...
52 commenti:
Tutti questi smottamenti coniugali non ci sarebbero se:
1)I giovani fossero stati e fossero educati nella loro religione e nei loro interessi.Interessi sempre molteplici, infiniti e non solo di zona pelvica.
2)Non si fosse lasciata briglia sciolta al quarto potere con licenza perpetua alla corruzione delle moltitudini.
3)La chiesa non si fosse lasciata corrompere dialogando, venendo meno così all'insegnamento.
N.B. La chiesa riprenda ad insegnare come Dio comanda. Fin qui ha dimostrato solo la sua insufficienza. Accompagni, accarezzi, ascolti, fasci e sfasci le ferite senza dare le perle ai porci, che non hanno modo di giovarsene nè di apprezzare.
Se è in buona fede.
Se invece tutti questi dialoghi, accompagnamenti, accarezzamenti, ascolti, medicamenti di ferite inesistenti, se invece tutto ciò è la copertura ipocrita con la quale i guastatori vogliono impadronirsi della Chiesa per distruggerla allora i guastatori sappiano di aver fatto male i loro conti.
Questo documento, lungi dal chiarire i dubia, non fa che dimostrare come le basi ideologiche (parlare di basi "teologiche" pare grottesco) alle deviazioni di AL si trovino nei documenti del Vaticano II.
Avedo dato giorni fa notizia del testo di Coccopalmerio presentato dal vaticanista La Rocca come ...la risposta del papa.
Anche se figura nelle novità editoriali della LEV, e per autorevole possa essere, e pur già sapendo su quale interpretazione egli si allinea, egli non è il papa e mi sembra che sia il papa a dover rispondere invece di incaricare amici fedeli di farlo al posto suo.
Ho trovato questa analisi dell`AL di Coccopalmerio , mi sembra chiaro in che senso egli vada:
- " 3.7. A questo punto, considerati con attenzione, senza preconcetti e – speriamo – fedelmente analizzati, tutti gli elementi contenuti nell’Esortazione,possiamo valutare teologicamente la eventuale ammissione di un fedele ai sacramenti della Penitenza e della Eucaristia.
- " Credo che possiamo ritenere, con sicura e tranquilla coscienza, che la dottrina, nel caso, è rispettata."
" Ed è esattamente tale proposito l’elemento teologico che permette l’assoluzione e l’accesso all’Eucaristia, sempre – ripetiamo – in presenza di una impossibilità di cambiare subito la condizione di peccato."
.....
http://www.eancheilpaparema.it/2016/07/il-cap-viii-di-amoris-laetitia-per-una-lettura-guidata-card-coccopalmerio/
Vi presento Coccopalmiero... Ovvero colui che dopo 2000 riscrive il catechismo...
Grazie davvero per la sua risposta ai dubia, davvero ora non ho più nessun dubbio grazie a lei... È tutto molto chiaro...
Caffarra: «Sposi come i monaci medioevali Sono loro il seme della futura civiltà della verità»
di Carlo Caffarra
Il cardinale Caffarra torna a parlare di famiglia: «Esistono ancora sposi che vivono il matrimonio radicati nel Principio. Sono il seme nascosto, che, dopo questi giorni tristi, faranno rifiorire quella che S. Giovanni Paolo Il Papa chiamava la civiltà della verità. Nello splendore del loro faticoso quotidiano, risplende la potenza dell'amore eterno di Dio e l'aurora di un nuovo assetto sociale, come fu il monastero benedettino».
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-caffarra-sposi-come-i-monaci-medioevalisono-loro-il-seme-della-futura-civilta-della-verita-18936.htm
Che competenze teologiche ha Coccopalmerio?
Probabilmente hanno preferito una persona non coinvolta a differenza del prefetto della CdF o del card. di Vienna ad esempio.
E l'inganno continua
Mah , mi sembra la chiesa dei dispettucci o se volete dei "piccati"!
Preghiamo un Rosario in piu' , che e' meglio .
Questa presentazione di Raffaele Luise ( non penso io abbia bisogno di presentarlo lui e le sue opinioni) data del luglio 2016 e vi possimao leggere quel che è diventato un volumetto:
IL CAP. VIII DI AMORIS LAETITIA
Per una lettura guidata
(Card. Coccopalmerio)
http://www.eancheilpaparema.it/2016/07/il-cap-viii-di-amoris-laetitia-per-una-lettura-guidata-card-coccopalmerio/
Direi che è chiaro. Il sacerdote che non darà la comunione ad un divorziato risposato dovrà rendere conto al proprio vescovo e dopo la II volta sarà mandato a Roncalceci. Se anche a Roncalceci non commetterà sacrilegio sarà sospeso a divinis e se continuerà a celebrare in privato il Santo Sacrifico invece che il baccanale protestante sarà ridotto allo stato laicale. Seguiamo Caffarra: le famiglie cattoliche che rifiuteranno l'apostasia che ancora non lo hanno fatto comincino a pensare a destinare una parte delle loro risorse ad ospitare i sacerdoti che resteranno fedeli a NSGC ad approntare su suolo privato luoghi di Messa e Confessione e si preparno a tenere duro di fronte alle "minacce".
Questo documento, lungi dal chiarire i dubia, non fa che dimostrare come le basi ideologiche (parlare di basi "teologiche" pare grottesco) alle deviazioni di AL si trovino nei documenti del Vaticano II.
Sempre più ciò è chiaro. Non solo ma, non aver preso chiara posizione allora verso il comunismo, ha fatto sì che i cattolici lo siano diventati loro, comunisti, in modo radicale tanto da aver legiferato per aborto, divorzio e tutte le altre nequizie fino ai giorni nostri. Gli errori della Sede di Pietro sono valanghe a scendere. Non sono circoscrivibili. Nessun errore lo è. Quelli della Santa Sede son peggiori, sono bombe atomiche morali ad effetto continuato moltiplicativo.
Coccopalmerio ha redatto quel testo già nel luglio 2016 non mi stupirebbe , vista l`aria che tira in Vaticano, che chi di dovere abbia deciso di farne una risposta a Müller presentandolo in modo molto formale ma, a meno che chi lo presenterà dica che QUELLA è la risposta del papa, la sua non sarà che la lettura di un cardinale che, per importante possa essere, viene DOPO il Prefetto della CDF.
Ma oramai in questa chiesa non bisogna stupirsi più di niente, l`anormale diventa normale, l`eccezione la norma, il male il bene, e tutto in nome di una sedicente misericordia slegata dalla Giustizia divina.
E chi osa alzare la testa, non soffocare la propria coscienza ma darle voce, anche se lo fa tramite un`intervista ad un giornale non allineato, nel regime dell`amooooore rischia di cadere sotto i colpi della scure misericordiosa di chi comanda:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-continuavano-a-chiamarlo-vatican-sniper-18918.htm
Invece di usare le categorie della fede si usano quelle del mondo usando la misericordia slegata dalla giustizia come paravento.
Non c'è autentica carità senza verità.
#@ Mazzarino : questo è puro protestantesimo; ma vorrei sapere chi è che non l'ha ancora capito che stanno premento l'acceleratore come un carro armato che vogliono andare tutti coi protestanti - ma ci andassero poi ne renderanno conto a Dio.
Il card. Coccopalmerio all'omelia tenuta nella grotta di Lourdes durante la Messa Nazionale per gli italiani di quattro giorni fa, ha detto esplicitamente che per ogni cristiano "il paradiso é assicurato" perché Dio ci ama come una mamma ama i suoi figli nonostante i loro difetti. Una mamma ama anche un figlio malato e strabico perché é suo figlio, allo stesso modo Dio ci ama e accoglie in paradiso nonostante il fatto che siamo "deformati" dal peccato.
È persino inutile stare a discutere dei contenuti: tanto è la stessa roba che è in giro da due anni e più. I dubia sono rivolti al Papa e alla sua autorità: è ridicolo questo ulteriore tentativo di delegare ad altri.
Peraltro ai dubia hanno risposto le letture di ieri (la prima e soprattutto il Vangelo). Devono essere cadute addosso a Santa Marta come una carriolata di mattoni.
--
Fabrizio Giudici
Il Cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, ha pubblicato un libricino, una trentina di pagine, dal titolo “Il Capitolo ottavo della esortazione apostolica post sinodale Amoris Laetitia”, Libreria Editrice Vaticana, dall’8 febbraio in libreria. Questo libro dà una lettura di Amoris Laetitia sulla base di esegesi e della lettura delle note. Subito scatta la macchina dell’informazione, d’altra parte di qualcosa bisogna discutere, e arrivano i titoli: “il Papa risponde ai dubia dei quattro Cardinali”.Ma perché lo stesso non si è detto quando invece ha parlato il Cardinal Muller, che non è presidente di un Pontificio Consiglio, bensì il più titolato di tutti a parlare di dottrina, perché Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, la Congregazione prima fra tutte per dignità, quella che una volta era detta la suprema? Nella sua intervista al Timone e in tutte le occasioni in cui ha parlato Muller è stato molto chiaro nel dire che la dottrina non è cambiata.
Perché quando parla lui non sta parlando il Papa, quando parla Coccopalmerio invece sì? Perché Coccopalmerio viene definito dai media “un fine giurista” (leggi: lui sì che sa cosa dice AL), Muller invece viene minacciato e insultato?
(Costanza Miriano)
È il portavoce del papa Antonio Spadaro a “chiarire” il perchè, quando ha detto che bisognava essere lacunosi su quel punto altrimenti i cardinali gli avrebbero fatto la guerra.
E il vescovo Forte quando, con altre parole ha detto sostanzialmente la stessa cosa....
Picciotti sono.
Fine giurista? Ma non ci facciano ridere!
Con un dottorato sulla parrocchia..... mah
Bello , Gesu' risponde :
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/02/gesu-risponde-ai-dubia-causa-finita/
Dicono che i quattro cardinali hanno fatto (per ora privatamente) l'ammonizione formale al VdR: se questi non risponderà, la pronunceranno in pubblico.
Lo dice in un tweet il diacono di Protect the Pope (il sito web a cui nel 2014 l'ordinario del luogo, inglese, comandò di cessare le pubblicazioni perché dicevano cose sgradite al Bergoglio).
Io rimango sempre più allibito dalla male interpretazione di GS 59. Mi capita la stessa cosa quando per lavoro devo interpretare una norma tecnica, se ho la definizione della parola specifica, me la cavo, se non ce l'ho, mi trovo nel pantano.
Stessa cosa qua: in GS 59 si parla di fedeltà a repentaglio (se riferita ai coniugi, scatta la fedeltà da rispettare). Ma mi spiegate dove sta la fedeltà (ecco la defizione che manca) fra i conviventi o fra gli sposati civilmente o fra i divorziati risposati? Se fedeltà è qualcosa che viene definita in una coppia di sposati in chiesa, ha un senso, ma negli altri casi, fedeltà si può ricondurre solo a non fare le corna!
Per i divorziati risposati, ma come si può parlare di fedeltà nella infedeltà manifesta rispetto al primo matrimonio non annullato?
Ma come può chi guida il pontificio consiglio per i testi legislativo non partire dalle definizioni delle parole? Siamo di fronte ad una vicenda surreale, profondamente erronea, zeppa di forzature DOLOSE per non parlare di DOLOROSE.
L`ultimo Tosatti:
http://www.marcotosatti.com/2017/02/13/a-l-un-vescovo-usa-il-vangelo-di-ieri-spiega-perche-la-chiesa-ha-sempre-negato-la-comunione-ai-divorziati-risposati/
Effettivamente nella "chiesa di Francesco" vorrebbero farci credere che 2+2=5, normale che il cattolico che ha sempre e ovunque creduto che 2+2=4 perchè è Cristo stesso ad averlo detto resti un pò scombussolato.
EP 13:59
Ci ho costruito, insieme ad un'altra notizia, il post precedente :)
Conferma che il libricino di 30 pagine di Coccopalmerio arrivato l`8 febbraio nelle librerie attorno al Vaticano è lo stesso del luglio 2016, e conferma che sposa le tesi le più aperturiste dell`AL, niente di nuovo sotto il sole dunque e comunque NON è LA risposta di colui al quale sono stati indirizzati i Dubia.
Se avete i nervi saldi ecco l`ultimo La Rocca che presenta la lettura di Coccopalmerio come se fosse la risposta del papa, ma così NON è:
"Papa Francesco e i divorziati: la risposta ai cattolici intransigenti"
"In un libricino le motivazioni sul perchè la Chiesa non può voltarsi dall'altra parte davanti a chi "non è in sintonia con la dottrina cattolica"
Capito?
Dixit Coccopalmerio:
“Divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi non sono certamente modelli di unioni in sintonia con la Dottrina cattolica, ma la Chiesa non può voltarsi dall'altra parte. Per cui i sacramenti della Riconciliazione e della Comunione vanno dati anche alle cosiddette famiglie ferite e a quanti, pur vivendo in situazioni non in linea con i tradizionali canoni matrimoniali, esprimono la sincera volontà di avvicinarsi ai sacramenti dopo un adeguato periodo di discernimento”
La Rocca pretende che è la risposta di Bergoglio, per fortuna ha un zesto di onestà intellettuale per aggiungere che è una risposta indiretta!!
http://www.panorama.it/cultura/libri/papa-francesco-e-i-divorziati-la-risposta-ai-cattolici-intransigenti/
Comuqnue quello di Coccopalmerio non è altro che la sua lettura e vale come tale e non di più, è solo un`altra manovra-iniziativa per portare acqua al mulino di chi sta calpestando e girando le spalle alla Dottrina cattolica.
Il fedele comune, sentendo queste parole delle letture, trova difficile fare due più due eguale a cinque. Anche se magari a qualcuno, se è gesuita, o teologo, riesce. Ma noi siamo povera gente. (Marco Tosatti, Stilum Curiae)
irina
se si può rispondere "col concilio" ai dubia nel modo in cui Coccpopalmerio risponde...........significa solo che il concilio è contro la Tradizione.........Inizio a pensare che avesse ragione Lefebvre.
Roberto, cattolico perplesso
Il cammino della Chiesa non e' sempre facile , a volte e' accidentato .
Il punto di vista di George Weigel
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tra-roma-e-mosca-c-e-di-mezzo-l-ucraina-18933.htm
Non risulta che vi sia stato un pronunciamento ufficiale della Pontificia Commissione per l'Interpretazione dei Testi Legislativi.
Qui si tratta né più né meno che di un'opinione privata di un Cardinale, e non di un documento ufficiale di un Dicastero Romano.
Il suo valore è pari a zero. Anzi casomai contribuisce a confermare il clima di equivoci e di confusione in seno alla Chiesa.
Perché di formale quella correzione non può avere nulla, non è dichiarazione di un dicastero, non è prevista nessuna fattispecie di correzione nel codice di diritto canonico. Valore quindi zero.
Paolo D.
Non risponderà mai.....
In più altre sorprese....entro novembre il diaconato alle donne
https://anonimidellacroce.wordpress.com/2017/02/13/spifferi-parte-iii-i-grandi-rinnovamenti-di-bergoglio-di-fra-cristoforo/
Comunque è sintomatico e rivelatore del caos che regna nella "chiesa di Francesco" che il Prefetto della CdF , dunque colui che ha il compito e dovere di "vigilare sulle questioni della fede e di difendere la Chiesa dalle eresie" dica una cosa e che il cardinale che dirige il Pontificio consiglio per i testi ne dica un`altra e contraria.
Anche se i soliti noti, grazie alle loro tribune mediatiche, stanno tentando di far passare quella che non è che una lettura personale e privata dell`AL, al pari di quelle che sono state fatte da certi vescovi, per una risposta del papa ai Dubia, anche se molto probabilmente quella lettura riflette l`intenzione di Bergoglio, che a Baires già dava la Comunione ai divorziati risposati, anche se Jorge Bergoglio ama una chiesa inquieta, se preferisce una chiesa malata e in uscita piuttosto che chiusa su sé stessa e le sue certezze, anche se egli naviga a suo agio nella confusione e nelle zone grigie che gli faciliano la concretizzazione dei suoi progetti, resta il fatto che NON ha ancora risposto ai Cardinali e che è sua responsabilità porre un termine alla situazione caotica che egli stesso ha creato.
Segnalo.articolo di Vigilae alexandrinae che riprende un articolo di LifeSiteNews, sec.ilquale oggi sarebbe stato pubblicato un testo nel quale i Cardinali del F10 giurano fedeltà ed obbedienza al Papa, alla luce dei recenti avvenimenti ( allusione ai posters ed al falso Osservatore romano).
Gli autori americani sospettano che qualcosa di grosso è successo, o sta per succedere, e Begoglio sta radunando le truppe fedeli.
Perché di formale quella correzione non può avere nulla, non è dichiarazione di un dicastero, non è prevista nessuna fattispecie di correzione nel codice di diritto canonico. Valore quindi zero.
Paolo D.
Non conosco i riferimenti canonici. Ma non credo che porporati del calibro dei 4 cardinali pongano in essere un atto privo di valore.
Certo, nel contesto bergogliano in cui l'anomia è di casa, per lui e i suoi sodali sembra che abbia valore solo ciò che affermano loro, scisso da qualunque norma. Ma la Chiesa ha una storia (e una tradizione nonché una prassi) bimillenarie. E dunque penso che non si possa liquidare la questione in termini sbrigativi e pressappochisti...
Un testo come quello di Coccopalmerio che - secondo le anticipazioni de 'Il faro di Roma'- contiene citazioni abusive, prodotte a scopo fuorviante, di Gaudium et spes n. 51 e del pensiero di San Tommaso d'Aquino, è già squalificato in partenza esattamente come l'Amoris laetitia che in origine le riporta.
I 'bergogliani' non si illudano di ingannare i cattolici informati.
Eddai !
http://querculanus.blogspot.it/2017/02/auctoritates.html
“[...] qualora invece tale impegno determini difficoltà [!], i due conviventi sembrano di per sé non obbligati, perché verificano il caso del soggetto del quale parla il n. 301 con questa chiara espressione: ‘si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa’”.
A legger queste cose, provo un’amarezza profonda. Ormai abbiamo superato tutti i limiti.
Fra l’altro, affermazioni come codeste offendono, prim’ancóra della fede, la logica. Qui, per esempio, il ragionamento è curioso: “i conviventi non fanno peccato a non astenersi perché... farebbero peccato se s’astenessero”? Cioè, in altri termini, sono addirittura obbligati a NON astenersi! Sicché, non ci si limita a sciogliere gli uomini dall’immutabile légge divina: gli si proibisce financo d’ubbidirla! Dal permesso dell’adulterio all’obbligo dell’adulterio.
A chi si trovasse in situazioni che – lo capisco, certo – possono esser molto difficili e penose, un buon vecchio parroco di campagna come don Camillo, a cui va tutta la mia simpatia, avrebbe parlato così:
“Sor reverendo, sa, non è mica facile...: dormendo nello stesso letto...”
“Nello stesso letto? O che mi canzoni, figliolo? Camere separate! Sennò, è occasione prossima di peccato mortale, quindi è già peccato mortale, e non puoi far la comunione. O non lo sai che la Rosina non è tua moglie?”
“La fa facile Lei, reverendo. Ma, anche se Le volessi dar retta, non sarebbe mica facile. Sa, quei due passi si fa presto a farli, e la tentazione...”
“Prega, figliolo, confèssati, fai la comunione, digiuna, raccomàndati alla Madonna...”
“Quel che vuole Lei. Ma già lo so come la va a finire...”
“E allora, caro mio, esci da quella casa. La Rosina non è tua moglie. ‘Iota unum non praeteribit a lege.’”
Poi, don Camillo si sarebbe buttato in ginocchio davanti al Santissimo e avrebbe pregato tutta la notte, in lacrime, per quella sua pecorella smarrita; non giudicandola, amandola: per quale motivo, sennò, le avrebbe detto la verità, a costo di farsi odiare?
Ridateci don Camillo!
Maso
Il Santo Padre, che Dio l’illumini (lo dico con tutto il cuore, senz’ombra di sarcasmo), commentando il Vangelo:
“E Gesù dice: chi guarda una donna che non è la propria con animo di possesso è un adultero nel suo cuore, ha incominciato la strada verso l’adulterio”.
Matteo, 5, 28:
“Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”.
Per Gesù, chi desidera una donna non sua ha “già” commesso adulterio, né più né meno che se l’atto fosse stato consumato anche esternamente.
Per Francesco, ha solo “incominciato la strada verso l’adulterio”.
Là, abbiamo, con tutta chiarezza, un adultero; qua, uno che mette solo, forse timidamente, il piede su una strada che lo potrebbe un giorno portare all’adulterio.
La differenza tra la pura morale dell’interiorità, in cui quello che pecca è in fin de’ conti sempre il cuore dell’uomo, e un lassismo che guarda più che altro agli atti esterni.
Maso
“Sacramenti ai risposati, se vogliono cambiare ma non possono”
http://www.lastampa.it/2017/02/14/vaticaninsider/ita/recensioni/s-a-sacramenti-se-risposati-vogliono-cambiare-ma-non-possono-J3zMOaUzpbkeSutz4DJfjI/pagina.html
Ragionevole ed equilibrato il commento dell'articolo a questo vecchio testo fatto passare per risposta attuale.
Che squallore l'uso di strategie che vogliono attuale e commissionato dal papa uno studio dell'epoca del Sinodo!
Tanto rumore per nulla...
Il Concilio di Braga (561 d. C.) contro l'eresia di Priscilliano: " Se qualcuno sostiene che ai cristiani è permesso di avere molte mogli, e che avere molte mogli non è vietato da alcuna legge divina … Anatema su di lui! … Se qualcuno sostiene che nel sacrificio della messa si commette un atto blasfemo verso il sacrificio di Gesù Cristo morto sulla croce … Anatema su di lui! … Se qualcuno sostiene che è impossibile osservare i comandamenti di Dio, anche per chi è in stato di Grazia … Anatema su di lui! … Se qualcuno sostiene che Dio nutre odio per il bambino che nasce e lo punisce per aver commesso il peccato di Adamo … Anatema su di lui! … Se qualcuno, solo perché giudica immonde le carni che Dio ha dato all'uomo per nutrirsi, e non perché desideri mortificare il suo corpo, si astiene dal mangiarne … Anatema su di lui! "
http://unafides33.blogspot.it/2017/02/priscilliano-20.html
Continua il martellamento, la programmazione-addestramento-formattaggio delle coscienze per imporre la lettura progressista dell`AL, da noi si dice "qui se ressemble s`assemble" che darebbe in italiano chi si somiglia si riunisce, e così oggi radio vaticana ha presentato il libricino di Coccopalmerio e chi è stato invitato e intervistato ?
Orazio la Rocca il vaticanista di Repubblica(!) .
Ho già dato più sopra il link ai suoi commenti, per costui chi difende la Dottrina è un "cattolico intransigente" e la Chiesa non può voltarsi dall'altra parte davanti a chi "non è in sintonia con la dottrina cattolica".
Come se la Chiesa non avesse mai dialogato con chi non è in sintonia con la sua dottrina, quel che cambia è che oggi la chiesa adotta il pensiero di coloro che non solo non sono in sintonia con la Dottrina cattolica, ma la combattono, quel che cambia è che oggi per piacere al mondo non si esita a calpestare la Dottrina, con una superbia diabolica non si teme di tradire la Parola del Signore per aggiornarla!
http://it.radiovaticana.va/news/2017/02/14/esce_il_testo_del_card_coccopalmerio_sull_amoris_laetitia/1292459
La richiesta di chiarimento e' stata rivolta al Papa e per conoscenza alla CDF e a tutt'ora non risulta che abbiano risposto .
Perfetta la ricostruzione di Padre Giovanni Scalese .
http://querculanus.blogspot.it/2017/02/quando-la-forma-e-sostanza.html#more
http://agensir.it/quotidiano/2017/2/14/amoris-laetitia-don-costa-lev-libro-card-coccopalmerio-non-e-la-risposta-del-vaticano-ai-dubbi/
http://agensir.it/quotidiano/2017/2/14/amoris-laetitia-don-costa-lev-libro-card-coccopalmerio-non-e-la-risposta-del-vaticano-ai-dubbi/
Et voilà, quel che noi abbiamo da subito detto qui lo conferma don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana, il libricino di Cioccopalmerio:
“Non è la riposta del Vaticano ai ‘dubia’, anche se il cardinale si è assunto la sua responsabilità scrivendolo”.
Precisione che dovrebbe essere inutile ma che diventa d`obbligo vista la malafede, la disonestà intellettuale, della corte papale, intra et extra muros, che sta diffondendo la tesi menzognera che vorrebbe che quella sarebbe la risposta di Bergoglio ai Dubia.
E non si vergognano, niente può scuotere la loro coscienza asservita.
Mi sia permesso un sorriso sulla risposta vertiginosa, e molto sintomatica dell`arrogante sicumera di taluni, data dal teologo Gronchi che non teme di paragonare i Vangeli alla AL :
“Commentiamo ogni domenica i Vangeli, i quali hanno molta confusione: è per questo che li commentiamo”. "
Niente fa loro paura nememno quel paragone assurdo, quanto alla confusione che sarebbe secondo l`autore dell`articolo "ipotetica" anche qui navighiamo nella negazione di una REALTÀ che solo i ciechi e i sordi possono negare.
La "battuta" del teologo Gronchi non è sfuggita nemmeno a Tosatti che la commenta:
"Il cardinale risponde ai Dubia? Per il suo editore no"
di Marco Tosatti1
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-cardinale-rispondeai-dubia-per-il-suo-editore-no-18954.htm
Riporto un commento di M.Blondet:
E’ ben colto qui il nucleo del problema: perché “Il Papa — in quanto tale e non come “dottore privato” — non esprime la sua reale intenzione” rispetto alla Comunione ai divorziati risposati? “Ha tutti gli strumenti giuridici per farlo”. Purché lo faccia come Pontefice, impegnando la sua infallibilità, come cattolici saremo obbligati ad obbedirlo, perché allora sarà legge. Ma come mai non lo fa? Come mai si fa interpretare indirettamente da altri? Sarebbe così semplice. Dichiari magistero infallibile quel che ha scritto Coccopalmerio. Ci vuol così poco… Eppure non lo fa. Invece, si arrabbia e insulta. Strano.
Strano...
Bergoglio sa che se dovesse dar ragione a Coccopalmerio e confermare che i divorziati risposati possono accedere alla Comunione tradirebbe la Parola del Signore e andrebbe contro la Dottrina della Chiesa, allora inventa una noticina, lascia la confusione diffondersi e la sua pastorale sedicente misericordiosa sostituirsi alla Dottrina.
Un`astuzia fra le tante di cui è ghiotto, altra astuzia sono le nomine di vescovi che sa allineati sulla sua ideologia e che imporranno sul terreno la visione progressista dell`AL, come le nomine di cardinali progressisti che potranno influenzare il giorno venuto la nomina di un successore che non rischierà di disfare il suo "lavoro", la sua rivoluzione che non è solo pastorale ma dottrinale.
Suggerirei anche di riprendere anche l'ottimo articolo Il ricatto dell'obbedienza da Corrispondenza Romana.
Avvenire, il giornale di vescovi(!) aggiunge la sua voce alla grancassa mediatica in favore della lettura progressista dell`AL , è il tipo stesso della prosa che detesto perchè prende per i frondelli i lettori non ancora anestetizzati,
una prosa che afferma senza scrupoli una menzogna facendola passare per un`evidenza ad esempio cominciando una frase con un "come è noto" quando quel che vi è affermato è tutto salvo che noto e ancor meno avverato, viste le interpretazioni diverse e opposte dell`AL, o ancora dicendo che per il papa tutto è chiaro e che se proprio ci son dubbi basta leggere il documento dei vescovi argentini!!
Da che parte sta il giornale dei vescovi italiani è chiaro, apparentemente l`onestà intellettuale non fa più parte dell`etica dei giornalisti in principio cattolici, idem in Francia dove il giornale dei vescovi francesi, La Croix, ha presentato il libricino di Coccopalmerio come la lettura la più autorevole, anche se non ufficiale, dell`AL...e quella del Prefetto della CdF ? La si passa sotto silenzio?
"Eucaristia e risposati «La dottrina è rispettata». Coccopalmerio: Amoris laetitia utile e coerente"
-"Come è noto, la svolta tracciata da Amoris laetitia - senza interrompere il lungo cammino del magistero e della dottrina ma sviluppandolo e indicandone un' evoluzione coerente come sempre avvenuto nella storia della Chiesa - ha suscitato qualche malumore.
Anche perché - ma questo don Costa non l' ha riferito - il Papa considera che non ci sia bisogno di alcuna risposta vista la chiarezza del documento postsinodale.
-"Per chi proprio avverte la necessità di uno schema applicativo dell' ottavo capitolo, c' è il documento dei vescovi di Buenos Aires, dello scorso settembre. Quello definito da Francesco «un testo molto buono. Non ci sono altre interpretazioni"
Addirittura non ci sonoaltre speigazioni!
Evviva l`oggettività !
http://ilsismografo.blogspot.ch/2017/02/vaticano-eucaristia-e-risposati-la.html
Con viva preoccupazione :
http://sinodo2015.lanuovabq.it/questa-crisi-non-e-stata-amoris-laetitia-a-cominciarla/
Ai giardinetti, da ragazzini, il pomeriggio passava l'olivaro che vendeva i cartocci con le olive o con i lupini e una spruzzatina di sale; vendeva anche la noce di cocco richiamando i piccoli clienti con la cantilena ripetuta e ripetuta:"cocco bello,cocco"
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