Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 12 dicembre 2017

don Elia. Festina tempus

Propongo alla riflessione l'ottimo articolo che segue, pur non condividendone le ultime righe. Non me ne vorrà dunque don Elia se lo pubblico monco della conclusione [deposizione del papa eretico] che, oltre a contrastare con la 'desistenza' altre volte prevalente, esprime una visione non univoca tra i Dottori della Chiesa, che ne hanno discusso come pura possibilità teorica ipotetica. E in ogni caso spetta alla gerarchia. Ma ha anche il difetto di essere proclamata da uno scranno anonimo; il che la rende facile da 'sparare' ma ostica da gestire e non tiene conto delle conseguenze. Da un lato c'è già molta gente fuori dai gangheri per buoni e seri motivi; per cui una conclusione del genere equivale a gettare benzina sul fuoco. Dall'altro lato, alla grande massa - indifferente o poco informata oppure ideologizzata quando non affetta da tifoseria papista - non è chiaro né l'errore veicolato dalla nuova prassi rivoluzionaria né le sue conseguenze. Inoltre si stanno facendo i conti con l'ambiguità gesuitica che è la cifra di questo pontificato e col gioco di ambiguità del magistero liquido che è ormai l'unico veicolo di espressione nella neo-chiesa. Se è comprensibile lo sfogo, non si può prescindere dalla grave responsabilità che incombe su tutti noi che cerchiamo di custodire la nostra fede e riaffermarla. La parresìa non esclude la prudenza. Ero indecisa su questa comunicazione pubblica; ma alla fine la considero tanto più efficace proprio perché pubblica, mentre resta rispettosa del resto. (Maria Guarini)

Excita furorem, et effunde iram. Tolle adversarium, et afflige inimicum. Festina tempus, et memento finis, ut enarrent mirabilia tua (Sir 36, 8-10).

Ecco un’altra preghiera da ripetere spesso; il buon Dio capisce il latino. «Eccita il (tuo) furore ed effondi la (tua) ira. Togli di mezzo l’avversario e punisci il nemico. Affretta il tempo e ricordati della fine, perché (i fedeli) narrino le tue meraviglie». Non è cristiano pregare così? E chi l’ha stabilito? Quelli che hanno purgato perfino la Sacra Scrittura, togliendo queste parole dall’Ufficio divino? Quelli che si sono inventati un nuovo culto conforme alle loro idee eterodosse e velleità puerili, rigettando al contempo quello trasmessoci in continuità fin dall’epoca apostolica? Lutero e gli altri sedicenti “riformatori”, in fin dei conti, han fatto esattamente la stessa cosa: hanno espunto dalla Bibbia i testi scomodi alle loro opinioni eretiche e fabbricato ex novo riti e preghiere corrispondenti. E mano male che l’uomo – a dir loro – non ha alcun ruolo nella propria salvazione né deve averlo: sarebbe un errore tipicamente papista, una volgare bestemmia che oscurerebbe il primato di Dio…

Ci vuol poco a comprendere che non siamo noi a giudicare la Parola divina, ma è quella che giudica noi. Tutti i libri accolti nel canone della Scrittura sono interamente ispirati dallo Spirito Santo, hanno cioè per autore principale Dio stesso, che si è servito di autori umani perché scrivessero tutto e soltanto ciò che voleva Lui. Certamente non li ha usati come strumenti inerti: la Bibbia non è stata dettata (come i musulmani pretendono per il Corano), ma, per quanto la sua composizione – soprattutto per l’Antico Testamento – sia stata complessa e risenta delle culture antiche, ogni sua parola è sacra perché proveniente dal Verbo, che dopo essersi espresso in parole umane per mezzo di Mosè e dei profeti, ha assunto la nostra natura per poterci parlare a faccia a faccia con la Sua stessa bocca. Ciò che dell’antica alleanza risulta caduco o transitorio va letto alla luce della piena rivelazione avvenuta in Cristo.

Se poi un testo è entrato nella preghiera pubblica della Chiesa, ciò è segno inequivocabile del fatto che la Chiesa non solo ne accetta la validità permanente, ma vi riconosce la voce del suo Sposo che intercede per essa e parla al Padre a nome del Suo Corpo mistico. Vorrebbero correggere anche il Suo pregare, ritenendosi migliori di Lui? Pare proprio di sì, visto come si stanno affannando a modificare le traduzioni del Pater e di altri testi biblici. Naturalmente vi assicureranno che stanno unicamente cercando di adeguare il linguaggio alla mentalità contemporanea. Il fatto è che tutti questi “adattamenti”, in realtà, dopo aver protestantizzato buona parte dei cattolici, ora proseguono verso la piena trasformazione della fede cristiana in gnosi panteista: quel “dio” con cui ognuno si identifica non può esprimersi in modo così fastidioso per la sua sensibilità…

Molti chierici, oggi, sembrano voler apparire più misericordiosi del Signore. Forse non hanno compreso che l’ira e il furore di cui parla la Scrittura non vanno assimilati a quelli di noi peccatori, ma esprimono la giustizia e, al contempo, la misericordia di Colui che è infinitamente santo, buono ed equanime: egli punisce necessariamente i peccati, ma corregge parimenti chi li commette, per il suo ravvedimento e la sua salvezza. I nemici della Chiesa, poi, devono necessariamente essere neutralizzati, per il bene dei fedeli, ma pure come opportunità di conversione per loro. Gesù stesso ha promesso che il tempo di prova sarebbe stato abbreviato dalle preghiere degli eletti, altrimenti nessuno si salverebbe (cf. Mt 24, 22). Vedete come il Nuovo Testamento illumina l’Antico e rende pienamente comprensibile anche ciò che, di primo acchito, ci mette a disagio?

La tragedia dell’età moderna e contemporanea è cominciata con Lutero e con il suo libero esame. L’uomo ha preteso così di appropriarsi della Parola di Dio e di riformularne le esigenze in base ai suoi bisogni soggettivi di peccatore impenitente e refrattario alla grazia. Quando, nella Chiesa Cattolica, si è smesso di giudicare il ribelle per quello che realmente è stato, i germi pestiferi del suo “pensiero” sono penetrati al suo interno e vi hanno proliferato, finché un “papa” non è arrivato al punto, non dico di riabilitarlo, ma praticamente di canonizzarlo. L’interesse della manovra è più che evidente: bisogna spezzare la continuità del Magistero e cancellare l’idea stessa che ci siano giudizi irreformabili della Chiesa in materia di fede e di morale. Tutto si può modificare: riti, prassi, dottrine… Bisognava che l’eretico per antonomasia diventasse profeta perché si potesse portare a termine la rivoluzione.

Così ormai non esistono più norme morali universalmente vincolanti; la loro applicazione varia a seconda dei casi e delle situazioni, che vanno fatte oggetto di discernimento; gli individui possono anche non essere responsabili della condizione irregolare in cui si sono liberamente posti. È vero, purtroppo, che ci sono storie molto dolorose e vicende talvolta insolubili a sguardo umano; ma la ragione ci mostra che gli assunti appena menzionati sono semplicemente assurdi, mentre la fede ci insegna che i Comandamenti non obbligano perché uno comprende il valore di cui sono portatori, bensì perché sono stati dati da Dio, al quale si deve semplicemente obbedire sotto la guida della Chiesa. Che un “libero pensatore”, nei suoi aberranti vaneggiamenti, rifiuti questi princìpi non fa alcuna meraviglia, sebbene sia una grave offesa al Creatore; ma che lo faccia un cattolico – o addirittura un Pastore – è uno scandalo accecante.

Alla fine l’uomo non è in grado, nemmeno nel regime della grazia, di osservare la legge morale, che diventa un ideale da raggiungere; la vita cristiana non mira più alla santificazione, ma ad una fallace autogiustificazione; la Chiesa si trasforma in un ospedale in cui, anziché curare i malati, li si “aiuta a morire”… ma della morte eterna. Questo è l’effetto della “medicina” offerta dal pastore insensato profetizzato da Zaccaria, «che non avrà cura delle pecore che si  perdono, non cercherà le disperse, non curerà le malate, non nutrirà le affamate» (Zc 11, 16). Ora sono giunti a pubblicare nell’organo ufficiale della Santa Sede, gli Acta Apostolicae Sedis, un insegnamento eretico da lui approvato: la nota pastorale dei vescovi della sua regione di origine (con la relativa lettera papale di conferma) che ammette alla comunione eucaristica persone in stato di peccato grave manifesto e continuato. Secondo il rescritto pontificio firmato dal cardinal Parolin, si tratterebbe di magistero autentico, che non è infallibile, ma esige il religioso ossequio dell’intelletto e della volontà. Per inciso: qual è la competenza del Segretario di Stato in materia di dottrina?

Per il nostro religioso ossequio, comunque, possono star freschi. Possiamo anzi affermare, a questo punto, che siamo di fronte alla formalizzazione di un’eresia già pubblicamente denunciata da più parti, quindi non più implicita o nascosta; eresia che, seppure indirettamente, nega l’indissolubilità del matrimonio e costituisce altresì un principio con cui si può annullare qualsiasi norma morale e, di conseguenza, l’intera dottrina cattolica. Il capovolgimento totale rispetto al Magistero precedente non può essere più evidente; di fatto lo era già prima, ma ora è stato ufficializzato a tutti gli effetti. La pubblicazione di un testo applicativo sugli Acta Apostolicae Sedis ha valore di promulgazione legislativa per tutta la Chiesa Cattolica: in altre parole, il documento dei vescovi argentini acquista valore di legge universale. Tuttavia una legge meramente ecclesiastica che contraddica palesemente la Sacra Scrittura e la Tradizione è di per se stessa nulla e, quindi, non obbliga nessuno. D’altra parte, è lecito rifiutare l’assenso anche all’insegnamento erroneo su cui essa si fonda, il quale rende colpevole di eresia chi la promulga (eresia che non può più essere dissimulata proprio a motivo di questo carattere di ufficialità).

Evidentemente il Signore ascolta le preghiere, accorciando i tempi della risoluzione del dramma. Il precipitare della situazione risponde in realtà a scadenze ben ponderate da parte dei rivoluzionari, che credono di poter gabbare tutti con la tecnica della “rana bollita”, ovvero con la strategia dei “piccoli passi” o dei “processi” da mettere in moto…  Ma i cattolici fedeli non si lasciano certo incantare da queste ridicole manfrine [...]  

46 commenti:

Anonimo ha detto...

Evidentemente il Signore ascolta le preghiere, accorciando i tempi della risoluzione del dramma. Il precipitare della situazione risponde in realtà a scadenze ben ponderate da parte dei rivoluzionari, che credono di poter gabbare tutti con la tecnica della “rana bollita”, ovvero con la strategia dei “piccoli passi” o dei “processi” da mettere in moto… Ma i cattolici fedeli non si lasciano certo incantare da queste ridicole manfrine e devono ormai tenersi pronti a dichiarare decaduto l’eretico. Secondo san Roberto Bellarmino, dottore della Chiesa, in questo caso non c’è alcun bisogno di un procedimento di deposizione dall’ufficio (del resto impossibile, non essendoci sulla terra un’autorità superiore): basta che il papa si trovi di fatto in eresia perché decada ipso facto dalla sua carica, in quanto cessa di essere membro della Chiesa visibile. Ora, oltretutto, l’eresia – pur essendo già notoria – si è resa ufficialmente manifesta e abbiamo quindi il diritto di dichiararla, reclamando contestualmente l’allontanamento dell’usurpatore.

Luisa ha detto...

La grande massa del ""popolo di Dio"" segue e si felicita delle novità bergogliane che avallano la religione fai da te oramai quella della maggioranza, altri sopportano la rivoluzione aspettando che il ciclone passi, ma non tutti si son bevuti il cervello e hanno perso la fede, resta una parte di quel popolo che per piccola possa essere si esprime senza temere minacce e sanzioni, senza nascondersi dietro un anonimato che, se protegge dalle reazioni vendocative, sminuisce credito e impatto.
Tosatti riporta questa nuova, importante e coraggiosa reazione:

"Fedeli all’insegnamento di sempre della Chiesa, non ai pastori che sbagliano: si può sintetizzare così una clamorosa dichiarazione, firmata dai responsabili dei principali movimenti a difesa della Vita e della Famiglia."


"Dichiariamo la nostra completa obbedienza alla gerarchia della Chiesa cattolica nel legittimo esercizio della sua autorità.
Tuttavia, nulla potrà mai convincerci od obbligarci ad abbandonare o contraddire qualsiasi articolo della fede e della morale cattolica.
Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all’insegnamento perenne della Chiesa.
Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l’eternità.
Noi, sottoscritti, promettiamo di continuare ad insegnare e propagare i principi morali sopra elencati e ogni altro insegnamento autentico della Chiesa cattolica e che mai, per nessuna ragione, ci allontaneremo da essi."

http://www.marcotosatti.com/2017/12/12/fedeli-alla-chiesa-non-a-pastori-che-sbagliano-documento-clamoroso-delle-organizzazioni-mondiali-pro-vita/

mic ha detto...

si è resa ufficialmente manifesta e abbiamo quindi il diritto di dichiararla, reclamando contestualmente l’allontanamento dell’usurpatore.

E' quel che dice don Elia. Ma CHI la dichiara? Lui? O Lei, signor Anonimo?
E con quale autorità? E con quali conseguenze?

@mic ha detto...

Gentilissima Dottoressa,
non pretendo né che pubblichi il testo dei seguente quesiti, né, men che meno, dia ad essi risposte pubbliche. Però, almeno in foro interno sarebbe bene che Lei si ponga la domanda.
Se mai un giorno sarà fatta la correzione pubblica; se gli esiti di essi saranno quelli che è presumibile pensare saranno; se, a questo punto si passerà alle ammonizioni canoniche:
a) secondo Lei, la media, NON dei semplici cattolici, ma dei tradizionalisti, come reagirà?
b) quale sarebbe il modo giusto di reagire?

Anonimo ha detto...

Be', ragazzi, pare che siano spuntati i Marco da Aviano... e pure la correzione filiale:

http://www.marcotosatti.com/2017/12/12/fedeli-alla-chiesa-non-a-pastori-che-sbagliano-documento-clamoroso-delle-organizzazioni-mondiali-pro-vita/

Catholicus ha detto...

"E con quale autorità? E con quali conseguenze? " : contro le dittature non si può fare una guerra "in campo aperto", cara Maria, lei lo sa bene, e questa di Bergoglio e dei suoi gerarchi è una dittatura, e delle peggiori. Ne sanno qualcosa i FF.I, Paolo Deotto, Francesco Colafemmina, Giampaolo Sbarra, Antonio Socci, Padre Cavalcoli, don Minutella, don Angelo Mello de Carvalho , ecc. ecc. Perciò, come ai tempi del nazismo, del fascismo e dell'Urss, non c'è che una strada da percorrere, "la Resistenza", ovviamente attiva, non passiva, nella speranza che poi arrivi l'aiuto dal Cielo e la dittatura venga annientata, sconfitta su tutti i fronti, e gli usurpatori siano costretti ad abbandonare tutte le sedi che occupano illecitamente (tutte, fino alla più piccola parrocchia di campagna, si badi bene!). Se non avessi questa speranza, non starei qui a scrivere sui blog cattolici, ma me ne andrei a spasso. Christus Vincit ! Viva Maria SS.ma !

mic ha detto...

Anonimo 09:12
Mi pare evidente che è proprio quel "SE sarà fatta la correzione pubblica" l'elemento mancante alla conclusione di cui parlavo e altrettanto evidente è la nostra posizione al seguito di chi esercita la sua autorità riaffermando la retta fede.

mic ha detto...

Fabrizio Giudici,
niente di nuovo. È l'ennesima "correzione filiale". Quella che manca, e che avrebbe ben altro peso, è la "correzione formale" dei cardinali.

Ave Maria ! ha detto...

Preghiera alla Vergine di Guadalupe

Vergine Immacolata di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, vincitrice del peccato e nemica del Demonio, Voi Vi manifestaste sul colle Tepeyac in Messico all'umile e generoso contadino Juandiego. Sul suo mantello imprimeste la Vostra dolce Immagine come segno della Vostra presenza in mezzo al popolo e come garanzia che avreste ascoltato le sue preghiere e addolcito le sue sofferenze. Maria, Madre amabilissima, noi oggi ci offriamo a Voi e consacriamo per sempre al Vostro Cuore Immacolato tutto quanto ci resta di questa vita, il nostro corpo con le sue miserie, la nostra anima con le sue debolezze, il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, le preghiere, le sofferenze, l'agonia. O Madre dolcissima, ricordateVi sempre dei Vostri figli. Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, dal turbamento e dall'angoscia, dovessimo qualche volta dimenticarci di Voi, allora, Madre pietosa, per l'amore che portate a Gesù, Vi chiediamo di proteggerci come figli Vostri e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, per gioire con Voi, con tutti i Santi, nella visione beatifica del Padre. Amen.

Salve Regina

Nostra Signora di Guadalupe, pregaTe per noi !

Anonimo ha detto...

Direi che si può ormai affermare che il Papa crede che l'inferno sia quasi vuoto. Ieri, nel consueto predicozzo - il cui fine era insegnare "non lamentarsi", ha raccontato questa storiella: c'era un prete bravo, ma che voleva vedere sempre le cose "negative"; muore e va in Paradiso, e...

‘La prima cosa che dirà a San Pietro, invece di salutarlo, è: ‘Dov’è l’inferno?’, sempre il negativo. E San Pietro gli farà vedere l’inferno. E ha visto…: ‘Ma quanti condannati ci sono? - ‘Soltanto uno’- ‘Ah, che disastro la redenzione’…”. "Sempre... questo succede. E davanti all’amarezza, al rancore, alle lamentele, la parola della Chiesa di oggi è 'coraggio', 'coraggio'”.

E.P. ha detto...

È vero che la Chiesa postconciliare ci ha rotto i bergoglioni, ma il "reclamare l'allontanamento" (cioè sottintendere che un'autorità inferiore possa toglierci dai piedi quella superiore) è, oltre che il cortocircuito di ingenuità dei semplicioni, l'eresia conciliarista.

Per capire la pericolosità di certi discorsi basta sostituirvi col termine "Ratzinger" (se non addirittura con "Sarto") il termine "Bergoglio" e vedere che effetto farebbero certe furiose prese di posizione dettate dall'emozione del momento. Il metodo che applichi al Bergoglio oggi, ti ritroverai pressato dalle circostanze di domani per applicarlo ai suoi successori. Molti cattolici pagano lo scotto di aver fatto i tifosi nel momento in cui dovevano rettificare gli svarioni gesuitici oppure tacere.

Il gesuita leader delle sinistre mondiali (e incidentalmente Papa) ci sta lasciando in eredità una solida sfiducia nei successori di Pietro: il che fa parte della tecnica del fil di ferro, visto che tale sfiducia è la conseguenza dell'aver comunemente ridotto il dovuto ossequio al Papa ad una patetica tifoseria.

irina ha detto...

Costoro, son circa 2000 anni, che cercano di cancellare l'esistenza di NSGC. Ogni epoca ha avuto i suoi guastatori della Vita di Gesù Cristo nella Chiesa con i suoi Angeli, i suoi Santi ed i suoi Martiri.
Dispiace per costoro, che uno sguardo d'insieme non l'hanno e sono certi che nessuno si avveda della loro miserabile pochezza truffaldina; e che, accecati da una superbia sconfinata, ritengono innovativo ed originale ogni loro fiato, rispetto al perenne insegnamento, gloriosamente trasmesso, esemplificato e vissuto dalla Chiesa quando fu, nelle parole e nei fatti, Madre e Maestra.
Un tempo, non lontanissimo, non si andava con chiunque; mio nonno, che non ho conosciuto, ma il suo insegnamento è stato più forte della sua morte, era solito dire che bisognava andare con quelli migliori di se stessi; di cui , chi va con lo zoppo... è una esplicitazione rigorosissima. Un vecchio sacerdote, in chiusura di una confessione mi disse: tu stai al tuo posto. Non ti mischiare. Allora cominciamo dal non mischiarci con costoro, in modo particolare cominciamo dai 'fiati', dalle loro parole menzognere, scritte, riportate, emesse, che tutte insieme fanno opinione diffusa ovunque. Se questo semplicissimo insegnamento venisse praticato da chi, quotidianamente avverte di essere turlupinato da costoro, pino piano intorno a costoro si formerebbe un vuoto e le loro parole tornerebbero loro indietro come eco, cioè je rimbaRzerebbero. Mons. Lefebvre, ad un certo punto non si è più mischiato. Nessuno di noi ha il suo grande compito ma, turarci le orecchie possiamo tutti ed anche prendere le dovute distanze, educatamente.Rispettosamente. Senza parole e gesti di alcun tipo, sia mai quelli propri del popolaccio, abbinati insieme. Invece noi scriviamo, scriviamo chè, non mischiandoci con le loro parole, cerchiamo di restaurare 'La Cattolica', e ci riusciamo quando e solo la Grazia di NSGC, benignamente, ci viene in soccorso e noi non ci risparmiamo.

Anonimo ha detto...

Le pressioni, i ricatti, le mafie, ecc per la deposizione di Benedetto XvI plus le irregolarità del conclave sono materia de facto che il cattolico lambda può e deve denunciare, perchè quello che resta di gerarchia (se esiste) possa decretare l'illegittimità canonica e dunque la nullità di questo antipontificato. Non farlo è peccato gravissimo di scandalo. Così si evitano le infinite discussioni dogmatiche. che Bergoglio non può perdere perche,come "papa", è giudice e imputato.
Occhio Mic. L'inferno esiste.

Anonimo ha detto...

niente di nuovo. È l'ennesima "correzione filiale". Quella che manca, e che avrebbe ben altro peso, è la "correzione formale" dei cardinali.

D'accordo. Ma questa ennesima correzione filiale fa un salto di qualità: identifica chiaramente il fatto che certi pastori danno insegnamenti contrari a quelli di Cristo e della Chiesa; e che in tal caso, ci si deve opporre. Prima si sorvolava o si alludeva. Inoltre, per lo meno nel panorama italiano, vedo qualche firma che prima si evidenziava per un'azione incisiva nella politica, ma decisamente sorvolava sui pastori. Ancora molti predicano bene, sono un grande esempio per molti, ma preferiscono non addentrarsi nella questione principale, ovvero l'infedeltà della Santa Sede. Questo è un punto di snodo secondo me fondamentale, che va sviluppato.

Dunque, può essere un punto di riferimento per i fedeli. Traparentesi, qui il sito originale, dove si può sottoscrivere:

https://www.fidelitypledge.com/

marius ha detto...

(…) e devono ormai tenersi pronti a dichiarare decaduto l’eretico. Secondo san Roberto Bellarmino, dottore della Chiesa, in questo caso non c’è alcun bisogno di un procedimento di deposizione dall’ufficio (del resto impossibile, non essendoci sulla terra un’autorità superiore): basta che il papa si trovi di fatto in eresia perché decada ipso facto dalla sua carica, in quanto cessa di essere membro della Chiesa visibile. Ora, oltretutto, l’eresia – pur essendo già notoria – si è resa ufficialmente manifesta e abbiamo quindi il diritto di dichiararla, reclamando contestualmente l’allontanamento dell’usurpatore.

Don Elia non è nuovo a questo tipo di approccio che si inserisce nel filone sedevacantista. Rispetto ai sedevacantisti “classici”, che dichiarano vacante la Santa Sede a partire da GXIII, don Elia stringe il campo al pontefice regnante. Ma la sostanza è la stessa.
In un altro passaggio del suo sito, firmato Colombanus Peregrinus (con cui egli è solidale e in sintonia) si leggono queste altre considerazioni, qui non rivolte ai laici, ma agli ecclesiastici:

SEDES APOSTOLICA VACANS
Ma ciò, carissimi fratelli, significa una e una sola cosa: egli è decaduto dall’ufficio di Romano Pontefice: si è scomunicato da solo. E la condizione di scomunicato in quanto eretico-scismatico, (perché tale è chi si dichiara fratello nella fede di eretici e scismatici e ne assolve, abbraccia e benedice gli errori), ebbene tale condizione è ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE con la dignità di Successore del Beato Apostolo Pietro, pena il venire meno della continuità visibile della Chiesa di Cristo.

Né si può invocare il fatto che prima della condanna gli debba essere segnalato l’errore e contestata l’eresia, come se si potesse invocare un’ignoranza scusante in merito al giudizio della Chiesa su Lutero e sulle sue dottrine: cosa che sarebbe ridicola solo a pensarsi. Monsignor Bergoglio sa perfettamente cosa ha fatto e perché: egli rifiuta a priori tutte le definizioni dogmatiche, gli anatemi, in una parola tutta la Tradizione della Chiesa, perché si sente investito del compito di rendere la Chiesa come la vuole lui (proprio come ha sottotitolato il suo ultimo libro, senza un briciolo di pudore).

Perciò, cari fratelli, spiace dirlo – qualcuno bisogna pure che lo dica – non crediate di poter più salvare capra e cavoli: essere cattolici ortodossi tradizionali e seguire “papa Francesco”; non si può più essere in comunione con lui, pregare per lui nel Canone, chiedere che il Signore lo benedica, lo salvi, ce lo conservi a lungo, senza essere suoi complici nell’errore e aver fatto naufragio nella fede: LEX ORANDI LEX CREDENDI, non si scappa. Se pregate con lui e per lui, allora avete scelto di credere anche come lui. E ne condividerete il giudizio.

E voi, padri e principi della Chiesa, membri del Sacro Collegio, Patriarchi, Vescovi tutti, Abati e Superiori Generali, chiunque abbia ancora un briciolo di fede cattolica: fate come vi pare, buttate la conta e tiratela a sorte per decidere a chi tocca, se volete, ma QUALCUNO VADA A SANTA MARTA, COMUNICHI ALL’ARCIVESCOVO BERGOGLIO CHE È DECADUTO DA ROMANO PONTEFICE, gli faccia fare le valigie (e non dovrebbe esser difficile perché grazie a Dio viaggia leggero, lui), dopodiché riunitevi a San Pietro in conclave, perché la Chiesa non può più stare senza un pastore.

Emanuele ha detto...

Posto che la situazione ben descritta da don Elia per chi legge ed è un po (dico solo un po) formato (avendo letto il Catechismo ed interessandosi della Fede) è ormai palese, si pongono tre problemi grossi:
1)Se si parla apertamente di ciò a chi è ignaro e non pronto a capire/comprendere si arreca solo e soltanto scandalo, irrigidimento, divisione (non ce ne già abbastanza poi?). E la divisione è una trama di Satana.
2)Chi già apertamente o nel segreto del suo intimo odia (o almeno prova rancore) per l'attuale Pontefice sarebbe portato ad odiarlo di più. E il rancore/odio è inganno (anche se magari sottile perché covato nel proprio intimo più recondito) di Satana.
3)Se si procede in qualche azione fattiva si determina uno scisma devastante, anche se pensando di fare il bene (pensiamo a quanti confusi ci sono e sarebbero gettati nello sconforto e ancora di più nella confusione). Anche questo sarebbe un inganno di Satana.

Alla fine a mio parere l'unica soluzione è rimanere saldi nella Fede, combattere l'errore senza tregua, riaffermare la Verità di sempre, pregare per tutti i confusi, gli erranti, gli sviati dalla retta via, e soprattutto pregare per il Pontefice regnante.
E cosa possiamo fare se non portare questa croce che è pesante (me lo dico tutti i giorni)? Offriamo tutto a Nostro Signore. Lui e solo Lui sa quello che deve fare.

Anonimo ha detto...


Un nuovo conclave, con cardinali peggiori di lui ?

Anonimo ha detto...

http://www.abruzzo24ore.tv/news/Predica-domenicale-con-critica-a-Papa-Francesco-sospeso-prete-a-Montesilvano/179790.htm

mic ha detto...

Interessante la replica di Fabrizio Giudici 10:44

mic ha detto...

Come leaders cattolici pro-vita e pro-famiglia dobbiamo restare fedeli a Nostro Signore Gesù Cristo, che ha affidato il deposito della fede alla Sua Chiesa. Noi “siamo obbligati, per fede, a rendere a Dio rivelatore piena sottomissione dell’intelletto e della volontà” 15. Aderiamo pienamente a tutte quelle cose “che sono contenute nella parola di Dio e si trovano nella Scrittura e nella Tradizione e che sono proposte dalla Chiesa come principi a cui credere perché divinamente rivelati, sia in base a suo solenne giudizio, sia per suo magistero ordinario e universale” 16.

Dichiariamo la nostra completa obbedienza alla gerarchia della Chiesa cattolica nel legittimo esercizio della sua autorità. Tuttavia, nulla potrà mai convincerci od obbligarci ad abbandonare o contraddire qualsiasi articolo della fede e della morale cattolica. Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all’insegnamento perenne della Chiesa. Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l’eternità.

Noi, sottoscritti, promettiamo di continuare ad insegnare e propagare i principi morali sopra elencati e ogni altro insegnamento autentico della Chiesa cattolica e che mai, per nessuna ragione, ci allontaneremo da essi.

12 dicembre 2017
Festa della Madonna di Guadalupe
https://www.fidelitypledge.com/it/

Emanuele ha detto...

Aggiungo una cosa.
Neanche io (pur conoscendolo e stimandolo) ho condiviso in pieno la parte finale dell'articolo di don Elia.
Condivido in pieno invece il commento iniziale della signora Guarini (e la mia non è piaggeria in quanto quando non condivido anche in passato l'ho detto a chiare lettere). Equilibrato e profondo. L'articolo andava chiuso dove Maria l'ha interrotto.
Aggiungo una cosa: è doloroso a fronte di una situazione che (non sono nato imparato, leggo e cerco di formarmi una opinione) a mio parere non ha eguali nella storia della Chiesa. Abbiamo un Pontefice che a fronte di un insegnamento chiarissimo di Nostro Signore sta sostenendo una cosa diversa (mi ritorna in mente un sogno del Cornacchiola a riguardo). Già di per se è una situazione che io quando ho letto e realizzato mi ha lasciato diversi giorni in stato di forte dolore (un conto è avere dei dubbi, un conto è vederlo scritto nero su bianco in modo innegabile).
Dicevo...è doloroso vedere ancora che ci si mantenga (parlo di qualcuno) dietro il proprio steccato con i soliti vecchi schemi (sedevacantista, non immischiarsi, ecc.).
Sembra di vedere San Paolo nella Lettera ai Corinzi "...io sto con Apollo,...io sto con Cefa,...io con Paolo...".
Chi sta con Cristo??? (io per primo si intende!).
Siamo fratelli in Cristo.
E' una settimana che sto male come un cane dopo aver letto (verificati proprio alla fonte perché non ci volevo credere) quanto inserito negli Acta pensando alla maggiore confusione e divisione che ne sarebbero derivate.
La confusione, la divisione...è tutta opera di Satana.
Pensiamo a pregare tutti insieme e a offrire.

Anonimo ha detto...

Ai dubbi di Emmanuele sopra provo a rispondere.

L'odio. L'odio è opera di Satana sempre, e va quindi evitato. Fa parte della prova a cui siamo sottoposti. E comunque non è una novità: nemici ne abbiamo sempre avuti, se non altro politici, e non bisogna odiare neanche loro. Personalmente, tra le mie preghiere, dico: che gli eretici siano convertiti, sinché sono in tempo; e se non vogliono farlo, vengano messi in condizione di non nuocere. Come avvenga ciò, nelle preghiere non è affar mio, il Padreterno non ha bisogno dei miei suggerimenti. Questo mi mette al riparo - per lo meno con la mente, il cuore va domato a parte - dall'odio da una parte e dalla connivenza con gli erranti dall'altra.

La verità e lo scandalo. Oportet ut scandala eveniant, e non si può negare la Verità ai nostri fratelli; che, se non opportunamente informati, rischiano di cadere nel peccato mortale seguendo gli insegnamenti erronei che vengono loro impartiti. Come dicevo prima, l'errore fondamentale di molti, in questi anni, è stato voler far finta di niente, continuare a diffondere la Verità da un lato, ma sorvolando sulla contraddizione dall'altro. Come si fa? Poteva essere una tattica buona se si avesse avuto la certezza che questo momentaccio sarebbe durato poco, ma ormai siamo arrivati al livello delle persecuzioni. Come insegna la vicenda di Tommaso Moro, il Male non si accontenta, vuole corrompere tutto e tutti.

Sull'una-cum: io, come fedele, non posso decidere da me se certe soluzioni teologico-canoniche sono valide o no. Quello che vedo è che ci sono due scuole di pensiero, e persone che stimo in entrambe. Manca la sintesi proposta da un organismo autorevole. Senza sintesi autorevole c'è il rischio che ognuno proceda per la sua strada, per cui ritengo che sia prudente non cambiare niente (un coerenza con i cambiamenti del Magistero: se non sono chiari, per me rimane valido quello di prima). Dunque, io procedo con l'una-cum come sempre, ma non rischio - come dice Don Elia - di avallare il comportamento erroneo di Francesco, primo perché sono consapevole della situazione, secondo perché la testimonio pubblicamente; quindi non induco in errore altri. Pensando al caso di Onorio, egli fu anatemizzato _dopo_ la fine del suo pontificato, non durante; dunque, certe soluzioni formali a questo grave periodo di crisi potrebbero arrivare molto in là. Quindi, mi doto di molta pazienza.

mic ha detto...

Come dicevo prima, l'errore fondamentale di molti, in questi anni, è stato voler far finta di niente, continuare a diffondere la Verità da un lato, ma sorvolando sulla contraddizione dall'altro.

L'ho detto e ripetuto per anni a coloro che mi invitavano a tacere e mi consideravano 'scomoda' evitando accuratamente di citare me o questo sito (quando li invitavo a confutare i mie argomenti e eventualmente riprendermi se dicessi cose sbagliate invece di ignorarmi o delegittimarmi)... Non faccio nomi per non offendere monsignori e studiosi che oggi cominciano a dire che è bene che i laici - e perché no anche le laiche? ;) - parlino.

marius ha detto...

Un sacerdote da me interpellato a proposito del finale di don Elia qui omesso mi ha risposto così:

"Mi sembra una proposta sovversiva perché ribalta la struttura della chiesa e mette i laici al posto della gerarchia. È giusto opporsi a un'autorità che non governa secondo il vangelo ma non ribaltarla"

Anonimo ha detto...

Premesso che non mi sono mai considerato sedevacantista,faccio notare,però, un piccolo dettaglio.
Nella storia della Chiesa ci sono stati molti antipapi,ufficialmente dichiarati tali. Questo farebbe supporre che,almeno in alcuni casi,la sede sia stata effettivamente vacante. O no?
In quanto a don Elia, che talvolta ho criticato, credo che non si riferisse ad un atto di deposizione da parte di laici,ma da chi di dovere.(cardinali)
A noi il compito di parlare chiaro.
Sarebbe interessante, nonché opportuno, che don Elia intervenisse in questo dibattito, per chiarire.
Forse Maria potrebbe sollecitarlo in tal senso.
Antonio

Anonimo ha detto...

Faccio notare che il leader delle sinistre mondialità è stato appositamente preparato e coltivato per anni, tenuto abilmente fuori dai riflettori e fatto entrare in Vaticano al momento ritenuto adatto, sotto luci sfavillanti, un vero colpo di scena da maestro e non aspettatevi che esca un papa diverso, se mai dovesse esserci un conclave, i cardinali sono più di 120 e tutti strettamente a lui connessi e legati a doppio filo, ergo.......qui non c'è da farsi illusioni, fugit irreparabile tempus, per noi e per loro,solo Dio salverà questa chiesa, in attesa, preghiamo in silenzio,altro non si può.

Anonimo ha detto...

@Antonio

Non so se la sede sia mai stata vacante o no: però sono sicuro che non si può semplicemente dedurre dalla mera esistenza di alcuni antipapi, i quali spesso venivano eletti _in contrapposizione_ al Papa regolarmente eletto (che non rendeva vacante la sede). Forse può esserci stato qualche "buco" in mezzo alla successione, ma qui bisogna che ce lo spieghi uno storico.

Secondariamente, il paragone con gli antipapi va preso con le pinze, proprio perché quelli venivano nominati a seguito di procedure di elezione spurie; non per motivi dottrinali, ovvero per la contestazione dell'ortodossia del Papa a cui si contrapponevano.

Anonimo ha detto...


Difficile evitare lo scisma in senso classico, nella Chiesa.

Se un fronte di cardinali dovesse domani imporre a Bergoglio di rettificare i suoi errori ed eresie, di fronte al più che probabile rifiuto di quest'ultimo, sarebbe costretto a dichiarare deposto Bergoglio e a nominare un altro Papa, che farebbe pertanto la figura dell'antipapa, pur non essendolo affatto dal punto di vista sostanziale.
Scisma provocato, sia chiaro, da Papa Francesco e da tutti quelli che propalano false dottrine nella Chiesa. Questa la prospettiva più realistica: scisma, divisioni, disordini, guerre civili (basta rileggere la storia della Chiesa nel Medio Evo). Ma di un "fronte dei cardinali" al momento non v'è traccia, anche questo va realisticamente detto.
Z.

Cesare Baronio ha detto...

"Non faccio nomi per non offendere monsignori e studiosi che oggi cominciano a dire che è bene che i laici - e perché no anche le laiche? ;) - parlino."

Ohibò, presumo troppo di me o mi si chiama in causa? Sono ormai più di tre lustri che dico e ripeto che la causa dei mali presenti è il Concilio, e che occorre levare la voce contro l'impostura. E mai mi sono permesso di discriminare tra laici e laiche: nella Chiesa essi hanno pari dignità in quanto battezzati, ferma restando la sottomissione della donna allo sposo ad immagine della Chiesa che è sottomessa a Cristo. Una sottomissione della donna all'uomo che è santa perché comandata da Dio e in cui chi obbedisce - e ripeto: riguarda solo il matrimonio - non è inferiore a chi comanda. Quindi lasciamo perdere la distinzione tra laici e laiche.

I "monsignori", quand'ancora molti lettori erano in mente Domini, ne hanno viste e sopportate fin troppe. Se ora questi "monsignori" scrivono e non declinano le proprie generalità, non è per paura né pavidità, ma per limitarsi ad un ruolo marginale, facendo riflettere sui contenuti senza doverli filtrare sulla base di chi li ha formulati.

E mi permetta di ricordarLe che quando, anni or sono, denunciavo la "setta conciliare" proprio qui su Chiesaepostconcilio venivo censurato e redarguito. Oggi le stesse frasi - che finalmente qualcun altro inizia a far proprie - si trovano confermate, senza sollevare scandalo. E sono sempre più condivise. Erano forse meno vere ieri, di quanto non lo siano oggi? O forse all'epoca il ruolo di profeta di sventura era appannaggio solo di quei "monsignori"?

Cesare Baronio ha detto...

Cara Mic, i nomi li può fare, anche perché il sottinteso è tutt'altro che criptico. Ma come Ella stessa scrive, faccio mie le Sue parole:

l'ho detto e ripetuto per anni a coloro che mi invitavano a tacere e mi consideravano 'scomodo' evitando accuratamente di citare me o questo sito (quando li invitavo a confutare i mie argomenti e eventualmente riprendermi se dicessi cose sbagliate invece di ignorarmi o delegittimarmi)...

Cambia qualcosa, sapere qual è il mio nome o il Suo? Ciò che diciamo ha meno valore perché non si sa chi siamo?
Vede, il mio difetto dominante è l'orgoglio, e so benissimo che se mi mostrassi - come peraltro ho fatto in passato - finirei per fare il Masaniello della Tradizione, e io ci vado a nozze con le conferenze, le riverenze, i saluti ossequienti, gli inchini. Così me ne sto in un canto, scrivo le mie riflessioni e le condivido, evitando a me stesso di inorgoglirmi e facendo sì che mi si giudichi non per chi sono, ma per ciò che affermo.

Se quel che dico va confutato, che mi si confuti. E credo lo stesso valga per Lei.
Quanto al fatto che sia ora che i laici alzino la voce - e lo scrivo da ormai più di tre lustri - non ho mai fatto distinzioni tra laici e laiche, dal momento che entrambi hanno pari dignità in quanto battezzati. Lungi da me indulgere in quel ridicolo maschilismo clericale che considera le donne culturalmente deboli e intellettualmente inferiori: Santa Caterina da Siena aveva più palle - absit injuria verbo di tanti uomini del suo tempo, e pure di oggi.

Spero che le Sue estemporanee osservazioni sull'anonimato dei "monsignori e studiosi" fossero rivolte ad altri. Ché se ha qualcosa da rimproverarmi su quanto scrivo, sono ben lieto di "aprire un dibattito". Ma non credo che Lei disponga di elementi sufficienti per esprimere critiche su chi sono e sui motivi che mi impediscono di declinare le mie generalità. D'altra parte, credo di essere in buona compagnia con l'amico don Elia e fra' Cristoforo.

Con devota stima,
+ Baronio

don gianluigi braga ha detto...

Ciò che afferma don Elia nel finale del suo post è di una gravità estrema: ...non si può più essere in comunione con lui, pregare per lui nel Canone, chiedere che il Signore lo benedica, lo salvi, ce lo conservi a lungo, senza essere suoi complici nell’errore e aver fatto naufragio nella fede . Chi non è in comunione con il Papa è fuori dalla Chiesa, a nulla vale la motivazione addotta, poiché non spetta né a don Elia, né a me, né tanto meno ai laici giudicare il Papa. Un Papa può anche cadere in errore, ma quando nella Messa prego una cum eo, non significa che per forza condivida tutto ciò che dice, ma semplicemente che mi riconosco nella Chiesa di Cristo che lui rappresenta. La storia della Chiesa ci dimostra che anche in momenti tragici con Papi simoniaci o immorali o corrotti o vacillanti nell'ortodossia, la vera fede si è sempre mantenuta. Penso che anche oggi lo Spirito guidi saldamente la Chiesa, facendoci capire l'importanza della retta dottrina proprio come esigenza che scaturisce da tanta confusione che si respira un po' dovunque, e da un magistero liquido che non chiarisce molti dubbi. Sta a noi formarci e formare una coscienza sempre più fedele al Vangelo e alla Tradizione, illuminati dalla Grazia dei Sacramenti e dalla carità.

mic ha detto...

Cara Mic, i nomi li può fare, anche perché il sottinteso è tutt'altro che criptico. Ma come Ella stessa scrive, faccio mie le Sue parole:

Caro Baronio,
non è questione di nomi, tra i quali ovviamente non c'è il suo che tra l'altro non conosco e non appartiene a quel contesto, anche perché sarebbero chiacchiere inutili. Mi spiace di essermi tolta un sassolino dalla scarpa quando ci piovono addosso macigni e questo è il momento del serrate le righe e badate al sodo!
Tra l'altro il mio riferimento non mi pare che potesse comunque riguardarla.
Mater divinae gratiae, ora pro nobis!

Anonimo ha detto...

"Non so se la sede sia mai stata vacante o no"…

Moi, je sais que l'ex-pape, bi-pape, "pape passif", etc. (dixit Gãnswein), vit dans les jardins du Vatican…
Et que l'autre bi-pape, "pape actif", etc. (dixit Gãnswein), vit dans l'hôtellerie du Vatican…

… et que les appartements pontificaux sont vides, ou, autrement dit, vacants…

Curieux, un peu étrange, non ?

Anonimo ha detto...

cara Maria Guarini ... Credo che oramai sia venuto il momento di una "ritirata strategica" sia verso il mondo che verso la Chiesa ... - i grandi contrattacchi (tradizionalisti moderati o estremi) non hanno funzionato, la perseverante resistenza di trincea (conservatrice pre o post conciliare) non ha funzionato, la resa al nemico (progressisti e innovatori) ha fatto vincere il nemico. Le quinte colonne (i modernisti) hanno aperto le porte della città (sia sacra che profana) col Cavallo di Troia del dialogo, della misericordia, della tolleranza, della laicità, del rispetto della coscienza. Rimangono due strade in attesa dell'intervento divino che - da molti Segni - pare vicino. Un intervento divino che sarà tremendo. Le due strade sono, la prima, il sacrificio del Silenzio orante, e la seconda la Ritirata strategica. Il silenzio orante di Mosè nel deserto lo conosciamo. Ma la Ritirata Strategica è una novità in questi 2000 anni di Cristianesimo. Cosa è una Ritirata Strategica? E' un riorganizzarsi (realizzare qui e ora ciò che va fatto) dieci passi indietro per contrattaccare - e giocare il tutto per tutto nel Martirio bianco e in quello rosso - domani. Oramai solo una Luce profetica ci salverà. Oramai solo una Voce profetica ci salverà. Faraone, Erode, non sono più fuori dall'accampamento. E' una novità nella storia del Vangelo. Non dirlo è far vincere il grande Tradimento in corso. Tutti i mezzi normali, buoni e giusti fino a ieri, oggi non bastano più. Bisogna chiedere a Dio quale è la nostra Ritirata Strategica. Bisogna Ripartire da qualcosa che ancora non è. Per Ritornare a ciò che sempre è stato. rosario del vecchio 12 12 2017

mic ha detto...

et que les appartements pontificaux sont vides, ou, autrement dit, vacants…

Curieux, un peu étrange, non?


étrange, certamente. Ma non credo sia il caso di confondere l'appartamento con la "cattedra.

Cesare Baronio ha detto...

Cara Mic, La ringrazio del chiarimento: la stanchezza mi ha fatto travisare le Sue parole.
Continuiamo la buona battaglia, tutti insieme, senza dividerci dinanzi al nemico.
+B

Anonimo ha detto...

Secondo AL le condizioni soggettive dei divorziati risposati potrebbero attenuare la colpa e in alcuni casi escluderla.
Applicando il "principio" suddetto a tutte le materie , non solo a quella del matrimonio, si arriverebbe ad escludere la responsabilità di assassini, ladri, truffatori, bestemmiatori, apostati etc. che si trovassero nelle "condizioni soggettive" equiparabili a quelle contemplate in AL.
Il caos morale assoluto!!!


Anonimo ha detto...

Caro Marius, rassegnati:
quanto scritto da Columbanus non fa teologicamente una piega,
anche se può scandalizzare tante anime belle,
per le quali la "tradizione" è uno sfizioso hobby della domenica sera, che non costa nulla.
La bella citazione che hai riportato - grazie, di averlo fatto, perché lo merita! -
è semplicemente S. Roberto Bellarmino (Dottore della Chiesa) messo in prosa ed in pratica.

Ora, avendo chiarito sufficientemente che a te e Mic la tesi-Bellarmino (e di svariati altri Santi e illustri teologi che qui non serve elencare) non piace proprio, (liberissimi... contenti voi!),
perché non la piantiamo una buona volta di randellare con epiteti come "sedevacantista"
che non c'entrano nulla e di cui evidentemente si ignora il significato?

E per quale arcano motivo poi - di grazia - il parere autoreferenziale del "sacerdote da te interpellato" dovrebbe valere più di quello di Don Elia, Columbanus, Baronio e del resto del mondo...?

Posto che NESSUNO sulla faccia della terra ha la benché minima idea su come far uscire la Chiesa Cattolica dal pozzo in cui è caduta, e possiamo solo attendere con pazienza che appaia una fune dal cielo,
perché ad idee e proposte non rispondiamo con idee e proposte, invece che con maldestre censure o scomuniche che - spiacente - non competono né agli autori, né ai commentatori di questo blog?

Che ne dite, vi va?

mic ha detto...

quanto scritto da Columbanus non fa teologicamente una piega,
anche se può scandalizzare tante anime belle,
per le quali la "tradizione" è uno sfizioso hobby della domenica sera, che non costa nulla.
La bella citazione che hai riportato - grazie, di averlo fatto, perché lo merita! -
è semplicemente S. Roberto Bellarmino (Dottore della Chiesa) messo in prosa ed in pratica.


La dialettica sofista qui non incanta nessuno. Non siamo "anime belle che si scandalizzano" né "commentatori da bar".
Non è un argomento affibbiarci etichette tipo: "San Bellarmino non vi piace", quando non è una questione di gusti ma la consapevolezza che l’ipotesi del Papa eretico è una pura possibilità, non essendo data per certa e nemmeno probabile. Quindi è inutile riprenderla oggi per ovviare alla situazione catastrofica nell’ambiente ecclesiale soprattutto attuale, anche perché essa è inficiata di Conciliarismo mitigato (il conciliarismo è un'eresia), che è almeno teologicamente erroneo. Ad affermarla come certa si rischia solo di aggravare la situazione già caotica nel seno dell’ambiente ecclesiale.
I veri studiosi (il che esclude i faziosi) conoscono che i Dottori della Chiesa ne hanno discusso come pura possibilità teorica ipotetica (formulando quattro possibilità diverse: oltre a San Bellarmino bisogna considerare ad esempio il Cajetano, Suarez...). Senza arrivare ad un accordo unanime e mai ad una probabilità e men che mai ad una certezza, ognuno ha espresso la sua ipotesi come possibile al massimo poco probabile o molto improbabile, ma giammai una tesi certa.
Scandalizzati come siamo dalle distorsioni della verità propinateci del soglio pressocché quotidianamente, non manchiamo di riaffermare la verità mettendo in risalto l'errore, ma ciò che abbiamo stigmatizzato a don Elia è soltanto la conclusione e non sto a ripetere i motivi che prego rileggere con attenzione, se mai confutando quelli.

Luisa ha detto...

Vorrei solo dire che più ancora dell`anonimato dietro il quale si celano certi chierici per lanciare fulmini e saette ( anche se condivisibilissimi) contro il papa attuale , mi disturba sapere che taluni di loro quando ci mettono nome e faccia tengono un tutt`altro discorso, una specie di dicotomia che dovrebbe in primis interrogare la loro coscienza.

marius ha detto...

@ anonimo 13 dicembre 2017 00:42 alias Colombanus Peregrinus

Oh anonimo,
m’aspettavo sì di vederti comparire in questo frangente a difendere il tuo prezioso pezzo, tuttavia presumevo che lo avresti fatto presentandoti, non dico col tuo nome, ma perlomeno col tuo pseudonimo.
Mi dirai: "come puoi affermare che anonimo e CP è la stessa persona?”
Ti sei tradito grazie al tuo tipico abituale incontenibile incontrollato intento di offendere, laddove parli di “sfizioso hobby della domenica sera”.
Per chi legge, lo sfizioso hobby cui il semi-anonimo allude sarebbe la mia attività con la schola cantorum durante quella Messa Tradizionale che viene celebrata proprio alla sera della domenica e che saltuariamente è frequentata dal Peregrinus.

"quanto scritto da Columbanus non fa teologicamente una piega"
Se le frasi citate non fanno teologicamente una piega occorre dimostrarlo, non basta affermarlo gridandolo con sicumera.

"perché non la piantiamo una buona volta di randellare con epiteti come "sedevacantista"
che non c'entrano nulla e di cui evidentemente si ignora il significato?”

Oh Colombanus, se non ti va di essere annoverato tra le numerose varianti di sedevacantismo, dovresti come prima cosa censurare o dare una ripassatina al tuo fin troppo esplicito testo, a cominciare da titolo “sedes apostolica vacans”. Non credi?

"E per quale arcano motivo poi - di grazia - il parere autoreferenziale del "sacerdote da te interpellato" dovrebbe valere più di quello di Don Elia, Columbanus, Baronio e del resto del mondo…?”
Il parere del sacerdote da me interpellato è autoreferenziale solo ai prevenuti occhi tuoi, in quanto oltretutto non sai neppure chi egli sia.
E perché mai invece il tuo parere, come quello di don Elia con cui sei in perfetta sintonia, non sarebbe autoreferenziale? Lo è eccome! Ed io so bene chi siete!
Per quanto riguarda Baronio, lasciamo che sia lui eventualmente a dichiarare di essere accodato a voi due.

"perché ad idee e proposte non rispondiamo con idee e proposte, invece che con maldestre censure o scomuniche che - spiacente - non competono né agli autori, né ai commentatori di questo blog?”
Ma guarda un po' da che pulpito viene la predica!
Da quello della “Scure”, che a ogni piè sospinto non fa che grondare proprio di “maldestre censure o scomuniche”.

Elia ha detto...

Quello che ho scritto non è espressione né di conciliarismo né di sedevacantismo. Ho semplicemente affermato che l'eresia di Bergoglio è ormai ufficiale, oltre che notoria, e questo comporta delle conseguenze. Dichiarare l'evidenza di un'eresia è dovere di ogni battezzato, che ha altresì il diritto di reclamare l'allontanamento dell'eretico dalla carica che detiene in modo illegittimo. Non è un ribaltamento della struttura gerarchica della Chiesa, perché ci si oppone a qualcuno che ne è capo solo in apparenza. Non si tratta né di giudicare né di deporre il Papa, ma solo di dichiarare un dato di fatto. E' ovvio che nessuno di noi abbia l'autorità di intervenire in questo senso, ma un movimento mondiale che esiga le dimissioni di Bergoglio può avere il suo peso. Non bisogna temere la divisione o lo scandalo, perché la verità, per sua stessa natura, divide dall'errore e scandalizza chi la rifiuta. Quanto al sedevacantismo, bisognerebbe accusarne anche san Roberto Bellarmino, che è dottore della Chiesa (a differenza di Cajetano e Suarez, ai quali si può attribuire, a questo proposito, un conciliarismo mitigato). A me quella di san Roberto sembra più di una mera ipotesi di scuola. Il problema rimane quello dell'allontanamento del pontefice la cui eresia sia manifesta; è a questo fine che dobbiamo pregare, offrire e sollecitare la Provvidenza.

don gianluigi braga ha detto...

Di questi tempi le eresie manifeste o camuffate fioriscono a ogni piè sospinto, se ognuno di noi iniziasse a giudicare eretico il proprio parroco o il proprio vescovo o addirittura il papa la confusione sarebbe totale e la verità - che non è un'astrazione - invece che emergere sarebbe ricacciata nelle tenebre di una chiesa senza più pastori certi (sarebbe impossibile distinguere un pastore da un "mercenario"). Anche al tempo del grande scisma d'occidente ci furono papi e antipapi, al punto che alcuni santi erano di obbedienza avignonese e altri romana, tanto era difficile districarsi in quella compresenza di più papi. Il dovere di ogni battezzato, secondo me, non è quello di dichiarare eretico chicchessia, bensì quello di affermare la verità nella chiesa che non può esistere sine Petro, ma solo cum Petro e sub Petro. Il primo Papa ha rinnegato Cristo proprio quando avrebbe dovuto testimoniarlo, eppure il Signore non l'ha dichiarato decaduto, anzi gli ha promesso che le porte degli inferi non avrebbero mai prevalso. Mons. Lefevbre che fu intrepido difensore della verità e della tradizione non si sognò mai di compiere un atto del genere e sono convinto che ne abbia visto di cotte e di crude. Cerchiamo la verità nella carità e nell'unità della Chiesa.

marius ha detto...

Ma i cattolici fedeli non si lasciano certo incantare da queste ridicole manfrine e devono ormai tenersi pronti a dichiarare decaduto l’eretico. Secondo san Roberto Bellarmino, dottore della Chiesa, in questo caso non c’è alcun bisogno di un procedimento di deposizione dall’ufficio (del resto impossibile, non essendoci sulla terra un’autorità superiore): basta che il papa si trovi di fatto in eresia perché decada ipso facto dalla sua carica, in quanto cessa di essere membro della Chiesa visibile. Ora, oltretutto, l’eresia – pur essendo già notoria – si è resa ufficialmente manifesta e abbiamo quindi il diritto di dichiararla, reclamando contestualmente l’allontanamento dell’usurpatore. (finale omesso dell'articolo di don Elia)

Quello che ho scritto non è espressione né di conciliarismo né di sedevacantismo. Ho semplicemente affermato che l'eresia di Bergoglio è ormai ufficiale, oltre che notoria, e questo comporta delle conseguenze. Dichiarare l'evidenza di un'eresia è dovere di ogni battezzato, che ha altresì il diritto di reclamare l'allontanamento dell'eretico dalla carica che detiene in modo illegittimo. Non è un ribaltamento della struttura gerarchica della Chiesa, perché ci si oppone a qualcuno che ne è capo solo in apparenza. Non si tratta né di giudicare né di deporre il Papa, ma solo di dichiarare un dato di fatto. E' ovvio che nessuno di noi abbia l'autorità di intervenire in questo senso, ma un movimento mondiale che esiga le dimissioni di Bergoglio può avere il suo peso. Non bisogna temere la divisione o lo scandalo, perché la verità, per sua stessa natura, divide dall'errore e scandalizza chi la rifiuta. Quanto al sedevacantismo, bisognerebbe accusarne anche san Roberto Bellarmino, che è dottore della Chiesa (a differenza di Cajetano e Suarez, ai quali si può attribuire, a questo proposito, un conciliarismo mitigato). A me quella di san Roberto sembra più di una mera ipotesi di scuola. Il problema rimane quello dell'allontanamento del pontefice la cui eresia sia manifesta; è a questo fine che dobbiamo pregare, offrire e sollecitare la Provvidenza. (commento di don Elia delle 12.03)

Facciamo un po’ di ordine per capire meglio.

Nel finale leggibile sulla "Scure" ma mancante in questo articolo di CEPC don Elia dice:
"Ma i cattolici fedeli (…) devono ormai tenersi pronti a dichiarare decaduto l’eretico"

Nel commento 14 dicembre 2017 12:03 don Elia dice:
"Dichiarare l'evidenza di un'eresia è dovere di ogni battezzato"
e
"Non si tratta né di giudicare né di deporre il Papa, ma solo di dichiarare un dato di fatto"

Riassumendo:

Nel primo caso, quello contestato da Mic nella sua introduzione e da diversi commentatori, don Elia dice che ai cattolici fedeli (o ai fedeli cattolici?) tocca dichiarare decaduto il papa eretico.

Nel secondo caso invece non si riferisce alla persona del Papa, ma all’esigenza di verità nel dichiarare, denunciare l’eresia.

Però nella frase successiva del suo commento don Elia continua così:
Non è un ribaltamento della struttura gerarchica della Chiesa, perché ci si oppone a qualcuno che ne è capo solo in apparenza.
Qui sembra ribadire il concetto espresso in precedenza.

Insomma, stando così le cose don Elia non ha ancora fatto del tutto chiarezza.
Perciò lo inviterei a riformulare il finale del suo articolo (quello che qui fu omesso) in modo che tutti noi qui possiamo usufruire di una versione definitiva e davvero comprensibile del suo pensiero.

Marisa ha detto...

https://apostatisidiventa.blogspot.it/2017/12/un-personaggio-difficile-da-capire.html?m=1

Elia ha detto...

L'iniziativa dei movimenti per la vita mi sembra una buona pista che si può ampliare.