La storia del centro Polifunzionale di Norcia è il racconto di un Paese. È il motivo per il quale il Pil non cresce, per cui la disoccupazione sale, per il quale la parte sommersa dell’economia vola e per il quale la gente, se può scappa.
Non stiamo esagerando: a Norcia c’è tutto. Il terremoto, il disastro naturale che ha prima ucciso e poi distrutto anche le speranze.
Una piccola fiammella è arrivata dai privati: che hanno raccolto un mucchio di quattrini (grazie al Corriere e alla Sette) e che in meno di tre mesi hanno tirato su un centro polifunzionale. Una piccola speranza per i superstiti di Norcia, una goccia nel mare. Passano poche settimane e sindaco, Alemanno, e architetto, Boeri, vengono indagati, per abuso edilizio. E il centro viene sigillato: inutilizzabile. Mancava certamente qualche carta e autorizzazione. La procura scrive che sono stati “violati i vincoli paesaggistici del Parco naturale dei Monti Sibillini e dei siti Natura 2000”. In un panorama devastato dalla natura, il centro polifunzionale violava i vincoli paesaggistici, sì certo.
Le leggi sono fatte dagli uomini per gli uomini: in Italia sembrano fatte dai marziani per farci del male. E i magistrati non possono, senza un briciolo di buon senso che non è loro evidentemente permesso, che applicarle.
Non è mai colpa di nessuno: il legislatore che pensa al nostro bene (ci pensasse di meno), la polizia che verifica, i magistrati che denunciano. è questo cappio mortale che rende meglio di tanti discorsi la morte di un sistema, ma anche di una civiltà che ha fagocitato sé stessa.
Mi ha scritto un ingegnere, sconfortato, che conosce bene la situazione, e che non vale solo per Norcia. E ci spiega come sia possibile quello che è successo a Norcia. Ecco cosa mi scrive:
“Caro Porro, mi riferisco alla vicenda del sequestro del centro polifunzionale di Norcia. Conosco bene, per vicende personali, la legislazione e in punta di diritto, non di buon senso, il giudice ha ragione… La legge base dell’edilizia che risale al 2002 stabilisce che le costruzioni “aventi carattere di provvisorietà” non hanno bisogno di permessi di costruire. Se non abbisognano di permesso ovviamente non hanno bisogno del parere dei Beni Ambientali che, per le zone vincolate, fa parte integrante del permesso a costruire. Ora la legge non ha mai affrontato il problema di cosa si intende per struttura provvisoria. Per farla breve il concetto di provvisorio ha due valenze una temporale e una funzionale. Una struttura provvisoria è tale se viene collocata per un tempo breve o se viene installata anche per un tempo lungo ma la sua installazione è collegata ad un utilizzo funzionale a qualcosa. Il caso tipico sono gli uffici per la costruzione di un grattacielo che sono installati fino a che è aperto il cantiere. Nel caso di Norcia siamo in questo secondo caso. Il Centro Polifunzionale era legato al fatto che c’era stato un terremoto e si doveva ricostruire quasi tutto per cui il Centro forniva una funzione “temporanea” limitata al permanere dell’emergenza sismica. Che può durare anni come il caso di costruzione di un grattacielo. Ora quest’inverno il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che collegava la provvisorietà al solo fatto temporale fissando pure il limite in 30 giorni. Da più parti era stato segnalato la pericolosità di una simile sentenza che di fatto metteva fuori legge tutta una serie di strutture, anche turistiche, che avevano un permesso temporaneo legato comunque alla attività, per cui una temporaneità legata al una funzione. Abbiamo segnalato in vari modi la conseguenza catastrofica che poteva avere la sentenza del Consiglio di Stato. Per ovviare bastava una semplice legge di un solo articolo. Non si è fatta. Non so bene se non si è voluto, non si è trovato il tempo. Personalmente penso che ci fossero divisioni insanabili all’interno della maggioranza. Fatto sta che non si è fatto nulla. Nel silenzio della politica agisce la magistratura che applicando il diritto, e lo ripeto non il buon senso, ha sequestrato il Centro Polifunzionale”.
C’è una legge, c’è una mancanza di una legge, c’è la magistratura. Ma soprattutto a mio avviso c’è la mancanza di buon senso. È ciò che ci uccide. Rispettiamo le procedure, ma non ci occupiamo dei risultati.
Nicola Porro, 16 marzo 2018 - Fonte
3 commenti:
Nient'altro che amarezza e un briciolo di speranza che si sveglino tante buone volontà, indispensabili in questo momento terribilmente difficile e pieno di insidie.
"Non è mai colpa di nessuno: il legislatore che pensa al nostro bene (ci pensasse di meno), la polizia che verifica, i magistrati che denunciano"
E la criminalità organizzata che, stranamente, nonostante tutta questa "legalità", continua a prosperare e dominare ovunque.
In questo caso, da quello che desumo dall'articolo, c'erano anche margini discrezionali sul concetto di provvisorietà.
Essendo in quanto tale rimesso alla valutazione dei magistrati, in base al caso concreto, era probabilmente possibile una decisione di buon senso.
Ma non è sempre così facile e scontato per un magistrato, la legge ha le sue logiche e le sentenze costituiscono dei precedenti.
Quindi la colpa, in casi di questo tipo, non è tutta dei magistrati
È invece di um sistema burocratico lento e farraginoso e, soprattutto, di un parlamento incapace di legiferare in modo rapido ed efficiente.
Di fronte a un caso di applicazione della legge che determina un risultato palesemente iniquo, in danno di persone che già patiscono gravi disagi e dolori personali, morali e materiali, come nel caso di Norcia, la maggiore responsabilità è dei politici che non riescono a legiferare bene in tempi ragionevoli.
E non lo fanno perché, a mio avviso, prevale SEMPRE l'interesse di partito e dei singoli politici e non quello comune:se la proposta viene da Tizio, o dal partito di Tizio, si ostacola a priori, a prescindere dal merito del problema e della povera gente che subisce il problema.
A livello amministrativo e nazionale.
E' la mentalità italiana personalistica, particolaristica e litigiosa ad essere bacata.
Banale, ma e' la triste verità, non se ne esce vivi.
Non è mai colpa di nessuno: il legislatore che pensa al nostro bene (ci pensasse di meno), la polizia che verifica, i magistrati che denunciano"
E la criminalità organizzata che, stranamente, nonostante tutta questa "legalità", continua a prosperare e dominare ovunque.
In questo caso, da quello che desumo dall'articolo, c'erano anche margini discrezionali sul concetto di provvisorietà.
Essendo in quanto tale rimesso alla valutazione dei magistrati, in base al caso concreto, era probabilmente possibile una decisione di buon senso.
Ma non è sempre così facile e scontato per un magistrato, la legge ha le sue logiche e le sentenze costituiscono dei precedenti.
Quindi la colpa, in casi di questo tipo, non è tutta dei magistrati
È invece di um sistema burocratico lento e farraginoso e, soprattutto, di un parlamento incapace di legiferare in modo rapido ed efficiente.
Di fronte a un caso di applicazione della legge che determina un risultato palesemente iniquo, in danno di persone che già patiscono gravi disagi e dolori personali, morali e materiali, come nel caso di Norcia, la maggiore responsabilità è dei politici che non riescono a legiferare bene in tempi ragionevoli.
E non lo fanno perché, a mio avviso, prevale SEMPRE l'interesse di partito e dei singoli politici e non quello comune:se la proposta viene da Tizio, o dal partito di Tizio, si ostacola a priori, a prescindere dal merito del problema e della povera gente che subisce il problema.
A livello amministrativo e nazionale.
E' la mentalità italiana personalistica, particolaristica e litigiosa ad essere bacata.
Banale, ma e' la triste verità, non se ne esce vivi.
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