Il suo è un curriculum di quelli che si fanno ricordare: laurea in Scienze naturali, collaborazioni con “La Sapienza”, diploma di Catechista specializzato, corsi tenuti presso il Centro Romano di Sindonologia e la Libera Università Maria SS.ma Assunta, una decina di libri, innumerevoli collaborazioni con riviste ed un numero impressionante di articoli. Emanuela Marinelli, fra i massimi studiosi della Sindone in Italia e non solo, è in pensione da qualche anno, ma il suo interesse per la celebre reliquia, dopo una vita di studio, rimane comprensibilmente intatto. E’ grazie allo studio di gente come lei che è sorta, da qualche decennio, la sindonologia. Ed è con grande cortesia e disponibilità che accetta di concederci una preziosa intervista.
Dottoressa Marinelli, che cosa ha acceso la sua curiosità per la Sindone? Dove e com’è nata la sua passione per il celebre sudario?
«Nel 1976 lo scienziato svizzero protestante Max Frei Sulzer, laureato in botanica, esperto in microtracce e criminologo di fama internazionale, comunicò di aver trovato sulla Sindone granuli di polline che non esistono in Europa; essi provengono da fiori del Medio Oriente. Il polline più frequente sul lenzuolo è identico a quello fossile, abbondante nei sedimenti del Lago di Genezareth e del Mar Morto, depositatisi circa duemila anni fa. Questa scoperta mi interessò enormemente, perché forniva una prova della provenienza del sacro lino proprio dalla zona dove visse e morì Gesù Cristo. Tre quarti delle specie riscontrate sulla Sindone, infatti, crescono in Palestina e molte sono tipiche e frequenti a Gerusalemme e dintorni. Tra queste, 13 sono alofite molto caratteristiche od esclusive del Negev e della zona del mar Morto».
«Nel 1976 lo scienziato svizzero protestante Max Frei Sulzer, laureato in botanica, esperto in microtracce e criminologo di fama internazionale, comunicò di aver trovato sulla Sindone granuli di polline che non esistono in Europa; essi provengono da fiori del Medio Oriente. Il polline più frequente sul lenzuolo è identico a quello fossile, abbondante nei sedimenti del Lago di Genezareth e del Mar Morto, depositatisi circa duemila anni fa. Questa scoperta mi interessò enormemente, perché forniva una prova della provenienza del sacro lino proprio dalla zona dove visse e morì Gesù Cristo. Tre quarti delle specie riscontrate sulla Sindone, infatti, crescono in Palestina e molte sono tipiche e frequenti a Gerusalemme e dintorni. Tra queste, 13 sono alofite molto caratteristiche od esclusive del Negev e della zona del mar Morto».
In tanti anni di studio, non è mai stata sfiorata dal dubbio che la Sindone possa in effetti essere uno splendido inganno lasciatoci in eredità da qualche illuminata mente del passato? In tanti, come certamente saprà, si sono fatti questa domanda. E più di qualcuno, oggi, ritiene d’aver individuato quella mente illuminata in Leonardo…
«Lasciamo stare l’ipotesi fantasiosa di Leonardo, che si scontra con l’evidenza storica: la reliquia che è oggi a Torino è la stessa che nel 1353 si trovava a Lirey, in Francia, nelle mani di un cavaliere crociato, Geoffroy de Charny. Basta ricordare che Leonardo è nato nel 1452 per rendersi conto che è assurdo attribuire la Sindone al genio toscano. Ma in ogni caso la possibilità di uno “splendido inganno” non sussiste, non c’è dubbio. Sul lenzuolo sono state condotte analisi accurate, i cui risultati sono concordi nel provare che esso ha avvolto un vero cadavere; inoltre ci sono innumerevoli motivi per ritenere che si tratti proprio di Gesù. Per i dettagli, consiglio di consultare il sito http://www.sindone.info di Collegamento pro Sindone».
«Lasciamo stare l’ipotesi fantasiosa di Leonardo, che si scontra con l’evidenza storica: la reliquia che è oggi a Torino è la stessa che nel 1353 si trovava a Lirey, in Francia, nelle mani di un cavaliere crociato, Geoffroy de Charny. Basta ricordare che Leonardo è nato nel 1452 per rendersi conto che è assurdo attribuire la Sindone al genio toscano. Ma in ogni caso la possibilità di uno “splendido inganno” non sussiste, non c’è dubbio. Sul lenzuolo sono state condotte analisi accurate, i cui risultati sono concordi nel provare che esso ha avvolto un vero cadavere; inoltre ci sono innumerevoli motivi per ritenere che si tratti proprio di Gesù. Per i dettagli, consiglio di consultare il sito http://www.sindone.info di Collegamento pro Sindone».
Ha mai assistito o saputo di conversioni di scienziati che, studiando la Sindone, hanno visto il loro cuore aprirsi alla dimensione trascendente?
«Penso che la questione della fede sia molto delicata e interiore, quindi se qualcuno non credente è stato toccato intimamente dalla realtà sindonica sarà difficile saperlo se non lo rivela egli stesso pubblicamente. E magari non lo fa per non attirare clamore e sensazionalismo. Personalmente qualche confidenza di persone che si sono avvicinate alla fede dopo aver conosciuto la Sindone l’ho avuta, ma non sta a me divulgarla».
«Penso che la questione della fede sia molto delicata e interiore, quindi se qualcuno non credente è stato toccato intimamente dalla realtà sindonica sarà difficile saperlo se non lo rivela egli stesso pubblicamente. E magari non lo fa per non attirare clamore e sensazionalismo. Personalmente qualche confidenza di persone che si sono avvicinate alla fede dopo aver conosciuto la Sindone l’ho avuta, ma non sta a me divulgarla».
Le ho rivolto la domanda precedente, ben sapendo che Lei non ha mai fatto mistero d’essere credente. E se pensiamo all’infinita lista di scienziati credenti, la sua posizione non deve certo meravigliare. Ciononostante, non teme che la fede possa in qualche misura contaminare il suo sguardo scientifico nei confronti della Sindone, che è una reliquia in buona parte avvolta dal mistero?
«Certamente ciò che si osserva sulla Sindone è una conferma di quanto si legge nei Vangeli e questo non può lasciare indifferenti; però il pericolo di “contaminare lo sguardo scientifico” non esiste, perché la scienza si basa su analisi, su misure, e queste sono oggettive».
«Certamente ciò che si osserva sulla Sindone è una conferma di quanto si legge nei Vangeli e questo non può lasciare indifferenti; però il pericolo di “contaminare lo sguardo scientifico” non esiste, perché la scienza si basa su analisi, su misure, e queste sono oggettive».
Eppure taluni scettici avanzano dubbi proprio di ordine metodologico rispetto ad alcuni studi svolti sulla Sindone. Le faccio qualche esempio. Oltre a ridimensionare la portata delle recenti affermazioni di Christopher Bronk Ramsey, che sarebbero state volutamente deformate, quelli del Cicap, (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che pure ammettono di non saper spiegare la Sindone, sottolineano con insistenza la presunta scarsa attendibilità di scienziati che, coi loro studi, suffragherebbero l’autenticità della reliquia. Un nome su tutti: Dmitri Kuznetsov. Lei che idea s’è fatta in proposito?
«Ovviamente agli scettici un oggetto così straordinario dà parecchio fastidio e quindi si danno da fare per tentare di demolirne la credibilità. Bisogna però considerare che sulla Sindone sono stati pubblicati circa 300 articoli scientifici e di questi, circa 250 sono favorevoli all’autenticità. Ciò fornisce un’idea della situazione. Ma veniamo ai due esempi. Le affermazioni di Christopher Bronk Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford (uno dei tre che datò la Sindone nel 1988), in un primo momento sono state riferite da una terza persona, che può aver frainteso, ad un giornalista e quindi riportate in buona fede su “La Stampa”, dove apparve che, secondo Ramsey, i risultati della datazione al Carbonio 14 sono probabilmente sbagliati. In realtà poi Ramsey fece una precisazione, dichiarando di avere una “mente aperta” verso i risultati di possibili nuovi esami: “Tra le misurazioni del radiocarbonio – ha ammesso Ramsey – e le altre prove che abbiamo sulla Sindone sembra esserci un conflitto, su come interpretare queste prove. E per questo ritengo che chiunque abbia lavorato in questo settore, scienziati esperti di radiocarbonio ed altri esperti, debbano dare uno sguardo critico alle prove che hanno prodotto per riuscire a tracciare una storia coerente che si adatti e ci dica la storia vera di questo intrigante pezzo di stoffa“. ? un apprezzabile passo avanti, dopo vent’anni di completa chiusura verso ogni dialogo da parte dei carbonisti. Viene ammesso che il radiocarbonio non è una prova infallibile, specialmente per un oggetto particolare come la Sindone. E veniamo al “caso Kouznetsov”. Nel giugno 1993 il biologo russo Dmitri A. Kouznetsov, specializzato in chimica archeologica, annunciò di aver verificato sperimentalmente l’arricchimento di radiocarbonio in tessuti antichi, ricostruendo condizioni simili a quelle dell’incendio in cui la Sindone si trovò 1532. Negli anni successivi pubblicò alcuni articoli a riguardo. La sua spiegazione dei motivi che avrebbero falsato il risultato della datazione della Sindone suscitò il comprensibile entusiasmo dei sindonologi. Una delle riviste scientifiche in cui apparve uno di questi lavori, il prestigioso “Journal of Archaeological Science”, pubblicò però nello stesso numero anche un articolo di A. J. Timothy Jull, Douglas J. Donahue e Paul E. Damon, tre ricercatori che avevano firmato l’articolo di “Nature” sulla datazione della Sindone; essi mettevano in dubbio i risultati di Kouznetsov. Nel frattempo alcune vicende personali poco limpide gettarono un’ombra su di lui. Negli anni seguenti diversi scienziati provarono a ripetere gli esperimenti di Kouznetsov, senza ottenere risultati analoghi. Pertanto la sua teoria è stata accantonata. Al Cicap, però, non piacciono nemmeno gli studi del fisico Harry Gove, il padre della moderna datazione radiocarbonica, che in un lavoro pubblicato con altri scienziati su “Nuclear Instruments and Methods in Physics Research” (B 123, 1997, pp. 504-507) ammette che la presenza di funghi e batteri può aver contaminato il campione sindonico che fu datato; e neanche quelli del chimico Raymond Rogers che su “Thermochimica Acta” (Vol. 425, 2005, pp. 189-194) ha dimostrato che nel campione datato c’era un rammendo invisibile. Che strano, al Cicap non piacciono tutti i lavori che confermano l’autenticità della Sindone…».
«Ovviamente agli scettici un oggetto così straordinario dà parecchio fastidio e quindi si danno da fare per tentare di demolirne la credibilità. Bisogna però considerare che sulla Sindone sono stati pubblicati circa 300 articoli scientifici e di questi, circa 250 sono favorevoli all’autenticità. Ciò fornisce un’idea della situazione. Ma veniamo ai due esempi. Le affermazioni di Christopher Bronk Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford (uno dei tre che datò la Sindone nel 1988), in un primo momento sono state riferite da una terza persona, che può aver frainteso, ad un giornalista e quindi riportate in buona fede su “La Stampa”, dove apparve che, secondo Ramsey, i risultati della datazione al Carbonio 14 sono probabilmente sbagliati. In realtà poi Ramsey fece una precisazione, dichiarando di avere una “mente aperta” verso i risultati di possibili nuovi esami: “Tra le misurazioni del radiocarbonio – ha ammesso Ramsey – e le altre prove che abbiamo sulla Sindone sembra esserci un conflitto, su come interpretare queste prove. E per questo ritengo che chiunque abbia lavorato in questo settore, scienziati esperti di radiocarbonio ed altri esperti, debbano dare uno sguardo critico alle prove che hanno prodotto per riuscire a tracciare una storia coerente che si adatti e ci dica la storia vera di questo intrigante pezzo di stoffa“. ? un apprezzabile passo avanti, dopo vent’anni di completa chiusura verso ogni dialogo da parte dei carbonisti. Viene ammesso che il radiocarbonio non è una prova infallibile, specialmente per un oggetto particolare come la Sindone. E veniamo al “caso Kouznetsov”. Nel giugno 1993 il biologo russo Dmitri A. Kouznetsov, specializzato in chimica archeologica, annunciò di aver verificato sperimentalmente l’arricchimento di radiocarbonio in tessuti antichi, ricostruendo condizioni simili a quelle dell’incendio in cui la Sindone si trovò 1532. Negli anni successivi pubblicò alcuni articoli a riguardo. La sua spiegazione dei motivi che avrebbero falsato il risultato della datazione della Sindone suscitò il comprensibile entusiasmo dei sindonologi. Una delle riviste scientifiche in cui apparve uno di questi lavori, il prestigioso “Journal of Archaeological Science”, pubblicò però nello stesso numero anche un articolo di A. J. Timothy Jull, Douglas J. Donahue e Paul E. Damon, tre ricercatori che avevano firmato l’articolo di “Nature” sulla datazione della Sindone; essi mettevano in dubbio i risultati di Kouznetsov. Nel frattempo alcune vicende personali poco limpide gettarono un’ombra su di lui. Negli anni seguenti diversi scienziati provarono a ripetere gli esperimenti di Kouznetsov, senza ottenere risultati analoghi. Pertanto la sua teoria è stata accantonata. Al Cicap, però, non piacciono nemmeno gli studi del fisico Harry Gove, il padre della moderna datazione radiocarbonica, che in un lavoro pubblicato con altri scienziati su “Nuclear Instruments and Methods in Physics Research” (B 123, 1997, pp. 504-507) ammette che la presenza di funghi e batteri può aver contaminato il campione sindonico che fu datato; e neanche quelli del chimico Raymond Rogers che su “Thermochimica Acta” (Vol. 425, 2005, pp. 189-194) ha dimostrato che nel campione datato c’era un rammendo invisibile. Che strano, al Cicap non piacciono tutti i lavori che confermano l’autenticità della Sindone…».
Ad un convegno del già citato Cicap, Luigi Garlaschelli, chimico e responsabile delle sperimentazioni di detto comitato, ha presentato una carrellata di dati sulla Sindone spesso riportati, secondo lui, in modo distorto o parziale dai molti saggi sindonologici autenticisti. A proposito della negatività dell’immagine della Sindone ha fatto notare come potrebbe trattarsi della naturale conseguenza del metodo con cui questa è stata realizzata: la teoria del bassorilievo sul quale viene applicata della vernice a secco produce, a suo dire, effettivamente e spontaneamente immagini negative, che sarebbero spiegabili. E’ d’accordo?
«Macché d’accordo, per carità! Ci vuole un buon coraggio ad affermare che chi distorce i dati sono i sindonologi autenticisti. Il bassorilievo, riscaldato, strofinato o verniciato che sia, è stato escluso da almeno trent’anni, da quando gli scienziati americani dello “Shroud of Turin Research Project” hanno pubblicato su prestigiose riviste scientifiche i risultati delle loro analisi, ed è assurdo continuare ad insistere. La Sindone ha avvolto un cadavere e le macchie di sangue ne sono una prova inoppugnabile. Le immagini ottenute con il bassorilievo hanno caratteristiche diverse da quelle sindoniche e chi non ha mai studiato direttamente la Sindone, come il dott. Garlaschelli, dovrebbe basarsi sui risultati ottenuti da chi invece la Sindone l’ha esaminata ed analizzata. Ma siccome questi risultati sono favorevoli all’autenticità e al dott. Garlaschelli ciò non piace, allora articoli magistrali come quello di John Heller e Alan Adler (Canadian Society of Forensic Sciences Journal, Vol. 14, No. 3, 1981, pp. 81-103) o quello di Eric Jumper e altri (Archaeological Chemistry III, ACS Advances in Chemistry n? 205, J.B. Lambert, Editor, Chapter 22, American Chemical Society, Washington D.C., 1984, pp. 447-476) devono essere ignorati o denigrati».
«Macché d’accordo, per carità! Ci vuole un buon coraggio ad affermare che chi distorce i dati sono i sindonologi autenticisti. Il bassorilievo, riscaldato, strofinato o verniciato che sia, è stato escluso da almeno trent’anni, da quando gli scienziati americani dello “Shroud of Turin Research Project” hanno pubblicato su prestigiose riviste scientifiche i risultati delle loro analisi, ed è assurdo continuare ad insistere. La Sindone ha avvolto un cadavere e le macchie di sangue ne sono una prova inoppugnabile. Le immagini ottenute con il bassorilievo hanno caratteristiche diverse da quelle sindoniche e chi non ha mai studiato direttamente la Sindone, come il dott. Garlaschelli, dovrebbe basarsi sui risultati ottenuti da chi invece la Sindone l’ha esaminata ed analizzata. Ma siccome questi risultati sono favorevoli all’autenticità e al dott. Garlaschelli ciò non piace, allora articoli magistrali come quello di John Heller e Alan Adler (Canadian Society of Forensic Sciences Journal, Vol. 14, No. 3, 1981, pp. 81-103) o quello di Eric Jumper e altri (Archaeological Chemistry III, ACS Advances in Chemistry n? 205, J.B. Lambert, Editor, Chapter 22, American Chemical Society, Washington D.C., 1984, pp. 447-476) devono essere ignorati o denigrati».
Dovesse scegliere una caratteristica delle tante misteriose di questa reliquia, qual è quella che la affascina di più, quella che più la convince della sua straordinarietà?
«La presenza dell’immagine. Non stupisce che un cadavere abbia macchiato di sangue il lenzuolo, ma che vi abbia lasciato la sua impronta. L’immagine è dovuta a degradazione per disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino. Essa è paragonabile ad un negativo fotografico ed è superficiale, dettagliata, tridimensionale, termicamente e chimicamente stabile. Non è stata prodotta con mezzi artificiali, non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è stata prodotta con un bassorilievo riscaldato o strofinato con sostanze coloranti. E’ priva di direzionalità e i suoi chiaroscuri sono proporzionali alle diverse distanze esistenti fra corpo e telo nei vari punti di drappeggio. Si può dunque ipotizzare un effetto a distanza di tipo radiante. Fino ad oggi, nessun laboratorio è riuscito a riprodurre artificialmente un’immagine che abbia tutte le caratteristiche di quella della Sindone, però interessanti esperimenti sono stati condotti presso l’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) di Frascati (Roma). Alcune stoffe di lino sono state irradiate con un laser ad eccimeri, un apparecchio che emette una radiazione ultravioletta ad alta intensità. I risultati, confrontati con la Sindone, mostrano interessanti analogie e confermano la possibilità che l’immagine sia stata provocata da una radiazione ultravioletta direzionale. Viene spontaneo pensare ad una forte luce, emessa dal corpo glorioso di Cristo al momento della Risurrezione».
«La presenza dell’immagine. Non stupisce che un cadavere abbia macchiato di sangue il lenzuolo, ma che vi abbia lasciato la sua impronta. L’immagine è dovuta a degradazione per disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino. Essa è paragonabile ad un negativo fotografico ed è superficiale, dettagliata, tridimensionale, termicamente e chimicamente stabile. Non è stata prodotta con mezzi artificiali, non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è stata prodotta con un bassorilievo riscaldato o strofinato con sostanze coloranti. E’ priva di direzionalità e i suoi chiaroscuri sono proporzionali alle diverse distanze esistenti fra corpo e telo nei vari punti di drappeggio. Si può dunque ipotizzare un effetto a distanza di tipo radiante. Fino ad oggi, nessun laboratorio è riuscito a riprodurre artificialmente un’immagine che abbia tutte le caratteristiche di quella della Sindone, però interessanti esperimenti sono stati condotti presso l’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) di Frascati (Roma). Alcune stoffe di lino sono state irradiate con un laser ad eccimeri, un apparecchio che emette una radiazione ultravioletta ad alta intensità. I risultati, confrontati con la Sindone, mostrano interessanti analogie e confermano la possibilità che l’immagine sia stata provocata da una radiazione ultravioletta direzionale. Viene spontaneo pensare ad una forte luce, emessa dal corpo glorioso di Cristo al momento della Risurrezione».
Giuliano Guzzo - Fonte
14 commenti:
Per il Venerdì Santo di oggi, 30 marzo 2018 - Riflessioni di Blaise Pascal
"Gesù soffre nella sua passione per i tormenti inflittigli dagli uomini ma nell'agonia [del Getsemani] soffre per i tormenti che egli stesso si infligge: turbare semetipsum. E'il supplizio di una mano non umana ma onnipotente e bisogna essere onnipotenti per resistervi.
Gesù cerca qualche conforto almeno presso i suoi tre amici più cari ma essi dormono; li prega di vegliare un poco con lui ma essi lo lasciano solo con la massima negligenza, mostrando una compassione così scarsa da non impedir loro nemmeno un'interruzione momentanea del sonno.
Così Gesù era abbandonato, solo, all'ira di Dio.
Gesù è solo sulla terra, che non solo prova la sua pena e la condivide ma anche ne ha coscienza: il cielo e lui sono soli in questo sapere.
Gesù è in un giardino, non delle delizie come quello del primo Adamo, che vi si perdette assieme a tutto il genere umano, ma in quello dei supplizi, nel quale si è salvato con tutto il genere umano.
Egli soffre questa pena e quest'abbandono nell'orrore della notte.
Credo che Gesù si sia lamentato in questa sola occasione, come se non potesse più contenere il suo debordante dolore: "La mia anima è triste sino alla morte" [Mt 26, 38]
Gesù cerca compagnia e conforto presso gli uomini. Mi sembra che ciò accada per la prima volta nella sua vita. Ma non ne riceve affatto, i suoi discepoli dormono.
Gesù sarà in agonia sino alla fine del mondo: non bisogna dormire durante tutto questo tempo. [...]
Gesù prega nell'incertezza della volontà del Padre e ha terrore della morte; ma avendola conosciuta, le va incontro e le si offre: "" Eamus. Processit"(Giovanni).
Gesù ha pregato gli uomini e non è stato ascoltato.
Mentre i suoi discepoli dormono, Gesù ha operato la loro salvezza. L'ha fatto per ciascuno dei giusti mentre dormivano, nel nulla anteriore alla loro nascita, e durante [i loro] peccati dopo che erano nati.
Egli prega una sola volta e umilmente che gli sia evitato il calice, e prega due volte che lo possa bere se necessario.
Gesù nel dolore [Jésus dans l'ennui - in senso antico "ennui" era anche: l'esser addolorati]
Gesù, vedendo tutti i suoi amici addormentati e i suoi nemici vigilanti, si rimette interamente alla volontà del Padre.
In Giuda non vede la sua ostilità ma il piano di Dio [che si attua], e la vede così poco da chiamarlo amico.
Gesù si strappa dai suoi amici per entrare nell'agonia; dobbiamo strapparci dai nostri cari e dai più intimi amici per imitarlo. [...]
Imploriamo la misericordia di Dio non perché ci lasci in pace nei nostri vizi ma perché ce ne liberi".
(B. Pascal, Lettres et Opuscules, Préf. et notes de J. Meranton, Lausanne, 1958, "Le mystère de Jésus", pp. 315 ss.) A cura di PP, libera tr. it. di PP.
POLONIA 25 milioni di fedeli si confessano per Pasqua
https://www.interris.it/religioni/25-milioni-si-fedeli25-milioni-di-persone-si-confessano-per-pasqua
L'importanza della Confessione ben fatta .
Da chi farsi confessare/giudicare prima che ci giudichi il Giusto Giudice ?
1) Oggi inizia la Novena alla Divina Misericordia .
2) Oggi Venerdì Santo si possono liberare 33 anime dal Purgatorio .
TI ADORO O CROCE SANTA
Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.
(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio.
Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. )
Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI).
Da: Il libro delle Novene - Ed. Ancilla
La Tv dei vescovi, TV2000, non sospende oggi (12,20-13,50) la sua telenovela. Senza commento. A.V.
Più sento denigrare il Cattolicesimo (anche dal suo interno), più divento Cattolico.
Anni fa, la "cattolica" Telesubalpina il Venerdì Santo trasmesse documentari sui surfisti sulle spiagge da sogno del Pacifico e danze folcloristiche hawaiane.
Scrissi una lettera al direttore, un salesiano che poi conobbi in seguito, persona buona e squisita.
Mi rispose che loro conoscevano i contenuti del pacchetto di programmi di un certo periodo, affidato ad un'azienda esterna e laica, ma non potevano decidere i tempi di ogni singola trasmissione.
A Guido:che cosa c'entra una TV di provincia con il fatto di TV2000? Crede che se fosse morto il papa avrebbero trasmesso la telenovela?
A.V
Hops, mi è scappato, trasmise, non trasmesse.
Stabat Mater dolorosa
https://www.youtube.com/watch?v=2IRfArKlcZ8
Tutto e' compiuto .
Ho sintonizzato 15 minuti orsono Padre Pio TV : stanno trasmettendo un documentario che tratta della sepoltura di Padre Pio .
Tra le altre cose viene inquadrato l'Altare NO che si presenta rivestito da una tovaglia preziosa ricadente lungo i lati , due candelieri e un crocifisso al centro dell'altare . Niente fiori . Era l'anno 1968 , desumo che dovesse essere mantenuto così in tutto l'orbe cattolico . Sappiamo come e' andata : via il Crocifisso dall'altare , via i due/tre candelieri per far posto a una/due misere ampolline , la tovaglia preziosa ricadente e' stata sostituita da una corta che a malapena copre l'area dell'altare . In alcuni Altari un bordomantovana trattiene la tovaglietta . E' così che prescrive la S.Chiesa Cattolica ? E' così che la Santa Chiesa Cattolica adagia , venera , adora , onora il Suo Salvatore ?
Questo mi ha fatto ripensare al vasetto di preziosissimo Nardo...
Dalla bella intervista sulla Sindone emerge la totale inattendibilità del CICAP, per nulla obiettivo e, quindi, non scientifico, ma ideologico.
Eppure passa come ente serio che "smaschera" le falsità.
In molti casi lo ha fatto e lo fa, ben venga.
Tuttavia, quando c'è di mezzo il Gesù storico, si vede subito la differenza tra gli scienziati veri e onesti, anche se atei, i quali danno atto del limite inspiegabile, e "scienziati" disonesti e mediocri, che arrivano a ogni bassezza pur di trovare qualcosa contro Gesù.
Il dr Garlaschelli fa parte di questa seconda categoria, riguardo alla Sindone ha usato e propagandato un trucchetto da ciarlatani, come quelli che smaschera, dimostrando di esser diventato lui stesso un ciarlatano, perche' il suo trucchetto è stato smentito da tutto il mondo scientifico serio.
Cosa non si fa per un briciolo di popolarità!
È semplicemente impossibile, anche oggi, colorare ogni singolo filamento di lino in modo da dare il negativo.
Del resto, se gli scienziati dell'ENEA hanno deciso di provare a riprodurre il fenomeno con i potentissimi macchinari attuali e le conoscenze scientifiche del terzo millennio, un motivo ci sarà.
E se anche lo riproducessero, dovrebbero anche spiegare come si sarebbe prodotto in un sepolcro di duemila anno fa, per giunta da sotto il velo.
Rimettiamo le cose nella giusta prospettiva:
Modo pratica di Recitare la Coroncina in pro delle Anime Purganti
Coroncina per le anime purganti
Ti adoro, o Croce + Santa
Coroncina alla Santa Croce, in suffragio alle Anime Purganti.
Si tratta di una pia pratica, benedetta e raccomandata dai Pontefici Adriano VI e Gregorio XIII.** E' ritenuta sentenza pia e probabile, una (un eventuale ipotetico "gradimento" di Paolo VI, di cui don Morselli non ha rinvenuto traccia veruna, deporrebbe a sfavore di tale pratica). tradizione, secondo la quale, il recitarla davanti ad un Crocifisso o ad una Croce, in giorno di venerdì, liberi (QUANTO MENO SUFFRAGHI, COMUNQUE DIA PARTICOLARI BENEFICI) cinque anime dal Purgatorio, tranne il venerdì Santo, giorno in cui ne libererebbe 33**.
Ci si serva di una normale Corona del Rosario.
DEUS in auditorium meum intende
r) Domine, ad adiuvandum me festina
Gloria Patri
Requiem
[sul grano grande] Pater Noster
sui grani delle Ave Maria, [facendoli scorrere come per le Ave
Maria], si recita 10 volte la seguente giaculatoria:
Ti Adoro, o Croce Santa, che fosti ornata dal Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta dal suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, o mio DIO, posto in Croce per me. Ti adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.
Requiem
Gloria Patri
Si ripeta cinque volte, completando così il giro della Corona e si concluda con cinque Ave Maria
ORAZIONE A GESU' CROCIFISSO
Eccomi o mio amato e buon Gesù, che alla Santissima Vostra Presenza prostrato, vi prego col fervore più vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, speranza, carità, dolore dei miei peccati e proponimento di non più offendervi; mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di
voi, o mio Dio, il santo profeta Davide: "Fodérunt manus meas et pedes meos dinumeravérunt omnia ossa mea", "Trapassarono le mie mani ed i miei piedi, contarono tutte le mie ossa"(Salmo XXI, 17-18).
Pater
3 Ave
Gloria
DIO ci benedica
Rafminimi
Grazie a lei Rafminimi per il bel contributo .
Al fine di riparare al mare di peccati che infetta il Corpo di Cristo e renderci piu' forti nella Fede sarebbe utile riscoprire anche le numerose Indulgenze ( cadute pressoche' in disuso ) messe a disposizione dalla Santa Madre Chiesa Cattolica per la gloria di Dio e il bene delle anime ..
Al bacio della Croce e alla recita di una preghiera e' legata l' indulgenza del Papa PIOXII nel Breve " Cum societatis" del 1946:
"Quando vedi una povera Croce di legno, da sola, disprezzata e senza valore ... senza Crocifisso, non dimenticare che quella Croce è la tua Croce quotidiana , il tuo conforto ..., è in attesa del Crocifisso che manca: e quel Crocifisso devi essere te stesso ".
(Cammino, 178 y 277).
Sono concessi cento giorni d'indulgenza per ogni volta che salutandosi l'un l'altro si dirà devotamente: “Sia lodato Gesù Cristo”, e si risponderà: “Sempre sia lodato”; che nella versione latina è: Laudetur Jesus Christus – Nunc et semper Papa SistoV .
A lei proseguire...
Nel 2015 ho visitato la Sacra Sindone a Torino,la stupenda reliquia che ha lasciato impresso in modo inspiegabile il volto di Nostro Signore; e ' stata un ' esperienza bellissima, il giorno dopo siamo andati alla Sacra di San Michele, anche questo un luogo molto spirituale e interessante.
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