Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 15 gennaio 2013

Liturgia: verso il precipizio?

France Catholique propone un bell'articolo apparso su The Liturgical Cliff, che riprendo perché ben riassume tutti gli attuali problemi liturgici ed è utile per conoscere le categorie mentali e spirituali dei nuovi cattolici post-conciliari... E in certo modo risponde agli interrogativi che ci poneva il ri-orientamento di Madison e le lacune che vi vedevamo. In fondo esso parla della cosiddetta "riforma della riforma", che qualcosa risolve, ma che non centra il vulnus principale dell'abbandono - e soprattutto dello scempio - operato sulla Liturgia antica. Vengono espresse sentite esigenze di centrare nuovamente la spiritualità su un culto solenne; ma senz'alcun cenno al fatto che sarebbe molto semplice riscoprire il rito di sempre in tutte le sue ricchezze mistiche e dottrinali... Sembra un'analisi ed una prognosi piuttosto chiara su certi aspetti ma carente su altri. Di conseguenza anche la cura non risulta risolutiva. Ma è interessante verificare i dati di fatto di cui chi ha occhi per vedere non può non essere consapevole. E tuttavia non è solo questione di recuperare il senso della Presenza Reale del Signore; ma soprattutto il senso autentico del Suo Santo Sacrificio, di cui in questo articolo non si fa alcun cenno...
Del resto abbiamo visto proprio in recenti riflessioni come il Santo Sacrificio del Signore abbia perso la sua centralità proprio nella Sacrosanctum concilium, nel momento in cui riprende la Mediator Dei, senza la proposizione di partenza, quella che dà senso alla conclusione, conseguentemente codificata monca.
[Qui un interessante commento di Baronio, sul Blog Opportune Importune]

Benedetto XVI celebra una Messa ad Oriente
I sostenitori di una forma di celebrazione della Messa più degna e decorosa — l’autore si situa tra essi — non cessano di sognare la tale o la tal'altra riforma che riorienti la liturgia, per riprendere le parole del Padre Richard John Neuhaus, verso la Presenza Reale di Dio allontanando il popolo dal timor di Dio. Per utili che siano le riforme puntuali o globali, esse non avranno alcuna efficacia fintantoché lo stesso spirito della Messa non si sarà evoluto come indica crudamente Padre Neuhaus. Ma l'idea di ricentrare l'atteggiamento spirituale attuale su un culto solenne induce il timore d'un "precipizio liturgico" nel quale ben pochi pastori hanno voglia di spingerci.

Dopo oltre quarant'anni le parrocchie Cattoliche per la maggior parte hanno distorto la celebrazione della Messa credendo di stimolare il fervore del Popolo-che-ha-timor di Dio. Si voleva la Chiesa, secondo una tendenza culturale, come luogo più accogliente e amichevole. Si sono allora posti comitati di accoglienza all'entrata e, nel caso in cui non si sentisse ben accolti, il lettore-animatore ci invitava a salutare i nostri vicini prima dell'inizio della Messa. La musica — e la scelta degli strumenti — sono destinati a noi, a noi, non a Dio, in modo che la celebrazione ci appaia carica di significati, per noi, i fedeli. Che Dio, oggetto della nostra venerazione, apprezzi queste scelte, la minore delle nostre preoccupazioni.

Ma in ingrediente ben più serio — e più dannoso — di questo approccio centrato sul popolo si trova nel rapporto che si è sviluppato nel corso della Messa tra celebrante e fedeli. I Cattolici si aspettano che il celebrante li trascini sia per il suo modo di celebrare che per la sua omelia. E' su questi due punti che, a torto o a ragione, si giudicano i preti, Per definizione, il prete è il mediatore incaricato di condurre il popolo verso Dio. Ed ora, egli è ridotto al ruolo di animatore o di "agevolatore" per la scienza religiosa riservata al popolo, ciò che Benedetto XVI definisce come "un cerchio auto-centrato". I preti, consapevoli di questa dinamica precaria, hanno l'impressione di non aver altra scelta che dare ai fedeli  ciò che essi sono venuti a cercare — una Messa adattata alle loro attese, o per lo meno ai loro bisogni   così come li hanno definiti i liturgisti di quarant'anni fa. Ogni cambiamento porta con sé dei rischi, e innanzitutto il rischio di avere i banchi deserti. E anche se un prete volesse assumersi dei rischi, altri fattori — la corale, gli altri vicari, la venuta di celebranti stranieri, le fanciulle-coriste — gli complicherebbero maggiormente il compito.

In queste condizioni, voler riorientare la Messa verso Dio forma un precipizio liturgico  — un ritorno di fiamma da parte di fedeli che non si sentono coinvolti che da una liturgia interamente centrata su loro stessi. E il precipizio è ancor più ripido e più oscuro perché questi Cattolici non tollerano che si critichi la loro preferenza per una messa centrata su di loro. Essi sono stati spinti in questo modo di celebrare da alcuni auto-proclamatisi guide che mantengono fermamente le redini e non demordono — né si cerca di uscirne.

Ci sono due metodi infallibili per far inalberare un Cattolico praticante medio : la Messa in latino e la celebrazione rivolti a Dio piuttosto che ai fedeli. Ironia della sorte — e affliggente effetto della liturgia centrata sui fedeli — il Vaticano II chiama i fedeli a conoscere e cantare l'ordinario della Messa in latino.  Non è affatto in questione l'orientamento dell'altare di fronte ai fedeli. Infatti, il Vaticano II dà per scontato che celebrante e fedeli siano rivolti nello stesso senso, come hanno fatto per circa duemila anni. Come ritrovare la Messa convenientemente centrata su Dio senza spingere i fedeli nel precipizio ? Per niente facile. Benedetto XVI ha riconosciuto i danni occorsi nel praticare una tale transizione. "Niente sarebbe più nocivo alla liturgia che un'attivismo incessante, anche in nome di un autentico rinnovamento."

Il Movimento Liturgico fine XIX - inizio XX secolo aveva l'ambizione di risvegliare i fedeli al sublime splendore della Messa e si supponeva che il Vaticano II ne fosse il culmine. Ma con il "Novus Ordo Missae" scaturito dal Concilio il Movimento Liturgico si è sfasciato senza aver mai raggiunto il suo scopo. Se prima del Concilio lo spirito della Messa era nascosto ai fedeli dal sovraccarico di regole e di devozioni ostentatorie, come rilevava Benedetto XVI, ormai questo stesso spirito spariva sotto un culto centrato sul credente. Il Santo Padre intende promuovere un nuovo movimento liturgico, necessario per ristabilire il carattere Sacro della Messa. La nuove versione in Inglese [pubblicata verso la fine del 2012] assegna un colpo magistrale, in questo senso. Essa ristabilisce il linguaggio sacro senza turbare la tendenza spirituale centrata sul popolo alla quale siamo stati abituati — il precipizio è aggirato.

La tappa successiva consisterà nel riorientare l'attuale spiritualità dei fedeli verso Dio. Saranno necessarie una serie di omelie e di insegnamenti secondo un semplice tema : la Messa non appartiene a noi, appartiene a Dio. È solo inserendo questo tema elementare che si sfuggirà alle difficoltà e alle noie che ci gettano sul precipizio liturgico. Allora, solamente allora potranno essere portate a buon fine riforme sensate. E allora, soltanto allora, il popolo dal timor di Dio prenderà piena coscienza della Presenza Reale di Dio.

16 commenti:

viandante ha detto...

Ecco a cosa porta la partecipazione attiva se non intesa come i papi preconciliari la intendevano: una palla al piede senza più nessun legame con l'essenza della Messa.

Marco P. ha detto...

Mi sembra che, come sottolinea Mic, l'articolo prenda atto della situazione disastrosa (che solo chi è accecato dalla ideologia può non vedere), però quello che propone è zoppo, monco, debole, bolso, destinato al fallimento.
Infatti parla di "aggirare" il precipizio per timore di turbare la "spiritualità" centrata sul popolo attraverso un ristabilimento del linguaggio del sacro, e poi in un secondo momento riorientare i fedeli, ri-educati tramite il linguaggio, ad una spiritualità teocentrica.
Terzo passaggio fare riforme "sensate".
Partendo dalla fine io sostengo che riforme non sono necessarie, c'è già tutto quanto serve e in termini di linguaggio del sacro e per il teocentrismo ed è la S. Messa di S. Pio V, la S. Messa cattolica ed apostolica, l'opera di Dio. Se gli uomini vogliono sostituirsi a Dio e pensano di risolvere i problemi da loro creati con soluzioni da loro pensate, peccano come sempre di superbia e sono destinati al fallimento.
Cambiare il linguaggio ritornando al linguaggio del sacro ma senza i contenuti (teocentrismo) può solo condurre ad una sterilità spirituale, ad un formalismo arido di cui l'antropocentrismo si approprierebbe come ulteriore passo verso il suo ulteriore consolidamento.
Solo con l'umiltà di capire l'enorme drammatico errore dettato dall'orgoglio di avere voluto fare da soli, voltando le spalle al Signore si potrà iniziare a rivedere la luce, ma questa umiltà va chiesta con preghiere incessanti al Cielo.

Cesare Baronio ha detto...

Il mio commento all'articolo è qui:
http://opportuneimportune.blogspot.it/2013/01/abyssus-abyssum-invocat.html

Vedete voi se pubblicarlo o se inserire solo il link di rimando.

Grazie!
Baronio

Gederson Falcometa ha detto...

Off-Toppic:

Don Müller pensa nella creazione di un ordinariato Luterano, guarda:

http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=13702

Anonimo ha detto...

Per Baronio,
Ho messo direttamente dall'articolo il link al tuo interessante ed esaustivo commento da cui stralcio:

"" A nostro parere sarebbe un errore, con artificio non dissimile da quello che creò il Novus Horror, inventare una terza Messa intermedia, figlia della Liturgia Romana e del rito riformato: erunt novissima pejora prioribus. Questa insana idea, fatta incautamente propria anche da eminentissimi esponenti della Curia Romana, creerebbe una chimera che unirebbe le perfezioni del Rito tradizionale alle deviazioni della liturgia conciliare. Quand'anche essa fosse un monumento di ortodossia, eretto a propugnacolo della Tradizione cattolica, non potrebbe nascondere i natali illegittimi, che sono invece alieni alla preghiera ufficiale della Chiesa. Rimproverare al nuovo rito di essere stato concepito a tavolino - secondo l'espressione del Pontefice - a nulla varrebbe, se oggi si adottassero analoghi metodi per inventarne un altro in vitro.

D'altra parte, tante e tali sono le deviazioni dottrinali del momento presente, tale la aperta disobbedienza e indocilità della Curia e dell'Episcopato rispetto a tematiche simili - applicazione del Motu Proprio, correzione dell pro multis nelle traduzioni vernacolari, amministrazione della Santa Comunione ecc. - che sarebbe da irresponsabili esporre la Chiesa al rischio di veder ulteriormente tradita l'ortodossia cattolica, a vantaggio del dialogo ecumenico e delle istanze mondialiste della Massoneria, certamente non meno presente al suo interno di quanto non lo fosse durante e dopo il Concilio. Riunire un'ennesima Commissione liturgica per redigere un ennesimo Messale porterebbe allo scatenarsi di tutte le potenze nemiche, per dare il colpo di grazia alla già martoriata Sposa di Cristo. ""

Cesare Baronio ha detto...

Ancora, ancora un altra trovata della setta conciliare che rasenta l'assurdità: un Ordinariato per i Luterani, i quali - come ognun sa - non sono fedeli Cattolici di un particolare rito o di una specifica sensibilità liturgica, né scismatici, ma veri e propri eretici.

E invece il Prefetto della Suprema Sacra Congregazione del Sant'Uffizio, lege per la Dottrina della Fede, non ha nulla di meglio da proporre per la difesa dell'ortodossia se non quella di creare un ennesimo baraccone in cui accogliere i Protestanti che vogliono unirsi a Roma, si immagina senza rinunciare alle proprie eresie. Tant'è vero che nell'articolo che riporta la notizia, si dice espressamente che essi considerano Lutero come un riformatore della Chiesa, e che la Grande Babilonia di Roma abbia realizzato queste riforme con il Concilio Vaticano II.

Si troveranno in ottima compagnia con mons. Muller, che con essi condivide la negazione della Presenza Reale e della Verginità di Maria Ss.ma, Madre di Dio. E potranno celebrare quella Messa che, non facendo parola del Santo Sacrificio dell'altare, li autorizza a considerarla al pari della loro Cena.

C'è da chiedersi come abbiano fatto i tanti Luterani che prima del funesto Conciliabolo di Roma hanno abiurato i loro errori e sono rientrati in comunione con Santa Madre Chiesa.

Cos'altro partorirà la fervida mente dei novatori, prima che si abbatta la Collera divina sulla Chiesa, diventata sede dell'Anticristo, secondo le profezie di Nostra Signora a la Salette?

murmex ha detto...

gentile Baronio, ho letto il suo articolo sul suo sito,ma non riesco a mettere lì il commento.Le sue argomentazioni mi convincono,l'unico dubbio è questo:pur date per scontate tutte le deviazioni nella genesi del novus ordo,il fatto della promulgazione papale non le ricopre col manto dell'infallibilità,essendoci la materia di Fede e la volontà di obbligare?

Anonimo ha detto...

Sul fantomatico Ordinariato Luterano e Müller, penso si tratti di una esternazione estemporanea. D'altronde è stata fatta in una libreria in una circostanza del tutto occasionale.

Non credo possano arrivare a tanto. Se così fosse sarebbe davvero la goccia che fa traboccare un vaso già fin troppo colmo!

Cos'altro partorirà la fervida mente dei novatori, prima che si abbatta la Collera divina sulla Chiesa, diventata sede dell'Anticristo, secondo le profezie di Nostra Signora a la Salette?

Qui ci andrei un attimo più cauta, Baronio... La dichiarazione del Prefetto della DCF di certo anticristica è, se pensa di accogliere in seno alla Chiesa gli eretici come se niente fosse. Intanto bisognerebbe vedere cosa ne pensa il Papa, del quale ricordo alcune dichiarazioni - mi pare a Erfurt e che cercherò - che non vanno di sicuro in questo senso. E del resto, come potrebbe!

Dunque, da qui a dire che la Chiesa è già ora sede dell'Anticristo, mi pare francamente eccessivo!

Anonimo ha detto...

... certo che quella di Muller, se la sua dichiarazione è riportata fedelmente, che i luterani considerano il concilio come il compimento della riforma che voleva Lutero, oltre ad una grossa provocazione, non è che la conferma della deriva neo-protestante che riscontriamo nella Chiesa...

hpoirot ha detto...

Questa proprio non l'ho capita...

Non è affatto in questione l'orientamento dell'altare... il Vaticano II dà per scontato l'essere rivolti ad Deum, come hanno fatto per circa duemila anni...


Tenuto conto dei due seguenti testi:

1) "Articolo 14" della CEI sui "Principi e norme per l'uso del Messale Romano"

Art 14: "L’ altare fisso della celebrazione SIA UNICO E RIVOLTO AL POPOLO. Nel caso di difficili soluzioni artistiche per l’'adattamento di particolari
chiese e presbitèri, si studi, sempre d’ intesa con le competenti Commissioni diocesane, l’'opportunità di un altare «mobile» appositamente progettato e
definitivo. Se l'’altare retrostante non può essere rimosso o adattato, non si copra la sua mensa con la tovaglia..."


2) punto 299 dell'Ordinamento Generale del Messale Romano

299. L'’altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno E CELEBRARE RIVOLTI VERSO IL POPOLO: la qual cosa è conveniente
realizzare ovunque sia possibile.
L'’altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l'’attenzione dei fedeli. Normalmente sia fisso e dedicato.


Mi chiedo come si fa a dire che il CV2 non ha voluto girare gli altari. Chi me lo spiega mi fatun favore...

Quindi Paolo VI, GPII e BXVI hanno anche loro disobbedito al santo concilio, ogni volta che hanno detto la bugni-messa coram Popolo... ridicolo!





Marco ha detto...

La dichiarazione del Prefetto della DCF di certo anticristica è, se pensa di accogliere in seno alla Chiesa gli eretici come se niente fosse. Intanto bisognerebbe vedere cosa ne pensa il Papa

Di eretici dentro la Chiesa ce ne sono già a iosa: forse i neocat, ad es., sono anche peggio dei luterani! Eppure, il papa non è loro avverso.

Murmex, inoltre, pone un problema che forse è "il" problema, risolto dai sedevacantisti ma non da tutti gli altri "tradizionalisti".

Cesare Baronio ha detto...

Rispondo a Mumex, che dice:

Le sue argomentazioni mi convincono,l'unico dubbio è questo:pur date per scontate tutte le deviazioni nella genesi del novus ordo,il fatto della promulgazione papale non le ricopre col manto dell'infallibilità,essendoci la materia di Fede e la volontà di obbligare?

La promulgazione papale di un rito lo rende certamente valido (fatta salva la inalterata sostanza del Sacramento, ossia la formula di consacrazione) ma non lo rende per questo meno equivoco, né può abrogare un rito millenario.

Se vuole ne possiamo discutere più approfonditamente. Per mandare commenti sul mio blog basta scrivere nel riquadro in basso e selezionare dal menù a tendina a fianco "Commenta come" una delle differenti opzioni di autenticazione, ivi compresa, se vuole, "Anonimo".

B.

Anonimo ha detto...

Di eretici dentro la Chiesa ce ne sono già a iosa: forse i neocat, ad es., sono anche peggio dei luterani! Eppure, il papa non è loro avverso.

Credo che il Papa si preoccupi della sorte di molti 'piccoli' e sta cercando di correggere quel che sarà possibile. Certo che per come sono andate le cose nel corso degli anni, abbiamo assistito all'escalation - favorita da innumerevoli sponsorizzazioni curiali illustri - del potere di questa lobby, ché tale appare, che rinnega la Tradizione ed è già dir tutto.


Colgo l'occasione per ribadire che non intendo cambiare registro nel mio percorso di servizio alla Chiesa e al Signore. Non intendo consentire che l’urgenza e la gravità della situazione mi e ci tarpino le ali e tolgano ampiezza al nostro respiro. La determinazione, più che negli epiteti come "setta", Anticristo, soluzioni sedevacantiste e compagnia intendo versarla nella perseveranza fedele nella Chiesa, che è una ed è santa e penso bisogna amarla soprattutto e di più quando, come oggi appare, è, brutta e sporca. Non intendo lasciarmi portare in trincee sospette - piene di zelo che rischia di diventare amaro che colgo in tanti post che non pubblico - anche se si fregiano del titolo di ‘piccolo resto’.

Anonimo ha detto...

i guai però cominceranno quando questa Chiesa, che tutti vogliamo amare, ci costringerà ad amare il peccato e l'eresia, visto che
-il peccato non esiste più e nessuno deve convertirsi di nulla
-l'eresia è non solo accolta, ma viene detto agli eretici "la chiesa ha bisogno di voi!"

quindi non di santi, eroici nelle virtù, ma di eretici....
e allora che significherà a quel punto "amare la Chiesa" ? coinciderà con l'amare Cristo=amare tutte le iniquità ed empietà che nessun pastore più condannerà ?
questo è semplicemente l'inizio di un certo spirito anticristico, che ci porterà dritti all'abbraccio con colui che usurperà il posto del Signore, per il tempo stabilito.
Per ora assistiamo alle prove tecniche di quella "venuta" prevista: questa è realtà in atto, oggettiva, non ha bisogno di alcun tiupo di zelo per essere osservata (come rilevava anmche Marco), ma solo gli occhi aperti.

Anonimo ha detto...

Per ora assistiamo alle prove tecniche di quella "venuta" prevista: questa è realtà in atto, oggettiva, non ha bisogno di alcun tiupo di zelo per essere osservata (come rilevava anmche Marco), ma solo gli occhi aperti.

Sono d'accordo su tutto, ma nessuno potrà costringere né noi né altri ad amare il peccato.

Per quanto mi riguarda non posso fare a meno di continuare a tener gli occhi aperti e a soffrire, a denunciare e, soprattutto a parlare di ciò che è cattolico e quindi diffonderlo.

Ma non mi sento di lanciare anatemi contro la Chiesa; mi limito a denunciare e contraddire quanto certi uomini di Chiesa, purtroppo sempre più numerosi vanno dichiarando.

Non penso che raggiungerei più persone lanciando anatemi piuttosto che formulando messaggi chiari ed equilibrati. Ho i miei momenti di sdegno e anche di sofferenza; ma poi ritrovo la serenità ed è questa che cerco di trasmettere insieme a quel po' che 'conosco' della verità.

Custos, quid de nocte? ha detto...

“Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell?”
«Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?».
La sentinella risponde:
«Viene il mattino, se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!». (Isaia)

Nel cuore della notte è venuto e viene il Figlio di Dio.