Mi spiace non poter dire la mia perché, nonostante me lo fossi prefissato, non sono riuscita ad andare a vedere il film. Pubblico questa recensione di un amico, che conosco obiettivo e amante della Tradizione. Noto una visuale in parte critica su alcuni aspetti. Ma penso sia giusto prenderla in considerazione e farne oggetto della discussione. Leggerò voi, in attesa di dire la mia quando avrò visto il DVD.
Lunedì sera con alcuni amici sono andato a vedere il film-documentario sulla vita di mons. Lefebvre. Mi aspettavo di trovare solo quattro gatti corrucciati del partito lefebvriano e invece nella sala strapiena vedo molte persone in piedi, molti giovani, molti sacerdoti e religiosi e... molto pop-corn. La Fraternità è molto più viva e normale di quanto ci venga normalmente dipinta dai c.d. "vaticanisti".
Invito chi fosse interessato all'acquisto del DVD a entrare in questo link.
Lunedì sera con alcuni amici sono andato a vedere il film-documentario sulla vita di mons. Lefebvre. Mi aspettavo di trovare solo quattro gatti corrucciati del partito lefebvriano e invece nella sala strapiena vedo molte persone in piedi, molti giovani, molti sacerdoti e religiosi e... molto pop-corn. La Fraternità è molto più viva e normale di quanto ci venga normalmente dipinta dai c.d. "vaticanisti".
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Speravo che il film trattasse almeno tre punti importantissimi per far comprendere l'opera di mons. Lefebvre e cioè:
- perché ha lottato
- perché dal 1974 ha portato avanti la Fraternità Sacerdotale San Pio X nel momento in cui la Santa Sede gliel'ha sciolta
- perché nel 1988 ha voluto ordinare quattro vescovi nel momento in cui la Santa Sede gliene stava concedendo uno
Sviluppare questi soli tre punti significa rendere ragione di tutto e spazzar via le ridicole categorie giornalistiche e curiali (come "FSSPX contro Roma" e "i picchiati del latino").
Ebbene: il primo punto è stato chiarito bene ma gli altri due punti sono stati affrontati in un'imbarazzante volata.
Il film-documentario ha dato ampio spazio alla vita di mons. Lefebvre raccogliendo testimonianze sulla sua santità fin dall'infanzia. Il film parrebbe infatti suggerire: data la santità di vita e le circostanze, le ordinazioni illecite erano il risultato della necessità. Ma questa è una tesi debole che come minimo firma cambiali in bianco: come mai lo stato di necessità ce l'ha solo mons. Lefebvre? come mai solo mons. Lefebvre è sufficientemente santo da giustificargli le ordinazioni illecite? il precedente creato potrebbe essere usato per difendere qualche altro progetto?
Per questo è necessario chiarire con onestà quei tre punti.
Il primo lo ha chiarito mons. Lefebvre stesso quando in un'omelia dice:
“Ora io faccio (…) un’opera in tutto simile a quella che ho compiuto per trent’anni [di vita episcopale] ed ecco che, improvvisamente, sono sospeso a divinis, magari fra un po’ scomunicato, separato dalla Chiesa, rinnegato, che so? E’ possibile? Forse che quello che ho fatto per trent’anni era pure suscettibile d’una sospensione a divinis? Penso, al contrario, che se in passato io avessi preparato dei seminaristi come lo si fa oggi nei nuovi seminari, io sarei stato scomunicato. Se allora avessi insegnato il catechismo che s’insegna nelle scuole, mi avrebbero considerato eretico. E se avessi detto la Santa Messa come la si dice ora, mi avrebbero considerato sospetto d’eresia, fuori dalla Chiesa…”
In questo è semplicemente impossibile dargli torto. Il card. Ratzinger dirà le stesse identiche cose pochi giorni dopo la scomunica del 1988. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Il film praticamente non chiarisce per niente il secondo punto: quali sono gli inoppugnabili motivi per cui non si poteva ubbidire alla Santa Sede e confidare nella Provvidenza? Non nutro troppi dubbi che esistano: esigo però che vengano esibiti, in modo da non ridurre tutto ad un comodo sentimentalismo del tipo: "Roma invariabilmente cattiva, Lefebvre invariabilmente buono". Maggiore è la stima che si ha per mons. Lefebvre e maggiore dev'essere la pignoleria nell'esporre le ragioni che hanno convinto mons. Lefebvre anche di fronte a quella tutt'altro che inattesa "sospensione a divinis". Le questioni importanti non si liquidano con gli slogan o col vittimismo.
Il film chiarisce solo parzialmente il terzo punto. Anzitutto per lo scandalo dell'incontro interreligioso di Assisi del 1986. Ma molto più col riportare uno scambio tra mons. Lefebvre e "Roma": "ordinazioni a giugno 1988 - no, più in là - all'Assunzione - no, più in là - al 15 settembre - no, più in là - a Natale - no, più in là - ma aspettate mica che io muoia? li ordinerò il 30 giugno!"
Se esiste una prova che le cose siano andate così, la si esibisca subito, per amor di verità! Se è stato solo uno scambio verbale, si presentino i motivi innegabilmente ragionevoli per cui mons. Lefebvre doveva considerare credibile ed ineludibile quel rinviare alle calende greche. O è forse indispensabile credere preventivamente e aprioristicamente alla santità di Lefebvre per poter considerare necessarie le ordinazioni illecite? C'è forse bisogno di presupporre che "Roma" equivalga al demonio? Su, siamo onesti: la stessa omelia delle ordinazioni finisce per descrivere tutto come il pio desiderio di mons. Lefebvre, che se invece avesse atteso solo per un altro mese e mezzo ("la prossima festa mariana", come promesso da Giovanni Paolo II: ma questo il film non lo dice) avrebbe potuto dimostrare concretamente chi è che faceva il gioco delle tre carte e porre la questione della Tradizione (e di conseguenza la posizione della Fraternità) sotto una luce totalmente diversa.
E invece il film tace, soprassiede, vola spedito. C'è forse qualcosa di vero che non conviene evidenziare, o qualcuno che non bisogna offendere? Il film intende forse far leva sul fattore emotivo? Sono pronto a ricredermi, ma nel mio caso non è affatto la leva adatta.
Per quanto sopra esposto considero il film dannoso per la causa della Fraternità Sacerdotale San Pio X, perché involontariamente finisce per portare acqua al mulino sbagliato. Tace - non sempre per amor di sintesi - dettagli scabrosi, come ad esempio il fatto che mons. Lefebvre fino al 1974 avesse accettato alcune variazioni liturgiche successive al 1962 (lo dice Tissier de Mallerais nella sua biografia). Coerente con l'omelia del 30 giugno 1988, il film sembra temerariamente sottintendere che la Tradizione coincida totalmente con la Fraternità, inutilmente esponendo quest'ultima alla facile accusa di essere autoreferenziale. Sarebbe forse questo un servizio alla verità?
21 commenti:
che schifo di commento...
http://doncurzionitoglia.net/2013/01/24/177/
Segnalo questo importante lavoro, che mette in luce l'attuale "scollamento" della FSPX
scollato dalla realtà è don Nitoglia che sottolinea solo quello che asseconda la sua tesi. Che lo stesso Fellay abbia rifiutato il compromesso dottrinale, non lo vuole vedere nemmeno ora che Roma si acccinge a ricondannare la FSSPX e che Di Noia ha scritto che in questi anni di colloqui le posizioni dottrinali sono rimaste invariate.
Sul film, la recensione va troppo in là. Si tratta pur sempre di un film, che non può e non vuole entrare in dettagli polemici spinti, e che ovviamente sottolnea alcuni aspetti. Il Lefebvre dottrinale è molto presente, lo si sente parlare duramente della libertà religiosa per esempio, si spiega decentemente il problema della collegialità e della Messa, etc. Ripeto, tutto a livello di un film, non di un trattato. Mi pare un ottimo sussidio per introdurre il discorso. La necessità del 1988 è quella di mantenere la fede contro errori chiaramente descritti, aventi come culmine Assisi. La piega agiografica è inevitabile, ovviamente
L`autore di questo articolo sarà un amante della Tradizione, ma per certo non è un ammiratore di mons. Lefebvre, la sua recensione del film non mi sembra oggettiva, riflette piuttosto le sue opinioni che è libero di avere ma che sono opinabli, avrei preferito una semplice descrizione del film e non una critica che sembra rivelare dei pregiudizi ben radicati, ho letto ben altre recensioni, su siti e blog francesi.
ma che bravo l'autore a fare processi di intenzioni a Mons.Lefebvre per condannarlo se non ci tira fuori le prove assoolute.
Quale GPII avrebbe certamente dato un vescovo (peraltro insufficiante) alla SPX dopo che l'hanno perseguitata, vietata e menata per il naso per anni?? Forse lo stesso GPII che pochi mesi prima delle ordinazioni di Ecône guistificava AssisiI davanti alla Curia dicendo
"Ora non capite questo grande momento ma la riunione di Assisi sarà per le generazioni future un chiaro esempio, una catechesi vivente dell'autentica interpretazione dell'ecumenismo voluto dal CV2"
(e poi siamo qui a cercare la giusta interpretazione... )
Bravi! continuate a filtrare i moscerini a Lefebvre mentre ingoiate da 40 anni impossibili camelli vaticani...
Un commento del genere squalifica in toto questo blog.
Io ho trovato il film meraviglioso, da faticare a trattenere le lacrime. Poi se c'è qualche "nato stanco" (sic!) che non riesce a vedere al di là dei suoi occhiali polemici e percepire che questo film non è altro che il racconto della vita di Mons. Lefèbvre invece che una spiegazione del perché ha compiuto ciò che ha compiuto (sul quale il "nato stanco" dovrebbe scollare il sederino e leggere le pubblicazioni esistenti), è un suo problema, che non ha il diritto di imporre arrogantemente agli altri.
Mettiamo che il vescovo veniva conceso. Si faceva il nome di Dom Gerdard Calvet. E poi?
Lo lasciavano a fare la mayonese, come hanno fatto?
Un commento del genere riporta una voce tra le tante, peraltro non totalmente negativa.
E dunque va preso come voce in parte critica e, nel caso, discusso nei punti dove non si è d'accordo, magari offrendone anche i motivi secondo la propria valutazione.
Gentilissima Mic,scusa l'OT ma potresti postare questa richiesta di aiuto economico dei Benedettini dell'Immaccolata di Imperia? Meritano davvero di avere un pò di aiuto adesso che stanno crescendo e hanno bisogno di spazio!
Avessero anche gli altri ordini problemi del genere! E poi - proveniendo da Le Barroux - sono molto tradizionali (solo VO e breviario antico) ma poco conosciuti rispetto anche ai "cugini" di Norcia.
Grazie!
Qui il link:
http://benedettini-immacolata.blogspot.it/
Non sono daccordo con questo commento che ha la pecca di fare le pulci e di fare un processo alle intenzioni.
Ripeto ho visto il film e lo apprezzo moltissimo anche per la obbiettività.
Certo è un film e quindi non può essere un trattato di storia, tuttavia riassume molto bene le cose.
don bernardo
A me e ai miei famigliari il film é piaciuto e abbiamo avuto la possibilità di conoscere una persona in vari frangenti della sua vita e di apprezzarne la personalità. Questi aspetti non sono fattori secondari e comunque il mezzo comunicativo scelto é quello più idoneo a metterli in evidenza.
Le problematiche dottrinali si possono facilmente leggere e anzi i documenti scritti sono in questo più precisi di un film.
Credo che il recensore si é accostato al film più coi suoi desideri che con l'animo pronto a gustare ciò che veniva offerto.
Io ho apprezzato il film-documentario.
Effettivamente sono gli echi che ho avuto da chi ha visto il film che ritracciava la vita di Monsignor Lefebvre, echi positivi da persone che non sono membri della FSSPX ma che hanno avuto il desiderio di meglio conoscere la vita di una persona di cui tanto è detto, spesso in termini offensivi, spesso vilipendiata.
Non credo fosse negli intenti dei suoi autori di fare di quel documentario uno strumento di polemica, contro qualcosa o qualcuno, ma PER meglio far conoscere Mons. Lefebvre, sembra che ci siano riusciti!
Caro HP, capisco la tua reazione, ma come vedi siamo in molti a non essere d`accordo con l`autore del thread!
Vedendo lo scempio dottrinale e liturgico, lo stato pietoso nel quale si trova il sacerdozio, non solo con la crisi di vocazioni autenticamente cattoliche ma anche con dei"sacerdoti" che fanno e dicono cose che non possono che essere definite eretiche, e che ciò malgrado sono tollerati e quasi mai sanzionati, sono sempre più numerosi i cattolici che cercano di andare alla fonte di un tale sfacelo, facendolo, incontrano anche Mons. Lefebvre e la sua battaglia per salvare la Liturgia e il sacerdozio, leggono e ascoltano certe sue parole che possono essere definite profetiche su ciò che sarebbe successo e che È successo nella Chiesa, poi c`è stato quell`atto di una grande gravità e il resto lo conosciamo.
L`interesse che ha suscitato il documentario presso anche, e forse sopratutto, presso i giovani è sintomatico delle domande che molti sempre più si pongono e del malessere che è vivo in chi vede la fede cattolica così aggredita e non difesa. e ne soffrono.
Immaginiamo un film sulla vita di san Pio da Pietrelcina in cui, per evitare polemiche, venga totalmente escluso tutto ciò che riguarda il suo ministero sacerdotale. Io scriverei una recensione identica a questa.e i fedeli di padre Pio mi aggredirebbero allo stesso modo: "che schifo di commento - la recensione va troppo in là - ma che bravo fai processi alle intenzioni - occhiali polemici - mayonese..."
Tanti che si dicono tradizionalisti sguazzano nell'errore modernista di sottomettere la ragione al sentimento.
Nato stanco, la sua recensione non è piaciuta a chi ha commentato, ma sono sicura che non ne è stupito.
Altri avranno la sua stessa reazione.
E ognuno ha avuto ragione di dire la sua.
Sono una cattolica, non mi piacciono le etichette ma diciamo che sono tradizionalista eppure, mi creda, non ho affatto sottomesso la mia ragione al sentimento, ho solo un`opinione diversa dalla sua, in fondo altri potrebbero dire che è lei ad aver sottomesso la sua ragione ai suoi sentimenti, io direi, più semplicmente, che lei è andato a vedere quel documentario con un`idea preconcetta di come avrebbe dovuto essere, di quel che doveva essere detto, di ciò che secondo lei doveva essere mostrato, insomma, la sua attesa è stata delusa, posso capirlo.
Ma se si va con un`idea e un`attesa ben precise, e si resta fissati su di esse, se sono deluse, la tentazione è facile di accusare o criticare, ma in definitiva si è forse semplicemente passati a lato del documentario, di quel che ha voluto dire, della motivazione e degli intenti di chi lo ha fatto.
Ed è peccato.
Non crede?
Complimenti a "nato stanco" (sic!), il quale, invece di motivare le sue posizioni, si permette di dare del modernista a persone che nemmeno conosce e pestare i piedi perché qualcuno gli ha rotto la sua bella macchinina.
Proprio bello, grande maturità, complimenti.
Ad uso di chi non ha visto il documentario, vorrei riassumerlo in breve.
Il film è, se si può dire così, la trasposizione cinematografica del libro "Marcel Lefèvre, une vie" scritto da Mons. Tissier de Mallerais; ne ricalca, infatti, la struttura e gli argomenti.
Seguendo la vita di Monsignor Lefèbvre, ascoltiamo molti commenti di chi l'ha conosciuto, dai compagni di scuola, ai suoi fedeli africani che ancora lo ricordano con affetto.
La parte che mi ha impressionato di più è stata, ovviamente, la parte sul concilio e sulla resistenza organizzata con il Coetus Internationalis Patrum. Io, che non ho vissuto quegli anni, sono rimasto a bocca aperta di fronte ad interventi di vescovi che candidamente, in televisione, si affrettavano a dire come fosse cambiato tutto nella Chiesa (proprio una bella ermeneutica della conitnuità!).
Si passa poi ai danni successivi, al ritiro di Monsignore e alla richiesta di alcuni seminaristi che ha portato alla fondazione della Fraternità S. Pio X, il più grande bastione di resistenza al modernismo dilagante nella Chiesa.
Chi non l'ha visto, lo guardi, non ne rimarrà deluso e può essere molto utile per chi, dotato solo di una conoscenza superficiale di Mons. Lefèbvre, volesse approcciare uno studio più articolato sulla sua vita e la sua opera.
Nato accusa la SPX di non avere avuto abbastanza fiducia nel 1988 mentre i fatti hanno appena dimostrato che la fiducia il VAticano nons a darla neppure oggi. I voltafaccia più sfrontati sono ancora ampiamente all'ordine del giorno.
Sono molto stupito e deluso del fatto che uno che si dice tradizionalista possa essere cosi' illogico.
Da 40 anni prendiamo bastonate da chiunque. Quelle che vengono dagli amici sono le peggiori...
È un bel film-documentario, divulgativo per i contenuti senza che venga sacrificata la complessità della vicenda. Fa veramente capire chi fu questo grande Arcivescovo missionario. Troppo tardi ho capito chi fosse, ma certamente il mio sacerdozio ha avuto una nuova e decisiva vitalità grazie a lui. Nato Stanco spiace dirlo infelice e triste la tua recensione. Spero che Mic ne prepari una che faccia giustizia.
Intervengo di nuovo solo per osservare come le reazioni alla recensione fossero state già perfettamente previste nella recensione stessa: sentimentalismi e vittimismi.
Il commento di Don Camillo è esemplare: si faccia dunque una recensione "giusta" per secondare gli offesi.
Mi dispiace nato stanco , ma non è corretto ridurre le critiche alla sua recensione a "sentimentalismi e vittimismi", ci sono persone che non sono d`accordo con lei, non può accettarlo?
Ma si consoli, dopo che un blogger(...) abbia segnalato la sua recensione sul blog di Tornielli, ha trovato nel vaticanista un placet!
Non si dà mai il caso di ordinare vescovi contro la volontà del Papa. A chi si esprime favorevolmente su mons. Lefebvre spetta l'onere della prova. Ma il film sorvola.
Riepiloghiamo i commenti.
Hpoirot 24 gennaio 20:56 - "che schifo di commento".
Anonimo 24 gennaio 22:39 - "la recensione va troppo in là, si tratta pur sempre di un film".
Asserzione vaga che insinua che un film sarebbe inefficace per definizione.
Luisa 24 gennaio 23:35 - "l'autore non è un ammiratore di mons. Lefebvre, la sua recensione non mi sembra oggettiva, la critica sembra rivelare pregiudizi".
Come, scusi? Per essere oggettivi bisogna essere ammiratori?
Hpoirot 25 gennaio 8:18 . "processi alle intenzioni. Filtrate moscerini a Lefebvre mentre ingoiate cammelli vaticani".
Accuse gratuite.
Anonimo 25 gennaio 8:44 - "film meraviglioso, da faticare a trattenere le lacrime. Occhiali polemici... scollare il sederino... imporre arrogantemente agli altri..."
Sentimentalismo.
Il film intende spiegare la verità dei fatti oppure limitarsi far lacrimare i fan di mons. Lefebvre?
Anonimo 25 gennaio 10:41 - "mayonese".
Manca della dimostrazione.
Areki 25 gennaio 13:12 - "del film apprezzo l'obbiettività. Non può essere un trattato di storia".
Contrappone storia a obbiettività.
Viandante 25 gennaio 16:01 - "il film è piaciuto, le problematiche dottrinali si possono leggere nei documenti".
Contrappone verità a obbiettività.
Luisa 25 gennao 16:49 - "echi positivi. Per meglio far conoscere mons. Lefebvre".
Contrappone verità a conoscenza.
Luisa 25 gennaio 17:10 - "incontrano mons. Lefebvre e la sua battaglia. L'interesse presso i giovani".
Sentimentalismo.
Sono in discussione le circostanze della battaglia, non la battaglia o i giovani.
Luisa 25 gennaio 23:39 - "ma se si va con un'idea e un'attesa ben precise..."
La recensione partiva dal presupposto che quel tipo di film doveva affrontare tre argomenti essenziali. I commenti di Luisa e di altri affermano invece che il film non doveva risopndere a quelle domande: si voleva un film edificante di propaganda? Bastava dirlo subito. Magari nel sottotitolo del film.
Anonimo 26 gennaio 6:39 - "nato stanco, sic, invece di motivare le sue posizioni, ecc. Fraternità S. Pio X, il più grande bastione di resistenza al modernismo dilagante nella Chiesa. Chi non l'ha visto, lo guardi, non ne rimarrà deluso".
Insulti e campanilismo.
Poirot 26 gennaio 9:43 - "Da 40 anni prendiamo bastonate da chiunque. Quelle che vengono dagli amici sono le peggiori..."
Vittimismo.
Il caso Lefebvre non richiede una risposta emotiva.
Il sentimentalismo è anteporre i sentimenti alla ragione. Esempio: le ordinazioni del 1988 erano inevitabili e non necessitano riflessioni e spiegazioni.
Il vittimismo è la sua conseguenza. Esempio: prendiamo bastonate da tutti, dunque abbiamo ragione.
Con campanilismo intendiamo un miscuglio di vittimismo e sentimentalismo. Esempio: noi che difendiamo X abbiamo per questo stesso motivo sempre ragione.
Compiti per le vacanze: prendere tutti gli argomenti utilizzati per difendere mons. Lefebvre ed utilizzarli a favore di un qulsiasi altro leader cattolico, immaginando di essere uno dei suoi fedeli della prima ora. Confrontare quindi il risultato con le proprie convinzioni riguardanti mons. Lefevbre.
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