Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 23 luglio 2015

Un papa che programma accuratamente ciò che fa e dice

Riprendo da Rorate Caeli. Espressioni che certamente ormai non ci sorprendono, ma confermano i nostri timori sulle conseguenze di una rivoluzione copernicana inesorabilmente in fase avanzata a tappe sempre più serrate.
Teniamo conto che il ben più circostanziato testo integrale prelude al prossimo viaggio papale negli Stati Uniti, che lo porterà a New York, Washington e Philadelphia.
Non inserisco chiose: occorrerebbe un volume... Solo alcune domande, riferibili sia al regnante che alla sua cerchia e relativi corifei nonché ai pastori responsabili e custodi del corpo mistico di Cristo prim'ancora che del popolo di Dio.
  1. La prima domanda a questo punto rischia di apparire ancora ingenua: sfrontata malafede o ignorante pressappochismo? 
  2. La seconda, ancor più pressante: perché chi dovrebbe parlare ancora tace? 
  3. E una terza, non meno cogente. Sono in molti che hanno esplicitamente affermato che non può esistere una prassi sganciata dalla dottrina. Con quali 'metodi' altrettanto inediti potranno andare fino in fondo? 
  4. E infine: possibile che a nessuno venga in mente di risalire alle cause di questa rivoluzione che è stata innescata dai punti controversi, ben individuati, dell'Assise conciliare, divenuta un mito: il nuovo super-dogma di cui non si può discutere, ma i cui effetti - applicati con convinzione dai precedenti novatori al potere - hanno oggi raggiunto un punto di rottura non più tollerabile? (M.G.)

Il National Geographic pubblica in primo piano l'articolo di agosto 2015 su Papa Francesco ( Il Papa cambierà il Vaticano? O sarà il Vaticano che cambierà il Papa? ). A parte i soliti luoghi comuni e gli stereotipi dei quali i media laici americani di maggior diffusione sono incapaci di sbarazzarsi quando si discute sul cattolicesimo, il valore degli estratti dall'articolo deriva dal fatto che si tratta di interviste con amici vicini alla cerchia del Papa. Essi chiariscono i suoi piani e la sua strategia per il futuro della Chiesa. Altrettanto importanti sono le dichiarazioni che Papa Francesco, lungi dall'essere spontaneo e ingenuo, pianifica con attenzione le cose che dice e fa.
Dal Sinodo sulla famiglia, al celibato del clero, all'atteggiamento del Papa nei confronti dell'omosessualità emerge l'immagine chiara di un papato che, senza cercare esplicitamente di cambiare la dottrina, mira ad una vera e propria rivoluzione all'interno della Chiesa.
Ciò che segue è una selezione di brani dell'articolo che rivelano molto non solo delle intenzioni del Papa, ma anche dell'innegabile potere e controllo che egli esercita all'interno del Vaticano.
Federico Wals, che per molti anni ha ricoperto l'incarico di responsabile della comunicazione per Bergoglio, quando lo scorso anno venne a Roma da Buenos Aires per vedere il Papa, ha dapprima incontrato padre Federico Lombardi, il responsabile di vecchia data della comunicazione del Vaticano, lo stesso lavoro di Wals, anche se su scala molto più grande. «Allora, Padre - ha chiesto l'argentino - come ti senti con il mio vecchio capo?».
Sforzandosi di sorridere, Lombardi ha risposto «Disorientato».

Lombardi è stato il portavoce di Benedetto, già noto come Joseph Ratzinger, uomo di teutonica precisione. «Uscendo da un incontro con un leader mondiale, il papa precedente mi avrebbe immediatamente dato una sintesi incisiva», ha detto Lombardi con evidente nostalgia: «Era incredibile. Benedetto era così chiaro. Egli diceva: ...«Abbiamo parlato di questi problemi, sono d'accordo su questi punti, vorrei discutere gli altri punti, l'obiettivo del nostro prossimo incontro sarà questo». -- in due minuti sapevo perfettamente quali fossero i contenuti»(1). Con Francesco: -- «È un uomo avveduto, ha avuto esperienze interessanti»

Con una risatina di impotenza, Lombardi ha aggiunto: «La diplomazia per Francesco non è tanto una questione di strategia, ma piuttosto, «ho incontrato la tale persona, ora abbiamo un rapporto personale, faremo un buon lavoro per il popolo e per la Chiesa».

Seduto in una piccola sala conferenze del palazzo di Radio Vaticana, nei pressi del Tevere, il portavoce del Papa spiega la nuova filosofia del Vaticano. Lombardi indossa un clergyman sgualcito che si adatta con la perplessità che mi aveva lasciato. Proprio ieri, ha detto, il Papa ha incontrato 40 leader ebrei a Casa Santa Marta - e l'ufficio stampa del Vaticano non l'ha saputo che successivamente. «Nessuno sa niente di quello che fa», ha detto Lombardi. «Neppure il suo segretario personale. Devo informarmi. Una persona conosce una parte del suo programma, un'altra conosce l'altra parte».
* * *

Per tentar di indovinare i movimenti di questo papa 78enne, l'intermediario più vicino dei funzionari del Vaticano è il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Francesco, diplomatico di lungo corso molto rispettato - e, cosa importante, a giudizio Wals, che ha la fiducia del suo capo «perché non è troppo ambizioso, e il Papa lo sa. È una qualità fondamentale per il Papa». Allo stesso tempo, Francesco ha ridotto in modo significativo i poteri del Segretario di Stato, in particolare per quanto riguarda le finanze del Vaticano. «Il problema di ciò», ha detto Lombardi, «è che la struttura della curia non è più chiara. Il processo è in corso, e nessuno sa cosa sarà alla fine. Il segretario di Stato è de-centralizzato, e il Papa ha molte relazioni che gestisce da solo, senza alcuna mediazione».

Evidenziando coraggiosamente il lato positivo, il portavoce vaticano ha aggiunto: «In un certo senso, è positivo, perché in passato ci sono state critiche riguardo al fatto che qualcuno aveva troppo potere sul papa. Non possono certo dire che ora sia lo stesso».
* * *

«Penso che non abbiamo ancora visto il vero cambiamento», ha detto Ramiro de la Serna, sacerdote francescano con sede a Buenos Aires, che ha frequentato il Papa per più di 30 anni. «E penso che non abbiamo visto neppure la vera resistenza».

I funzionari del Vaticano stanno ancora cercando di studiare l'uomo. Potrebbero essere tentati di considerare le risposte candide dal papa come prova che egli è una creatura di puro istinto. Secondo Lombardi, i gesti di Francesco così commentati nel corso del suo viaggio in Medio Oriente sono "totalmente spontanei»: tra questi, la sua doppietta con un imam, Omar Abboud, e un rabbino, il suo amico Skórka dopo aver pregato con loro Muro Occidentale (Muro del Pianto). Ma in realtà, Skórka ha detto, «Ho parlato con lui prima di partire la Terra Santa - gli ho detto, 'Il mio sogno è abbracciarti innanzi al muro con Omar'».

Che Francesco abbia accettato in anticipo di assecondare il desiderio del rabbino non rende il gesto meno sincero. Suggerisce invece la consapevolezza che ogni suo atto e ogni sua parola verranno analizzati per la loro valenza simbolica. Questa cautela è totalmente coerente con Jorge Bergoglio noto ai suoi amici argentini, che ridono all'idea che egli sarebbe ingenuo. Lo descrivono come un «giocatore di scacchi», qualcuno del quale ogni giornata è «perfettamente organizzata», del quale «ogni passo è meditato». Lo stesso Bergoglio anni fa ha dichiarato ai giornalisti Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti che lui segue raramente i suoi impulsi, perché «la prima risposta che mi viene di solito è cattiva».
* * *

Secondo Wals, suo ex addetto stampa, l'ingresso prudente di Bergoglio nel papato non è affatto sorprendente. In effetti, è stato prefigurato dal modo in cui ha lasciato il suo ufficio precedente. Sapendo che c'era una possibilità che il conclave lo eleggesse - dopo tutto, era il concorrente di Ratzinger dopo la morte di Giovanni Paolo II nel 2005 - l'arcivescovo si recò a Roma, Wals dice, «dopo aver completato tutta la corrispondenza, con i conti in ordine, tutto in perfette condizioni. E la sera prima della sua partenza mi ha chiamato solo per esaminare tutti i particolari riguardanti il suo rapporto con me, e per darmi anche consigli per il mio futuro, come qualcuno che sapesse che forse sarebbe partito per sempre».

Beh, nonostante sia partito per sempre, e nonostante la serenità che ostenta, tuttavia Francesco ha affrontato le sue nuove responsabilità con la serietà temperata dalla sua caratteristica auto-ironia. L'anno scorso diceva ad un ex studente, lo scrittore argentino Jorge Milia, «Ho continuato a cercare nella biblioteca di Benedetto, ma non ho trovato un manuale d'istruzioni. Così riesco a sbrogliarmela per gestire al meglio».
* * *

«Il cardinale Bergoglio all'inizio era sconosciuto a tutti quelli riuniti qui», prosegue [il cardinale] Turkson. «Ma dopo aver fatto un discorso - era una sorta di suo manifesto - ha raccomandato a chi di noi era presente di riflettere sulla Chiesa che va verso la periferia, non in senso geografico ma nel senso della periferia dell'esistenza umana. Secondo lui il Vangelo ci invita ad avere questo tipo di sensibilità. Questo è stato il suo contributo. Ha portato una sorta di freschezza nell'esercizio dell'accoglienza pastorale, una diversa esperienza di prendersi cura del popolo di Dio».
* * *

Inoltre, il Sinodo preliminare per la Famiglia che Francesco ha convocato l'ottobre scorso non ha prodotto grandi cambiamenti dottrinali, il che ha tranquillizzato quei cattolici conservatori che giustamente lo avevano temuto. Ma il vero Sinodo di ottobre prossimo potrebbe avere un esito diverso. Sulla questione di revocare il divieto di comunione ai cattolici divorziati il cui matrimonio non è stato annullato, Scannone, ex professore e amico del Papa, riferisce: «Mi ha detto, 'voglio ascoltare tutti '. Egli attenderà il secondo sinodo, ed ascolterà tutti, ma è certamente aperto al cambiamento». 
Allo stesso modo Saracco, il pastore pentecostale, ha discusso con il Papa la possibilità di rimuovere il celibato come obbligo per i sacerdoti. «Se riesce a sopravvivere alle pressioni della Chiesa di oggi e ai risultati del Sinodo di ottobre sulla famiglia - dice - penso che dopo tutto è pronto per parlare di celibato». Quando chiedo se è ciò che gli ha detto il Papa o se segue una sua intuizione, Saracco sorride maliziosamente e dice: «È più che un'intuizione».
* * *

Questa è la missione del Papa: imprimere una rivoluzione in Vaticano e fuori delle sue mura, senza invertire i molti precetti di lunga data. «Non si accinge a cambiare la dottrina», insiste de la Serna, suo amico argentino. «Ciò che farà, sarà ricondurre la Chiesa alla sua vera dottrina, quella che essa ha dimenticato, quella che rimette l'uomo al centro. Per troppo tempo la Chiesa ha messo al centro il peccato. Riportando al centro la sofferenza dell'uomo e il suo rapporto con Dio, questi duri atteggiamenti verso l'omosessualità, il divorzio e le altre cose cominceranno a cambiare».

Aggiungo (dal testo originale che, ricordo, viene diffuso a due mesi dalla visita del Papa in USA) il passaggio conclusivo, altrettanto dirompente:

Poi ancora, colui che ha detto ai suoi amici che bisognava che lui «iniziasse ora a fare cambiamenti» non ha il tempo dalla sua. La scorsa primavera il suo commento che il suo pontificato potrebbe durare solo «quattro o cinque anni» [ha avuto dunque inizio l'era del papato a termine ? -ndT] non ha sorpreso i suoi amici argentini, che sanno che vorrebbe vivere i suoi ultimi giorni a casa. Ma le parole erano sicuramente di conforto alla linea dura all'interno del Vaticano che farà del suo meglio per rallentare i tentativi di Francesco di riformare la Chiesa con la speranza che il suo successore sia un avversario di minor caratura.
Eppure, questa rivoluzione, anche se non avesse successo, diverge da qualunque altra, se non altro per la gioia implacabile con cui è stata intrapresa. Quando il nuovo arcivescovo di Buenos Aires, il Cardinale Mario Poli, ha commentato a Francesco durante una visita presso la Città del Vaticano su come sia stato sorprendente vedere con un sorriso onnipresente il suo amico una volta severo, il papa ha soppesato con cura quelle parole, come fa sempre.
Allora Francesco, senza dubbio sorridendo, ha detto: «È molto divertente essere Papa."
_________________________________
 (1) Questa confidenza di padre Lombardi sorprende, lui stesso ha detto di non aver mai incontrato Benedetto al di fuori dei viaggi internazionali
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto questa affermazioni mi sanno più di sparate giornalistiche americane che di realtà. In ogni caso staremo a vedere, a ottobre avremo molte risposte. Non credo cambierà molto rispetto al passato, ed è giusto che sia così.

mic ha detto...

Commento cerchiobottista che nega senza motivare, concludendo con un'affermazione anodina.

Anonimo ha detto...

Che prontezza di 'pompiere'!

tralcio ha detto...

La Chiesa per troppo tempo ha messo al centro il peccato?

O è Chiesa se mette al centro l'amore di Dio per il peccatore?

Ma se mette al centro l'amore di Dio per il peccatore, il peccato diventa diverso da prima? Meno grave?

O la croce accettata dall'umanità di Cristo è ancora più decisiva?

E la messa, che rinnova quel sacrificio, ancora più centro della vita del cristiano?

Senza di Lui non possiamo fare nulla. Lui la vite noi i tralci.
Eppure, se il peccato non c'è, noi siamo sganciati dal Redentore. Dal Calvario.

Pensiamo a questo, da credenti: Gesù è la luce del mondo. Gesù come il sole.
Chi osserva quel fulgore deve coprirsi gli occhi...
Mosè non poteva vedere in volto Dio.
In Gesù Dio è luce che si può guardare.
Perchè c'è un'umiltà che ne filtra il fulgore, rendendocelo accessibile.
E' il ruolo di Maria, l'umile che ha generato Gesù, che ha detto sì, da creatura, all'incarnazione.

Lei è il purissimo cristallo, così umile da essere invisibile, che ci mostra Gesù e noi lo possiamo vedere in ogni messa, senza bruciarci gli occhi, anzi facendo luce su noi stessi.

Senza di Lui non possiamo fare nulla.
Lui è il Redentore: noi schiavi, Lui ci libera.
Che faremo liberati? Detesteremo il peccato? Adoreremo Lui? Saremo umili come Maria?

Oppure diremo: questo non è pecccato.
Niente peccato, niente redentore. Ci salviamo da soli.

Certamente il Verbo aveva già in mente di incarnarsi, fin dal principio.
Non si è incarnato solo per il peccato, ma per amore delle creature.
Ma dopo il peccato, con il peccato, quell'amore è diventato necessario per la redenzione.

C'è un superbo e invidioso che fin dall'inizio ha rifiutato questa umiltà di Dio.
E' la stessa superbia della neo-chiesa.
In fondo non dsa cosa farsene di un redentore.
Non è che non vuole più mettere al centro il peccato.
Nega proprio che ciò che è peccato lo sia.
Adora se stessa, come creatura. E' antropocentrica, non adora Dio.
In fondo Dio è un'idea buona sull'uomo, Gesù, finito in croce, è la garanzia migliore proprio per chi ce l'ha inchiodato...
Gli altri? Dei "tristi" che mettono la "parola di Dio in un preservativo"...

Chissà dove la mettono gli altri.
Con rispetto parlando...

Franco ha detto...

"È molto divertente essere papa". Non credo che Pio XII vivesse il suo incarico di papa nello stesso modo. Nel mio piccolo posso dire che la funzione più importante per un insegnante delle superiori ( scrutini finali ed esami di maturità con relative attribuzioni di voti e soprattutto promozioni e bocciature ) è roba da far torcere le budella a chi abbia una coscienza per il timore di fare qualche mossa sbagliata che possa danneggiare qualcuno o violare i criteri di giustizia ed equità fra i diversi studenti e candidati finendo per non dare "a ciascuno il suo". Il peggio era quando alla maturità si presentava qualcuno che aveva fortemente bisogno del "pezzo di carta" del diploma ma era impreparato. Essere "misericordiosi" falsando la realtà oggettiva ? Io, pur nella"tempesta del dubbio", propendevo per il "no".
Il discorso sul "papatus gaudium" ( scusate il latino improvvisato e maccheronico ) nel suo nucleo si riduce a questo: esistono delle "porte degli Inferi" dalle quali il papa e l'apparato ecclesiastico devono tener lontano il maggior numero possibile di persone? Ovvero: la battaglia della Chiesa, con la gerarchia alla sua testa, è solo contro potenze terrestri oppure anche contro il Demonio ( quello che san Pietro rappresenta come un "leone ruggente") e le potenze preternaturali al suo servizio? D'accordo, Medjugorie con la sua Madonna "diretttice di ufficio postale" ( linguaggio mirabilmente dignitoso e "augusto") è ancora sub judice; ma che cosa pensa Francesco dei messaggi riconosciuti di La Salette, Lourdes e soprattutto Fatima con tanto di visione dell'Inferno e miracolo del sole?

Anonimo ha detto...

Un prete "tutor" e Eucarestia solo a Pasqua: sono i due elementi più importanti della "via discretionis", il percorso di riavvicinamento dei divorziati alla Chiesa allo studio in Vaticano. La proposta, avanzata come riferisce Repubblica al seminario internazionale del Pontificio Consiglio per la Famiglia in vista del prossimo Sinodo, mira a far accedere i divorziati-risposati ai sacramenti, dopo quello che viene definito un "percorso penitenziale". Secondo i teologi che ne hanno parlato non rappresenterebbe "un cedimento, ma il riconoscimento di un nuovo inizio", in linea con quanto detto qualche mese fa da Papa Francesco, che chiese di "trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare".

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11813220/Vaticano--la-proposta--prete.html

Anonimo ha detto...

il titolo dell'articolo:
Vaticano, la proposta: prete tutor e Eucarestia a Pasqua per i divorziati, ecco la "Via discretionis"

e la conclusione:
I risposati
- Sulle seconde nozze, escluso dai teologi il riconoscimento come sacramento, si fa strada però la posizione di chi sottolinea "l'alto valore umano e spirituale del nuovo legame". A ottobre l'ultima parola del Sinodo.

edoardo ha detto...

Eucarestia solo a Pasqua??? Nell'uovo? Se non si è in stato di grazia nè Pasqua nè mai... catechismo docet.

Franco ha detto...

Secondo la morale cattolica tradizionale la castità forzata è richiesta non solo ai gay, ma anche a persone in situazioni difficili come mogli di soldati lontani per lunghi anni per guerra e prigionia, coniugati con coniuge lungodetenuto in prigione, oppure coniugati con coniuge gravemente malato ( anni fa in un paese delle Marche presso Loreto ebbi come dirimpettaia una signora sui 35 - 40 anni il cui marito era rimasto completamente paralizzato per un virus e che era completamente dedita alla sua assistenza ). Come può il sacerdote pretendere simili sacrifici se non vi si sottopone lui stesso con la sua personale permanenza in castità, e se non addita la meta e soluzione ultima del Paradiso oltremondano in cui "ogni lacrima sarà asciugata"? Certi gravosissimi dettami morali sono comprensibili e praticabili solo in una prospettiva escatologica e con esempi convincenti di santi del passato ( come santa Rita, di cui sotto Pio XII si volle incentivare il culto, oggi pressochè dimenticato ) e del presente, come santa Gianna Beretta Molla?

Franco ha detto...

@ Anonimo 16.31. L'"acqua viva" proposta alla Samaritana come quella di un rubinetto aperto solo un giorno all'anno.

Anonimo ha detto...

eh sì... non bisogna essere casuistici.
meglio essere casinistici...

Luisa ha detto...

Avevo già citato gli articoli di Rodari che mostrano chiaramente che il bulldozer Kasper e accoliti sta scavando la sua traccia, da notare che quel percorso penitenziale figura in un volume pubblicato dal Vaticano, dunque ha già ricevuto una sorta di ufficialità, anche se vogliono farci credere che si tratta solo di una proposta.
Passo dopo passo, mossa dopo mossa, incontro dopo incontro, si sta imponendo, o si sta tentando di imporre, la teologia misericordiosa e in ginocchio di Kasper e compagni in crociata per slegare pastorale e dottrina.
Mi sembra sempre più chiaro che quel che si tenterà di imporre nel documento finale è una soluzione che, a parole, riaffermerà la dottrina cattolica ma con un `apertura per permettere quel cammino penitenziale la responsabilità del quale sarà lasciata ad ogni vepscovo o anche a singoli sacerdoti ch si occuperanno solo di quello.
Facile dedurne che una pastorale di quel tipo sostituerà la dottrina,che la dottrina sarà vanificata, svuotata.
Ce la stanno mettendo tutta, fra pochi mesi sapremo se avranno riuscito il loro golpe.
Certo è Bergoglio ad avere l`ultima parola, ma visto che coloro che stanno combattendo per quel "cambiamento" gli sono vicini e visto quel che lui stesso dice e fa, se il Signore non ci mette la mano, c`è da temere il peggio.

Anonimo ha detto...

Interessante il commento di Franco:

oggi "essere castamente fedeli" viene considerato IMPOSSIBILE.

C'è da ritenere che la sfiducia nella virtù (o l'indulgenza al peccato o finanche al vizio) sia tale da non prendere in considerazione quel ventaglio di situazioni, da serenamente accettate a eroicamente sopportate, che caratterizzano tante vite "normali", segnate da una croce da portare:
lontananza dovuta a guerre, lavoro, prigionia, malattia e altro ancora.
Tutti casi derubricati per poter "entrare nel letto" ed affermare il diritto a poter scavalcare la dottrina e "non rinunciare", senza colpevolizzare, senza porsi troppi problemi (in una sorta di humanae vitae al contrario, in cui ogni umana voglia prevale sul vangelo) dentro le proprie situazioni di vita, così fragili e bisognose di cura. L'ospedale da campo non dispensa amare medicine, ma una sorta di tolleranza mascherata di catechismo.
Sei diabetico? Un po' di zucchero fa bene!
Sei iperteso? Metti un po' di sale...
Sei omosessuale? Puoi amare benedetto dalla comunità...
Se però vuoi una messa in latino ti rispondono: ma sei matto?
Eh, questi ospedali afflitti di malasanità...

Essere casti è un problema.
E pensare alla comunione spirituale, per porsi comunque in una dinamica che mette al centro il Signore e non l'uomo? Che mette al centro il desiderio e non il diritto? Che non equipara, ma tiene ben distinte le cose?
Questo no...
Anche perchè i teologi in ginocchio strisciano verso altre mete.
Questa è solo una tappa.

Felice ha detto...

"GodiamoCi il Pontificato, perché Ce lo ha dato Dio." Parole di Pio VI, poi morro prigioniero di Napoleone e sepolto in una fossa comune. Bergoglio, occhio a fare troppo il fenomeno. La corda troppo tesa prima o poi si spezza.

Anonimo ha detto...

http://www.tempi.it/nuovo-video-accusa-planned-parenthood-parti-di-bambini-abortiti-cedute-per-75-dollari-a-campione#.VbEW8ejtlHw

Alessandro Mirabeli ha detto...

Leggendo,l'articolo mi sono trovato confermato nella convinzione che il vdr sia principalmente un confusionario ed un uomo senza metodo. Cioè da S. Ignazio ha imparato ben poco.

Rr ha detto...

Tranquilli, a sposarsi ormai ci tengono solo una minoranza degli omosex, minoranza della minoranzza.( e chi se ne frega?). Gli altri.la maggioranza della maggioranza ( di cui se ne fregano tutti), non si sposano più ormail, al massimo faranno le unioni cxivili, cosi da poter avere la pensione reversibile e la casa( che sono le cose che in realta' interessano, e' sempre una questione di vil denaro, altro che civil rights!)
Quindi tutto ' sto casino, che dimostra quanto poco si conosce la realtà' dei fatti in Vaticano ( un po' come i politici che pensano alle droghe da legalzzare ed alle unioni civili, e non piu alla crisi economica ed all' invasione degli immigrati clandestini)), servirà a distruggere il sacramento, cosi da poter poi distruggerne altri, in primis l' Ordine col celibato. Questi, porci, vogliono sposarsi, una minoranza forse con donne, una maggioranza forse con uomini.
Quindi inizialmente " cammino penitenziale" e comunione Comunione solo a Pasqua per i pochi divorziati- risposati che ancira credono di essere cattolici ( la maggioranza non e' più cattolica da quel di)poi la stessa cosa per i conviventi more uxorio ( sempre più numerosi, ma sono anche qui pochi quelli che si vergognano un po' della loro situazione), poi i preti- ex- sposati, poi gli omosex, infine...i pedofili?
Slippery slope bias ? No, osservazione della storia della nostra società dagli anni '60 in poi. Certo colpa della Scuola di Francoforte, ma senz' altro la Chiesa cattolica ufficiale dal CVII in poi ha contribuito non poco. Per non parlare dei politici cattolici "in name only".
Rr

rr ha detto...

Una delle cose che mi ha colpito dell' articolo e' che il National Geographic s' interessi del VdR: non mi risulta l' abbia mai fatto prima per altri Pontefici. Che c'e' di geographic nel Papato?
L' altra cosa e' il commento dell' ex segretario( che quindi esisteva, non faceva tutto da se' l' Arcivescovo di Baires, come ci e' stato fatto credere). Sembrava che sapesse...certo che sapeva, sapeva benissimo, fino dal 2005 !
Mi ripeto: che schifo! Dopo una vita a litigare conmio fratello anticlericale, sono diventata io anticlericale!
Rr

Anonimo ha detto...

Basta vedere l'apprezzamento entusiasta delle vestali del pensiero unico mediatico verso il nuovo Papa e il nuovo programma per capire come stanno le cose e chi sono i beneficiari. Le stesse vestali degli stessi ricchissimi giornali globali che fino al fatidico "buonasera" attaccavano quotidianamente la vecchia Chiesa Cattolica su ogni fronte. O preferiamo credere alle favole che sia tutto un caso, un malinteso, un equivoco, una ingenua confusione?
Miles

rr ha detto...

Alessandro,
e come ha fatto uno cosi ad arrivare dov'e' arrivato? nel mio campo succede se hai raccomandazioni molto forti: figlio di, moglie di, amante di, ecc. A lui chi l'ha raccomandato, a parte nel 2005 Martini?
rr

Anonimo ha detto...

Ecco come la decadenza entra anche nel Cristianesimo orientale.... http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/07/esercizio-dellautorita-e-autoritarismo.html
Sembra che abbiano imparato le cose peggiori da Roma.

Luisa ha detto...

L`articolo di Isabelle de Gaulmyn, redattrice del settore religione del giornale La Croix, indica chiaramente la sorta di ricatto al quale saranno sottomessi i vescovi durante il Sinodo:

aprite le porte alle esigenze emerse nelle risposte ai questionari,

o

rischiate di provocare uno scisma.

Perfettamente consapevole della crisi della famiglia, ormai lontana dalla morale cristiana, questa la grande abiltà-furbizia di Bergoglio: avere organizzato il Sinodo su due anni, lanciando la discussione, dando la parola ai cattolici, anche per discutere sui risultati del primo Sinodo.
Non poteva che uscirne quel che, angelicamente, la Gaulmyn chiama pluralismo, e dunque, se si vuole camminare insieme in questa chiesa "diversa", se si vuole evitare lo scisma...bisognerà rispondere alle attese-pretese di chi vive come se le parole di Cristo non esistessero, o che le hanno piegate alle loro voglie.
In poche parole bisognerà dare la priorità all`accoglienza sul giudizio, alla misericordia sulla morale.

La gravità della situazione, della battaglia che sta svolgendosi attorno al Sinodo, non è mai stata sottovalutata da chi ha gli occhi e la mente aperti, ma a tre mesi dal Sinodo è palese che la crociata organizzate dalla nuova alleanza franco-svizzera-tedesca, che non conta più i viaggi, le conferenze, le riunioni segrete, e non segrete, fa emergere sempre più esplicitamente la breccia che quei compagni di lotta vorranno imporre per far passare la loro visione della "pastorale".
La mano sul cuore clameranno che non toccano la dottrina ma nella realtà la raggireranno, la vanificheranno.

http://religion-gaulmyn.blogs.la-croix.com/synode-sur-la-famille-le-risque-du-debat-dans-leglise/2015/06/24/

Anonimo ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quella-virtu-della-fortezzaoggi-sparita-13339.htm

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dalle-nozze-gay-al-linciaggiodei-vescovi-13336.htm

Anonimo ha detto...

La responsabilità di aver portato la chiesa fino al punto di rischiare di provocare uno scisma non può imputarsi a chi intende restare fedele al depositum fidei, quanto piuttosto a chi attenta alla integrità della dottrina e vuole distruggere i sacramenti. La vera responsabilità di questo rischio è di chi ha indetto questo inutile, anzi dannoso sinodo e di chi pretende di poter anche solo discutere questioni definite e immutabili riguardo sacramenti e prassi ecclesiali.

Anonimo ha detto...

Notevole il fatto che la discussione sulla comunione ai divorziati risposati venga posta sempre o quasi sempre in termini di diritti inviolabili dell'individuo, sulla base degli inviolabili principi dell'89, solo raramente e marginalmente in termini di "tenuta del tessuto sociale". Fino a pochi decenni, facciamo fino a due secoli fa, le esigenze della società, concretizzantesi in quelle della famiglia e della "patria" avevano una parte molto più larga e riconosciuta; certamente le patologie non erano rare ( "padri padroni", "parenti serpenti", matrimoni opportunistici e combinati grrttamente ), ma c'erano anche molt, anzi moltissime famiglie sane e funzionanti, che fornivano senso identitario e di continuità intergenerazionale, oltre che disposizione al concreto e "pesante" servizio ai parenti più in difficoltà; disposizione al "sacrificio" ( "sacrum facere" ) da cui germinavano vocazioni sacerdotali e religiose.
Scusate se ripeto un concetto che mi è caro e chemi sembra importante. Gli amanti della tradizione dovrebbero fare riferimento non solo al dettato scritturale, che non vedo come possa aggirabile se non con una specie di giochetto delle tre carte, ma anche alla sociologia funzionalistica: fare del matrimonio un contratto meramente privatistico,
mettendo in sordina gli elementi di diritto pubblico ( ovvero il matrimonio come alleanza fra due gruppi familiari con
relativo dovere di solidarietà, solidità delle famiglie come intresse primario dello Stato ) può essere cosa non molto dannosa nel breve periodo, quando si è giovani, sani e magari anche abbastanza agiati, ma è dannosissima nel lungo periodo. Un piccolo esempio: le badanti e il personale di servizio proveniente da zone in cui il senso della famiglia come entità solidale e gerarchica è ancora molto forte hanno il maggior livello di affidabilità. Qui penso alla badante di mia madre, assolutamente esemplare per non dure eroica, e la colf della mia famiglia, entrambe peruviane.
A questo punto mi chiedo: dove sono, quanti sono i sociologi della famiglia che l'Universitá Cattolica avrebbe dovuto
formare? Aggiungo un altro dato che ritengo significativo: i novatori si propongono come più attenti alla realtà "effettuale", più informati, più intelligenti. I conservatori per batterli devono essere più informati e più intelligenti, non semplicemente dri nostalgici più o meno patetici. Qui penso anche alla grinta di battaglia di Oriana Fallaci, prima derisa e demonizzsta, ora con tirature su tirature... ma Oriana si era immersa nella realtà, era informata, intelligente e appassionata.
Spero di non aver detto qualche castroneria giuridica.

Marco P. ha detto...

Minacciare di scisma chi vuol essere fedele alla Verità e quindi alla dottrina millenaria, e quindi vuole continuare a seguire la morale ad essa legata e quindi vuole continuare a comportarsi essendo da tutto ciò illuminato è voler chiamare bianco il nero e nero il bianco, è voler chiamare male il bene e bene il male. Tutto ciò ha un grado di parentela strettissimo con il misterium iniquitatis.
Scismatico è chi non riconosce l’autorità del Romano Pontefice, ma questo è tale quando conferma chi gli è sottoposto (tutta l’umanità, volente o nolente) nella Fede.
Se è vero, come lo è che agere sequitur esse, se è Verità de Fide che “ ex Patre Filioque procedit”, allora avere una pastorale che contraddice la dottrina millenaria che si basa sulla Verità divinamente rivelata, significa che questa pastorale è coerente con un'altra dottrina opposta alla prima (perché la contraddice) e questo perché una pastorale da sé non si sostiene, ha bisogno di una base cui appoggiarsi. L’Amore da sé non procede, procede dall’Essere, invece l’Essere non procede dall’Amore.
Quindi, chi è scismatico: chi è fedele al Papa del plurarle majestatis ovvero alla catena ininterrotta dei successori di Pietro che parlano con una sola voce perché una sola è la dottrina immutabile perché Legge Eterna ?
Oppure non sono forse scismatici quelli che seguono chi , anche se sedente, vuole adattare la pastorale alle mutate esigenze e necessità contingenti ? Ma allora se la pastorale si adatta a queste esigenze, sono queste esigenze che comandano, non è più la Legge Eterna che indica la Via da seguire. Ma Verbum caro factum est, et abitavit in nobis. La Legge Eterna si deve incarnare ed essere il cardine, il perno il fulcro della vita di ognuno perché questa vita è solo partecipazione della Vita e non aderirvi vuol dire negare tutto ciò, vuol dire desiderare di non vivere, ma prima ancora vuol dire non riconoscere Colui che vuole salvarci ma lo vuole solo con l’assenso della nostra libera volontà ed in ciò permette anche che possiamo eternamente perderci.
Allora non vedo, veramente non lo vedo proprio, perché temere queste minacce di voler innescare uno scisma.
Lo scisma si consumerà, ma da parte di chi vorrà recidere anche gli ultimi legami che lo legano a Pietro, al Pietro fedele alla Legge Eterna, al Pietro che davanti al Sinedrio, ricolmo di Spirito Santo trafisse gli uditori coloro che avevano trafitto il Signore con i chiodi, li trafisse con queste immortali parole: oboedire oportet Deo magis quam hominibus.

ilfocohadaardere ha detto...

Lo scisma cosa è? Treccani: "separazione volontaria di un gruppo di fedeli dalla comunità ecclesiale di appartenenza per motivi in prevalenza disciplinari...Nel Codex iuris canonici, can. 751, lo s. è definito «il rifiuto della sottomissione al sommo pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti»."sito Mariadinazareth: "Il termine, (dal greco schìsma: lacerazione, divisione) designa la formale separazione dalla Chiesa di un gruppo di fedeli originata da dissensi di carattere disciplinare o dottrinario, ma non necessariamente su verità di fede (elemento, questo, che distingue lo scisma dall'eresia).Le vicende del cristianesimo sono punteggiate da scismi. Così sant'Agostino accusò i donatisti del peccato di scisma, perché avevano abbandonato - in seguito a divergenze sull'idea della grazia divina e sulla prassi del battesimo - l'unico corpo di Cristo, erigendo propri altari e celebrando un proprio culto eucaristico".

La situazione credo che non debba mai portare i fedeli alla vera Dottrina della Chiesa ed al Magistero autentico a compiere positivamente ed attivamente uno scisma.Credo che si tratterà-finchè ci viene richiesto dal Signore- di subire atti "pastorali" rivolti a specifiche situazioni che non ci impegneranno affatto ed ai quali sarà lecito e doveroso RESISTERE (in sostanza, come preannunciò il card. Burke nell'intervista famosa al Foglio).Io credo che sarà bene ricordarsi dell'esempio di S.Atanasio Vescovo,che resistette e continuò a dire la verità e per questo subì ingiusta scomunica e oggettive persecuzioni consistite in reiterati esili:ma non per questo disse a papa Liberio "bene, tu stai errando, dunque io non riconosco più al tua autorità e formo un'altra Chiesa,la mia è quella vera,la tua è quella falsa". O sbaglio? Se sbaglio, correggetemi. Io ad oggi credo che ci possa essere la volontà (maligna) di SPINGERE una parte dei battezzati alla ribellione e dunque allo scisma, ma questo non dovrà invece mai essere attivamente posto in atto dai buoni cattolici: dovranno CACCIARCI, non noi "andarcene" per ribellione all'ingiustizia pur manifesta! In materia coperta dall'infallibilità, non potrà in fondo mai esserci una pronuncia eretica od erronea. Ci potranno invece essere pratiche e prassi eterodosse, ma questo- se non erro- è già ampiamente accaduto nella storia della Chiesa, casi in cui papi hanno posto in atto e consentito, di fatto e di diritto (senza però proclamarne mai come dogma la liceità o la giustezza) comportamenti contrari alla Dottrina. Alla fine, lo "scisma" lo faranno loro, o forse meglio si macchieranno di eresia o di apostasia coloro che non si renderanno conto della situazione e non resisteranno (in foro interno e,se necessario, in foro esterno) in punto di fede e di morale.Ma sempre rimanendo a soffrire nella Chiesa (e sempre che non vi siano altre evidenze che facciano capire "altro", e che richiedano altri comportamenti...).

marius ha detto...

"Lo scisma cosa è? (riprendo ilfocohadaardere 11:03)

- Treccani: "separazione volontaria di un gruppo di fedeli dalla comunità ecclesiale di appartenenza per motivi in prevalenza disciplinari...

- Nel Codex iuris canonici, can. 751, «il rifiuto della sottomissione al sommo pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti».

- Mariadinazareth: "Il termine, (dal greco schìsma: lacerazione, divisione) designa la formale separazione dalla Chiesa di un gruppo di fedeli originata da dissensi di carattere disciplinare o dottrinario, ma non necessariamente su verità di fede (elemento, questo, che distingue lo scisma dall'eresia)"

Quale delle tre definizioni è la più corretta?
Mi sembra che ognuna delle tre abbia delle pecche.
- La terza parla addirittura di "dottrinario ma non necessariamente su verità di fede" (!)
- La seconda potrebbe far desumere che chi non si sottomette è di conseguenza scismatico. Se così dice il diritto canonico potrebbe darsi che in ottobre correremo veramente di essere de jure scismatici? o magari già ora?
- La prima, pur non essendo tratta da una pubblicazione specialistica, sembra essere la più corretta. Ma quali possono essere i motivi di uno scisma?

Chiedo lumi.

ilfocohadaardere ha detto...

"§3. Nessuna dottrina si intende infallibilmente definita, se ciò non consta manifestamente.

Can. 750 - Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.

Can. 751 - Vien detta eresia, l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti.

Can. 752 - Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda."

Questo direi che è il più importante, Marius, perché è Codice di Diritto Canonico vigente.

Rr ha detto...

La,solidarietà intergenerazionale...infatti ormai ci sono le badanti, peruviane o no.
Se vedeste come cambiano in peggio i pazienti che passano dalle cure dei familiari a quelle delle badanti, per quanto brave, affidabili e serie siamo...ammesso parlino l' Italiano in modo tale da capire le prescrizioni mediche.
Rr