Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 17 luglio 2015

FdS ==> Fede di Sempre. Un falso 'sentire comune' sull'animazione delle Sante Messe

Esemplare iniziativa di un lettore del blog, che sta prendendo piede nel suo contesto. Riflessioni che giova a tutti noi condividere.
Presentazione e notiziari precedenti: qui e qui.
L'argomento di questa comunicazione tocca un punto chiave della nuova sensibilità spirituale indotta dalla Riforma liturgica, sviluppata in chiave antropocentrica anziché cristocentrica. Giova dunque ribadire che la Santa Messa non è né una narrazione, né una rappresentazione e neppure la festa dell'Assemblea, il che giustificherebbe la necessità di animazione. Il Santo Sacrificio è un fatto che si compie ogni volta sull'Altare nel mistero: Actio di Cristo - compiuta in persona Christi dal Sacerdote alla quale ogni fedele si unisce e partecipa,nella Comunione dei Santi -, la cui sobria sacralità insieme alla fedeltà alle solenni formule del Rito antiquior, rende impossibile ogni abuso liturgico e ogni tentazione, sia da parte del Sacerdote che dell'Assemblea, di sostituirsi al vero Protagonista.
Per chi ci leggesse soltanto ora, della partecipazione attiva abbiamo parlato qui.

NEWSLETTER 2015-14
Senza un po’ di movimento e brio le nostre Messe non attireranno più i giovani!
Non è raro sentire frasi di questo tenore e spesso l’interlocutore risponde annuendo semplicemente con il capo. Sentire comune si direbbe. Approfondiamo quindi la cosa.

La Messa, la santa Messa! La celebrazione incruenta, senza violenza, del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce che glorifica Dio redimendo e offrendo la salvezza dalla morte e dal peccato a tutti gli uomini, non è una barzelletta da prendere con superficialità! Sacrosanto comunque l’intento di estendere al maggior numero possibile di persone questo invito salvifico, ma ancor più sacrosanto deve essere l’impegno affinché la nostra presenza attesti realmente la consapevolezza e l’importanza di quanto avviene in quei momenti. E questo indipendentemente da quel che il sacerdote dice o compie all’altare. Lui, che in quel momento rappresenta Cristo, offre il Corpo e il Sangue dello stesso Cristo in espiazione dei nostri peccati. Questa consacrazione e offerta la può fare e la fa solo lui! Quindi può essere utile riflettere sulle parole del celebrante in quei frangenti, ma può essere altrettanto utile, e magari anche più proficuo, se noi in quei momenti offriamo le nostre vite, azioni, sofferenze, gioie, desideri e delusioni, tutto quanto possiamo, in unione al sacrificio di Cristo che dà loro un senso, un significato ed un valore agli occhi di Dio.

Si capisce quindi perché a volte la musica, specie se non appropriata, le chiacchiere, i bisbigli, a volte le parole stesse del celebrante, possono dare fastidio. Ricordo al riguardo che nelle Messe tridentine il canone è addirittura letto sottovoce. In quei momenti il sacerdote rappresenta Cristo, noi invece dobbiamo assumere l’atteggiamento di un fedele che assiste ora a ciò a cui altri assistettero sul Golgota. Questo è ciò che il Concilio Vaticano II desiderava promuovere ed incentivare: il coinvolgimento dei fedeli nella celebrazione del sacrificio di Cristo tramite una attiva partecipazione.

Ma con attiva partecipazione non s’intendeva il fare qualche cosa, come andare a leggere, cantare, recitare le preghiere dei fedeli, esibirsi in canti e danze con battimani, sconvolgendo pure i ruoli liturgici. Non è nemmeno l’esteriore manifestazione della creatività di coloro che assistono o celebrano la Messa. No, la vera partecipazione attiva è interiore. Ripeto: la vera partecipazione attiva è interiore! È il nostro offrirci con Cristo, è il cercare di penetrare sempre meglio il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, è il nostro sentirci nulla in rapporto all’Onnipotenza di Dio, è la vergogna per i nostri peccati di fronte a colui che onnipotente si è sacrificato, uomo incarnato, proprio per liberarci dal peccato. Certamente è anche gioia, la gioia di sapere d’essere amati, aiutati e sostenuti nelle nostre battaglie. La gioia di sapere che dopo la morte ci attende una vita divina. 

Evidentemente il nostro atteggiamento deve riflettere tutti questi aspetti. Per questo motivo la gioia che noi esprimiamo la domenica andando a Messa non può essere smodata e non dovrebbe nascondere qualche leggera lacrima dell’anima prima ancora che dei nostri occhi. Sì, la nostra salvezza ha un prezzo: la vita di Gesù crocifisso e morto per noi sulla croce. Inoltre il nostro assistere alla Messa deve essere serio e responsabile perché la salvezza è offerta a tutti, ma nel rispetto della nostra libertà e della nostra libera adesione a Lui, quindi con le inevitabili e drammatiche conseguenze che ciò può rappresentare. Quindi sereni e fiduciosi perché Cristo ci dona la salvezza, ma pure molto seri e responsabili perché la nostra risposta alla sua offerta è decisiva.

Si diceva all’inizio di avere Messe con più brio sperando di attirare più giovani; no, non è con questi sotterfugi che riusciremo a cogliere l’essenziale bellezza, unita alla profonda consapevolezza di ciò che questa celebrazione rappresenta. Non siamo lì per celebrare e festeggiare la comunità coi giovani. I giovani questo l’hanno capito: per questo hanno altre e migliori opportunità e per questo a Messa non ci vanno più. Ma purtroppo anche coloro che cercano il sacro, e non sono pochi, se non lo trovano genuino ed integro nella nostra Santa Messa cattolica, sono tentati di rivolgersi altrove dove non possono trovare che facili surrogati.
FdS

34 commenti:

Anonimo ha detto...

San Marco non deve morire
È il convento domenicano più famoso al mondo. Da Firenze è stato per secoli faro di santità, di arte (Beato Angelico), di cultura. Ma ora è sul punto di essere soppresso, proprio per volontà dell'ordine di san Domenico

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351095

Japhet ha detto...

... Per il sociologo delle religioni Pietro De Marco, che argomenta una dettagliata censura, l’eloquio del Papa “di fronte alla stampa e al mondo” cade in “reiterate approssimazioni”, non accettabili. Secondo De Marco “il papa piace a destra e a sinistra, a praticanti e a non credenti, senza discernimento. Il suo messaggio prevalente è ‘liquido’. Su questo ‘successo’, però, non può essere edificato niente, solo reimpastato qualcosa di già esistente, e non il meglio” (Settimo Cielo, 3 ottobre)....

Il resto è "normalismo" spinto...

http://www.aleteia.org/it/editoriale/articolo/dio-non-e-cattolico-e-secondo-alcuni-nemmeno-il-papa-6428150850387968

Anonimo ha detto...

Grazie a FdS e a mic. Repetita juvant!
Bisogna martellare incessantemente.

marius ha detto...

E nelle Missioni africane?
Ecco come al proposito agiva il vescovo missionario Mons. Marcel Lefebvre:
"Un'altra questione che si pone sul tavolo delle discussioni è l'africanizzazione della liturgia cattolica. L'Arcivescovo sostiene che non è obbligatorio mantenere soltanto le melodie di composizione europea, ma sono da evitare, durante le celebrazioni eucaristiche, i negro spirituals e i ritmi musicali cadenzati (con tam tam e balafon) per non incoraggiare battimani e agitarsi di testa e corpo. Nel 1957 promuove équipes liturgiche di laici con lo scopo di "rendere più viva la partecipazione dei fedeli al Santo Sacrificio". Non erano poi da escludersi i cortei e la danza religiosa per le feste all'aperto, ma non durante le processioni."
(Tratto da "Mons Marcel Lefebvre, Nel nome della Verità, Cristina Siccardi, Sugarco edizioni)

don Alessandro ha detto...

Il Santissimo Sacramento dell'Altare e il Santo Sacrificio della Croce sono i due binari che, mediante il Sacerdozio cattolico, ci donano l'Eterna Salvezza! Ma sono necessari tutti e sette i Sacramenti, i Canali della grazia divina, istituiti da N. S. Gesù Cristo, Salvatore e Redentore!

RAOUL DE GERRX ha detto...

“Senza un po’ di movimento e brio le nostre Messe non attireranno più i giovani !”

Les prêtres qui parlent ainsi sont-ils des saints, je veux dire : de vrais saints, pas des farceurs idéo-écologiques à la Bergoglio ?

Un célèbre religieux dominicain espagnol aimait répéter que le prêtre qui renonce à la sainteté se trouve ipso facto en état de péché mortel et compromet ainsi son salut éternel et celui de ceux qui lui ont été confiés.
N’est-ce pas la situation de la plupart des prêtres, tant dans le haut que dans le bas clergé, aujourd’hui ?

Or quoi de plus saint que la Sainte Messe, quand elle est célébrée comme il convient, avec la piété et la gravité que la répétition d’un si prodigieux événement requiert ?

Je parle évidemment de la vraie Sainte Messe, celle où l’on ne tourne pas le dos à Dieu, comme il arrive depuis cinquante ans, marquant ainsi l’interruption du sacrifice.

“J’attirerai tout à moi”, a dit Jésus, pensant au Calvaire.
Le prêtre qui célèbre la Sainte Messe avec piété et gravité, se soumettant avec humilité aux “rubriques” que la Tradition a établies pour mettre en relief la grandeur d’un tel acte, voit aussitôt les églises se remplir.
La vie de Padre Pio, toute l’histoire de l’Église sont là pour le prouver.

by Tripudio ha detto...

“Senza un po’ di movimento e brio le nostre Messe non attireranno più i giovani!”

Per questo le celebrazioni neocatecumenali del sabato sera (vere e proprie carnevalate liturgiche parodie della Messa cattolica) "attirano" i giovani kikos: sono programmate per far passare i fedeli "dalla tristezza all'allegria", come se fossero un cabaret.

In realtà sono interminabili cerimoniali parolai e chiassosi: un fiume di interventi "spontanei" con obbligo del gergo neocatekiko, intervallato dai canti di Kiko (che suonano tutti allo stesso modo: «Galileaaaah!» ndrùng-ndrùng-ndrùng!).

L'actuosa participatio lì consiste nell'imbarazzante balletto-girotondo finale, nella Comunione "tutti insieme seduti quando scatta il segnale" (con le pagnotte sbriciolose fatte con la ricetta del Masterchef Kiko Argüello), ecc.

Il Cammino Neocatecumenale è la punta di diamante degli strafalcioni liturgici.

Franco ha detto...

Vorrei una risposta da chi sa. È vero o no che il gesto di aprire la mani jeraticamente durante la recita del "Padre Nostro" dovrebbe essere riservato al celebrante, trattandosi di un gesto sacerdotale? Io personalmente me ne astengo, trovandolo alquanto retorico e, per così dire, fuori delle righe.

bedwere ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
bedwere ha detto...

Franco, puoi leggere l'articolo su Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Orans
che ha interessanti immagini. C'e` anche quello nella Catholic Encyclopedia del 1913
http://www.newadvent.org/cathen/11269a.htm
E` tradizionale per i fedeli bizantini che assistono alla Divina Liturgia.
Non e` tradizionale per i fedeli che assistono al rito Romano antico, dove e` riservato al celebrante, e non si vede ragione per cui si debba introdurlo. Tuttavia le rubriche si applicano solo per chi e` nel santuario. Quindi se qualcuno desidera farlo, non commette peccato.

marius ha detto...

Certo, Franco, è un'imitazione fuori luogo del gesto eminentemente sacerdotale, introdotta spesso per moda ma anche per significare consapevolmente il sacerdozio comune.

Silente ha detto...

Quello della braccia allargate durante il Pater Noster è un gesto inopportuno, al limite del blasfemo, perché imita quello del Sacerdote, che è l'unico, vero alter Christus celebrante. Che richiami un presunto "sacerdozio comune" dei fedeli che si manifesta nella S. Messa, ancora peggio: è un gravissimo errore sia da un punto di vista dottrinale che liturgico. Poi, ha un'origine pentecostale. E ciò basti.
Se costretti alla messa modernista, recitiamo in silenzio e in latino il Pater Noster, limitandoci a proclamare, alla fine, il "...sed libera nos a malo". A mani giunte. Ho notato che questo irrita molto i preti progressisti. E' già un ottimo risultato.

Anonimo ha detto...

Cari amici, avete sentito dell'uscita dei vescovi Veneti contro il Presidente Zaia? colpevole di difendere gli italiani dall'invasione selvaggia dei clandestini? (forse il PD vuol punire i veneti perché hanno scelto Zaia anziché la Moretti?). Anche quando Massimo Bitonci difendeva l'esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici, il Vescovo locale disse che era solo strumentalizzazione politica, che non era una battaglia da fare. La sua non era forse solo propaganda filopiddina, cioè filocomunista? e ora non stanno facendo manovre sotterranee, Galantino e Renzi, pwer far passare il matrimonio omosessuale e la teoria del gender, sulle nostre spalle, senza interpellarci? questo è il concetto di democrazia caro al Vaticano? sono veramente allibito e scandalizzato da questo episcopato schierato tutto a sinistra, mi sgomenta davvero. Non era così ai tempi di Pio XII, questa non è più la Chiesa dei papi di nome Pio, è un'altra cosa (protestante di fatto, comunista, ecumenista suicida, e un po' massonica). Dio ci salvi dai modernisti !

Rafminimi ha detto...

Il modo usuale di pregare del cattolico, è rappresentato dalle MANI GIUNTE. Se possibile, con le punte delle dita appoggiate tra loro e dirette verso l'alto. Ed è consigliato pregare in ginocchio.
Sapete quale era la penitenza che Padre Pio più usualmente imponeva ai vescovi che si confessavano da lui? Lo hanno detto loro. Recitare un Pater, 3 Ave ed un Gloria, con le braccia allungate a mo' di "Crocifissione". Io l'ho fatto. Fa Male. Aiuta a pensare a Gesù, che, per espiare i nostri peccati stette così TRE ORE. E pure con i chiodi.

Anonimo ha detto...

...La sua non era forse solo propaganda filopiddina, cioè filocomunista? e ora non stanno facendo manovre sotterranee, Galantino e Renzi, pwer far passare il matrimonio omosessuale e la teoria del gender, sulle nostre spalle, senza interpellarci? questo è il concetto di democrazia caro al Vaticano?...

Certamente di gran parte dei vescovi italiani.

Do ut des.

E lo Stato ha finora elargito, vedi 8x1000, esenzioni Imu, oltre un miliardo l'anno per l'insegnamento della religione nelle scuole, i contributi statali e delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche, ecc.

Anche le pensioni sono regolate in modo particolare:

"Il ''fondo clero'' che eroga la pensione a 13.788 ex sacerdoti, ha una gestione ''costantemente in passivo'', nel 2012-15 con un rosso tra 56 e 115 milioni e un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 mld nel 2015. Sono i dati riportati da ''Porte Aperte'' Inps dai quali emerge che il 72% dei pensionati gode anche di un'altra pensione. Il Fondo non è stato toccato dalla Legge Fornero. ..."

http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/07/17/inps-fondo-clero-in-rosso-da-22-mld_caf13bb7-99b9-4058-86f7-41098accf155.html

Cesare

Anonimo ha detto...


@ Di cosa ci scandalizziamo, dei vescovi veneti antiitaliani?

E' dal Vaticano II che la Gerarchia ha messo da parte la nozione stessa di "nazione cattolica" da difendere, anche con la forza se necessario. L'unificazione del genere umano in una sorta di "uomo nuovo" che realizzera' la pace e la giustizia in terra, grazie al "dialogo" e all'incontro di tutte le religioni, si trova nel messaggio "ecumenico" all'inizio del Concilio e in particolare nella Gaudium et Spes, costituzione che riguarda la "missione della Chiesa nel mondo contemporaneo", uno dei peggiori documenti del Concilio, contenente i ben noti errores in fide sull'Incarnazione e il matrimonio cattolico (dal quale e' scomparsa la procreazione come fine primario).
Il cardinale Martini nelle allucinanti interviste che diede poco prima di morire, si auspicava ad un certo punto (cito a memoria) che venisse un'invasione che distruggesse tutto. Una palingenesi. Veramente, "l'invasione" dura da decenni, solo che ultimamente ha subito un'accelerazione impressionante, per cause che non c'entrano nulla con le guerre in corso. L'assurda visita del Papa a Lampedusa si e' forse svolta nello spirito del cardinale Martini? Verrebbe da pensarlo. Questi vescovi "progressisti" e "umanitari", che adesso si apprestano a distruggere il matrimonio cattolico e ad "aprire" ai vizi contronatura, sono da considerare oggettivamente dei nemici del popolo italiano. Stanno lavorando alla sua distruzione, a vari livelli. Tanto per cominciare non diamo piu' niente all'Obolo di S. Pietro. Ma questo sarebbe sempre un palliativo.
Ci vuole un'azione politica forte, ci vuole un partito cattolico nazionale, che cominci la contestazione all'attuale sistema dal territorio, in modo sistematico. Questo partito puo', nella situazione attuale, essere solo la Lega, a patto riesca a superare la sua vocazione originaria, che e' quella della secessione, della divisione e dell'avversione della fra italiani. E'tutta l'Italia ad esser travolta, la difesa deve esser nazionale e unitaria. Continuando con le divisioni e i regionalismi diventeremo Africa in tempi brevi. PP

Silente ha detto...

L'atteggiamento, spesso aggressivo e arrogante, dei vescovi italiani a favore dell'immigrazione selvaggia non ha alcun fondamento né teologico, né evangelico. Come giustamente rilevato qui sopra da PP (Paolo Pastorelli?) rappresenta un pericolo per la "nazione cattolica" italiana, o quel poco che ne resta. Mi permetto di ripubblicare parti di un mio post precedente: "Sbaglia la Chiesa a propagandare il "dovere dell'accoglienza" come "carità". E' un grave, gravissimo errore dottrinario (se non peggio): accogliere gli invasori non è affatto un atto di carità. Costoro non sono "invasori pacifici", che è comunque un ossimoro. Lo dimostrano la loro arroganza, la loro violenza, le loro pretese, il loro astio dimostrato in tutti i modi nei confronti della nostra cultura. Non è "carità" accogliere indiscriminatamente chi viene, nella migliore delle ipotesi, per approfittare del nostro generoso welfare e, nella peggiore e più probabile, per distruggerci: "con le vostre leggi democratiche vi invaderemo, con le nostre leggi islamiche vi domineremo" diceva un imam. Questa posizione della Chiesa è una delle tristi eredità del concilio, del suo ecumenismo, del suo buonismo. L'accoglienza indiscriminata è tutto: viltà, insipienza, malafede mondialista, speranza di alcuni di un "nuovo proletariato". Ma non è carità. Compito dei pastori è quello di tener lontani i lupi dall'ovile, non quello di spalancarne le porte. Invece, è quello che sta avvenendo. Papa Leone I non "accolse" Attila, ma lo fermò.

Non solo non è carità, ma l'accoglienza indiscriminata è contraria alla giustizia: lo rileva persino il prudentissimo, pseudo-conservatore, papistissimo il Timone: "Una vera accoglienza poi non può essere in contraddizione con la giustizia, che è molto di più che non la semplice obbedienza alle leggi. Chi arriva in modo irregolare, certamente ha diritto a essere comunque rispettato come persona, quindi soccorso e assistito per quel che c'è bisogno, ma non è giusto che resti in un paese se non ha alcun titolo per restarci" (Riccardo Cascioli, il Timone, giugno 2015, pag. 19).

L'adozione, da parte della Chiesa, della suicida, anticristiana ideologia immigrazionista è l'ennesimo esempio del suo obnubilamento intellettuale."

Tutto questo mentre ieri il Prefetto di Roma, Gabrielli, ha fatto bastonare dalla polizia i residenti di un quartiere romano che pacificamente protestavano contro l'arrivo di nuovi, ulteriori clandestini. Due arresti (tra cui un consigliere municipale di Fratelli d'Italia), 15 fermati, decine di feriti. Siamo all'inversione dei valori e della giustizia. Invece di fermare l'invasione, questo stato servo dell'ideologia del meticciamento globale fa bastonare da un'incolpevole polizia chi protesta pacificamente.

E i vescovi, invece di ricordarsi delle ferme e preveggenti parole del Cardinal Biffi, continuano a sostenere questa anticristiana ideologia.


Anonimo ha detto...

Invece di fermare l'invasione, questo stato servo dell'ideologia del meticciamento globale fa bastonare da un'incolpevole polizia chi protesta pacificamente.

Perché "incolpevole" Silente?
Non sono inconsapevoli della situazione. La conoscono, eccome!
Hanno deciso di stare dalla parte di chi opprime e svolgono al meglio i compiti loro assegnati.
Fanno il loro lavoro? Anche i macchinisti dei treni che portavano i deportati nei campi di sterminio svolgevano il loro lavoro, ma senza di loro come sarebbero stato possibile a chi "dirigeva" trasferire centinaia e centinaia di migliaia di persone?

Cesare

Silente ha detto...

@ Cesare. In polizia, come in qualsiasi corpo dello stato, si è tenuti al rispetto degli ordini, anche di quelli più assurdi come quello di bastonare pacifici manifestanti anti-clandestini. La sua citazione dei "campi di sterminio" è quanto meno inopportuna. Per molti motivi.

julius ha detto...

No. Se il prefetto ordina di uccidere bambini, il poliziotto deve eseguire?

Anonimo ha detto...

@ Cesare. In polizia, come in qualsiasi corpo dello stato, si è tenuti al rispetto degli ordini, anche di quelli più assurdi come quello di bastonare pacifici manifestanti anti-clandestini. La sua citazione dei "campi di sterminio" è quanto meno inopportuna. Per molti motivi.

Si è tenuti al rispetto degli ordini quando questi non contrastino con quanto, in coscienza, riteniamo sia giusto.
Pronti ad affrontare le conseguenze, che in casi del genere non comporterebbero certamente la fucilazione, delle nostre decisioni.
Lei trova inopportuna la citazione dei campi di concentramento. Trova inopportuno anche il paragone con i medici e paramedici che, per motivi di coscienza si sono rifiutati di praticare aborti (pur consentiti dalle vigenti leggi) e con ciò mettendo a serio rischio il loro posto di lavoro?
Non si può dire semplicemente che è gente che ha liberamente scelto da che parte stare?

Cesare

Anonimo ha detto...


Non criminalizzerei la polizia. Silente ha ragione, e' del tutto fuori luogo. Anche il paragone con il sistema nazista di sterminio e' assurdo. In genere, si comporta in questo modo, la polizia: prima un funzionario cerca di convincere la gente a disperdersi. Al rifiuto, segue l'ordine di disperdersi. All'ulteriore rifiuto inizia l'avanzata della polizia. Se i dimostranti reagiscono tirando corpi contundenti e altro allora la polizia carica e quando carica puo' picchiare senza andare troppo per il sottile, e' comprensibile. La carica puo' esser integrata dal lancio di lacrimogeni. Stiamo parlando di manifestazioni relativamente pacifiche o poco violente, come quelle dei giorni scorsi, non di quando si ha che fare con professionisti della violenza tipo i black-block o gente del genere (no tav e simili). La polizia esegue comunque gli ordini del governo, c'e' poco da scegliere. Dopo le sentenze per "i fatti di Genova" di anni fa, l'impressione e' comunque che la polizia abbia l'ordine di fare azione soprattutto di contenimento nei confronti dei professionisti della violenza urbana.

Anonimo ha detto...


@ "Si e' tenuti al rispetto degli ordini quando non contrastano con quanto riteniamo in coscienza contrario alla giustizia".

Giustissimo. Ma chi lo stabilisce il criterio del giusto e dell'ingiusto. Solo la nostra coscienza? A sua volta con quali parametri? Del tutto soggettivi? Certo ci sono ordini apertamente disumani, come p.e. "uccidere i bambini" (vedi sopra, altro intervento). O ammazzare i prigionieri, uomini disarmati. A questi ordini si dovrebbe disobbedire, ovviamente. Non risulta pero' che i prefetti ordinino di uccidere i bambini o checchesia. Non portiamo esempi assurdi. Qui stiamo parlando di una situazione di ordine pubblico e di manifestazioni spontanee o autorizzate che degenerino. La polizia ha il dovere istituzionale di mantere l'ordine, in ottemperanza alle disposizioni del governo. Puo' eseguire il suo compito con maggiore o minore "gentilezza", a seconda delle circostanze, e dell'atteggiamento della folla, grande o piccola che sia (se piu' o meno violento, piu' o meno provocatorio). Nei disordini di ieri anche qualche poliziotto ne e' uscito malconcio. Ma non prendiamocela con la polizia, quando deve eseguire ordini di sgombero o altro che provengono da un governo che sta agendo in modo sbagliato, contro il diritto e gli interessi dei suoi cittadini, per i noti motivi. Prendiamocela con il governo e non solo con quello civile, anche con quello "ecclesiastico", "i fratacci e pretacci (neo)modernisti"[Croce], nemici dell'Italia e dell'Occidente, ancora piu' colpevoli dei nostri politici. Prendiamocela, e' chiaro, in senso politico, morale e religioso, traendo le dovute conseguenze.

Anonimo ha detto...

http://www.riscossacristiana.it/mi-vergogno-di-essere-un-poliziotto-e-chiedo-scusa-ai-residenti-di-francesco-curridori/

mic ha detto...

Inutile star lì a disquisire sulle forze dell'ordine e su loro comportamento. Il problema è l'esasperazione degli animi che rischia di aumentare nell'inerzia lassista delle autorità civili e nel buonismo assurdo di quelle ecclesiastiche. La responsabilità e gli oneri dovrebbero essere calibrati a livello europeo. Ma in quale Europa?

Anonimo ha detto...

Caro Silente, ma ha letto su Avvenire come i vescovi del Veneto si sono scagliati su Zaia, che difendeva i cittadini veneti dall'invasione selvaggia di CLANDESTINI, etichettandolo come "attivista", quasi fosse un no global, un rivoluzionario, un sovvertitore dell'ordine costituito. Loro, che vogliono la fine della nostra civiltà italiana ed europea, la distruzione delle nostre radici cristiane: ipocriti, sepolcri imbiancati, traditori di Cristo. Spero che presto gli venga tolta di mano la Chiesa a questi vigliacchi, che fanno politica sporca nascondendosi dietro una finta pastorale: comunisti incalliti e anti italiani, vergognatevi !!! la vostra non è la Chiesa di Cristo, impostori !!!

ilfocohadaardere ha detto...

Teoria infondata ed errata quella di Silente, secondo la quale il quesito di ordine morale non sussisterebbe nel caso di sottoposizione ad un ordine superiore. E' invece il classico caso, che si trova nei manuali di morale come di diritto penale, del c.d. ordine illegittimo e/o ordine immorale. L'ordine illegittimo e/o immorale non va adempiuto. La giustificazione proposta da Silente, purtroppo, è la stessa- mutatis mutandis- utilizzata da molti nazisti al processo di Norimberga.Non è affatto vero che il poliziotto debba eseguire qualsiasi tipo di ordine: il poliziotto che ha eseguito un ordine gravemente e palesemente illecito ne potrà- significativamente- rispondere di fronte ad un Tribunale penale.

mic ha detto...

Un poliziotto romano prende le distanze. Il giornale:

....“Come è possibile, – si chiede il poliziotto – esserci ridotti a manganellare le nostre madri e i nostri padri, per eseguire gli ordini di ladri e mafiosi che stanno al governo? Ci siamo schierati contro la nostra gente per fare posto ad un centinaio di clandestini, che poi sono gli stessi che ogni giorno troviamo a spacciare per le strade di Roma!”. E poi arriva un appello che ha del clamoroso: “Io mi rivolgo ai miei colleghi: rifiutatevi! Non obbedite agli ordini di un prefetto come Gabrielli, che ha l’unico scopo di fare carriera politica nel Pd“. “E voglio dire ai cittadini che la maggioranza dei poliziotti sono con loro. Ma la questura, – continua il poliziotto – quando c’è una situazione simile, seleziona gli agenti, manda a manganellare chi non vuole i profughi i “poliziotti adatti”, quella minoranza che per quattro soldi è pronta a tutto. Sanno che se mandassero poliziotti scelti a caso, disobbedirebbero agli ordini”. “Da poliziotto – conclude l’agente – chiedo scusa ai residenti di San Nicola, come cittadino sono con voi!”.

Anonimo ha detto...

http://www.affaritaliani.it/cronache/consap-suicidi-tra-le-forze-di-polizia-ecatombe-silenziosa-375835.html

Silente ha detto...

I vescovi che insultano Zaia , che sostengono l'invasione dei clandestini, che vogliono la rovina dei nostri popoli, delle nostre culture, sono gli stessi che tacciono di fronte alle violenze contro le donne, ai furti, alle rapine, alle occupazioni di case, allo spaccio di droga di cui si rendono colpevoli i clandestini. Per questi vescovi, un clandestino che entra illegalmente è degno di carità, una vecchietta italiana scippata, no.
Lo ribadisco: l'accoglienza indiscriminata non è carità. Chiariamo questo equivoco, togliamo questo alibi. Non è carità né da un punto di vista teologico, né scritturale. Quella dei vescovi rappresenta solo una opinabilissima posizione politica, che ben illustra lo "scivolamento a sinistra" dei vescovi dopo il concilio.

Catholicus ha detto...

Cara Mic, chissà cosa avrà pensato quel bravo poliziotto leggendo su Avvenire oggi, a pag. 7, l'artikolo a tutta pagina dell'intervista a Mons. Perego, direttore della Fondazione Migrantes, il quale, a proposito della rivolta di Casale San Nicola (ma anche di quelle di Quinto di Treviso e di Eraclea, nel veneziano) afferma "Nessuna invasione, proteste di irresponsabili". Ma questi falsi preti, vogliono la guerra civile? sono al servizio di invasori islamici? del Piano Kalergi? ogni giorno diventano più cattivi, più ostili agli italiani, alle nostre radici cristiane. Mi vergogno di loro, ormai non mi sento più in comunione con questi prelati, ma solo con la Vera Chiesa Cattolica, che loro occupano abusivamente. Spero con tutto il cuore che l'Immacolata venga presto a sbaragliarli, o almeno a convertirli. E' assurdo, ma per rimanere cattolico son dovuto diventare anticlericale (come i comunisti duri e puri degli anni '50), ma forse dovrei dire antiimpostori, antiprotestanti, antiecumensiti, e ovviamente anticomunista, perché questo clero è comunista fin nel midollo, cara Mic.

Anonimo ha detto...

Bravo Silente! a dispetto del tuo pseudonimo la tua è "una voce che grida nel deserto" ( il deserto di fede del clero attuale).

bedwere ha detto...

I bastonatori di innocenti dovranno, come tutti, rendere conto davanti al tribunale di Cristo. La` la scusa "eseguivo gli ordini" servira` ancora meno che ai nazional-socialisti davanti al tribunale terreno di Norimberga.

Silente ha detto...

Grazie caro anonimo delle 19:08