Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 22 luglio 2015

Alcune idee per guardare oltre la crisi.

Trovate qualcosa da eccepire nello scritto che segue?

Papi conciliari 
Dio infine salverà la sua Chiesa, senza dubbio,
Ma i cattolici devono gridare, fino a diventare rauchi.

... padroneggiare la mentalità liberale aiuta molto per mantenere la fede oggi. Vedendo come il liberalismo dissolve la Verità, si comprende come esso stia minando la Fede e distruggendo la Chiesa. Allo stesso tempo, vedendo come esso corrompe le menti, si comprende come gli odierni uomini di Chiesa siano “diabolicamente disorientati”, senza essere necessariamente pienamente consapevoli di come stiano distruggendo la Chiesa. Così non è necessario essere né liberali né sedevacantisti. Diamo allora un’occhiata ad un altro testo classico di Mons. Lefebvre, dove egli esamina “La mentalità cattolico-liberale”, nel capitolo XVI di Lo hanno detronizzato:
— “Una malattia della mente. ‘Piuttosto che una confusione della mente, il cattolicesimo liberale è una malattia della mente’ (P. A. Roussel nel suo libro Liberalismo e Cattolicesimo): semplicemente la mente non è in grado di poggiare sulla verità. Non riesce a profferire alcuna dichiarazione senza pensare immediatamente alla contro-dichiarazione, che ritiene si sia ugualmente obbligati ad avanzare. Papa Paolo VI fu un classico esempio di tale scissione della mente, dell’essere bifronte – cosa che potrebbe anche essere letta fisicamente sulle sue fattezze – perennemente mosso da due posizioni contraddittorie e spinto da un moto d’equilibrio, oscillante regolarmente fra Tradizione e novità – certuni non parlerebbero facilmente di schizofrenia intellettuale?
Io penso che il P. Clérissac abbia visto in profondità nella natura di questa malattia. Essa è ‘una mancanza di integrità della mente’ (Mistero della Chiesa, capitolo VII). È una mente ‘in cui manca la fiducia nella verità . . . . Quando prevale il liberalismo, questa mancanza di integrità della mente appare psicologicamente con due chiare caratteristiche: i liberali sono malleabili e ansiosi: malleabili, perché troppo facilmente assumono lo stato d’animo di coloro che li circondano; ansiosi, perché per paura di trovarsi di fronte a stati d’animo differenti, sono continuamente preoccupati di giustificare se stessi; sembrano soffrire essi stessi dei dubbi che stanno combattendo; non hanno abbastanza fiducia nella verità; sono troppo preoccupati di giustificare la loro posizione, dimostrandola o adattandosi o addirittura chiedendo scusa’.
Troppo preoccupati di essere in armonia con il mondo, da chiedere scusa! Presto detto: vogliono scusarsi per tutto il passato della Chiesa, le Crociate, l’Inquisizione, e così via. Quando si tratta di giustificarlo e dimostrarlo, si muovono molto timidamente, soprattutto quando sono coinvolti i diritti di Gesù Cristo, ma quando si tratta di adattarsi al mondo, gli vanno incontro, questo è il loro principio di base. Partono da quello che considerano un principio pratico, per loro un fatto innegabile, e cioè che la Chiesa non può essere capita nell’attuale contesto dove deve compiere la sua missione divina senza entrare in sintonia con esso.
Dal tempo di P. Clérissac e di Mons. Lefebvre, la dissoluzione delle menti e dei cuori provocata dal liberalismo ha fatto solo grandi progressi. Nel XXI secolo vi sono perfino un minor numero di tracce della verità e della moralità oggettive, rispetto al quadro complessivo del XX secolo. Stando così le cose, l’adattarsi della Chiesa all’ambiente circostante diventa sempre più letale per la Fede e la morale cattoliche, che non sono che oggettive. Quante sofferenze causate recentemente da una mentalità continuamente alternante tra dichiarazioni e contro-dichiarazioni, continuamente ansiosa di aderire a due fronti del tutto opposti l’uno all’altro, di conciliare gli inconciliabili! Privata non solo della fiducia nella verità, ma perfino, a quanto pare, di qualsiasi conoscenza della verità: questo si potrebbe dire, se tale mentalità non fosse in grado di produrre un’ottima imitazione della verità. Di una tale mentalità ieri si diceva che era quella di un “mentitore”! E oggi?
Come il Salmista, possiamo solo gridare: Signore, i tuoi cattolici sono diventati lo scherno dei non cattolici. A tuo onore e gloria, affrettati a venirci in aiuto!
Kyrie eleison.

13 commenti:

Franco ha detto...

Spero che la signora Guarini non mi banni per questa risposta tardiva e in altro post, che comunque non credo ( completamente ) fuori del tema odierno: come combattere la mentalità liberale che sta metastatizzando clero e popolo cristiano.
Evidentemente il mio intervento, che lei con suo pieno diritto ha considerato incomprensibile, era rivolto a Silente, che considero un "addetto ai lavori"; come per "addetti ai lavori" era la questione relativa alla riconducibilità o meno al Cristianesimo del ciclo arturiano. Questione apparentemente di nicchia, per "topi di biblioteca", ma che a ben vedere non è senza conseguenze sulla cultura di massa, dato che il mito arturiano viene scodellato in film, telefilm e cartoni animati che influiscono sulla formazione dei bambini. S'immagini che due mie nipotine sono state chiamate dalle rispettive madri Ginevra e Morgana.
Vengo al dunque, facendo riferimento a fatti concreti.
Una decina di anni fa in una bella cittadina ligure il 15 agosto, giorno dell'Assunta, mi capitò di ascoltare l'omelia di un giovane sacerdote, il quale dichiarò che il dogma dell'Assunzione ha pochissimi ( in realtà lui voleva dire zero ) riscontri nel testo biblico. Alcuni mesi fa ho trovato nello scaffale libri di un supermercato il testo su Maria scritto da Corrado Augias ( persona che non disistimo, anche per una certa sua signorile finezza ) e Marco Vannini, un grande studioso di mistica che però si è distaccato dal Cattolicesimo. La tesi era quella prevedibile: a un certo punto la Chiesa Cattolica, per venire incontro alle istanze del popolo ex pagano ha "gonfiato" la figura di Maria di Nazareth attribuendole i tratti delle divinità femminili pagane corrispondenti al tipo della "Magna Mater": Iside, Demetra, Diana, quella adorata nel grande santuario di Efeso, dove Paolo e Barnaba predicarono e passarono anche un brutto guaio ad opera degli orafi e venditori di sacri souvenirs. È da notare che proprio a Efeso sarebbe stato proclamato il dogma di Maria "Madre di Dio" e che sopra Efeso, secondo le visioni di Anna Katharina Emmerich e relative scoperte archeologiche, Maria abitò a lungo assieme all'apostolo Giovanni.
Domanda: come si risponde a queste obiezioni? Un tempo c'era il pronto intervento dell'Inquisizione, che oggi è impensabile e sarebbe escluso anche dai tradizionalisti. Oggi, se non si vuole svuotare il dogma, come Vito Mancuso ( il culto mariano come "magnifica trovata d'immagine" per riequilibrare il maschilismo biblico con una buona dose di "femminile") rimane una sola via: fare dell'apologetica critica ad alto livello, i cui risultati, opportunamente scremati e ridotti in formule chiare e facilmente "spendibili", saranno messi in circolo nel popolo dei semplici fedeli. Su quali elementi si baserà questa "Mariologia critica" ( si badi bene: sempre al servizio dell'umile e filiale devozione )? Direi sullo studio scientifico delle apparizioni ( fondamentale quella di Lourdes:"Io sono l'Immacolata Concezione" ) e sui contributi della psicologia e psicosociologia del profondo, in particolare secondo l'indirizzo di Carl Gustav Jung, l'ex delfino di Freud, che si staccò dalla visione pansessualista del maestro per offrire una rivalutazione estremamente significativa del fattore religioso e delle immagini "archetipiche" che ne sono un elemento fondamentale. Tutto questo, ovviamente, tenendo presenti i dati dellaTradizione e la sensibilità del popolo cristiano, compresa l'arte sacra. Un esempio molto significativo di questo lavorio è quello offerto da "Indagine su Maria" del benemerito Vittorio Messori.

Silente ha detto...

Concedetemi un "fuori argomento". Su Libero di oggi (pag. 11), un articolo di Gilberto Oneto inchioda il parroco di Spoleto che ha affisso sul portone della chiesa il seguente, ignobile avviso: "In questa chiesa è vietato l'ingresso ai razzisti. Tornate a casa vostra". Titolo dell'artico: "Il prete anticristiano che vuole cacciare i "razzisti" dalle chiese". Questo l'incipit del testo: "Non hanno fatto in tempo a inchiodare il povero Gesù a una falce e martello che qualcuno, più bergogliano di Bergoglio, si è ritenuto incoraggiato a proseguire sullo stesso sendero luminoso".
Chiusura dell'articolo: "Quale comandamento disonora chi difende la propria gente, le proprie case, la propria cultura e libertà? Leone I aveva intimato ad Attila e ai suoi di andarsene, non aveva offerto loro ospitalità in un residence".
Ne consiglio a tutti la lettura.

Anonimo ha detto...

....
BISOGNA OBBEDIRE PRIMA ALLA COSTITUZIONE CHE A DIO?
Ma per Avvenire – che piaccia o non piaccia parla a nome della CEI – non è così. Evidentemente lì si pensa che bisogna obbedire prima alla Costituzione che a Dio, e lo chiamano realismo. Data la premessa “falsata” non stupisce allora che si arrivi a sostenere la legittimità del riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. In questo modo la “via italiana” alle unioni civili diventa la “via cattolica” alle nozze gay.
Ciò che però appare incomprensibile è il silenzio dei vescovi italiani. Sappiamo – o perlomeno presumiamo – che non sono pochi coloro che non si riconoscono affatto in questa linea, eppure il segretario della CEI, monsignor Nunzio Galantino – il vero “dominus” di Avvenire e di tutti i media della Conferenza episcopale -, va avanti incontrastato per la sua strada. Nella distrazione generale, è presente ovunque: afferma, tratta, indica soluzioni, riscrive il Magistero.
Ci si chiede: dov’è e come la pensa il presidente della CEI? E i tre vice-presidenti? E tutti gli altri vescovi italiani? Come è possibile che un segretario – che per statuto non ne ha affatto il potere – possa fare il bello e il cattivo tempo su una materia così delicata come questa?
Cari vescovi, davvero vi va bene la “via cattolica” alle nozze gay?

mic ha detto...

'apologetica critica ad alto livello, i cui risultati, opportunamente scremati e ridotti in formule chiare e facilmente "spendibili", saranno messi in circolo nel popolo dei semplici fedeli

Di formule chiare e facilmente "spendibili" ce ne sono a iosa. Non serve coniarne delle altre... perché il problema è che non c'è più nessuno (o quasi) che le mette in circolazione!
Quando ci si riferisce alla Vergine nei termini di Bergoglio a Santa Marta "i buoi sono già fuggiti dalla stalla".
Ciò che serve è la resistenza e la riaffermazione, che stiamo facendo nel nostro piccolo perché altri livelli non sono alla nostra portata.
Certo se venisse un grande apologeta!... Ma qui bisogna ripartire da zero. E dalla semplicità, che non vuol dire banalità, ma sottile essenzialità.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Franco - Come rispondere a certe obiezioni?

A mio modesto avviso, bisognerebbe innanzitutto scremare le fonti. Sempre a mio modesto avviso, autori come Augias e simili non si possono prendere in seria considerazione. Appartengono al filone della saggistica anticattolica di basso livello, che scrive per partito preso, in genere riciclando tesi vecchissime e logore, come quelle dell'origine pagana (nei miti pagani) di alcune verita' di fede del Cristianesimo. Credere questo, ma con quali prove, significa ridurre tutta la Rivelazione ad impostura, oltre ad ignorare la mentalita' ebraica del tempo di Gesu'. All'obiezione che l'Assunzione non si ritrova nei Testi, si risponde ribadendo il valore della Tradizione: accanto alla Scrittura c'e' la Tradizione,che anzi, come tradizione orale (riconosciuta dalla Chiesa), viene prima della fonte scritta, la quale non la copra interamente. Questa verita' di sempre e' stata oscurata, manco a farlo apposta, dal Vaticano II, con la "Dei Verbum", che ha tentato di ridurre le due fonti alla sola Scrittura. La Tradizione della Chiesa ha sempre sostenuto, per esempio,che NS risorto sia apparso anche alla S.ma Vergine, anche se ne' i Vangeli ne' le altri fonti Neotestamentarie ne danno notizia.
Quello dell'origine ellenistica del Cristianesimo e' un vecchio cavallo di battaglia dell'esegesi protestante razionalista, squalificato come tutta quell'esegesi, finita nelle assurde metodologie di un Bultmann e soci, che riducevano a mito e costruzione dei discepoli tutto cio' che, nelle Fonti, non si accorda con la mentalita' moderna. [SEGUE, spero, durante la giornata. C'e' da precisare ancora qualcosa, proprio sul piano del metodo, tanto per cominciare, anche nei confronti del concetto, pur sempre valido, di "liberalismo"],

Angheran70 ha detto...

"Su quali elementi si baserà questa "Mariologia critica"? Direi sullo studio scientifico delle apparizioni e sui contributi della psicologia e psicosociologia del profondo, in particolare secondo l'indirizzo di Carl Gustav Jung, l'ex delfino di Freud, che si staccò dalla visione pansessualista del maestro per offrire una rivalutazione estremamente significativa del fattore religioso e delle immagini "archetipiche" che ne sono un elemento fondamentale".

Colpi di sole? Jung è solo un povero gnostico , certo rispetto a un maniaco cocainomane fa la sua figura , ma niente di più.

Luisa ha detto...

Qui un articolo di mons. Livi:

"Sinodo, non esiste pastorale senza dottrina"


http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sinodo-non-esiste-pastorale-senza-dottrina-13311.htm

E qui la prova che in Vaticano, passo dopo passo, mossa dopo mossa, incontro dopo incontro, si sta imponendo, o si sta tentando di imporre, la teologia misericordiosa e in ginocchio di Kasper e compagni in crociata.

Com escrive Rodari:

"in un volume pubblicato dalla Santa Sede la proposta di un percorso penitenziale per i risposati. I teologi che hanno partecipato al seminario a porte chiuse: "Non è un cedimento ma il riconoscimento di un nuovo inizio"

http://www.repubblica.it/vaticano/2015/07/22/news/_per_i_divorziati_un_prete-tutor_ed_eucarestia_solo_a_pasqua_-119566308/?rss

RAOUL DE GERRX ha detto...

"Trovate qualcosa da eccepire nello scritto che segue?

"Papi conciliari"…

Pour ma part, non. Absolument rien. Et d'autant moins que j'y ai tout de suite reconnu la main de Mgr Williamson, pour qui — je n'ai pas peur de le dire — j'éprouve une grande admiration, et qui a été fort mal traité par son cadet, Mgr Fellay…
Mgr Williamson est un vrai disciple de Mgr Lefebvre. Il a droit à toute mon estime.

mic ha detto...

Appartengono al filone della saggistica anticattolica di basso livello, che scrive per partito preso, in genere riciclando tesi vecchissime e logore, come quelle dell'origine pagana (nei miti pagani) di alcune verita' di fede del Cristianesimo.

E' questo il punto, peraltro fatto presente più volte al nostro Franco. Il problema è che viene ostacolata la circolazione di testi davvero commestibili.

Non che una nuova sintesi come quella da lui così ripetutamente richiamata non sia auspicabile; ma in questo tempo e contesto di frammentazione estrema, forse è più realistico far sì che non scompaia il "seme". Poi la nuova sintesi arriverà quando i tempi saranno maturi.
C'è da dire che Paolo Pasqualucci è tra gli studiosi che in testi come "La metafisica del soggetto" ed altri la loro sintesi l'hanno elaborata e proposta. Purtroppo sono testi che la cultura egemone non promuove né assimila. Lo iato dai "fondamenti" è diventato una voragine...

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ "Mariologia critica" e dintorni. - Mic

1. Ringrazio Mic per l'apprezzamento, sempre generoso. Ci troviamo d'accordo sulla necessita' di un approccio "critico", pero' bisogna vedere come. Per trovare comunque un accordo con le prospettive del Secolo, opportunamente depurate, o per riaffermare invece contro il Secolo le verita' di fede di sempre? La nostra prospettiva e' sicuramente la seconda, verso la prima mi sembra invece pencolare Franco, magari senza accorgersene.
In ogni caso, andrebbe fatta preliminarmente una selezione delle fonti, in modo da mettere a punto risposte a diversi livelli. L'importante e' non mettere sullo stesso piano fonti le piu' disparate, alcune delle quali non degne di considerazione. Certo, oggi, come imperversa un'esegesi infarcita di razionalismo protestante e fuori di ogni controllo, cosi' imperversa una saggistica popolare che si occupa "criticamente" del Cristianesimo, cercando di utilizzare le categorie fasulle di quella scorretta esegesi o semplicemente riproponendo vecchie e stantie tesi anticristiane. Sembra di esser tornati ai tempi dei pamphlet anticristiani dei Neoplatonici, che dimostravano come quelle menti, pur speculative, in realta' del Cristianesimo nulla avessero capito. Ma allora il Cristianesimo, perseguitato, non era ben conosciuto. Oggi, questo non lo si puo'dire, che non sia ben conosciuto.
2. Ai fini di una "mariologia critica" mi sembra anche difficile servirsi delle categorie della psicoanalisi, sia pure di quella di Jung, molto piu' seria di quella di Freud. Non voglio dire che la psicoanalisi sia del tutto priva di scientificita', anche se il suo grado di scientificita' e' difficile da stabilire e comunque puo' emergere soprattutto in relazione alle persone malate, ai casi clinici, ma non certo per spiegare la psiche normale, per di piu' con categorie desunte dall'analisi del mito, quali il complesso d'Edipo etc.. Sarei cauto, inoltre, con autori come Messori, che pure sono ben intenzionati. Mi sembra di ricordare che egli abbia cercato di trovare un terreno d'incontro tra cattolici e musulmani proprio in relazione alla "Maria del Corano". Ora, se c'e' un'immagine falsa ed inaccettabile della S.ma Vergine, e' proprio quella propagandata da Maometto. (Anche di questi accostamenti fasulli e' responsabile il Concilio, che propone come valida la Maria del Corano: "...onorano la sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione" (N Aet, 3.1)).
3. Per concludere, sul liberalismo mi limito a dire questo: il passo di mons. Lefebvre e' assai efficace, mette in luce l'origine dell'atteggiamento del "chieder scusa" oggi imperversante, incredibile per il Papato. Pero', la categoria "liberalismo" andrebbe integrata, incrementata. La Nouvelle Theologie era gia' al di la' del "liberalismo", essa assorbiva tutti i veleni dell'immanentismo radicale, rappresentato soprattutto oggi dall'esistenzialismo con i suoi risvolti nichilistici. Bisognerebbe, quindi, allargare il discorso sul "liberalismo", dop0 aver capitalizzato tutta la critica che ne ha fatto il pensiero cattolico tradizionale.
Sono argomenti complessi, che tuttavia non si possono ignorare, e che un blog come questo, pur non potendo ovviamente discuterli in dettaglio, puo' trattare (ed ha trattato) sul piano dell'indirizzo metodologico, dell'impostazione del discorso.

Franco ha detto...

@ Paolo Pasqualucci. Lei è ovviamente libero di vedere in me uno he vuole assimilarsi alle prospettive del "mondo", mentre io penso che questa collocazione non mi si confaccia. Direi che tra reazionario e conservatore c'èuna differenza. Il primo dice no perchè no, il secondo cerca di dare le ragioni che si possono dare, senza negare la zona del Mistero davanti al quale bisogna restare "umana gente al quia", come dice Dante.
Squalificare in toto la controparte non mi sembra una gran soluzione, almeno in QUESTA società. Di fatto gran parte del mercato librario relativamente agli argomenti religiosi è coperto dai vari Augias - Pesce, Augias - Vannini, ( in offerta al supermarket ) Mancuso, Odifreddi, per non parlare di Kung. Sarà il caso di confutarli nei punti in cui vanno confutati oppure no? Non hanno forse un'influenza molto vasta? Dan Brown avrà scritto una boiata, ma quella boiata ha avuto una grandissima risonanza. Mi sembra utile citare il caso di Alessandra di Rudinì, grande aristocratica siciliana, figlia di un presidente del consiglio e per qualche tempo amante dei D'Annunzio, in seguito convertitaa Lourdes e divenuta monaca carmelitana. Molto religiosa nell'infanzia e nella prima adolescenza, aveva visto la sua fede schiantarsi per la lettura della "Vie de Jesus" di Renan. Se avesse trovato un sacerdote o anche un laico capace di congutare quel libro, le cose non sarebbero andate diversamente? Il caso è riportato anche da Antonio Socci.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Franco - la disputa infinita

Non mi sembra di "squalificare in toto la controparte". HO detto che bisogna fare una cernita. C'e'tutta una pubblicistica con la quale non vale la pena di perdere tempo. Anche perche' secondo me e' mossa dal pregiudizio anticattolico e non e' seria dal punto di vista della preparazione. Quando dico "non perdere tempo" non dico che non debba esser confutata. Voglio dire che lo deve essere sul piano della stroncatura. Diverso il discorso per altre fonti anticattoliche o cattoliche che usino un metodo non appropriato. Gli eretici come Kung vanno confutati punto per punto, si capisce. Ma gli eretici non sono sempre stati confutati punto per punto, guardiamo alla storia..Con quali risultati? La confutazione e' necessaria, ma serve soprattutto a difendere le anime pie, i veri credenti, raramente gli eretici si lasciano convincere.

Accanto a questa osservazione,ne ripeto un'altra, sempre di "metodo" per cosi' dire.

Non mi sembra valido utilizzare le categorie della psicologia, psicoanalisi, sociologia, filosofia moderne per interpretrare (in modo accettabile ai moderni) le verita' di fede. Questo mi sembra voglia fare lei, o no? Almeno in parte. Questa e' l'impressione che ricavo dai suoi interventi. Non mi sembra valido, perche' il sentire dell'uomo moderno, lei lo sa meglio di me, e' a priori antireligioso e anticristiano. Come utilizzare, tanto per fare un esempio, le nozioni psicoanalitiche di psiche, inconscio etc., quando presuppongono tutte l'inesistenza dell'anima e dell'aldila'? Non tendono psicoanalisi e anche psicologia moderne a vedere la religione come una forma di psicosi? A dissolverla in chiave psicologistica, in un vago "senso del sacro", che sarebbe poi una proiezione dell'inconscio? Sempre che l'inconscio esista, che sia cioe' una dimensione scintificamente accertabile, un'effettiva realta' nostra interiore, per quanto nascosta.

Del resto non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire, come si suol dire. Si ricorda la parabola del Ricco Epulone? Il ricco avaro, dall'Inferno prega Abramo di mandare Lazzaro dal Paradiso ai suoi 5 fratelli, ricconi avari come lui, per farli ravvedere dalla loro vita. E come risponde Abramo, alla richiesta : - "se qualcuno dai morti anddra'a loro, faranno penitenza"? Cosi' : "Se non ascoltano Mose' ne' i Profeti, gli oppose Abramo, non crederanno neppure se uno risuscitasse dai morti" (Lc 16, 27-31).
E' la parola di Dio nella sua purezza che dovrebbe esser predicata agli odierni miscredenti, come facevano gli Apostoli, solo in questo modo lo Spirito Santo interviene nei cuori, aprendoli alla conversione. I discorsi razionali non convertono nessuno, senza l'aiuto della Grazia. Ma l'aiuto della Grazia non puo' esserci, se il "discorso" e' inquinato, perche' si serve (anche solo in parte) di strumenti tratti da un pensiero e un sentire nemici a priori di ogni religione e in particolare del Cattolicesimo.
(nel caso della Di Rudini' dico che la sua fede era gia' incline a "schiantarsi" se e' bastata la lettura di Renan, si sarebbe schiantata comunque. Per quanto ne sappiamo - non conosco i particolari - la Grazia l'ha riacchiappata a Lourdes, non attraverso i ragionamenti, forse era consumata dai rimorsi per la sua vita peccaminosa ed interiormente pentita).

Angheran70 ha detto...

"Sarà il caso di confutarli nei punti in cui vanno confutati oppure no? Non hanno forse un'influenza molto vasta? Dan Brown avrà scritto una boiata, ma quella boiata ha avuto una grandissima risonanza".

Sono già stati confutati , è un problema di comunicazione mainstream. Questa è governata nel 90% da elementi non cattolici , la CEI non ritiene necessario affrontare il problema culturale su larga scala. Ci ha provato Benedetto XVI nel disinteresse e nell'ostilità generale. Compresa quella dei tradiprotestanti , della destra radicale che ha sempre avuto un debole per la fascinazione esoterica , graal ecc. ecc.