Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 15 luglio 2015

Riflessioni sul recente Pellegrinaggio a Norcia

Riprendiamo dal Coordinamento Summorum Pontificum.

Sono passati ormai quasi dieci giorni dal pellegrinaggio nazionale a Norcia dei Coetus Fidelium del Summorum Pontificum “Sulle orme di Benedetto”, e non vogliamo lasciarci travolgere dalla calura estiva – sembra che ne sia imminente una seconda ondata – senza metter nero su bianco qualche riflessione suggeritaci dalle giornate trascorse insieme ai Monaci benedettini, tra la Basilica di Norcia e l’Abbazia di S. Eutizio.

Per il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum, che ha promosso ed organizzato il pellegrinaggio, si è trattato di un impegno non da poco, assunto per la prima volta, ma con l’intenzione, condivisa dai carissimi Monaci, di replicarlo e di farne – a Dio piacendo – un appuntamento annuale fisso per i fedeli italiani che vivono la loro vita spirituale al ritmo della liturgia tradizionale.
Oggi, però, quando siamo immediatamente a ridosso della conclusione del pellegrinaggio, non è ancora tempo per i programmi futuri (anche se, in verità, ci stiamo già pensando), ma piuttosto per un primo bilancio.

Diciamo subito che, promuovendo il pellegrinaggio, ci auguravamo di riunire a Norcia fedeli provenienti da tutta Italia. Non siamo stati delusi: dalla Liguria alla Sicilia, dalla Calabria al Veneto, dal Lazio all’Emilia-Romagna, dalle Marche e dall’Abruzzo al Friuli-Venezia Giulia, tanti amici innamorati della S. Messa di sempre si sono fraternamente ritrovati in Umbria, hanno avuto modo di conoscersi e di stringere nuovi legami fraterni.

L’impegno, quindi, è trovare il modo per favorire sempre più la partecipazione dei fedeli: sicché nel 2016 il pellegrinaggio si rifarà, ma in una data probabilmente più comoda. Il modello, comunque, sarà sempre quello che abbiamo felicemente sperimentato quest’anno: due giornate di intensa spiritualità, uniti ai Monaci di Norcia, partecipando alla loro preghiera, godendo della loro guida e della profondità dei loro insegnamenti.

Proprio in questo coinvolgente incontro con la spiritualità benedettina è consistita la ricchezza del pellegrinaggio: un pellegrinaggio alimentato dalla preghiera liturgica (perché, come ha scritto P. Cassian Folsom, il monaco “respira l’aria della liturgia, si nutre dalla liturgia, si muove nel mondo creato dalla liturgia, senza la liturgia muore spiritualmente”[1]), sostenuto dalla grazia dei sacramenti, corroborato dalla condivisione fraterna e fortificato anche dalla fatica del cammino tra prati e boschi, intervallati da antiche chiese adorne di affreschi straordinari. “Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis”[2].

Respirando questo clima di verità e bellezza, con la costante compagnia del canto gregoriano, i pellegrini del Summorum Pontificum sono stati particolarmente edificati dagli insegnamenti dei Monaci: dalle parole di padre Cassian, che nell’omelia pronunziata sabato all’Abbazia di S. Eutizio – dove padre Benedetto Nivakoff ha cantato la S. Messa votiva di S. Benedetto – ci ha fatto comprendere, sull’esempio del Santo di Norcia, che il pellegrinaggio è un segno del cammino che ciascuno è chiamato a percorrere per liberarsi dai vizi ed abbracciare compiutamente la virtù; dalle profonde riflessioni di padre Benedetto, che nel pomeriggio dello stesso sabato ci ha condotto a meditare sul reale significato della vocazione, e sul modo spiritualmente appropriato per discernerla; dalla nuova omelia, l’indomani, di padre Cassian, che ci ha dato una lettura illuminata ed illuminante della pericope evangelica della moltiplicazione dei pani e dei pesci[3].

È dunque con il vivo desiderio di ritornare presto a Norcia che siamo tutti rientrati alle nostre case. Vi siamo giunti “rianimati, più pensosi e più consapevoli, invocando su di noi lo Spirito di Dio perché conservi a lungo negli animi nostri la luce e la commozione del grande dono che abbiamo ricevuto”[4]. Ci fa piacere chiudere con queste parole la nostra breve cronaca del primo pellegrinaggio nazionale a Norcia dei Coetus Fidelium del Summorum Pontificum: sono parole pronunziate anch’esse in occasione di un pellegrinaggio, altrove, anni fa, del Cardinale Giacomo Biffi, che il Signore ha chiamato a Se l’11 luglio, giorno in cui la Chiesa celebra proprio una delle ricorrenze liturgiche di S. Benedetto[5].
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[1] P. Cassian Folsom OSB, Il rapporto tra monachesimo e liturgia,
[2] Insegnamenti di Benedetto XVI, I, 283-287, Roma, L.E.V., 2005.
[3] San Marco, 8, 1-9.
[4] Giacomo S.R.E. Card. Biffi, Omelia in occasione del pellegrinaggio diocesano alla Santa Sindone, 9 maggio 1998.
[5] Si tratta della festa chiamata in Francia “la Saint-Benoît d’été”. Per documentarsi: Dom Gérard Calvet OSB, La Saint-Benoît d’été (11 juillet), in Itinéraires, n. 335, luglio-agosto 1989. La traduzione italiana si può trovare qui

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