Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 18 luglio 2015

Il Rito Romano Antiquior: un tesoro per tutta la Chiesa

Riprendo dalla Lettera n.67 di Paix Liturgique

Nell'autunno del 2015 uscirà la traduzione francese del libro del cardinale Raymond Leo Burke "Divine Love Made Flesh" (L'Amore divino si è fatto carne).
Quest'edizione comprenderà anche un'intervista inedita con il cardinale patrono dell'Ordine di Malta, realizzata da don Claude Barthe.
Per festeggiare l'ottavo anniversario della pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum da parte di Papa Benedetto XVI, Paix liturgique offre in esclusiva qualche selezione di quest'intervista, con la gentile autorizzazione della casa editrice (Via Romana). 
Don Claude Barthe: Eminenza, il 7 luglio 2015 è l’anniversario del Motu proprio Summorum Pontificum. È esagerato affermare che questo testo sia particolarmente indicativo del pontificato di Benedetto XVII?
Cardinale Raymond Leo Burke: Direi che in effetti è, in un certo senso, l’espressione più alta del pensiero del cardinale Ratzinger, divenuto poi Benedetto XVI. Mostra ciò che ha rappresentato per lui la comprensione del concilio Vaticano II. Perché sfortunatamente, in seguito al secondo concilio ecumenico del Vaticano, ma certamente non a causa degli insegnamenti del Concilio, si sono verificati numerosi abusi, in particolar modo nella sacra liturgia. Si vede come nella Lettera apostolica Summorum Pontificum è stata trovata dal Papa una forma giuridica che stabilisce un legame organico fra il nuovo e l’antico, tra la forma ordinaria e quella straordinaria.

CB: Questo testo è arrivato dopo cinquant’anni di crisi liturgica, della quale Lei ha parlato nel Suo contributo al convegno Summorum Pontificum, il 13 giugno 2015 a Roma, dicendo che, dal 1970: “il cavallo si è imbizzarrito”. Il Motu proprio riuscirà ad aprire una strada nuova per la risoluzione di questa crisi?
Card. Burke: Sì, certamente. Benedetto XVI ha vissuto molto dolorosamente tutta la crisi liturgica, come ha raccontato nella sua autobiografia (La mia vita, San Paolo Edizioni 2005). Nella Lettera ai vescovi, che accompagna il Motu proprio, ha fatto cenno a questa sua esperienza: “in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni”. Restituendo al culto la liturgia sacra che è stata celebrata per un millennio e mezzo nella Chiesa romana, papa Benedetto XVI ha consentito di procedere alla correzione degli abusi e al contempo ha consegnato un riferimento essenziale per l’arricchimento della forma ordinaria.  (...)

C.B: Restituendo alla messa la sua condizione tradizionale, quella del messale del 1962 di Giovanni XXIII, Papa Benedetto ha dunque voluto mettere questo riferimento a disposizione di tutta la Chiesa?
Card. Burke: Sì. Dobbiamo guardare a questa forma straordinaria come ad un tesoro conservato dalla Chiesa romana nel corso dei secoli. Questo rito è, in sostanza, identico a quello di Gregorio Magno.

C.B: ... ed è oggi particolarmente adeguato all’azione della Chiesa: Lei insiste spesso sull’applicazione dell’adagio lex orandi, lex credendi alla nuova evangelizzazione o ri-evangelizzazione.
Card. Burke: La lex orandi è sempre legata alla lex credendi. Secondo la maniera in cui l’uomo prega, bene o male, egli crede, bene o male, ed egli si comporta, bene o male. La sacra liturgia è assolutamente il primo atto della nuova evangelizzazione. Se noi non adoriamo Dio in spirito di verità, se noi non celebriamo la liturgia con la più grande fede possibile, specialmente nell’azione divina che si svolge nel corso della messa, allora non possiamo avere l’ispirazione e la grazia necessaria per partecipare all’evangelizzazione. La sacra liturgia contiene la forma stessa dell’evangelizzazione, nella misura in cui essa è un incontro diretto con il mistero della fede, che noi dobbiamo favorire per le anime che Dio ci avvicina.

Essa può anche guidare verso la conoscenza dei misteri della fede, proprio attraverso sé stessa. Se la liturgia è celebrata in modo antropocentrico, se non si tratta che di una semplice attività sociale, essa non può avere un impatto durevole sulla vita spirituale. Uno dei modi per riportare gli uomini alla fede, è quello di rendere dignità alla liturgia. Celebrare una messa con venerazione ha sempre attirato gli uomini verso il mistero della redenzione. Penso infatti che la celebrazione della messa nella forma straordinaria possa avere un ruolo molto importante nella nuova evangelizzazione, per via dell’importanza data alla trascendenza nella liturgia. L’azione di Cristo attraverso i segni del sacramento, attraverso i sacerdoti, strumenti di Cristo, è evidentissima nella forma straordinaria. E, d’altra parte, ci aiuta anche ad essere più rispettosi nella celebrazione della forma ordinaria.

Tutti vedono la necessità di quest’evangelizzazione in questo mondo che vive oggi come se Dio non esistesse. È importante legare questa nuova evangelizzazione alla celebrazione, la migliore possibile, della liturgia. Ho incontrato molte persone atee o non cristiane alle quali ho visto sperimentare la presenza dell’azione di Dio attraverso la conoscenza della messa nella forma straordinaria. E, in seguito, quest’esperienza ha permesso loro di ricevere l’insegnamento della religione. Gli uomini devono capire che il sacerdote agisce in persona Christi. Devono capire che è Cristo stesso che scende sull’altare per rinnovare il sacrificio della Croce. Devono capire che è necessario unire il proprio cuore al Suo Cuore trafitto, per purificarlo dal peccato e far crescere dentro di sé l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Dobbiamo dunque catechizzare gli uomini con le profonde realtà della messa, in particolare attraverso la forma straordinaria del rito romano.

C.B: A proposito del rapporto fra la dottrina e la liturgia, notiamo spesso che i seminaristi che sono attratti dalla forma straordinaria, sono anche desiderosi di conseguire una preparazione teologica particolarmente strutturata. Bisogna dire che in Francia la forma tradizionale attira molti seminaristi.
Card. Burke: Ma anche in Germania, negli Stati Uniti e in Italia. Si diceva che gli Italiani non fossero attirati dalla liturgia tradizionale: è assolutamente falso. Per i seminaristi, quando ero arcivescovo di Saint Louis, e Benedetto XVI promulgava il Summorum Pontificum, ho immediatamente chiesto che nel seminario tutti fossero istruiti sulla forma straordinaria, sul rito, sulla sua spiritualità e che fosse celebrata una volta alla settimana. Ho chiesto anche che i seminaristi che avevano le capacità per imparare il latino fossero formati per celebrare nella forma straordinaria. Queste nuove regole sono state ben accolte e mi sembra che abbiano prodotto dei buoni frutti nell’arcidiocesi.

C.B: Dunque, questa messa piace ai giovani.
Card. Burke: Sì. Papa Benedetto XVI diceva ai vescovi che mentre si era immaginato che la richiesta della messa antica riguardasse solo la generazione più matura, si vedeva però sempre più chiaramente che delle persone più giovani scoprivano questa forma liturgica, si sentivano attratte e vi trovavano una forma di incontro con il mistero dell’eucaristia che gli si confaceva particolarmente. Anch’io, quando celebro la messa tradizionale, vedo assistere molte famiglie belle e giovani e con molti figli. Io non penso che quelle famiglie non abbiano problemi, ma è chiaro che così si sentono più forti per affrontarli. Io sono sempre stato colpito dalla quantità di giovani che sono attratti dalla forma straordinaria della messa. E questo non perché la forma straordinaria sia più valida di quella ordinaria. Sono attratti perché è molto articolata e cattura l’attenzione su ciò che sta per avvenire presso l’altare. (...)

42 commenti:

mic ha detto...

Molto edificante. Ma nello stesso tempo ennesimo esempio di continuità discontinua.
Non è un ossimoro, è quella sorta di schizofrenia-mentale indotta dal concilio, che non sappiamo quanto sia di facciata a causa dell'aria che tira o ratzingerianamente bifronte.
Perdonatemi, se non voglio fare lo struzzo è questo il mio pensiero, riferito soprattutto alla prima e ultima risposta.
Ci troviamo di fronte al drammatico dilemma di quanto i nostri punti di riferimento ancor saldi nella temperie attuale vogliano ammettere quei punti controversi dei documenti conciliari che si sono dimostrati - attraverso non casuali applicazioni - fessure per la rivoluzione copernicana travestita da "aggiornamento" per cui la pastorale ha iniziato a bypassare la dottrina e che oggi ha raggiunto punte di apparente non ritorno (sul piano umano, s'intende!).
Affidiamo il tutto e ci affidiamo alla Madre di Gesù e nostra, Madre della Chiesa e Mediatrice di tutte le Grazie.
Ave Maria!

mic ha detto...

Certo, se parliamo di "validità", il Signore si fa comunque presente anche nel NO, ma le "due forme" non sono equivalenti nell'ottica della lex orandi lex credendi...

Anonimo ha detto...

Il punto è che il teorema di Pitagora non è proprietà dei greci, come YHVH era proprietà degli ebrei. Una volta scoperta, la verità del teorema (ma anche ogni verità) vale e serve anche ai cinesi ed è utile agli egizi. Non c’è copyright. La verità – il Logos – l’hanno scoperta i greci ma è un patrimonio universale. Filone giungerà a far balenare che la Verità può prendere forma d’uomo. Prima che Filone morisse, forse evangelista Giovanni già stava forse scrivendo che il Logos s’era incarnato, ed era un tal Gesù, galileo, che guariva i malati e dava la vista ai ciechi.
“Da quel momento” – scrive Jones – “la storia umana è legata all’incorporazione cristiana del Logos”. Persino Hegel – Hegel! – riconosce in qualche modo che il Logos, lo Spirito nella storia agente, è cristiano. Persino Croce: non possiamo non dirci cristiani. I cattolici di fede sanno e fanno di più: offrono a tutti quella Verità, mostrano che ora che il Logos e Cristo, “non c’è più né giudeo né greco”.

http://www.maurizioblondet.it/la-bibbia-greca-antidoto-al-talmud/

Japhet ha detto...

La Chiesa oggi vive una situazione più dolorosa di quella del tempo del modernismo. Non si mettono in discussione le verità della fede, ma semplicemente le si ignora, non le si predica più né le si insegna. Sembrano superate, a volte, da una "nouvelle théologie nouvelle" una novità della novità per così dire, una teologia rinnovata ma senza più il suo centro nella Divina Rivelazione, quale dono dall'alto da ricevere e spiegare rimanendo nel solco della Tradizione in cui quella fede è germinata (...) Verità come la SS. Trinità, Cristo Dio e uomo, il sacrificio dell'Eucaristia, il peccato originale e quello attuale, la distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, l'escatologia dei suoi stadi-luoghi ultraterreni: inferno, purgatorio, paradiso, che sono la fede della Chiesa, oggi sembrano non aver più cittadinanza nell'universo della fede cattolica. Non perché sono negate, ma perché sono ignorate o trascurate. (Padre Serafino Maria Lanzetta, Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa)

Luisa ha detto...

OT:

Nominati i nuovi commissari (tre !) per i nuovi FI, don Ardito, padre Ghirlanda e padre Calloni.
E poi Tornielli ci fa sapere che parenti e collaboratori di padre Fidenzio Volpi, hanno scritto una lettera ai nuovi responsabili nella quale accusano chi si opponeva a Volpi di ....eresia dottrinale , sì, sì.

Per chi non sapesse chi è Mario Castellano uno dei firmatari della lettera ricordo:

http://www.corrispondenzaromana.it/chi-e-mario-castellano/

Qui l`articolo di Tornielli:

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francescani-immacolata-42425/

Anonimo ha detto...

E chi altri se non Tornielli poteva farsi eco di quella lettera?

marius ha detto...

"in seguito al secondo concilio ecumenico del Vaticano, ma certamente non a causa degli insegnamenti del Concilio, si sono verificati numerosi abusi, in particolar modo nella sacra liturgia."

Osserviamo la cosa dal punto di vista storico.

Domanda: nei decenni precedenti il CVII gli abusi liturgici erano una prassi diffusa?
Può darsi, io non posso dirlo perché personalmente non c'ero. Ma ho l'impressione che i probabili abusi (sarebbe utile se qualcuno ha la possibilità di testimoniarlo) non erano certo riconducibili ad un'idea di creatività o di soggettivismo liturgico, quanto piuttosto ad una certa sciatteria e abitudinarietà. Ditemi se sbaglio, perché, ripeto, è solo una mia impressione.

Dai resoconti storici che ho letto (e che ora purtroppo non saprei come rintracciare, vado a memoria) l'idea di creatività e di introduzione entusiastica e metodica delle novità è da rintracciare nei moti rivoluzionari che imperversavano già durante il Concilio stesso (e anche a ridosso) e che caratterizzavano lo SPIRITO del Concilio, ma che, con cocente dispiacere dei novatori, non trovò l'agognata piena ospitalità nella LETTERA del Concilio.

La creatività a tutti i costi ha come presupposto l'idea che quanto è fisso e rigidamente codificato è per principio negativo. Perciò nel nuovo Messale (nel NO) si volle attenuare ciò offrendo al celebrante diverse opzioni e possibilità di improvvisazioni.
Non occorre essere dei geni in pedagogia per comprendere che concedendo ampie libertà codificate v'è da aspettarsi la tendenza alla licenza. Come non approfittarne? E poi nessuno te lo vieta! Quindi avanti...

Responsabilità del Concilio o del postconcilio?
In un certo senso ha ragione il card. Burke quando afferma che la Sacrosanctum Concilium stessa, che rappresenta la LETTERA del Concilio, non è responsabile degli abusi liturgici sopravvenuti nel NO. Infatti la SC afferma chiaramente:
"L'ordinamento liturgico compete alla gerarchia
22.
1. Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
2. In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati, anche alle competenti assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite.
3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica."

Riassumendo:
- Gli abusi creativi non sono responsabilità diretta del Concilio (nella sua lettera, in quel passaggio).
- Gli abusi creativi sono attribuibili al postconcilio e allo spirito del Concilio (non c’è dubbio).
- Gli abusi creativi sono incominciati solo col NO (è un dato di fatto).
- Gli abusi creativi sono estranei al VO presso gli ambienti tradizionalisti del postconcilio (idem).

Ergo gli abusi creativi sono un quid del NO!

Ma di chi la responsabilità?
Il card. Burke probabilmente ribatterebbe: il NO è postconciliare! Il Concilio non c’entra.
È un po’ come dire: gli abusi creativi sono nati dal nulla!
Oppure è un po’ come riconoscere: sono endemici del NO stesso.
Ma qual è la madre che ha partorito il NO? Chi, se non il Concilio medesimo?
Certo, il parto del NO non è avvenuto con la chiusura del Concilio nel 1965 (qui nacque un altro precedente Messale): vi fu un periodo di gestazione e il “lieto evento” si avverò solo nel 1969.

E il concepimento? per questo è necessario risalire a quando avvenne PER OPERA DEL FAMIGERATO SPIRITO DEL CONCILIO che già aleggiava ante litteram già vari decenni prima.
Comunque, con tutto il rispetto, mater semper certa!
E poi non dimentichiamo che lo spirito del concilio tiene senza dubbio moltissimo alla sua creatura!

O questo è forse un caso in cui è piuttosto la madre a non voler riconoscere il padre?
La faccenda è molto complessa, ma qui di certo i test del DNA sono del tutto superflui.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Siamo costretti a qualche riserva su alcuni aspetti dell'interpretazione del card. Burke

Giuste le notazioni critiche accennate da MIC. L'ottica con la quale il cardinale guarda alla Messa VO e' pur sempre quella di Ratzinger: un organico armonizzarsi di vecchio e nuovo, l'arricchimento che il nuovo rito puo' ricevere da quello antico. E' la visione dialettico-storicistica di Benedetto XVI, formatosi sul pensiero moderno. E' un'ottica ufficiale, ed e' in pratica impossibile che il pur coraggioso cardinale Burke vi si discosti. Colpisce anche la mancanza di ogni accenno critico al Concilio, tutte le colpe sarebbero come al solito del Postconcilio. Anche questa e' una tesi ufficiale. La costituzione sulla Sacra Liturgia si presta ad una lettura secondo la Tradizione? Puo' prestarvisi, certamente, ma come ignorare l'introduzione del criterio della sperimentazione-creativita', dell'adattamento della liturgia alle culture nazionali, l'istanza espressa ossessivamente di una semplificazione del rito, per renderlo "piu' comprensibile"[sic] all'uomo moderno, gli accenni alla "sinassi eucaristica" quale effettiva celebrante, con il sacerdote visto tendenzialmente quale "presidente", le numerose aperture al volgare pur nel mantenimento del latino, che gia' minavano quel mantenimento? Ed e' mai stato spiegato chiaramente perche' occorresse una riforma liturgica di simile portata? No. Il principio della "sperimentazione" (auspicato gia' dai modernisti?), con conseguente "creativita'", anche se in teoria sotto il controllo della S. Sede (che comunque lo condivideva in pieno), non appartiene in alcun modo alla Tradizione e al Magistero della Chiesa in campo liturgico. Ed anzi, non fu sempre ripudiato, come cosa perniciosa, da evitare a tutti i costi? Ecco che allora il male era nel manico, gia' nella Sacr. Concilium. Il Postconcilio deviato non e' scaturito dal nulla, cosi', come un colpo di pistola echeggiante nella notte.
Ricaviamo tuttavia fondate speranze di rinascita per la Chiesa dal fatto che in ogni caso il cardinale Burke mostra un grande apprezzamento per il rito VO e si impegna a tutt'oggi a farlo diffondere tra i seminaristi e nella Chiesa in generale. Di questo gli siamo molto grati e riconoscenti, oltre che della sua impavida battaglia per la difesa del matrimonio cattolico. Quanto piu' aumentera' quella diffusione, tanto piu' ci si rendera' conto che l'unica vera Messa cattolica e' quella del VO, il cui canone risale ai tempi apostolici.

Luisa ha detto...

" ratzingerianamente bifronte"

Mi dispiace, mic, forse sono io a non aver capito, ma non condivido quell`espressione, Benedetto XVI non è un Giano bifronte, non ha due facce, non è ambiguo, mi sembra al contrario molto chiaro e coerente nel suo pensiero e nella sua azione.
Con ogni evidenza ha fatto sua la riforma liturgica ma ha anche scritto alcuni fra i testi più accorati sulla devastazione della liturgia e le sue conseguenze, aveva anche formato una Commissione per porre un termine agli abusi liturgici ma quella sua iniziativa, come le altre, è stata sabotata e vanificata, nel contempo (dunque et et) ha liberato la Messa Tridentina, pur non avendola lui stesso celebrata per noi cattolici tradizionali ( ed è un mio rammarico) ne ha sottolineato il valore e il tesoro, non è per la Messa riformata E per la Messa tridentina come un bifronte, si è espresso sulle due forme dell` Unico Rito Romano molto chiaramente, si può essere d`accordo o no ma la sua posizione è chiara.
Anche per lui il CVII è la bussola ma ha anche ammesso, suscitando un putiferio, che è stato male interpretato e applicato, purtroppo io come tanti ( mi ricordo la supplica di Mons. Gherardini) ho aspettato invano che mi provasse che certi documenti del CVII potevano essere interpretati in linea con la Tradizione, anche qui si può essere d`accordo o no con la sua ermeneutica della riforma nella continuità ma la sua posizione è chiara.
Benedetto XVI non è un uomo che divide, non è l`uomo dell`aut aut, è piuttosto l`uomo della conciliazione, dell`inclusione ( termine che personalmente non apprezzo sempre e comunque) vede quello che c`è di bene e buono, ma inclusione non significa compromesso ad ogni costo, o cedimenti su cose essenziali, il suo carattere mite e conciliante non gli ha mai impedito di essere chiaro, coraggioso e intransigente sui valori fondamentali della nostra fede.
Non si può ingabbiare Benedetto XVI in etichette, che poi ci siano persone, considerati suoi fedeli, che hanno situazioni più discutibili è un`altra storia.


Segnalo:


MUSICA LITURGICA, CONCILIO E POST- CONCILIO
di Enzo Fagiolo


http://blog.messainlatino.it/2015/07/musica-liturgica-concilio-e-post.html

marius ha detto...

@ Luisa
"E per la Messa tridentina come un bifronte, si è espresso sulle due forme dell` Unico Rito Romano molto chiaramente, si può essere d`accordo o no ma la sua posizione è chiara."

Anche mia moglie e io ci sentivamo molto legati a BXVI. Era attaccato come un facile bersaglio, questa era l'evidenza, e noi lo difendevamo non solo con la preghiera ma anche con azioni pubbliche (senza voler qui entrare nel dettaglio).
Ricordo anche come ci sentivamo in sintonia con Mario Palmaro quando insieme a Gnocchi scrisse "viva il papa", il manuale per il perfetto papista, dove per papa si intendeva specificatamente il papa regnante, il papa perseguitato da tutti da fuori e da dentro perché si impegnava per la Verità come ci si aspetta che faccia qualsiasi successore di Pietro.
Allora era proprio questo che emergeva.
Ora invece, a bocce ferme, affiorano altri aspetti che allora rimanevano all'ombra del polverone.
Quello di non essere sempre univoco purtroppo lo si scopre una sua caratteristica, come anche Lei ha opportunamente rilevato nella frase estratta qui sopra dal Suo post e anche in altri passaggi.
Ormai ne dobbiamo prendere atto con rassegnazione pensando a quanto è vero il proverbio "non è tutto oro quello che luccica". Anche se certamente molto era proprio oro davvero.

Luisa ha detto...

È vero Marius, mi ha fatto male sentire Benedetto XVI esprimersi sulla Messa Antica come lo ha fatto davanti ai parroci romani, non mi aspettavo che dalla sua bocca uscissero frasi simili a quelle usate dai detrattori della Santa Messa che è poi stata quella che ha generato e nella quale ha maturato anche la sua vocazione, mi è allora apparso chiaramente che per lui la Messa aveva bisogno di essere riformata e che, se si batteva contro gli abusi commessi, non ne individuava la fonte nel primo tradimento della Costituzione conciliare sulla liturgia, e cioè in quel che è uscito dal Consilium di Bugnini e accoliti con l`avallo di Paolo VI.
È vero, vedere descritta la "mia" Messa in quel modo è stata una doccia sgradevole in mezzo al dolore immenso che sentivo dopo il suo annuncio dell`11 febbraio.
Ma devo forse per questo gettare un`ombra su tutto quel che Benedetto XVI ha fatto per la Chiesa e per me, su tutta una vita data alla Chiesa e radicata in Cristo?
Devo forse dire che è ambiguo?
No, non posso dirlo perchè a mio avviso non lo è.
Benedetto XVI è stato ed è molto chiaro e coerente.

A non esserlo sono state le attese, le speranze, le proiezioni, di taluni fra i cattolici tradizionali.
Hanno voluto arruolarlo nei loro ranghi.

Finalmente avevano un Papa che ci parlava della Tradizione e del suo flusso ininterrotto, che ha osato criticare una certa lettura del CVII e le sue applicazioni, che, consapevole dell`ignoranza abissale dei cattolici, riprendeva con il suo straordinario Magistero i fondamenti della nostra Fede, che ci descriveva la natura del Primato di Pietro e non temeva di indossarne, e anche rispolverarne, i simboli, come lo ha fatto per la sacra Liturgia, un Papa che con coraggio difendeva la famiglia, la vita e la Verità, il Papa che ci ha dato il Summorum Pontificum.

Insomma avavamo un Papa che appunto per tutto che dava da vedere, che diceva e faceva, ha alimentato le speranze e la gioia dei cattolici tradizionali ed è diventato il nemico da abbattere dei progressisti che lo dileggiavano e ne facevano una caricatura grottesca.
I modernisti lo hanno criticato, i tradizionalisti lo hanno incensato, solo che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI è uno spirito libero, nessuno è mai riuscito a rinchiuderlo in limiti che la sua libertà, sua mente, la sua onestà, la sua fede, potevano solo far esplodere.
Benedetto XVI non è un modernista, non è un tradizionalista, è un uomo di Dio.



Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Luisa sulla sua valutazione "Benedetto XVI non è uomo che divide, non è l'uomo dell'aut-aut, è piuttosto l'uomo della conciliazione"
Ma bisognerebbe riflettere se la conciliazione, l'et-et , l'ermeneutica della continuità, la tolleranza isono dei luoghi comuni modernisti oppure veramente dei valore cristiano.
Nei vangeli Cristo ha detto che è venuto a portare la spada, ha detto che è venuto a portare divisione persino nella stessa famiglia, padre contro figlio e fratello contro sorella, e non sembra che Cristo fosse particolarmente per l'et- et ma piuttosto per l'aut-aut.
Sicuramente Benedetto XVi ha un carattere mite, non è un guerriero . In altre epoche sarebbe stato il tipico intellettuale o chierico, la mente insomma non il braccio.
Ma a capo della Chiesa cattolica nei tempi attuali forse oltre alla mente ci vuole anche il braccio, forse ci voleva la tempra del guerriero.
Oggi sul trono di Pietro siede uno tipo braccio senza la mente. E di questo , che lo si ammetta o no, è responsabile anche Benedetto XVI e il suo "gran rifiuto"un puro stile Celestino V.

Discepolo

Anonimo ha detto...

Dalla dichiarazione di Fausti Benedetto XVI: “e il primo gesto che ha fatto è andato all’Aquila a porre la sua stola, il suo pallio sopra la tomba di Celestino V già dall’inizio del papato”.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/02/il-papa-lascia-il-pontificato-il-28.html

Anonimo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/continua-il-giallo-della-rinuncia-di-benedetto-xvi/#more-3874

Luisa ha detto...

Beh, Benedetto troppo mite, la mente ma non il braccio, ma perchè voler ad ogni costo cadere in riduttive letture?
È vero, Benedetto XVI non è un guerriero, un generale che incute paura, un "leader" che regna dividendo, ma che cosa ha fatto durante otto anni se non lottare, solo, contro gli scandali che uno dopo l`altro uscivano da sotto i tappeti? Avendo la gerarchia , i media e le lobby contro di lui?
Si dimentica il coraggio nel togliere la scomunica ai vescovi della FSSPX, o ancora il SP?
Vi ricordate la lettera scritta ai vescovi dopo quella sua decisione?

È vero che poi non ha sanzionato coloro che, molto vicini a lui e in cui aveva fiducia, dai loro uffici vaticani intimavano l`ordine ai vescovi di sabotare il SP, non è intervenuto per imporre l`applicazione di quella che ha definito Legge Universale per la Chiesa, non ha potuto o voluto sanzionare chi gli ha messo i bastoni nelle ruote ad esempio quando ha voluto riformare la Messa riformata, la sua "riforma della riforma" e la Commissione ad hoc son state spazzate via, in primis da colui che aveva messo a capo della Congregazione per il Culto Divino e che non ha trovato meglio da fare che allearsi con Arguello per far passare con la forza, e alle spalle del Papa, l`approvazione della sincretista prassi liturgica neocat, non c`è riuscito grazie a Benedetto XVI che, all`ultimo momento, ha stoppato tutto.
Così, tanto per dire per dire da chi era circondato e, purtroppo, si è circondato.
Era circondato da vipere striscianti, da ipocriti traditori, in mezzo a quel marciume, che conosceva perfettamente, e che rende ancor più coraggioso quel suo "sì" del 19 aprile 2005, ha agito, come ha potuto, con le forze che aveva e con il suo carattere.
In fondo, se ben capisco, ci vorrebbe un Papa che cumulerebbe l`elevatezza spirituale e intellettuale di Joseph Ratzinger e il carattere autoritario se non despotico di Jorge Bergoglio.
Appuntamento al prossimo Conclave.

tralcio ha detto...

Cara Luisa,
da estimatore mai pentitosi di Benedetto XVI sono d'accordo sui molti apprezzamenti fatti a questo sant'uomo di Dio.
Con una postilla: Benedetto XVI è Joseph Ratzinger.
In questa banalità c'è tutto il suo definirsi umile operaio della vigna.
Lui, l'araldo della Verità, non ha mai fatto di se stesso il protagonista.
In questo un certo papismo ha caricato il papa di prerogative più mondane che spirituali: l'attuale "vescovo di Roma" ne è l'emblema, in un ipocrita riduttivismo pieno di papolatria gongolante nell'esserne il fulcro.
La forza del cristiano, dell'uomo di Dio, non è nel suo "potere", ma nell'umiltà.
Benedetto XVI avrebbe avuto il potere di imporre sanzioni, ma ha avuto l'umiltà di non abusarne. In un'ottica di potere temporale e di gerarchia è sommamente criticabile.
Per il vangelo direi di no: Gesù a Pietro che proclamava ardore e sguainò la spada nel Getsemani, seppe far comprendere la piccolezza umana mentre comunque offriva se stesso per redimerla!
L'uomo, ogni uomo, prima o poi qualche delusione la dà. Guai a farne un idolo di perfezione.
Ci deluderemo delle nostre illusioni.
Faremo di lui(noi) un protagonista abusivo.
Il Protagonista è Colui che attua la salvezza e la liturgia è quell'azione, Sua, di Dio.
Ecco: la chiave di Benedetto XVI è nella Verità ultima, su Dio e sull'uomo.
Proclamata, ma non imposta. Ne' ridotta a una "modalità", a una forma. Conta l'essenza.
Criticabile per questo, ma dipende con quali argomenti e logiche.

tralcio ha detto...

PS per Luisa

l'appuntamento a un conclave presuppone che la soluzione possa essere un uomo diverso...
Credo che la situazione della Chiesa attuale meriti ben altro. Ci spero e non lo escluderei.

mic ha detto...

Benedetto XVI avrebbe avuto il potere di imporre sanzioni, ma ha avuto l'umiltà di non abusarne.

L'uso pieno del potere non è mai un abuso... Anche lui è caduto nel "vietato vietare" di conio conciliarista, in quella drammatica "desistenza" che, secondo Amerio ha come conseguenza la Breviatio manus Domini:
"Oggi di fatto il governo della Chiesa è 'dimidiato' e, per dirla biblicamente, "rimane abbreviata la mano di Dio" "breviatio manus Domini" (Is 59,1- "ecco non è troppo corta la mano del Signore da non poter salvare"), che si determina a causa:
- conoscenza imperfetta dei mali
- mancanza di forza morale
- calcolo di prudenza che non pone rimedio ai mali veduti perché stima che così aggraverebbe i mali anziché guarirli
- ...

Tanto che, oggi, siamo arrivati al punto che l'unica ad essere "vietata" è la retta fede...
Certo ogni papa, come uomo, ha le sue grandezze e i suoi limiti. Ma questo mi sembra un elemento molto serio e grave, che non riguarda solo un singola Papa, ma un nuovo comportamento di tutta la Chiesa...

tralcio ha detto...

Cara Mic,
che l'uso del potere non sia un abuso è logica è rispettabilissima, oserei dire quasi banale, ma in tempi "normali". Invece la Chiesa non vive tempi "normali" da molti decenni.
Benedetto XVI si insediò sapendo di dover fronteggiare "lupi". Ci rendiamo conto?
Nella casa della Chiesa, Roma, c'è dentro un pericoloso predatore e il pastore lo sa!
E' fuggito? Direi di no: ha combattuto, spesso solo, lasciato solo anche dagli amici.
Ha retto la macina soffrendo vistosamente eppure sempre proclamando dolcezza e "cioia".
Qualcosa nel 2013 è successo, qualcosa che ha suggerito questo passo, non da vile.
E se si pensa a chi è venuto dopo, si ha da pensare che i lupi fossero in gran spolvero!
Comunque la Chiesa è sposa del Signore: il Cardinal Biffi soleva dire che bisogna stare attenti a mancarle di rispetto, dato che lo sposo è geloso e pure di sangue mediorientale... L'umile operaio ha ritenuto che sarà il Padrone della vigna a potare i rami secchi. E' ora. Limitiamoci a garantire almeno qualche acino mangiabile.

lister ha detto...

Beh, non capisco perché non sia stato pubblicato il mio commento -peraltro sicuramente corretto ed educato- a Luisa, ed allora ne posto un altro usando le sue stesse parole:

"mi ha fatto male sentire Benedetto XVI esprimersi sulla Messa Antica come lo ha fatto davanti ai parroci romani, non mi aspettavo che dalla sua bocca uscissero frasi simili a quelle usate dai detrattori della Santa Messa"

"È vero che poi non ha sanzionato coloro che, molto vicini a lui e in cui aveva fiducia, dai loro uffici vaticani intimavano l`ordine ai vescovi di sabotare il SP, non è intervenuto per imporre l`applicazione di quella che ha definito Legge Universale per la Chiesa, non ha potuto o voluto sanzionare chi gli ha messo i bastoni nelle ruote ad esempio quando ha voluto riformare la Messa riformata, la sua "riforma della riforma" e la Commissione ad hoc son state spazzate via, in primis da colui che aveva messo a capo della Congregazione per il Culto Divino e che non ha trovato meglio da fare che allearsi con Arguello per far passare con la forza, e alle spalle del Papa, l`approvazione della sincretista prassi liturgica neocat..

Ma, era non era il Capo Supremo della Chiesa Cattolica Apostolica Romana fregandosene di "chi era circondato e, purtroppo, si è circondato"?.
E tuttora: è o non è il Papa?

E continui, Luisa, a negare la sua ambiguità?

Luisa ha detto...

Innanzitutto ringrazio tralcio per i suoi contributi che mi confortano in quelli che non solo sentimenti o emozioni ma riflessioni frutto di otto anni di vicinanza a Benedetto XVI e di osservazione del clima in cui ha vissuto il suo Pontificato.
In seguito dico a Lister che se avesse letto con attenzione i miei commenti non avrebbe posto quella domanda.

Anonimo ha detto...

Non si tratta di ambiguità ma semplicemente di "carattere".Che Bendetto XVi sia un sant'uomo , un uomo di dIO, un uomo veramente umile, che preferisce annullare se' stesso e diventare una vittima piuttosto che farsi aggressivo siamo d'accordo tutti.
La divergenza di idee sta nel fatto che FORSE a capo della Chiesa cattolica ci vuole anche una persona che NON sia così mite e umile e aliena da ogni autorità. Diversi sono i carismi come diceva S. Paolo. Il carisma di un teologo mite ed intellettuale forse non è il carisma di un papa. Tante è vero che Pietro , la roccia, il primo papa non è stato scelto per le sue caratteristiahe intelletuali e teologivhe ( altrimenti sarebbe stato scelto Giovanni) ne' per il suo carattere mite ( anzi!) ma perchè era la TETRAGONA PIETRA posta a fondamento su cui i marosi della menzogna e della subdola lotta contro la Chiesa si sarebbero infranti.
pietro era tetragono ( e forse non molto intelligente9 Benedetto XVi è estramamente intelligente e buono e santo, ma forse non TETRAGONO, forse non una ROCCIA.
Discepolo

Anonimo ha detto...


Basta con il "culto dell'Emerito" e gli articoli perditempo di Socci sulla supposta invalidita'delle sue dimissioni! Bisogna concentrarsi su cose piu' serie!

mic ha detto...

Basta con il "culto dell'Emerito" e gli articoli perditempo di Socci sulla supposta invalidita'delle sue dimissioni! Bisogna concentrarsi su cose piu' serie!

Qui non esiste alcun culto dell'"emerito" né di chicchessia. Qui si applica un sano uso di ragione. Se pensa che gli articoli di Socci siano perditempo, faccia a meno di leggerli!

Anonimo ha detto...

Il problema è che emanare sanzioni, nello stato di totale ingovernabilità della Chiesa, sarebbe stato, probabilmente, controproducente. Anzi, può anche darsi che i nemici stessi della Chiesa, interni ed esterni, desiderassero queste sanzioni, in modo da poterle usare contro Benedetto XVI, nel modo che la loro mente perversa avrebbe suggerito loro come il più crudele ed umiliante per il Papa. Personalmente non credo nel mito di Benedetto XVI papa debole, intellettuale ma poco pratico, incapace di imporre la propria volontà. A me piuttosto sembrava e tuttora sembra Gesù durante la sua passione. Camminava in un campo minato, preparatogli con cura dai suoi "cari" collaboratori, e ne era consapevole. L'impressione che ho io, povero ignorante ed anonimo peccatore, è che suo primario impegno, una volta resosi conto dell'impossibilità dal punto di vista umano di invertire la rotta, fosse quello di cercare di parare quanto più è possibile questi colpi, con l'unico interesse di amare la Chiesa. Solo Dio sa quanto ha sofferto e quanto ha pagato. Oggi è vituperato, il suo impegno è minimizzato, anche da quegli ecclesiastici che hanno sfruttato la sua luce per emergere nonostante la loro mediocrità, ma la mia convinzione profonda è che il Signore un giorno farà risplendere la sua santità e la sua passione per la Chiesa. Questa è la mia opinione...

lister ha detto...

Luisa, ti voglio bene, ma:
"Benedetto XVI non è un Giano bifronte, non ha due facce, non è ambiguo, mi sembra al contrario molto chiaro e coerente nel suo pensiero e nella sua azione."
sono parole tue...

@ Discepolo:

"Il carisma di un teologo mite ed intellettuale forse non è il carisma di un papa."

Papa Sarto, Pio X, fu un intellettuale mite e visse il papato in maniera parca non dimenticando le sue umili origini. Ma, nonostante ciò, seppe far valere il suo carisma, nonché il suo fermo volere, nei confronti di ampi settori della gerarchia ecclesiale che stava tentando una revisione della teologia cattolica.
Si seppe contornare di collaboratori competenti come Merry del Val, emanò, tra l'altro, la Pascendi Domini Gregis, impose il Giuramento della Fede contro il modernismo, promulgò il Codice di Diritto Canonico e -res mirabilis- impose il Canto Gregoriano nella Liturgia.

In effetti, quel "forse" è azzeccatissimo.

Catholicus ha detto...

Ottimo consiglio, cara dottoressa Guarini. Io infatti non leggo più Socci, dopo esserne stato ammiratore per anni, all'epoca dei suoi libri sul 3° segreto di Fatima (anzi, sul 4°, secondo lui), e me ne dispiace, poiché vedevo in lui un conterraneo indomito ed eroico, un moderno don Chisciotte che non indietrggia dinanzi al nemico. Ma poi ho scoperto le sue idee filo CV II, preconcette e ostinate, ho visto che arriva fino all'insulto con chi non le condivide, e così ho definitivamente chiuso con lui (che Dio lo illumini, però). Un consiglio? fate così anche voi, cari amici, e passate a leggere Mons. Léfèbvre, vedrete che differenza: lì non ci sono idee preconcette, faziosità e slogan, rifugio nella demonizzazione dell'avversario, rifiuto di "confrontarsi punto su punto" (sullo stile di San Pio X). E' tutta un'altra aria !

tralcio ha detto...

Condivido il pensiero dell'anonimo delle 16:31.
In tempi normali un Papa prende sanzioni e, più o meno obtorto collo, si fa quel che dice.
In questi tempi invece i "sanzionabili" attendevano il passo per scatenare contro l'incauto tutto il loro potere ecclesiale, mondano e mediatico.
E' questa la realtà attuale, almeno da Paolo VI in poi.
Benedetto XVI ha fatto il massimo. E non ha lasciato da vile.
Ha lasciato "in preghiera", per il bene della Chiesa.
Per questo attendo paziente di vedere "il ribaltone"...
Ci pensino anche i lupacchiotti al potere.
Il redde rationem incombe.
Non possono certo pensare di cavarsela con il carnevale di Rio fatto dogma...
Nemmeno il carnevale ambrosiano, ben più triste, reggerà per molto la maschera...

Luisa ha detto...

Sì, Lister, sono parole mie e le confermo.
Penso di essermi espressa in modo abbastanza chiaro, non penso aver bisogno di aggiungere ancora qualcosa, l`importante è leggere i commenti nella loro integralità.
Ciò potrebbe evitare di togliere una frase senza tenere conto di quel che la precede e di quel che segue, e quasi servirsene come argomento "a carica":)
Detto questo non domando a nessuno di condividere la mia opinione e i miei sentimenti, è evidente, sembra che certe posizioni sono inconciliabili:):)

Solo ancora una piccola osservazione, mi ricordo di tutte le volte in cui dagli interventi di Benedetto XVI venivano estratte alcune frasi, togliendole dal loro contesto, e tac, eccolo diventato a secondo del punto di vista, qua modernista, là tradizionalista, qua retrogrado e imbalsamato, là afflitto da modernismo, qua rigido conservatore che osava puntare il dito contro le ermeneutiche da "spirito del concilio", oh scandalo supremo, là modernista che conferma il Vaticano II come bussola per il cammino della Chiesa, tutte riduzioni che cozzano con la verità, con la realtà del suo lungo percorso di intellettuale e di pastore, di uomo di fede ancorato in Cristo, con il suo pensiero troppo ampio, articolato e profondo per prestarsi a quelle interpretazioni-riduzioni faziose.

Buona serata a tutti!

Luisa ha detto...


Condivido anch`io il pensiero dell'anonimo delle 16:31.

Leonia ha detto...

Anche io condivido il pensiero dell'anonimo 16:31.
Quante volte ha chiamato in causa la RESPONSABILITA'.
Era fra Principi della Chiesa o in un kinderheim ?

Quante volte ha ricordato che la grazia non esclude la giustizia del Cristo Crocifisso e Risorto . Quante decisioni prese e disattese dai vili che dovevano aiutarlo nel governo della barca di Pietro ! Una per tutte Gotti Tedeschi .

Alcuni , onorati con piu' prestigiosi incarichi , hanno rivelato il loro vero volto .
Come e' successo per Padre Manelli .
L' unico comune denominatore purtroppo e' l'orgoglio .

La prima immagine che mi viene in mente del suo pontificato ? L'Adorazione Eucaristica anche in mezzo alla tempesta .

Leonia ha detto...

P.S. Aveva ragione Montanelli quando diceva che per far dimenticare all'opinione pubblica uno scandalo bastava dargli un altro scandalo . La mia impressione e' : il Crocifisso su falce e martello ha spiazzato i cattolici credenti ? Diamogli in pasto l'Emerito , menzionato in questa intervista effettuata a marzo e tenuta nel cassetto fino a luglio . Della serie W la dietrologia .

Concentriamoci sulle prossime sfide della Santa Chiesa e strappiamo a NSGC la grazia desiderata
http://www.fidesetratio.it/

Anonimo ha detto...

Non solo quella, ma tutte le processioni del Corpus Domini fatte in ginocchio davanti al SS.mo Sacramento e non è che avesse pochi anni, anzi, il suo porsi davanti all'assemblea mettendosi dietro allo stilo in bella evidenza, GP2 vi si appoggiava, il vdr lo porta con un senso di fastidio, come quando solleva l'ostia alla consacrazione.......abissi cosmici, ma adesso tutto va a gonfie vele, sarà contenta la famosa marchesa.....io no, e non spero nemmeno in altro papa migliore, è finita qui, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto.

mic ha detto...

Alcuni , onorati con piu' prestigiosi incarichi , hanno rivelato il loro vero volto .
Come e' successo per Padre Manelli .
L' unico comune denominatore purtroppo e' l'orgoglio.


Vorrei un chiarimento da Leonia su questo passaggio. Sarebbe bene precisare: com'è successo nei confronti (e ai danni) di Padre Manelli ma soprattutto della sua Opera.

Leonia ha detto...

Intendo dire " hanno manifestato il loro effettivo pensiero ". Un esempio per tutti e' il caso di Mons.Paglia che il 26 giugno 2012 è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ed elevato alla dignità di arcivescovo. Il 4 febbraio 2013 ha rilasciato una dichiarazione in cui ha ipotizzato che lo Stato possa riconoscere alcuni diritti alle coppie non sposate, anche omosessuali.
Non mi risulta che prima di questa data abbia esplicitato il suo pensiero su temi così delicati . In assenza di pronunciamenti da parte del Papa e dei Vescovi riuniti vale , anche ai nostri giorni , tutto cio' che e' nella Scrittura , nella Tradizione e nel Magistero della Chiesa (dall'anno 33 d.C.)
Il Divino Maestro non ama l'autoreferenzialita'.
Similmente , Padre Manelli, proprio da alcuni che aveva elevato al rango di collaboratori fidati ha avuto le maggiori sofferenze .
Ma sono corsa ai ripari eh ? Per i pastori che non guidano le pecore secondo il volere di Dio ho fatto celebrare due
Sante Messe l'8 e il 15 luglio .
Grazie per la vostra pazienza .

lister ha detto...

Ed allora ricordiamo un po' tutto del Ratzinger dagli esordi al ...tramonto?
Si adopera come perito teologo nell'approntare i temi del catastrofico conciliabolo.
Nella sua prima omelia da Papa, afferma di voler proseguire nell'impegno di attuazione del CVII e promette di proseguire nel dialogo ecumenico (eh, l'ha promesso...).
Approva un documento della Commissione Teologica Internazionale che nega l'esistenza del Limbo (era un suo pallino).
Nomina Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'Arcivescovo Levada, già noto per aver coperto preti omosessuali.
Autorizza gli omosessuali a diventare preti contrariamente a GPII che vietava il sacerdozio agli omosessuali (un altro pallino?).
Loda Von Balthasar, quel teologo secondo cui TUTTI saremo salvati (!).
Non dimenticando la sua discendenza ebraica, visita la Sinagoga di Colonia e lì afferma che non c'è la volontà di esortare i Giudei a convertirsi a Gesù Cristo.
In una lettera al Rabbino Capo di Roma "bestemmia" dicendo che "la predilezione di Dio" ha "sempre accompagnato il popolo di Israele" (anche quando Lo hanno crocifisso?).
Afferma che "l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islamismo credono in un solo Dio" dimenticandosi della S.S. Trinità.
Ad Auschwitz "bestemmia" imputando a Dio le colpe degli uomini con un: "Dov'era Dio? imputandoGli il silenzio di fronte alle nefandezze naziste.
Ad Erfurt arriva a dire "Lutero aveva ragione"...
Per "fregare" la FSSPX e togliere loro fedeli che vogliano il VO, concede il contentino del Motu Proprio senza, naturalmente, prevedere sanzioni per quel clero che non aderisca a tale disposizione.
E poi le "dimissioni"...
Proprio come un Dirigente di Azienda addetto alle Pubbliche Relazioni.
Bah!

Luisa ha detto...


E così secondo lister Benedetto XVI avrebbe autorizzato gli omosessuali a diventare preti!
È vero l`esatto CONTRARIO , vedi un documento del giugno 2008 presentato dalla Congregazione per l'Educazione cattolica e approvato da Benedetto XVI.

Che poi lo scopo di Benedetto XVI nel dare alla Chiesa il Summorum Pontificum sia stato quello di "fregare" la FSSPX e toglierle dei fedeli è, mi scusi, lister, una grossa, ma grossa, cavolata, solo chi detesta Benedetto XVI e vuole a tutti i costi infangare il suo percorso e la sua persona può spingersi a tanto.
Ne ho sentite tante, quelle non ancora.
Non è mai troppo tardi, si dice da noi, ma certe cose preferirei non leggerle, ancor meno quando a dirle è un membro della Fraternità per la quale ho stima e simpatia.

Anonimo ha detto...


@ Lister

Penso anch'io che attribuire a Ratzinger l'intento di "fregare" i fedeli alla FSSPX con il Summorum Pontificum sia un'idea sballata, sia detto senza offesa. Quell'apertura, lo si e' detto tante volte, era coerente con la sua visione evolutivo-storicista della Liturgia. C'era probabilmente anche il desiderio di rivitalizzare (sincretisticamente) il NO, vittima dei noti abusi.
Lei dice che Ratzinger e' di ascendenza ebraica, se ho ben capito. La cosa mi giunge nuova. Quali sono le sue fonti? PP

Silente ha detto...

PP. Paolo Pasqualucci? Professore, come sta?

Anonimo ha detto...

Sodalitium anni fa pubblicò uno studio genealogico. La nonna materna di Ratzinger, se non ricordo male, sarebbe figlia illegittima di un ebreo.

Luisa ha detto...

Che cosa si va a cercare nello scopo di tentare di infangare una persona!
Perchè quello è lo scopo di certe ricerche perfino genealogiche.
Dico bene "tentare", in effetti anche se fosse vero che "la nonna materna di Benedetto XVI era la figlia illegittima di un ebreo" dove sarebbe il problema? Dove il male?
Del resto, secondo quei "cercatori di verità" non erano forse ebrei anche Paolo VI e Giovanni Paolo II?
Vi ricordate di chi aveva acccusato Benedetto XVI di essere nazista perchè fu iscritto nella Gioventù Hitleriana, come lo imponeva la legge che obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarvisi?
È semplicemente disgustoso.
Ma non si vergognano quelle persone che si considerano senza alcun dubbio dei perfetti cattolici, i veri e soli e puri senza macchie nè tare, una delle peggiori tare essendo senza l`ombra di un dubbio quella di avere antenati ebrei, veri o supposti, anche se convertiti?

Anonimo ha detto...


@ Silente + Supposte origine ebraiche di Ratzinger

Silente. Who am I? - I will not say - "I am not what I am" - Otherwise - You might think -
I am what I am not - Do not ask. Farewell.

Fonte sulle origini di Ratzinger. Avrebbe avuto una nonna figlia illegittima di un ebreo? E chi do dice: uno studio "genealogico" di "Sodalitium". Sarebbe questa la "fonte"? Ma chi la propone ce l'ha il senso del ridicolo? PP