Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 15 luglio 2015

Firenze: il Crocifisso miracoloso ritorna a San Francesco Poverino

Il 10 Maggio del 1723 un gruppo di confratelli della Compagnia di S. Francesco Poverino, guidato dal Correttore, si recò in pellegrinaggio a Roma per visitare le Basiliche e render omaggio al Papa regnante, Innocenzo XIII. Sulla via del ritorno fu deciso di passare da Loreto per venerar la Santa Casa. Qui i Confratelli si fermarono a lungo in preghiera e la loro profonda devozione indusse un’anziana terziaria francescana, priva di eredi, a donar loro un suo Crocifisso ligneo da secoli oggetto di devozione nella Basilica perché ritenuto miracoloso.

Tornati a Firenze, al Crocifisso furono via via tributati onori pubblici e sempre fu venerato per la sua fama, specie dopo che, nel 1749, durante una processione nel rione di S. Lorenzo o con fermate in tutti gli oratori e nei conventi e monasteri lungo il percorso, una monaca del monastero del Ceppo in via San Gallo, moribonda e storpiata, incapace da anni ed anni di qualsiasi movimento ma lucida e cosciente della sua imminente dipartita, avendolo toccato da dietro la grata, dove l’avevan portata in barella le consorelle oranti, guarì immediatamente.

È sempre stato anche chiamato Crocifisso “della buona morte”, perché, quando dal Bargello suonava la campana a giustizia, i Confratelli lo svelavano (di giorno era sempre velato, veniva svelato solo dalla Compagnìa della notte nelle veglie di preghiera) e intercedevano per ore ed intensamente per le anime dei moribondi.

Quando la Compagnia di S. Francesco Poverino, perduta dopo  quattro secoli la sua sede in via S. Zanobi, abbattuta nel 1844, trovò nel 1912 ospitalità nei locali  dell’Oratorio già di S. Filippo Benizi per la generosità della Buca di S. Girolamo - o Santa Maria della Pietà - ivi trasferitasi nel 1785 dalla primitiva sede (Spedale di San Matteo – Accademia), e con questa si fuse, il Crocifisso fu posto nella teca a sinistra dell’altare, sempre pubblicamente venerato.

Dipinto di nero, come usava nel periodo controriformistico per simulare il bronzo, per qualche secolo si presentava assai appesantito ma non tanto da non lasciar trasparire parte della sua bellezza.
Date le complesse e tormentate vicende che coinvolsero la Compagnia di S. Francesco Poverino nella sua lunga storia, non è certo ma è assai probabile che si tratti proprio del Crocifisso lauretano. Certo è che è sempre stato individuato come tale.

L’attribuzione, prima del recente magnifico restauro ad opera di Lisa Venerosi Pesciolini – che già ha riportato alla bellezza delle origini un nostro Crocifisso del Verrocchio, attualmente in deposito temporaneo presso il museo del Bargello, e la statua, conservata nell’Oratorio, di S. Girolamo penitente del 1454 (opera di Antonio del Pollaiolo o unica scultura di Andrea del Castagno? Si attendono nuovi studi) – oscilla tra scuola pisana della seconda metà del 1300 (Margrit Lisner) e scuola orcagnesca a cui rimandano grandi analogie col Crocifisso dell’Orcagna ora in S. Carlo (Lisa Goldemberg Stoppato)

E’ possibile che un’opera di scuola pisana o della cerchia orcagnesca provenga da Loreto? Il dubbio può risolversi pensando, con Ludovica Sebregondi in Tre Confraternite Fiorentine, Firenze, Salimbeni 1991, alla tradizione secondo la quale le compagnie che si recavano in pellegrinaggio a santuari mariani – che da Firenze partivano dalla piazza della SS.ma Annunziata – spesso donavano ad altri pii sodalizi per lo più un proprio Crocifisso e ne ricevevano un altro in segno di fratellanza in Cristo Redentore.

Mentre, dopo il restauro, si sollecitano nuovi e più approfonditi studi per una più sicura attribuzione, il Crocifisso – di altissimo pregio per eleganza di forme ed espressività dell’insieme e dei particolari – è tornato nell’Oratorio ed alla pubblica venerazione, previa benedizione, dopo la S. Messa del  31  Maggio, da parte del can. Brieuc de la Brosse dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote.
Dante Pastorelli

10 commenti:

lister ha detto...

Bentornato, Professore

Anonimo ha detto...

Magister non disarma:
Sinodo. Nel documento preparatorio c'è un'Araba Fenice.
Che vi sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa. È la "via penitenziale" per la comunione ai divorziati risposati. Il teologo domenicano Thomas Michelet ne mette a nudo le contraddizioni

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351093

irina ha detto...

Prima di ogni altro errore, si è fatto l'errore di accettare che non vi fosse menzione delle radici cristiane nella costituzioneuropea. Tutti gli orrori sono discesi da questa prima omissione che lasciava e lascia la porta spalancata ad ogni follia, ogni sopruso,ogni distorsione.Da qui bisogna ripartire.Ogni altro discorso politico, economico, culturale,scientifico, educativo, artistico e ancora su queste radici poggia.Impegnamoci tutti insieme a spendere qualche pensiero robusto e serio in merito.

lister ha detto...

Giovanni Paolo II chiese che quella menzione fosse riportata ma fu Giscard d'Estaing, liberale, ad opporvisi.

Rr ha detto...

Liberale e franc-macon?
Ma dov' erano allora i politici europei cristiano democratici? impegnati ariempirsi le tasche di soldi pubblici?
rr

Anonimo ha detto...


Il richiamo alle "radici cristiane" sarebbe stato assurdo in una Costituzione che, in nome del principio di non discriminare nessuno, impone agli Stati membri di tutelare "l'orientamento sessuale di ciascuna persona", impone cioe' di introdurre nella loro legislazione i principi perversi della Rivoluzione Sessuale. Il rifiuto degli alti papaveri europei fu quindi coerente. Assurda fu invece la richiesta di GP II, di voler ricondurre in qualche modo al cristianesimo una Costituzine del genere, che ne rappresenta la totale negazione, sul piano dei valori. Invece di fare quella richiesta, il Papa avrebbe dovuto denunciare a chiare lettere il carattere anticristiano e perverso dei principi fondamentali di quella Costituzione, improntati all'Umanesimo come inteso dall'odierno laicismo, cioe' all'antropocentrismo piu' materialista ed edonista che si sia mai visto.

irina ha detto...

Allora tiriamo fuori quella costituzione leggiamola, discutiamola, alla luce di tutto quello che tutti abbiamo di essa conosciuto sulla nostra pelle. Mettersi insieme, abbiamo visto anche oggi in Svizzera, giova. Chi sa, dica, informi gli altri.Parliamone.

irina ha detto...

Assurda fu invece la richiesta di GPII,di voler ricondurre in qualche modo al Cristianesimo...

Non so. Non credo GPII volesse o pensasse di poter fare grandi manovre anche volendo.
Credo piuttosto che quella breve ed innocua formula da lui proposta,per niente urtante,avrebbe potuto essere,nelle sue intenzioni,come un pizzico di sale che, per il momento, ne migliorava il gusto.
Fatti più consapevoli dagli errori altrui, riprendiamo in mano la questione e cerchiamo di portare in porto quella barca che fa acqua da tutte le parti. Non siamo soli.

Anonimo ha detto...

@ La CArta Europea dei diritti fondamentali si trova comodamente in rete

Segnalo il sito: www.studiperlapace.it, dove abbiamo un'introduzione e tutti i "diritti fondamentali" della Carta. La Carta costituzionale vera e propria e' un mastodonte, grande come un Codice, estremamente complicato. Basta la Carta dei Principi. All'art. 21.1 che vieta ogni forma di discriminazione troviamo che e' proibito discriminare in base alle "tendenze sessuali". Sono solo tre parolette. Ma in base ad esse il Parlamento Europeo puo' sviluppare la sua politica anticristiana contro il vero matrimonio e a favore del fronte gay-lesbico. Ora, la Chiesa non avrebbe dovuto insorgere contro una clausola del genere? Che cosa voleva dire appiccicare a questa costituzione un richiamo ai valori cristiani? Qualcuno anzi diceva "giudeo-cristiani", concetto assurdo, dal momento che l'Europa cristiana del passato era il risultato del Cristianesimo senza apporto alcuno del Giudaismo. Comunque, basta guardare in rete sotto Carta Europea dei diritti fondamentali, Costituzione Europea, principi fondamentali. Tra i principi si trovano anche le aperture all'ugualitarismo spinto, all'invasione extracomunitaria attuale etc.

irina ha detto...

Grazie.
Trovata, letto solo preambolo dove viene citato espressamente il prinipio di sussidiarietà, per non dire del rispetto delle tradizioni dei popoli. Nel preambolo le radici cristiane non sarebbero state assolutamente un controsenso.
Prima impressione:sulla carta non traspaiono immediatamente le nefandezze che abbiamo visto poi.Allora o le nefandezze sono state inserite nei diversi passaggi di approvazione ed applicazione o nella stesura c'è stato dolo, come sembra ipotizzare lei con il riferimento alle tre parolette( dalle quali mai avrei potuto anche solo ipotizzare gli sviluppi).E mi è anche tornato alla mente l'annoso problema del concilio e dello spirito del concilio. Forse più semplicemente queste maglie larghe sono quelle che poi ti si attorcigliano addosso soffocandoti.Forse è così.